CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 ottobre 2015
520.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 105

SEDE REFERENTE

  Martedì 13 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Intervengono il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e la Sottosegretaria di Stato per il medesimo dicastero, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua.

  La seduta comincia alle 14.15.

DL 146/15: Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione.
C. 3315 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'8 ottobre 2015.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda preliminarmente che, come stabilito nell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione dello scorso 8 ottobre, nella seduta odierna si concluderà l'esame preliminare del provvedimento con le repliche della relatrice e del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.
  Ricorda altresì che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 17 della giornata odierna e che l'esame delle proposte emendative avrà luogo nella seduta già convocata per domani, mercoledì 14 ottobre, e che nella seduta successiva di giovedì 15 ottobre, avrà luogo il conferimento del mandato alla relatrice. Fa presente che, al fine di dare conto delle valutazioni in ordine all'ammissibilità delle proposte emendative presentate, sarà convocata una seduta alle ore 9 di domani mercoledì 14 ottobre.
  Dà, quindi, la parola alla relatrice per la sua replica.

  Alessia ROTTA (PD), relatrice, nel ringraziare i rappresentanti del Ministero dei beni e delle attività culturali per l'attenzione con la quale hanno seguito il dibattito in Commissione, dichiara di condividere la finalità complessiva dell'intervento normativo in esame, volto ad affermare espressamente che la fruizione del patrimonio culturale del nostro Paese rappresenta un servizio pubblico essenziale, riconoscendo legislativamente il particolare status dei beni culturali. Alla luce di questo riconoscimento, il decreto inserisce quindi l'apertura dei musei e i luoghi della cultura tra i servizi nei quali occorre operare un contemperamento tra il diritto di sciopero, garantito dall'articolo 40 della Pag. 106Costituzione, e i diritti dei cittadini, che nel caso di specie attengono alla fruizione del patrimonio culturale italiano. Segnala, tuttavia, che permangono aperti alcuni punti, che potrebbero trovare soluzione già nell'ambito dell'esame delle proposte emendative che avrà luogo nella giornata di domani. In primo luogo, osserva come la garanzia dei servizi pubblici essenziali relativi all'apertura del patrimonio culturale debba essere calibrata in relazione all'ampiezza dell'ambito applicativo delle normativa, che si applica sia allo Stato sia agli enti territoriali. Un problema più ampio è invece costituito dalla carenza di organico nel comparto dei beni culturali, sottolineata in particolare dalle organizzazioni sindacali nelle proprie audizioni informali, rispetto alla quale si rendono necessari interventi che esulano dall'ambito del provvedimento in esame e che pongono all'attenzione l'esigenza di un rafforzamento nel prossimo futuro degli interventi già messi in campo in questi ultimi mesi al fine di promuovere una efficace valorizzazione del nostro patrimonio culturale. In questo contesto, dovranno inoltre valutarsi le proposte emerse nel corso del dibattito volte all'inserimento tra i livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale i beni culturali e la loro fruizione.

  Il Ministro Dario FRANCESCHINI, intervenendo in sede di replica, dichiara di avere apprezzato il dibattito svoltosi in Commissione, anche con riferimento a coloro che hanno espresso opinioni sfavorevoli sul decreto-legge. Ripercorrendo lo svolgimento dei fatti che hanno portato all'adozione del provvedimento, rileva che esso trae origine dal protrarsi di una situazione che, culminata in un episodio specifico, quale la ritardata apertura al pubblico del Colosseo, ha dimostrato l'improcrastinabilità di un intervento il cui contenuto e la cui portata erano stati ampiamente discussi in passato. Concorda sul fatto, sottolineato anche nel corso del dibattito in Commissione, che nel caso del Colosseo non si è trattato non di uno sciopero, ma di un'assemblea sindacale, regolarmente convocata e comunicata, ma osserva che essa si è svolta in un periodo di alta stagione turistica, provocando, oltre ai disservizi per gli utenti, anche un danno all'immagine del Paese, già verificatosi in passato in occasione di un'analoga assemblea sindacale nel sito di Pompei. Rileva che proprio il fatto che l'assemblea fosse regolarmente convocata mette in luce la necessità di un intervento legislativo. Rispondendo a chi ha sostenuto che il decreto fosse già confezionato prima del caso del Colosseo, fa presente che esso è stato redatto in pochi minuti, sull'onda dell'episodio, ma è altrettanto vero che esso era stato ampiamente approfondito nel suo contenuto e, in relazione a quanto avvenuto al Colosseo, si sono ravvisati i requisiti costituzionali di necessità ed urgenza, anche al fine di fare fronte a nuove assemblee, già programmate per i giorni successivi. Rileva che l'inserimento della fruizione dei luoghi della cultura tra i servizi pubblici essenziali non comporta la negazione dei diritti sindacali ma, unicamente, la loro regolamentazione, per contemperarne il godimento con i diritti degli utenti, al pari di quanto già avviene in altri settori, come il trasporto pubblico o la scuola. Fa notare, a tale proposito, che – come emerso anche nel dibattito svolto in Commissione – il settore dei beni culturali è già ricompreso tra i servizi pubblici essenziali, ma limitatamente alla vigilanza. Si è pertanto creduto opportuno ampliare la regolamentazione anche all'aspetto dell'apertura al pubblico. L'individuazione concreta di come si sostanzierà l'apertura al pubblico, come servizio minimo da garantire in caso di manifestazione sindacale, è rimessa alla successiva contrattazione tra le parti sociali. A suo avviso, l'individuazione di fasce orarie non risolverebbe il problema, perché, come è avvenuto nel caso del Colosseo, la manifestazione sindacale si risolverebbe comunque nell'impossibilità di accedere al monumento. Pensa piuttosto a un meccanismo, ancora da definire, che individui un ambito di apertura minima da garantire (per esempio, nel caso di un museo, alcune sale o alcuni piani). Ricorda Pag. 107che nel dibattito in Commissione è emerso l'orientamento per una correzione formale del testo allo scopo di inserire il riferimento a una «apertura regolamentata». Non ritiene che sia una correzione necessaria ma, ove la Commissione ritenesse di introdurla, non solleverebbe obiezioni. Sempre nel corso del dibattito, si è auspicato di allineare la dizione utilizzata dal decreto-legge, che si riferisce a «musei e luoghi della cultura», a quella del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che fa riferimento agli istituti e ai luoghi della cultura. Anche in questo caso, non si dichiara contrario ad una modifica testuale del provvedimento. Infine, con riferimento all'auspicato inserimento della cultura nei livelli essenziali delle prestazioni, osserva che si tratta di un riconoscimento importante nella direzione sulla quale il decreto-legge si è avviato. Si tratta di una conquista di civiltà, la cui attuazione, tuttavia, necessita di approfondite discussioni soprattutto con gli enti territoriali. Conclude esortando il Parlamento ad essere orgoglioso, al pari del Governo, per avere garantito dopo tante discussioni la piena accessibilità del patrimonio artistico italiano, riconducendolo al settore dei servizi pubblici essenziali.

  Cesare DAMIANO, presidente, ringraziando il Ministro per il suo intervento, apprezza la posizione da lui espressa nei confronti delle possibili correzioni testuali da introdurre nel decreto-legge.

  Walter RIZZETTO (Misto-AL) osserva che il Ministro, di cui peraltro apprezza la presenza in Commissione, non ha dato risposta a molti dei rilievi sollevati nel corso del dibattito.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda ai colleghi che, come deciso nell'ultima riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, oggi erano previste le repliche della relatrice e del Governo, senza l'apertura di un nuovo dibattito.

  Silvia CHIMIENTI (M5S) interviene per associarsi a quanto osservato dal collega Rizzetto.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che il Ministro Franceschini ha replicato al termine della discussione tenendo conto degli interventi svolti. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta di domani.

  La seduta termina alle 14.40.