CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 settembre 2015
510.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 24 settembre 2015. — Presidenza del presidente Francesco Saverio GAROFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.10.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza.
Testo unificato C. 9 d'iniziativa popolare e abbinate.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Francesco Saverio GAROFANI presidente, avverte che la Commissione affari costituzionali ha concluso l'esame degli emendamenti al testo unificato in titolo questa mattina e ha conseguentemente inviato alle Commissioni competenti in sede consultiva, tra cui la Commissione difesa, il testo risultante dagli emendamenti approvati.

  Paola BOLDRINI (PD), relatrice, riferisce che il provvedimento in esame è il testo unificato delle proposte di legge in materia di cittadinanza adottato dalla Commissione affari costituzionali nell'ambito dell'esame in sede referente come risultante dagli emendamenti successivamente approvati.
  Osserva, quindi, che il testo riguarda un tema – quello della riforma della legge sulla cittadinanza – sul quale il Parlamento discute ormai da diverse legislature. La Commissione affari costituzionali ha avviato sin dall'inizio della corrente legislatura l'esame della proposta di legge di iniziativa popolare C. 9, il cui contento ripropone il testo della proposta di legge C. 5030 presentata nella precedente legislatura, Pag. 62nonché delle numerose proposte di legge di iniziativa parlamentare che sono state ad essa abbinate.
  La difficoltà di giungere a una sintesi dato un così ampio numero di proposte differenti quanto a contenuto e finalità è apparsa subito evidente nella Commissione di merito: alcune delle proposte, infatti, introducono una riforma ampia della disciplina della cittadinanza; altre sono volte principalmente ad ampliare le possibilità di accesso alla cittadinanza per i minori stranieri nati o entrati da piccoli in Italia o che comunque hanno compiuto un percorso scolastico o di formazione professionale in Italia; altre ancora aggravano il procedimento per l'acquisto della cittadinanza da parte degli stranieri nati in Italia o ivi residenti per dieci anni o introducono la revoca della cittadinanza, in caso di condanna definitiva per gravi delitti, per coloro che l'hanno acquistata per matrimonio; o, ancora, prevedono ipotesi di riacquisto della cittadinanza da parte degli italiani emigrati all'estero e dei loro discendenti.
  Venendo al testo in esame, questo è composto da due articoli e si concentra sulla questione fondamentale dell'acquisto della cittadinanza da parte dei minori. Durante la fase emendativa sono state apportate numerose modifiche al testo base che hanno riguardato – così come in sede di discussione generale era stato sollecitato – sia la problematica della naturalizzazione, sia quella della necessità di snellire le pratiche amministrative in materia di cittadinanza.
  In estrema sintesi, il testo in esame modifica la legge 5 febbraio 1992, n. 91, prevedendo che acquisti la cittadinanza italiana per nascita chi è nato in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Occorre che, prima del compimento della maggiore età dell'interessato, chi esercita la responsabilità genitoriale faccia richiesta della cittadinanza per il minore. Questi può rinunciarvi entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, purché sia in possesso di un'altra cittadinanza (la Costituzione italiana esclude infatti l'apolidia). Se la richiesta non è fatta da chi esercita la responsabilità genitoriale, l'interessato in possesso degli stessi requisiti (cioè essere nato in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo) acquista la cittadinanza facendone richiesta entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.
  È previsto poi che possa diventare cittadino italiano, su richiesta, il minore straniero nato in Italia o entratovi entro il dodicesimo anno di età che abbia frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno cinque anni uno o più cicli di istruzione presso istituti del sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Anche in questo caso la richiesta può essere avanzata, entro il compimento della maggiore età dell'interessato, da un genitore legalmente residente in Italia o da chi esercita la responsabilità genitoriale oppure dall'interessato stesso entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.
  È previsto infine che la cittadinanza possa essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 9 della legge n. 91, allo straniero che ha fatto ingresso nel territorio italiano prima del compimento della maggiore età, a condizione che sia legalmente residente in Italia da almeno sei anni e che abbia frequentato regolarmente nel medesimo territorio un ciclo scolastico con il conseguimento del titolo conclusivo, presso gli istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ovvero un percorso di istruzione e formazione professionale triennale e quadriennale con il conseguimento di una qualifica professionale.
  È previsto, infine, che i comuni, in collaborazione con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, promuovano a favore di tutti i minori residenti iniziative di educazione alla conoscenza e alla consapevolezza Pag. 63dei diritti e dei doveri legati alla cittadinanza e una giornata dedicata alla ufficializzazione dei nuovi cittadini.
  Ciò premesso, rileva che non sono presenti nel testo in esame disposizioni che riguardino materie di competenza della Commissione difesa. Infatti è rimasta fuori dal testo la norma (articolo 3 della proposta di legge abbinata C. 707 Gozi) che prevedeva la possibilità per lo straniero o l'apolide, i cui ascendenti in linea retta fino al secondo grado sono stati cittadini per nascita, di acquisire la cittadinanza italiana prestando servizio militare per lo Stato italiano e dichiarando preventivamente di voler acquistare la cittadinanza italiana.
  Propone pertanto di esprimere un parere di nulla osta.

  Michele PIRAS (SEL) ritiene che il testo maturato in Commissione affari costituzionali rappresenti un progresso apprezzabile, anche se non completamente soddisfacente: basti pensare che si tratta di norme che in Germania – dove lui è nato – sono vigenti già da cinquant'anni. È un progresso apprezzabile perché il momento storico non è favorevole. Crescono infatti nella società italiana ed europea gli atteggiamenti di chiusura e i nazionalismi e non si vuole accettare il fatto che le migrazioni di massa sono sempre esistite e che gli stessi italiani sono il frutto di contaminazioni storiche tra popoli di diversa provenienza. Non è, d'altra parte, un progresso completamente soddisfacente perché si poteva fare di più. Occorre prendere atto che le migrazioni di oggi, come quelle di ieri, sono inarrestabili e non possono essere frenate o contenute da fili spinati, eserciti o leggi, e si deve quindi consentire a chi lo vuole di diventare cittadino di uno Stato piuttosto che di un altro. Solo dimostrando questa apertura e comprensione dei fenomeni in atto l'Europa potrà continuare a insegnare qualcosa al mondo e ad assicurare la pace.

  Elio Massimo PALMIZIO (FI-PdL), premesso che la Commissione difesa è chiamata oggi ad esprimersi solo sui profili di propria competenza e che il dibattito sulle questioni sollevate dal deputato Piras si svolgerà in Assemblea, dichiara che si asterrà dalla votazione sulla proposta di parere della relatrice, perché il provvedimento non contiene aspetti di rilievo sotto i profili di interesse della Commissione, e preannuncia che in Aula il suo voto sarà contrario alla proposta di legge, per le ragioni che esporrà in quella sede.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 14.20.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 24 settembre 2015. — Presidenza del presidente Francesco Saverio GAROFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.20.

5-05503 Basilio: Sul trasferimento di ufficiali dell'Arma dei carabinieri appartenenti alla rappresentanza militare.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Dopo aver precisato che in sostanza la decadenza a seguito di trasferimento riguarda soprattutto i delegati dei COBAR – infatti i delegati del COCER, in quanto delegati nazionali, non decadono e quelli dei COIR decadono solo in caso di trasferimento in altra regione – aggiunge che, dei dieci delegati trasferiti di cui ha detto, sette sono decaduti, mentre gli altri tre stanno proseguendo il loro mandato.

  Tatiana BASILIO (M5S) si dichiara solo parzialmente soddisfatta. Infatti la risposta è stata puntuale, ma non ha riconosciuto che il problema è reale, come è stato riferito da diversi soggetti interessati e come conferma il fatto che, dei dieci Pag. 64delegati trasferiti, ben sette sono cessati dal mandato. Sottolinea la necessità di rispettare le numerose disposizioni che tutelano i diritti dei componenti degli organi della rappresentanza militare, sottolineando che non solo i delegati non devono essere trasferiti senza il loro consenso, ma che in generale non devono essere trasferiti affatto, perché la loro decadenza interrompe il rapporto di rappresentanza e lede quindi l'organo di rappresentanza in cui operano. Anche alla luce di questo problema, auspica che entro la fine dell'anno si riesca finalmente a concludere la discussione sulle proposte di legge in materia di riforma della rappresentanza militare, che è ferma da troppo tempo, anche per dimostrare ai nostri militari che il Parlamento è consapevole della necessità di prevedere in questo campo una normativa più moderna e adeguata ai tempi.

5-05970 Rostellato: Sulla chiusura della caserma Piave di Padova e sulla necessità di ampliamento dell'Archivio di Stato della provincia.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Gessica ROSTELLATO (PD) manifesta il proprio apprezzamento per l'impegno con il quale il dicastero della difesa sta affrontando la questione della dismissione degli immobili non più utili, nell'ottica sia di contribuire alle esigenze di riduzione della spesa pubblica, sia di rendere disponibili importanti spazi agli enti che ne facciano richiesta.
  Rappresenta quindi la situazione, assai difficile, in cui versa l'Archivio di Stato di Padova, sottolineando come la locazione dei relativi spazi – oramai non più sufficienti ad accogliere l'imponente mole di documenti da conservare – costi oltre 150 mila euro l'anno.
  Nel dichiararsi, infine, soddisfatta della risposta, auspica che si possano mettere in campo tutte le iniziative necessarie per fare in modo che, quando la caserma Piave verrà dismessa, possa essere utilizzata per le esigenze dell'Archivio di Stato di Padova.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.40.

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