CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 settembre 2015
509.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VII e IX)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 23 settembre 2015. — Presidenza del presidente della IX Commissione Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 15.30.

Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo.
C. 3272 Governo, approvato dal Senato, e abb.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 17 settembre 2015.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  Così rimane stabilito.

  Giorgio LAINATI (FI-PdL) osserva che il provvedimento all'esame delle Commissioni riunite affronta solo l'aspetto della scelta dei vertici della Rai e, in generale, della cosiddetta governance del settore radiotelevisivo pubblico. Rileva, infatti, che le nuove norme incidono solo limitatamente sulla cosiddetta legge Gasparri, n. 112 del 2004, che dètta norme in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI-Radiotelevisione italiana. Sottolinea, quindi, che negli ultimi venti anni i rapporti tra politica e sistema radiotelevisivo sono stati conflittuali, in seguito alla discesa in campo di Silvio Berlusconi, che ha portato, ad esempio, allo svolgimento dei cosiddetti «girotondi» intorno alla sede della RAI. Sospendendo il giudizio sul presente testo di legge, osserva che le nuove norme sulla scelta dei componenti del consiglio d'amministrazione dell'azienda di viale Mazzini appaiono in linea con quanto è avvenuto sinora a legislazione vigente. Ricorda, in particolare, che il 5 agosto scorso la Commissione di vigilanza ha proceduto alle nomine in base alle norme della legge Gasparri e che sembrerebbe ancora vigente ciò che si inaugurò sotto la presidenza della RAI di Roberto Zaccaria, quando in linea di principio, si attribuivano un terzo delle cariche a soggetti di una certa area politica, un altro terzo a soggetti di un'altra area e il restante terzo a persone di area governativa. Risulta chiaro, quindi, che con tale assetto la maggioranza pro tempore assume una prevalenza all'interno della RAI, Pag. 7nella cui gestione la politica è sempre stata presente.
  Svolge quindi alcune considerazioni più in qualità di vicepresidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi che in quella di esponente di un gruppo politico. Osserva, dunque, che grandi questioni non affrontate nel presente testo di legge andrebbero approfondite, una volta che si sia chiarito che cosa si intende per servizio pubblico di qualità e se la RAI debba svolgere solamente questa funzione o se debba anche realizzare dell'intrattenimento in competizione con le altre televisioni commerciali. Queste, e in particolare la rete La7, realizzano talk show che entrano in concorrenza con la funzione di servizio pubblico svolto dalla RAI. Ricorda altresì che nella scorsa legislatura l'onorevole Bocchino, appartenente al gruppo Futuro e Libertà, presentò una proposta di legge che prevedeva la privatizzazione di questa azienda: ciò appare interessante, anche alla luce della privatizzazione avvenuta alcuni anni fa del primo canale della televisione francese. In conclusione, ritiene necessario un'analisi di tutte le questioni che concernono il settore radiotelevisivo, rispettando, in particolare, le 16 milioni di famiglie che pagano il canone e i 12.800 dipendenti di questa grande azienda.

  Umberto D'OTTAVIO (PD) concorda con il collega Lainati sulla necessità di assicurare un servizio pubblico di qualità ai cittadini italiani; concorda altresì con i due relatori, i quali ne hanno evidenziato la finalità di rilancio del servizio. Ricorda che l'anno prossimo scadrà la concessione alla RAI e che sarà prioritario decidere come essa debba essere rinnovata. Questa, infatti, dovrà permettere la realizzazione di un servizio pubblico che non deve esclusivamente trasmettere le posizioni politiche dei vari partiti, ma anche, ad esempio, programmi sportivi di grandissimo impatto come le olimpiadi. Con riferimento poi a quanto sostenuto nella scorsa seduta dall'onorevole Fico, il quale ha paventato la possibilità che la maggioranza possa impossessarsi di tutte le cariche di vertice della RAI, osserva che il presente provvedimento permette a ciascuna Camera di eleggere due componenti, la cui adeguatezza è lasciata alla responsabilità delle varie forze politiche che potranno indicare per i vertici di viale Mazzini – previo accordo tra le stesse – anche soggetti qualificati che siano espressione dei gruppi di opposizione.

  Mirella LIUZZI (M5S) richiama l'attenzione dei colleghi su una questione ancora non emersa nel dibattito, ma che giudica assai importante, ovvero la disciplina degli appalti della società concessionaria, oggetto dell'articolo 3 del disegno di legge. Nel ricordare, al riguardo, le battaglie sostenute dal proprio Gruppo all'interno della Commissione di vigilanza in ordine alla generale necessità di garantire trasparenza nelle procedure di appalto, evidenzia che il disegno di legge in esame amplia a dismisura le tipologie di appalto che la Rai può concedere senza il ricorso a procedure ad evidenza pubblica, escludendo dall'applicazione della disciplina del codice dei contratti pubblici i contratti conclusi dalla Rai e aventi per oggetto, oltre che l'acquisto, lo sviluppo, la produzione o la coproduzione di programmi televisivi, per i quali la deroga è già prevista dal vigente codice dei contratti pubblici, anche la commercializzazione dei programmi radiotelevisivi. Sottolinea che il disegno di legge prevede una deroga a suo giudizio amplissima, che supera anche i princìpi posti dal codice degli appalti, vale a dire i princìpi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità, rendendo di fatto inefficaci le tutele generali poste dal codice degli appalti per il corretto affidamento degli stessi.

  Michele Pompeo META, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta già prevista per domani alle ore 14.30.

  La seduta termina alle 16.