CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 settembre 2015
506.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VII e IX)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 17 settembre 2015. — Presidenza del presidente della IX Commissione Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 14.40.

Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo.
C. 3272 Governo, approvato dal Senato, e abb.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 16 settembre 2015.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

  Antonio PALMIERI (FI-PdL), dopo aver rilevato l'assenza di un rappresentante del Governo e aver ricordato di essere stato presente durante l'esame parlamentare dell'ultima riforma concernente la RAI, chiede ai relatori se l'attuale testo pervenuto dal Senato sia da considerarsi «blindato».

  Tamara BLAZINA (PD) si sofferma sulla parte del provvedimento in esame – presente negli articoli 1 e 4 – relativo alle sedi regionali della RAI, in particolare di quelle che trasmettono programmi rivolti alle minoranze linguistiche, auspicando un rafforzamento di tale produzione, nell'ambito della legge n. 482 del 1999 e non solo di quella richiamata espressamente nel presente provvedimento. Ricorda, in particolare, la positiva esperienza che si è realizzata nel Friuli-Venezia Giulia, con la trasmissione di programmi in lingua slovena. Ricorda quindi che un'apposita convenzione con la RAI scade quest'anno, auspicandone un pronto rinnovo.

  Roberto FICO (M5S) esprime, a nome del proprio Gruppo, netto dissenso sull'impostazione del disegno di legge in esame. Ritiene infatti che il servizio pubblico debba prima di tutto essere indipendente da ogni altro potere. Al contrario il fatto che l'amministratore delegato, al quale sono conferiti poteri molto ampi di gestione della società, sia nominato su proposta dell'assemblea dei soci, vale a Pag. 33dire, nella sostanza, sia individuato dal Governo e dal Presidente del Consiglio, pregiudica in modo irrimediabile l'indipendenza del servizio pubblico.
  Anche le modalità di nomina dei membri del consiglio di amministrazione non sono adeguate a fornire garanzie riguardo a questo profilo essenziale. Rileva infatti che il Parlamento è stato eletto con un premio di maggioranza abnorme, che è stato giudicato incostituzionale. Il fatto che quattro membri del consiglio di amministrazione siano eletti dal Parlamento, due da ciascun ramo, e ulteriori due membri siano designati dal Consiglio dei ministri, avrà per effetto che anche il consiglio di amministrazione risulterà espressione della maggioranza. Riguardo alla nomina del consiglio di amministrazione osserva quindi che l'individuazione dell'ultimo dei sette membri è affidata all'assemblea dei dipendenti RAI, senza che, peraltro, il testo del disegno di legge in esame definisca le modalità con cui tale membro sarà eletto.
  Richiamando le audizioni svolte in sede parlamentare, che sono state più volte citate nella seduta di ieri, con particolare riferimento alle audizioni tenute dalla Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI e dall'8a Commissione del Senato, segnala che i soggetti auditi hanno espresso numerose e forti critiche al disegno di legge. Rileva altresì che gli unici Paesi in cui l'amministratore delegato della società che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo è nominato dal Governo sono Ungheria e Moldavia, i quali proprio per questa ragione sono stati oggetto di richiami da parte delle istituzioni dell'Unione europea.
  Ritiene pertanto che il disegno di legge in esame rappresenti lo strumento per aggirare i princìpi ai quali il servizio pubblico deve rispondere, sulla base della stessa giurisprudenza della Corte costituzionale.
  Evidenzia quindi che l'esame del disegno di legge in prima lettura presso il Senato è stato segnato dalla volontà del Governo di imporre la propria posizione, rifiutando la disponibilità al dialogo delle forze di opposizione, in particolare del Gruppo MoVimento 5 Stelle, e spazzando via tutti i tentativi di migliorare il testo che erano stati elaborati in sede di Commissione attraverso il confronto anche con il sottosegretario Giacomelli.
  Alla responsabilità del Governo deve, a suo giudizio, essere imputato anche il fatto che sia stato necessario rinnovare il consiglio di amministrazione con la procedura prevista dalla «legge Gasparri», a causa dei ritardi nella predisposizione e presentazione del disegno di legge governativo.
  Rileva che il servizio pubblico dovrebbe costituire una materia riservata esclusivamente alle decisioni del Parlamento. Per questo esprime la propria contrarietà sulle deleghe contenute nel disegno di legge in esame, che di fatto esautorano il Parlamento attribuendo al Governo il potere di riordinare tutta la disciplina relativa al servizio pubblico.
  Più in generale osserva che è necessario garantire l'indipendenza e la trasparenza della RAI, anche in considerazione dell'ampiezza delle risorse dei cittadini che, attraverso il canone, sono destinate a finanziarla. Al contrario, il servizio pubblico radiotelevisivo viene affidato a una società che, per come è configurata dal disegno di legge in esame, è del tutto inidonea a garantire il principio del pluralismo nell'informazione. Se si aggiunge che anche i membri dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sono nominati con criteri di lottizzazione, risulta evidente che tanto i vertici della RAI quanto i vertici dell'Autorità del settore sono scelti sulla base della propria appartenenza politica.
  Ritiene pertanto sicuramente condivisibili le sollecitazioni ad affrontare un ragionamento di più ampia prospettiva, riflettendo sui contenuti e sulle modalità con i quali dovrà essere in futuro assicurato il servizio pubblico in relazione alle imponenti trasformazioni tecnologiche. Ma prima di tutto è necessario garantire, fin da subito, l'indipendenza della RAI, alla quale il servizio pubblico è affidato.
  Il disegno di legge in esame, invece, rappresenta perfino un peggioramento della situazione attuale e, se non viene Pag. 34radicalmente cambiato, avrà l'effetto di minare le basi stesse della democrazia nel Paese.

  Michele Pompeo META, presidente, segnala, in accordo con la presidenza della VII Commissione, l'opportunità di prevedere già nella giornata di martedì 22 settembre una riunione congiunta degli Uffici di presidenza delle Commissioni.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.