CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 luglio 2015
492.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 29 luglio 2015 — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 9.25.

Modifiche agli articoli 438 e 442 del codice di procedura penale. Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo.
Emendamenti C. 1129-A Molteni.

(Parere all'Assemblea)
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Annagrazia CALABRIA (FI-PdL), relatrice, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 9.30.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 29 luglio 2015. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'interno Domenico Manzione e il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.10.

Variazione relativa alla presidenza di un gruppo parlamentare.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che il gruppo Scelta Civica per l'Italia ha comunicato, con lettera in data 28 luglio 2015, che la deputata Paola PINNA ricoprirà l'incarico di capogruppo nella I Commissione.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/33/UE recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale nonché della direttiva 2013/32/UE recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale.
Atto n. 170.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 luglio 2015.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che sono pervenuti i rilievi Pag. 38della Commissione Bilancio sul provvedimento in titolo e che il relatore ha presentato un'ulteriore nuova proposta di parere (vedi allegato 1).

  Andrea GIORGIS (PD), relatore, sottolinea che la sua ulteriore proposta di parere, oltre a recepire in premessa i rilevi della Commissione bilancio, inserisce un'osservazione conclusiva di carattere generale tesa a chiedere al Governo di prevedere, anche attraverso fonti normative di rango subordinato, procedure che facilitino la possibilità di rinnovo del permesso di soggiorno, favorendo il criterio della dimora dichiarata dall'interessato al momento dell'istanza di rinnovo.

  Celeste COSTANTINO (SEL), pur precisando che non tutte le osservazioni del suo gruppo sono state recepite, preannuncia il suo voto a favore della nuova proposta di parere formulata dal relatore, riconoscendo lo sforzo compiuto dal relatore. Ritira, quindi, la proposta di parere alternativo presentata dal suo gruppo.

  Andrea CECCONI (M5S) ringrazia il relatore per avere recepito quasi integralmente le osservazioni del suo gruppo, ad eccezione di due sulle quali chiede un'ulteriore riflessione. Si tratta della previsione di una relazione semestrale del Ministro dell'interno al Parlamento e dell'adozione di misure atte a favorire la trasparenza della gestione dei centri.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE fa presente che nella giornata odierna sono stati trasmessi dalla segreteria della Conferenza unificata le proposte di ANCI e Regioni successive alle riunioni tecniche sullo schema di decreto in oggetto, all'esame della riunione della medesima Conferenza del 16 luglio p.v..
  Al riguardo si premette che, a seguito della Conferenza degli assessori alle politiche sociali delle Regioni, è stato preannunciato il parere negativo della Regione Lombardia a cui potrebbero aggiungersi Veneto e Liguria.
  La maggioranza delle Regioni e l'ANCI confermano un parere complessivamente positivo pur con proposte emendative ed osservazioni.
  In parziale accoglimento delle proposte di ANCI e Regioni, si ritiene di poter riformulare alcune previsioni in tema di pianificazione dell'accoglienza dei richiedenti asilo e di dislocazione delle strutture di accoglienza, con le seguenti integrazioni al testo:
   introdurre una norma di cornice che individua le varie fasi dell'accoglienza (soccorso, prima e seconda accoglienza) secondo l'Intesa già raggiunta nella Conferenza del 10 luglio 2014, a cui il procedimento si ispira;
   attribuire ai Tavoli di coordinamento regionale, insediati presso le prefetture del capoluogo di Regione, il compito di individuare i criteri di localizzazione dei centri di prima accoglienza per richiedenti asilo (cc.dd. HUB) nonché delle strutture straordinarie attivate dai prefetti per fare fronte ad arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti. Per l'attivazione di queste ultime strutture si può prevedere anche una preventiva comunicazione all'ente locale interessato o comunque che l'ente locale sia «sentito»;
   attribuzione ai citati Tavoli regionali del compito di individuare i criteri di ripartizione dei posti da destinare all'accoglienza all'interno della Regione: una sorta di burden sharing domestico;
   acquisire le valutazioni del Tavolo nazionale di coordinamento, insediato presso questo Ministero, sullo schema di capitolato di gara per la fornitura di beni e servizi nei centri (adottato con decreto del Ministro);
   prevedere il coinvolgimento dell'ente locale, nel cui territorio insiste la struttura, per l'attivazione, da parte di questo Ministero, dei centri di prima accoglienza per minori non accompagnati, in considerazione della finalità di questi centri che vengono istituiti proprio per sollevare i Comuni da una responsabilità a cui finora essi hanno fatto fronte direttamente;Pag. 39
   prevedere che il Piano nazionale per l'accoglienza predisposto dal Tavolo di coordinamento insediato presso questo Ministero individui il «fabbisogno nazionale di posti in accoglienza». Non si ravvisa tuttavia la necessità che tale Piano – alla cui redazione partecipano i rappresentanti degli enti territoriali designati da ANCI UPI e Conferenza delle Regioni – sia adottato d'intesa con la Conferenza unificata. Si ritiene preferibile riservare tale intesa alla individuazione dei criteri di ripartizione regionale dei posti da destinare all'accoglienza, come previsto dal testo governativo.

  Non si condivide la necessità di una preventiva comunicazione all'ANCI dell'invio di richiedenti asilo nelle sopra citate strutture straordinarie né la fissazione di un termine massimo di permanenza nei centri governativi in quanto un termine non è funzionale alle necessità della rete di accoglienza: la permanenza nei centri governativi deve essere comunque garantita finché non si rendono disponibili posti nel sistema SPRAR. Peraltro, non è possibile l'invio del richiedente verso l'accoglienza decentrata (SPRAR) prima dell'identificazione e della verbalizzazione della domanda.
  Non si ritiene di poter codificare il principio, pur auspicabile, della diffusione equilibrata dei progetti dello SPRAR sul territorio nazionale, tenuto conto che l'accesso dei Comuni a tale rete di accoglienza avviene su base volontaria.
  Non si ritiene di poter accogliere la proposta che il monitoraggio della gestione dei centri governativi sia svolto da questo Ministero «in accordo con le Regioni e gli enti locali»; il monitoraggio riguarda strutture di cui l'Amministrazione ha la responsabilità esclusiva, anche sotto il profilo contabile.
  Altro tema delicato è quello del trattenimento nei CIE del richiedente asilo su cui la maggioranza delle Regioni chiede che venga esclusa dalle ipotesi di trattenimento la categoria dei richiedenti che hanno fatto «sistematicamente ricorso all'uso di false generalità» e che la durata massima di tale trattenimento sia fissata in 120 giorni in luogo dei 12 mesi previsti dal testo governativo.
  Tenuto conto che entrambe le proposte vanno ad affievolire il maggior rigore che si è voluto introdurre anche sulla scorta degli episodi di allarme sociale che si sono verificati (i casi di Milano e di Terni), a tali richieste delle Regioni non si darà seguito mantenendo invariato il testo già approvato.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 14.25, riprende alle 14.30.

  Andrea GIORGIS (PD), relatore, ringrazia il Governo per la disponibilità dimostrata a condividere con la Commissione un percorso di modifica di uno schema di decreto legislativo che interviene su una materia così rilevante e di grande sensibilità. Apprezza altresì la posizione costruttiva dei gruppo di opposizione, ad iniziare da quello di Sinistra Ecologia e Libertà. Conferma la sua ultima proposta di parere.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che porrà prima in votazione la ulteriore nuova proposta di parere del relatore. In caso di sua approvazione, la proposta alternativa Dadone si intenderà preclusa e non sarà posta in votazione.
  Pone quindi in votazione la ulteriore nuova proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la ulteriore nuova proposta di parere del relatore.

Schema di decreto legislativo recante determinazione dei collegi elettorali della Camera dei deputati.
Atto n. 189.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 luglio 2015.

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  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), relatore, intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede un rinvio dell'esame ad altra seduta, a fronte dell'esigenza che i gruppi svolgano ulteriori approfondimenti sul provvedimento, in vista dell'elaborazione di una proposta di parere ponderata.

  Marco DI MAIO (PD), relatore, condivide quanto detto dal collega Sisto sulla necessità di un maggiore approfondimento e si associa alla richiesta di un breve rinvio per l'espressione del parere.

  Danilo TONINELLI (M5S) invita i gruppi ad entrare nel merito del provvedimento e ad evidenziare la propria posizione in Commissione, evitando di interloquire a livello informale con il Governo con l'unico scopo di favorire la determinazione di collegi rispondenti alle esigenze del proprio schieramento.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, sottolinea che la richiesta di rinvio chiesta dai relatori per la presentazione del parere non pregiudica il prosieguo della discussione.

  Celeste COSTANTINO (SEL) ritiene inaccettabile il contenuto dello schema di decreto che nasce da una legge elettorale decisamente osteggiata da Sinistra Ecologia Libertà. Concorda con il collega Toninelli che la discussione va fatta in Commissione e non in altra sede Desidera rilevare alcune incongruenze nella definizione dei collegi, come, ad esempio, nel caso della Regione Campania.

  Gregorio FONTANA (FI-PdL), pur condividendo l'esigenza di svolgere un supplemento di istruttoria sul provvedimento, giudica opportuno che i gruppi si confrontino ora sul merito circa la conformità ai criteri definiti dalla legge, affinché le eventuali modifiche al provvedimento siano ben valutate dall'intera Commissione.

  Andrea CECCONI (M5S) si associa a quanto affermato dal collega Fontana. Si augura che nella proposta di parere dei relatori non siano previste modifiche territoriali non discusse in Commissione, perché in questo caso sarebbe necessaria una nuova simulazione, come quella fornita dagli uffici della Camera.
  Nello specifico del contenuto dello schema di decreto legislativo, pone tre questioni. La prima, che è probabilmente frutto di un errore materiale, riguarda il comune di Saronno che è stato inserito e poi tolto dal collegio di Monza e Brianza. La seconda, già sollevata da altri colleghi, riguarda la Regione Veneto, dove il Governo si è distaccato dalle valutazioni della Commissione presieduta dal Presidente dell'ISTAT. E la stessa cosa è avvenuta per la Regione Toscana, dove alla città di Firenze sono stati assegnati due collegi, favorendo così il Presidente del Consiglio e creando un abnorme collegio della Toscana meridionale.

  Luigi FAMIGLIETTI (PD) esprime perplessità sulle modalità di determinazione di taluni collegi della Campania, proponendo modifiche al testo giudicate più conformi ai criteri di omogeneità previsti dalla legge.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO desidera rifarsi a quanto affermato dal Presidente dell'ISTAT nel corso della sua audizione, vale a dire che i casi dove il Governo si è distaccato dalla valutazione della Commissione sono solo due, relativi alle Regioni Veneto e Toscana. Conferma che nel caso del comune di Saronno si è trattato di un mero errore materiale. Per quanto riguarda il collegio di Conegliano e i due collegi attribuiti alla città di Firenze ribadisce quanto detto in una precedente seduta. Sottolinea che in entrambi i casi il Presidente dell'ISTAT ha giudicato legittima la scelta operata dal Governo, anche se non in linea con le scelte della Commissione. Infatti la scelta del collegio di Conegliano è dettata dal criterio della continuità socio economica mentre nel caso di Firenze la scelta è volta a non suddividere la città metropolitana. Osserva inoltre che alcuni comuni del Valdarno aretino sono stati uniti a Firenze in Pag. 41quanto riconducibili a quelli del Valdarno fiorentino, mentre altri gravano su un medesimo distretto industriale della città metropolitana di Firenze, quello del cuoio.

  Celeste COSTANTINO (SEL) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Famiglietti circa la determinazione dei collegi elettorali in Campania.

  Laura RAVETTO (FI-PdL) osserva che prima del contenuto del parere dei relatori, vanno discussi i criteri ai quali esso deve attenersi. Riterrebbe infatti inaccettabili modifiche territoriali che non fossero legate a tali criteri e che non costituissero dei casi eccezionali, come quelli dettagliatamente descritti dal sottosegretario, e che fossero mosse da interessi personali o partitici, modificando il numero degli eletti per ogni collegio.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO fa notare che è entrato nel merito di talune specifiche questioni territoriali solo per rispondere a talune perplessità emerse nel dibattito, ricordando, in ogni caso, che il Governo, fatta eccezione per soli due casi, si è attenuto strettamente ai criteri fissati dalla legge delega.

  Mariastella GELMINI (FI-PdL) comprende la cautela del Governo e ritiene a maggior ragione che anche la Commissione debba usare la stessa prudenza. Non sarebbero ammissibili modifiche tese a favorire interessi elettorali di qualche forza politica che, inoltre, svilirebbero il ruolo e la funzione della Commissione Affari costituzionali.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, precisa che dalla suddivisione dei collegi e, quindi, dallo schema non è possibile dedurre una ripartizione dei seggi che è, invece, stabilita dalla legge.

  Riccardo NUTI (M5S) chiede chiarimenti circa la determinazione di taluni collegi nell'ambito della Sicilia, in particolare con riferimento a Sicilia 1 e Sicilia 3.

  Marco DI MAIO (PD), relatore, rispondendo alle preoccupazioni avanzate da molti colleghi, osserva che come relatore terrà conto delle questioni specifiche indicate. I criteri a cui i relatori debbono attenersi ritiene siano quelli dettati dalla legge e dalla relativa delega legislativa.
  Riguardo a ipotetici vantaggi di alcune forze politiche che potrebbero ispirare la divisione dei collegi, osserva che questo non è possibile perché non si possono prendere a riferimento risultati elettorali di altre elezioni e ormai superati.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), relatore, giudica necessario evitare di discutere di eventuali modifiche al testo che non siano di carattere strettamente eccezionale, in linea con l'impostazione del Governo la cui azione è stata guidata da una rigida applicazione dei criteri di legge e delle indicazioni fornite dalla Commissione istituita ai sensi della legge n. 52 del 2015, fatta eccezione per ipotesi di tipo straordinario opportunamente motivate.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO ribadendo che la scelta del Governo ha rispettato quella della Commissione, ritiene però che il passaggio parlamentare non sia meramente formale e che il Governo terrà conto delle osservazioni delle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato.
  Rispondendo al deputato Nuti, conferma che alcuni errori materiali riguardano anche i collegi della Sicilia 1 e 3, con riferimento, in particolare, a Palermo, a Palermo/Capaci e al comune di Bagheria, oltre a Veneto 1 con riferimento al comune di Segusino e a Veneto 3, con riferimento al comune di Bassano del Grappa.

  Laura RAVETTO (FI-PdL) auspica che non siano proposte modifiche che prevedano scostamenti rispetto ai criteri previsti dalla legge e indicati dalla Commissione istituita ai sensi della legge n. 52 del 2015.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO fa notare che il compito della Commissione Pag. 42non è quello di entrare nel merito della composizione dei collegi, ma di valutare la conformità ai criteri previsti dalla legge delega. Lo slittamento di seggi fra un collegio e un altro, inteso come differenza fra i seggi assegnati e quelli effettivamente attribuiti è fisiologico nei sistemi elettorali che prevedono un riparto proporzionale a livello nazionale e, successivamente, un riversamento dei seggi nei collegi territoriali. Questo perché l'attribuzione effettiva si effettua attraverso una matrice matematica che deve contemperare e bilanciare due criteri: il criterio della territorialità (cioè restituire al territorio i seggi assegnati) e quello della politicità (cioè assegnare i seggi alle liste laddove hanno ottenuto più voti).
  Ottenere completamente entrambi i risultati è impossibile.
  L'Italicum bilancia però ottimamente i due criteri perché prevede la restituzione dei seggi in maniera perfettamente corrispondente ad entrambi per la maggior parte delle liste (soprattutto le eccedentarie, in genere le più grandi, e le medie).
  Il criterio territoriale viene leggermente sacrificato solo per garantire che alle liste deficitarie (le più piccole, in genere) vengano assegnati seggi laddove hanno ottenuto la maggiore parte decimali. E dunque dove sono più forti. Questo è l'effetto della norma cd. antiflipper introdotta al Senato che rende il sistema più corrispondente alle scelte dell'elettorato.
  Se è vero che può determinare uno slittamento di seggi fra un collegio ad un altro (quasi sempre al massimo di un seggio in più o uno in meno), è altrettanto vero infatti che evita che le liste deficitarie prendano il seggio in maniera casuale. E dunque non laddove hanno ottenuto più consensi, ma laddove le eccedentarie sono più deboli (dove cioè non sono più forti loro, ma sono più deboli gli altri).
  Si rispecchia dunque perfettamente la volontà dell'elettore, la territorialità del sistema e, criterio non meno importante, la corrispondenza fra voti ottenuti e seggi conseguiti da parte delle singole liste.
  Va sottolineato che tutte le simulazioni, anche le più accurate come quelle effettuate dal servizio studi della Camera, scontano il fatto che sono basate sui risultati conseguiti da liste in una elezione molto diversa, come quella per le europee, laddove l'offerta politica aveva determinate caratteristiche che potrebbe non avere con un sistema elettorale che introduce una competizione di lista con premio. In quest'ultimo caso, e dunque con l'Italicum, infatti, potrebbe esserci un'offerta politica più concentrata su talune liste e conseguentemente una maggiore concentrazione dei voti.
  Ciò potrebbe dunque determinare, potenzialmente, un minor numero di slittamenti di seggi fra collegi, poiché essi tendenzialmente aumentano con l'aumentare delle liste piccole.

  Dorina BIANCHI (AP), in qualità di relatrice degli Atti dell'Unione europea, chiede di passare all'esame di quel punto, sul quale è atteso il parere della I Commissione da parte della XIV Commissione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, concordando con la collega Bianchi, sospende l'esame del punto in questione che riprenderà al termine dell'esame degli Atti dell'Unione europea.

  La seduta, sospesa alle 15.20, riprende alle 15.30.

  Dopo che il deputato Danilo TONINELLI (M5S) ha svolto ulteriori considerazioni sul contenuto del provvedimento in titolo, il presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, propone alla Commissione di proseguire l'esame del provvedimento in titolo in un'altra seduta da convocare al termine delle votazioni dell'Assemblea.

  La Commissione concorda con la proposta del presidente.

  La seduta termina alle 15.35.

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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 29 luglio 2015. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto e il sottosegretario di Stato per l'interno Domenico Manzione.

  La seduta comincia alle 15.20.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2015 – Un nuovo inizio.
(Com(2014) 910 final – Annex 1, 2, 3 e 4).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o luglio 2014-31 dicembre 2015) elaborato dalle future presidenze italiana, lettone e lussemburghese.
10948/1/14.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2015.
Doc. LXXXVII-bis, n. 3.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Dorina BIANCHI (AP), relatrice, fa presente che la Commissione avvia oggi l'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, di tre atti: la Relazione Programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2015; il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2015 (e relativi allegati); il Programma dei 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o luglio 2014-31 dicembre 2015. La Commissione è chiamata, quindi, a esprimere sugli atti all'ordine del giorno un parere alla XIV Commissione, la quale, a conclusione dell'esame congiunto, procederà alla votazione di una relazione per l'Assemblea, avente ad oggetto i predetti atti.
  Rileva preliminarmente che l'esame congiunto di tali atti si colloca nell'ambito di una vera e propria «sessione europea di fase ascendente», dedicata alla valutazione e al confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso, introdotta a partire dal 2011 per effetto della combinazione di modifiche legislative e di pronunce della Giunta per il regolamento della Camera. In particolare, la relazione programmatica è stata predisposta ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, in base al quale il Governo presenta entro la fine di ogni anno una relazione recante indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che esso stesso intende perseguire a livello europeo nell'anno successivo, salvo poi rendicontare – entro il 28 giugno dell'anno posteriore – circa l'attività effettivamente svolta. La Relazione programmatica è esaminata congiuntamente con gli strumenti di programmazione politica e legislativa dell'UE, secondo la procedura prevista dal parere della Giunta per il regolamento della Camera del 14 luglio 2010: tutte le Commissioni permanenti (per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze) esprimono un parere, mentre l'esame generale è svolto dalla Commissione Politiche dell'UE, che presenta una relazione all'Assemblea; la discussione in Assemblea di norma si conclude con l'approvazione di atti di indirizzo al Governo.
  In altri termini, siamo di fronte ad una procedura che consente potenzialmente a tutti gli organi parlamentari – le 14 Commissioni permanenti e l'Aula – di esprimersi in modo organico e approfondito sulle linee di azione del nostro Paese a livello europeo, garantendo l'intervento del Parlamento nella definizione della politica europea dell'Italia; tuttavia, va rilevato che l'applicazione di questa procedura è stata sinora difficoltosa, considerato che soltanto nel 2011, in esito all'esame della Relazione programmatica e del programma di lavoro della Commissione per Pag. 44il 2011, si è addivenuti alla discussione in Aula e alla approvazione di risoluzioni.
  Passando ad esaminare, anzitutto, il programma di lavoro della Commissione, rileva che esso per la prima volta viene discusso con il Consiglio prima della sua formale presentazione al Parlamento europeo, dando seguito alle indicazioni emerse dalla riflessione sul funzionamento delle Istituzioni UE promossa dalla Presidenza italiana. Tale programma intende, secondo quanto dichiarato dalla Commissione, dare risposta concreta alle aspettative dei cittadini europei che chiedono all'Unione una soluzione ai grandi problemi legati all'attuale congiuntura socioeconomica, quali la forte disoccupazione, l'elevato debito pubblico, la scarsa crescita e la carenza di investimenti e di competitività a livello mondiale, auspicando al tempo stesso una minore ingerenza dell'Unione nelle questioni quotidiane, nelle quali gli Stati membri possono intervenire più efficacemente. Secondo quanto indicato nella sua introduzione, tale programma di lavoro della Commissione individua come grandi temi da affrontare quelli l'occupazione e della crescita, in linea con le dieci priorità degli orientamenti politici del Presidente Juncker, indicando l'applicazione di un principio di discontinuità legislativa che si tradurrà nel ritiro delle proposte non conformi agli obiettivi indicati. Tra le finalità vengono poi indicate l'alleggerimento del carico normativo e la modifica dei metodi di lavoro del Parlamento europeo e del Consiglio, nell'ottica di accelerare così il processo decisionale. Il programma di lavoro della Commissione reca poi 4 allegati: l'allegato 1 elenca le nuove iniziative, articolate intorno alle principali priorità degli orientamenti politici, su cui la Commissione si concentrerà nel 2015; l'allegato 2 elenca le proposte che devono essere ritirate (o modificate); l'allegato 3 elenca le 79 proposte inserite nel programma REFIT; l'Allegato 4 elenca gli 81 atti legislativi che entreranno in vigore nel 2015. Per quanto concerne le parti di più diretto interesse della Commissione, osserva che assume una certa rilevanza la priorità indicata al n. 7, laddove si individua l'esigenza di realizzare uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia. In tale contesto, la Commissione porterà avanti il processo di adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, secondo gli orientamenti che saranno forniti dalla Corte, e continuerà a migliorare la lotta alla criminalità transfrontaliera e al terrorismo e la cooperazione giudiziaria, a vantaggio dei cittadini di tutta l'UE, e a tutelare il bilancio dell'UE contro le frodi adoperandosi perché sia istituita una Procura europea indipendente. La Commissione presenterà un'agenda europea in materia di sicurezza per contrastare le minacce alla sicurezza interna dell'UE, come la criminalità transfrontaliera, la cybercriminalità, il terrorismo, i combattenti stranieri e la radicalizzazione, affinché l'UE possa proteggere i propri cittadini pur rimanendo aperta al mondo. Nell'ambito della priorità n. 8, per far fronte all'accentuarsi delle pressioni alle nostre frontiere esterne, la Commissione fa presente che sta elaborando un'agenda europea sulla migrazione che concilierà la necessità di seguire un approccio più equo e responsabile alla migrazione legale, onde rendere l'UE una meta attraente per talenti e competenze, con quella di adottare misure energiche contro l'immigrazione irregolare e la tratta e il traffico di esseri umani. Nell'ambito della priorità n. 9, la Commissione rileva che si adopererà in via prioritaria per promuovere la stabilità lungo i confini dell'Europa, giudicando essenziale aiutare i paesi vicini ad attuare riforme democratiche ed economiche, far rispettare lo Stato di diritto, rafforzare la governance economica e la competitività, sviluppare le capacità istituzionali, dotarsi di una pubblica amministrazione efficiente e diventare più prosperi. Nell'ambito della priorità n. 10, assume rilievo la parte in cui la Commissione afferma di voler perseguire l'obiettivo della massima trasparenza sul lavoro della Commissione, collaborando con le altre istituzioni per rafforzare la rendicontabilità e l'accessibilità delle azioni dell'UE. La Commissione poi Pag. 45afferma che potenzierà gli strumenti di cui dispone per legiferare meglio, in particolare le valutazioni, le valutazioni d'impatto e le consultazioni pubbliche, e individuerà un'ulteriore serie di nuove azioni nell'ambito del suo programma sull'adeguatezza della regolamentazione.
  Passando ad esaminare la Relazione programmatica per il 2015, fa notare che essa è stata trasmessa dal Governo alle Camere l'11 marzo scorso, con un certo ritardo determinato comprensibilmente dagli adempimenti relativi alla chiusura del semestre di Presidenza. Essa composta da sei capitoli, articolati ciascuno in più sezioni recanti ognuna un riquadro che riassume gli obiettivi prioritari del nostro Paese. Nell'ambito della premessa di tale Relazione, si rileva come essa giunga al termine del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio e dopo il rinnovo delle Istituzioni europee, sottolineandosi che l'azione del Governo italiano nel corso del Semestre di Presidenza ha permesso l'avvio di un «nuovo inizio» condiviso dalla nuova Commissione. Viene individuato come un segnale importante dell'avvio di un nuovo corso il Piano europeo per gli investimenti – presentato dal Presidente Juncker – che prevede il finanziamento di progetti di investimento fino ad un ammontare di 315 miliardi di euro nel periodo 2015-2017. Oltre che in campo economico, la Relazione fa notare come l'Italia abbia fatto da apripista anche in campo istituzionale. Per marcare l'avvio di un nuovo ciclo, la Presidenza italiana ha avviato in Consiglio Affari Generali una riflessione di ampio respiro sul funzionamento dell'Europa. Da qui proseguiranno le altre Presidenze e le istituzioni europee per introdurre le modifiche necessarie a migliorare il funzionamento delle Istituzioni dell'Unione. Un primo ambito su cui si sono registrati notevoli progressi è l'avvio di un confronto più stretto tra Consiglio, Commissione e Parlamento sulla programmazione delle rispettive attività. Per quanto concerne le parti di più diretto interesse della Commissione, osservo che, nell'ambito del secondo capitolo, dedicato alle priorità da adottare nel quadro delle politiche per il mercato e la competitività, assume una certa rilevanza il paragrafo relativo alla riforma delle pubbliche amministrazioni e alla semplificazione, laddove si afferma che il Governo italiano proseguirà l'azione, avviata con il Semestre di Presidenza italiana, di sostegno alla iniziative volte a ampliare l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, ridurre gli oneri amministrativi e semplificare la regolamentazione in tutte le politiche di settore per promuovere un ambiente più favorevole alle imprese e alla competitività. Oltre a migliorare il rapporto con i cittadini, la modernizzazione della pubblica amministrazione viene ritenuta fondamentale per favorire la creazione di posti di lavoro, come sottolineato nell'Analisi annuale della crescita 2014.
  Ricorda che su tale tema la Camera ha di recente approvato il disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (C. 3098), già approvato dal Senato in prima lettura), attualmente all'esame del Senato in seconda lettura. Il quarto capitolo guarda alla creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa ed oltre i suoi confini. Da questa prospettiva si sofferma sulle iniziative per lo sviluppo di una politica comune europea in materia di immigrazione, che contribuisca all'agenda dell'UE per la crescita e capace allo stesso tempo di promuovere lo sviluppo dei paesi di origine dei flussi migratori.
  In tema di migrazione, si afferma che il Governo italiano proseguirà i propri sforzi per sollecitare una più effettiva condivisione degli oneri connessi al controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea ed alla gestione dei flussi migratori. Più nello specifico è intenzione dell'Italia sostenere la piena attuazione delle conclusioni del Consiglio Giustizia e Affari Interni del 9-10 ottobre 2014, denominate «Azioni da intraprendere per migliorare la gestione dei flussi migratori», documento che si pone nel solco tracciato dai lavori della Task force Mediterranean attivata dall'Unione europea, su sollecitazione italiana, all'indomani del naufragio Pag. 46di Lampedusa dell'ottobre 2013. Le citate conclusioni sono il frutto di un'intensa attività della Presidenza italiana finalizzata ad individuare un possibile modello di risposta strutturata a situazioni di pressione, quale quella che interessa il Mediterraneo, modello che potrebbe comunque essere impiegato anche in altri scenari geografici. In tale quadro, il Governo manterrà alto il livello d'attenzione sull'operazione congiunta «Triton» promossa dall'Agenzia Frontex nel Mediterraneo centrale al fine di sorvegliare le frontiere dell'UE per contrastare l'immigrazione illegale, la tratta e il traffico degli esseri umani, senza escludere attività di soccorso di persone in pericolo, conformemente al diritto internazionale del mare. Sarà, infatti, fondamentale garantire un pieno coinvolgimento degli altri Stati membri per la riuscita dell'operazione che l'Italia ha fortemente voluto e sostenuto attraverso un'intensa attività negoziale. Contemporaneamente verrà perseguito l'obiettivo di favorire la migrazione legale. In tale prospettiva, l'Italia proseguirà, in particolare, gli sforzi mirati alla definizione della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio di alunni, tirocinio retribuito e non retribuito, volontariato e collocamento alla pari .Sempre nella prospettiva di favorire la migrazione legale e contrastare l'immigrazione illegale, l'Italia sosterrà lo sviluppo dei partenariati di mobilità con i Paesi terzi, nel quadro della più complessiva politica dell'Unione europea del cosiddetto «approccio globale» all'immigrazione. Più in generale, è convinzione del Governo che sia necessario per le strategie dell'Unione europea in tema migrazione un rafforzamento della cooperazione con i Paesi terzi soprattutto per scongiurare le partenze dei migranti illegali e migliorare gli strumenti di contrasto ai trafficanti di esseri umani.
  In tema di asilo, il Governo intende favorire l'attuazione del Sistema comune europeo d'asilo in linea con gli obiettivi indicati dalle nuove Linee guida strategiche per il settore Affari Interni, adottate dal Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014. Sempre in coerenza con le citate Linee guida strategiche, l'Italia sosterrà il rafforzamento del ruolo svolto dall'ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), con particolare riferimento all'applicazione uniforme dell'acquis. In tale quadro, l'Italia richiamerà l'attenzione degli altri Stati membri e delle Istituzioni europee sull'opportunità di valutare ulteriori progressi nel settore dell'asilo. Più specificamente verrà segnalata l'esigenza di procedere verso un meccanismo di riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di asilo, pur nella consapevolezza che tale obiettivo risulta difficilmente raggiungibile nel breve periodo, a fronte della posizione della maggioranza del Consiglio più favorevole, nell'attuale fase, all'implementazione degli strumenti normativi già esistenti che al lancio di nuove iniziative. Il Governo, inoltre, in linea con il consolidato impegno dell'Italia per la tutela dei minori non accompagnati, sosterrà la definizione del negoziato sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 604/2013 per quanto riguarda la determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata da un minore non accompagnato che non ha familiari, fratelli o parenti presenti legalmente in uno Stato membro. Ricorda, peraltro, che sulla materia della protezione internazionale la I Commissione ha appena approvato il parere sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/33/UE recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale nonché della direttiva 2013/32/UE recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale.
  In tema di sicurezza, l'impegno del Governo proseguirà nel solco tracciato durante il Semestre di Presidenza nel corso del quale è stata riservata particolare attenzione al contrasto del radicalismo, del terrorismo, della criminalità organizzata, nonché di tutti quei fenomeni Pag. 47criminali che ruotano attorno all'immigrazione illegale, come il traffico e la tratta di esseri umani. Tali priorità, assieme alla lotta al cyber-crìme, saranno sostenute dall'Italia nel quadro del percorso che condurrà all'adozione della nuova Strategia di sicurezza interna dell'Unione europea in linea con le conclusioni adottate dal Consiglio Giustizia e Affari Interni del 5 dicembre 2014. Con specifico riferimento al contrasto della criminalità organizzata, l'Italia sosterrà la valorizzazione delle conclusioni approvate durante la propria Presidenza «sul contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia legale attraverso la tracciabilità e il monitoraggio dei flussi finanziari, con particolare riferimento agli appalti pubblici». È, infatti, convinzione del Governo che il livello di complessità organizzativa e di collegamenti internazionali raggiunti in quest'ambito dalla criminalità organizzata, richieda una maggiore consapevolezza da parte dell'Unione europea, allo scopo di garantire risposte più efficaci da parte dell'autorità di law enforcement dei diversi Stati membri. In tale ottica, l'Italia sosterrà la creazione di una rete operativa europea per contrastare le organizzazioni criminali di stampo mafioso, secondo quanto indicato dalla Risoluzione del Consiglio Giustizia e Affari Interni del 5 dicembre 2014.
  Per quanto riguarda il contrasto del terrorismo, sarà obiettivo dell'Italia mantenere alta l'attenzione sul tema dei cosiddetti foreign fighter, per accrescere la consapevolezza e la conoscenza dei rischi connessi a tale fenomeno e per implementare le misure operative, a livello di Unione europea, necessarie per fronteggiare la minaccia. In coerenza con la posizione espressa sui foreign fighter, nell'agosto 2014, dal Consiglio europeo, l'Italia sosterrà le specifiche azioni dirette all'attuazione del pacchetto di 22 misure presentate nel giugno 2013 dal Coordinatore antiterrorismo dell'Unione europea. In particolare, in linea con i dibattiti svoltisi a livello di Consiglio Giustizia e Affari Interni nella seconda metà del 2014, sarà priorità del Governo, da un lato, la finalizzazione del negoziato normativo sul PINIR europeo (Passenger Nome Record), dall'altro, la migliore attuazione dei controlli alle frontiere esterne, attraverso una piena utilizzazione del Sistema SIS II, al fine di consentire un controllo mirato sulle persone che possono essere considerate come rientranti nella categoria dei foreign fighter. Tra le altre misure operative chiave per prevenire e contrastare il fenomeno dei foreign fighter, l'Italia ritiene centrale la costituzione di Squadre multinazionali ad hoc al fine di promuovere lo scambio d'informazioni su fatti e condotte che rappresentano una potenziale minaccia per due o più Stati membri e, su base volontaria, di una rete di punti di contatto nazionali specializzati in questo fenomeno. L'ultima notazione sintetica riguarda il Programma dei 18 mesi delle Presidenze del Consiglio europeo – elaborato dalle presidenze italiana, lettone e lussemburghese – il terzo dei documenti che la Commissione è chiamata a esaminare. Il presente documento fa riferimento ad un programma di lavoro in parte ormai non più attuale, essendo relativo al periodo dal luglio 2014 al dicembre 2015, comprensivo, quindi, di quello sotto la presidenza italiana già passato. Esso si articola in due parti. La prima parte contiene il quadro strategico del programma, inserito in un contesto più ampio e specificamente nella prospettiva degli obiettivi a più lungo termine che saranno perseguiti durante le tre presidenze successive. Per tale motivo, conformemente al regolamento interno del Consiglio, sono state consultate su questa sezione le future presidenze olandese, lettone e lussemburghese. La seconda parte costituisce il programma operativo che stabilisce le questioni che si prevede di trattare durante il periodo di 18 mesi. Conformemente al regolamento interno del Consiglio, questa parte è stata preparata con il presidente del Consiglio «Affari esteri» per quanto riguarda le attività di detta formazione in tale periodo e in stretta cooperazione con la Commissione e il presidente del Consiglio europeo.Pag. 48
  Per quanto concerne le parti di competenza della Commissione, rileva la parte del programma relativa gli affari interni nella quale il Consiglio afferma che verrà sviluppato lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia in piena conformità ai nuovi orientamenti strategici definiti dal Consiglio europeo nel giugno 2014. Dovrebbero essere inclusi il miglioramento e il rafforzamento della gestione integrata delle frontiere esterne nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. In questo contesto si affronteranno il rafforzamento dell'acquis di Schengen, la possibile elaborazione di nuove norme sul riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di asilo nonché l'ipotesi di creare un sistema europeo di guardie di frontiera. Data la particolare pressione esercitata sui sistemi di asilo nazionali di taluni Stati membri, il Consiglio proseguirà gli sforzi tesi a promuovere una reale solidarietà a livello europeo. Anche su questo fronte, lo sviluppo di una politica comune europea in materia di immigrazione capace di contribuire all'agenda dell'UE per la crescita e abbinata ad una strategia tesa a promuovere la crescita economica nei paesi di origine resta una priorità per il Consiglio. Sarà quindi prestata particolare attenzione all'attuazione del piano d'azione sull'immigrazione legale. Sia le politiche in materia di migrazione che la gestione delle frontiere esterne dell'UE rimarranno aspetti cruciali per il proseguimento degli sforzi intrapresi nel quadro dell’«Azione dell'UE sulle pressioni migratorie – Una risposta strategica». Al fine di garantire una risposta coerente a livello di UE alle continue pressioni migratorie, verranno esplorate le possibilità di nuove iniziative che guardino al futuro. Il Consiglio porrà particolare attenzione alla questione dei minori non accompagnati, incoraggiando lo scambio di buone prassi e valutando la possibilità di definire un approccio comune appropriato per proteggere questa categoria vulnerabile, compresi metodi di identificazione anche in relazione con le particolari esigenze di accoglienza dei minori. Proseguiranno i lavori sull'ulteriore sviluppo della politica comune dei visti, per rispondere in modo appropriato alle esigenze dell'UE e degli Stati membri. Uno degli obiettivi principali sarà esaminare e perseguire un accordo sull'imminente proposta della Commissione di rifusione del codice dei visti. Per quanto concerne la sicurezza interna, l'attuazione della strategia di sicurezza interna e il suo eventuale follow-up saranno punti centrali per il Consiglio. Inoltre, il Consiglio punterà a finalizzare la nuova base giuridica per l'Europol.
  La lotta contro il terrorismo, negli aspetti relativi alla prevenzione e alla protezione, sarà un elemento centrale dei lavori del Consiglio, in particolare per quanto riguarda le attività terroristiche condotte da attori solitari e/o micro cellule che operano in maniera imprevedibile o imprevista, ad esempio usando metodi «insidiosi». In materia di protezione civile, si fa poi presente che la nuova normativa nel dicembre 2013 mira a rafforzare l'efficacia dei sistemi di prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi naturali e antropiche all'interno e all'esterno dell'Unione, mentre in tema di diritti fondamentali e cittadinanza, nell'ambito della parte del programma relativa alla Giustizia, Il Consiglio sottolinea che il principio della libera circolazione dei cittadini dell'UE rappresenta uno dei traguardi più importanti raggiunti dall'UE, un elemento fondamentale dell'adesione all'UE nonché un'espressione della cittadinanza europea.
  In conclusione, formula una proposta di parere sui documenti in esame, da trasmettere alla XIV Commissione, che avrà il compito di riferire all'Assemblea su tali provvedimenti (vedi allegato 2).

  Laura RAVETTO (FI-PdL) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dalla relatrice.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 15.30.

Pag. 49

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 29 luglio 2015. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono i sottosegretari di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto e Sesa Amici e il sottosegretario di Stato per l'interno Domenico Manzione.

  La seduta comincia alle 15.35.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza.
C. 9 d'iniziativa popolare, C. 200 Di Lello, C. 250 Vendola, C. 273 Bressa, C. 274 Bressa, C. 349 Pes, C. 369 Zampa, C. 404 Caparini, C. 463 Bersani, C. 494 Vaccaro, C. 525 Marazziti, C. 604 Fedi, C. 606 La Marca, C. 647 Caruso, C. 707 Gozi, C. 794 Bueno, C. 836 Caruso, C. 945 Polverini, C. 1204 Sorial, C. 1269 Merlo, C. 1443 Centemero, C. 2376 Bianconi, C. 2495 Dorina Bianchi e C. 2794 Fitzgerald Nissoli.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 luglio 2015.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che la deputata Calabria, con lettera in data odierna, ha rassegnato le dimissioni da relatrice dei provvedimenti in esame.

  Marilena FABBRI (PD), relatrice, presenta una proposta di testo unificato (vedi allegato 3), facendo notare che essa, nel tenere conto delle proposte di legge abbinate, si concentra sulla questione fondamentale della tutela dell'acquisto della cittadinanza da parte dei minori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche all'articolo 9 della legge 6 luglio 2012, n. 96, concernenti la Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti.
C. 2799 Boccadutri.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 luglio 2015.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che i deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle componenti della I Commissione, con lettera indirizzata alla Presidente della Camera in data 23 luglio scorso, avevano sollevato obiezioni circa l'ammissibilità dell'emendamento 1.100 presentato dalla relatrice nel corso dell'esame in sede referente della proposta di legge in titolo.
  A tal proposito, comunica che, in data 28 luglio, la Presidente della Camera gli ha trasmesso copia della lettera da Lei inviata in risposta al deputato Nuti, nella quale la Presidente concorda con le valutazioni espresse dalla presidenza della I Commissione in merito all'ammissibilità del suddetto emendamento.
  La Presidente rileva, inoltre, che il giudizio di ammissibilità dell'emendamento prescinde da ogni considerazione in ordine ai profili di opportunità delle disposizioni in oggetto, richiamati nella lettera dai deputati del gruppo Movimento 5 Stelle.
  Ricorda poi che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 1.100 della relatrice è scaduto alle ore 16 di lunedì 27 luglio e che sono stati presentati subemendamenti (vedi allegato 4). Avverte che sono da ritenersi inammissibili per estraneità di materia i seguenti subemendamenti: Alfreider 0.1.100.15, che introduce modifiche all'articolo 12 del decreto-legge n. 149 del 2013, in materia di destinazione dei contributi volontari del due per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e Ottobre 0.1.100.16, di contenuto analogo all'articolo aggiuntivo 2.01, già dichiarato inammissibile, Pag. 50in materia di controlli sulla visualizzazione a scopo di lucro nei siti internet dei partiti politici di informazioni, immagini e video.
  Avverte infine che la deputata Mariastella Gelmini ha ritirato le proposte emendative a sua firma 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 1.6, 1.8, 1.9, 1.10 e 1.11.

  Teresa PICCIONE (PD), relatrice, invita al ritiro di tutte le proposte emendative presentate, precisando che altrimenti il parere sarebbe contrario, fatta eccezione per il subemendamento Centemero 0.1.100.11 sul quale il parere è favorevole. Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.100.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO esprime parere conforme a quello della relatrice, fatta eccezione per il subemendamento Centemero 0.1.100.11, sul quale il Governo si rimette alla Commissione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, constata l'assenza dei presentatori del subemendamento Mucci 0.1.100.1: s'intende che vi abbiano rinunciato.

  La Commissione respinge il subemendamento Nuti 0.1.100.2.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra il subemendamento Dadone 0.1.100.3, di cui è cofirmatario.

  La Commissione respinge il subemendamento Dadone 0.1.100.3.

  Emanuele COZZOLINO (M5S) illustra il subemendamento Cecconi 0.1.100.4, di cui è cofirmatario, facendo notare che l'emendamento 1.100 della relatrice mira ad un condono in favore dei partiti politici, al fine di sbloccare il finanziamento pubblico in loro favore.

  La Commissione respinge il subemendamento Cecconi 0.1.100.4.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra il suo subemendamento 0.1.100.5, facendo notare che lo scopo dell'emendamento 1.100 della relatrice è quello di superare il regime dei controlli per gli anni 2013 e 2014, al fine di sbloccare il finanziamento pubblico in favore dei partiti.

  La Commissione respinge il subemendamento Toninelli 0.1.100.5.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra il suo emendamento 0.1.100.6.

  Riccardo NUTI (M5S) ritiene che si sia di fronte ad un vero e proprio condono in favore dei partiti politici, che suscita le proteste delle opposizioni in Parlamento e dei cittadini nella società civile.

  Andrea GIORGIS (PD), nel ritenere che il finanziamento pubblico, se opportunamente regolamentato, garantisca l'autonomia politica dei poteri economici e traduca in concreto un principio di democrazia, invita il M5S ad astenersi da polemiche strumentali. Dichiara che la sua azione politica sarà improntata di qui in avanti a sostenere un ritorno al finanziamento pubblico dei partiti, ritenendo che il suo superamento sia stato un errore.

  Danilo TONINELLI (M5S), nel ricordare che i cittadini nel 1993 si sono espressi a favore del superamento del finanziamento pubblico ai partiti, ritiene paradossale che si definiscano strumentali le polemiche del suo gruppo, a fronte di un emendamento della relatrice che opera un condono in favore dei partiti. Fatto notare che tradizionalmente le risorse pubbliche in favore dei partiti sono risultate superiori alle loro spese, auspica che schieramenti come il Partito democratico, che appare esclusivamente preoccupato dai finanziamenti, segua l'esempio del M5S che interpreta la politica come missione nel perseguimento dell'interesse pubblico.

  Emanuele COZZOLINO (M5S) ritiene che il deputato Giorgis, per coerenza con il suo orientamento, dovrebbe votare a favore del subemendamento Cecconi Pag. 510.1.100.6, che va nella direzione di garantire trasparenza sui rendiconti dei partiti.

  Stefano QUARANTA (SEL) osserva che il tema del finanziamento pubblico ai partiti politici è molto serio, dato che investe il ruolo di soggetti previsti dalla Costituzione. Ricorda che il suo gruppo è stato contrario al decreto-legge di abolizione del finanziamento, anche se le proposte avanzate andavano nel senso di un'elargizione di servizi, più che di contributi. Rileva però che è proprio chi demagogicamente ha proposto l'abolizione del finanziamento, che cerca ora di farlo rientrare dalla finestra.

  Sergio BOCCADUTRI (PD) fa notare che il suo provvedimento non intende realizzare alcun condono, mirando esclusivamente a sbloccare una situazione di difficoltà – in seno al funzionamento della Commissione di garanzia – peraltro non generata dai partiti, che al contrario hanno adempiuto nei termini agli adempimenti previsti dalla legge. Ritiene paradossale che a parlare di trasparenza sia proprio un gruppo come il M5S, che non prevede uno statuto che disciplina la propria organizzazione.

  Giuseppe D'AMBROSIO (M5S) ritiene quasi paradossale continuare a parlare di finanziamento pubblico dei partiti, quando i cittadini italiani, con il referendum del 1993, lo hanno abolito. Sottolinea altresì come il finanziamento pubblico non abbia posto fine alla corruzione.
  Riguardo alle critiche al Movimento 5 Stelle, osserva che le spese elettorali sostenute da tale movimento assommano a 8 centesimi per voto e che sono stati adempiuti tutti gli obblighi di legge.
  In relazione all'accusa di mancanza di trasparenza, sottolinea numerosi episodi poco chiari che sono avvenuti nel corso delle primarie di altre forze politiche.

  Emanuele FIANO (PD) invita il deputato D'Ambrosio ad astenersi dal formulare generiche denunce, che, peraltro, andrebbero presentate nelle idonee sedi giurisdizionali, configurando, altrimenti, delle vere e proprie calunnie.

  Teresa PICCIONE (PD), relatrice, è consapevole del ruolo critico che ha assunto accettando di svolgere le funzioni di relatrice. Osserva come il testo in esame è teso a fornire risorse alla Commissione per assolvere alle sue funzioni e a rispondere così alle esigenze delle strutture territoriali dei partiti, da lei ben conosciute, avendo ricoperto la carica di tesoriere regionale del suo partito.
  Sottolinea come le norme da lei proposte non costituiscono una sanatoria, ma una deroga che non cancella le disposizioni di legge e va nel senso di semplificare il lavoro della Commissione.

  Danilo TONINELLI (M5S) dichiara che il suo gruppo è a favore di uno sblocco dei lavori della Commissione di garanzia e quindi dello spirito originario del provvedimento, manifestando contrarietà piuttosto ai commi 2,3 e 4 dell'emendamento della relatrice 1.100, che mira ad eliminare il sistema di controllo sui rendiconti dei partiti al solo fine di salvaguardarne il finanziamento pubblico. Osserva che il suo gruppo ha sempre rifiutato il finanziamento pubblico e si è battuto per la trasparenza della gestione delle risorse finanziarie, ricordando come i bilanci del M5S siano sottoposti a forme di controllo pubblico.

  Andrea CECCONI (M5S) nell'osservare come la legge che abolisce il finanziamento pubblico e la proposta di legge del collega Boccadutri provengono dalla maggioranza, rileva come nulla c'entrino con la proposta di legge le disposizioni introdotte dall'emendamento della relatrice. Non comprende, infatti, come si possano giustificare disposizioni che vanno a cancellare i controlli stabiliti dalla stessa legge sul finanziamento. Nel ricordare come il suo gruppo non partecipi al finanziamento pubblico, chiede ai deputati del Partito democratico se ritengono che tutti i partiti politici, non solo il proprio, siano in regola con i bilanci e con le norme di legge. In Pag. 52sostanza, la norma proposta dalla relatrice si giustifica solo considerandola un vero e proprio condono.

  Riccardo NUTI (M5S) nel chiedersi per quale motivo la Commissione di garanzia debba sospendere il controllo con riferimento ad un arco temporale preciso, auspica l'approvazione del subemendamento Cecconi 0.1.100.6.

  La Commissione respinge il subemendamento Cecconi 0.1.100.6.

  Emanuele COZZOLINO (M5S) sottoscrive il subemendamento Mucci 0.1.100.7.

  Riccardo NUTI (M5S) auspica l'approvazione del subemendamento Mucci 0.1.100.7.

  La Commissione respinge il subemendamento Mucci 0.1.100.7.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, constata l'assenza dei presentatori del subemendamento Mucci 0.1.100.8: s'intende che vi abbiano rinunciato.

  Emanuele COZZOLINO (M5S) illustra il suo subemendamento 0.1.100.9.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Cozzolino 0.1.100.9 e D'Ambrosio 0.1.100.10. Approva, quindi, il subemendamento Centemero 0.1.100.11 (vedi allegato 5).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, fa presente che i subemendamenti Mucci 0.1.100.12, Cecconi 0.1.100.13 e Cozzolino 0.1.100.14, si intendono preclusi a seguito dell'approvazione del subemendamento Centemero 0.1.100.11.

  Andrea CECCONI (M5S) si dichiara contrario all'emendamento 1.100 della relatrice. Ricorda la lettera scritta dai deputati del suo gruppo riguardo alla valutazione di ammissibilità di tale emendamento. Non comprende per quale ragione la Commissione non debba vigilare sugli esercizi 2013 e 2014 dei partiti.

  Riccardo NUTI (M5S) ricorda che il suo gruppo ha scritto alla Presidente della Camera sottoponendole la questione della inammissibilità di una parte dell'emendamento 1.100 della relatrice, ricevendo una risposta insoddisfacente da parte della medesima Presidente della Camera, che non ha fatto altro, a suo avviso, che ripetere le medesime valutazioni svolte dal presidente Mazziotti Di Celso. Ritiene che l'emendamento 1.100 della relatrice costituisca una vergogna giuridica da rigettare, atteso che propone un condono a favore dei partiti e del loro personale dipendente, chiedendosi per quale motivo gli altri partiti presenti in Commissione non dicano nulla al riguardo.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, non condivide quanto affermato dal collega Nuti sull'utilità di porre la questione di ammissibilità dell'emendamento 1.100 alla Presidente della Camera. Si tratta di un importante passaggio procedurale di garanzia il cui esito dovrebbe essere rispettato in ogni caso.
  Desidera svolge una breve considerazione di carattere politico sulla disposizione in questione che non modifica la sostanza dei controlli sui bilanci dei partiti, che rimane invariata.
  Mettere in condizione la Commissione di funzionare permette ai partiti di pianificare la propria attività e di assicurare le tutele previste dalla legge per i loro dipendenti.
  Riguardo alle norme sull'applicazione della cassa integrazione, si tratta di una disposizione di fatto già inserita al Senato nel corso dell'esame del decreto-legge di abrogazione del finanziamento pubblico e che andava solo chiarita con la modifica del comma 7 dell'articolo 4.
  Sottolinea, infine, che la sua posizione non è legata ad interessi di parte, data la massima trasparenza del suo partito.

  Emanuele COZZOLINO (M5S) si chiede quale sia l'urgenza che spinga la maggioranza Pag. 53a battersi per l'approvazione di tale presente proposta di legge.

  Celeste COSTANTINO (SEL) dichiara il voto contrario del suo gruppo non per una questione di merito, dato che condivide il dispositivo dell'emendamento 1.100, ma perché andava inserito in un provvedimento che ripristina il finanziamento pubblico dei partiti. Non comprende la posizione del Movimento 5 Stelle che si erge a unico depositario di valori morali.

  Emanuele FIANO (PD), dopo aver invitato il M5S ad avere maggiore rispetto per le iniziative legislative degli altri gruppi, ritiene che l'emendamento 1.100, in ossequio alle ultime novità legislative introdotte in materia, tenda esclusivamente a semplificare i lavori della Commissione di garanzia, ripristinandone la funzionalità in una delicata fase di transizione.

  Danilo TONINELLI (M5S) rileva che l'emendamento che la Commissione si appresta a votare è il primo passo verso lo sblocco del finanziamento pubblico dei partiti.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) dichiara il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sull'emendamento 1.100.

  La Commissione approva l'emendamento 1.100 della relatrice, così come modificato dall'approvazione del subemendamento Centemero 0.1.100.11 (vedi allegato 5).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 1.100 della relatrice, sono preclusi tutti i restanti emendamenti. Avverte che il testo risultante dall'approvazione degli emendamenti sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione del prescritto parere. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.55.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 29 luglio 2015.

Disposizioni in materia di conflitti di interessi.
C. 275 Bressa, C. 1059 Fraccaro, C. 1832 Civati, C. 1969 Tinagli, C. 2339 Dadone e C. 2652 Scotto.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 17.10 alle 17.30.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 29 luglio 2015. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Interviene il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 20.05.

Schema di decreto legislativo recante determinazione dei collegi elettorali della Camera dei deputati.
Atto n. 189.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), relatore, comunica che intende rassegnare le sue dimissioni da relatore poiché la proposta di parere predisposta dal relatore Di Maio, a suo avviso, si discosta dai criteri seguiti dal Governo per l'emanazione dello schema di decreto e non si occupa, come invece avrebbe dovuto, di sottolineare esclusivamente criticità evidenti del provvedimento in discussione.

  Marco DI MAIO (PD), relatore, si rammarica della decisione assunta dal collega Sisto. Illustra una proposta di parere (vedi allegato 6) con due condizioni e alcune osservazioni. Le condizioni sono tese a porre rimedio ad errori materiali riscontrati, Pag. 54mentre le osservazioni costituiscono delle indicazioni al Governo per delineare i collegi secondo una maggiore corrispondenza a criteri di omogeneità territoriale e ai criteri della delega, che sono gli unici ai quali si è attenuto.

  Danilo TONINELLI (M5S), intervenendo sul merito evidenzia che le questioni oggetto della proposta di parere erano, a suo avviso, note da tempo al relatore e non sono mai state discusse in Commissione, circostanza questa che dimostra ancora una volta come si sia strozzato il dibattito parlamentare. Si tratta, pertanto, una proposta di parere di maggioranza che non è stata in alcun modo condivisa con le opposizioni pur trattando una materia così delicata.

  Andrea CECCONI (M5S) sottolinea l'importanza cruciale dello schema di decreto legislativo in esame per le elezioni politiche. Proprio per questo esprime la sua sorpresa nel vedere citati nella proposta di parere del relatore comuni dei quali non si è mai parlato nel dibattito in Commissione. Si chiede come siano dunque giunte tali segnalazioni al relatore. Le uniche questioni che erano state poste, relative ai collegi del Veneto e della Toscana, invece, non sono state poste come osservazioni nella proposta di parere. La risposta è che sia le precedenti scelte del Governo sia le osservazioni poste dal relatore hanno una valenza squisitamente politica.

  Emanuele FIANO (PD) ritiene che la proposta di parere in discussione tenti esclusivamente di ricomporre le disomogeneità tra collegi senza occuparsi di spostamenti di singoli comuni. Nel sottolineare che il relatore propone semplici osservazioni, osserva che l'adozione del decreto legislativo sarà nella piena discrezionalità del Governo, anche alla luce di quanto delibererà la 1a Commissione del Senato sul medesimo schema di decreto in discussione. Evidenzia, infine, che non esistono trattative, scambi o complotti alla base delle scelte operate dal relatore.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, prima di dare la parola ai colleghi che hanno chiesto di intervenire, fa presente che un dibattito più compiuto potrà avvenire nella seduta di domani, prima del voto che la Commissione dovrà dare sulla proposta di parere.

  Alfredo D'ATTORRE (PD) chiede al Governo spiegazioni circa la questione relativa alla possibilità che si vengano a creare delle divergenze nei meccanismi di attribuzione dei seggi riferiti a ciascun collegio uninominale.

  Cristian INVERNIZZI (LNA), nel condividere l'osservazione riguardo ai collegi del Friuli Venezia Giulia, chiede invece al relatore spiegazioni relative al criterio della maggiore coerenza del bacino territoriale e dell'omogeneità economico – sociale posto alla base dell'osservazione riguardante l'opportunità di definire diversamente l'accorpamento dei collegi uninominali 1993 della provincia di Bergamo.

  Laura RAVETTO (FI-PdL) non condivide la scelta del relatore di presentare una proposta di parere contenente osservazioni così dettagliate a fronte di questioni che sono state oggetto di studi approfonditi da parte di una apposita Commissione tecnica e del Governo. Sottolinea, inoltre, che non condivide l'osservazione di cui alla lettera b) riferite ai collegi della provincia di Varese.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO, nel fare presente che alla questione sollevata dal deputato D'Attorre ha avuto modo di rispondere nella seduta pomeridiana nella giornata odierna, giudica interessanti le riflessioni svolte dal relatore nella sua proposta di parere e ritiene che possano essere estremamente utili al Governo. Evidenzia, inoltre, che le osservazioni formulate nella predetta proposta di parere hanno tutte carattere generale eccezion Pag. 55fatta per quella relativa al comune di San Colombano al Lambro.

  Marco DI MAIO (PD), relatore, osserva che la sua proposta di parere si è limitata ad attenersi ai criteri contenuti nella norma di delega, senza entrare in questioni specifiche riguardanti spostamenti di comuni da un collegio ad un altro.

  Laura RAVETTO (FI-PdL) chiede al relatore di fornire spiegazioni circa la necessità di garantire l'omogeneità economico-sociale alla base delle osservazioni formulate nella sua proposta di parere con riferimento ai collegi della provincia di Varese.

  Cristian INVERNIZZI (LNA) ribadisce la sua richiesta al relatore di conoscere le spiegazioni relative al criterio della maggiore coerenza del bacino territoriale e dell'omogeneità economico – sociale posto alla base dell'osservazione riguardante l'opportunità di definire diversamente l'accorpamento dei collegi uninominali del 1993 della provincia di Bergamo. Al riguardo segnala che nel Governo milita un Ministro di Bergamo che, a suo avviso, avrebbe potuto dare adeguate spiegazioni sul punto.

  Riccardo NUTI (M5S), nell'auspicare una risposta del relatore alle molte sollecitazioni provenienti dal dibattito, fa presente che secondo alcune indiscrezioni di stampa la condizione relativa ai collegi della circoscrizione Sicilia potrebbe favorire l'elezione di specifiche persone. Ritiene, infine, che il relatore con la sua proposta di parere abbia chiaramente cercato di disegnare nuovamente i collegi.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO, replicando al collega Invernizzi, fa presente che il Ministro Martina, nato a Bergamo, avrebbe potuto formulare le sue osservazioni nell'ambito nella seduta in cui il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto in discussione.

  Andrea CECCONI (M5S) propone al relatore di riformulare la sua proposta di parere integrandola con due condizioni, la prima finalizzata a portare il comune di Montebelluna dal collegio Veneto 3 a quello Veneto 1 e parallelamente il comune di Conegliano al collegio Veneto 3; la seconda tesa a creare un unico collegio Toscana 3 che ricomprenda l'intera provincia di Firenze. Ritiene, inoltre, che andrebbe valutata la possibilità di estendere l'osservazione di cui alla lettera d) relativa all’enclave del comune di San Colombano al Lambro a tutte le enclave presenti sul territorio nazionale. Chiede se gli uffici della Camera possano predisporre una simulazione basata sulla proposta di parere presentata dal relatore.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nel ritenere troppo stretti i tempi per poter predisporre la simulazione richiesta dal collega Cecconi, evidenzia peraltro che tale simulazione non sarebbe tecnicamente possibile poiché la proposta di parere del relatore non contiene una puntuale ridefinizione dei collegi.

  Laura RAVETTO (FI-PdL) ribadisce la sua richiesta di chiarimenti in ordine alla osservazione di cui alla lettera b) relativa ai collegi della provincia di Varese.

  Marco DI MAIO (PD), relatore, ribadisce che la sua proposta di parere non ha inteso in alcun modo entrare nei dettagli degli spostamenti di comuni da un collegio ad un altro, ma si è limitata a verificare le realtà comunali che hanno relazioni con comuni ubicati in altri collegi, invitando il Governo a valutare l'opportunità di operare diverse definizioni dei medesimi collegi alla luce di ragioni geografiche e demografiche, sempre limitandosi, tuttavia, a riflessioni di carattere generale e mai specifiche. Nel segnalare che valuterà le proposte avanzate dal collega Cecconi, evidenzia che l’enclave di Arezzo non può essere toccata, poiché si trova in una diversa circoscrizione mentre, approfondirà le questioni relative ai collegi elettorali della circoscrizione Sicilia. Quanto Pag. 56alla osservazione relativa all’enclave di San Colombano al Lambro, evidenzia che la stessa si giustifica in virtù delle citate ragioni geografiche.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 21.15.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 29 luglio 2015. — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 21.15.

DL 99/2015: Disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED.
Emendamenti C. 3249 Governo, approvato dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Alessandro NACCARATO, presidente e relatore, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta termina alle 21.20.

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