CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 4 giugno 2015
457.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 9 GIUGNO 2015

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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Giovedì 4 giugno 2015. — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 13.50.

DL 51/2015: Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali.
C. 3104 Governo.

(Parere alla XIII Commissione).
(Esame e rinvio).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

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  Matteo RICHETTI (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere alla XIII Commissione (Agricoltura) il prescritto parere, per i profili di competenza, sul decreto-legge n. 51 del 2015 (C. 3104), che – come esplicitato nella relazione introduttiva – introduce disposizioni volte a far fronte a situazioni di crisi riscontrate in alcuni comparti produttivi del settore agricolo, dovute a cambiamenti nel regime di produzione, come nel caso del settore lattiero-caseario, chiamato dall'anno in corso ad affrontare la concorrenza in un regime ormai totalmente liberalizzato per la fine del sistema delle quote di contingentamento della produzione, o al verificarsi di calamità o fitopatie che hanno particolarmente condizionato la redditività di un comparto, come quello di produzione dell'olio d'oliva.
  Entrando nel merito del contenuto, rileva che l'articolo 1 del decreto-legge in esame – che si compone di sette articoli – prevede la possibilità per i produttori di pagare in tre rate annuali senza interessi il prelievo dovuto a causa dell'eccedenza di latte prodotto nell'ultima campagna lattiero-casearia di applicazione del regime delle quote-latte (1o aprile 2014-31 marzo 2015).
  L'articolo 2 contiene una serie di disposizioni volte a garantire un ordinato superamento del regime delle quote latte nonché il rispetto di corrette relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari.
  L'articolo 3 introduce una nuova disciplina delle organizzazioni interprofessionali (OI).
  In particolare, il comma 1 prevede che può essere riconosciuta un'organizzazione interprofessionale nel settore lattiero-caseario qualora rappresenti una quota dell'attività economica pari ad almeno il 20 per cento. Il comma 2 stabilisce che il riconoscimento avviene con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il comma 3 autorizza le organizzazioni interprofessionali a richiedere contributi obbligatori per lo svolgimento dei propri fini istituzionali, mentre il comma 4 prevede che, secondo quanto disposto dal nuovo regolamento europeo n. 1308 del 2013, è possibile richiedere, per un periodo limitato, che le regole adottate dall'OI siano estese anche ai non iscritti. Il comma 5 dispone che, per concedere l'applicabilità erga omnes delle regole adottate dalle OI, i requisiti di rappresentatività devono essere dimostrati dall'organizzazione richiedente.
  Il comma 6 stabilisce il regime sanzionatorio; il comma 7 estende le disposizioni di cui ai commi precedenti anche alle organizzazioni interprofessionali costituite negli altri settori (cereali, riso, zucchero, foraggi essiccati, sementi, luppolo, olio di oliva e olive da tavola, eccetera), mentre il comma 8 dispone che, nel caso in cui successivamente al riconoscimento un'altra OI dimostri di avere una rappresentatività maggiore rispetto all'organizzazione precedentemente autorizzata, si procede alla revoca della precedente ed al riconoscimento di quella maggiormente rappresentativa.
  L'articolo 4 istituisce il Fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario, attribuendogli una dotazione di 4 milioni di euro per il 2015 ed 8 milioni di euro per gli anni 2016 e 2017.
  L'articolo 5 autorizza le aziende agricole, colpite da eventi alluvionali nel 2014 e fino alla data di emanazione del decreto in esame, e non coperte da polizze assicurative agevolate, a richiedere i contributi compensativi di sostegno a carico del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura. Per gli interventi a favore delle imprese danneggiate dalla diffusione del batterio della Xylella fastidiosa la dotazione del Fondo di solidarietà viene incrementata di 1 milione di euro per il 2015 e di 10 milioni di euro per il 2016.
  L'articolo 6 sopprime la gestione commissariale delle attività ex Agensud e trasferisce le relative funzioni, con particolare riguardo alle gestione dei servizi idrici, ai Dipartimenti e alle Direzioni del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali competenti.
  Sotto il profilo del rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, Pag. 17rileva che la materia «agricoltura» rientra nell'ambito della competenza residuale delle regioni (articolo 117, quarto comma, della Costituzione). Peraltro, va tenuto presente che, secondo la giurisprudenza costituzionale, alcune questioni, seppur riguardanti il comparto agricolo, possono avere attinenza a materie ed interessi rientranti nella competenza esclusiva dello Stato (si pensi, ad esempio, alla materia «ordinamento civile e penale», nella parte che riguarda le qualificazioni civilistiche dell'imprenditore agricolo e delle sanzioni in materia agroalimentare, nonché alla materia «tutela dell'ambiente», ormai strettamente legata all'attività svolta dalle imprese agricole). La legislazione in materia agricola può, inoltre, interessare la competenza concorrente tra lo Stato e le regioni nel caso in cui vengano in rilievo questioni legate alla ricerca scientifica e tecnologica, e alla tutela della salute e dell'alimentazione. In questo caso, la Corte costituzionale ha ritenuto doversi comunque applicare nella configurazione della norma il «principio di leale collaborazione» che richiede, comunque, un coinvolgimento delle regioni nella definizione della stessa normativa.

  Alessandro NACCARATO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 4 giugno 2015.

Nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/29/UE concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di articoli pirotecnici (Atto Governo n. 160).
Audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Imprese Spettacoli Pirotecnici e dell'Associazione Pirotecnica Italiana, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/29/UE concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di articoli pirotecnici.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 4 giugno 2015. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO. — Intervengono il viceministro dell'interno, Filippo Bubbico, e il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.20.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/29/UE concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di articoli pirotecnici.
Atto n. 160.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 maggio.

  Maria Tindara GULLO (PD), relatrice, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Francesco Paolo SISTO, presidente, dispone una breve sospensione della seduta, in attesa dei rilievi della Commissione bilancio.

  La seduta, sospesa alle 14.30, riprende alle 15.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, avverte che sono pervenuti i rilievi della Commissione bilancio.

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  Maria Tindara GULLO (PD), relatrice, integra la sua proposta di parere, prendendo atto nelle premesse dei rilievi formulati dalla Commissione bilancio (vedi allegato 2).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice, come da ultimo riformulata.

  La seduta termina alle 15.05.

COMITATO RISTRETTO

  Giovedì 4 giugno 2015.

Disposizioni in materia di conflitti di interessi.
C. 275 Bressa, C. 1059 Fraccaro, C. 1832 Civati, C. 1969 Tinagli, C. 2339 Dadone e C. 2652 Scotto.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.30 alle 15.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 4 giugno 2015. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO, indi del vicepresidente Danilo TONINELLI. — Intervengono il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, e il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 15.05.

Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
C. 3098 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 maggio 2015.

  Francesco Paolo SISTO, presidente ricorda che nella riunione di ieri dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è convenuto di concludere nella seduta odierna l'esame preliminare del provvedimento e di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti a lunedì 8 giugno alle ore 15.

  Giuseppe LAURICELLA (PD), soffermandosi anzitutto sulle modalità di organizzazione dell'esame del provvedimento, rileva una eccessiva ristrettezza dei tempi, che, a suo avviso, potrebbe nuocere ad un adeguato approfondimento di un testo che definisce fondamentale; auspica, pertanto, che sia quantomeno concesso ai gruppi un termine più ampio in vista della presentazione degli emendamenti. Passando al merito delle questioni, giudica necessario affrontare il tema della responsabilità nell'ambito del procedimento amministrativo, a suo avviso non contemplato dal provvedimento, prevedendo forme di reazione automatiche – indipendenti dalla volontà del cittadino privato di esperire la propria azione di tutela – nei casi di inerzia o atti illegittimi della pubblica amministrazione, ad esempio attraverso la previsione di sanzioni disciplinari nei confronti del dirigente responsabile. Ritiene che una simile disposizione possa andare nel senso di un miglioramento dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, valorizzando i principi di efficienza e buon andamento dell'azione amministrativa.
  Soffermandosi sulla disciplina del silenzio assenso e della segnalazione certificata di inizio attività, fa notare che le norme in esame mantengono in capo alla pubblica amministrazione poteri di autotutela ancora troppo ampi, esercitabili per motivi sopravvenuti in qualsiasi momento; paventa quindi il rischio che ciò possa contrastare con la finalità dichiarata del provvedimento di rendere più celere l'azione amministrativa e di dare certezza all'attività dei cittadini privati.
  Si chiede poi se non sia il caso di reintrodurre un controllo preventivo eventuale di legittimità sugli atti, prendendo a modello il sistema di verifica applicato in passato Pag. 19nell'ambito del Comitato regionale di controllo, al fine di ridurre il contenzioso amministrativo e alleggerire il lavoro della Corte dei conti. Fatto presente che il provvedimento non reca disposizioni in materia di autorità indipendenti, rileva poi la necessità di apportare modifiche all'articolo 9, comma 1, lettera b), numero 4, al fine di salvaguardare la posizione dei vincitori di procedure concorsuali già avviate alla data di entrata in vigore della presente legge, facendo notare che questi ultimi, secondo l'attuale formulazione del testo, sarebbero impossibilitati a confluire nel ruolo unico, non possedendo il requisito dei due anni di esercizio effettivo delle funzioni richiesto dalla norma. Rivendicando, infine, il ruolo di indirizzo del Parlamento nei confronti del Governo, auspica che, in sede di attuazione delle norme di delega, le Commissioni di Camera e Senato siano messe nelle condizioni di valutare con attenzione la conformità degli interventi ai principi e criteri fissati dalla legge, attraverso l'espressione di un parere che sia sostanzialmente vincolante e in grado di ricondurre eventualmente il rapporto tra delegante e delegato entro i confini definiti dalla Costituzione.

  Ernesto CARBONE (PD) relatore, data la complessità del provvedimento, denotata anche dall'ampiezza degli interventi in discussione generale, propone di spostare il termine per la presentazione degli emendamenti a martedì 9 giugno alle ore 15.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, ritiene che, in assenza di obiezioni, la richiesta possa ritenersi accolta.

  Mara MUCCI (Misto-AL) ricorda che quello in esame è un provvedimento corposo e che riguarda temi quali il ruolo della burocrazia e l'efficienza della pubblica amministrazione dove è in gioco la competitività del nostro Paese. Passa ad esaminare nel dettaglio alcuni punti critici del disegno di legge.
  Per quello che riguarda la dirigenza, sottolinea il paradosso che si viene a creare con l'istituzione degli organi statali, regionali e locali che andranno a sostituire l'ANAC nel compito di valutazione dei dirigenti, oltre che del controllo degli appalti. Il paradosso consiste nel fatto che non è chiaro come i criteri di efficienza ed economicità, che dovrebbero essere esclusivi nella valutazione di un dirigente, potrebbero essere applicati in un rapporto fiduciario che lega il dirigente stesso all'amministratore politico, il quale ha il potere di interrompere tale rapporto. Oltretutto il dirigente, legato ad obiettivi fissati da altri, può non conseguire i risultati ai quali andrebbero applicati, ai fini di una corretta valutazione, i criteri di efficienza ed economicità. In sostanza non risultano chiari i criteri di valutazione e il ruolo stesso di controllore di una commissione esterna che rischia di essere inutile, oltre che superflua, dato che il ruolo che le si vuole attribuire è già svolto egregiamente dall'ANAC:
  Riguardo ai segretari comunali, osserva che il loro ruolo era già stato snaturato con il lasciare la scelta dell'attribuzione dell'incarico in mano al sindaco e, quindi, in quest'ottica ritiene corretta la soppressione del ruolo medesimo.
  Ricorda che l'articolo 1, comma 7, della legge n. 190 del 2012 stabilisce che negli enti locali il responsabile della prevenzione della corruzione, individuato dall'organo di indirizzo politico, è, di norma, il segretario comunale. Osserva, quindi, che tale incarico sarà attribuito a un dirigente apicale, cosa che non crea problemi per i grandi comuni, ma potrebbe creare difficoltà in piccoli comuni che devono associarsi e individuare un unico referente.
  Concorda sulla previsione che il ruolo di dirigente sia slegato dalla certezza di mantenere comunque il proprio incarico, come è allo stato attuale. Ribadisce, però, che questa situazione di precariato è legata al conseguimento di risultati che non dipendono dal dirigente, ma dal referente politico.
  Indica, infine, un rischio che si corre nel rivoluzionare radicalmente, come fa il disegno di legge, la disciplina del silenzio-assenso nel senso di consentire al privato di operare in mancanza di diniego da Pag. 20parte della pubblica amministrazione. A suo avviso, a causa della carenza di personale, si potrebbero avere dei ritardi con conseguenti abusi anche in settori rilevanti per i cittadini.

  Marilena FABBRI (PD) evidenzia come il provvedimento in esame affronti i temi più rilevanti in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, ponendosi obiettivi importanti quali la semplificazione, il riordino degli atti autorizzatori e concessori nonché quello della dirigenza.
  Ritiene che particolare rilievo assumano, nell'ambito del riordino della dirigenza, determinati profili quali le modalità di accesso, di formazione e di valutazione dei dirigenti. A questo proposito, segnala che in materia di valutazione sono stati già compiuti passi significativi, tanto che lo stipendio accessorio che percepiscono i dirigenti è legato ai risultati della rispettiva attività.
  Fa presente, inoltre, l'importanza dell'aver previsto strumenti omogenei sull'intero territorio nazionale per quanto riguarda la selezione della classe dirigente, oltre alla mobilità dei dirigenti tra livello locale, regionale e statale. Tuttavia, pur ritenendo condivisibile il criterio generale della mobilità e della trasversalità, reputa opportuno che siano previste comunque delle norme volte alla salvaguardia e alla valorizzazione delle competenze specifiche, come è emerso anche dalle audizioni che hanno avuto luogo presso la I Commissione.
  Nell'ambito di una valutazione complessivamente positiva del provvedimento in oggetto, evidenzia, quindi, alcuni dubbi, auspicando che essi vengano chiariti nel seguito dell’iter parlamentare, attraverso l'attività emendativa. Al riguardo, si domanda se sia opportuno prevedere l'obbligo di mantenere la figura del dirigente apicale nei comuni con popolazione superiore a centomila abitanti, che rischia di sovrapporsi al ruolo del direttore generale.
  Fa presente, altresì, che, venendo meno il segretario comunale, scompare la funzione rogante dei contratti in cui è parte la pubblica amministrazione.
  Si domanda, inoltre, se il percorso di formazione previsto ai fini dell'accesso alla carriera dirigenziale sia eccessivamente lungo. A questo proposito, rileva come, a suo avviso, l'intero impianto della riforma si basi sull'esperienza ministeriale, mentre a livello regionale e locale sono previsti percorsi più celeri.

  Danilo TONINELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, nel dichiarare concluso l'esame preliminare, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti al provvedimento in titolo è fissato alle ore 15 di martedì 9 giugno.

  La seduta termina alle 16.

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