CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 marzo 2015
400.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 123

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 4 marzo 2015. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 14.40.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/31/UE che modifica la direttiva 92/65/CEE per quanto riguarda le norme sanitarie che disciplinano gli scambi e le importazioni nell'Unione di cani, gatti e furetti.
Atto n. 145.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere entro il 24 marzo prossimo il parere di competenza al Governo sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/31/UE che modifica la direttiva 92/65/CEE per quanto riguarda le norme sanitarie che disciplinano gli scambi e le importazioni nell'Unione di cani, gatti e furetti (Atto n. 145). Al parere della XII Commissione dovranno essere allegati anche i rilievi espressi dalla V Commissione (Bilancio) sulle conseguenze di carattere finanziario, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento.
  Fa presente, poi, che la Presidente della Camera, avuto riguardo al termine stabilito per l'esercizio della delega e considerato quanto previsto dall'articolo 31, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, per la proroga del medesimo, ha proceduto all'assegnazione del provvedimento alla Commissione, sebbene tale atto Pag. 124non sia corredato dal prescritto parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
  Tuttavia la Presidente della Camera richiama la Commissione a non pronunciarsi definitivamente sullo schema di decreto legislativo, prima che il Governo abbia provveduto a integrare la richiesta di parere nel senso indicato.
  Dà, pertanto, la parola al relatore, on. Amato, per la relazione introduttiva.

  Maria AMATO (PD), relatore, ricorda che la direttiva oggetto di recepimento è diretta a modificare una precedente direttiva (92/65/UEE), n. 633/1996, contenente norme sanitarie per gli scambi e le importazioni comunitarie di animali, sperma, ovuli ed embrioni non sottoposti, per la polizia sanitaria alla legislazione veterinaria e per gli scambi intracomunitari di animali di specie bovina, suina, equina, ovina e caprina, di pollame e uova da cova, di animali e prodotti dell'acquicoltura, di sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano e per la protezione di animali durante il trasporto.
  Fa presente che nella predetta direttiva i requisiti da rispettare negli scambi di gatti, cani e furetti (articolo 10) erano contenuti nel regolamento (CE) n. 998/2003 del Parlamento europeo relativo alle condizioni di polizia sanitaria applicabili ai movimenti a carattere non commerciale di animali da compagnia di recente abrogato e sostituito dal regolamento (UE) n. 576/2013 sui movimenti a carattere non commerciale di animali da compagnia (nel cui ambito rientrano per l'appunto cani, gatti e furetti), a far data dal 29 dicembre 2014; pertanto si è resa necessaria l'adozione della direttiva 2013/31/UE da attuare con lo schema di decreto legislativo in esame che consta di due articoli.
  Rileva, poi, che lo schema di decreto all'articolo 1 apporta modifiche al dlgs n. 633 del 1996 di attuazione della direttiva 92/65/UEE: introduce all'articolo 2, comma 1, le definizioni di «veterinario ufficiale», vale a dire qualsiasi veterinario designato dall'autorità competente (il Ministero della sanità ovvero quelle individuate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 614 del 1980 per quanto riguarda gli uffici di frontiera e di confine), e di «veterinario autorizzato», veterinario libero professionista con autorizzazione rilasciata da un organismo competente (in genere l'ASL) in merito alle specifiche attività previste dal predetto regolamento UE inerenti, tra l'altro, i controlli di polizia sanitaria per movimenti non commerciali di animali da compagnia e il passaporto di ogni animale.
  Fa presente, poi, che per i controlli sanitari sugli animali in provenienza dai Paesi membri, l'autorità competente è il Ministero della salute, che opera attraverso gli UVAC (Uffici periferici veterinari per gli adempimenti comunitari), i quali, a loro volta, possono delegare l'attività di controllo ai servizi veterinari delle ASL territorialmente competenti a svolgere attività di vigilanza sanitaria (articolo 14, co. 3, lett. p) della L. n. 833 del 1978 che ha istituito il SSN.
  Per quanto riguarda invece i controlli sanitari sugli animali vivi importati da Paesi terzi, ricorda che ’autorità competente è il Ministero della salute che opera, attraverso i veterinari ufficiali del proprio ufficio periferico situato, per il controllo degli animali, nelle immediate vicinanze della frontiera esterna del territorio comunitario, o, per il controllo dei prodotti anche in prossimità della frontiera stessa (Posto di Ispezione Frontaliero).
  L'articolo 1 dello schema di decreto in esame apporta un'altra modifica, sostituendo all'articolo 10, comma 2, le disposizioni sulle condizioni da rispettare affinché cani, gatti e furetti possano essere oggetto di scambi.
  In particolare, le nuove condizioni richiedono espressa marcatura (tramite trasponditore, un microtrasmettitore di dati identificativi in radiofrequenza, ovvero mediante applicazione di un tatuaggio chiaramente leggibile), vaccinazione antirabbica in base ai requisiti di cui all'allegato III del medesimo regolamento, conformità alle misure sanitarie preventive o infezioni diverse dalla rabbia e documento Pag. 125di identificazione individuale; che gli animali siano sottoposti all'esame clinico nelle 48 ore precedenti la loro spedizione, eseguito a cura del veterinario abilitato dall'autorità competente.
  Fa presente che l'esperienza acquisita dall'applicazione della direttiva 92/65/CEE ha inoltre dimostrato che, nella maggior parte dei casi, è impossibile sottoporre un animale ad un esame clinico 24 ore prima della sua spedizione. Pertanto la direttiva 2013/31/UE ha considerato opportuna l'estensione a 48 ore del termine già stabilito nella direttiva 92/65/CEE, conformemente alla raccomandazione dell'organizzazione mondiale per la salute animale (UIE).
  Ricorda, quindi, che gli animali siano muniti di un certificato sanitario firmato da un veterinario ufficiale che soddisfi due requisiti: 1) che tale certificato sia conforme al modello del certificato sanitario; 2) e che attesti che il veterinario autorizzato abbia documentato, nella sezione pertinente del passaporto di ciascun animale – che dall'esame clinico, risulti che gli animali erano nelle condizioni di affrontare il viaggio per il loro trasporto, in base a quanto previsto dal regolamento (CE).
  Altra modifica riguarda l'abrogazione del comma 3 dell'articolo 10, con l'effetto di eliminare la possibilità di introdurre cani, gatti e furetti in Italia di età inferiore ai 3 mesi.
  Fa presente che le case produttrici di vaccini raccomandano di non vaccinare animali con età inferiore ai 12 mesi.
  Altra modifica riguarda il comma 1 dell'articolo 17, aggiungendo a tale articolo il comma 2, che fa diretto rinvio ad alcune delle condizioni sanitarie per l'importazione di cani, gatti e furetti contenute al richiamato regolamento (UE) n. 576/2013 (identificazione, certificazione, accertamento di salute, vaccinazioni e titoli anticorpali) l'articolo 2, riporta la clausola di invarianza finanziaria.
  Fa presente, infine, che la direttiva 2013/31/UE prevedeva come termine di recepimento il 28 dicembre 2014. Nel contenuto lo schema di decreto appare compatibile con la normativa comunitaria.
  Al riguardo, la Commissione europea, il 28 gennaio 2015, ha deciso l'apertura contro l'Italia della procedura di infrazione n. 2015/0065 per il mancato recepimento della presente direttiva nei termini indicati (28 dicembre 2014).

  Pierpaolo VARGIU, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 4 marzo 2015. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luigi BOBBA.

  La seduta comincia alle 14.50.

Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale.
C. 2617 Governo, C. 2071 Maestri, C. 2095 Bobba e C. 2791 Capone.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 marzo 2015.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che la Commissione prosegue l'esame degli emendamenti presentati al disegno di legge C. 2617 Governo, recante «Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale».
  Nella seduta odierna si proseguirà l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4 del disegno di legge.
  Ricorda, altresì, che nella seduta di ieri la relatrice Lenzi e il rappresentante del Governo hanno espresso i pareri fino all'emendamento 4.47.
  Chiede pertanto alla relatrice se intende proseguire con l'espressione dei pareri Pag. 126o con la votazione degli emendamenti su cui sono già stati espressi i pareri.

  Donata LENZI (PD), relatore, ritiene preferibile procedere alla votazione degli emendamenti su cui è stato espresso il parere nella seduta precedente.

  La Commissione procede all'esame degli emendamenti relativi all'articolo 4.
  La Commissione respinge l'emendamento Grillo 4.34.

  Matteo MANTERO (M5S) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Dall'Osso 4.35, sottolineando l'opportunità di prevedere un riferimento esplicito al decreto legislativo n. 155 del 2006.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Dall'Osso 4.35 e Di Vita 4.36.

  Paolo BENI (PD) manifesta disponibilità ad accettare sostanzialmente la riformulazione dell'emendamento 4.13 a sua prima firma proposta dalla relatrice, esprimendo qualche riserva sui termini adottati.

  Il sottosegretario Luigi BOBBA suggerisce l'utilizzo del verbo «destinare» anziché «utilizzare» in relazione agli utili delle imprese sociali.

  Donata LENZI (PD), relatore, propone di riformulare l'emendamento Beni 4.13 nel senso suggerito dal sottosegretario Bobba.

  Paolo BENI (PD) accetta la riformulazione proposta dalla relatrice.

  Marisa NICCHI (SEL) preannuncia un voto contrario sull'emendamento 4.13, come riformulato, esprimendo contrarietà alla previsione che gli utili delle imprese sociali non siano destinati integralmente al raggiungimento di obiettivi sociali.

  Giulia GRILLO (M5S) preannuncia un voto contrario sull'emendamento 4.13, come riformulato, evidenziando che la formulazione originaria prevede l'utilizzo di tutti gli utili per il raggiungimento di obiettivi sociali. Riconosce, in ogni caso, che si registra un miglioramento rispetto al testo iniziale del provvedimento.

  La Commissione approva l'emendamento Beni 4.13 come riformulato (vedi allegato).

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che con l'approvazione dell'emendamento 4.13, interamente sostitutivo della lettera a), risultano preclusi gli emendamenti 4.27, 4.24, 4.37, 4.38, 4.39, 4.40, 4.26, gli identici 4.3 e 4.23, gli identici 4.29 e 4.82, 4.43 4.11, 4.41 e 4.77 che pertanto non saranno posti in votazione. Avverte, altresì, che l'emendamento Silvia Giordano 4.44 risulta assorbito dalla riformulazione dell'emendamento 4.13.

  Giulia GRILLO (M5S) chiede chiarimenti sull'ordine di votazione degli emendamenti che ha determinato la preclusione.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, fornisce i chiarimenti richiesti dalla collega Grillo, precisando che la preclusione deriva dal fatto che gli emendamenti interamente sostitutivi di una lettera sono sempre posti in votazioni prima delle proposte di modifica parziale.

  Matteo MANTERO (M5S) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Silvia Giordano 4.45 con cui si intende rafforzare i controlli dell'Antitrust sulle imprese sociali alla luce dell'intenzione di prevedere per tali imprese la possibilità di distribuire gli utili. Sottolinea, al riguardo, il forte rischio che si determinino situazioni di concorrenza sleale.

  Donata LENZI (PD), relatore, nel ricordare che il complesso del provvedimento prevede numerosi strumenti di controllo, osserva che l'Antitrust non possiede la strumentazione adeguata per valutare l'impatto sociale dell'attività delle imprese sociali.

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  Giulia GRILLO (M5S) ricorda che il suo gruppo ha sollecitato nei mesi scorsi un parere dell'Antitrust e che la risposta ricevuta ha confermato i rischi di concorrenza sleale conseguenti alla distribuzione degli utili da parte delle imprese sociali. Invita la relatrice e del rappresentante del Governo ad esprimersi sui rilievi contenuti in tale parere.

  Matteo MANTERO (M5S) rileva che se viene meno il divieto di distribuire gli utili, l'unico elemento che caratterizza l'impresa sociale è l'impatto sociale del suo operato, che l'Antitrust deve poter valutare per individuare le situazioni di concorrenza sleale.

  Paola BINETTI (AP) richiama l'attenzione dei colleghi sull'importanza che l'impatto sociale dell'attività di impresa sia chiaramente individuabile e che rappresenti un interesse concreto per la società. Richiama, a titolo esemplificativo, il ruolo fondamentale che può svolgere la formazione professionale.

  Ileana ARGENTIN (PD) concorda con la relatrice sull'inopportunità di affidare all'Antitrust la valutazione dell'impatto sociale dell'attività delle imprese sociali, che potrebbe casomai essere affidata ad un organismo con compiti specifici in tal senso. Dichiara di non comprendere le ragioni di quella che appare come un'ostilità a priori verso l'eventuale successo economico delle imprese sociali, ricordando che occorre garantire pari opportunità a chi si trova in situazione di svantaggio.
  Condivide il giudizio fortemente negativo in relazione ai numerosi comportamenti illeciti venuti alla luce, ma sottolinea che nel complesso il Terzo settore è virtuoso e che non va demonizzata la possibilità per le imprese di avere un patrimonio congruo per poter esercitare un'azione che può contribuire ad assicurare il diritto all'uguaglianza per tutti i cittadini.

  Giulia DI VITA (M5S) sottolinea che la finalità di garantire pari opportunità a tutti i soggetti non può giustificare una concorrenza sleale che danneggia le imprese tradizionali. Nel ricordare che i controlli dell'Antitrust non sono svolti in maniera automatica, esprime un giudizio fortemente critico sull'atteggiamento ostruzionistico rispetto a questi temi tenuto dalla maggioranza presso la X Commissione.

  Silvia GIORDANO (M5S) evidenzia che appare fondamentale un'ampia discussione in sede parlamentare alla luce della rilevanza del tema dei rapporti tra mondo no profit e attività imprenditoriale, soprattutto in considerazione dell'utilizzo di uno strumento inadeguato come la delega legislativa. Rileva che frequentemente la relatrice tende a rinviare l'esame dei temi sollevati dal suo gruppo sostenendo l'opportunità di trattarli in collegamento con altre parte del provvedimento, osservando che l'esame degli articoli appare ormai molto avanzato. Ribadisce che il nodo fondamentale da affrontare è quello di avere regole chiare, strumenti di controllo efficaci e relative sanzioni. Solo in tal modo si possono distinguere con efficacia i numerosi soggetti che si comportano in correttamente da coloro che compiono azioni illecite. Conclude sottolineando ancora una volta l'assoluta contrarietà alla prevista facoltà di distribuire utili per le imprese sociali.

  La Commissione respinge l'emendamento Silvia Giordano 4.45.

  Matteo MANTERO (M5S) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Lorefice 4.46 che mira a porre un limite alla distribuzione degli utili per le imprese sociali, richiamando anche la normativa europea.

  Giulia GRILLO (M5S) sottolinea nuovamente che il suo gruppo non può accettare nella maniera più assoluta la distribuzione degli utili per le imprese sociali che rappresenta una violazione dei principi del no profit. Rileva l'illogicità di tale previsione ed osserva che nel corso del Pag. 128dibattito non è stato fornito alcun elemento concreto sulle ragioni di tale scelta.
  Ritiene che i profitti delle imprese sociali determineranno inevitabilmente una riduzione della qualità delle prestazioni erogate ai cittadini, in un contesto che vede una continua riduzione della spesa sociale e sanitaria. Sottolinea in proposito che negli Stati dell'Europa del Sud si sta di fatto eludendo il principio dell'universalità delle cure. Conclude ribadendo la necessità di un ampio dibattito all'interno della Commissione affinché il necessario riordino del Terzo settore sia affrontato in maniera adeguata.

  Donata LENZI (PD) fa notare che la Commissione sta sicuramente svolgendo un lavoro approfondito e che non vi è nessuna compressione dei tempi del dibattito. Osserva che la norma europea richiamata dall'emendamento 4.46 presenta forti analogie con quanto previsto dalla successiva lettera d) dell'articolo 4. Propone pertanto una riformulazione di tale emendamento come aggiuntivo a tale lettera.

  Anna Margherita MIOTTO (PD) ricorda alla collega Grillo che con la normativa vigente possono partecipare alle gare di appalto nel settore sanitario sia imprese profit che no profit. Rileva che il Sistema sanitario italiano si basa sulla libertà della domanda e non certo dell'offerta e che permane un forte sistema di controllo pubblico a tutela dei pazienti.

  Giulia GRILLO (M5S) accetta, in qualità di cofirmataria, la riformulazione dell'emendamento 4.46 proposta dalla relatrice al fine di riferirlo alla lettera d). Preannuncia la predisposizione di una richiesta di dati ed informazioni al Governo, ai sensi dell'articolo 79, comma 5, del Regolamento, volta ad acquisire elementi numerici sulla partecipazione degli enti no profit alle gare di appalto nel settori socio-assistenziale e sanitario.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che in seguito alla riformulazione l'emendamento 4.46 sarà votato dopo l'emendamento 4.60. Avverte, altresì, che la preannunciata richiesta di dati ed informazioni al Governo, ai sensi dell'articolo 79, comma 5, del Regolamento, qualora sottoscritta dal prescritto numero dei componenti, sarà sottoposta all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, anche al fine dell'indicazione del termine entro il quale il Governo deve rispondere.

  La Commissione approva l'emendamento Lorefice 4.48 (vedi allegato).

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che con l'approvazione dell'emendamento 4.48, interamente sostitutivo della lettera b), risultano preclusi gli emendamenti 4.31, 4.30, 4.42, 4.14, 4.78, 4.49, 4.51 e 4.52 che pertanto non saranno posti in votazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Mantero 4.47.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che si è concluso l'esame degli emendamenti all'articolo 4 su cui nella seduta precedente era stato espresso il parere della relatrice e del rappresentante del Governo e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.05.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 4 marzo 2015.

Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario.
C. 259 Fucci, C. 262 Fucci, C. 1324 Calabrò, C. 1312 Grillo, C. 1581 Vargiu e C. 1902 Monchiero, C. 1769 Miotto e C. 2155 Formisano.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 16.10 alle 16.45.

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