CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 3 marzo 2015
399.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e X)
COMUNICATO
Pag. 10

SEDE REFERENTE

  Martedì 3 marzo 2015. — Presidenza del presidente della VI Commissione Daniele CAPEZZONE. – Intervengono il viceministro dello sviluppo economico Claudio De Vincenti e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.05.

DL 3/2015: Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti.
C. 2844 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 2 marzo scorso.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che sono stati presentati alcuni ricorsi avverso i giudizi di inammissibilità su talune proposte emendative, pronunciati nella seduta di ieri.
  In proposito le presidenze, a seguito di un'ulteriore valutazione in merito, ritengono di poter considerare ammissibili le seguenti proposte emendative:
   Della Valle 4.97 e l'analogo Della Valle 4.92, precedentemente inammissibile limitatamente al comma 1, in quanto intervengono su un aspetto della disciplina delle Camere di Commercio, su cui incide l'articolo 4;
   Abrignani 7.26 e l'analogo Marco Di Maio 7.01, i quali intervengono sulla disciplina del contratto di leasing finanziario, materia affrontata dall'articolo 2 del decreto-legge n. 69 del 2013, su cui incide l'articolo 8.

  Sono inoltre riammessi una serie di emendamenti relativi alla disciplina del Fondo di garanzia per le PMI, in quanto l'articolo 8 del provvedimento interviene Pag. 11su ambiti normativi che interessano anche il predetto Fondo; si tratta delle seguenti proposte emendative:
   Paolo Petrini 8.6;
   Moretto 8.03;
   Ricciatti 8.06 e Polidori 8.016: pertanto devono essere riammessi anche gli identici Vignali 8.04, Marco Di Maio 8.05, Donati 8.07 e Sottanelli 8.015;
   Ricciatti 8.09 e Polidori 8.013: pertanto devono essere riammessi anche gli identici Donati 8.08, Vignali 8.010, Marco Di Maio 8.011, Sottanelli 8.012 e Vignali 8.014;
   Ricciatti 8.018 e Polidori 8.023: pertanto devono essere riammessi anche gli identici Vignali 8.017, Marco Di Maio 8.019, Sottanelli 8.021 e Donati 8.022.

  Le presidenze ritengono invece di dover confermare i giudizi di inammissibilità sulle restanti proposte emendative.
  Informa quindi che i relatori hanno presentato il loro emendamento 7.27 (vedi allegato 1), per il quale sarà fissato un termine per la presentazione di eventuali subemendamenti.
  Avverte inoltre che il deputato Laforgia ha sottoscritto tutti gli emendamenti a prima firma Fassina, che il deputato Della Valle ha sottoscritto l'emendamento Fassina 1.292 e che la deputata Scuvera ha sottoscritto l'emendamento Bargero 7.9.
  Rileva altresì come, alla luce dell'andamento delle votazioni in Assemblea, le Commissioni riunite potrebbero essere ulteriormente convocate nella giornata odierna.

  Daniele PESCO (M5S) sottolinea l'opportunità, nell'ambito delle misure contenute nel decreto-legge, di responsabilizzare maggiormente il mondo bancario. A tale proposito evidenzia come il proprio articolo aggiuntivo 1.01, purtroppo dichiarato inammissibile, intendesse appunto realizzare tale obiettivo, rafforzando le sanzioni penali nei confronti di chi fornisca notizie o dati falsi per favorire illecitamente l'erogazione di credito nei confronti di soggetti «amici», colpendo in tal modo gli interessi di quanti, invece, non possono godere di favori o appoggi impropri. Si rammarica pertanto per la dichiarazione di inammissibilità della proposta emendativa, che risulta, invece, a suo giudizio, pienamente congruente con la finalità del decreto-legge di rafforzare il sistema creditizio, responsabilizzando maggiormente i soggetti che vi operano.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, con riferimento alle considerazioni del deputato Pesco, sottolinea, come al di là delle finalità, certamente condivisibili, perseguite dall'articolo aggiuntivo 1.01, non sia possibile rivedere il giudizio di inammissibilità espresso, in quanto esso reca una modifica alla disciplina penale del mendacio e del falso interno che non appare strettamente attinente alla materia oggetto del decreto-legge.

  Ivan DELLA VALLE (M5S) sottopone alle presidenze l'opportunità di riconsiderare la valutazione di inammissibilità del suo articolo aggiuntivo 4.013, in materia di utilizzo del patrimonio immobiliare pubblico ai fini del coworking, il quale a suo giudizio costituisce uno strumento atto a favorire lo sviluppo di quelle imprese che si caratterizzano per progetti di tipo decisamente innovativo.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, in merito alle considerazioni del deputato Della Valle, sottolinea come il tema, certamente importante, del sostegno all'innovazione delle PMI, risulti assai vasto e come non sia pertanto possibile richiamarsi a tale elemento finalistico per sostenere l'ammissibilità di proposte emendative che non risultino strettamente attinenti alla materia affrontata dal decreto-legge.

  Alessandro PAGANO (AP) non comprende le ragioni del giudizio di inammissibilità dichiarato sul suo articolo aggiuntivo 4.019, il quale intende incentivare gli investimenti in start-up o in piccole e Pag. 12medie imprese, in piena coerenza con il contenuto del decreto-legge.
  Invita pertanto le presidenze a rivedere tale giudizio.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, pur considerando apprezzabile nel merito l'articolo aggiuntivo Pagano 4.019, ritiene che le presidenze non possano modificare il giudizio di inammissibilità espresso in merito, in quanto esso incide sul regime IRPEF dei trattamenti di fine rapporto, intervenendo pertanto su una materia non oggetto del decreto-legge.

  Sebastiano BARBANTI (Misto-AL) chiede alle presidenze come intendano organizzare il seguito dell'esame, sottolineando l'esigenza che le Commissioni riunite non siano costrette a lavorare in modo affrettato e disordinato.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, in merito al tema sollevato dal deputato Barbanti, assicura che le presidenze compiranno ogni sforzo per fare in modo che le Commissioni possano esaminare il provvedimento in tempi adeguati a garantire un opportuno approfondimento di tutte le questioni affrontate.

  Marco DA VILLA (M5S) chiede alle presidenze che la pubblicità delle sedute per il seguito dell'esame del provvedimento sia assicurata mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, prende atto della richiesta del deputato Da Villa e, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Martedì 3 marzo 2015. — Presidenza del presidente della VI Commissione Daniele CAPEZZONE. – Intervengono il viceministro dello sviluppo economico Claudio De Vincenti e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 19.35.

DL 3/2015: Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti.
C. 2844 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta pomeridiana.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, su richiesta del deputato Da Villa, propone che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante la trasmissione attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Avverte quindi che le Commissioni procederanno nell'esame delle proposte emendative riferite agli articoli 6, 7 e 8.

  Rocco PALESE (FI-PdL), intervenendo sul complesso degli emendamenti, rileva preliminarmente come circa il 50 per cento di essi siano riferiti agli articoli 1 e 2 del provvedimento. Con particolare riguardo alla riforma del settore delle banche popolari contenuta all'articolo 1, sottolinea come il suo gruppo ritenga certamente necessaria una profonda revisione del sistema delle banche popolari, ma giudichi profondamente sbagliate le modalità con cui il Governo è addivenuto a concepire tale riforma, in primo luogo per quanto riguarda la scelta di intervenire attraverso lo strumento del decreto-legge.
  Con riferimento al merito dell'intervento di riforma delle banche popolari, che prevede l'obbligo di trasformazione in società per azione degli istituti con attivo superiore a 8 miliardi di euro, esprime perplessità sulla scelta di tale criterio che, come emerso dalle audizioni svoltesi nel corso dell'esame del provvedimento, non è Pag. 13basato su alcun parametro oggettivo. Chiede quindi che il Governo riconsideri tale aspetto del provvedimento, scegliendo di adottare il limite dimensionale di 30 miliardi di euro, così uniformandosi a quello prescelto dalla BCE, ovvero di eliminare ogni riferimento alla dimensione dell'attivo delle banche popolari obbligate a trasformarsi in società per azioni.
  Con riferimento al termine di diciotto mesi, stabilito dal comma 2, dell'articolo 1, entro il quale le banche popolari sono tenute a realizzare la suddetta trasformazione in società per azioni, rileva come su di esso abbiano espresso le proprie perplessità esponenti di molti gruppi, i quali hanno presentato numerose proposte emendative volte ad ampliarlo e invita il Governo a tenerle in adeguata considerazione. Rileva inoltre come l'ulteriore aspetto innovativo contenuto nell'articolo 1, relativo all'innalzamento del numero di deleghe conferibili a un solo socio, possa avere forti ripercussioni sulla governance delle banche stesse.
  Nel ricordare come la precedente azione di riordino del sistema bancario, operata negli anni novanta, abbia avuto un impatto devastante sul settore delle banche meridionali, assorbite da grandi gruppi bancari nazionali con grave danno per il tessuto economico agricolo e imprenditoriale, ritiene che con la riforma proposta dal provvedimento in esame si prospetti l'ulteriore rischio che le banche popolari coinvolte siano assorbite da istituti di credito esteri, con evidenti ricadute negative per il Paese. Ciò premesso, sollecita quindi il Governo ad assumere un comportamento responsabile, che tenga conto delle considerazioni svolte, le quali trovano espressione nell'ampio numero delle proposte emendative riferite all'articolo 1.

  Giovanni PAGLIA (SEL) rileva come, in relazione all'articolo 1 del provvedimento, il quale contiene le misure che destano certamente maggiore attenzione anche da parte dell'opinione pubblica, siano state presentate, da tutte le forze politiche, numerose proposte emendative volte a modificarne i principali aspetti, quali il termine entro il quale le banche popolari interessate dovranno trasformarsi in società per azioni, il criterio dimensionale fissato ai fini dell'applicazione dell'obbligo di trasformazione in società per azioni e la questione dell'esercizio dei diritti di voto.
  Ritiene quindi che su tali aspetti i relatori e il Governo debbano dare rapidamente risposta, al fine di chiarire se, come anticipato dagli organi di stampa, vi sia una disponibilità da parte dell'Esecutivo ad accogliere tali modifiche, così che il dibattito possa poi proseguire in maniera organica e razionale.

  Daniele PESCO (M5S), nell'evidenziare come siano stati presentati numerosi emendamenti tesi a modificare l'articolo 1 del provvedimento, così da mitigarne gli effetti negativi, ritiene peraltro che, ove l'articolo 1 fosse approvato, seppur emendato, ciò costituirebbe comunque un grave insuccesso. Nel dichiarare il giudizio assolutamente contrario del Movimento 5 Stelle sul suddetto articolo, e ritenendo che lo strumento del decreto-legge sia assolutamente inadeguato rispetto alla materia affrontata, invita quindi il Governo ad accogliere le proposte di soppressione del medesimo articolo 1, mentre dichiara la disponibilità del suo gruppo a discutere delle proposte emendative riferite agli altri articoli del provvedimento.

  Marco DA VILLA (M5S) ricorda in primo luogo quanto avvenuto nel corso dell'esame del decreto-legge n. 145 del 2013 (cosiddetto «Destinazione Italia»), durante il quale le disposizioni del provvedimento concernenti taluni aspetti relativi alle assicurazioni RC auto, sulle quali era emerso un ampio dissenso, furono soppresse con l'assenso del Governo. Nel sottolineare come in tale occasione l'Esecutivo abbia dimostrato un atteggiamento responsabile, recependo le istanze provenienti da forze politiche trasversali, lo invita a valutare la soppressione dell'articolo 1, anche al fine di consentire lo svolgimento di un dibattito sereno e costruttivo sul resto del provvedimento.

Pag. 14

  Filippo BUSIN (LNA) ricorda che, in occasione del decreto-legge sulla voluntary disclosure, il Governo ha adottato una soluzione analoga a quella ricordata dal deputato Da Villa. Formula quindi all'Esecutivo l'invito a procedere in tale materia attraverso uno strumento diverso dal decreto-legge, evidenziando come la riforma delle banche popolari italiane sia oggetto di dibattito da molti anni e non rivesta il carattere dell'urgenza richiesto per il ricorso allo strumento del decreto-legge.

  Ivan DELLA VALLE (M5S) ricorda innanzitutto di aver sottoscritto l'emendamento Fassina 1.292, volto alla soppressione dell'articolo 1 del provvedimento, sottolineando come anche esponenti dei partiti di maggioranza abbiano manifestato la loro contrarietà rispetto alle disposizioni ivi contenute. Nell'auspicare una nuova valutazione dell'Esecutivo in merito, ritiene che ciò condurrebbe le Commissioni a svolgere una discussione più serena e costruttiva sul resto del provvedimento.

  Stefano ALLASIA (LNA) dichiara preliminarmente la valutazione negativa sul provvedimento nel suo complesso, il quale non riveste i caratteri di necessità e d'urgenza richiesti dalla Costituzione per l'adozione dei decreti-legge. Ricorda quindi come anche il suo gruppo abbia presentato una proposta emendativa soppressiva dell'articolo 1, oltre a numerosi altri emendamenti finalizzati a limitarne gli effetti fortemente negativi, e ribadisce l'opportunità di un ripensamento del Governo che porti alla radicale trasformazione del provvedimento.

  Luigi TARANTO (PD), relatore per la X Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Pesco 6.1, 6.2 e 6.4.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 6.1, soppressivo dell'articolo 6, sottolineando in particolare la sua contrarietà a disposizioni che avvantaggino investitori istituzionali esteri; ritiene infatti vi sia una ampia platea di soggetti diversi che possono utilmente finanziare le imprese italiane.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Pesco 6.1.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 6.2, che esclude dalle agevolazioni previste dalla norma le imprese di assicurazioni. Ribadisce quindi la sua assoluta contrarietà a misure che favoriscano soggetti esteri.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Pesco 6.2.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 6.4, volto ad abrogare interamente il comma 5-bis dell'articolo 26 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973, che prevede agevolazioni fiscali per gli investitori istituzionali esteri.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Pesco 6.4.

  Luigi TARANTO (PD), relatore per la X Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Capezzone 7.1, Cariello 7.2 e 7.3, su tutti i subemendamenti riferiti all'emendamento 7.27 dei relatori, la cui approvazione assorbirebbe sostanzialmente gli emendamenti Tidei 7.4, Sberna 7.5 e Allasia 7.8.
  Esprime parere contrario sull'emendamento Fantinati 7.6, mentre invita al ritiro degli emendamenti Mazziotti Di Celso 7.7 e degli identici Bargero 7.9, Alberto Giorgetti 7.10 e Pagano 7.11, che potrebbero essere trasfusi in ordini del giorno da presentare in Assemblea.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Fantinati 7.25, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  Al comma 1, capoverso Articolo 15, comma 2, primo periodo, aggiungere, in Pag. 15fine, le parole: «, anche attraverso la predisposizione di piani di sviluppo e di investimento che consentano il raggiungimento delle prospettive industriali e di mercato di cui al comma 1.».

  Invita al ritiro dell'emendamento Mazziotti Di Celso 7.12, esprime parere contrario sull'emendamento Ricciatti 7.13, mentre invita al ritiro degli emendamenti Mazziotti Di Celso 7.14 e 7.15, sostanzialmente assorbiti dall'emendamento 7.27 dei Relatori.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Mazziotti Di Celso 7.16, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  Al comma 1, capoverso Articolo 15, comma 6, sostituire le parole: «entro il termine stabilito dallo statuto» con le seguenti: «entro il termine più breve possibile, dopo il superamento della situazione di temporaneo squilibrio patrimoniale o finanziario e comunque entro il termine stabilito dallo statuto.».

  Esprime parere favorevole sugli emendamenti Allasia 7.17 e Fantinati 7.24, a condizione che siano riformulati nei seguenti termini:
  Al comma 1, capoverso Articolo 15, comma 6, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Il Ministero dello sviluppo economico con cadenza annuale presenta una relazione al Parlamento sull'attività della società, comprendente il monitoraggio delle iniziative in corso.».

  Esprime parere favorevole sull'emendamento Peluffo 7.18, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  Al comma 1, capoverso Articolo 15, comma 7, dopo le parole: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri» inserire le seguenti: «, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.».

  Invita al ritiro degli emendamenti Tidei 7.19, Ricciatti 7.20 e Benamati 7.21, i quali sarebbero sostanzialmente assorbiti dall'emendamento 7.27 dei relatori. Esprime parere contrario sugli emendamenti Allasia 7.22 e Ricciatti 7.23.
  Esprime quindi parere contrario sull'emendamento Abrignani 7.26 e sull'articolo aggiuntivo Marco Di Maio 7.0.1.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore, esprimendo altresì parere favorevole sull'emendamento 7.27 dei relatori, a condizione che sia riformulato nel senso di inserire, alla lettera c), dopo le parole: «gli enti previdenziali» le seguenti: «in quota minoritaria».

  Marco DA VILLA (M5S) informa che tutti i componenti delle Commissioni Finanze e Attività Produttive appartenenti al gruppo M5S sottoscrivono l'emendamento 7.1.

  Rocco PALESE (FI-PdL) illustra l'emendamento Capezzone 7.1, volto alla soppressione dell'articolo 7, il quale prevede la creazione di una società per la ristrutturazione delle imprese, chiedendosi se il Governo non intenda procedere alla creazione di una nuova piccola IRI. Il secondo aspetto preoccupante che intende sottolineare è che in relazione a tale società, a favore della quale è prevista una garanzia dello Stato nel limite di 300 milioni di euro, risorse che magari in prospettiva verranno aumentate, non sono indicati strumenti di controllo adeguati a verificare come verranno spese tali risorse finanziarie e a garantirne un utilizzo efficiente.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, condivide alcune delle considerazioni svolte dal deputato Palese, giudicando non condivisibili le misure previste dall'articolo 7, il quale prefigura una nuova forma di interventismo pubblico che desta notevoli perplessità in una logica liberale.

  Stefano ALLASIA (LNA) interviene a sostegno dell'emendamento Capezzone 7.1. Pag. 16Al riguardo ritiene che il Governo e la maggioranza debbono assumersi la responsabilità delle scelte che stanno compiendo ed in particolare debbano fare chiarezza sulle scelte di apparente liberalizzazione realizzate con attraverso l'istituzione della società di cui all'articolo 7, nonché circa sulle decisioni assunte in merito al salvataggio dell'ILVA con il decreto – legge in materia approvato oggi dalla Camera. Ricorda, non senza nostalgia, i provvedimenti sulle liberalizzazioni presentate dall'allora Ministro Bersani. Ribadisce che il Governo si debba assumere chiaramente la responsabilità di scelte di politica industriale come quelle indicate dall'articolo 7.
  Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Capezzone 7.1.

  Giovanni PAGLIA (SEL) dichiara l'orientamento del tutto contrario del suo gruppo sull'emendamento Capezzone 7.1, sottolineando come la società di servizio per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese, con alcune opportune modifiche, potrebbe rappresentare un nuovo strumento anche adatto per intervenire in favore delle imprese in difficoltà.
  Evidenzia tuttavia, al riguardo, alcuni profili problematici, quali, ad esempio, una capitalizzazione insufficiente e, soprattutto, il rinvio ad un successivo DPCM per l'individuazione delle caratteristiche, dei criteri e delle modalità di concessione della garanzia e degli obblighi dei soggetti che si avvalgono della garanzia dello Stato. Sottolinea altresì che, se si prevede che la governance di tale nuova società sia privata e il rischio sia invece «socializzato», si opererebbe una scelta di politica industriale non certo condivisibile.
  Con riferimento all'emendamento dei relatori 7.27 ritiene debbano essere approfonditi numerosi aspetti.

  Il Viceministro Claudio DE VINCENTI ritiene necessario svolgere un intervento di carattere generale che chiarisca la portata complessiva delle disposizioni contenute nell'articolo 7.
  Si tratta, a giudizio del Governo, di una norma estremamente chiara, che prevede uno strumento nuovo che opererà a condizioni di mercato.
  Ricorda, in particolare, quanto disposto al comma 1 e cioè che la società in questione opererà secondo i principi di economicità e convenienza propri degli operatori privati di mercato, anche mediante l'utilizzo di strumenti finanziari veicoli societari.
  Si prevede quindi che la compagine societaria sia tenuta ad agire secondo criteri di mercato, sia nella componente assistita dalla garanzia dello Stato sia nella componente non garantita, in conformità alla normativa europea.
  Per essere più chiari specifica che di tratta di una società di turnaround che, come specificato dalla norma, «potrà intraprendere iniziative per il rilancio di imprese o gruppi di imprese con lo scopo altresì di promuovere e realizzare operazioni di ristrutturazione, sostegno e riequilibrio della struttura finanziaria delle imprese favorendo processi di consolidamento industriale». Sottolinea quindi come si tratti di obiettivi di interesse generale da raggiungere secondo i criteri di mercato.
  Con riferimento al DPCM, previsto dal comma 7, sottolinea come esso non abbia un contenuto indeterminato ma, al contrario, contenga indicazioni specifiche che l'emendamento dei relatori 7.27 chiariscono ulteriormente.
  Sempre in riferimento a quanto dichiarato dal deputato Paglia, sottolinea come la cifra di 300 milioni non costituisca la dotazione finanziaria della società, ma sia la base della garanzia dello Stato, che quindi può arrivare anche ad un importo pari a 2 miliardi di euro. Si tratta quindi, in sostanza, di un soggetto di assoluto rilievo, anche dal punto di vista delle risorse finanziarie messe a disposizione.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, ringrazia il Viceministro, ma esprime la preoccupazione che la nuova società istituita dall'articolo 7 possa trasformarsi in una sorta di nuova GEPI. Sottolinea, infatti, Pag. 17come le società in perdita che abbiano ancora prospettive imprenditoriali debbano, nella normale logica di mercato, individuare nuovi soci che possano ricapitalizzarle.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Capezzone 7.1.

  Francesco CARIELLO (M5S) illustra la finalità del suo emendamento 7.2, sottolineando l'opportunità di svolgere una riflessione sulla tipologia di imprese cui la società prevista all'articolo 7 debba rivolgersi. In particolare evidenzia come l'emendamento sia volto ad allargare la platea dei soggetti destinatari, includendo fra questi anche le micro e piccole medie imprese, che rappresentano il tessuto produttivo nazionale da valorizzare. L'emendamento prevede anche la sospensione del pagamento delle rate dei mutui delle piccole e medie imprese, stabilendo in particolare la sospensione del pagamento della quota capitale del mutuo a carico delle citate imprese, così come previsto da una norma della legge di stabilità per il 2015 che qui intende riproporre. Si rende conto che l'emendamento proposto è certamente di una certa complessità ma la finalità è quella di dare un aiuto concreto alle micro e piccole medie imprese che hanno contratto mutui e che si trovano in difficoltà.
  Chiede quindi al Governo di motivare il parere contrario sull'emendamento, suggerendo la possibilità di un suo accantonamento.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Cariello 7.2.

  Francesco CARIELLO (M5S) illustra il proprio emendamento 7.3, volto a prevedere anche le micro, le piccole e medie imprese tra le aziende destinatarie di processi di patrimonializzazione e ristrutturazione da parte della Società di servizio prevista dall'articolo 7.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Cariello 7.3, i subemendamenti Da Villa 0.7.27.1, Prataviera 0.7.27.2, Da Villa 0.7.27.3, Ricciatti 0.7.27.4, 0.7.27.5 e 0.7.27.6.

  Luigi TARANTO (PD), relatore per la X Commissione, accoglie la proposta di riformulazione dell'emendamento 7.27 dei relatori, avanzata dal Governo.

  Giovanni PAGLIA (SEL) chiede per quale motivo i relatori abbiano proposto di sopprimere la parola «industriali» nell'emendamento in esame. Esprime inoltre perplessità sulla proposta di consentire a enti previdenziali pubblici di partecipare a operazioni di rischio.

  Marco CAUSI (PD), relatore per la VI Commissione, precisa che la soppressione della parola «industriali» risponde a richieste da più parti formulate per ampliare il perimetro delle aziende coinvolte nei processi di patrimonializzazione e ristrutturazione al fine di conferire un carattere più universale alla mission della Società di servizio, fermo restando che si tratta di uno strumento di intervento connesso a gangli vitali del sistema produttivo del Paese. Sottolinea altresì che gli enti previdenziali effettuano costantemente investimenti che in questo caso, peraltro, sono coperti da garanzia dello Stato. Invita quindi i colleghi ad affrontare le questioni in modo non ideologico, dal momento che la Società proposta dall'articolo 7 è del tutto innovativa rispetto agli strumenti di politica economica utilizzati in passato. Aggiunge che la disposizione in esame è pienamente coerente con la legislazione comunitaria in materia di aiuti di Stato.

  Davide CRIPPA (M5S) chiede un chiarimento procedurale con riferimento alla riformulazione proposta dal Governo all'emendamento 7.27 dei relatori. Ritiene, infatti, che tale modo di agire possa costituire in generale un modo per presentare nuovi emendamenti senza consentire ai gruppi di subemendarli. Chiede altresì ai relatori se l'inclusione degli enti previdenziali tra gli azionisti della Società di servizio possa essere motivata da eventuali Pag. 18debiti maturati dalle aziende nei confronti dei suddetto enti.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA osserva che l'ultima questione posta dal deputato Crippa sarebbe fondata solo nel caso in cui l'azienda avesse maturato un credito nei confronti dell'ente previdenziale, il che appare evidentemente molto improbabile.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 7.27 dei relatori, come riformulato (vedi allegato 2).

  Marietta TIDEI (PD) ritira il proprio emendamento 7.4.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Sberna 7.5 e Fantinati 7.6.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (SCpI) ritira l'emendamento Mazziotti Di Celso 7.7.

  Filippo BUSIN (LNA) insiste per la votazione dell'emendamento Allasia 7.8, che non ritiene assorbito dall'emendamento 7.27 dei relatori.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Allasia 7.8.

  Cristina BARGERO (PD) ritira il proprio emendamento 7.9.

  Rocco PALESE (FI-PdL) sottoscrive l'emendamento Alberto Giorgetti 7.10.

  Alessandro PAGANO (AP) esprime perplessità circa l'invito al ritiro espresso sul proprio emendamento 7.11, non comprendendo la contrarietà espressa rispetto alla previsione, contenuta nella proposta emendativa, che la società di cui all'articolo 7 promuova e incentivi la quotazione delle PMI, nonché il coinvolgimento di investitori di lungo periodo, quali i fondi pensione.

  Luigi TARANTO (PD), relatore per la X Commissione, osserva come l'articolo 7 introduca un nuovo strumento di politica economica che deve focalizzarsi, soprattutto nella prima fase di attuazione, al cuore della missione della società di servizio consistente nella gestione dei processi di turnaround industriale. In prospettiva, si può pensare a un arricchimento dei compiti della società stessa, ma non appare opportuno ampliare in questo momento le competenze e gli ambiti della società di servizio. Pertanto non vi è da parte dei relatori nessuna contrarietà di principio all'emendamento Pagano 7.11, ma una valutazione di opportunità temporale rispetto alle competenze della nuova società.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA si associa alle considerazioni svolte dal relatore Taranto, rilevando inoltre come i fondi pensioni siano ricompresi tra gli investitori istituzionali, e siano pertanto già considerati nell'ambito dell'articolo 7.

  Rocco PALESE (FI-PdL) ritira l'emendamento Alberto Giorgetti 7.10.

  Alessandro PAGANO (AP) ritira il proprio emendamento 7.11.

  Mattia FANTINATI (M5S) accoglie la proposta di riformulazione del suo emendamento 7.25.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Fantinati 7.25, come riformulato.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (SCpI) ritira l'emendamento Mazziotti Di Celso 7.12, riservandosi di ripresentarlo per l'esame in Assemblea.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ricciatti 7.13.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (SCpI) ritira gli emendamenti Mazziotti Di Celso 7.14 e 7.15, e accoglie la proposta di riformulazione dell'emendamento Mazziotti Di Celso 7.16.

Pag. 19

  Le Commissioni approvano l'emendamento Mazziotti Di Celso 7.16, come riformulato.

  Stefano ALLASIA (LNA) accetta la proposta di riformulazione del suo emendamento 7.17.

  Mattia FANTINATI (M5S) accoglie la proposta di riformulazione del suo emendamento 7.24.

  Le Commissioni approvano, in identico testo, gli emendamenti Allasia 7.17 e Fantinati 7.24, come riformulati.

  Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD) accoglie la proposta di riformulazione del suo emendamento 7.18.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Peluffo 7.18, come riformulato.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato gli emendamenti Tidei 7.19, Ricciatti 7.20 e Benamati 7.21.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Allasia 7.22.

  Giovanni PAGLIA (SEL) illustra l'emendamento Ricciatti 7.23, volto a prevedere nella Società di servizio una sezione speciale per le piccole e medie imprese.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ricciatti 7.23.

  Marco DI MAIO (PD) chiede l'accantonamento del suo articolo aggiuntivo 7.01 e dell'analogo emendamento Abrignani 7.26, i quali intendono colmare una lacuna attualmente esistente nella disciplina di un importante strumento, ampiamente utilizzato dalle imprese italiane, quale il leasing finanziario.

  Luigi TARANTO (PD), relatore per la X Commissione, concorda con la richiesta di accantonamento avanzata dal deputato Marco Di Maio.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, accantona l'emendamento Abrignani 7.26 e l'articolo aggiuntivo Marco Di Maio 7.01.

  Luigi TARANTO (PD), relatore per la X Commissione, esprime parere contrario sull'emendamento Fantinati 8.1, invitando al ritiro dell'emendamento Allasia 8.4, Tidei 8.2 e Da Villa 8.3, i quali risulterebbero assorbiti dalla riformulazione dell'emendamento Barbanti 8.5.
  Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento Barbanti 8.5, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  Sostituire il comma 2 con il seguente:
  «2. Con integrazioni al decreto di cui al comma 5 dell'articolo 2 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, sono stabiliti i requisiti, le condizioni di accesso e le modalità di erogazione dei contributi concedibili a fronte dei finanziamenti erogati a valere su provvista diversa dal plafond di cui al comma 1, nonché la misura massima dei contributi stessi, nei limiti dell'autorizzazione di spesa stabilita per l'attuazione dell'intervento di cui al citato articolo 2.».

  Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento Petrini 8.6.
  Presenta quindi l'articolo aggiuntivo 8.042 dei relatori (vedi allegato 1), che assorbirebbe gran parte dei restanti articoli aggiuntivi.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Marco DA VILLA (M5S) esprime dubbi sulla riformulazione proposta dell'emendamento Barbanti 8.5 e chiede alla Presidenza di valutarne la congruità, paventando in particolare che esso possa costituire un nuovo emendamento che sarebbe suscettibile di essere subemendato. Chiede altresì di rinviare il seguito dell'esame del Pag. 20provvedimento alla seduta di domani, nel corso della quale dovrà comunque essere esaminato l'articolo aggiuntivo dei relatori 8.042 appena presentato.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, fissa il termine per la presentazione di subemendamenti all'articolo aggiuntivo dei relatori 8.042 alle ore 10 della giornata di domani. Ritiene peraltro che le Commissioni possano proseguire nelle votazioni relative agli altri emendamenti sui quali i relatori e il Governo hanno già espresso il parere.

  Davide CRIPPA (M5S) ribadisce la richiesta che le presidenze siano attente nella valutazione circa le riformulazioni delle proposte emendative, al fine di evitare la surrettizia presentazione di nuovi emendamenti da parte dei relatori.

  Giovanni PAGLIA (SEL) chiede ai relatori delucidazioni in merito alla riformulazione proposta dell'emendamento Barbanti 8.5.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, chiarisce che la riformulazione proposta dell'emendamento Barbanti 8.5 fa riferimento al decreto citato nell'originale versione del medesimo emendamento 8.5 e pertanto può essere considerata tecnicamente come una nuova formulazione dello stesso.

  Stefano ALLASIA (LNA) confessa la personale difficoltà a comprendere la congruità della riformulazione proposta in riferimento all'emendamento Barbanti 8.5, nonostante la spiegazione fornita dal Presidente.

  Marco DA VILLA (M5S) segnala che gli emendamenti Allasia 8.4, Tidei 8.2 e Da Villa 8.3, dei quali è stata avanzata la richiesta di ritiro dai relatori in considerazione di un loro presunto assorbimento nell'emendamento Barbanti 8.5, come riformulato, non sono in realtà da esso assorbiti, dato che propongono un termine ordinatorio per l'emanazione del decreto ministeriale che è assente nella medesima riformulazione.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fantinati 8.1 e Allasia 8.4.

  Marietta TIDEI (PD) ritira il proprio emendamento 8.2.

  Marco DA VILLA (M5S) chiede di porre in votazione del proprio emendamento 8.3, in quanto esso non può ritenersi in alcun caso assorbito dalla riformulazione dell'emendamento Barbanti 8.5.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Da Villa 8.3.

  Sebastiano BARBANTI (Misto-AL) accoglie la proposta di riformulazione del proprio emendamento 8.5.

  Marco DA VILLA (M5S), pur ritenendo che la riformulazione costituisca in realtà una nuova proposta emendativa esprime su di essa il voto favorevole a nome del gruppo M5S.

  Le Commissioni approvano, con distinte votazioni, l'emendamento Barbanti 8.5, come riformulato, e l'emendamento Petrini 8.6.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 21.30.

Pag. 21