CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 dicembre 2014
348.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 5

SEDE REFERENTE

  Martedì 2 dicembre 2014. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO. – Intervengono il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, e i sottosegretari di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto e Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 11.45.

Revisione della parte seconda della Costituzione.
Testo base C. 2613 cost. Governo, approvato dal Senato, C. 8 cost. d'iniziativa popolare, C. 14 cost. d'iniziativa popolare, C. 21 cost. Vignali, C. 32 cost. Cirielli, C. 33 cost. Cirielli, C. 34 cost. Cirielli, C. 148 cost. Causi, C. 177 cost. Pisicchio, C. 178 cost. Pisicchio, C. 179 cost. Pisicchio, C. 180 cost. Pisicchio, C. 243 cost. Giachetti, C. 247 cost. Scotto, C. 284 cost. Francesco Sanna, C. 355 cost. Lenzi, C. 379 cost. Bressa C. 398 cost. Caparini, C. 399 cost. Caparini, C. 466 cost. Vaccaro C. 568 cost. Laffranco, C. 579 cost. Palmizio, C. 580 cost. Palmizio, C. 581 cost. Palmizio, C. 582 cost. Palmizio, C. 757 cost. Giancarlo Giorgetti, C. 758 cost. Giancarlo Giorgetti, C. 839 cost. La Russa, C. 861 cost. Abrignani, C. 939 cost. Toninelli, C. 1002 cost. Gianluca Pini, C. 1319 cost. Giorgia Meloni, C. 1439 cost. Migliore, C. 1543 cost. Governo, C. 1660 cost. Bonafede, C. 1706 cost. Pierdomenico Martino, C. 1748 cost. Brambilla, C. 1925 cost. Giancarlo Giorgetti, C. 1953 cost. Cirielli, C. 2051 cost. Valiante, C. 2147 cost. Quaranta, C. 2221 cost. Lacquaniti, C. 2227 cost. Civati, C. 2293 cost. Bossi, C. 2329 cost. Lauricella, C. 2338 cost. Dadone, C. 2378 cost. Giorgis, C. 2402 cost. La Russa, C. 2423 cost. Rubinato, C. 2441 cost. Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, C. 2458 cost. Matteo Bragantini, C. 2462 cost. Civati e C. 2499 cost. Francesco Sanna.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 novembre 2014.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, comunica che è pervenuta da parte dei deputati Matteo Bragantini e Giancarlo Giorgetti una richiesta di rivalutare il giudizio di inammissibilità formulato in merito alle seguenti proposte emendative: Matteo Bragantini 01.01, volto a modificare l'articolo 1 della Costituzione; Invernizzi 01.02, volto a modificare l'articolo 5 della Costituzione; Matteo Bragantini 01.03, volto a modificare l'articolo 11 della Costituzione; Matteo Bragantini 01.04, volto a modificare l'articolo 12 della Costituzione; Matteo Bragantini 01.05, che inserisce una nuova disposizione, concernente l'esercizio della resistenza ad atti di violazione delle libertà fondamentali e dei diritti garantiti dalla Costituzione; Giancarlo Giorgetti 01.06, volto a modificare l'articolo 23 della Costituzione; Giancarlo Giorgetti 01.09, volto a modificare l'articolo 53 della Costituzione.
  Comunica che è pervenuta, altresì, da parte dei deputati Dadone e Nuti una richiesta di rivalutare il giudizio di inammissibilità relativo alle proposte emendative Dadone 1.118, concernente la parità di accesso ai sistemi informativi e il divieto di concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione di massa; Nuti 2.01 e 2.02, volti a garantire la parità di accesso ai mezzi di comunicazione di massa per i candidati e i presentatori di liste.
  Al riguardo, dopo un ulteriore approfondimento, ritiene di confermare il giudizio di inammissibilità per le seguenti proposte emendative: articoli premissivi Matteo Bragantini 01.01, Invernizzi 01.02, Matteo Bragantini 01.03, Matteo Bragantini 01.04, Matteo Bragantini 01.05, Giancarlo Giorgetti 01.06 e Giancarlo Giorgetti 01.09. Tali proposte sono da considerarsi inammissibili in quanto intervengono esclusivamente su articoli della prima parte della Costituzione, senza alcun nesso diretto con gli articoli della seconda parte. Quanto al rilievo formulato nella suddetta richiesta dai deputati Matteo Bragantini e Giancarlo Giorgetti in ordine al fatto che diverse proposte abbinate prevedono modifiche alla prima parte della Costituzione, osserva che le proposte abbinate che incidono su tale parte della Costituzione, recano limitate e circoscritte modifiche Pag. 6strettamente connesse alle disposizioni che intervengono sulla seconda parte della Costituzione.
  Ritiene, altresì, di confermare il giudizio di inammissibilità dell'emendamento Dadone 1.118 in quanto, attribuendo alla legge il compito di assicurare in via generale l'accesso ai sistemi informativi e di prevedere il divieto di concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione di massa, incide sulle materie che investono la sfera dei rapporti civili e dei rapporti economici, disciplinati dalla prima parte della Costituzione.
  Gli articoli aggiuntivi Nuti 2.01 e 2.02, volti a garantire la parità di accesso ai mezzi di comunicazione di massa per i candidati e i presentatori di liste, a seguito di un ulteriore esame, sono invece da ritenersi ammissibili in quanto, riguardando l'accesso ai mezzi di comunicazione di massa dei candidati, attengono a profili connessi con la materia elettorale.
  Comunica inoltre che, a seguito di un più approfondito esame, deve considerarsi ammissibile l'emendamento Capezzone 01.010 limitatamente alla parte in cui stabilisce dei limiti al prelievo fiscale, purché tale parte sia riferita all'articolo 81 della Costituzione.
  Avverte, poi, che le seguenti proposte emendative, trattandosi di articoli aggiuntivi, assumono una nuova numerazione: D'Ambrosio 6.22 è da intendersi come 6.01, D'Ambrosio 6.23 è da intendersi come 6.02, D'Ambrosio 6.26 è da intendersi come 6.03 e Quaranta 6.27 è da intendersi come 6.04.
  Avverte inoltre che l'emendamento 4.4 a prima firma Dadone, in quanto identico nel testo e nei firmatari all'emendamento 4.3 a prima Toninelli, non verrà posto in votazione.
  Comunica altresì che sono pervenute le seguenti richieste di aggiunta firma: il deputato Brunetta sottoscrive gli articoli aggiuntivi Gelmini 35.04 e 35.03, Paolo Russo 35.011, 35.012, 35.013 e 35.014, Centemero 35.017; il deputato Monchiero sottoscrive gli emendamenti a prima firma Mazziotti Di Celso 1.65, 2.116, 7.17, 9.4, 10.61, 12.42, 13.31, 28.1, 29.14, 30.4, 30.10, 30.11, 30.13, 30.15, 30.16, 30.24, 30.30, 30.31, 30.34, 30.35, 30.46, 30.47, 31.7, 32.14, 32.16 e 36.5; il deputato Bindi sottoscrive le proposte emendative: Lattuca 1.01, D'Attorre 1.02, Lattuca 3.16, Giorgis 3.10, Lauricella 7.8, Giorgis 7.20, Lattuca 8.08, Giorgis 12.46, Lauricella 13.1, Giorgis 13.16 e 13.19, Lauricella 13.27, Lauricella 15.15, Lauricella 16.10, Giorgis 25.4, Nicoletti 25.9, Mazziotti Di Celso 26.03, D'Attorre 30.36, Lauricella 30.37, Roberta Agostini 30.51, Roberta Agostini 38.14, 38.12 e 38.13; il deputato Fabbri sottoscrive gli emendamenti 1.29 Giorgis, 2.21 Lauricella, 2.59 Piccione, 2.117 Giorgis, 8.3 Giorgis, 10.77 Giorgis, 12.6 Lauricella, 12.8 Piccione, 12.43 Lauricella, 12.46 Giorgis, 13.5 Piccione, 13.19 Giorgis, 14.5 Giorgis, 14.6 Gasparini e 14.8 Piccione; il deputato Bruno Bossio sottoscrive l'emendamento Lauricella 19.07; i deputati Quartapelle Procopio, Bonomo, Berlinghieri e Sgambato sottoscrivono gli emendamenti Ascani 30.20 e 30.142; il deputato Mazziotti Di Celso sottoscrive l'emendamento Famiglietti 30.66; il deputato Gigli sottoscrive gli emendamenti De Mita 1,48, 2.42, 3.2, 10.93, 17.5, 21.31, 30.70, 30.71, 30.72, 37.22 e 38.3. Comunica, infine, che il deputato Boccadutri ritira il proprio emendamento 39.6.

  La seduta, sospesa alle 11.55, riprende alle 12.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, avverte che, non essendovi obiezioni, la Commissione inizierà l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, anche a nome del relatore, presidente Sisto, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 4.

  Il Ministro Maria Elena BOSCHI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Fraccaro 4.1.

Pag. 7

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 4.3, volto a limitare la deriva maggioritaria in relazione alla riscrittura della legge elettorale, prevedendo che essa venga approvata dal Parlamento a maggioranza dei due terzi dei votanti.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) non comprende il parere contrario espresso dai relatori e dal Governo sull'emendamento Toninelli 4.3, del quale condivide le finalità, che giudica volte a garantire tutto il Parlamento oltre che la cittadinanza. Chiede, pertanto, ai relatori di modificare il parere espresso o, in alternativa, di accantonare l'emendamento in esame.

  Stefano QUARANTA (SEL) interviene a favore dell'emendamento Toninelli 4.3, ritenendo che una sua reiezione da parte della Commissione sarebbe un atteggiamento poco democratico.

  Enzo LATTUCA (PD) interviene anch'egli sull'emendamento Toninelli 4.3, ritenendo non congruo prevedere lo stesso quorum per la revisione della Costituzione e per l'approvazione delle leggi elettorali. Dopo aver auspicato una rapida approvazione della legge elettorale per la Camera, osserva come l'articolo 13 del disegno di legge costituzionale in esame già preveda che le leggi disciplinanti l'elezione dei membri delle due Camere possano essere sottoposte, prima della loro promulgazione, al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte costituzionale. Ritiene quindi che tale previsione assicuri la conformità delle leggi elettorali al dettato della Carta fondamentale. Ricorda quindi come l'onorevole Bragantini abbia sostenuto l'approvazione di una legge elettorale promossa da un leader del suo partito, la quale si è poi dimostrata non perfettamente conforme al testo costituzionale. Osserva, infine, di non comprendere le ragioni per le quali il collega Toninelli ritenga che le disposizioni contenute nell'articolo 4 possano mutare la forma di Stato in Italia.

  La Commissione respinge l'emendamento Toninelli 4.3.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra la proposta emendativa D'Ambrosio 4.2, in qualità di cofirmatario.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, rileva che l'emendamento D'Ambrosio 4.2, concernendo, come sembrerebbe, l'elezione del Presidente della Camera dei deputati, dovrebbe essere riferibile più correttamente all'articolo 5, recante modifiche all'articolo 63 della Costituzione, anziché all'articolo 4, concernente l'articolo 60 della Costituzione. Qualora tale interpretazione fosse corretta, ritiene che la predetta proposta emendativa andrebbe accantonata, per essere ricollocata poi tra gli emendamenti riferiti all'articolo 5 del provvedimento in esame.

  Danilo TONINELLI (M5S) osserva che, pur non essendo lui il primo firmatario dell'emendamento D'Ambrosio 4.2, lo stesso sia da riferire senz'altro all'elezione del Presidente della Camera.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, alla luce di quanto testé chiarito dal deputato Toninelli, propone un accantonamento dell'emendamento D'Ambrosio 4.2, al fine di una sua ricollocazione nell'ambito dell'articolo 5 del disegno di legge in esame.

  La Commissione concorda.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.02, segnalando che lo stesso è teso a evitare che a ridosso di nuove elezioni politiche siano approvate nuove leggi elettorali.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Toninelli 4.02.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra il suo articolo aggiuntivo 4.04, segnalando che la ratio dello stesso è la medesima della precedente proposta emendativa.

Pag. 8

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Toninelli 4.04, 4.05 e 4.01.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, comunica che si procederà all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) chiede alla presidenza se sia possibile avere contezza di quale sarà la successione degli articoli che saranno esaminati in Commissione.

  Danilo TONINELLI (M5S) concorda con il collega Bragantini, osservando che nel corso dell'esame di un disegno di legge di revisione costituzionale è necessario seguire una linearità nella discussione degli articoli. Reputa quindi necessario non procedere «a singhiozzo» nell'esame degli stessi, prospettando anche l'opportunità della convocazione di un apposito ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, chiarisce che nella scelta degli articoli da esaminare preventivamente bisogna valutare la loro «autonomia» nei confronti del resto del testo, in modo tale che le prime votazioni non interferiscano con la votazione dei successivi articoli, fermo restando che l'esame in sede referente è informato, oltre che ai criteri di economicità procedurale, ai principi di flessibilità e di informalità.
  Osserva quindi che l'articolo 5 ha appunto taluni contenuti che possono condizionare altri articoli del disegno di legge, per la qual ragione si è ritenuto preferibile procedere all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6. Ritiene comunque che nel prosieguo dei lavori, man mano che saranno affrontati i diversi argomenti oggetto del presente progetto di riforma, sarà possibile avere maggiore contezza in merito alla scansione temporale con la quale saranno esaminati tutti gli articoli del provvedimento.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, esprime, anche a nome del relatore, presidente Sisto, parere contrario sugli emendamenti Cozzolino 6.28, Toninelli 6.1 e 6.2, Bianconi 6.3, Toninelli 6.4, Costantino 6.5 e Toninelli 6.6 e 6.7. Propone quindi l'accantonamento degli emendamenti Lattuca 6.8. Dorina Bianchi 6.9 e Scotto 6.10. Esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Toninelli 6.11, Dadone 6.12 e Scotto 6.13. Invita quindi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dell'emendamento Piccione 6.14. Esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Toninelli 6.15 e 6.16, Dadone 6.17 e 6.18 e Lombardi 6.19. Invita quindi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dell'emendamento Fabbri 6.20. Esprime, poi, parere contrario sull'emendamento Dadone 6.21 e sugli articoli aggiuntivi D'Ambrosio 6.01, 6.02 e 6.03. Esprime, infine, parere contrario sull'articolo aggiuntivo Quaranta 6.04.

  Il ministro Maria Elena BOSCHI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  La Commissione respinge l'emendamento Cozzolino 6.28.
  La Commissione delibera di accantonare gli emendamenti Lattuca 6.8. Dorina Bianchi 6.9 e Scotto 6.10.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra la ratio della sua proposta emendativa 6.1, auspicandone l'approvazione. Osserva quindi che, essendo i regolamenti di ciascuna Camera posti anche a garanzia delle minoranze e di tutti i membri del Parlamento, è necessario elevare a due terzi dei componenti delle stesse la maggioranza necessaria per adottarli. Chiede quindi ai relatori e al Governo di rappresentare le ragioni per le quali hanno espresso parere contrario su tale emendamento.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) si dichiara favorevole all'emendamento Toninelli 6.1, non comprendendo le motivazioni del parere contrario espresso su di esso dai relatori e dal Governo.Pag. 9
  Rileva, infatti, che lo stesso è sostanzialmente identico al testo approvato dal Senato, introducendo solo una maggioranza più elevata dei componenti di ciascuna Camera per adottare i propri regolamenti. Osserva, quindi, che questa proposta emendativa permette la tutela anche delle minoranze, qualunque sarà la legge elettorale approvata, essendo quindi tale soglia funzionale alla democrazia, nel solco di quella che è la tradizione occidentale.

  La Commissione respinge l'emendamento Toninelli 6.1.

  Danilo TONINELLI (M5S), nell'illustrare l'emendamento 6.2 di cui è primo firmatario, osserva come la previsione della maggioranza assoluta non sia più sufficiente in una situazione come quella odierna e come quella che si sta delineando con la legge elettorale approvata dalla Camera. L'emendamento, quindi, propone nella sua prima parte la previsione della maggioranza dei due terzi dei voti espressi per l'adozione dei regolamenti parlamentari.
  Nella seconda parte dell'emendamento si propone l'inserimento in Costituzione di norme di garanzia per le opposizioni con l'affidamento a loro di spazi, mentre oggi tale previsione è affidata alla scelta della maggioranza. Si tratta di porre fine a una prassi che viola le regole del gioco democratico e di creare uno Statuto dell'opposizione.

  La Commissione respinge l'emendamento Toninelli 6.2.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL), accogliendo l'invito dei relatori, ritira l'emendamento Bianconi 6.3 di cui è firmataria.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, osserva che l'emendamento Toninelli 6.4, come anche i successivi emendamenti Toninelli 6.7 e Dadone 6.18, tratta materia analoga a quella degli emendamenti Lattuca 6.8, Dorina Bianchi 6.9 e Scotto 6.10 di cui i relatori hanno proposto l'accantonamento. Rileva altresì che l'emendamento Toninelli 6.15 è identico, nella parte consequenziale, al secondo comma del capoverso dell'emendamento Toninelli 6.7. Propone, quindi, anche l'accantonamento degli emendamenti Toninelli 6.4, 6.7 e 6.15 e dell'emendamento Dadone 6.18.

  La Commissione acconsente.

  Celeste COSTANTINO (SEL) ritira l'emendamento 6.5, di cui è prima firmataria.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra l'emendamento 6.6, di cui è primo firmatario, le cui motivazioni sono le stesse dell'emendamento 6.1. Precisa, quindi, che con l'emendamento 6.6 ci si limita a prevedere la maggioranza dei due terzi invece della maggioranza assoluta per l'adozione dei regolamenti parlamentari.

  La Commissione respinge l'emendamento Toninelli 6.6.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra l'emendamento 6.11, di cui è primo firmatario, che va nella direzione di porre dei limiti a quella deriva che sta portando il potere legislativo in capo al Governo, diventato il comitato direttivo del Parlamento che si è trasformato, a sua volta, nel comitato esecutivo del Governo. L'emendamento prevede, infatti, limiti alla posizione della questione di fiducia da parte del Governo e propone di riservare adeguati spazi all'opposizione nella formazione dell'ordine del giorno e nell'organizzazione dei lavori che oggi, pur formalmente affidati al presidente dell'organo parlamentare in mancanza della prescritta maggioranza, in realtà è appannaggio del Governo.

  La Commissione respinge l'emendamento Toninelli 6.11.

  Federica DIENI (M5S) illustra l'emendamento Dadone 6.12, di cui è firmataria, teso a ripristinare il testo vigente del Pag. 10quarto comma dell'articolo 64 della Costituzione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Dieni 6.12 e Scotto 6.13.

  Teresa PICCIONE (PD), accogliendo l'invito dei relatori, ritira il suo emendamento 6.14.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra l'emendamento 6.16, di cui è primo firmatario, volto a sostituire «il dovere» con «l'obbligo» per i parlamentari di partecipare alle sedute previsto dal testo del disegno di legge, come approvato dal Senato. Quella attuale è a suo avviso una prescrizione non perentoria, mentre andrebbe valorizzato il lavoro della Commissioni parlamentari, svilito da decisioni che vengono prese fuori dalle Aule parlamentari.

  Enzo LATTUCA (PD) osserva che spesso i parlamentari del gruppo del Movimento 5 Stelle hanno deciso di abbandonare i lavori dell'Aula, andando, con tale comportamento, in contrasto con l'obbligatorietà che propongono con il loro emendamento.

  Celeste COSTANTINO (SEL) dichiara il voto favorevole del suo gruppo all'emendamento Toninelli 6.16, simile a un emendamento presentato dal suo gruppo. A suo avviso, va valorizzata la partecipazione dei parlamentari al lavoro delle Commissioni e non comprende, quindi, l'atteggiamento del collega Lattuca.

  Enzo LATTUCA (PD) sottolinea la bontà della disposizione inserita dal disegno di legge in oggetto, che richiama i parlamentari al senso del dovere, rispetto al testo vigente. La sua contrarietà alla previsione dell'obbligo nasce dalla constatazione che la scelta di un singolo parlamentare di non partecipare ai lavori della Commissione è spesso una scelta che ha un valore politico di dissenso.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL) osserva che il richiamo al dovere è più consono ai valori costituzionali. L'obbligo è un qualcosa che evoca più propriamente uno Stato di polizia.

  Celeste COSTANTINO (SEL) rileva che sono altre le forme in cui in questa legislatura si è esplicata l'ombra di uno Stato di polizia.

  Danilo TONINELLI (M5S) evidenzia che lo scopo del suo emendamento è quello di rendere chiara una norma, in modo conforme alla nitidezza delle norme della Costituzione vigente.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, ricorda che il testo attuale del disegno di legge è stato inserito al Senato con l'approvazione di un emendamento del gruppo del Movimento 5 Stelle.

   Danilo TONINELLI (M5S) invita il presidente ad astenersi da commenti politici.

   Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, osserva che il suo non era un intento polemico, ma solo quello di evidenziare i meriti del gruppo del Movimento 5 Stelle nel proporre l'emendamento approvato dal Senato.

  La Commissione respinge l'emendamento Toninelli 6.16.

  Federica DIENI (M5S) illustra l'emendamento Dadone 6.17, di cui è firmataria, teso a garantire che alle minoranze sia affidata la presidenza di Commissioni con compiti ispettivi, di inchiesta, di controllo o di garanzia.

  La Commissione respinge l'emendamento Dadone 6.17.

  Roberta LOMBARDI (M5S) illustra l'emendamento 6.19, di cui è prima firmataria, volto a prevedere sanzioni per la trasgressione al dovere di partecipare alle sedute delle Commissioni parlamentari.

Pag. 11

  La Commissione respinge l'emendamento Lombardi 6.19.

  Marilena FABBRI (PD) chiede l'accantonamento dell'emendamento 6.20, di cui è prima firmataria, per esaminarlo insieme agli emendamenti che riguardano il Senato.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, ribadisce il suo invito al ritiro dell'emendamento 6.20, chiarendo che, con riferimento al nuovo Senato, stante la previsione di elezioni di secondo grado di consiglieri e sindaci, non si può prevedere l'eventualità di sostituzioni.
   Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, concordando con il collega Fiano, sottolinea che si pone una questione di legittimità a sostituire un membro eletto, anche se con elezioni di secondo grado.

  Alfredo D'ATTORRE (PD) ritiene che sarebbe più saggio discutere l'emendamento Fabbri 6.20 quando si affronterà il tema della composizione del Senato, poiché esistono proposte emendative che, nell'introdurre il modello tedesco, hanno contenuto analogo all'emendamento in esame.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, ritiene che il problema affrontato dalla proposta emendativa in discussione, riguardante il concetto di membro vicario dei senatori titolari di cariche monocratiche, è dotato di una sua autonomia e pertanto può essere esaminato e votato in questa sede.

  Andrea GIORGIS (PD), premettendo che non è sua intenzione rallentare i lavori della Commissione, segnala tuttavia che si sta discutendo di un emendamento riguardante il Senato senza sapere quale sarà il nuovo Senato che risulterà dalla discussione delle proposte emendative ancora da esaminare. Ritiene, pertanto, che sarebbe più utile accantonare l'emendamento Fabbri 6.20. Fa presente, peraltro, alla collega Fabbri che, ritirando il suo emendamento, permetterebbe di discutere le ragioni ad esso sottese nel dibattito che si terrà in Assemblea.

  Danilo TONINELLI (M5S) rileva che, come ricordato dal collega Giorgis, si sta discutendo di un emendamento che riguarda il Senato senza sapere se tale organo, all'esito dell'esame delle proposte emendative, sarà o meno di natura elettiva, circostanza, questa, che costituisce il nodo centrale della riforma in discussione. Poiché, a suo avviso, tutti gli emendamenti in discussione sono in qualche modo collegati, insiste nella sua richiesta di avere dalla presidenza un quadro definito di come procederanno i lavori della Commissione.

  Marilena FABBRI (PD) ritira il suo emendamento 6.20.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, nel ricordare che è diritto di ciascun deputato ritirare o meno un emendamento, osserva che i lavori della Commissione si svolgeranno garantendo un adeguato spazio per il dibattito.

  Giuseppe BRESCIA (M5S), intervenendo sull'emendamento Dadone 6.21, di cui è cofirmatario, ne illustra la finalità volta a sancire la decadenza dallo status di deputato di chi ha reiteratamente violato l'obbligo di partecipare ai lavori parlamentari e ne raccomanda l'approvazione.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Dadone 6.21.

  Danilo TONINELLI (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.01, di cui è cofirmatario, ne illustra la finalità, ricordando che tale proposta emendativa ripropone in parte una proposta di legge di iniziativa parlamentare corredata di trecentocinquanta mila firme. Ricorda che l'articolo aggiuntivo è finalizzato a limitare la creazione di una «ragnatela» di potere che ha viziato il nostro sistema politico. Fa presente, inoltre, che la proposta emendativa limita la possibilità per i parlamentari di ricoprire tale Pag. 12carica per oltre due mandati e quindi non consente loro di assumere per un periodo di più di dieci anni l'incarico di deputato o di senatore.

  Stefano QUARANTA (SEL), intervenendo sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.01, evidenzia che il tema allo stesso sotteso è, a suo avviso, particolarmente interessante. Nel fare presente che sarebbero i partirti politici a doversi dare regole in materia, preannuncia il suo voto favorevole.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, replicando al collega Toninelli, ricorda che non è certo che due mandati parlamentari durino effettivamente dieci anni e, replicando al collega Quaranta, segnala che il Partito Democratico ha già adottato nel suo statuto norme che regolano la questione oggetto dell'articolo aggiuntivo in discussione.

  Rosy BINDI (PD) fa presente che solo la Costituzione del Costa Rica prevede un numero limitato di mandati parlamentari. Segnala che è incostituzionale prevedere una norma, quale quella oggetto dell'articolo aggiuntivo in discussione, poiché essa costituisce una limitazione ai diritti all'elettorato passivo dei cittadini. Si tratta di un tema che dovrebbe, a suo avviso, essere disciplinato dai regolamenti interni delle forza politiche e non contenuto in una disposizione di natura costituzionale.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) segnala che il capogruppo in Commissione del Partito Democratico ha appena affermato che il suo gruppo è dotato di uno statuto rispettato da tutti i componenti ma è appena intervenuta la collega Bindi dando evidente dimostrazione che tale affermazione non corrisponde a verità, poiché sta ricoprendo il suo ruolo di deputato ben oltre il limite temporale previsto dallo statuto citato.

  Rosy BINDI (PD), replicando al collega Brescia, fa presente che il suo attuale status di deputato è pienamente conforme alle regole dello statuto del Partito Democratico.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) segnala che, quanto all'elettorato attivo, il Partito Democratico, come gli altri partiti sulla scena politica italiana degli ultimi anni, hanno precluso la possibilità dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti e osserva che tale partito si è dato uno statuto che poi non viene effettivamente rispettato.

  Rosy BINDI (PD) rileva che nello statuto del Partito Democratico è previsto che si possa assumere la carica di parlamentare per un periodo massimo di quindici anni, salva la possibilità della direzione del partito stesso di concedere deroghe a tale principio, a determinate condizioni. Pur comprendendo che chi fa parte di un partito politico che non ha uno statuto non sia in grado di cogliere l'importanza delle questioni in discussione, segnala che saranno gli elettori del Movimento 5 Stelle a non concedere ai deputati di quel gruppo la possibilità di ritornare in futuro a sedere in Parlamento.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, invita i colleghi a focalizzare la discussione sulla proposta emendativa D'Ambrosio 6.01.

  Roberta LOMBARDI (M5S) osserva che i colleghi del suo gruppo non hanno interesse al fatto che i cittadini non daranno loro un'altra possibilità di assumere la carica di deputato, poiché non sono, come altri colleghi, incollati alla poltrona di parlamentare. Ritiene che lo statuto del Partito Democratico, nel quale sono contenute regole e relative deroghe, costituisce una vera e propria presa in giro.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.01.

  Danilo TONINELLI (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.02, di cui è cofirmatario, ne illustra la finalità volta a evitare che continui a sopravvivere un sistema politico caratterizzato Pag. 13dal fatto di essere di natura clientelare e nepotistica.

  Matteo BRAGANTINI (LNA), intervenendo sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.02, ne condivide la finalità, ma ritiene che tale norma vada corretta nella sua formulazione, che considera troppo generica, in quanto può essere punitiva nei confronti di chi facendo politica tiene comportamenti di opposizione non violenta e, inoltre, può portare a un'eccessiva sanzione nei confronti di chi, anche in gioventù, ha commesso reati di lieve entità.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.02.

  Danilo TONINELLI (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.03, di cui è cofirmatario, ne illustra la finalità raccomandandone l'approvazione.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.03.

  Stefano QUARANTA (SEL), intervenendo sul suo articolo aggiuntivo 6.04, ne raccomanda l'approvazione illustrandone la finalità, volta ad introdurre tra i casi di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità con l'ufficio di parlamentare determinati dalla legge anche quelli di conflitto di interessi.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Quaranta 6.04.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, comunica che la seduta sarà sospesa, per riprendere alle 14.45 con l'esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n. 168 del 2014 all'ordine del giorno, per proseguire poi con l'esame dei progetti di legge costituzionale di revisione della parte seconda della Costituzione.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) chiede che alla ripresa dei lavori la presidenza fornisca alla Commissione un quadro completo degli articoli da discutere nel prosieguo dei lavori.

  Celeste COSTANTINO (SEL) si associa alla richiesta del collega Matteo Bragantini.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, fa presente che alla ripresa dei lavori si passerà all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 9, per passare poi agli articoli 17, 18 e 27. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.40.

SEDE REFERENTE

  Martedì 2 dicembre 2014. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO. – Intervengono il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici e il sottosegretario di Stato per le per l'interno Filippo Bubbico.

  La seduta comincia alle 14.50.

DL 168/2014: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica.
C. 2727 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 novembre 2014.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, comunica che sono state presentate 13 proposte emendative (vedi allegato)
  Ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non Pag. 14possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera.
  Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo».
  La necessità di rispettare rigorosamente tali criteri si impone ancor più a seguito delle sentenze della Corte costituzionale n. 32 del 2014 e n. 22 del 2012 e di alcuni richiami del Presidente della Repubblica (messaggio del 29 marzo 2002, lettere ai Presidenti delle Camere del 23 febbraio 2012 e del 27 dicembre 2013).
  Alla luce dei predetti criteri, è dunque da considerarsi inammissibile l'articolo aggiuntivo Manzi 2.01, che detta norme in materia di credito d'imposta per imprese di esercizio cinematografico.
  Invita il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il prescritto parere.

  Teresa PICCIONE (PD), relatore, con riferimento all'articolo 1, esprime parere favorevole sull'emendamento Sibilia 1.1, se riformulato nei termini riportati in allegato. Su tutti gli altri emendamenti riferiti all'articolo 1, invita i presentatori al ritiro, o altrimenti esprime parere contrario.
  Con riferimento all'articolo 2, invita i presentatori di tutti gli emendamenti al ritiro, o altrimenti esprime parere contrario.

  Il viceministro Filippo BUBBICO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Federica DIENI (M5S) sottoscrive l'emendamento Sibilia 1.1 e accetta la riformulazione proposta dalla relatrice.

  La Commissione approva l'emendamento Sibilia 1.1 (nuova formulazione) (vedi allegato).

  Francesco Paolo SISTO, presidente, avverte che in seguito all'approvazione dell'emendamento Sibilia 1.1 (nuova formulazione), interamente soppressivo dell'articolo 1, risultano preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 1.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL) ritira il suo emendamento 2.1.

  Federica DIENI (M5S) sottoscrive l'emendamento Sibilia 2.2 e lo ritira.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, non essendo presente il presentatore dell'emendamento Matteo Bragantini 2.3, si intende che vi abbia rinunciato.
  Avverte che il testo risultante dall'approvazione dell'emendamento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione del prescritto parere.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta, sospesa alle 15, riprende alle 15.15.

Revisione della parte seconda della Costituzione.
Testo base C. 2613 cost. Governo, approvato dal Senato, C. 8 cost. d'iniziativa popolare, C. 14 cost. d'iniziativa popolare, C. 21 cost. Vignali, C. 32 cost. Cirielli, C. 33 cost. Cirielli, C. 34 cost. Cirielli, C. 148 cost. Causi, C. 177 cost. Pisicchio, C. 178 cost. Pisicchio, C. 179 cost. Pisicchio, C. 180 cost. Pisicchio, C. 243 cost. Giachetti, C. 247 cost. Scotto, C. 284 cost. Francesco Sanna, C. 355 cost. Lenzi, C. 379 cost. Bressa, C. 398 cost. Caparini, C. 399 cost. Caparini, C. 466 cost. Vaccaro, C. 568 cost. Laffranco, C. 579 cost. Palmizio, C. 580 cost. Palmizio, C. 581 cost. Palmizio, C. 582 cost. Palmizio, C. 757 cost. Giancarlo Giorgetti, C. 758 cost. Giancarlo Giorgetti, C. 839 cost. La Russa, C. 861 cost. Pag. 15Abrignani, C. 939 cost. Toninelli, C. 1002 cost. Gianluca Pini, C. 1319 cost. Giorgia Meloni, C. 1439 cost. Migliore, C. 1543 cost. Governo, C. 1660 cost. Bonafede, C. 1706 cost. Pierdomenico Martino, C. 1748 cost. Brambilla, C. 1925 cost. Giancarlo Giorgetti, C. 1953 cost. Cirielli, C. 2051 cost. Valiante, C. 2147 cost. Quaranta, C. 2221 cost. Lacquaniti, C. 2227 cost. Civati, C. 2293 cost. Bossi, C. 2329 cost. Lauricella, C. 2338 cost. Dadone, C. 2378 cost. Giorgis, C. 2402 cost. La Russa, C. 2423 cost. Rubinato, C. 2441 cost. Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, C. 2458 cost. Matteo Bragantini, C. 2462 cost. Civati e C. 2499 cost. Francesco Sanna.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, avverte che si passerà all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 9. Esprime, anche a nome del relatore Fiano, parere contrario sull'emendamento Dadone 9.1, mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, i presentatori dell'emendamento Bianconi 9.2. Esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti Lombardi 9.9, Quaranta 9.3 nonché sugli emendamenti Mazziotti Di Celso 9.4, Fraccaro 9.5, 9.6 e 9.7, nonché sull'emendamento Dadone 9.8.

  Il Ministro Maria Elena BOSCHI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra l'emendamento Dadone 9.1, di cui è cofirmatario, con il quale il suo gruppo chiede la soppressione dell'articolo 9 del provvedimento, nell'ottica di un complessivo giudizio negativo sulla riforma del bicameralismo operata dal provvedimento stesso.

  La Commissione respinge l'emendamento Dadone 9.1.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Bianconi 9.2, s'intende vi abbiano rinunciato.

  Roberta LOMBARDI (M5S), illustra il suo emendamento 9.9, il quale è volto a evitare la situazione paradossale per cui i membri di uno stesso organo parlamentare percepirebbero indennità di importo diverso. Ritiene, inoltre, che il complessivo impianto della riforma del bicameralismo recata dal provvedimento in esame, analogamente a quanto accaduto per le province, avrà effetti distorsivi rispetto all'intento del Governo, determinando un complessivo aumento dei costi della politica.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, chiede chiarimenti circa il significato delle parole «identica indennità» contenuta nel testo dell'emendamento.

  Roberta LOMBARDI (M5S) segnala come la parola «identica» debba essere considerata come una mera ridondanza.

  La Commissione respinge l'emendamento Lombardi 9.9.

  Stefano QUARANTA (SEL) illustra il suo emendamento 9.3, il cui fine è l'estensione dell'indennità riconosciuta ai membri della Camera dei deputati anche ai senatori a vita di nomina presidenziale.

  La Commissione respinge l'emendamento Quaranta 9.3.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Mazziotti Di Celso 9.4, s'intende vi abbiano rinunciato.

  Danilo TONINELLI (M5S), illustra l'emendamento Fraccaro 9.5, il quale, nell'affermare un principio di ragionevolezza ed equità, mira a far sì che l'indennità mensile stabilita per i membri della Camera dei deputati non possa eccedere tre volte lo stipendio medio nazionale.

  La Commissione respinge l'emendamento Fraccaro 9.5.

Pag. 16

  Giuseppe D'AMBROSIO (M5S) con riferimento all'emendamento Fraccaro 9.6, di cui è cofirmatario, ritiene che lo stesso, prevedendo che l'indennità da parlamentare sia sospesa in caso di arresto ovvero di privazione della libertà personale, possa contribuire a ridare autorevolezza e credibilità alla classe politica, rispetto alla quale i cittadini dimostrano un crescente distacco. Ricorda, a tale riguardo, come ciò sia ampiamente dimostrato dal forte astensionismo verificatosi in occasione delle recenti consultazioni elettorali. Raccomanda, quindi, l'approvazione dell'emendamento Fraccaro 9.6.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, nel confermare il proprio parere contrario sull'emendamento Fraccaro 9.6, evidenzia come esso si ponga in contrasto con un principio di garanzia per tutti i cittadini, pilastro fondamentale del sistema giuridico italiano, giacché propone la sospensione dell'indennità da parlamentare in un momento precedente al passaggio in giudicato di una sentenza di condanna.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) dichiara come, pur condividendo sostanzialmente la ratio sottesa all'emendamento Fraccaro 9.6, il suo gruppo esprimerà voto contrario. Ritiene infatti che, prevedendo la sospensione dell'indennità da parlamentare a seguito della semplice richiesta di arresto da parte della magistratura, l'emendamento stesso rischi di sbilanciare a favore del potere giudiziario l'equilibrio tra i poteri dello Stato.

  Celeste COSTANTINO (SEL) preannuncia il voto contrario del suo gruppo, sottolineando come, nonostante la ragionevolezza delle motivazioni alla base dell'emendamento, la sua formulazione risulti fortemente lesiva del fondamentale principio di garanzia nei confronti del potere giudiziario.

  Giuseppe D'AMBROSIO (M5S) con riferimento all'emendamento Fraccaro 9.6, di cui è cofirmatario, segnala come esso preveda la sospensione dell'indennità da parlamentare solo a seguito dell'arresto ovvero di altra misura di detenzione. Nel ricordare come a tutti i cittadini sia richiesta, per l'accesso ai posti di lavoro, la certificazione relativa ai procedimenti penali a loro carico, sottolinea come la misura della sospensione, prevista dall'emendamento, sia del tutto ragionevole e non si ponga come soluzione «antipolitica».

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, nel chiarire le ragioni del parere contrario espresso sull'emendamento Fraccaro 9.6, rileva come esso si ponga in contrasto in primo luogo con la presunzione di non colpevolezza dell'imputato sino alla condanna definitiva, stabilita dall'articolo 27 della Costituzione. Evidenzia, inoltre, come la modifica proposta dall'emendamento si porrebbe in contrasto con quanto stabilito dalle disposizioni in materia di pubblico impiego che non prevedono la sospensione del trattamento economico dei pubblici dipendenti in caso di procedimento penale instaurato nei loro confronti e come, più in generale, esso comporterebbe una grave lesione del deputato che sarebbe privato di un'indennità a fronte di provvedimenti di natura meramente cautelare.

  Teresa PICCIONE (PD) con riferimento all'emendamento Fraccaro 9.6, nel condividere le considerazioni svolte dal presidente Sisto, ritiene che l'applicazione della sospensione dell'indennità in una fase così anticipata del procedimento giudiziario potrebbe comportare la successiva proposizione di un'azione risarcitoria da parte dei soggetti interessati.

  Francesco SANNA (PD) ricorda come il tema della riduzione dell'indennità da parlamentare per i soggetti destinatari di provvedimenti che comportino l'applicazione di misure cautelari è attualmente all'attenzione dell'Ufficio di presidenza della Camera.

  La Commissione respinge l'emendamento Fraccaro 9.6.

Pag. 17

  Emanuele FIANO (PD), relatore, intervenendo sull'ordine dei lavori, nello scusarsi con il deputato Mazziotti Di Celso, il cui emendamento 9.4 è stato precedentemente dichiarato decaduto per assenza dei presentatori, dichiara che, ove fosse stato richiesto dai presentatori, egli sarebbe stato disponibile all'accantonamento dell'emendamento stesso.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, nel condividere le valutazioni del relatore Fiano sull'emendamento Mazziotti Di Celso 9.4, avverte il presentatore che potrà comunque illustrare le finalità del suo emendamento al termine dell'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 9.

  La Commissione con distinte votazioni respinge gli emendamenti Fraccaro 9.7, e Dadone 9.8.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) interviene per ricordare le finalità del suo emendamento 9.4, già dichiarato decaduto, il quale era volto ad affrontare la questione, costantemente all'attenzione dell'opinione pubblica, della ragionevolezza dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento cessati dalla carica, uniformandoli a principi di equità e proporzionalità. Nel ricordare come la tematica in esame sia oggetto di un progetto di legge costituzionale presentato dal suo gruppo, preannuncia la ripresentazione del suo emendamento 9.4 nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, avverte che si passerà all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 17.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, anche a nome del relatore, presidente Sisto, esprime parere contrario sugli emendamenti D'Ambrosio 17.1, Matteo Bragantini 17.2, Costantino 17.3 e 17.4 e De Mita 17.5.

  Il ministro Maria Elena BOSCHI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Giuseppe D'AMBROSIO (M5S), intervenendo sul suo emendamento 17.1, soppressivo dell'articolo 17, dopo aver ricordato la posizione del Movimento 5 Stelle, di netta contrarietà nei confronti di qualsiasi guerra, evidenzia che l'eventuale deliberazione dello stato di guerra dovrebbe essere comunque condivisa e quanto più ampia possibile e che, pertanto, non ha senso escludere il Senato.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento D'Ambrosio 17.1, che si fonda sulla stessa ratio del suo emendamento 17.2, volto anch'esso a coinvolgere entrambe le Camere nella deliberazione dello stato di guerra. Chiede, pertanto, alla presidenza di procedere all'accantonamento dell'emendamento in esame, al fine di svolgere un ulteriore approfondimento.

  Celeste COSTANTINO (SEL) fa presente che anche il suo gruppo ha presentato proposte emendative che si pongono la medesima finalità dei suddetti emendamenti presentati all'articolo 17. Si associa, pertanto, alla richiesta di accantonamento formulata dal deputato Matteo Bragantini.

  Danilo TONINELLI (M5S) ritiene non giustificabile il fatto che il nuovo Senato, come configurato dal provvedimento in esame, sia escluso dal procedimento di deliberazione dello stato di guerra. Chiede, dunque, ai relatori di motivare il mancato accoglimento della richiesta di accantonamento.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, rileva come l'esame delle proposte emendative concernenti la deliberazione dello stato di guerra sia assolutamente non problematica, trattandosi di un argomento che non appare strettamente connesso ad altri temi fondamentali della riforma, quali le competenze delle due Camere e il procedimento legislativo. Precisa, altresì, Pag. 18che la scelta di attribuire la competenza circa la deliberazione dello stato di guerra alla sola Camera dei deputati dipende essenzialmente dal fatto che solo quest'ultima è legata al Governo da un rapporto di tipo fiduciario.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, associandosi alle considerazioni svolte dal presidente Sisto, esprime la propria netta contrarietà sull'ipotesi di coinvolgere anche il Senato, così come configurato dal progetto di legge costituzionale in esame, nella deliberazione dello stato di guerra.

  Il ministro Maria Elena BOSCHI concorda con le motivazioni fornite dai relatori.

  La Commissione respinge l'emendamento D'Ambrosio 17.1.

  Matteo BRAGANTINI (LNA), intervenendo sul suo emendamento 17.2, ribadisce la richiesta di accantonamento delle proposte emendative relative all'articolo 17, non ritenendo convincenti le motivazioni addotte dai relatori nel respingere tale richiesta. Al riguardo, rileva come vi siano, invece, relazioni tra le modifiche apportate all'articolo 78 della Costituzione e le altre parti del provvedimento. Si domanda, ad esempio, cosa accadrebbe qualora fosse reintrodotto il bicameralismo perfetto: a quel punto, sarebbe assurdo escludere il Senato dalla deliberazione dello stato di guerra. Né, a suo avviso, è sufficiente la spiegazione per cui quest'ultima competenza spetta alla sola Camera dei deputati in virtù del voto di fiducia al Governo.

  Stefano QUARANTA (SEL) si associa alle riflessioni svolte dai deputati intervenuti precedentemente del dibattito, facendo altresì presente che nel progetto in esame si prevede che del Senato facciano parte anche i senatori a vita e gli ex Presidenti della Repubblica i quali, sulla base della formulazione dell'articolo 17, sarebbero esclusi dalla deliberazione dello stato di guerra. Ritiene, inoltre, che rappresenti un brutto segnale il fatto di non accogliere la richiesta di accantonamento, evidenziando come vi sia un rapporto di connessione tra l'argomento in oggetto e gli altri temi trattati dal provvedimento, per cui ritiene necessario che i lavori proseguano secondo un filo logico.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, rileva come nel dibattito si stiano intrecciando due questioni, una di metodo e l'altra di merito. Con specifico riferimento alle considerazioni per cui esiste un nesso fra tutte le parti del provvedimento, sottolinea che il modello che il Partito Democratico vuole sostenere si fonda essenzialmente sul superamento del bicameralismo paritario. Nell'ambito di questa scelta di base, ritiene che il conferimento del potere di deliberare lo stato di guerra in capo alla sola Camera, la quale vota la fiducia al Governo, sia assolutamente coerente.

  Danilo TONINELLI (M5S), dopo aver fatto notare l'atteggiamento di serietà e di responsabilità tenuto dalle forze politiche dell'opposizione nella seduta odierna, ritiene che i relatori e il Governo potrebbero mostrare una maggiore apertura verso proposte emendative che sostanzialmente non inficiano l'ossatura della riforma che la maggioranza propone.

  Francesco SANNA (PD) interviene a sostegno della formulazione utilizzata dall'articolo 17 del testo in esame, evidenziando come sia decisamente condivisibile la scelta di affidare la deliberazione dello stato di guerra a un atto monocamerale non legislativo. In pratica, la competenza sarebbe interamente in capo alla Camera, non potendo il Governo intervenire, ad esempio, con un decreto-legge.

  Danilo TONINELLI (M5S) fa presente che il ragionamento svolto dal deputato Sanna ha un suo fondamento solo se la scelta del legislatore ricadrà sull'approvazione di una legge elettorale di tipo proporzionale. In caso contrario, la maggioranza governativa deterrebbe tutti i poteri, compreso quello concernente la deliberazione Pag. 19dello stato di guerra, senza alcun coinvolgimento delle minoranze parlamentari. Ciò dimostra, a suo avviso, ancora una volta il nesso inscindibile che sussiste tra la riforma elettorale, da un lato, e la riforma costituzionale dall'altro.

  Stefano QUARANTA (SEL), pur non mettendo in discussione il fatto che sull'emendamento in oggetto possano esserci opinioni diverse, non condivide, tuttavia, il presupposto sul quale si fonda il ragionamento svolto dal relatore, deputato Fiano, secondo il quale la scelta verso il bicameralismo differenziato è già stata compiuta e non può, quindi, più essere messa in discussione.

  Matteo BRAGANTINI (LNA), giudica indispensabile che una decisione così grave e importante come la dichiarazione dello stato di guerra venga assunta con il consenso più ampio possibile.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, nel ritenere apprezzabili i contributi svolti dai colleghi intervenuti, propone l’ accantonamento degli emendamenti Matteo Bragantini 17.2, Costantino 17.3 e 17.4 e De Mita 17.5, auspicando che gli intendimenti della presidenza e del relatore volti a mantenere un clima aperto e disponibile siano intesi come un segnale di disponibilità al dibattito.

  La Commissione acconsente.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, avverte che si passa delle proposte emendative riferite all'articolo 27.

  Danilo TONINELLI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, lamenta l'organizzazione di questa prima fase di esame delle proposte emendative. Chiede, inoltre, una breve sospensione della seduta, al fine di consentire ai gruppi di valutare le proposte emendative presentate.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, replicando al collega Toninelli, fa presente che l'organizzazione dei lavori della Commissione è stata modificata a causa della decisione della Commissione di dare seguito alle richieste di accantonamento di alcune proposte emendative formulate dai colleghi appartenenti a vari gruppi. Quanto alla richiesta di sospensione dei lavori, segnala la sua intenzione di esaminarla solo dopo aver votato le proposte emendative riferite all'articolo 27.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, anche a nome del relatore, Presidente Sisto, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, i presentatori dell'articolo aggiuntivo Bianconi 27.01 ed esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Invernizzi 27.02. Chiede, infine, di accantonare l'articolo aggiuntivo Dorina Bianchi 27.03.

  Il ministro Maria Elena BOSCHI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Danilo TONINELLI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, ribadisce la richiesta di sospendere brevemente la seduta per consentire di valutare gli emendamenti in esame.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, nel sottolineare che non è previsto un termine di sospensione dei lavori per consentire ai gruppi di esaminare le proposte emendative in esame, ribadisce che il previsto programma dei lavori della Commissione è stato modificato a seguito della delibera della Commissione di dare seguito alla richiesta di accantonamento di alcune proposte emendative formulate dai colleghi. Fa nuovamente presente che, dopo la votazione dell'articolo 27, la presidenza valuterà l'organizzazione del prosieguo dei lavori della Commissione.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL) ritira l'articolo aggiuntivo Bianconi 27.01, di cui è cofirmataria.Pag. 20
  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Invernizzi 27.02.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, anche a nome del relatore, presidente Sisto, nel modificare il parere precedentemente espresso, invita al ritiro i presentatori dell'articolo aggiuntivo Dorina Bianchi 27.03.

  Il ministro Maria Elena BOSCHI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Dorina BIANCHI (NCD), dopo aver fatto presente che il suo articolo aggiuntivo 27.03 è finalizzato a prevedere che il Consiglio superiore della magistratura sia eletto da un organo che rappresenta la nazione, lo ritira, preannunciando che lo ripresenterà nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, dispone una breve sospensione della seduta.

  La seduta, sospesa alle 16.30, riprende alle 17.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, fa presente che i lavori della Commissione proseguiranno nella seduta già convocata per domani dopo la riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che avrà ad oggetto l'organizzazione del prosieguo dei lavori stessi.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.05.

Pag. 21