CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 novembre 2014
330.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 6 novembre 2014. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 9.40.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015).
C. 2679-bis Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.
C. 2680 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Relazioni favorevoli).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta del 5 novembre 2014.

  Marina BERLINGHIERI (PD), relatore, formula sui provvedimenti una proposta di relazioni favorevoli (vedi allegato).

  Paola CARINELLI (M5S) rileva come dai dati a disposizione e dalle dichiarazioni sui media, non si possa non notare che il disegno di legge di stabilità e il disegno di legge di bilancio differiscono dalle intenzioni iniziali del premier, visto che la Commissione Europea ha richiesto un correttivo al rapporto deficit/PIL pari allo 0,3 per cento e un aggiustamento al deficit strutturale di 0,2 punti.
  Questo correttivo ha ridotto la manovra di ben 4,5 miliardi. Di questi, 730 milioni di euro derivano dall'estensione del reverse charge (inversione contabile) alla grande distribuzione: questa manovra richiede l'approvazione di una deroga da parte del Consiglio dell'Unione europea ed è salvaguardata Pag. 324da un'apposita clausola che prevede l'ennesimo rincaro delle accise sui carburanti.
  È chiaro che comunque queste previsioni sono basate sull'incongruenza tra le previsioni di crescita del PIL presenti nel DEF e quelle della Commissione, con quest'ultima che ha tagliato al ribasso le stime di decrescita del Paese, con una previsione di un -0,4 per cento quest'anno e i +0,6 per cento l'anno prossimo. Prudenzialmente ha quindi richiesto i già citati aggiustamenti, che però potrebbero non bastare, visto che sia Bankitalia che l'ISTAT hanno valutato come non impattanti le misure contenute nella stabilità.
  Tra le altre misure presenti, si segnala lo split payment all'articolo 44, manovra che ha bisogno anch'essa del placet dell'UE. Tale misura prevede che la Pubblica Amministrazione non versi più l'IVA al fornitore, ma direttamente all'Erario. Sebbene la misura possa rientrare in un concetto di lotta all'evasione, si segnala che una misura del genere andrebbe a gravare ulteriormente sulla liquidità delle imprese, con devastanti effetti negativi sull'economia. Ma su questo aspetto specifico si focalizzeranno i colleghi della V commissione. Anche questa misura prevede la stessa clausola di salvaguardia del reverse charge, in caso di diniego da parte del Consiglio dell'Unione Europea.
  Vorrei invece concentrarmi sui flussi derivanti dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea: il dato previsionale per ogni singolo anno del triennio, come si evince dal ddl di bilancio, è pari a circa 24 miliardi di euro, dove ben 16 di questi derivano dal calcolo basato sulla quota IVA e sul Reddito Nazionale Lordo, con un incremento di 700 milioni rispetto all'assestato dell'anno 2014.
  La quota derivante dai dazi doganali e contributi zucchero è invece pari a 2,2 miliardi, con un incremento sull'assestato di 200 milioni.
  Sebbene il saldo netto sulla programmazione 2014-2020, sia in termini percentuali, sia in termini assoluti, migliori rispetto alla precedente programmazione 2007-2013, non si può non sottolineare ancora una volta come l'Italia sia un contribuente netto negativo dell'Unione Europea. In virtù dei negoziati e dell'Accordo di partenariato recentemente approvato, l'Italia potrà godere di 130 miliardi di euro così ripartiti: 43,8 miliardi di fondi comunitari; 42,4 miliardi di cofinanziamento (32,2 dallo Stato e 10,2 dalle Regioni); 43,8 miliardi al Fondo di Sviluppo e Coesione. Tali finanziamenti includono i fondi della PAC (politica agricola comunitaria) e della pesca.
  Come si evince dal bollettino della Ragioneria di Stato, l'anno scorso l'Italia ha versato all'UE circa 17 miliardi di euro, a fronte di un rientro pari a 11,9 miliardi, comprensivi dei fondi di politica agricola. L'Italia ha quindi «regalato» 5 miliardi all'Unione nel 2013. Solo nel secondo trimestre del 2014 si evince un dato su cui riflettere: l'Italia presenta un saldo netto negativo pari a 2,2 miliardi.
  A questo si affianca un'incapacità della maggior parte delle Regioni e degli enti locali di usare efficientemente i fondi europei: questo comporta un ulteriore aggravio alla situazione, perché non solo siamo un contribuente netto negativo, ma quello che ci rientra non siamo in grado di impegnarlo in azioni mirate ed efficaci.
  Un dato prima di chiudere. La regione Liguria per la programmazione 2007-2013 gode, tra fondi strutturali, comunitari e quote di cofinanziamento, di ben 1,3 miliardi, che sono stati impegnati nella bellezza di 16.955 progetti. Stiamo parlando di un progetto ogni 93 abitanti, una media di 76,6 mila euro a progetto, un euro investito (o mal speso) ogni 819 abitanti. Forse qualcosa non funziona ed è la classe politica che gestisce questi fondi.
  Per tutto quanto sopra preannuncio, a nome del gruppo M5S il voto contrario sui provvedimenti in titolo.

  Tea ALBINI (PD) preannuncia il voto favorevole del PD sulle proposte di relazioni favorevoli formulate dalla relatrice, che tengono conto dei profili di competenza della XIV Commissione.
  Più in generale, sottolinea come il disegno di legge di stabilità intervenga sul Pag. 325complesso della spesa pubblica, con la finalità di far uscire il Paese dalla situazione di difficoltà nel quale si trova.
  Rispetto a questo obiettivo, una valutazione positiva deve essere espressa su diversi aspetti: la riduzione delle tasse, il bonus degli 80 euro mensili che diviene definitivo, la decontribuzione per i datori di lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato, la riduzione dei vincoli del patto di stabilità per gli enti locali, il recupero dell'evasione fiscale, le misure di risparmio conseguenti alla attività di spending review, il credito d'imposta per ricerca e innovazione, l'anticipo del trattamento di fine rapporto in busta paga, solo per citare i più rilevanti.
  Vi sono tuttavia anche alcune criticità che debbono essere richiamate. Si riferisce innanzitutto ai tagli dei trasferimenti agli enti locali, che non potranno non ripercuotersi sui servizi erogati, a partire da quelli sanitari. Solo un rapporto forte tra istituzioni, unito alla riduzione dei vincoli del patto di stabilità interno, potrà ridurre l'impatto di queste misure sui cittadini.
  Occorre infine svolgere un attento monitoraggio sulle risorse messe a disposizione dal provvedimento, e sul loro effettivo reperimento, affinché l'Italia non si trovi in ulteriore difficoltà rispetto agli impegni presi in sede europea e non debbano essere attivate le clausole di salvaguardia previste, che rischiano di ripercuotersi sui cittadini.
  Auspica che questo rischio possa essere evitato e che la manovra possa contribuire ad operare una svolta per la ripresa e gli investimenti nel Paese.

  Florian KRONBICHLER (SEL) annuncia il voto contrario del gruppo SEL sui provvedimenti in esame.

  Stefano BORGHESI (LNA) preannuncia a sua volta il voto contrario del suo gruppo sui provvedimenti in esame, che non vanno nella giusta direzione per risolvere i problemi del Paese, non offrendo alcuna misura risolutiva in tema di crescita e di occupazione. Al contrario, oltre ai tagli agli enti locali – cui corrisponderà un taglio dei servizi e un aumento della tassazione per i cittadini – si leggono tra le righe della manovra aumenti di imposte, collegati alle clausole di salvaguardia che saranno attivate ove la manovra, come è assai probabile, non produca gli effetti sperati.

  Adriana GALGANO (SCpI) condivide le valutazioni positive sottolineate dalla collega Albini, con particolare riferimento alle misure di taglio delle tasse e di riduzione della spesa, che dovranno essere attentamente sorvegliate al fine di evitare l'attivazione delle clausole di salvaguardia.
  Rileva tuttavia – in tema di risparmi – come ancora molto possa essere fatto, senza gravare sulla spalle dei cittadini ma intervenendo sui costi della politica. Cita a titolo di esempio le oltre 1500 società partecipate dagli enti locali che dovrebbero essere abolite. Si dichiara inoltre avversa all'aumento retroattivo dell'aliquota Irap, che non fa che determinare ulteriore incertezza, laddove la ripresa si basa essenzialmente sulle aspettative positive del mondo produttivo. Esprime infine una valutazione fortemente critica sulla prevista riduzione degli investimenti dedicati al made in Italy, settore che rappresenta una prioritaria ricchezza italiana e che merita di essere salvaguardato.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazioni favorevoli formulata dalla relatrice.
  La Commissione delibera quindi di nominare l'onorevole Berlinghieri quale relatrice presso la V Commissione.

  La seduta termina alle 9.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.55 alle 10.05.

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