CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 ottobre 2014
314.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 345

SEDE REFERENTE

  Martedì 14 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Enrico Zanetti.

  La seduta comincia alle 11.15.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.
Doc. LVII, n. 2-bis
.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del documento, rinviato nella seduta del 9 ottobre 2014.

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  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri delle Commissioni competenti in sede consultiva.

  Giampaolo GALLI (PD) rileva preliminarmente come, anche sulla base di quanto emerso a seguito delle audizioni svoltesi nella giornata di ieri e del dibattito che ne è seguito, debba, a suo avviso, essere condiviso il giudizio positivo espresso dal relatore sul documento in esame. Segnala, in particolare, come la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014, presentata dal Governo, sia coerente con l'attuale congiuntura economica sfavorevole e non nasconda i rischi attualmente presenti sullo scenario macroeconomico mondiale, derivanti dalle gravi crisi geopolitiche in atto e dalla perdurante fragilità delle economie emergenti e di quelle avanzate.
  Ricorda che, per la prima volta, nel rispetto dei regolamenti europei, le previsioni macroeconomiche tendenziali e programmatiche presentate nella Nota di aggiornamento del DEF 2014 sono state sottoposte alla validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, costituito nell'aprile 2014 secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012. Evidenzia, inoltre, che la manovra assume un orientamento espansivo per la prima volta a partire dal 2001, dal momento che l'indebitamento netto programmatico del 2015, fissato pari al 2,9 per cento del PIL, oltre ad essere superiore al livello programmatico previsto nel DEF (1,8 per cento), sarà anche superiore di 0,7 punti percentuali rispetto al valore tendenziale, pari al 2,2 per cento.
  Esprime apprezzamento per la scelta effettuata dal Governo, e confermata nella Nota di aggiornamento del DEF 2014, di rispettare le regole di governance economica stabilite a livello europeo, in particolare quella che prevede che il rapporto deficit/PIL non sia superiore al 3 per cento, in quanto un incremento dell'indebitamento netto oltre tale soglia comporterebbe inevitabilmente un peggioramento del debito pubblico e si ripercuoterebbe negativamente sulla credibilità del nostro Paese.
  Pur rinviando all'imminente esame del disegno di legge di stabilità per l'anno 2015 le valutazioni sulle misure economiche che il Governo intenderà attuare in concreto, ritiene apprezzabile il complessivo impianto su cui si basano le previsioni macroeconomiche programmatiche contenute nella Nota di aggiornamento del DEF 2014, che tiene conto, in particolare, dell'esigenza di operare una riduzione della spesa pubblica e della pressione fiscale, nonché di garantire sgravi contributivi per le nuove assunzioni. Nel condividere poi la scelta del Governo di confermare la riduzione del cuneo fiscale per i redditi da lavoro medio-bassi (il cosiddetto bonus di 80 euro), osserva come si tratti di un intervento con effetti redistributivi del reddito, volto quindi a incentivare il lavoro e l'attività di impresa e, come tale, con finalità differenti da qualunque altra misura di sostegno rivolta agli incapienti. Difatti, nonostante i rappresentanti dell'ISTAT auditi ieri abbiano rilevato che l'effetto redistributivo del predetto bonus, calcolato tramite l'indice di Gini, sia molto limitato, fa presente che si tratta comunque di un intervento agevolativo fiscale per 10 miliardi di euro, che costituisce uno sforzo di estrema rilevanza per il Governo. Con riferimento alle considerazioni di alcuni gruppi politici ed organi di informazione secondo cui sarebbe stato preferibile destinare le risorse utilizzate per il «bonus di 80 euro» a favore delle fasce più povere della popolazione, osserva che la lotta alla povertà necessita di strumenti di tipo diverso, con un ISEE adeguatamente calibrato e tenendo conto anche della distorsione sulla condizione reddituale effettivo determinata dall'economia sommersa e dall'evasione fiscale.
  Auspica che il disegno di legge di stabilità per l'anno 2015, che il Governo si accinge a presentare in Parlamento, in coerenza con il quadro macroeconomico delineato dalla Nota di aggiornamento del DEF 2014, preveda interventi economici volti, tra l'altro, a ridurre la pressione fiscale e la spesa pubblica, ad aumentare la competitività delle imprese, a finanziare gli ammortizzatori sociali, ad intervenire Pag. 347sul patto di stabilità interno, ad affrontare adeguatamente il tema del dissesto idrogeologico, a migliorare il sistema di istruzione scolastica, a semplificare e riordinare il sistema di tassazione immobiliare, intervenendo in particolare sull'IMU e sulla TASI, a confermare le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e l'efficientamento energetico.
  Infine, con riguardo ai rapporti tra il nostro Paese e l'Europa, evidenzia come, a suo avviso, contrariamente a quanto affermato da alcuni analisti politici e finanziari, non vi sia alcun problema di eccessiva cessione di sovranità nazionale; anzi, ritiene che, al fine di superare gli annosi problemi economici che il nostro Paese attraversa, sia necessaria una maggiore influenza da parte delle istituzione europee all'interno degli ordinamenti nazionali. Rileva, in particolare, come sia doveroso, da parte degli Stati membri, garantire il rispetto delle regole economiche fissate a livello europeo, in quanto si tratta di vincoli assolutamente legittimi, approvati da tutti i Parlamenti nazionali. Auspica, tuttavia, che tali regole possano essere modificate, nel rispetto dei trattati europei, alla luce dell'attuale congiuntura economica particolarmente sfavorevole, non solo per il nostro Paese, ma anche per l'Eurozona nel suo complesso, caratterizzata dal rischio concreto di un periodo di stagnazione e deflazione.
  Alla luce delle considerazioni appena svolte, ribadisce il proprio giudizio positivo con riguardo al documento in esame.

  Paolo TANCREDI (NCD), nel ricordare che la Nota di aggiornamento del DEF 2014 prevede un percorso di risanamento e crescita più graduale di quello contenuto nel Documento di Economia e Finanza 2014, che si riflette nel posticipo di un anno del raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio, segnala come l'eccezionalità del prolungarsi delle negative previsioni di crescita per l'anno in corso e per gli anni successivi dipenda dalla particolare congiuntura economica sfavorevole che, all'interno dell'Eurozona, si sta abbattendo sul nostro Paese in modo più significativo che su gli altri Stati membri.
  A suo giudizio, considerato che l’export italiano va meglio della media europea e che la contrazione dei consumi si mantiene su un livello non dissimile da quello della maggior parte dei Paesi europei, le ragioni di tale stagnazione economica sarebbero da ravvisare nella scarsa propensione agli investimenti pubblici e privati che si registra nel nostro Paese, con un calo che, nel 2014, su base annua dovrebbe attestarsi al 4 per cento circa.
  Rileva come un esempio di tale mancanza di investimenti, in particolare nel settore delle infrastrutture, sia dato proprio dai recenti episodi di dissesto idrogeologico che hanno interessato la città di Genova, ove questioni burocratiche hanno, a suo avviso, rallentato gli interventi sul territorio che si erano resi necessari anche a seguito dell'alluvione del 2011 e che erano già stati programmati e finanziati. Al riguardo fa presente che circa la metà delle risorse umane e strumentali delle stazioni appaltanti sono impiegate per gestire l'enorme mole di contenzioso, determinando quindi un rallentamento delle procedure di gestione dei lavori pubblici.
  Ritiene che il Governo debba affrontare tale situazione di forte crisi attuando nel più breve tempo possibile le riforme strutturali necessarie per rilanciare l'economia del Paese e superare il gap che lo separa dagli altri Stati europei, quali quelle previste nel decreto-legge «sblocca-Italia» e nel cosiddetto jobs act, contenente la legge delega di riforma del mercato del lavoro, attualmente all'esame del Parlamento, a cui devono aggiungersi, a suo avviso, provvedimenti di riforma del settore della giustizia e dell'istruzione scolastica.
  Infine, nell'esprime apprezzamento in merito alla scelta del Governo di confermare, anche per gli anni successivi al 2014, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi da lavoro medio-bassi (il cosiddetto bonus di 80 euro), ricorda come l'importanza di tale intervento sia da ravvisare nei relativi effetti redistributivi del reddito che, a suo giudizio, non hanno ancora comportato una corrispondente aumento dei consumi da parte di privati e famiglie Pag. 348proprio a causa del perdurante clima di sfiducia che interessa il nostro Paese.

  Rocco PALESE (FI-PdL), con riguardo al ruolo esercitato dagli Stati membri nel contesto europeo, osserva come, a suo avviso, si sia passati da una fase iniziale di grande entusiasmo, in cui tutti i Paesi aderenti al progetto del Mercato unico europeo perseguivano realmente l'obiettivo di realizzare, nel corso degli anni, un'effettiva integrazione europea, non solo monetaria ma anche politica, al momento storico attuale, segnato invece da forti egoismi nazionali.
  Ritiene, inoltre, che l'assenza di un'effettiva leadership a livello europeo sia la ragione principale a cui addebitare il mancato impegno a modificare le regole economiche che vincolano gli Stati membri al rispetto di obiettivi non più in linea, a suo giudizio, con la congiuntura economica sfavorevole che interessa l'Eurozona nel suo complesso. Al riguardo, rileva come le diverse posizioni politiche anti-Europa e anti-euro, che vedono aumentare i loro consensi in maniera esponenziale in tutti i Paesi membri, dovrebbero costituire un campanello d'allarme in merito all'esigenza di modificare la politica europea di rigore finora perseguita.
  D'altro canto, stigmatizza il fatto che il nostro Paese ha ormai perso gran parte della sua credibilità nel consesso europeo in quanto, nel corso degli anni, con responsabilità da addebitare a tutte le forze politiche in campo, ha costantemente attuato manovre finanziarie in cui, a fronte di spese certe, non vi è invece attendibilità nella stima delle entrate. Rileva come tale incertezza delle entrate costituisca un vulnus ravvisabile anche nella manovra finanziaria per l'anno 2015, come si evince anche dal quadro macroeconomico delineato dalla Nota di aggiornamento del DEF 2014, in quanto alla copertura finanziaria di gran parte degli interventi predisposti dal Governo si farà fronte attraverso i risultati attesi, ma a suo avviso assolutamente incerti, dalla razionalizzazione della spesa avviata con la spending review. Osserva come, per far fronte alla suddetta incertezza delle entrate, il Governo preveda l'eventuale attivazione di clausole di salvaguardia che comporterebbero aumenti significativi dell'imposta sul valore aggiunto, determinando inevitabilmente ulteriori effetti depressivi dell'economia.
  Nel ricordare poi che, a partire dai primi anni Novanta, i proventi derivanti dalle dismissioni delle partecipazioni azionarie detenute dallo Stato non sono mai stati utilizzati per abbattere il debito pubblico, ma solo per finanziare spesa corrente, ritiene che questo rappresenti un ulteriore elemento di demerito del nostro Paese in sede europea.
  Alla luce del perdurare dell'attuale congiuntura economica sfavorevole, rileva la necessità di procrastinare di un anno, dal 2016 al 2017, l'obiettivo del pareggio di bilancio ma, al contempo, ritiene non più rinviabile l'attuazione di quelle riforme strutturali che rappresentano, a suo avviso, l'unica vera strada per sbloccare e semplificare il Paese.
  Nell'esprimere grande preoccupazione per lo scenario economico emerso anche nel corso delle audizioni svoltesi nella giornata di ieri e nel confermare il giudizio negativo sul documento in oggetto, preannuncia il voto contrario, suo e del proprio gruppo, sul conferimento del mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI-PdL) si associa alla dichiarazione di voto contrario del deputato Palese.

  Federico D'INCÀ (M5S) osserva, in primo luogo, che – analogamente a quanto già accaduto troppe volte in passato – anche per l'anno in corso i dati riportati nel Documento di economia e finanza 2014 presentato nel mese di aprile scorso sono stati significativamente rivisti, in senso peggiorativo, con la Nota di aggiornamento in esame. Con riferimento agli effetti attesi dal cosiddetto bonus di 80 Pag. 349euro, rileva che, come peraltro affermato dall'ISTAT nel corso delle audizioni svoltesi nella giornata di ieri, la prosecuzione del suddetto intervento anche per il 2015 dovrebbe consentire solo una lieve riduzione delle diseguaglianze economiche e del numero delle famiglie povere, ma di certo non una effettiva ripresa dei consumi. A suo giudizio, le risorse necessarie a garantire il predetto bonus anche per l'anno venturo avrebbero potuto meglio essere indirizzate in favore delle famiglie maggiormente bisognose, collocate nella fascia di povertà assoluta. Rammenta altresì, che, secondo quanto riferito nel corso delle predette audizioni dal presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, in base alla prassi interpretativa della Commissione europea, «è accettabile non compiere alcun progresso lungo il percorso di avvicinamento all'Obiettivo di medio termine (OMT) per un Paese che in un determinato anno presenti un tasso di crescita negativo del prodotto oppure un output gap superiore al 4 per cento», condizioni entrambe che, nel caso dell'Italia, non sembrano doversi verificare.
  Osserva che tuttavia l'Unione europea, in particolare dietro richiesta della Germania, consentirà al nostro Paese di differire il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio solo a condizione che vengano realizzate talune determinate riforme imposte dalla stessa Unione europea, con una inevitabile e inaccettabile cessione di sovranità da parte dell'Italia. Rileva, inoltre, come al fine di fornire adeguate rassicurazioni all'Unione europea, il nostro Governo si sia impegnato a prevedere nel prossimo disegno di legge di stabilità l'introduzione di specifiche clausole di salvaguardia, consistenti nel significativo aumento, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi programmati, delle attuali aliquote IVA, con conseguente ulteriore compressione dei consumi. Con riferimento invece alla prevista dismissione delle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche, dalle quali sono attesi ricavi nell'ordine dello 0,7 per cento annuo di PIL, ritiene che tale scelta possa in realtà configurarsi come un'ulteriore cessione di sovranità nazionale rispetto a beni ed attività che andrebbero viceversa meglio valorizzati.
  Contesta, inoltre, la scelta di calcolare all'interno del PIL, in attuazione delle nuove regole contabili del SEC 2010, anche i proventi derivanti dall'economia irregolare e sommersa.
  Osserva che, come rilevato anche dal noto economista Stiglitz, il punto fondamentale è quello di creare le condizioni volte a ripristinare la fiducia dei consumatori, intaccata invece di recente anche dalle misure adottate dal Governo in materia di riforma del mercato del lavoro. Ritiene che per rilanciare i consumi occorrerebbe prendere in debita considerazione la proposta avanzata dal M5S di introdurre un reddito di cittadinanza, procedendo altresì ad una selettiva riqualificazione della spesa pubblica. Ritiene che si debba pertanto procedere, quanto prima, ad una rivisitazione dei trattati europei, al fine di sottrarre la politica economica del nostro Paese ai rigidi dettami dell’austerity.
  Alla luce di tali considerazioni, rileva che le scelte compiute dal Governo con la Nota di aggiornamento del DEF 2014 si muovono in una direzione sbagliata e che della loro condivisione la maggioranza parlamentare dovrà assumersene la piena responsabilità.

  Bruno TABACCI (Misto-CD) rileva come la Nota di aggiornamento, nei termini illustrati dal relatore, contiene adeguamenti consistenti rispetto alle previsioni troppo ottimistiche riportate nel DEF 2014 dello scorso mese di aprile, in ciò riflettendo le notevoli difficoltà dell'attuale quadro economico non solo italiano ma, più in generale, europeo. A suo giudizio, in tale contesto oggetto di particolare riflessione deve essere non tanto il tema di una presunta cessione di sovranità nazionale, argomento troppo spesso strumentalmente invocato, quanto quello della costruzione di un'effettiva integrazione economica a livello europeo. In considerazione anche delle tendenze demografiche oramai in atto su scala Pag. 350planetaria, per i cittadini europei, che rappresentano meno del 10 per cento della popolazione mondiale, la dimensione europea è appunto la soglia minima da cui dover ripartire. Circa l'eventuale rivisitazione dei trattati europei, come auspicata dall'onorevole D'Incà, precisa che tale questione potrà anche essere presa in considerazione, ma non certo attraverso lo strumento propagandistico del referendum popolare. Tenuto conto della particolare severità della crisi economica in corso a partire dagli ultimi anni, superiore per intensità e durata a quella registrata nel lontano 1929, ritiene fondamentale ripristinare il senso di fiducia tra i consumatori e gli operatori economici. Con riferimento alle condizioni di povertà in cui versano diverse fasce della popolazione italiana, rileva l'insufficienza operativa degli strumenti allo stato disponibili, quali ad esempio l'ISEE, nel fotografare le reali condizioni di vita delle famiglie. Auspica, altresì, che da parte dell'ISTAT possa pervenirsi ad una lettura e ad una valutazione più approfondite dei dati relativi alla economia irregolare, dal momento che accanto alla area dell'economia sommersa legale, quantificata nell'ordine del 19 per cento del PIL nazionale, esisterebbe anche l'area dell'economia informale, pari a circa il 5 per cento del PIL, nonché l'area delle attività economiche illegali di matrice malavitosa, pari ad un ulteriore 5 per cento del PIL. Osserva come agli strumenti di analisi sfugga di conseguenza la rilevazione della diversa incidenza che il costo della vita effettivamente ha nelle diverse regioni del Paese, tant’è che lo stesso risulta meno avvertito in quelle del Sud.
  Osserva, inoltre, come alla diffusa presenza di una economia irregolare si accompagni il fenomeno dell'evasione fiscale, che i precedenti Governi di centrodestra non hanno mai concretamente contrastato. Rileva, altresì, che affinché la Banca centrale europea, come da più parti richiesto, possa progressivamente assumere anche le funzioni di prestatore di ultima istanza, è necessario procedere ad un coordinamento effettivo, a livello europeo, delle politiche nazionali di bilancio, con il trasferimento delle risorse a ciò necessarie. Auspica, infine, che il disegno di legge di stabilità in corso di predisposizione da parte del Governo possa raggiungere gli obiettivi programmati, pur nel contesto di margini di manovra che appaiono oggettivamente ridotti.

  Guido GUIDESI (LNA), nel prendere atto delle rassicurazioni fornite dal Governo in ordine al mantenimento del rapporto tra deficit e PIL entro la soglia comunitaria del 3 per cento, ritiene tuttavia che il fatto di aver calcolato nel PIL italiano, in ossequio alle nuove regole contabili del SEC 2010, anche i dati relativi alle attività ed ai proventi connessi all'economia irregolare, rappresenti agli occhi degli altri partner europei un elemento di scarsa credibilità del nostro Paese, troppe volte propenso, a giudizio altrui, ad eludere le regole condivise. Ritiene anch'egli necessario procedere ad una revisione dei trattati europei, soprattutto in considerazione del fatto che, in assenza di ciò, non sarà possibile rispettare i gravosi impegni, soprattutto sul fronte della riduzione del debito pubblico, imposti dalle norme del Fiscal compact. Osserva, altresì, come le previsioni del quadro macroeconomico disegnato dalla Nota di aggiornamento del DEF 2014 risultano assai peggiori rispetto a quelle contenute nel DEF 2014 approvato dal Parlamento nello scorso mese di aprile.
  Con riferimento al clima di scarsa fiducia riscontrabile tra i consumatori e gli investitori, ciò a suo parere deriva inevitabilmente dall'alto tasso di disoccupazione registrabile nel Paese, ed in particolar modo nelle regioni del Nord, nelle quali, tra l'altro, come evidenziato dall'onorevole Tabacci, risulta essere più elevato anche il costo della vita.
  Esprime, inoltre, la propria ferma contrarietà alle ipotesi, pure circolate nel corso degli ultimi giorni, relative ad un ulteriore taglio della spesa a carico degli enti locali, a prescindere dalla distinzione Pag. 351tra comuni virtuosi e comuni non virtuosi, tenuto conto del fatto che agli enti locali compete l'erogazione di servizi essenziali per le comunità. Pur condividendo le finalità del cosiddetto bonus di 80 euro, sebbene limitato, a suo avviso, ad una platea troppo circoscritta di beneficiari, reputa che il livello della pressione fiscale rimanga tuttavia ancora troppo elevato.
  Lamenta, inoltre, il sostanziale insuccesso degli interventi di spending review, che è oramai scomparsa dal dibattito pubblico. Auspica, in conclusione, che in sede di discussione in Assemblea sulla Nota di aggiornamento del DEF 2014 il Governo possa fornire utili elementi informativi in merito agli interventi di carattere espansivo che saranno contenuti nel disegno di legge di stabilità nonché agli indirizzi complessivi della propria politica economica, con particolare riferimento alle modalità e agli strumenti concreti attraverso cui il Governo intende ottenere in sede europea quei margini di flessibilità tanto invocati di recente, assicurando al contempo il rispetto del limite del 3 per cento nel rapporto tra deficit e PIL.

  Francesco CARIELLO (M5S), nel richiamarsi alle considerazioni svolte dall'onorevole Galli, dubita che, nonostante le rassicurazioni fornite dal Governo, il disegno di legge di stabilità per il prossimo anno, sulla base dei dati contenuti nella Nota di aggiornamento, possa avere un carattere espansivo ed essere finalizzato alla crescita. A suo avviso ciò non sarà infatti possibile, dal momento che per creare sviluppo occorrerebbe un vasto piano di investimenti pubblici e privati e che il rispetto del pareggio di bilancio impedisce, invece, ai singoli Paesi qualsiasi margine di autonomia. A tale riguardo, il M5S crede nel progetto di integrazione europea, ma solo a condizione che vengano chiaramente indicati percorsi alternativi attraverso cui realizzarlo. Con riferimento alla spending review, propone che le questioni ed i diversi profili ad essa riferiti siano gestiti direttamente dai competenti organi parlamentari. Riguardo, infine, al più volte richiamato bonus di 80 euro, a suo giudizio, l'effettiva riduzione della pressione fiscale su lavoratori e imprese potrà ottenersi solo attraverso una ridefinizione del sistema attuale delle aliquote.

  Maino MARCHI (PD) osserva come la Nota di aggiornamento in esame appaia pienamente coerente con la situazione economica di particolare difficoltà presente nel complesso dell'Eurozona, in ciò richiedendo l'adozione di politiche diverse rispetto al passato, a cominciare dal varo di un piano di investimenti del valore di 300 miliardi di euro, preannunciato dalla Commissione europea, e dall'avvio di una politica di bilancio comune che possa adeguatamente affiancare la politica monetaria posta in essere dalla Banca centrale europea. Rileva come, in tale processo, eventuali cessioni di sovranità nazionale appaiono necessarie nell'ottica di una sempre maggiore integrazione europea. Sul versante interno, fa presente che la manovra di carattere espansivo prevista per il prossimo anno risulta coerente con le necessità di un cambiamento di linea imposte dal quadro generale in premessa richiamato, essendo finalizzata, nel rispetto del limite del 3 per cento nel rapporto tra deficit e PIL, a liberare nuove risorse e a favorire politiche di crescita. Evidenzia, inoltre, come con la predetta manovra non si rinuncerà a perseguire gli obiettivi della spending review, più volte confermati dal Governo.
  Rileva, altresì, che il disegno di legge di stabilità sarà essenzialmente basato su misure di natura fiscale, in ciò proseguendo gli interventi di riduzione del cuneo fiscale in favore dei lavoratori e dell'IRAP in favore delle imprese, che potranno essere in quella sede più correttamente qualificati come minori entrate anziché come maggiori spese, nell'ottica di promuovere consumi ed investimenti.
  Ritiene che elementi qualificanti del disegno di legge di stabilità saranno anche le ulteriori risorse stanziate in favore degli ammortizzatori sociali ed il progressivo superamento del Patto di stabilità interno. Pag. 352Alla luce delle considerazioni svolte, ritiene pertanto che nelle scelte di politica economica del Governo possa rinvenirsi un coerente ed autonomo indirizzo di politica riformista, in un quadro di compatibilità con il contesto europeo.

  Il sottosegretario Enrico ZANETTI, nel ringraziare la Commissione per il lavoro svolto, osserva che le considerazioni dei deputati intervenuti nella seduta odierna potranno costituire utili spunti di riflessione nel corso dell'esame della Nota di aggiornamento da parte dell'Assemblea, previsto per il pomeriggio di oggi.
  Ciò premesso, deposita agli atti della Commissione la lettera del Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Paolo Padoan, indirizzata alla Commissione europea in data 30 settembre 2014, vertente sulla richiesta di differimento al 2017 del raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio e la lettera di risposta a firma del Vice presidente della Commissione europea, Jyrki Katainen (vedi allegato 1), nonché talune correzioni alla Nota di aggiornamento del DEF 2014, nel testo trasmesso il 1o ottobre 2014 (vedi allegato 2), ed alla allegata Relazione al Parlamento, redatta ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 (vedi allegato 3).

  Antonio MISIANI (PD), relatore, nel ringraziare i colleghi intervenuti per le preziose riflessioni svolte, ritiene che le diverse letture della Nota di aggiornamento del DEF 2014, per quanto inevitabilmente discordanti a seconda dei punti di vista adottati dai vari schieramenti politici, rappresentano tuttavia un contributo assai utile, del quale potrà avvalersi il Governo nel corso dell'esame della Nota medesima in Assemblea nonché in occasione della successiva predisposizione del disegno di legge di stabilità per il 2015.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul documento in esame.

  La seduta termina alle 12.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 14 ottobre 2014. — Presidenza del vicepresidente Barbara SALTAMARTINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.50.

Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Nuovo testo unificato C. 1512 e abb.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Marco MARCHETTI (PD), relatore, fa presente che il progetto di legge reca modifiche al codice della strada che attengono alla disciplina della circolazione fuori dei centri abitati, ai servizi di noleggio con conducente, alla cessazione della circolazione dei veicoli, ai requisiti per l'immatricolazione delle macchine agricole, ai controlli sui veicoli immatricolati all'estero, ai limiti di velocità, ai divieti di fermata e di sosta. Rileva che vengono inoltre introdotte norme in materia di notificazione delle violazioni, utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie, revoca della patente di guida, sanzioni accessorie all'accertamento di reati.
  Avverte che oggetto di esame è il nuovo testo unificato elaborato dalla Commissione di merito sulla base di proposte di legge di iniziativa parlamentare e che il provvedimento non è corredato di relazione tecnica.
  Passando all'esame delle norme che presentano profili di carattere finanziario, segnala che, con riferimento alla nuova finalizzazione prevista dal testo per i proventi delle sanzioni pecuniarie spettanti Pag. 353allo Stato, andrebbe chiarito il coordinamento fra tale norma, che prevede l'utilizzo di una quota di tali proventi per l'intensificazione dei controlli su strada, e la disciplina vigente, che dispone che i proventi delle sanzioni pecuniarie devoluti allo Stato siano destinati ad una serie di finalità puntualmente individuate: attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale; studi, ricerche e promozione della sicurezza stradale; educazione stradale; assistenza e previdenza del personale del comparto sicurezza; studi e ricerche sulla sicurezza dei veicoli. Ritiene che andrebbe quindi verificato se la destinazione indicata dalle norme in esame possa compromettere la realizzazione di interventi necessari o già programmati da realizzare a valere sui proventi delle sanzioni in questione.
  In merito al possibile impatto delle norme in esame sulle amministrazioni interessate, reputa che andrebbe chiarito se queste possano dare esecuzione ai necessari adempimenti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Fa riferimento, in particolare, alla pubblicazione nel sito internet del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in formato dati di tipo aperto, delle relazioni sui proventi delle sanzioni per violazioni del codice della strada e dei dati sulle violazioni.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA deposita agli atti della Commissione una nota della Ragioneria generale dello Stato (vedi allegato 4), che risponde solo in parte ai quesiti posti dal relatore in ordine ai profili di carattere finanziario relativi alle disposizioni del provvedimento in discussione. Al fine di acquisire, da parte delle Amministrazioni interessate (Ministero dell'interno e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), ulteriori elementi istruttori sulle questioni sollevate, chiede che il seguito dell'esame del provvedimento sia rinviato ad altra seduta.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli.
C. 2397-A.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, ricorda che nella seduta del 9 ottobre scorso il rappresentante del Governo si era riservato di fornire i chiarimenti richiesti, in attesa che la Ragioneria generale dello Stato verificasse la relazione tecnica sul provvedimento in esame, predisposta dal Dipartimento delle finanze.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA fa presente che la suddetta relazione tecnica non è ancora stata verificata dai competenti uffici e chiede di disporre di tempo ulteriore per effettuare i dovuti approfondimenti istruttori.

  Rocco PALESE (FI-PdL) stigmatizza la prassi di prevedere l'avvio della discussione in Assemblea di provvedimenti senza prima aver completato l'istruttoria legislativa sui profili finanziari con l'espressione del parere da parte della Commissione bilancio. Al riguardo, richiama la lettera inviata dal presidente Boccia alla Presidente della Camera, il 10 settembre scorso, in cui si segnalava l'opportunità di adottare alcune soluzioni procedurali atte a superare talune criticità relative alle attuali modalità di esame in sede consultiva dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge da parte della Commissione bilancio.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, rileva che, su provvedimenti che palesemente presentano profili problematici sul piano della quantificazione degli oneri Pag. 354finanziari e della relativa copertura finanziaria, sarebbe preferibile che la Commissione di merito competente si attivasse direttamente per chiedere la predisposizione della relazione tecnica sui profili finanziari, per evitare di «scaricare» successivamente le difficoltà di istruttoria sulla Commissione bilancio con conseguente impossibilità di esprimere il parere in tempi brevi.
  Per quanto riguarda in particolare il provvedimento in oggetto, ritiene preferibile rinviare il seguito dell'esame alla seduta di domani, in modo da dare la possibilità al Governo di fornire i chiarimenti richiesti.

  Rocco PALESE (FI-PdL) ritiene che quanto affermato dal presidente non dia risposta alle questioni da lui sollevate, che invece riguardano la necessità di attendere l'espressione del parere da parte della Commissione bilancio per poter calendarizzare un provvedimento in Assemblea.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, replica che la predisposizione del calendario dei lavori compete alla Conferenza dei presidenti di gruppo, per cui la questione posta dall'onorevole Palese andrebbe affrontata in quella sede.

  Maino MARCHI (PD) rileva che spesso il problema scaturisce dalla richiesta dei gruppi di opposizione di far calendarizzare in Assemblea dei provvedimenti senza che ne sia stata conclusa l'istruttoria sul piano finanziario.

  Laura CASTELLI (M5S) rileva che spesso il rallentamento dei lavori della Commissione bilancio e quindi la tardiva espressione dei pareri è determinata dalla scarsa puntualità del Governo del fornire i chiarimenti e le relazioni tecniche richieste.

  Rocco PALESE (FI-PdL), nel constatare come l'iniziativa di recente assunta dal presidente Boccia mediante l'invio di una lettera a sua firma alla Presidenza della Camera sul tema di una più adeguata programmazione dei lavori parlamentari non ha evidentemente ancora prodotto l'esito auspicato, sollecita la Presidenza della Commissione bilancio ad intraprendere le ulteriori, conseguenti iniziative al fine di assicurare un più ordinato svolgimento dei lavori medesimi.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA osserva come le difficoltà organizzative connesse alle modalità di calendarizzazione dei lavori parlamentari, tanto in Assemblea quanto nelle Commissioni, allo stato rese più attuali anche dal sovrapporsi di più provvedimenti all'attenzione del Governo, in concomitanza con la predisposizione del disegno di legge di stabilità, rappresenta un tema di oggettivo rilievo, alla cui risoluzione è interessato, in primo luogo, il Governo stesso.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale.
C. 2247-A.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Maino MARCHI (PD), relatore, ricorda che il progetto di legge, nel testo elaborato dalla Commissione di merito alla data del 2 luglio 2014, è già stato esaminato dalla Commissione bilancio, che su di esso ha espresso il prescritto parere in data 6 agosto 2014. Rileva che il parere, favorevole, è subordinato all'accoglimento di due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione: una prima modifica – riferita all'articolo 1, comma 3, del testo, ora rinumerato come articolo 1, comma 8 – è stata recepita Pag. 355dalla Commissione di merito; una seconda modifica, consistente nella soppressione dell'articolo 1-bis, ora rinumerato come articolo 2, non è stata recepita dalla Commissione di merito. Tale condizione era stata formulata facendo seguito alla documentazione predisposta dall'Agenzia delle entrate, che rilevava il rischio che dalla disposizione derivasse una ingiustificata compressione della capacità di accertamento dell'Amministrazione finanziaria in un settore ad altissimo rischio di illeciti fiscali internazionali.
  Osserva che lo spostamento dal 31 dicembre 2013 al 30 settembre 2014 della data entro la quale le violazioni da regolarizzare possono essere commesse comporta un'estensione del novero delle fattispecie oggetto della procedura in esame. Appaiono suscettibili di determinare un'estensione di tali fattispecie anche i benefici sanzionatori introdotti per alcune attività illecite. Andrebbe verificato, a suo avviso, se detto ampliamento possa determinare una riduzione del gettito atteso da altri provvedimenti di recente adottati. Segnala che la normativa vigente prevede, infatti, norme finalizzate a contrastare l'evasione fiscale, quali ad esempio il redditometro, alle quali sono stati ascritti – a suo tempo – effetti positivi di gettito.
  Sugli aspetti richiamati, ivi compreso il mancato recepimento da parte della Commissione di merito della condizione formulata dalla Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ritiene opportuno acquisire l'avviso del Governo.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA, con riferimento alle osservazioni formulate dal relatore, evidenzia che il successo della procedura in argomento è sostenuto da un'efficace attività ordinaria di accertamento. Rileva, inoltre, che, sebbene sia innegabile che taluni contribuenti che sarebbero stati controllati nell'ambito dell'ordinaria attività di accertamento e nei confronti dei quali sarebbero state rilevate delle irregolarità, procederanno a regolarizzare spontaneamente la propria posizione ottenendo i benefici di legge, è altrettanto vero che l'assetto della procedura potrà indurre a presentare spontaneamente istanza di disclosure anche a contribuenti che, pur avendo commesso irregolarità, non sarebbero stati inclusi nei piani di controllo ordinari. Rileva, altresì, che l'accesso alla procedura è precluso al contribuente che abbia avuto la formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell'inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali, per violazione di norme tributarie, che possono essere oggetto di voluntary disclosure.
  Osserva che, a differenza delle pregresse procedure di «scudo fiscale», la procedura di collaborazione volontaria consente al contribuente di regolarizzare la propria posizione fiscale pregressa, ma proprio in virtù dell'assenza dell'anonimato, è idonea a favorire la compliance futura dello stesso con ulteriori ricadute positive sul gettito. Fa infine presente che, attraverso la gestione della procedura in parola, l'Amministrazione finanziaria viene a conoscenza di preziose informazioni circa il modus operandi nel settore degli illeciti fiscali internazionali, con un conseguente più efficace orientamento della futura attività di contrasto dei comportamenti illeciti.
  Per quanto riguarda, invece, il mancato recepimento da parte della Commissione di merito della condizione formulata dalla Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, nella seduta del 6 agosto scorso, fa presente che il Governo non ha obiezioni da formulare, ritenendo che tale circostanza non sia di per sé determinante ai fini della conclusione dell’iter del provvedimento in sede consultiva.

  Rocco PALESE (FI-PdL), nel rammentare che sul provvedimento in esame l'Assemblea ha già avviato la discussione sulle linee generali, contesta una modalità di organizzazione dei lavori tale per cui la Commissione bilancio non ha ancora potuto esprimere il parere per i profili di competenza, in assenza degli elementi di valutazione che il rappresentante del Governo ha reso solo nella seduta odierna.

Pag. 356

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, precisa che, alla luce dei chiarimenti testé resi dal rappresentante del Governo in merito alle modifiche introdotte presso la Commissione in sede referente nonché al mancato recepimento da parte della stessa della condizione formulata dalla Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, la Commissione bilancio è comunque posta nelle condizioni di poter proseguire ed eventualmente concludere l'esame del provvedimento.

  Marco CAUSI (PD), nel motivare le ragioni del mancato recepimento della condizione formulata, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, dalla Commissione bilancio nella seduta del 6 agosto scorso, fa presente che l'innalzamento della soglia da 10 mila a 15 mila euro previsto dall'articolo 2 del provvedimento in esame, in materia di obblighi dichiarativi, nel rappresentare una indubbia semplificazione dal punto di vista procedurale per i cittadini italiani transfrontalieri, detentori di conti correnti all'estero, non riduce comunque la capacità da parte dell'Amministrazione finanziaria di accertare i comportamenti dei contribuenti, atteso che la circolazione pressoché integrale delle informazioni bancarie rappresenta un dato oramai acquisito.

  Maino MARCHI (PD), relatore, pur concordando in via generale con le considerazioni svolte dall'onorevole Palese circa le concrete modalità di organizzazione dei lavori parlamentari, osserva tuttavia che la prassi dallo stesso richiamata non costituisce un fenomeno recente, avendo purtroppo caratterizzato anche i Governi e le legislature precedenti. Prende altresì atto dei chiarimenti resi dal rappresentante del Governo circa la neutralità finanziaria delle modifiche introdotte nel corso dell'esame in sede referente, nonché delle ulteriori informazioni dallo stesso fornite in merito all'assenza di conseguenze di natura finanziaria derivanti dall'articolo 2 del provvedimento. Alla luce di tali valutazioni, si riserva pertanto di esprimere sul testo del provvedimento un parere favorevole.

  Rocco PALESE (FI-PdL) dichiara che sul provvedimento in esame è necessario comunque acquisire ulteriori valutazioni degli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze in ordine ai profili di carattere finanziario delle norme da esso recate, con particolare riferimento alle disposizioni di cui all'articolo 2, dal momento che, a suo giudizio, non è possibile per tale via aggirare il parere condizionato espresso dalla Commissione bilancio nella seduta del 6 agosto scorso.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA, ferma restando la facoltà in capo alla Commissione bilancio di richiedere al Governo ogni ulteriore chiarimento ritenuto opportuno, conferma il nulla osta del Governo sulle disposizioni dell'articolo 2, dal momento che l'innalzamento, da 10 mila a 15 mila euro, della soglia ivi prevista in materia di obblighi dichiarativi, non è suscettibile di determinare conseguenze negative dal punto di vista finanziario, giacché non risulta discriminante il passaggio da 10.000 a 15.000 euro del valore massimo complessivo al di sotto del quale non sussistono degli obblighi di indicazione nella dichiarazione dei redditi per i depositi e conti correnti bancari costituiti all'estero.

  Rocco PALESE (FI-PdL) conferma l'opportunità di acquisire ulteriori elementi istruttori sui profili di carattere finanziario recati dal provvedimento, in assenza dei quali a suo giudizio la Commissione non è posta nelle condizioni di esprimere il parere di competenza.

  Maino MARCHI (PD), relatore, ribadisce che, sulla base tanto degli approfondimenti svolti presso la Commissione di merito quanto dei chiarimenti al riguardo resi dal rappresentante del Governo nella seduta odierna, l'articolo 2 del provvedimento non appare suscettibile di determinare una minore capacità di accertamento dei comportamenti dei contribuenti da parte dell'Amministrazione finanziaria.

   Marco CAUSI (PD) precisa che dal provvedimento nel suo complesso sono attesi effetti positivi in termini di gettito.

Pag. 357

  Maino MARCHI (PD), relatore, formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 2247-A, recante Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale, e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo 1;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince tra l'altro che:
    l'assetto della procedura potrà indurre a presentare spontaneamente istanza di disclosure anche ai contribuenti che, pur avendo commesso irregolarità, non sarebbero stati inclusi nei programmi di controllo ordinari;
    l'accesso alla procedura è comunque precluso al contribuente che abbia avuto la formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell'inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali per violazione di norme tributarie, che possono essere oggetto di voluntary disclosure;
    dall'attuazione dell'articolo 2 non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, giacché non risulta discriminante il passaggio da 10.000 a 15.000 euro del valore massimo complessivo al di sotto del quale non sussistono degli obblighi di indicazione nella dichiarazione dei redditi per i depositi e conti correnti bancari costituiti all'estero;
  esprime sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE».

  Rocco PALESE (FI-PdL) dichiara il proprio voto contrario sulla proposta di parere del relatore, ribadendo che non sono stati effettuati tutti gli approfondimenti istruttori necessari e facendo presente che la decisione di esprimere parere favorevole, superando la condizione soppressiva riferita all'articolo 2 inizialmente posta dalla Commissione bilancio, sarebbe basata su motivazioni prettamente politiche.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA replica che nelle premesse del parere è chiaramente indicata la motivazione tecnica per cui si è deciso di non porre alcuna condizione soppressiva con riferimento all'articolo 2. Pertanto concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  Maino MARCHI (PD), relatore, fa presente che in data 13 ottobre 2014 l'Assemblea ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti in ordine al provvedimento in oggetto.
  Con riferimento al testo alternativo del relatore di minoranza (Busin) riferito all'articolo 1, segnala che lo stesso, tra l'altro, in analogia con il testo all'esame dell'Assemblea, ha fissato al 30 settembre 2014, anziché al 31 dicembre 2013, la data entro la quale le violazioni da regolarizzare possono esser commesse, ampliando il novero delle fattispecie oggetto della procedura in esame. Su tale proposta emendativa, ritiene quindi opportuno acquisire un chiarimento del Governo analogo a quello già richiesto per il testo all'esame dell'Assemblea.
  Osserva che le restanti proposte emendative non sembrano invece presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Al riguardo, appare opportuna, a suo avviso, una conferma da parte del Governo.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime nulla osta sul testo alternativo del relatore di minoranza (Busin) riferito all'articolo 1, nonché sulle restanti proposte emendative.

  Maino MARCHI (PD), relatore, propone pertanto di esprimere nulla osta sulle Pag. 358proposte emendative contenute nel fascicolo n. 1.
  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea–Legge europea 2013 bis.
C. 1864-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame degli emendamenti relativi al provvedimento in oggetto.

  Dario PARRINI (PD), relatore, ricorda che il provvedimento, recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 bis, nel testo approvato dal Senato, è stato già esaminato, da ultimo, dalla Commissione bilancio nella seduta del 7 ottobre 2014. In tale occasione, la Commissione ha deliberato di riferire favorevolmente sul medesimo.
  Fa presente che, nella seduta di ieri, la Commissione di merito ha quindi concluso l'esame in sede referente del provvedimento, senza apportare ad esso alcuna modificazione.
  Comunica, inoltre, che l'Assemblea in data odierna ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti, contenente le due sole proposte emendative Gianluca Pini 24.01 e Borghesi 32.1. In proposito, segnala che l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 24.01, nel riprodurre una disposizione di identico contenuto introdotta nel corso dell'esame in prima lettura alla Camera e poi soppressa nel corso del successivo esame presso il Senato, riconosce il diritto al risarcimento del danno causato da atti e provvedimenti giudiziari, provvedendo alla copertura dei relativi oneri, valutati in 2,45 milioni di euro per il 2014 e in 4,9 milioni di euro a decorre dal 2015, mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica. A tale riguardo, ricorda che sul testo della disposizione introdotta alla Camera (emendamento Gianluca Pini 26.110) la Commissione bilancio aveva espresso parere contrario nella seduta del 10 giugno scorso. Ricorda, altresì, che la relazione tecnica, trasmessa dal Governo al Senato ai sensi dell'articolo 17, comma 8, della legge n. 196 del 2009, ha evidenziato con riferimento al contenuto della citata modifica introdotta alla Camera alcuni profili di criticità quali: la non sussistenza delle necessarie risorse sul fondo per interventi strutturali di politica economica e la carenza di risorse nel programma «Giustizia civile e penale» del quale era prevista la riduzione in caso di attivazione della clausola di salvaguardia di cui al comma 3.
  Alla luce di tali considerazioni, propone, quindi, di esprimere parere contrario sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 24.01 e nulla osta sulla proposta emendativa Borghesi 32.1, dal momento che quest'ultima non sembra presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari delle cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti delle regioni e dei membri delle giunte regionali.
C. 275-A.

(Parere all'Assemblea).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 9 ottobre 2014.

  Paola BRAGANTINI (PD), relatore, ricorda che nella precedente seduta la Commissione ha deliberato di richiedere al Pag. 359Governo, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009, la predisposizione di una relazione tecnica sul testo del provvedimento in esame entro la giornata di ieri.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA segnala che la relazione tecnica non è ancora stata predisposta e chiede pertanto di poter disporre di tempo ulteriore per effettuare i necessari approfondimenti istruttori con i competenti uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Rocco PALESE (FI-PdL) ribadisce i rilievi critici di metodo già evidenziati nel corso della seduta odierna con riferimento ad altri provvedimenti, stigmatizzando l'avvio della discussione in Assemblea senza prima aver completato l'istruttoria legislativa sui profili finanziari con l'espressione del parere da parte della Commissione bilancio.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE).
Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Francesco LAFORGIA (PD), relatore, ricorda che il provvedimento, recante l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE), è già stato esaminato dalla Commissione bilancio nella seduta del 10 settembre 2014 e che, in quell'occasione, la Commissione ha espresso un parere favorevole con osservazione.
  Segnala che in data 1o ottobre 2014 la Commissione affari costituzionali ha concluso l'esame del provvedimento in sede referente, approvando una sola proposta emendativa volta a recepire una condizione formulata nel parere reso dalla Commissione giustizia, finalizzata a coordinare le disposizioni in materia di compiti attribuiti alla istituenda Commissione.
  Poiché il provvedimento non presenta profili problematici dal punto di vista finanziario, formula pertanto la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminati i progetti di legge Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21-A, recante Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE);
   rilevato che l'attuazione del provvedimento è posta a carico del bilancio della Camera dei deputati e, pertanto, non determina nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,

  esprime

  sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE».

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Pag. 360

  Francesco LAFORGIA (PD), relatore, fa presente che, in data odierna, l'Assemblea ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti.
  Segnala che l'emendamento Cozzolino 5.1, nel prevedere che le spese di funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 70.000 mila euro per i dodici mesi di attività, reca una quantificazione inidonea degli oneri, poiché indicata complessivamente e non riferita alle singole annualità finanziarie.
  Osserva che gli altri emendamenti trasmessi non presentano invece profili problematici dal punto di vista finanziario.
  Pertanto propone di esprimere parere contrario sull'emendamento 5.1, in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, e nulla osta sulle restanti proposte emendative.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.50.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

DL 133/2014: Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione di opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive.
C. 2629 Governo.

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