CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 agosto 2014
286.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 10

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 agosto 2014. — Presidenza del vicepresidente della III Commissione, Andrea MANCIULLI, indi del presidente della IV Commissione, Elio VITO. — Intervengono il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Benedetto Della Vedova, e il sottosegretario di Stato alla difesa, Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.30.

DL 109/2013: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei comitati degli italiani all'estero.
C. 2598 Governo.

(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento in titolo.

  Andrea MANCIULLI, presidente, in assenza di obiezioni, dispone l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso, come convenuto in seno all'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Avverte che l'esame del provvedimento in titolo procederà secondo quanto stabilito dall'ufficio di presidenza delle Commissioni riunite, svoltosi ieri, che ha previsto per la giornata odierna l'avvio dell'esame preliminare con seguito nella giornata di domani, compatibilmente con l'andamento dei lavori dell'Aula, nonché la fissazione del termine per la presentazione degli emendanti alle ore 12 di lunedì 1o settembre, ricordando altresì che la discussione generale del provvedimento è calendarizzata per giovedì 4 settembre, con votazioni a partire da martedì 9 settembre.
  Rivolge, a nome della Commissione Affari esteri, le più vive congratulazioni all'onorevole Nicoletti eletto presidente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
  Passa ad illustrare i contenuti del decreto-legge, in sostituzione del relatore per la III Commissione, on. Marazziti, assente Pag. 11perché impegnato in una missione della III Commissione, guidata dal presidente Cicchitto, in Israele e Palestina.
  Dopo avere posto in rilievo che il provvedimento costituisce ormai da anni un momento cruciale dell'attività parlamentare definizione della politica estera del nostro Paese, sottolinea come oggi esso rivesta una rilevanza ancora maggiore poiché viene a cadere in un arco temporale segnato da gravissime crisi internazionali che investono aree assai prossime all'Europa, dall'Ucraina, alla Libia, al quadrante medio-orientale.
  Sottolinea quindi l'importanza – in un contesto internazionale segnato dal definitivo superamento di equilibri geopolitici ereditati dalle due guerre mondiali – di riaffermare alcune idee-forza della politica estera italiana, quali la partecipazione ai processi di pace e di stabilizzazione democratica, la conferma del ruolo internazionale del Paese anche nel quadro di grandi operazioni multilaterali. Evidenzia altresì in chiave positiva come il provvedimento si attenga al «modello italiano» di partecipazione alle missioni internazionali fortemente basato il rapporto con le organizzazioni internazionali, le ONG, agenzie umanitarie, le autorità e le comunità locali. Segnala parimenti l'esigenza di pervenire ad una profonda riforma della normativa quadro di settore, che auspica possa intervenire prima dell'emanazione di un nuovo decreto-legge semestrale di finanziamento.
  Illustra sinteticamente i recenti sviluppi politici delle principali aree di crisi nei quali vi è un significativo impegno di contingenti italiani, a partire dall'Afghanistan, richiamando a tale riguardo le determinazioni, assunte a Bruxelles nel giugno scorso, da parte dei ministri degli affari esteri degli Stati aderenti alla NATO circa lo svolgimento della missione, denominata Resolute Support Mission – formata da circa 12.000 ed alla quale contribuirebbe anche l'Italia – finalizzata ad assistere le forze di sicurezza afghane. Sottolinea come l'attuale fase di transizione, segnata dall'elezione alla presidenza di Ashraf Gani, e la successiva fase di trasformazione richiedano il mantenimento dell'impegno finanziario per sostenere l'autorità del Governo legittimo nel graduale passaggio di responsabilità nell'ambito della sicurezza, dello sviluppo e della governance, promuovendo l'accesso allo sviluppo socio-economico della popolazione in modo sostenibile.
  Ricorda che il provvedimento conferma, anche per la seconda metà dell'anno, la priorità geografica alla regione occidentale ed in particolare alla provincia di Herat, in cui il nostro Paese svolge un ruolo di lead nation – privilegiando lo sviluppo rurale ed il miglioramento del reddito e delle infrastrutture.
  In relazione alla situazione irakena, pone in rilievo come l'accelerazione del processo di crisi che ha portato alla rivolta militare nella zona centro-orientale del paese ed all'ingresso delle milizie dell'ISIS sul territorio abbia radici profonde: la crisi degli ultimi due anni in Iraq e l'evoluzione drammatica degli ultimi giorni sono ascrivibili, a suo avviso, all'inefficace politica del premier e dei suoi alleati politici, che hanno determinato il collasso delle possibilità di convivenza tra le due maggiori comunità irachene.
  In un contesto così difficile, segnala come assai opportuna la scelta operata nel decreto-legge di continuare l'azione a sostegno dello sviluppo del paese con interventi selettivi, intesi a massimizzare l'impatto delle attività svolte. Si consolidano in questa prospettiva alcuni interventi in corso e già programmati, anche attraverso lo strumento del credito di aiuto, e si risponderà agli appelli relativi ai bisogni urgenti dei rifugiati e degli sfollati interni presenti in Iraq, nel quadro della complessa situazione regionale e del recente conflitto nella provincia di Anbar, attraverso l'azione dell'UNHCR. In tale quale, l'intervento italiano sarà anche destinato, mediante contributi finanziari, al sostegno di iniziative realizzate da altri organismi internazionali (segnatamente l'UNIDO, per l'assistenza alle imprese, nella regione del Kurdistan, e l'UNESCO, per la procedura di iscrizione nella lista dei siti da tutelare Pag. 12di Erbil e di Ur, dove sono in corso attività progettuali, finanziate dalla cooperazione allo sviluppo italiana).
  Fa riferimento alle preoccupazioni, attualmente prevalenti in seno alla Comunità internazionale, per una spartizione dell'Iraq o della Siria che possa portare ad una balcanizzazione della regione, coinvolgendo in una paurosa spirale anche altri Stati come il Libano, la Giordania e l'Arabia saudita. Per scongiurare tale ipotesi, il decreto-legge dispone la prosecuzione di una serie di iniziative a carattere umanitario, con interventi destinati alla popolazione civile in fuga dal conflitto in Siria, tenendo conto del carattere regionale della crisi, anche attraverso l'azione di organismi multilaterali presenti nel Paese (Nazioni Unite e Croce Rossa) anche attraverso interventi nei settori della protezione e del contrasto alla gender based violence in linea di continuità con quanto finora realizzato.
  Con riferimento al Libano, osserva che il clima di forte incertezza derivante dal conflitto siriano e dalla crisi nella striscia di Gaza si riflette sugli equilibri politici libanesi, acutizzando una crescente tensione politica e confessionale, resa più marcata dal vuoto lasciato dall'opera di influenza di Damasco. Ciò rende ancora più rilevante l'azione di UNIFIL, alla quale il nostro Paese dà un contributo assai significativo al quale si affianca ora il sostegno all’International Group for Lebanon, avviato nel settembre scorso su richiesta delle Nazioni Unite, per assistere il Libano nell'opera di soccorso ai rifugiati e nell'azione di rafforzamento delle capacità d'intervento delle forze armate libanesi.
  In relazione alla nuova fase della crisi israelo-palestinese, ritiene che la Presidenza italiana di turno dell'UE ed il nuovo Alto rappresentante per la politica estera possano concorrere ad avviare una forte iniziativa diplomatica per chiamare a raccolta i protagonisti regionali ed internazionali della crisi attorno a un tavolo di negoziazione e delineare un percorso concordato di stabilizzazione. In questa prospettiva di attivazione di meccanismi di collaborazione internazionale – che valorizzi i punti di convergenza dei protagonisti esterni – vanno collocate le disposizioni riguardanti che rinnovano il finanziamento della presenza italiana all'interno della missione Temporary International Presence in Hebron (TIPH2) e dell'operazione di assistenza alle frontiere di Rafah, EUBAM Rafah, promossa nel quadro della PESC.
  Rileva come in Libia lo scontro stia attualmente assumendo un profilo politico diverso dal conflitto a bassa intensità delineatosi nei due anni precedenti, prefigurando una svolta critica: le violenze in corso sembrano infatti mettere definitivamente in causa il processo politico di transizione democratica che si era messo in moto dopo la rivoluzione, determinando un salto di qualità nei conflitti in atto.
  Per quanto attiene agli scenari di crisi dell'Africa sub-sahariana, oggetto di costante attenzione da parte delle competenti commissioni parlamentari, segnala che in Mali si assiste alla ripresa del dialogo – promosso dall'Algeria, dal Burkina Faso, dal Marocco e dalle Nazioni Unite – tra le autorità del governo centrale ed i movimenti rappresentativi delle popolazioni meridionali del grande Stato sahelo-sahariano, mentre nella Repubblica centroafricana, malgrado la grande volatilità della sicurezza nella capitale, Bangui, è stato raggiunto un accordo tra i due gruppi in contrapposizione. Un'intesa di massima, per addivenire ad un esecutivo ad interim di unità nazionale, è stata raggiunta anche nel Sudan meridionale, grazie alla mediazione dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD). Il decreto-legge prevede a tale proposito il finanziamento di una serie di attività di sostegno ai processi di ricostruzione e la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, finalizzate in particolare alle realtà della Somalia e del Corno d'Africa, ed ai paesi del Sahel e dell'Africa centro-occidentale.
  Riguardo all'area balcanica, evidenzia il dato saliente rappresentato dall'ottenimento il 24 giugno scorso, da parte dell'Albania, Pag. 13dello status di paese ufficialmente candidato all'accesso nell'Unione europea: la decisione è il coronamento di un'azione – fortemente sostenuta dal Parlamento e dal Governo italiani – per far progredire i Paesi della regione dei Balcani occidentali sulla strada dell'integrazione europea anche permangono ancora oggi realtà nazionali molto differenziate tra loro. Il Montenegro e la Serbia, infatti, hanno avviato i negoziati di adesione, l'Albania e la Macedonia sono paesi candidati, la Bosnia Erzegovina resta ancora alle prime fasi del processo di adesione mentre il percorso di Kosovo è ancora bloccato per la mancanza di unanimità degli Stati comunitari nel riconoscimento del suo status internazionale.
  Sul versante della partecipazione italiana a fondi ed iniziative multilaterali, richiama lo stanziamento di 2.896.200 euro, per il secondo semestre 2014, per il finanziamento delle iniziative nel campo della gestione civile delle crisi internazionali in ambito PESC-PSDC, nonché dei progetti di cooperazione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), per la partecipazione al Fondo fiduciario INCE presso la BERS, all’European Institute of Peace ed ai fondi fiduciari della NATO e dell'ONU. È altresì previsto un contributo per assicurare la funzionalità del Comitato atlantico italiano, incluso nella tabella degli enti a carattere internazionalistico.
  Sottolinea il particolare rilievo che assume la prosecuzione delle attività connesse alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 2118 del 27 settembre 2013 e le conseguenti decisioni dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) relative all'arsenale chimico siriano, la cui distruzione è stata attentamente monitorata in sede parlamentare, anche mediante lo svolgimento di una missione a Gioia Tauro, svolta il 1o luglio scorso da componenti delle Commissioni Esteri e Difesa delle due Camere.
  Passando ad illustrare le disposizioni riguardanti le iniziative di cooperazione allo sviluppo, richiama l'articolo 8 del decreto-legge che autorizza per il secondo semestre del 2014 la spesa di 34.800.000 euro ad integrazione degli stanziamenti previsti dalla normativa sulla cooperazione allo sviluppo: lo stanziamento è finalizzato ad iniziative di cooperazione per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati, nonché per il sostegno alla ricostruzione civile, in Afghanistan, Iraq, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Repubblica centrafricana, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Yemen, e, in relazione all'assistenza ai rifugiati, nei paesi ad essi limitrofi. Segnala che tali risorse saranno prioritariamente finalizzati alla realizzazione di programmi finalizzati alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne, alla tutela dei loro diritti e all'occupazione femminile; come anche alla tutela e promozione dei diritti dei minori. Tali interventi saranno intrapresi in coerenza con il quadro di diritto internazionale in materia di aiuto allo sviluppo (in particolare con le direttive OCSE-DAC e con gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite).
  Si sofferma infine sulle disposizioni di cui all'articolo 10 che fissano in primo luogo il regime di esecuzione degli interventi previsti dalle disposizioni precedenti richiamando alcune disposizioni derogatorie, già presenti nei precedenti provvedimenti di proroga, considerate indispensabili, anche alla luce delle difficoltà e delle criticità riscontrate nella realizzazione delle attività e degli interventi programmati nell'ambito dei precedenti decreti-legge. Lo stesso articolo introduce inoltre nuove norme volte a permettere lo svolgimento delle consultazioni elettorali per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES), evitando ulteriori rinvii, entro il limite temporale del 31 dicembre 2014, nell'attesa che si concluda l’iter di approvazione del nuovo regolamento, che prevede il voto informatico per le elezioni dei COMITES. La norma prevede il mantenimento del pregresso sistema di voto ma, in considerazione degli elevati oneri derivanti dalla spedizione dei plichi elettorali e della scarsa partecipazione al voto degli italiani residenti all'estero Pag. 14(pari nel 2004 ha votato il 34 per cento degli aventi diritto e nelle elezioni politiche del 2013 al 32 per cento), apporta una modifica alla modalità di voto per corrispondenza ammettendo al voto solo gli aventi diritto che abbiano preventivamente manifestato la volontà di votare richiedendo l'iscrizione nell'elenco elettorale. Tale modalità dovrebbe consentire di limitare l'invio dei plichi elettorali agli elettori realmente interessati al voto per il rinnovo dei COMITES, con conseguente maggiore sicurezza del procedimento, grazie all'invio del plico a indirizzi certi e ad elettori interessati alla partecipazione al voto, riducendo, contestualmente, le relative spese.
  Conclude sottolineando come il decreto-legge in esame rifletta peculiarmente il «modello italiano» di peace-keeping, ispirandosi ad una strategia che prevede l'utilizzo integrato e coerente di forme d'intervento civile e militare, di cooperazione allo sviluppo e di un'azione politico-diplomatica, economica e umanitaria nelle situazioni di crisi che minacciano la sicurezza internazionale.

  Carlo GALLI (PD), relatore per la IV Commissione, Carlo GALLI (PD), relatore per la IV Commissione, nel ringraziare il vicepresidente Manciulli per la sua esposizione, evidenzia, sul piano metodologico, che la ritardata presentazione del provvedimento alle Camere – a più di un mese dalla scadenza del decreto-legge precedente, con le connesse problematiche relative alla copertura assicurativa del personale impiegato nelle missioni e ai delicatissimi profili di carattere penalistico – impone di rinnovare il fermo auspicio che queste Commissioni procedano al più presto alla definizione di una legge-quadro per le missioni internazionali, che dia stabilità alla normativa di carattere generale e consenta di mantenere distinta la decisione parlamentare sul rifinanziamento da quella sul merito delle singole missioni.
  Al riguardo sottolinea che, pur nella sua rilevanza, l'esame parlamentare dei decreti-legge di proroga, avendo unicamente ad oggetto singole autorizzazioni di spesa e la reiterazione di disposizioni transitorie afferenti al trattamento del personale militare, difficilmente si presta a divenire la sede di un dibattito di ampio respiro nell'ambito del quale possano essere adottati precisi atti di indirizzo per il Governo in relazione al prosieguo delle singole missioni.
  Inoltre, anche alla luce della non ottimale tempistica, è doveroso rivolgere un ringraziamento non formale agli uomini e alle donne in divisa, coinvolti nei teatri di crisi, che con spirito democratico servono il Paese, garantendo ogni giorno disponibilità al sacrificio, livelli di eccellenza professionale universalmente riconosciuti dalla comunità internazionale, qualità umana e una specifica propensione al sostegno alle popolazioni civili mediante interventi di disarmo, contributo ai processi di democratizzazione e di institution building e addestramento delle forze di sicurezza locali.
  Intendendo in tal modo testimoniare una sensibilità diffusa tra i componenti della Commissione difesa, e di cui il presidente Vito si è reso interprete, coglie l'occasione per auspicare che possa al più presto risolversi al meglio la vicenda relativa ai due fucilieri di Marina, Massimiliano Girone e Salvatore Latorre, detenuti in India da più di due anni, per i quali è stato prospettato l'avvio della procedura di arbitrato internazionale, finalizzata alla tutela del principio della immunità funzionale, di cui è titolare ogni militare impegnato all'estero su mandato internazionale.
  Osserva, infine, che, al di là dell'articolato, il dibattito che ha inizio oggi è destinato a fare emergere specifiche questioni di particolare attualità, che impongono una trattazione ragionata e consapevole delle norme del decreto-legge, con particolare riferimento al riaccendersi del conflitto israelo-palestinese, al quale la III Commissione ha valutato di dedicare una missione, che è in corso in questi giorni; all’escalation di tensione nello scenario libico, che ha già determinato l'evacuazione dal Paese di tutti i cittadini europei Pag. 15e del personale diplomatico dei maggiori Paesi occidentali; all'Iraq; al perdurare della grave crisi ucraina e del conflitto in Siria.
  Ciò premesso, sul piano dell'impostazione legislativa segnala che il provvedimento – composto da 12 articoli suddivisi in tre capi, di cui il primo di immediata rilevanza per la Commissione difesa – presenta, come già il decreto-legge precedente, la classificazione delle autorizzazioni di spesa secondo un criterio geografico, per cui i primi tre articoli sono dedicati, rispettivamente, alle missioni in Europa, Asia e Africa, per un numero complessivo di 4178 unità di personale delle Forze armate impiegato (a fronte dei 4.700 del provvedimento precedente) e per un impegno di spesa che appare ridotto di quasi un terzo rispetto al primo semestre dell'anno (da 619 milioni a 452,7 milioni di euro).
  Questo dato si riflette in una tendenza generalizzata in quasi tutti gli scenari alla riduzione delle risorse finanziarie stanziate, a fronte del mantenimento di un numero pressoché inalterato di unità di personale delle Forze armate.
  Tale andamento, che pur corrisponde ad un'esigenza condivisa di contenimento della spesa pubblica, per le missioni internazionali pone doverosi interrogativi, soprattutto alla luce dell'evidente crescente instabilità nel Mediterraneo, in Nord Africa e nel Medio Oriente. Al riguardo il Governo dovrebbe fornire chiarimenti non soltanto sulla possibilità di realizzare gli obiettivi di pacificazione e stabilizzazione, propri di ogni missione, ma soprattutto sulle condizioni di sicurezza in cui si ritrovano ad operare i nostri militari e, in generale, sulla adeguatezza dei fondi destinati alle missioni, e ciò anche per il passato.
  Prima di procedere all'illustrazione dei contenuti di dettaglio del provvedimento, anticipa alcune riflessioni in riferimento agli scenari di maggior interesse attuale a partire dalla Libia, Paese in cui il nostro impegno si svolge nell'ambito di importanti missioni europee, cui contribuiscono le Forze dell'ordine insieme alle Forze armate, ed è regolato anche da accordi bilaterali che appaiono per lo più orientati nella direzione del contrasto all'immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani, laddove un rinnovato sforzo italiano sul terreno della institution building apparirebbe come il miglior contributo per il superamento della crisi che sta divampando in tale Paese e a tutela del nostro stesso interesse nazionale.
  La nuova missione nella Repubblica centrafricana EUFOR RCA ripropone il dibattito su temi già trattati in occasione della discussione della risoluzione n. 8-00066 Artini, approvata da queste Commissioni il 25 giugno scorso, nonché su profili che potranno costituire oggetto di esame in occasione della ripresa dell’iter sulla legge quadro sulle missioni internazionali.
  Appare, inoltre, opportuna un ripensamento approfondito sulla nostra presenza nelle diverse missioni dispiegate in Medio Oriente, a partire da UNIFIL e anche in riferimento al caso della missione europea presso il valico di Rafah, in cui continua ad operare una sola unità di personale. Si tratta anche di sollecitare una nuova presa di coscienza da parte dell'Unione europea, che l'Italia sta presiedendo, sul proprio ruolo in politica estera.
  Il provvedimento descrive, infine, lo stato di avanzamento dell'operazione di ritiro dall'Afghanistan che lascia aperti gli interrogativi sul post 2014 e su cui sarà inevitabile procedere ad un approfondimento in sede parlamentare nei prossimi mesi.
  Passando alla disamina dell'articolato, tenendo nella giusta considerazione gli elementi integrativi all'articolato forniti dalla relazione tecnica, segnala che l'articolo 1 prevede le autorizzazioni di spesa relative alle missioni internazionali che si svolgono in Europa, e segnatamente:
   1) euro 36.002.777 (da 40.761.553 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale militare alle missioni nei Balcani e specificatamente la Multinational Specialized Unit (MSU), la European Union Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX KOSOVO), Pag. 16il Security Force Training Plan in Kosovo e la Joint Enterprise Balcani, per le medesime complessive 555 unità di personale;
   2) euro 138.933 (da 136.667 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione militare alla missione ALTHEA dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina, all'interno della quale opera anche la missione IPU (Integrated Police Unit), sempre per 5 unità di personale;
   3) euro 2.742.940 (da 2.955.665 euro per il semestre precedente) per la prosecuzione dei programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei paesi dell'area balcanica, per 58 unità (21 unità specializzate appartenenti a Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di Finanza in Albania, 3 unità specializzate appartenenti a Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di Finanza nell'area balcanica, 24 operatori della Guardia di Finanza per servizi aero-navali in Albania con utilizzo di 4 unità navali e 10 operatori della Guardia di Finanza per i servizi aerei in Albania con utilizzo di un velivolo);
   4) euro 652.610 (da 721.660 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX KOSOVO (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) e di euro 31.830 (da 61.490 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK (United Nations Mission in Kosovo), per rispettivamente 23 unità per EULEX Kosovo e 1 unità per UNMIK.
   5) esaurito il novero delle missioni nei Balcani Occidentali, euro 133.921 (da 131.738 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione UNFICYP (United Nations Peacekeeping Force in Cyprus) delle Nazioni Unite a Cipro (4 unità), confermando l'organico precedentemente autorizzato. Si ricorda che durante l'iter di esame del precedente provvedimento, al Senato il Governo ha accolto un ordine del giorno relativo a tale missione, in cui si è dato atto che la missione, inaugurata nel 1964, non ha potuto impedire l'invasione turca di Cipro ed ha in questa fase un ruolo marginale nella riunificazione dell'isola. Il Governo ha, pertanto, assunto l'impegno di continuare a sostenere l'iniziativa delle Nazioni Unite promossa anche in seno all'Unione europea, a partire dal semestre italiano di presidenza, volta a favorire la riunificazione di Cipro e il conseguente ritiro del personale militare.
   6) euro 7.732.311 (da 8.722.998 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione militare italiana alla missione Active Endeavour nel Mediterraneo, per le medesime 547 unità di personale. Si valuti, al riguardo, la congruità di tale riduzione rispetto all'effettivo contesto di sicurezza che caratterizza oggi la sponda meridionale del Mediterraneo, alla luce dei più recenti drammatici eventi in atto in Libia e degli effetti positivi che la missione in questione può produrre ai fini di un più efficace contrasto della pirateria marittima in aree geografiche contigue. Anche alla luce dell'impegno italiano nell'ambito di Mare Nostrum, il lavoro italiano per la pace e la stabilità del Mediterraneo non può perdere di intensità, soprattutto in considerazione della responsabilità in campo europeo di cui l'Italia è titolare e della intitolazione del 2014 ad «anno del Mediterraneo».

  Passando alle missioni in corso in Asia, di cui all'articolo 2, per esse si prevedono:
   1) euro 185.082.639 (da 235.156.497 euro per il semestre precedente) per le missioni in Afghanistan ISAF (International Security Assistance Force) ed EUPOL Afghanistan per complessive 1.500 unità a fronte delle 2.250 unità previste dal precedente decreto-legge, inferiori alla previsione per la fine 2014 che era di una presenza italiana in Afghanistan attestata sulle 1.800 unità, adibite a compiti di assistenza e addestramento in sede post ISAF e insieme ad altri 58 Paesi.
  Come ricorda la relazione, l'impegno della comunità internazionale in favore Pag. 17dell'Afghanistan sta vivendo la sua fase forse più importante, quella denominata transition, che prevede il progressivo rilascio delle responsabilità alle Autorità afgane, con l'assunzione da parte delle Afghan National Security Forces (ANSF), entro l'anno 2014, della full responsibility, a premessa della conclusione della missione di ISAF (fine della fase 4 transition ed inizio della fase 5 redeployment). Dopo il 2014, la sfida principale sarà il finanziamento delle ANSF, così come sarà necessario determinare il sostegno di ISAF alle ANSF per il post 2014, sotto il profilo sia operativo, sia finanziario e definire il contenuto della Enduring Partnership fra NATO e Afghanistan;
   2) euro 9.124.600 (da 9.056.445 euro per il semestre precedente) per l'impiego di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per esigenze connesse con le missioni in Afghanistan, con 95 unità, confermando l'organico indicato nel precedente decreto-legge di finanziamento delle missioni;
   3) euro 333.009 (da 352.579 euro per il semestre precedente) per l'impiego delle già previste 7 unità di personale appartenente a Corpo militare volontario e al Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa italiana per le esigenze di supporto sanitario delle missioni internazionali in Afghanistan e negli Emirati Arabi Uniti;
   4) euro 76.223.973 (da 81.523.934 euro per il semestre precedente per la proroga della partecipazione del contingente militare italiano alla missione UNIFIL in Libano (United Nations Interim Force in Lebanon) – ivi incluso l'impiego delle unità navali della UNIFIL Maritime Task Force e per la proroga dell'impiego di personale militare in attività di addestramento delle forze armate libanesi, con 1.110 unità (10 in più rispetto al precedente decreto-legge). La relazione tecnica precisa che l'autorizzazione di spesa si estende alle attività di addestramento delle Forze armate libanesi come contributo italiano all’International Support Group for Lebanon, finalizzato ad assistere il Libano rispetto alle conseguenze della crisi siriana con riferimento soprattutto alla questione dei rifugiati e allo sforzo straordinario per la sicurezza lungo il confine siriano e la Blue Line;
   5) euro 1.236.817 (da 1.216.652 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione militare alla missione TIPH2 (Temporary International Presence in Hebron), e per la proroga dell'impiego di personale militare in attività di addestramento delle forze armate palestinesi, con 28 unità di personale, a fronte delle 15 unità indicate nel precedente decreto-legge. L'autorizzazione di spesa si estende alle attività di addestramento affidate all'Arma dei carabinieri;
   6) euro 61.100 (da 60.105 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale militare (un'unità) alla missione dell'Unione Europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah EUBAM Rafah (European Union Border Assistance Mission in Rafah), prorogata fino al 30 giugno 2015. Si ricorda che la missione è stata istituita su invito di Israele e dell'ANP per contribuire all'apertura della frontiera tra Gaza e l'Egitto. Come riferisce la relazione tecnica, la missione rappresenta un elemento portante dello sforzo dell'UE a sostegno dell'ANP nella gestione della frontiera, rispetto al aule la presenza di una sola unità appare oggi inadeguata all'obiettivo;
   7) euro 64.230 (da 63.240 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian Territories) in Palestina, con mantenimento delle 2 unità già previste;
   8) euro 188.558 (da 185.495 per il semestre precedente) per la partecipazione italiana di 4 unità personale militare alla missione EUMM Georgia. Peraltro l'EUMM opera in stretto coordinamento con le missioni già attivate nel Paese dall'OSCE e dall'ONU (United Nations Observer Mission Pag. 18in Georgia – UNOMG) e ha il compito di monitorare l'Accordo dell'8 settembre 2008.

  Per quanto concerne l'impegno internazionale in Africa, l'articolo 3 autorizza:
   1) euro 5.182.970 (da 5.118.845 euro per il semestre precedente) per la missione European Union Border Assistance Mission in Libya (EUBAM Libya), di cui alla decisione 2013/233/PESC del Consiglio del 22 maggio 2013 con termine al 21 maggio 2015, e per la proroga dell'impiego di personale militare in attività di addestramento delle forze armate libiche, con conferma delle 100 unità. Si ricorda che il decreto-legge n. 114/2013 autorizzava la partecipazione alla missione in questione di «personale militare, nonché civile, ove ne ricorrano le condizioni». EUBAM Libya sostiene le autorità libiche soprattutto nella gestione integrata delle frontiere e, in generale, nel rafforzamento delle loro capacità operative istituzionali. Le attività di addestramento alle forze armate libiche si inquadrano anche nel mandato conferito dalle Nazioni Unite con la missione UNSMIL;
   2) euro 45.370 (da 132.380 euro per il semestre precedente) per la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione European Union Border Assistance Mission in Libya (EUBAM Libya. Al riguardo, la relazione tecnica al provvedimento in esame specifica che il personale della Polizia di Stato autorizzato nell'ambito della presente missione è costituito da 1 unità, anziché da 3 unità come previsto da precedente decreto;
   3) euro 1.672.971 (da 3.604.700 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale del Corpo della Guardia di finanza alla missione in Libia per garantire la manutenzione ordinaria delle unità navali ceduta al governo libico e per lo svolgimento di attività addestrativa del personale della Guardia costiera libica, in esecuzione degli accordi di cooperazione tra il Governo italiano e il governo libico per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con l'organico di 6 unità. La relazione tecnica richiama la Tripoli Declaration del 2012 come quadro di accordi bilaterali per il contrasto all'immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani.
  Colgo l'opportunità per ricordare che l'Italia è presente in Libia sin dal 2011 con la missione a carattere nazionale Cyrene, lanciata per supportare il Consiglio nazionale di transizione nella ricostruzione delle Forze armate e di sicurezza libiche. Dal 1o ottobre l'Operazione Cyrene è stata riconfigurata in Missione militare italiana in Libia (MIL) con compiti analoghi. Parallelamente alla nostra azione nazionale, l'Italia aderisce ad EUBAM, finalizzata al miglioramento della sicurezza delle frontiere libiche.
  Si ricorda che il precedente decreto-legge ha autorizzato la spesa di 5 milioni di euro relativamente all'anno 2014 per le misure di sostegno e di rilancio dei settori dell'economia delle province interessate da ingenti danni a seguito delle limitazioni imposte dalle attività operative connesse all'intervento militare internazionale in Libia del 2011 ex Risoluzione ONU n. 1973 (2011);
   4) euro 23.958.858 (da 25.124.097 euro per il semestre precedente) per la proroga della partecipazione di personale militare alle operazioni militari al largo delle coste della Somalia, Atalanta dell'Unione Europea e Ocean Shield della NATO per il contrasto alla pirateria, per complessive 607 unità, a fronte del 622 unità previste dal precedente decreto.
  La missione Atalanta è stata istituita con l'azione comune 2008/851/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 10 novembre 2008 – modificata da ultimo dalla decisione 2012/174/PESC del Consiglio del 23 marzo 2012 – a sostegno delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in modo conforme alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, allo scopo di contribuire alla deterrenza e repressione degli atti di pirateria e rapina a mano armata commessi a largo delle coste della Somalia. Pag. 19Il mandato prevede: la protezione delle navi del Programma alimentare mondiale (PAM) che inoltrano aiuti umanitari alle popolazioni sfollate della Somalia e delle navi mercantili che navigano al largo del territorio somalo; la sorveglianza delle zone al largo della Somalia, comprese le acque territoriali giudicate rischiose per le attività marittime; l'uso della forza per la dissuasione, la prevenzione e la repressione degli atti di pirateria; infine, la possibilità di arresto, fermo e trasferimento delle persone che hanno commesso o che si sospetta abbiano commesso atti di pirateria o rapine a mano armata e la possibilità di sequestrare le navi di pirati o di rapinatori, le navi catturate a seguito di pirateria o rapina nonché di requisire i beni che si trovano a bordo di tali navi.
  La missione NATO Ocean Shield, complementare a quella dell'UE, dispiegata nel luglio 2009, prevede, laddove non sia disposta la contribuzione di assetti dedicati, l'impiego delle Forze Standing NATO Maritime Group 1 e 2 (SNMG1 e 2) nella zona del Corno d'Africa e del Golfo di Aden;
   5) euro 17.836.535 (da 7.062.139 euro per il semestre precedente) per la prosecuzione della partecipazione di personale militare alle missioni dell'Unione europea in Somalia denominata EUTM Somalia, EUCAP Nestor, nonché alle ulteriori iniziative dell'Unione europea per la Regional Maritime Capacity Building nel Corno d'Africa e nell'Oceano indiano occidentale, nonché per il funzionamento della base militare nazionale della Repubblica di Gibuti (questa è una novità rispetto al precedente decreto-legge) e per la proroga dell'impiego di personale militare in attività di addestramento delle forze di polizia somale. Al riguardo, la relazione tecnica al provvedimento in esame specifica che il personale presente nell'ambito della missione è costituito da 315 unità, a fronte delle 148 unità autorizzate dal precedente decreto di finanziamento delle missioni. In merito alla base militare nazionale di Gibuti, precisa la relazione tecnica che essa è il frutto di accordi bilaterali e si fonda sulla valenza strategia della base per l'impegno internazionale ed europeo contro pirateria, immigrazione clandestina, traffico di stupefacenti e terrorismo nel cosiddetto «Mediterraneo allargato» attraverso il sostegno ai Paesi del Corno d'Africa. L'infrastruttura ha una capacità alloggiativa per 300 unità ed è in effettivo esercizio dal marzo 2014. A fini di contenimento dei costi per la gestione della base si ricorre il più possibile all'outsourcing presso ditte locali per la fornitura dei servizi minimi essenziali. Attualmente la task force è di 135 unità, che saranno ridotte a regime a 63 unità;
   6) euro 1.408.035 (da 1.337.010 euro per il semestre precedente) per la missione delle Nazioni Unite in Mali MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali) e per la proroga della partecipazione di personale militare alle missioni dell'Unione europea denominate EUCAP Sahel Niger e EUTM Mali, nonché per la partecipazione di personale militare alla missione dell'UE denominata EUCAP Sahel Mali, con la conferma delle 27 unità.
   7) infine, quale elemento di novità del presente decreto-legge, sono autorizzati euro 2.987.065 per la partecipazione di personale militare alla missione UE nella Repubblica Centrafricana EUFOR RCA, di cui alla decisione 2014/73/PESC del Consiglio del 10 febbraio 2014. Le unità previste sono 51. Si ricorda al riguardo la risoluzione n. 8-00066 Artini, approvata dalle Commissioni esteri e difesa il 25 giugno scorso, che ha impegnato il Governo a fornire al Parlamento rilevanti elementi, che le Commissioni hanno valutato come essenziali ai fini di una decisione autorizzatoria.

  Non figurano autorizzazioni di spesa a favore della missione UNAMID, United Nations/African Union Mission in Darfur delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana in Sudan, malgrado il permanere di elementi di forte instabilità.
  Si ricorda altresì che il precedente provvedimento, intervenendo sul terreno Pag. 20degli obblighi informativi da parte del Governo nei confronti delle Camere, all'articolo 3-bis ha previsto che la relazione analitica sulle missioni, di cui all'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, sia accompagnata da un documento di sintesi operativa aggiornato alla data del 30 giugno 2014 (data di scadenza del decreto legge) che indichi espressamente per ciascuna missione i seguenti dati: mandato internazionale, durata, sede, personale nazionale e internazionale impiegato, scadenza nonché i dettagli attualizzati della missione. La relazione dovrà essere, altresì, integrata «dai pertinenti elementi di valutazione fatti pervenire dai comandi internazionali competenti con particolare riferimento ai risultati raggiunti nell'ambito di ciascuna missione dai contingenti italiani».
  Per quanto riguarda le altre disposizioni di interesse della Difesa, l'articolo 4 che prende in considerazione i noti profili assicurativi, logistici ed infrastrutturali, la cooperazione civile-militare, il sostegno alle attività dell'AISE e le cessioni di equipaggiamenti. Gli stanziamenti, pari 8.140.000 euro, per la stipulazione dei contratti di assicurazione e di trasporto e per la realizzazione di infrastrutture integrano gli oltre 117 milioni previsti dal precedente decreto-legge, che la relativa relazione tecnica riferiva all'intero 2014 e non solo al primo semestre dell'anno (in difformità rispetto a quell'articolato). È da chiarire se tale riduzione è da correlare al completamento del maggior impegno logistico connesso al ritiro dall'Afghanistan e, in generale, alla riduzione dell'entità dei contingenti.
  Sono stanziati oltre 4,8 milioni di euro (rispetto ai precedenti 7 milioni di euro) per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) a protezione del personale delle Forze armate impiegato nelle missioni internazionali.
  Inoltre, il Ministero della difesa viene autorizzato, per il secondo semestre del 2014, a effettuare ulteriori cessioni a titolo gratuito e cioè: documentazione tecnica relativa ai veicoli blindati leggeri VPL Puma e semoventi M109L alla Repubblica di Gibuti per 333.000 euro; 100 veicoli M113 alla Repubblica Islamica del Pakistan; 500 uniformi da combattimento alla Repubblica Federale di Somalia; 24 blindo Centauro al regno Haschemita di Giordania.
  Il provvedimento interviene, al comma 4, sulla norma relativa ai finanziamenti volti a sopperire a esigenze di prima necessità della popolazione locale, compreso il ripristino dei servizi essenziali, al fine di estendere a tutto il 2014 il finanziamento riferito dal precedente decreto-legge al solo primo semestre dell'anno (per l'importo di euro 3.085.000) per interventi urgenti o acquisti e lavori da eseguire in economia, anche in deroga alle disposizioni di contabilità generale dello Stato, disposti nei casi di necessità e urgenza dai comandanti dei contingenti militari che partecipano alle missioni internazionali. Tale importo è, inoltre, rimodulato nella sua distribuzione interna tra le varie missioni per cui il limite di spesa per l'Afghanistan passa da 1.200.000 euro a 1.1180.000 euro e, corrispondentemente, per i Balcani da 20.000 a 40.000 euro, per la realizzazione di un progetto infrastrutturale in Kosovo.
  Una novità di rilievo riguarda il finanziamento di euro 1.942.394 per l'impiego di una unità navale della Marina militare nell'ambito dell'operazione di scorta marittima intesa ad assicurare condizioni di sicurezza all'attività internazionale di trasporto e neutralizzazione delle armi chimiche siriane, di cui alla risoluzione 2118 (2013) adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 27 settembre 2013. La relazione tecnica prevede l'impiego di 94 unità della classe comandanti che contribuiscono ad assicurare condizioni di sicurezza della navigazione durante il processo di neutralizzazione degli agenti chimici da avviare a smaltimento.
  Le ulteriori disposizioni (articoli 5, 6 e 7) del provvedimento recano le consuete norma in tema di personale, in materia penale e contabile.
  In tema di personale, si segnala l'inserimento del personale impiegato in attività Pag. 21di addestramento delle forze armate libanesi nell'elenco delle missioni per le quali è prevista la diaria riferita ad Arabia Saudita, Emirati Arabi e Omani.
  Nell'elenco di quelle per le quali la diaria è quella prevista per la Repubblica Democratica del Congo si inseriscono le nuove missioni EUFOR RCA, EUCAP Sahel Mali e il personale impiegato in attività di addestramento delle forze di polizia somale e per il funzionamento della base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti.
  Infine, si integra l'elenco con la previsione della missione EUTM Somalia per il personale impiegato presso l’Head Quarter di Bruxelles per il quale la diaria è quella riferita al Belgio.
  Come recita la relazione di accompagnamento, il comma 5 dell'articolo 5 proroga al 31 dicembre 2014 il regime transitorio per l'impiego a bordo delle navi italiane in funzione antipirateria di guardie giurate che, in qualità di appartenenti alle Forze armate, per almeno sei mesi abbiano partecipato alle missioni internazionali con incarichi operativi.
  In materia penale per esplicita previsione del decreto-legge, le consuete norme si applicano anche al persone impiegato nelle missioni ONU denominate United Nations Military Observer Group in India and Pakistan (UNMOGIP, che è considerata storicamente la prima missione internazionale), UN Trade Supervision Organization in Middle East (UNTSO), UN Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) e nella missione Multinational Force and Observers in Egitto (MFO).
  Non si segnalano novità in materia contabile.
  Rileva da ultimo segnalare il contenuto dell'articolo 11, recante la norma di copertura finanziaria degli oneri derivanti dalla disposizioni del decreto-legge in commento, ovvero dagli articoli 1, 2, 3, 4, 8, 9 e 10, pari complessivamente a euro 452.731.694 euro per l'anno 2014 (rispetto ai 619.079.091 euro previsti dal precedente provvedimento).
  Tale importo è reperito mediante le seguenti coperture:
   il maggior importo, pari a 213 milioni di euro, deriva da una riprogrammazione straordinaria per l'anno 2014 da parte del Ministero della difesa con riferimento a spese correnti iscritte a legislazione vigente nello stato di previsione e da effettuare entro il 30 ottobre 2014. Inattesa della riprogrammazione, tali somme sono comunque accantonate. A tal fine si ricorda la relazione approvata sul ddl Rendiconto, che evidenziava la mancata quantificazione dei fondi necessari per finanziare le missioni per il secondo semestre del 2014. Ulteriori 200 milioni di euro derivano dall'utilizzo di quota dei proventi per interessi derivanti dalla sottoscrizione di nuovi strumenti finanziari. Soltanto 8,5 milioni di euro, rispetto ai quasi 614 milioni di euro del precedente decreto-legge, derivano dalla riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa al Fondo missioni, di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Dai rimborsi corrisposti dall'ONU come corrispettivo di prestazioni rese dalle nostre Forze armate derivano 13,5 milioni di euro. Il Dicastero dell'economia e delle finanze subisce una riduzione di 15,6 milioni di euro del fondo speciale di parte corrente iscritto per il bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» del relativo stato di previsione per l'anno 2014. Dalla soppressione dell'autorizzazione di spesa relativa al contributo per la partecipazione italiana all'Unione Latina deriva 1,1 milione di euro e quasi un milione di euro sono assicurati dal bilancio del Ministero degli affari esteri e della cooperazione.

  Tutto ciò premesso, rispetto alle competenze della Commissione difesa, il provvedimento in esame offre importanti spunti di riflessione su temi inerenti la difesa e la sicurezza nazionale ed internazionale, che si intrecciano con il ruolo delle Forze armate e con le linee strategiche che dovranno orientare in futuro lo Pag. 22strumento militare. Sono questioni che il Ministro della difesa ha già tratteggiato nelle Linee guida per il Libro Bianco sulla difesa e su cui queste Commissioni approfondiranno il dibattito nei prossimi mesi anche in altre sedi.
  Conclusivamente, auspica che il provvedimento possa andare incontro ad un rapido iter di esame, in risposta alla domanda di certezza giuridica e di prevedibilità degli interventi che proviene dai contesti in cui operano i cittadini italiani, militari e civili, al servizio della pace e della sicurezza internazionale.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI interviene in risposta agli auspici espressi dai relatori affinché il Parlamento proceda celermente all'approvazione di una legge quadro sulle missioni internazionali, segnalando la piena disponibilità del Governo rispetto a tale obiettivo, da conseguire al più presto e comunque prima del prossimo provvedimento di rifinanziamento delle missioni.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, fornisce alcune precisazioni circa il percorso di internazionalizzazione della questione del trattenimento in India dei due fucilieri di Marina, richiamata nella relazione dell'onorevole Carlo Galli.

  Elio VITO, presidente della IV Commissione, apprezza l'intervento del sottosegretario Della Vedova sulla questione relativa ai due fucilieri di Marina, su cui permane a suo avviso l'esigenza del Parlamento di potere ricevere informazioni regolari da parte del Governo. Ricorda che, peraltro, l'esame del decreto-legge sulle missioni internazionali ha rappresentato l'occasione per l'approvazione unanime di atti di indirizzo che hanno contribuito in modo positivo alla dinamica sinergica tra Governo e Parlamento. Per questa ragione è opportuno che le Camere continuino ad essere messe nelle condizioni di conoscere sviluppi o iniziative assunte dal Governo rispetto a tale vicenda, e ciò al fine di rendere più efficaci e mirati eventuali futuri atti di indirizzo o vere e proprie iniziative legislative. Rappresenta, infine, che domani ricorrono i novecento giorni dall'inizio dello stato di detenzione in cui versano Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e che un tempo così lungo non si registrava sin dai tempi dell'ultimo conflitto mondiale. Anche questa circostanza rafforza le ragioni per procedere ad ulteriori approfondimenti.

  Edmondo CIRIELLI (FdI-AN) motiva la contrarietà del suo gruppo al provvedimento in esame evidenziando il fatto che – al pari di tutti gli analoghi decreti-legge che lo hanno preceduto – si configura come un pacchetto indivisibile di misure all'interno del quale è impossibile distinguere tra le diverse tipologie di missione alle quali prendono parte i contingenti italiani. Chiede altresì al Governo se vi sia un costante monitoraggio delle condizioni di sicurezza in cui operano i militari italiani soprattutto in scenari particolarmente critici come ad esempio, quello libanese. Ribadisce la netta opposizione del suo gruppo ad una prosecuzione della partecipazione italiana alle operazioni anti-pirateria Ocean Shield e Atalanta nell'Oceano indiano, mentre esprime un certo apprezzamento per l'orientamento assunto dal Governo per un'internazionalizzazione della controversia sui due fucilieri di Marina anche se rileva che il nostro Paese dovrebbe ricorrere una gamma più articolata di azioni diplomatiche volte ad esercitare una pressione sulle organizzazioni multilaterali di cui l'Italia è parte, come, nell'ipotesi più estrema, attraverso il congelamento delle quote di partecipazione alle Nazioni Unite.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) lamenta la perdurante assenza – anche in questo nuovo decreto-legge – di un effettivo raccordo tra le diverse iniziative di cooperazione previste dal provvedimento stesso a favore dell’empowerment femminile ed i programmi di attuazione, già adottati dal nostro Paese, della risoluzione 1325 su «Donne, pace e sicurezza» del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 31 ottobre 2000. Si tratta in realtà di Pag. 23due prospettive convergenti che dovranno essere disciplinate unitariamente nella nuova normativa quadro sulle missioni internazionali.

  Elio VITO, presidente della IV Commissione, osserva che il ritardato avvio dell'esame del decreto-legge in titolo non è imputabile alla responsabilità del Parlamento.

  Michele PIRAS (SEL) si associa alle considerazioni del collega Cirielli in ordine all'auspicio che la decisione parlamentare possa in futuro essere differenziata missione per missione, pur nella piena comprensione delle ripercussioni che un simile percorso produrrebbe sui tempi di lavoro. Tuttavia, è davvero essenziale che i gruppi possano diversificare la propria decisione rispetto alle singole missioni, come allo stato non è possibile fare. Inoltre, è importante che si ripristini la prassi di una stretta interazione tra queste Commissioni e i due Ministri degli affari esteri e della difesa in occasione dell'esame di questo provvedimento, per assicurare qualità al dibattito e alla decisione parlamentare. Informa, quindi, che parallelamente alla missione della III Commissione, una delegazione di alcuni deputati si è recata in questi giorni a titolo individuale nei Territori palestinesi in ragione della centralità che la crisi a Gaza riveste per tutta la politica mediorientale e per gli stessi destini dell'Europa. Ritiene che quanto avvenuto nelle scorse settimane sia stato gravissimo sul piano umanitario e che le nostre rappresentanze diplomatiche presenti in loco non dispongano di strumenti finanziari adeguati a contribuire con efficacia all'emergenza in atto, nella consapevolezza che i soli danni materiali provocati dai bombardamenti sono stati valutati in cinque miliardi di dollari. Risulta, peraltro, che in tal situazione siano ridotti i fondi destinati alla realizzazione di progetti per la popolazione civile, laddove sarebbe necessario operare per sradicare le ragioni stesse del conflitto, di cui si fanno forza formazioni quali la stessa Hamas, e che riguardano le condizioni di miseria e di disagio in cui versa la popolazione di Gaza.

  Elio VITO, presidente della IV Commissione, precisa che non vi sono ragioni allo stato per un rinvio della seduta di domani, già prevista all'unanimità dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite.

  Massimo ARTINI (M5S) auspica che il provvedimento in titolo sia l'ultimo nella sua tipologia, nell'aspettativa che la legge quadro sulle missioni internazionali riordini la materia nel senso auspicato dai colleghi intervenuti. Interviene con particolare riferimento alla norma di copertura finanziaria del provvedimento per evidenziare che la gran parte delle risorse deriva da introiti incerti e dal bilancio delle spese di esercizio del Ministero della difesa, che per il secondo semestre del 2014 si vede decurtata di circa la metà la dotazione già considerata più carente. Peraltro, le modalità complessive di reperimento delle risorse finanziarie inducono a ritenere che non vi siano capitoli capienti nel bilancio dello Stato per le missioni internazionali. Quanto alla missione europea EUFOR RCA, richiama la parte dispositiva della risoluzione approvata dalle Commissioni e l'impegno del Governo a fornire gli elementi informativi richiesti prima della decisione sul finanziamento. Auspica, pertanto, che in occasione di questo iter il rappresentante del Governo provveda ad adempiere a tale impegno. Svolge una considerazione in ordine alla quantificazione finanziaria dei materiali di documentazione che vengono ceduti alla Repubblica di Gibuti, superiore al valore stesso dei sistemi d'arma cui si riferiscono. Chiede, inoltre, una precisione in merito ai riferimenti operati dal relatore per la III Commissione in merito alle caratteristiche dell'impegno in Afghanistan per il post 2014, su cui il Parlamento non si è finora espresso. Ritiene, infine, che i due Ministri di riferimento dovrebbero al più presto essere auditi sui temi affrontati dal decreto-legge in ragione dell'impellenza delle crisi in atto, soprattutto in Libia, nei cui Pag. 24confronti il nostro Paese ha svolto un ruolo anche in termini di addestramento di funzionari e di forze di sicurezza senza che di tale impegno vi sia alcun riscontro o riconoscibilità.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) sottolinea l'esigenza di una rapida conclusione di iter di approvazione del testo unificato dei progetti di legge-quadro sulle missioni internazionali. Rileva che i grandi cambiamenti geopolitici richiedono oggi delle strumentazioni parlamentari e legislative più idonee che consentano una disamina complessiva della partecipazione italiana alle grandi operazioni multilaterali di pace, accanto ad un'analisi in profondità delle singole missioni alle quali partecipano contingenti militari del nostro Paese.

  Elio VITO, presidente della IV Commissione, apprezza quanto testé riferito dal sottosegretario Della Vedova, che tuttavia non preclude al Parlamento di confermare il giusto senso di indignazione per quanto è avvenuto e non è ancora stato possibile risolvere.

  Donatella DURANTI (SEL) si rammarica che il sottosegretario Rossi non abbia fornito riscontri sulla richiesta di audizione del Ministro della difesa, avanzata dal collega Artini e alla quale si associa in considerazione delle evoluzioni in Medio Oriente, in Libia e in Afghanistan. Auspica, peraltro, che l'audizione del Ministro Pinotti possa avere luogo anche prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari.

  Elio VITO, presidente della IV Commissione, ritiene che non vi siano allo stato ragioni per protrarre l'esame del provvedimento oltre la seduta di domani, anche in considerazione del calendario dei lavori che è stato unanimemente condiviso in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI conferma la piena disponibilità del Governo a collaborare con il Parlamento durante tutto l’iter di esame del decreto-legge e precisa che la richiesta dell'onorevole Artini includeva anche il Ministro degli affari esteri. Rassicura che per le successive fasi del dibattito verificherà la disponibilità dei due Ministri di riferimento ad un'audizione nell'ambito di questo iter.

  Elio VITO, presidente della IV Commissione, nessun altro chiedendo di intervenire, invia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.