CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 15 luglio 2014
271.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 87

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 15 luglio 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 13.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Elio VITO, presidente, comunica che, a decorrere dal 10 luglio 2014, il deputato Federico Massa, del gruppo del Partito Democratico è entrato a far parte della Commissione.

Disciplina generale sulla cooperazione internazionale allo sviluppo.
C. 2498 Governo e abbinate.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Elio VITO, presidente, avverte che la Commissione dovrà esprimere il parere sul provvedimento in titolo entro la giornata odierna, essendo previsto l'avvio della discussione generale da parte dell'Assemblea per domani, mercoledì 16 luglio.

  Francesco Saverio GAROFANI (PD), relatore, osserva che la Commissione difesa è chiamata ad esprimere un parere sulle norme di competenza contenute del provvedimento all'ordine del giorno, recante una disciplina generale sulla cooperazione internazionale allo sviluppo, trasmesso dalla Commissione affari esteri a conclusione della fase emendativa in sede referente e in vista dell'avvio della discussione generale da parte dell'Assemblea, calendarizzata per la giornata di domani, come ricordato dal Presidente.
  Fa presente, innanzitutto, che il testo all'esame è frutto di iniziativa legislativa, di origine parlamentare e governativa, che il Senato ha rapidamente licenziato tra i mesi di marzo e giugno del 2014 sulla base di un impulso impresso dal nuovo Governo, che ha fatto dell'approvazione della riforma della cooperazione uno dei punti qualificanti del suo programma.
  Ricorda, quindi, che la riforma della cooperazione allo sviluppo è parte dell'agenda parlamentare già da alcune legislature in ragione della crescente consapevolezza Pag. 88sulla necessità di superare l'attuale apparato normativo ormai datato, risalente al 1987 e non più rispondente ad un'azione credibile sul piano internazionale da parte dell'Italia.
  Segnala, poi, che la riforma in titolo prende avvio dalla legge n. 49 del 1987, che ha avuto il merito di riconoscere alla cooperazione allo sviluppo una dignità propria, differenziata rispetto alla promozione delle relazioni economico-commerciali.
  Storicamente un passaggio rilevante è stato rappresentato dal Trattato di Maastricht, che ha inaugurato una politica della cooperazione d'impianto europeo e che ha trasformato in pochi anni l'Unione europea nel primo attore della cooperazione a livello planetario e al quale il nostro Paese contribuisce in modo più che significativo.
  Sul piano internazionale l'Agenda lanciata dalle Nazioni Unite per la realizzazione entro il 2015 degli Otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio ha ulteriormente elevato il livello di efficacia degli aiuti allo sviluppo, imponendo anche al nostro Paese una riflessione ed una verifica sui nodi strutturali che gravano sulla cooperazione italiana.
  Osserva, quindi, che quanto all'ambito di competenza della Commissione difesa, il provvedimento in esame è figlio della filosofia, ormai generalmente condivisa sul piano internazionale ed europeo, che assegna il primato alla politica estera, di cui diplomazia, politica di difesa e cooperazione allo sviluppo rappresentano i tre pilastri e leve fondamentali.
  Si tratta di una visione che ha fatto da tempo breccia nel nostro sistema ed ordinamento giuridico, come testimonia anche il provvedimento di rifinanziamento delle missioni internazionali, composto di un apparato di norme relative allo strumento militare da un lato e, dall'altro, attinente agli interventi civili di ricostruzione e di rilancio dello sviluppo nelle aree di crisi.
  Rispecchiano questo modello anche i progetti di legge quadro sulle missioni internazionali, attualmente all'esame delle Commissioni riunite affari esteri e difesa. Su tale versante, l'accelerarsi dell’iter di esame della riforma sulla cooperazione, che dovrà comunque tornare al Senato, permetterà di fare chiarezza e di individuare le norme in tema di cooperazione civile che dovranno essere inserite in tale corpus, in ragione della specificità del contesto delle missioni internazionali anche per quanto concerne gli interventi civili.
  Venendo in estrema sintesi ai contenuti del provvedimento, che è strutturato in 33 articoli, rileva che il Capo I definisce i princìpi fondamentali e le finalità della cooperazione allo sviluppo. In tale contesto, l'articolo 1 sancisce il principio secondo il quale la cooperazione allo sviluppo è parte non solo «integrante» della politica estera dell'Italia, già contenuto nella legge n. 49 del 1987, ma anche «qualificante» di questa e chiarisce che i principi ispiratori sono quelli delineati nella Carta delle Nazioni Unite, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e nell'articolo 11 della Costituzione. Al comma 2, tra gli obiettivi perseguiti della cooperazione allo sviluppo, figura espressamente anche «la prevenzione dei conflitti, il sostegno ai processi i pacificazione, di riconciliazione, di stabilizzazione post-conflitto, di consolidamento e rafforzamento delle istituzioni democratiche».
  Inoltre, l'articolo 2, relativo ai destinatari dell'azione di cooperazione, al comma 5, esclude che gli stanziamenti per la cooperazione siano utilizzabili, direttamente o indirettamente, per finanziare le attività di natura militare.
  Passando al Capo III, che disciplina l'indirizzo politico, la governance ed i meccanismi di controllo delle attività di cooperazione, premette che la regia della cooperazione allo sviluppo viene risolta concentrando le competenze in capo al Ministero degli affari esteri, ridenominato «Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale», ad indicare la centralità di tale competenza, nonché rendendo Pag. 89obbligatoria la nomina di un vice ministro, il quale a sua volta disporrà di due strutture: la Direzione generale della cooperazione allo sviluppo (riorientata verso un ruolo di assistenza al Governo nella parte politico-diplomatica) e una nuova Agenzia alla quale viene affidato il compito tecnico di presiedere a questi progetti.
  Sul piano della governance, l'articolo 15 ripristina il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS), soppresso nel 1993, al quale viene demandato il compito di assicurare la programmazione ed il coordinamento di tutte le attività di cooperazione, nonché la coerenza delle politiche nazionali con la stessa cooperazione allo sviluppo. Il Ministero della difesa è chiamato a far parte del CICS, insieme al Presidente del Consiglio dei ministri, che lo presiede, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale (vicepresidente), al vice ministro della cooperazione e i Ministri dell'interno, delle finanze, dello sviluppo economico, dell'ambiente, delle infrastrutture, del lavoro, della salute e dell'istruzione.
  Ai sensi dell'articolo 21, il Dicastero della difesa potrebbe, inoltre, rientrare tra le Amministrazioni pubbliche di volta in volta chiamate a far parte del Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo, cui spetta l'approvazione delle iniziative dell'Agenzia di maggior impatto economico ed un ruolo di supervisione, rispetto a questioni di propria competenza.
  Sul piano concettuale, è, infine, da evidenziare che l'articolo 22 – nell'ambito del Capo V sulla partecipazione della società civile alla cooperazione allo sviluppo – definisce tutte le Amministrazioni dello Stato, e dunque anche la Difesa, unitamente ad università, enti pubblici, regioni province ed enti locali, nonché organizzazioni della società civile, «soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo». Questo richiama alla mente l'impegno che notoriamente vede coinvolte le Forze armate, anche in quanto portatrici di specifiche competenze sul piano tecnico, nel lavoro di ricostruzione e di aiuto alle popolazioni civili nelle aree di crisi in cui operano su mandato internazionale. Non a caso, il successivo articolo 23 stabilisce che «l'Italia favorisce l'apporto e la partecipazione delle Amministrazioni dello Stato (....) alle iniziative di cooperazione allo sviluppo quando le rispettive specifiche competenze tecniche costituiscono un contributo qualificato per la migliore realizzazione dell'intervento».
  In conclusione, alla luce di quanto premesso, propone che la Commissione esprima un parere favorevole sul provvedimento in titolo.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO coglie l'occasione per ringraziare la Commissione per il sostegno manifestato ieri, in occasione della visita nella cosiddetta «Terra dei fuochi», all'impegno dei militari nel contrasto al fenomeno degli sversamenti e dei roghi nei comuni tra le province di Napoli e Caserta. Quanto al provvedimento in esame, manifesta soddisfazione per l'illustrazione che ne ha dato il relatore, evidenziando il ruolo positivo assolto dal Dicastero della difesa nella elaborazione delle politiche di cooperazione allo sviluppo.

  Emanuela CORDA (M5S) preannuncia un voto di astensione sulla proposta di parere favorevole, formulata dal relatore, in quanto, pur condividendo il merito complessivo del provvedimento, ravvede una contraddizione tra le norme in esame e la commistione registrata nella realtà tra obiettivi di carattere militare, evidenti in missioni internazionali come quelle condotte in Afghanistan o Iraq, ed obiettivi umanitari. A titolo d'esempio porta il caso del viaggio africano della nave Cavour, che insieme alla promozione commerciale di sistemi d'arma, ospitava a bordo organizzazioni non governative finalizzate ad interventi umanitari in aree di crisi.

  Elio VITO, presidente, pur nella soddisfazione per il risultato conseguito con il provvedimento in esame, auspica che l’iter Pag. 90di esame della legge-quadro in materia di missioni internazionali possa procedere con pari celerità.

  Gian Piero SCANU (PD) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico esprimendo contestualmente apprezzamento per la relazione del collega Garofani.
  Quanto alla necessità di tenere separate le iniziative per la cooperazione allo sviluppo dagli interventi di stabilizzazione operati dai vari contingenti militari, si dichiara fiducioso che tale obiettivo non rimarrà una mera dichiarazione di intenti, ma troverà una piena e sicura attuazione anche grazie alle nuove norme introdotte dal provvedimento in titolo.

  Marco MARCOLIN (LNA), nel preannunciare un voto di astensione, precisa che il proprio gruppo valuterà, di volta in volta, quali iniziative appoggiare.

  Ferdinando ADORNATO (PI) preannuncia il voto favorevole del gruppo Per l'Italia.

  Michele PIRAS (SEL) preannuncia un voto di astensione da parte dei rappresentanti del gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 13.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.15 alle 13.25.