CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1 luglio 2014
263.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

  Martedì 1o luglio 2014. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU. — Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo.

  La seduta comincia alle 15.40.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, comunica che i deputati Raffaele FITTO e Ferdinando AIELLO hanno cessato di far parte della Commissione.

7-00375 Lenzi: Iniziative volte a fronteggiare la peste suina africana e la malattia vescicolare suina.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca il seguito della discussione della risoluzione 7-00375 Lenzi: Iniziative volte a fronteggiare la peste suina africana e la malattia vescicolare suina.
  Ricorda che nella seduta precedente è proseguito il dibattito.
  Chiede, pertanto, se ci sono colleghi che intendono intervenire.

  Roberto CAPELLI (Misto-CD), rammaricandosi di non aver potuto seguire integralmente Pag. 140i lavori della precedente seduta, ritiene auspicabile approfondire alcuni aspetti del tema in esame. Ricorda poi che lo scorso 30 aprile la regione Sardegna e il Ministero della salute hanno elaborato un Piano di azione, sottoposto alle istituzioni europee, che coincide con molti dei punti indicati nella risoluzione. Ritiene che serva una decisa svolta nella lotta alle patologie suine e che occorre approfondire il ruolo degli istituti zooprofilattici. Sottolinea quindi che la peste suina africana (PSA), che affligge la regione da circa 34 anni, ha sinora provocato danni per circa 600 milioni di euro ed ha particolarmente colpito le regioni del Nuorese e dell'Ogliastra.
  Pone in evidenza la correlazione tra ammontare dei risarcimenti e diffusione della malattia e le difficoltà che incontrano nell'azione di contrasto i veterinari e il Corpo forestale. Rileva in proposito che la diffusione della PSA in Sardegna è legata sicuramente a fattori culturali e geografici ma ha tratto sviluppo anche da illeciti penali per conseguire indebitamente risarcimenti. Ritiene che un riconoscimento della qualità della produzione suinicola sarda possa contribuire ad un superamento delle patologie, così come l'utilizzo di nuove tecnologie come il GPS.
  Auspica lo svolgimento di un breve ciclo di audizioni informali per approfondire le tematiche oggetto della risoluzione al fine di apportare eventuali integrazioni per dare indirizzi più specifici al governo per rafforzare l'azione di contrasto a tale fenomeno.

  Donata LENZI (PD) si interroga se sia opportuna la proposta di audizioni avanzata dal collega Capelli o se sia preferibile approvare in breve tempo la risoluzione per poi valutare lo svolgimento di un approfondimento di tipo conoscitivo, anche attraverso una indagine conoscitiva, ricordando che in ogni caso il problema delle patologie suine non è limitato alla Sardegna.

  Il sottosegretario Vito DE FILIPPO preannuncia la proposta di alcune limitate modifiche agli impegni contenuti nella risoluzione volte al rispetto della normativa vigente e delle competenze della Conferenza Stato-regioni.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, nell'auspicare che la Commissione possa approfondire i numerosi punti critici, peraltro già sollevati nel suo intervento della seduta precedente, ribadisce, in ogni caso, la necessità di superare i grandi disagi legati alla diffusione delle patologie suine. Chiede ai colleghi di esprimere la loro opinione circa lo sviluppo dei lavori della Commissione in relazione alla risoluzione in oggetto.

  Donata LENZI (PD) ritiene che il numero dei soggetti da audire non possa essere limitato. Manifesta in ogni caso interesse ad approfondire alcuni aspetti anche in ragione del fatto che alcuni comportamenti a cui si è fatto riferimento negli interventi dei colleghi connessi alla difficoltà ad abbattere i suini infetti appaiono poco giustificabili, specie considerando che nella sua regione quando si è trattato di dover procedere all'abbattimento di cinghiali non si sono registrate problematiche o difficoltà analoghe.

  Roberto CAPELLI (Misto-CD) invita a distinguere tra l'abbattimento di cinghiali selvatici e quello di suini allevati, questi ultimi – a differenza dei primi – di proprietà privata, e a individuare con precisione i compiti del Corpo forestale. Auspica l'istituzione in Sardegna di un punto frontaliero unico che sarebbe funzionale anche ad un maggiore rispetto del benessere animale.

  Silvia GIORDANO (M5S) sottolinea che è sempre auspicabile approfondire i temi all'esame della Commissione e giudica quindi positivamente il rapido svolgimento di alcune audizioni informali al fine di apportare eventuali integrazioni al testo della risoluzione per meglio contribuire alla soluzione del grave problema costituito dalla diffusione delle patologie suine.

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  Pierpaolo VARGIU, presidente, invita a fornire nel prossimo ufficio di presidenza indicazioni circa i soggetti da audire e rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.05.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 1o luglio 2014. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 16.05.

Disposizioni in materia di agricoltura sociale.
Testo unificato C. 303 Fiorio e abb.

(Parere alla XIII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che la Commissione è oggi convocata per l'espressione, in sede consultiva, del parere alla XIII Commissione Agricoltura, sul nuovo testo unificato delle proposte di legge C. 303 Fiorio e abbinate «Disposizioni in materia di agricoltura sociale».
  Dà, quindi, la parola, al relatore Fossati per lo svolgimento della relazione.

  Filippo FOSSATI (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere alla XIII Commissione (Agricoltura) il prescritto parere sulle parti di competenza del testo unificato delle proposte di legge n. 303 e abbinate, recante disposizioni in materia di agricoltura sociale, che rappresenta un tema con notevoli punti di contatto con le competenze della Commissione Affari sociali.
  La proposta di legge in esame si ricollega ad analoghe proposte di legge esaminate dalla Commissione Agricoltura nella precedente legislatura, facendo seguito ad una specifica indagine conoscitiva sulla materia, rispetto alle quali la Commissione Affari sociali aveva espresso, in data 27 novembre 2012, un parere favorevole con due osservazioni.
  La connotazione principale del provvedimento in titolo è quella di disciplinare, per la prima volta, una forma di attività che è andata evolvendosi negli ultimi anni e che vede l'agricoltore come soggetto capace di fornire servizi socio-sanitari in aggiunta alla attività prevalente di produzione di beni agricoli.
  Entrando nel merito del contenuto, rileva che il testo elaborato dalla Commissione competente si compone di sette articoli.
  Fa presente che, in particolare, l'articolo 1 individua le finalità della legge, che è volta alla promozione dell'agricoltura sociale, nel rispetto dei principi previsti dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione – che rimette alla competenza esclusiva dello Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale – e nell'ambito delle competenze regionali.
  L'articolo 2 definisce la nozione di agricoltura sociale e rappresenta pertanto la parte del provvedimento di maggiore interesse in relazione alle competenze della Commissione affari sociali. Vengono riconosciute come attività di agricoltura sociale quelle esercitate dagli imprenditori agricoli, in forma singola o associata, volte: all'inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati, molto svantaggiati e disabili, definiti ai sensi dell'articolo 2, numeri 18), 19) e 20), del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008; a fornire prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali mediante l'utilizzazione delle risorse materiali e immateriali dell'agricoltura in particolare, attraverso l'accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare (agrinido e agriasilo) e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica; a fornire prestazioni e servizi terapeutici che affiancano e supportano le terapie della medicina tradizionale finalizzati a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, Pag. 142emotive e cognitive dei soggetti interessati anche attraverso l'ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante; a realizzare progetti finalizzati all'educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l'organizzazione di fattorie sociali e didattiche riconosciute a livello regionale. Giudica positivamente la definizione della socialità estesa fino a comprendere molte delle motivazioni che sostengono l'avvio di esperienze comunitarie di ritorno alla terra, non rare sul territorio nazionale, utili sul versante occupazionale e della cura del territorio.
  Fa presente che i requisiti minimi e le modalità relative alle predette attività dovranno essere definiti con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.
  Ricorda che nel parere espresso dalla XII Commissione nella passata legislatura si invitava la Commissione di merito a prevedere la possibilità di svolgere attività di agricoltura sociale, oltre che per gli imprenditori agricoli, anche per le cooperative sociali di cui alla legge n. 381 del 1991. Il comma 4 dell'articolo 2 del provvedimento riconosce questa possibilità per le cooperative sociali, il cui fatturato derivante dall'esercizio delle attività agricole svolte sia prevalente; nel caso in cui il suddetto fatturato sia superiore al 30 per cento, le medesime cooperative sociali sono considerate operatori dell'agricoltura sociale in misura corrispondente al fatturato agricolo.
  In ogni caso, come disposto dal comma 5 dell'articolo 2, le attività di agricoltura sociale possono essere svolte in associazione con le cooperative sociali, con le imprese sociali di cui al decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 155, con le associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale previsto dalla legge 7 dicembre 2000, n. 383, nonché con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 8 novembre 2000, n. 328 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), ferme restando la disciplina e le agevolazioni applicabili a ciascuno dei soggetti richiamati in base alla normativa vigente.
  Il comma 6 dell'articolo 2 dispone che le attività di agricoltura sociale sono realizzate, ove previsto dalla normativa di settore, in collaborazione con i servizi socio-sanitari e con gli enti pubblici competenti per territorio, che, nel quadro della programmazione delle proprie funzioni inerenti le attività agricole, sono tenuti a predisporre piani territoriali di sostegno e di promozione all'agricoltura sociale, al fine di favorire processi di aggregazione tra le diverse imprese, produttori agricoli e istituzioni locali.
  L'articolo 3 prevede che le regioni adeguino le proprie leggi al fine di consentire l'accreditamento degli operatori dell'agricoltura sociale presso gli enti preposti alla gestione dei servizi.
  Ai sensi del successivo articolo 4, è prevista la possibilità per gli operatori dell'agricoltura sociale di costituire organizzazioni di produttori, in coerenza con il regolamento (UE) n.1308/2013 del 17 dicembre 2013 e le norme nazionali di applicazione.
  Osserva, che secondo quanto disposto dall'articolo 5, i fabbricati o le porzioni di fabbricati destinati dagli imprenditori agricoli all'esercizio delle attività di agricoltura sociale mantengono ovvero acquisiscono il riconoscimento della ruralità a tutti gli effetti.
  L'articolo 6 reca taluni interventi di sostegno, prevedendo, tra l'altro, che le istituzioni pubbliche che gestiscono le gare per i servizi di fornitura alle mense scolastiche e agli ospedali possano prevedere criteri di priorità per i prodotti provenienti dall'agricoltura sociale. Criteri di priorità per le esperienze di agricoltura sociale sono previsti anche in caso di locazione e alienazione di terreni demaniali e in caso di assegnazione di terreni confiscati alla criminalità organizzata. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e con il Ministro del lavoro e delle politiche Pag. 143sociali, sono definiti i requisiti e criteri per l'accesso ad ulteriori agevolazioni e interventi di sostegno.
  L'articolo 7 istituisce, infine, l'Osservatorio sull'agricoltura sociale, chiamato a definire le linee guida per l'attività delle istituzioni pubbliche, monitorare lo sviluppo dell'agricoltura sociale, anche attraverso la raccolta dei dati, promuovere iniziative di coordinamento, svolgere azioni di comunicazione ed animazione territoriale.
  Tale Osservatorio è composto da: cinque rappresentanti delle amministrazioni dello Stato, tra cui 2 nominati rispettivamente dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministro della salute; cinque rappresentanti delle regioni; due rappresentanti delle organizzazioni professionali e di rappresentanza del settore agricolo; due rappresentanti di organizzazioni del terzo settore, nominati dalla Conferenza Stato-regioni e individuati nell'ambito degli operatori già attivi nel territorio nel settore dell'agricoltura sociale.
  Ritiene altresì utile segnalare che alcune regioni hanno già legiferato in materia di agricoltura sociale o sono comunque intervenute sulla materia con delibere della Giunta.
  In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere alla luce delle considerazioni svolte e di quelle che emergeranno nel corso del dibattito.

  Matteo MANTERO (M5S) rileva che il gruppo del MoVimento 5 Stelle condivide i principi recati dalle proposte di legge in materia di agricoltura sociale ma ritiene che il testo unificato all'esame della Commissione in sede consultiva presenti numerosi punti critici. Stigmatizza innanzitutto l'eccessiva dilatazione dei soggetti beneficiari. A titolo esemplificativo paventa il rischio che gli operatori agricoli possano preferire l'utilizzo di disoccupati a scapito di soggetti disabili rispetto ai quali sarebbe essenziale fornire una possibilità di integrazione.
  Giudica negativamente l'aumento della tipologie dei servizi forniti e l'inclusione tra gli operatori riconosciuti, accanto agli imprenditori agricoli, delle cooperative sociali. Preannuncia pertanto un parere favorevole sul provvedimento a condizione che siano accolte le considerazioni testé illustrate.

  Ileana ARGENTIN (PD) ringrazia il relatore per il lavoro svolto e per avere colto lo spirito del provvedimento che consiste nel concedere l'accesso ai benefici delle attività dell'agricoltura sociale a tutte le persone svantaggiate. Ritiene sia da evitare una competizione tra soggetti portatori di forme diverse di svantaggio e giudica positivamente il testo sottoposto al parere della Commissione anche per il suo carattere propositivo.
  Invita a considerare con attenzione l'importante funzione, che alcuni vorrebbero a suo avviso cancellare, svolta nel corso di numerosi decenni dalle cooperative sociali, che hanno in molti casi fornito le risposte ai bisogni di settori consistenti della popolazione.

  Elena CARNEVALI (PD) esprime il suo apprezzamento per l'operato del relatore e ricorda, anche sulla base di precedenti esperienze amministrative, l'estrema importanza del ruolo delle cooperative e di altri soggetti privati nei percorsi di inclusione sociale. Sottolinea le straordinarie potenzialità delle attività agricole per il trattamento di soggetti in difficoltà quali tossicodipendenti e disabili psichici.
  Ricorda che il concetto di svantaggio è ormai in evoluzione e valuta pertanto favorevolmente l'inclusione nel testo all'esame della Commissione di soggetti quali i disoccupati.

  Maria AMATO (PD) evidenzia la positività di un ampio coinvolgimento di soggetti nelle attività di agricoltura sociale, ricordando il notevole impegno connesso allo svolgimento di attività agricole. Esprime apprezzamento per il sostegno ad attività quali gli agrinidi e gli agriasili, ricordando che i momenti di integrazione costituiscono una ricchezza per ogni individuo.

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  Chiara SCUVERA (PD), manifestando sintonia con la visione positiva sul provvedimento espressa dalle colleghe del suo gruppo, ne sottolinea i caratteri di innovazione sociale per la realizzazione di un welfare non assistenzialistico. Ricorda in proposito le positive esperienze già avviate in regioni come la Lombardia e il Trentino, anche tramite l'utilizzo di risorse europee.
  Ritiene che andrebbero poste maggiormente in risalto le opportunità in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, e il conseguente sostegno all'occupazione femminile, offerte dalle attività di agricoltura sociale, che anche per questo motivo necessitano di un riconoscimento e di un accreditamento.
  Ricorda come le imprese agricole siano vocate per fornire prestazioni sociali e sanitarie e che andrebbero pertanto diffuse le buone pratiche che si sviluppano a livello europeo.

  Andrea CECCONI (M5S), osservando che i principi ispiratori del provvedimento sono condivisibili, evidenzia la vaghezza di alcune definizioni e l'eccessivo allargamento dei soggetti coinvolti. Ribadisce il rischio di un uso improprio di alcune disposizioni e giudica sfavorevolmente l'assenza di una chiara distinzione rispetto alle diverse tipologie di cooperative sociali.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.
Nuovo testo unificato C. 224 Fedriga.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che la Commissione è oggi convocata per l'espressione, in sede consultiva, del parere alla XI Commissione Lavoro, sul nuovo testo unificato delle proposte di legge C. 224 Fedriga e abbinate, riguardante «Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico», quale risultante dall'emendamento 1.100 del Governo, sostitutivo dell'intero testo, sul quale la nostra Commissione ha già espresso parere nel gennaio scorso.
  Ricorda, altresì, che il provvedimento è iscritto nel calendario dell'Aula a partire dalle ore 16 di domani e pertanto la XI Commissione conferirà il mandato al relatore alle ore 19 di oggi.
  Dà, quindi, la parola, alla relatrice, on. Lenzi, per l'illustrazione della relazione, a cui seguirà il dibattito e la votazione del parere da trasmettere nella giornata odierna alla Commissione Lavoro.

  Donata LENZI (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza sul testo unificato delle proposte di legge C. 224 Fedriga, C. 387 Murer, C. 727 Damiano, C. 946 Polverini e C. 1014 Fedriga, C. 1045 Di Salvo e C. 1336 Airaudo, recante «Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico», quale risultante al termine dell'esame degli emendamenti, o meglio quale risultante dopo l'emendamento del Governo interamente sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo degli articoli dal 2 al 7.
  Ricorda, altresì, che sul precedente testo la Commissione XII si era espressa nella seduta del 22 gennaio scorso e a quel parere farà riferimento.
  Il nuovo testo nella sostanza prolunga la decorrenza dei provvedimenti di salvaguardia al 6 gennaio del 2016 cioè di un anno ampliando così la platea di altri 35.000 salvaguardati. Questo vale per tutte le categorie di salvaguardati.
  Fa presente, quindi, che ridotto a questi termini non le sembra che ci sia materia di interesse della Commissione anche perché nel frattempo con altro provvedimento sono state tolte in parte le Pag. 145penalizzazioni previste che impedivano di accedere al pensionamento anticipato (a 62 anni con 42 anni di contributi) ad età inferiore fino al 2017 ma con penalizzazione di 1 o due punti percentuali e soprattutto non considerando come componenti di anzianità contributiva quelli non corrispondenti a effettiva prestazione lavorativa. Ad oggi con ulteriori interventi normativi si sono inclusi nell'ambito della nozione di prestazione effettiva da lavoro anche i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria e poi sono stati altresì inclusi i periodi per la donazione di sangue e di emocomponenti, per i congedi parentali di maternità e paternità, nonché per i congedi e i permessi concessi ai sensi della legge n.104 del 1992.
  Ricorda che nel precedente parere venne formulata la proposta di una totale abrogazione della dicitura «effettiva prestazione lavorativa» e il ritorno alla dizione anzianità contributiva. Si interroga se questo punto la Commissione potrebbe ribadire tale osservazione ove ve ne fosse necessità.

  La seduta sospesa alle 16.45, è ripresa alle 16.50.

  Donata LENZI (PD), alla luce di un approfondimento sulla nuova formulazione del testo all'esame della Commissione, ritiene che non sia più riferibile l'osservazione precedentemente avanzata dalla Commissione. Propone pertanto la formulazione di un parere favorevole senza osservazioni e condizioni.

  Marialucia LOREFICE (M5S) preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dalla relatrice. Motiva tale decisione con la riduzione del numero dei soggetti tutelati, con l'improprio utilizzo, quale copertura, delle risorse del Fondo sociale per l'occupazione e con la contrarietà a tutta l'impostazione della riforma Fornero, che a suo avviso, andrebbe abrogata totalmente.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

  La seduta termina alle 17.

SEDE REFERENTE

  Martedì 1o luglio 2014. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 17.

Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare.
C. 698 Grassi, C. 1352 Argentin e C. 2205 Miotto.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta dell'11 giugno 2014.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che a Commissione prosegue oggi l'esame, in sede referente, delle abbinate proposte di legge C. 698 Grassi, C. 1352 Argentin e C. 2205 Miotto: Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare.
  Ricorda che nella seduta dell'11 giugno scorso, l'on. Carnevali, ha svolto la relazione introduttiva.
  Dà, pertanto, la parola a coloro che intendono intervenire.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) rileva che le proposte C. 698 Grassi e C. 1352 Argentin appaiono molto simili tra loro mentre la proposta C. 2205 Miotto risulta essere più articolata e probabilmente preferibile in quanto più gradita ai cittadini. Ritiene in ogni caso che occorra un esame approfondito anche in ragione del fatto che potrebbe essere sufficiente una corretta applicazione della normativa già esistente.Pag. 146
  Ricorda che il tema in esame è anche oggetto di tavoli di approfondimento svolti da militanti del MoVimento 5 Stelle e di altre forze politiche.

  Ileana ARGENTIN (PD) condivide l'impostazione della relazione svolta nella seduta precedente e ribadisce la necessità di fornire rapidamente una risposta alle famiglie interessate. Osserva che l'attuale normativa manca dell'applicazione regolamentare e non fornisce un metodo di lavoro utilizzabile. Ricorda che si tratta di un tema in sviluppo da molti anni, rispetto al quale si era spesa in particolare l'allora Ministro Livia Turco.
  Sottolinea che accanto all'aspetto sanitario occorre prestare attenzione a quello sociale. Invita ad un maggiore approfondimento allo strumento dei trust che non appare sufficientemente considerato in tutte le proposte in esame, inclusa quella a sua firma. Ricorda in proposito che rappresenta un errore non tenere conto delle potenziali diversità reddituali dei soggetti coinvolti.
  Chiede di velocizzare i tempi delle audizioni per giungere rapidamente all'adozione di un unico testo, richiamando in proposito alcuni gravi episodi recenti e le difficoltà legate al periodo estivo. Osserva che la disabilità rappresenta un patrimonio ma anche un fattore di rischio e che vi è una pluralità di soggetti coinvolti, a cominciare dalla necessaria tutela dei fratelli e sorelle delle persone disabili.
  Evidenzia la necessità di un forte impegno per il reperimento delle risorse necessarie che non sono in ogni caso di grande entità. Dichiarando di comprendere le motivazioni di alcune posizioni estreme dettate da una situazione di esasperazione, ricorda di essere in Parlamento anche per rappresentare il modo dei soggetti interessati ad una rapida approvazione del provvedimento in esame. Invita a procedere all'audizione anche delle persone che normalmente non riescono a fare sentire la propria voce ma che possono offrire un importante testimonianza delle sofferenze che sono quotidianamente affrontate.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ritiene che la sensibilità espressa dalla collega Argentin sia condivisa da tutta la Commissione e che vi sia pertanto la più ampia disponibilità ad ascoltare tutti i soggetti coinvolti. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.15.

COMITATO RISTRETTO

  Martedì 1o luglio 2014.

Modifica all'articolo 31 del DL n. 207/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide.
Nuovo testo unificato C. 263 Fucci, C. 843 Piazzoni e C. 858 Miotto.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 17.20 alle 17.45.