CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 giugno 2014
250.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 100

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Intervengono il Ministro della difesa Roberta Pinotti e il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 8.35.

Indagine conoscitiva in materia di servitù militari.
Audizione del Ministro della difesa, Roberta Pinotti.
(Svolgimento e conclusione).

  Elio VITO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul Pag. 101canale satellitare, nonché la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Roberta PINOTTI, Ministro della difesa, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

  Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Salvatore CICU (FI-PdL), Donatella DURANTI (SEL), Giorgio ZANIN (PD), Paolo BOLOGNESI (PD).

  Roberta PINOTTI, Ministro della difesa, risponde ai quesiti posti e alle osservazioni formulate.

  Elio VITO, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.40.

Sui lavori della Commissione.

  Elio VITO, presidente, segnala che il Ministro della difesa, senatrice Roberta Pinotti, ha trasmesso alla Presidenza della Commissione l'invito a prendere parte alla II Conferenza nazionale sulle servitù militari, in programma mercoledì 18 e giovedì 19 giugno 2014, presso la Scuola trasporti e materiali dell'Esercito italiano, in Roma.
  Avverte, quindi, che l'invito è esteso ai componenti della Commissione, in rappresentanza dei gruppi presenti in Commissione.

DL 66/2014: Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria.
C. 2433 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni e una condizione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Elio VITO, presidente, segnala che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Carlo GALLI (PD), relatore, ricorda che il provvedimento in esame – tra le cui finalità vi è anche quella di ridurre il cosiddetto cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e assimilati – reca disposizioni che interessano un'ampia sfera di materie ed è stato approvato, con numerose modificazioni, dall'altro ramo del Parlamento lo scorso 5 giugno.
  Si sofferma, quindi, sulle disposizioni che interessano le competenze della Commissione, ovvero, sull'articolo 8, in materia di trasparenza e razionalizzazione della spesa pubblica per beni e servizi, sull'articolo 16, che reca misure di riorganizzazione dei Ministeri e interventi in agricoltura, e sull'articolo 50 e il relativo Allegato C che contengono disposizioni finanziarie, evidenziando che tali disposizioni non hanno subito modificazioni da parte del Senato.
  Segnala, quindi, che l'articolo 8, al comma 4, nell'ambito dell'obiettivo della Pag. 102riduzione strutturale della spesa per acquisto di beni e servizi – vale a dire dei cosiddetti consumi intermedi – da parte delle Amministrazioni, stabilisce che alla riduzione complessiva, pari 2,1 miliardi di euro, concorrano ciascuno per 700 milioni di euro, per l'anno 2014 e altrettanti in ragione d'anno a decorrere dal 2015, le regioni e province autonome; le autonomie locali (province, città metropolitane e comuni); infine, le Amministrazioni centrali dello Stato.
  In merito a queste ultime, la determinazione degli obiettivi di riduzione di spesa da esse assicurati è demandata dal successivo comma 5 ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanarsi entro il 24 maggio 2014, vale a dire 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge). La norma precisa inoltre che, in caso di mancata adozione del decreto nel termine di 30 giorni o di sua inefficacia, si applicano le disposizioni dell'articolo 50, di cui tra poco si dirà. In pendenza di tale termine le risorse sono comunque rese indisponibili.
  Rileva, poi, che sempre nell'obiettivo di concorrere alla riduzione strutturale della spesa pubblica per acquisto di beni e servizi, il successivo comma 11 prescrive che l'Amministrazione della difesa concorra a tale obiettivo per 400 milioni nel 2014, importo da recuperarsi con la rideterminazione dei programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale.
  Evidenzia poi che con specifico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge (dunque entro il 24 maggio) su proposta del Ministero della difesa, previa verifica del Ministero dell'economia e delle finanze e sentito il Ministero dello sviluppo economico, si rideterminano le autorizzazioni di spesa iscritte sullo stato di previsione.
  Al riguardo ritiene essenziale che tale provvedimento – attesa la strategicità delle decisioni che esso è destinato racchiudere e anche alla luce degli esiti dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013, di recente conclusa dalla Commissione – sia previamente sottoposto al parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti, ricordando, peraltro, che nelle more dell'adozione di tale provvedimento, che ad oggi non risulta emanato, tali risorse, iscritte nello stato di previsione del Ministero della difesa e relative ai programmi di cui all'articolo 536 del Codice dell'ordinamento militare, sono accantonate e rese indisponibili.
  Ricorda, inoltre, che l'articolo 1, comma 396, della legge di stabilità per il 2014 aveva già disposto la rideterminazione dei programmi di investimento pluriennali per la difesa nazionale in maniera tale da conseguire risparmi di spesa per gli anni 2015 e 2016 – anche in termini di indebitamento netto – pari a 100 milioni di euro per ciascun anno e che l'articolo 536 del Codice dell'ordinamento militare è stato profondamente modificato dalla legge n. 244 del 2012 al fine di prevedere la presentazione annuale, entro il 30 aprile, di un piano di impiego pluriennale finalizzato, tra l'altro, anche ad aggiornare la documentazione sui programmi, predisposta in occasione della presentazione dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, di cui agli articoli 12 e 548 del Codice dell'ordinamento militare.
  Osserva, quindi, che in ossequio a quanto disposto dal citato articolo 536, a differenza di quanto avvenuto per il 2013 per il triennio 2013-2015, non risulta ancora presentato il Documento programmatico 2014-2016.
  Evidenzia, quindi, che le disposizioni di cui all'articolo 8 operano un rinvio all'articolo 50 che fissa criteri e misure nelle more dell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di cui al citato comma 5.
  Segnala, infatti, che, a garanzia dell'effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio, l'articolo 50, al comma 1, dispone accantonamenti complessivi per l'acquisto di beni e servizi da parte di tutti i Ministeri pari a 200 milioni per il 2014 e di 300 milioni euro a decorrere dal 2015, Pag. 103secondo le quantificazioni indicate in dettaglio nell'allegato C. A tale obiettivo il Ministero della difesa concorre con una riduzione di 75,3 milioni nel 2014 e di 112,8 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016.
  Sottolinea che, sommando le riduzioni e gli accantonamenti disposti dagli articoli 8 e 50, il bilancio della Difesa per il 2014 è destinato a subire una decurtazione di 475,3 milioni di euro, destinata ad incidere anche sui consumi intermedi, a meno che l'atteso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non intervenga sbloccando e rendendo disponibili i 75,3 milioni accantonati per il 2014.
  Si sofferma, quindi, sull'articolo 16, commi 1 e 2, che prescrivono, nell'ambito del processo di riorganizzazione dei Ministeri, un obiettivo di risparmio di spesa per i Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei ministri, pari a complessivi 240 milioni di euro per l'anno 2014, in termini di saldo netto da finanziare, che vanno a sommarsi ai 710 milioni di euro già disposti dalla legge di stabilità 2014 (articolo 1, comma 428) e secondo gli importi determinati dalla stessa legge di stabilità.
  Osserva, al riguardo, che la definizione delle voci di spesa da ridurre, sentiti i Ministri competenti e previa verifica da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, è demandata ad un ulteriore decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, questa volta da adottare entro 15 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge. Quanto alla riduzione a carico del Ministero della difesa, che comunque contribuirebbe ad accrescere ulteriormente la decurtazione complessiva sopra indicata, rileva che questa non è agevolmente individuabile. Ritiene, pertanto, che si debba valutare se non prevedere un meccanismo che attenui l'impatto di tali disposizioni sul Dicastero della difesa, atteso il carico maggiore che esso è chiamato a sopportare nel raffronto con gli altri Ministeri, come evidenzia l'Allegato C.
  Alla luce di quanto sopra esposto, ribadita l'urgenza che il Governo provveda all'adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri con il previo parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti, da cui dipende la piena trasparenza e certezza delle norme contenute nel provvedimento, evidenzia che il decreto-legge interagisce con la delicata materia delle spese per investimento per i programmi pluriennali, rimarcando nuovamente la mancata presentazione nei termini del Documento programmatico pluriennale, tempestivamente presentato nel 2013.
  Resta, in generale, da valutare se i tagli proposti siano compatibili con la piena operatività dello strumento militare, attese le importanti responsabilità che vengono ad esse addossate in ambito europeo ed internazionale, come evidenzia ad esempio l'impegno straordinario della Marina Militare nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo.
  Segnala, poi, due ulteriori disposizioni, rilevanti anche per il Ministero della difesa.
  Si tratta dell'articolo 15, comma 1, che nel modificare in senso restrittivo la disposizione vigente circa il limite massimo di spesa effettuabile dalle Pubbliche Amministrazioni per le autovetture di servizio, esclude esplicitamente che tale limite si applichi alle autovetture utilizzate per i servizi istituzionali svolti nell'area tecnico-operativa della difesa e dell'articolo 16, comma 6, che dispone una riduzione del 20 per cento per il periodo maggio-dicembre 2014, della indennità di diretta collaborazione, spettante agli addetti in servizio degli uffici di diretta collaborazione dei ministri.
  Infine, nell'ambito di un intervento sulla disciplina relativa alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili in uso alle amministrazioni statali, evidenzia che l'articolo 24, comma 3, alla lettera a), introduce l'obbligo di comunicare semestralmente gli interventi manutentivi effettuati direttamente, e dunque non per il tramite dell'Agenzia del demanio quale manutentore unico, sia sugli immobili di proprietà dello Stato in uso governativo sia su quelli di proprietà di terzi utilizzati a qualsiasi titolo. Trattandosi di novella entro il corpo dell'articolo 12 del decreto- Pag. 104legge n. 98 del 2011, sembrerebbe pertanto rimanere in vigore la previsione recata dal comma 2 del citato decreto che fa salve le specifiche previsioni di legge riguardanti, tra gli altri, anche il Ministero della difesa.
  Preannunciando la disponibilità a recepire quanto potrà emergere dal dibattito, presenta quindi una proposta di parere favorevole con un'osservazione e una condizione, che illustra (vedi allegato 1).

  Gianluca RIZZO (M5S) presenta una proposta di parere alternativo a quella del relatore (vedi allegato 2), pur rilevando che la proposta di parere del relatore reca una condizione che presenta elementi di similitudine con quella apposta al parere alternativo del suo gruppo.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI, nel ringraziare il relatore per il puntuale ed esaustivo lavoro svolto, evidenzia come anche da parte del Dicastero della difesa sia assai avvertita l'esigenza che sia al più presto emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che renda disponibili le risorse accantonate.
  Prende, quindi, atto della richiesta del relatore di dare sollecita attuazione alle disposizioni riguardanti gli obblighi informativi sulla pianificazione dei programmi d'armamento e assicura che la Difesa presenterà la relativa documentazione il prima possibile.
  Quanto alla condizione apposta alla proposta di parere, mentre condivide la previsione di acquisire il parere parlamentare nell'ambito del procedimento per l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che dovrà rideterminare i programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale, solleva invece perplessità di carattere non concettuale, bensì di metodo, riguardo alla parte che richiama gli esiti dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, osservando che una ricalibratura dei sistemi d'arma potrà essere puntualmente definita solo con la redazione del libro bianco della difesa.

  Carlo GALLI (PD), relatore, registra con soddisfazione il consenso del Governo riguardo alla previsione di acquisire il parere parlamentare sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che dovrà rideterminare i programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale. Osserva, tuttavia, che la Commissione in quella occasione non potrà non tenere in considerazione gli esiti dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma e, pertanto, ritiene che la seconda parte della condizione apposta alla proposta del parere sia del tutto implicita, facendo altresì presente che il riferimento al programma degli F35 è preceduto dalla locuzione «anche».

  Massimo ARTINI (M5S) domanda al rappresentante del Governo per quale ragione si dovrebbero attendere le indicazioni provenienti dal libro bianco solo per il decreto riguardante i 400 milioni di euro da recuperarsi con la rideterminazione dei programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale e non anche per quello che opera un accantonamento per l'acquisto di beni e servizi da parte del Ministero della difesa di 75,3 milioni di euro.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI precisa che mentre i 400 milioni di euro di cui all'articolo 8, comma 11, si riferiscono alle spese pluriennali in investimenti, i 75,3 milioni di euro di cui all'articolo 50, Allegato C, riguardano invece il settore dell'esercizio, ossia le spese per beni e servizi.
  Ribadisce, pertanto, l'esigenza di emanare al più presto il decreto che possa sbloccare i 75,3 milioni accantonati e resi indisponibili, da tenere ben distinti dai restanti 400 milioni che attengono, invece, alle spese pluriennali.

  Carlo GALLI (PD), relatore, alla luce del dibattito svolto, riformula la proposta di parere già presentata.

  Elio Massimo PALMIZIO (FI-PdL) ritiene che sia un dato sempre più frequente Pag. 105il corto circuito tra la maggioranza parlamentare e il Governo, come il dibattito svoltosi questa mattina in Assemblea ha contribuito a confermare. Ritiene che un chiarimento tra le due parti sia ormai necessario e ineludibile, soprattutto con riferimento agli esiti dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma e alla redazione del libro bianco della difesa.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI, nell'apprezzare e condividere la riformulazione della proposta di parere testé presentata dal relatore, osserva che la discussione appena svolta – lungi dal costituire una sorta di distonia tra le posizioni del Governo e della la maggioranza – sviluppa una positiva dialettica interistituzionale, finalizzata al raggiungimento della migliore soluzione possibile e alla quale auspica che tutti possano contribuire.

  Massimo ARTINI (M5S), nel preannunciare un voto di astensione da parte dei rappresentanti del Movimento Cinque Stelle sulla proposta di parere del relatore come riformulata, anche al fine di evitare polemiche strumentali sulle posizione del Governo e della maggioranza, auspica che possa al più presto essere inserita nel calendario dei lavori della Commissione l'atto di indirizzo presentato dal suo gruppo e che raccoglie gli esiti dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni e con una condizione, come riformulata dal relatore (vedi allegato 3).

  La seduta termina alle 15.20.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 15.20.

7-00223 Artini: Sull'impiego di aeromobili a pilotaggio remoto dell'Aeronautica militare di classe strategica Predator.
7-00376 Sammarco: Sull'impiego di aeromobili a pilotaggio remoto dell'Aeronautica militare di classe strategica Predator.
7-00380 Scanu: Sull'impiego di aeromobili a pilotaggio remoto dell'Aeronautica militare di classe strategica Predator.
(Discussione congiunta e rinvio).

  Elio VITO, presidente, segnala che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Massimo ARTINI (M5S) illustra la risoluzione di cui è il primo firmatario, segnalando che essa è stata presentata all'inizio dell'anno e raccoglie le sollecitazioni pervenute da molti cittadini che hanno inteso manifestare il loro pensiero su uno strumento diverso – l'utilizzo degli aerei a pilotaggio remoto – per supportare le attività per il contrasto alla criminalità ambientale nella cosiddetta Terra dei Fuochi.
  Evidenzia, quindi, che le problematiche emerse in relazione all'impiego per usi civili del programma dell'Aeronautica militare Predator hanno riguardato essenzialmente questioni di coordinamento interministeriale, volte a rendere operativo tale sistema e che l'obiettivo dell'atto di indirizzo è proprio quello di promuovere l'avvio di tale coordinamento affinché il concorso degli aerei a pilotaggio remoto dell'Aeronautica Militare possa portare ad un impiego più efficace, efficiente ed economico delle Forze di polizia impiegate nelle aree campane, ove avvengono gli sversamenti illegali di rifiuti.
  Ritiene, infine, che per il raggiungimento di tale obiettivo si potrebbe utilmente svolgere un breve ciclo di audizioni di tecnici sia della Difesa, sia del Ministero Pag. 106degli affari interni, in modo da poter individuare la soluzione più idonea per fornire al più presto alle forze del Comparto difesa e sicurezza impiegate in tali operazioni uno strumento che possa contribuire fattivamente al contrasto di questo triste fenomeno.

  Elio VITO, presidente, ritiene che la visita della Commissione nella Terra dei Fuochi, che è stata oggetto di condivisione unanime da parte dei gruppi in sede di Ufficio di presidenza, possa opportunamente tenersi nell'ambito della discussione delle risoluzioni in titolo e possa pertanto tenersi al più presto.

  Rosanna SCOPELLITI (NCD) rinuncia ad illustrare la risoluzione presentata dal suo gruppo e di cui è cofirmataria.

  Gian Piero SCANU (PD), illustrando a sua volta l'atto di indirizzo in titolo, sottolinea che anche il Partito Democratico si prefigge il medesimo obiettivo di contrastare lo sversamento illegale dei rifiuti nella cosiddetta Terra dei Fuochi e, tuttavia, non ritiene che l'impiego degli aerei a pilotaggio remoto Predator possa rappresentare un valido ausilio per la soluzione della questione.
  Numerosi, infatti, sono gli aspetti problematici connessi all'utilizzo di tale strumento. In primo luogo, rileva che i velivoli a disposizione dell'Aeronautica Militare sono in quantità assai modesta e che, inoltre, sussistono elevati rischi sia in relazione alle interferenze sul traffico civile, sia per i rischi cui sarebbe sottoposta la popolazione di questi territori, peraltro, assai densamente popolati.
  Nel ribadire, dunque, la propria contrarietà all'utilizzo dei Predator per tali compiti, si dichiara invece d'accordo per svolgere i dovuti approfondimenti attraverso un'opportuna attività conoscitiva.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI concorda sul piano metodologico circa lo svolgimento di approfondimenti istruttori da parte della Commissione. Peraltro, come per qualsiasi altro caso specifico come quello in discussione oggi, è evidente la necessità di prevedere sia l'avvio di un coordinamento interministeriale tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e tutti i Dicasteri interessati per l'impiego dei Predator, sia di individuare le risorse finanziarie necessarie per l'approntamento, la gestione e l'impiego di tali sistemi in concorso con le Forze di polizia. È desumibile, infatti, che l'avvio di ulteriori attività a supporto di altri Dicasteri o in concorso con le Forze dell'ordine comporta un aumento dell'impegno, già elevato, in termini di ore di volo, manutenzione e personale. Inoltre, evidenzia che l'impiego degli APR avverrebbe entro spazi aerei determinati e con le limitazioni stabilite da un documento tecnico-operativo siglato tra l'Aeronautica Militare ed ENAC, che stabilisce modalità e requisiti per individuare aree di decollo, atterraggio e soprattutto di operazioni. Nell'eventualità di un impiego di Predator nelle attività di controllo sulle aree della Terra dei Fuochi dovranno pertanto essere studiati e definiti specifici corridoi aerei di transito e aree di lavoro in aderenza alla normativa vigente. In sintesi, pur nella generale condivisione è necessario verificare la fattibilità dell'impiego in argomento.

  Elio VITO, presidente, interviene per segnalare che secondo quanto documentato anche taluni organi di informazione anche grazie all'impiego di questi strumenti e al coinvolgimento delle forze armate si è riusciti a conseguire risultati significativi nel contrasto al fenomeno degli sversamenti e degli incendi nella Terra dei Fuochi.

  Gian Piero SCANU (PD) osserva che la risoluzione presentata dal collega Artini si presenta ricca di valutazioni di carattere tecnico, molto più vicine al bagaglio degli esperti di materia militare che non alle considerazioni di carattere politico.
  Precisa, quindi, che non è assolutamente contrario al Programma del Predator, ma anche che non si debba procedere ad acquistarne ulteriori unità, auspicando che il Governo possa produrre tutta la Pag. 107documentazione necessaria a fare chiarezza sulle effettive necessità in merito all'utilizzo di tali velivoli.

  Massimo ARTINI (M5S) sottolinea che la risoluzione in titolo, essendo stata presentata dal suo gruppo nello scorso mese di dicembre, è in parte superata sul piano delle premesse di carattere tecnico. Ritiene necessario potere conoscere dal rappresentante del Governo l'attuale stato dell'arte, con riferimento all'arrivo di nuovi strumenti di monitoraggio del territorio mediante sistemi a pilotaggio remoto.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI interviene al fine di rassicurare l'onorevole Scanu circa la piena disponibilità della Difesa ad individuare la migliore soluzione possibile, sia sul piano tecnologico che del raggiungimento dell'obiettivo di contrasto ai fenomeni malavitosi in atto sul territorio della cosiddetta Terra dei Fuochi. Riconosce all'onorevole Artini particolare competenza sul piano della conoscenza della questione e dei dati tecnici a sua disposizione, che corrispondono in larga misura alla situazione reale e agli sviluppi registrati in questi mesi. Ribadisce l'esigenza del Governo affinché si proceda sul terreno delle verifiche di fattibilità e della promozione di un coordinamento interministeriale. Conferma, infine, la piena disponibilità a svolgere approfondimenti sul piano tecnico e a collaborare con la Commissione.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 15.50.

Proposta di nomina dell'Ammiraglio di squadra (aus) Giuseppe Lertora a presidente della Lega navale italiana.
Nomina n. 28.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina in oggetto.

  Elio VITO, presidente, segnala che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Paolo BOLOGNESI (PD), relatore, osserva che la Commissione difesa è oggi chiamata ad esprimere il proprio parere, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 14 del 1978, sulla proposta di nomina dell'Ammiraglio di squadra, Giuseppe Lertora, a Presidente della Lega navale italiana.
  Ricorda, quindi, che la proposta di nomina è stata trasmesso dal Ministro per i rapporti con il Parlamento lo scorso 29 maggio e, ai fini dell'espressione del parere, la Commissione – secondo quanto previsto dall'articolo 143, comma 4, del Regolamento – dispone di 20 giorni dall'assegnazione avvenuta nella medesima data.
  Segnala, peraltro, che su tale proposta, l'omologa Commissione del Senato ha espresso parere favorevole nella seduta del 4 giugno scorso.
  Fa presente, quindi, che la Lega navale italiana, fondata a La Spezia nel 1897 ed eretta in ente morale con regio decreto del 1907, è una associazione apolitica, senza finalità di lucro, che riunisce i cittadini italiani che volontariamente intendono perseguire gli scopi enunciati dallo Statuto approvato con decreto del Ministro della difesa, emanato di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti il 20 marzo 2003. L'associazione, con sede a Roma, opera sotto la vigilanza dei ministeri della difesa e delle infrastrutture e trasporti e ha circa 60.000 soci iscritti, 80 Pag. 108basi nautiche e oltre 230 strutture periferiche, presenti su tutto il territorio nazionale.
  Osserva, inoltre, che l'ente ha lo scopo di diffondere nel popolo italiano, in particolare fra i giovani, l'amore per il mare, lo spirito marinaro e la conoscenza dei problemi marittimi, per promuovere la partecipazione dei cittadini a tutte le forme di attività che hanno sul mare il loro campo ed il loro mezzo di azione.
  Rammenta, poi, che la Lega navale italiana è stata di recente oggetto di un regolamento di delegificazione, volto al riordino dell'ente e che le relative disposizioni sono adesso confluite nel Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare (articoli da 65 a 72).
  Le suddette disposizioni, che integrano lo Statuto dell'ente, riguardano: la natura e le finalità della Lega navale italiana; la disciplina del vincolo associativo; gli organi centrali della Lega navale italiana – ovvero l'Assemblea generale, il Presidente nazionale, il Consiglio direttivo, il Collegio dei revisori dei conti ed il Collegio dei probiviri; le strutture periferiche, i compiti e la composizione degli organi centrali; lo Statuto ed il relativo regolamento di esecuzione; le entrate e, infine, le norme di amministrazione e contabilità.
  Gli organi di vertice della Lega navale Italiana restano in carica tre anni e possono essere riconfermati una sola volta.
  Passando, quindi, a trattare della carica del Presidente nazionale, osserva che questi ha la rappresentanza legale dell'ente, convoca e presiede il Consiglio direttivo nazionale, emana le direttive per l'attuazione delle deliberazioni dell'Assemblea generale dei soci e del Consiglio direttivo nazionale e compie gli atti a lui demandati dallo Statuto e dal regolamento o, per delega, dal Consiglio direttivo nazionale. Egli, in base all'articolo 69 del citato Testo unico, è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Capo di stato maggiore della Marina militare.
  Segnala, quindi, che l'Ammiraglio Giuseppe Lertora, il cui curriculum vitae è in distribuzione, subentra all'Ammiraglio Franco Paoli, il cui mandato è scaduto il 30 marzo 2014 e che nella medesima data è venuta a scadenza anche la carica di Vicepresidente nazionale – incaricato di sostituire il Presidente, in caso di sua assenza o impedimento – e in relazione alla quale è altresì previsto il parere delle Commissioni parlamentari sulla proposta di nomina. Tale proposta non è stata, tuttavia, ancora trasmessa non essendo stato possibile al momento individuare il soggetto da nominare.
  In conclusione, propone che la Commissione esprima parere favorevole sulla proposta di nomina, evidenziando, tuttavia, che – alla luce dell'approvazione della legge n. 244 del 2012 – appare assai singolare che la Commissione sia chiamata ad esprimersi sull'attribuzione delle cariche di alcuni enti vigilanti dal Dicastero e non su altre cariche direttive ben più rilevanti.

  Elio VITO, presidente, ricordando che il parere che la Commissione è chiamata ad esprimere è previsto in un'apposita legge, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.55.

Pag. 109