CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 maggio 2014
234.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 28

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 14 maggio 2014.

  L'ufficio di presidenza si è svolto dalle 14 alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 14 maggio 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario per la difesa, Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.20.

Disposizioni in materia di rappresentanza militare.
C. 1963 Scanu, C. 1993 Duranti e C. 2097 D'Arienzo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Elio VITO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda che nella seduta del 6 maggio scorso la Commissione ha rinviato l'avvio dell'esame delle proposte di legge all'ordine del giorno in seguito alla comunicazione da parte della relatrice, onorevole Villecco Calipari, circa la sua impossibilità a presenziare alla seduta in quanto in missione all'estero nell'ambito di altro organo parlamentare di cui è componente.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), relatore, ringrazia il presidente e la Commissione per avere disposto un rinvio dell'avvio dell'esame dei provvedimenti in titolo, con cui si intraprende un percorso di riforma normativa in una materia di rilievo centrale per le competenze della Commissione e finalizzato ad una modernizzazione in chiave europea delle nostre Forze armate, a oltre trent'anni dall'istituzione Pag. 29dei primi consigli per la rappresentanza militare e dall'approvazione di una prima disciplina per il Comparto, contenuta nella legge n. 382 del 1978, successivamente abrogata e recepita nel codice dell'ordinamento militare.
  Per questo motivo manifesta il proprio convincimento che i contenuti delle tre proposte di legge abbinate, presentati dai gruppi del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia e Libertà siano da valutare innanzitutto alla luce dell'attuale contesto politico ed istituzionale.
  Si riferisce, in particolare, a tre passaggi fondamentali che negli ultimi dieci anni si sono verificati nel Comparto difesa e sicurezza e che hanno modificato radicalmente i compiti, la struttura organizzativa e la composizione sociale delle nostre Forze armate.
  Il primo passaggio riguarda l'impiego «fuori area» in un numero altamente significativo di reparti delle Forze armate, che ha comportato l'introduzione di più impegnative attività addestrative, l'adozione di sistemi d'arma più adatti all'attività di peace keeping ed una esperienza soggettiva alla quale hanno partecipato migliaia di uomini e donne.
  Il secondo è il passaggio dalla leva obbligatoria alle Forze armate professionali, che ha segnato l'evento spartiacque rispetto ad una normativa nata per garantire innanzitutto la componente dei militari di leva, in passato maggioritaria e ha determinato insieme ad un innalzamento della formazione di base per accedere al reclutamento anche una diversa composizione sociale basata non più su un obbligo ma su una libera scelta. Osserva, peraltro, che le più recenti esperienze di concertazione tra l'Amministrazione della difesa e i Consigli della rappresentanza militare sui temi scottanti della riforma pensionistica, del blocco stipendiale, del riordino delle carriere, ma soprattutto gli interventi operati mediante i decreti legislativi attuativi della «riforma Di Paola» hanno, in generale, fatto emergere tutti i limiti di un'impostazione degli organismi per la rappresentanza militare non più al passo con la modernità e anche con il nuovo diritto europeo, alla luce delle rilevanti acquisizioni derivanti dal Trattato di Lisbona e dalla Carta di Nizza. Ciò è tanto più evidente se si considera che nei maggiori Paesi europei, come Germania, Francia, Regno Unito o Spagna, il diritto di associazione e di riunione in ambito militare ha trovato negli ultimi anni nuove modalità di declinazione normativa tali da conciliare il nuovo quadro dei diritti dei cittadini europei con lo status militare. Al riguardo, precisa che nel nostro Paese si è meritoriamente scelta fin dal 1980 la formula elettiva, che ora appare doveroso adeguare al nuovo contesto giuridico europeo.
  L'ultimo passaggio è quello della riforma del vertice militare che ha modificato profondamente la catena di comando, sostituendo quella basata sulla realtà territoriale con un'altra organizzazione incentrata su comandi verticali in relazione alle esigenze operative. Si riferisce, nello specifico, ai comandi delle grandi unità quali la squadra aerea, la squadra navale, le forze terrestri e quelle di reazione rapida, solo per citarne alcune.
  Segnala di aver svolto tale premessa per evidenziare come lo strumento militare italiano sia tra le organizzazioni dello Stato quella che negli ultimi 10-15 anni si sia più profondamente trasformata: soggetto e oggetto di questa nuova realtà che potremmo chiamare «la generazione con le stellette 2.0», quella cioè nata nel Terzo Millennio, del quale viene sottolineato l'aspetto dell'evoluzione tecnologica, è stato altrettanto protagonista nel mondo militare anche e soprattutto il «fattore umano».
  Ricorda, inoltre, che negli ultimi due anni è stata approvata una delega al Governo per una profonda revisione degli assetti organici, funzionali e operativi del nostro strumento militare, sottolineando come questa normativa viene spesso citata sotto la veste di contribuito del Comparto alla spending review, mettendo in secondo piano che il progetto di riduzione degli organici e delle infrastrutture avviene ad invarianza di spesa.
  Delineato, in estrema sintesi, il quadro nel quale la Commissione si accinge a discutere nuove norme in materia di rappresentanza Pag. 30militare, pone in evidenza il fatto che agli organismi elettivi della rappresentanza militare è affidato un ruolo di salvaguardia degli interessi morali e materiali del personale, che soprattutto nell'ultima delle fasi ricordate, si è dimostrato inadeguato. Come indicato in un inciso nella relazione illustrativa della proposta di legge C. 1963 Scanu e altri, nei confronti di questo personale si è intervenuti più sul tema dei doveri che su quello dei diritti. È questa una delle ragioni che ci spinge a rivedere e rafforzare il ruolo degli organismi elettivi, introducendo nella normativa in vigore talune significative novità.
  L'interrogativo che, dunque, bisogna porsi è quali devono essere oggi le priorità di una riforma della rappresentanza militare, alla luce della sfida derivante innanzitutto dalla necessità di riduzione della spesa e dall'emergere di rischi crescenti sul piano internazionale.
  Tra queste priorità, indubbiamente, vi è la necessità di preservare innanzitutto il principio dell'assoluta neutralità politica delle Forze armate, da cui deriva l'esigenza di contemplare taluni essenziali limiti all'esercizio di alcuni diritti fondamentali. Si tratta di assicurare il pieno esercizio di diritti individuali e collettivi, riconosciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto di associazione e di riunione, a cittadini e lavoratori in divisa, armati a cui spettano peculiari compiti, obblighi e limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, in ragione delle funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna del Paese. Si tratta di un aspetto connaturato al principio di specificità del Comparto, quale è peraltro contemplato negli stessi termini nei maggiori ordinamenti nazionali europei.
  All'interno di questo «spazio», in Italia l'istituzione degli organismi elettivi della rappresentanza militare ha, tra l'altro, consentito la delegificazione di gran parte degli istituti che regolano i contenuti del rapporto di impiego, lo stato giuridico e il trattamento economico.
  Osserva che adesso occorre un ulteriore salto di qualità ed è ciò che due delle proposte di legge presentate si prefiggono di fare operando per il riconoscimento al COCER della qualità di parte sociale che consente a tale organo di superare l'attuale ruolo meramente consultivo a disposizione della struttura gerarchico-disciplinare in cui si inserisce e di esercitare una piena titolarità nei procedimenti di negoziazione per il rinnovo dei contratti presso il Governo. A tale riconoscimento si collega un necessario rafforzamento ed una migliore definizione di natura, competenze e struttura propri degli organismi elettivi della rappresentanza militare.
  Per tale motivo l'intervento si caratterizza per le ulteriori seguenti novità: il riconoscimento e la valorizzazione della specificità con i vari ministeri che impiegano a vario titolo il personale del comparto; un rapporto nuovo con gli enti locali ed una più articolata gestione del rapporto tra i diversi livelli territoriali, individuando nuove modalità di organizzazione interforze che superino l'assetto attuale, basato sulle diverse componenti delle singole Forze armate; nuove modalità per l'elezione e la composizione degli consigli; una riformulazione dei diritti dei delegati e la capacità di tutelarli.
  Anche la previsione di una componente tecnica, elettiva ed interna al COCER, nella figura di un segretario o segretario generale, mira ad assicurare una più puntuale esecuzione delle deliberazioni ed una gestione strutturata dei rapporti esterni. Si avverte, altresì, l'esigenza di ampliare il novero delle attività di competenza, con inclusione dei rapporti con altri settori della P.A. o con l'informazione.
  Passando, quindi, a trattare nello specifico i tre provvedimenti in titolo, sottolinea che essi contengono tutti disposizioni concernenti la nozione e i compiti della rappresentanza militare, i Consigli che la compongono nella loro articolazione interna, le categorie del personale militare che ne fanno parte, le competenze dei Consigli della rappresentanza, i loro rapporti con il Parlamento ed il Governo, la composizione e le modalità di elezione dei Pag. 31loro membri, l'elettorato passivo, le modalità di svolgimento della propaganda elettorale, le facoltà e i limiti del mandato dei delegati e le modalità di tutela dei loro diritti, la disciplina degli organi dei Consigli della rappresentanza, le modalità di convocazione dei Consigli, i criteri di validità delle riunioni e deliberazioni e, infine, la pubblicità delle riunioni stesse.
  Nell'intento del rafforzamento della rappresentanza militare, la maggiore differenza tra i testi in esame consiste nel fatto che mentre le proposte di legge C. 1963 Scanu e altri e C. 2097 D'Arienzo riconoscono alla rappresentanza militare il ruolo di «parte sociale», la proposta di legge C. 1993 Duranti e altri si spinge ad istituire veri e propri sindacati delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare.
  La proposta C. 1963 Scanu e altri, in particolare, prevede l'istituzione di un apposito fondo finalizzato ad evitare disallineamenti retributivi tra gli operatori dei comparti. Dispone che i Consigli nazionali della rappresentanza militare siano organizzati in due diversi comparti, da un lato il Comparto difesa e, dall'altro, il Comparto sicurezza, nel cui ambito sono presenti un organo centrale interforze e tre organi centrali per le singole Forze di polizia ad ordinamento militare. Prevede, poi, l'istituzione di Consigli regionali interforze rappresentativi dei reparti delle Forze armate e dell'Arma dei carabinieri (CORER) in luogo dagli attuali Consigli intermedi della rappresentanza militare (COIR). Infine, reca una dettagliata disciplina in ordine alla composizione, all'elezione dei delegati, alle facoltà ed ai limiti del mandato ed alla tutela dei diritti dei delegati, alle competenze degli organi dei Consigli di rappresentanza ed allo svolgimento dei lavori al loro interno.
  La proposta di legge C. 1993 Duranti ed altri configura un nuovo modello di rappresentanza militare basato, da un lato, sul diritto riconosciuto al personale militare di associarsi in sindacati, dall'altro, sulla istituzione di sindacati di militari sia a livello nazionale, sia in ambito locale, ai quali viene riconosciuta una serie di facoltà proprie delle organizzazioni sindacali con talune limitazioni derivanti dalle esigenze operative dello strumento militare, a partire dal divieto di esercizio del diritto di sciopero per gli appartenenti alle Forze armate e di polizia ad ordinamento militare. Si tratta di un delicato profilo che appare bisognoso di specifici approfondimenti, anche in considerazione della rilevante giurisprudenza costituzionale in materia e delle novità introdotte dal Trattato di Lisbona e dalla Carta di Nizza. Da tale impostazione deriva un'articolata disciplina in materia di attività concertativa e negoziale. Inoltre, si stabiliscono taluni obblighi di informazione concernenti la «rappresentanza sindacale» sia all'atto dell'arruolamento del personale militare, sia nel periodo di prima istruzione presso le scuole militari, le accademie o i reparti addestrativi. Si tratta di profili assai innovativi, che muovono nella direzione di maggiore trasparenza e di una formazione dei giovani ad una più consapevole gestione del proprio rapporto di lavoro con l'Amministrazione, e che potranno rappresentare uno spunto importante ai fini della definizione di un testo unificato.
  Infine, la proposta di legge C. 2097 D'Arienzo si differenzia rispetto a quella a prima firma del collega Scanu per specifiche disposizioni concernenti la rappresentanza militare del personale appartenente al Corpo della Guardia di finanza ed una articolata disciplina di numerosi aspetti della rappresentanza militare, attualmente regolati da fonte normativa di natura regolamentare. Anche su questo terreno, atteso il ruolo specifico e l'elevato grado di competenza assicurato dal Corpo della Guardia di finanza, ritiene che dalla proposta del collega D'Arienzo potranno sicuramente derivare spunti per una valorizzazione di questo segmento essenziale dell'Amministrazione pubblica, preposto all'impegno contro il fenomeno dell'evasione fiscale.
  Ciò premesso e in vista di un iter particolarmente impegnativo, ritiene opportuno valorizzare l'iniziativa legislativa contestualmente assunta dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione che Pag. 32sono culturalmente e storicamente più attente e vicine alle tematiche del lavoro e della tutela dei diritti sindacali. A tal fine ringrazia i colleghi del gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà per l'elaborazione di un qualificato contributo, che arricchisce le proposte della maggioranza parlamentare e che concorrerà alla stesura di un testo base articolato e il più possibile esaustivo delle diverse istanze.
  Evidenzia, inoltre, che, sul piano della tecnica normativa, si dovrà valutare un coordinamento tra le proposte di legge in titolo e la disciplina, ugualmente di rango primario, già contenuta nel Codice dell'ordinamento militare, come pure l'opportunità di ricondurre ad una fonte primaria istituti ad oggi disciplinati nel Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare.
  Conclusivamente, dichiara la piena disponibilità ad un confronto aperto con tutte le forze politiche presenti in Commissione e ad un accurato dibattito di merito, che contempli un'attività istruttoria, a partire da audizioni dei COCER e di altri organismi intermedi non meno significativi, oltre che degli stessi vertici militari.

  Elio VITO, presidente, ritiene da valutare se non procedere alle audizioni una volta concluso l'esame preliminare delle proposte di legge.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI, nel riservarsi di intervenire nel prosieguo del dibattito, fa presente che lo stesso Ministro della difesa è consapevole dell'ineludibile esigenza di un intervento normativo che incrementi l'efficienza della rappresentanza del personale militare, problematica nei cui confronti esiste una forte sensibilità come dimostrano anche le proposte di legge in esame. Preannuncia pertanto un'attenta ponderazione di ogni elemento che potrà derivare da questo iter e muovere nella direzione auspicata.

  Emanuela CORDA (M5S) ringrazia la relatrice per aver svolto un'esauriente disamina delle proposte in discussione, sottolineando come anche il Movimento Cinque Stelle intenda offrire il proprio contributo alla definizione di una riforma organica della rappresentanza militare. Preannuncia, quindi, che il proprio gruppo sta per presentare a sua volta una proposta di legge, avendo promosso tramite la rete una consultazione sugli aspetti più rilevanti della disciplina. Osserva che le proposte presentate evidenziano quale elemento differenziale la questione di fondo relativa alla natura e al ruolo della rappresentanza militare. È importante che si proceda fin da ora, lasciando aperta ogni possibile soluzione.
  Fa, quindi, presente che da parte dei rappresentanti del COCER dell'Aeronautica, tramite articoli apparsi sui mezzi di informazione, è stato recentemente mosso un attacco profondo al Movimento Cinque Stelle per le posizioni politiche assunte sul programma degli aerei F35. Si tratta di posizioni che attengono al dibattito sviluppato dalla Commissione sul documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, da poco approvato e che, pertanto, di riflesso interessano anche la stessa Commissione. Segnala ciò, ritenendo particolarmente grave una simile interferenza da parte di un segmento della rappresentanza militare in un periodo preelettorale e valutando tale circostanza come l'evidenza della necessità di procedere con sollecitudine ad una riforma della materia.

  Elio VITO, presidente, valuta che il comunicato, di cui ha riferito la collega Corda, seppur comprensibilmente foriero di turbamento, sia espressione dell'esercizio di un libero diritto di critica che compete ad ogni cittadino, sia come singolo che nell'ambito dei più diversi spazi di partecipazione collettiva.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI assicura che qualora il comunicato richiamato si rivelasse frutto di iniziative assunte al di fuori di una cornice di legittimità, non mancherebbero gli opportuni conseguenti provvedimenti. Ritiene che tale episodio esprima la complessità della materia che va Pag. 33complessivamente riformata ma senza limitare tale intervento a limitazioni a priori delle attuali competenze.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD) manifesta apprezzamento per il lavoro svolto dalla relatrice. Evidenzia, quindi, che il dibattito avviato nella seduta odierna realizzerà la prima vera riforma culturale della rappresentanza militare, destinata ad incidere su un articolato quadro di diritti. Condivide l'analisi secondo cui l'obiettivo della riforma deve essere un maggior grado di efficienza. Auspica, pertanto, che l’iter del provvedimento possa proseguire celermente, acquisendo attraverso lo svolgimento di un ciclo di audizioni il contributo di tutti gli interessati e che i gruppi possano collaborare alla stesura di un testo unificato il più possibile condiviso. Auspica, infine, che, contrariamente a quanto avvenuto in passato, gli stati maggiori della difesa non mostrino resistenza verso una riforma ormai non più rinviabile.

  Gian Piero SCANU (PD) ringrazia l'onorevole Villecco Calipari per la brillante relazione, segnalando come sarebbe più opportuno completare l'esame preliminare dopo aver acquisito i necessari elementi di informazione dalle audizioni.
  Intervenendo, quindi, sull'ordine dei lavori, con riferimento all'intervento della collega Corda, fa presente che la stessa ha inteso informare la Commissione di una situazione irrituale, senza per questo voler manifestare alcuna opposizione alla possibilità che l'operato dei politici possa essere oggetto di valutazione.
  Segnala, quindi, di essere stato anch'egli oggetto di pesanti attacchi da parte di esponenti del mondo militare, che hanno messo in discussione l'onestà intellettuale, la competenza e le reali finalità del contributo presentato dal proprio gruppo al documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma.
  Nel manifestare, quindi, profonda amarezza per tale clima e la necessità di un richiamo collettivo all'esercizio del senso di responsabilità, invita la Presidenza e anche il rappresentante del Governo a tenere in considerazione le questioni rappresentate in questa seduta.

  Andrea CAUSIN (SCpI) non ritiene che la Commissione dovrebbe entrare nel merito di vicende come quella riferita dall'onorevole Scanu in quanto di natura squisitamente privata e non dirette alla Commissione in quanto tale. Ritiene, inoltre, che, sussistendone i requisiti, si debba valutare l'interessamento delle competenti autorità in sede civile o militare.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI, nel far presente di non condividere i toni e le parole usate nei confronti dell'onorevole Scanu da parte degli autori degli attacchi, si riserva di fornire gli opportuni approfondimenti qualora la questione venisse posta formalmente dalla Commissione.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), relatore, tornando al dibattito sulla materia oggetto dei provvedimenti in titolo, nel condividere l'indicazione del proprio capogruppo, ritiene che si possa avviare il ciclo di audizioni a partire dalla seduta successiva a quella in cui sarà illustrata la proposta di legge preannunciata dal MoVimento Cinque Stelle.

  Andrea MANCIULLI (PD), intervenendo a sua volta sui lavori della Commissione, pur non condividendo la posizione espressa dal collega Scanu nell'ambito del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma approvata dalla Commissione, ritiene che l'episodio riferito dal proprio capogruppo sia grave e stigmatizzabile e, per questo motivo, che sia stato opportuno informare la Commissione sull'accaduto.

  Gian Piero SCANU (PD), nel ringraziare il collega Manciulli per la vicinanza manifestata, precisa di essere intervenuto non mosso dall'intenzione di voler perseguire qualcuno, bensì da quella di non assuefarsi agli insulti e al dileggio, manifestando solidarietà anche ai colleghi del Movimento Cinque Stelle che hanno manifestato Pag. 34un profondo imbarazzo per analoghi attacchi di cui sono stati oggetto sui mezzi di stampa. Si dichiara, dunque, dispiaciuto che sulla vicenda la presidenza non si sia espressa.

  Luca FRUSONE (M5S), pur dichiarandosi favorevole, anche a nome del proprio gruppo, alla libertà di critica, evidenzia come questa debba comunque esplicarsi nel rispetto di una sorta di codice morale non scritto.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 14 maggio 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 15.10.

  Elio VITO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
  Avverte che la collega Duranti, presentatrice dell'interrogazione n. 5-02786, essendo impossibilitata a prendere parte alla seduta odierna, con l'assenso del Governo ne ha chiesto il rinvio ad una prossima seduta, al fine di scongiurarne la decadenza.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO conviene.

5-02787 Marcolin: Sull'eventuale invio di militari italiani in Ucraina.

  Marco MARCOLIN (LNA) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, nel sottolineare che il Ministro della difesa non si sottrarrà ad un ulteriore approfondimento sulla questione oggetto dell'interrogazione in titolo, risponde nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Marco MARCOLIN (LNA), replicando, si dichiara insoddisfatto ritenendo che sarebbe opportuno in simili circostanze un miglior coordinamento tra i Dicasteri coinvolti. In considerazione della delicatezza della fase in atto, ritiene non adeguatamente chiarita la titolarità della delicata decisione ed è evidente la mancanza di coesione all'interno della compagine governativa che sarebbe, invece, necessaria per il mantenimento della pace in Europa. Per il futuro chiede un maggior sforzo ai fini di un approccio coordinato e coeso da parte del Governo.

5-02788 Corda: Sull'accordo di cooperazione tra Ministero per lo sviluppo economico e la Marina militare in tema di estrazione degli idrocarburi a mare.

  Emanuela CORDA (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Emanuela CORDA (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatta ritenendo che la risposta fornita non fornisca i dati richiesti e lasci del tutto inevaso il quesito posto. Sottolinea, in particolare, che quanto rappresentato dal sottosegretario conferma l'esclusione del Parlamento dalle dinamiche connesse alla sigla di simili Accordi.

  Elio VITO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.25.

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