CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 maggio 2014
229.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (II e XII)
COMUNICATO
Pag. 11

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 maggio 2014. — Presidenza del presidente della II Commissione Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Vito De Filippo.

  La seduta comincia alle 9.05.

DL 52/2014: Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
C. 2325 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 maggio 2014.

  Donatella FERRANTI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, se non vi sono obiezioni, anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Ricorda che le Commissioni sono oggi convocate per il seguito dell'esame del decreto-legge n. 52 del 2014, recante «Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari» (C. 2325 Governo, approvato dal Senato).
  Fa presente che sono stati presentati 144 emendamenti (vedi allegato).
  Prima di dare la parola ai due relatori e al Governo per l'espressione dei rispettivi pareri sui predetti emendamenti, avverte che gli emendamenti Colletti 1.131, 1.132, 1.135, 1.138, 1.114, 1.111, 1.112, 1.121 e 1.122 non saranno posti in votazione in Pag. 12quanto privi di contenuto normativo, essendo meramente formali.

  Davide MATTIELLO (PD), relatore per la II Commissione, anche a nome del relatore per la XII Commissione, deputato Patriarca, invita al ritiro i presentatori di tutte le proposte emendative presentate, stante l'esigenza di non ostacolare l’iter parlamentare di un provvedimento sicuramente atteso, di carattere innovativo, che affronta una materia particolarmente delicata e complessa, mettendo al centro la dignità della persona.

  Il sottosegretario Vito DE FILIPPO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Andrea CECCONI (M5S), intervenendo sul complesso degli emendamenti, fa presente che, pur comprendendo le motivazioni addotte dal Governo, il gruppo al quale appartiene non può comunque recedere dall'intento di apportare miglioramenti al testo del provvedimento, considerato lacunoso sotto diversi aspetti, per le ragioni illustrate nel corso delle sedute precedenti.
  Evidenzia, quindi, che le proposte emendative presentate dal MoVimento 5 Stelle sono volte a impegnare il Governo, se è effettivamente convinto della necessità di attuare il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG), ad intervenire direttamente in tal senso anziché fare ricorso all'ennesima proroga che quasi sicuramente si rivelerà inutile, in quanto le regioni non saranno in grado di realizzare le nuove strutture entro il termine previsto.
  Paventa, dunque, il rischio connesso alla situazione che si verrà a creare se non sarà modificato il decreto-legge in discussione, in quanto ci saranno persone che usciranno dagli OPG senza essere nelle condizioni di reinserirsi nella società e senza che vi siano strutture in grado di garantirne la presa in carico.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) esprime il proprio stupore per l'assenza di interventi concernenti il merito del provvedimento da parte di colleghi appartenenti ai gruppi parlamentari della maggioranza, ciò che a suo avviso costituisce un segnale di disinteresse ovvero di scarsa competenza.
  Dopo aver richiamato le considerazioni critiche già svolte nelle sedute precedenti sul contenuto del provvedimento in esame, reputa necessario approfondire nel prosieguo del dibattito gli emendamenti presentati, volti a porre rimedio a un'operazione politica che trae origine dal movimento «Stop OPG», che non tiene nella debita considerazione il fatto che le persone che usciranno dagli OPG sono persone che hanno commesso reati e che hanno bisogno di essere curate.

  Nicola MOLTENI (LNA) ritiene che si debba pretendere il rispetto per quello che i gruppi rappresentano e che, quindi, l'atteggiamento di una maggioranza che non si confronta con l'opposizione possa essere più offensivo dell'uso inappropriato di un termine.
  Fa presente come il suo gruppo abbia presentato un ridotto numero di emendamenti per offrire un serio contributo al fine di correggere un provvedimento che presenta moltissime criticità, molte delle quali evidenziate dagli stessi relatori e dai rappresentanti del Governo, oltre che da numerosi esponenti della maggioranza. Richiamandosi all'intervento svolto nella seduta di ieri, sottolinea, in particolare, le gravi criticità che riguardano i rapporti con le regioni, il mancato completamento delle REMS, il posizionamento di talune REMS nel centro di città con conseguenti problemi di sicurezza pubblica e preoccupazione per le popolazioni locali.
  Ribadisce, in conclusione, il proprio giudizio fortemente contrario sul provvedimento in esame.

  Mario MARAZZITI (PI) rileva che l'esigenza di convertire in tempi brevi il decreto-legge in esame è legata a ragioni di merito, in quanto tale provvedimento introduce Pag. 13effettivamente delle modifiche migliorative nel quadro normativo vigente, non limitandosi a disporre la proroga di un termine.
  Cita, al riguardo, alcune disposizioni ivi previste, come quella per cui il ricovero nelle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza sanitaria (REMS) si configura come extrema ratio dopo che il magistrato ha valutato soluzioni alternative, nonché la previsione per cui la permanenza negli OPG – e domani presso le REMS – non può essere superiore nella durata al massimo della pena edittale prevista per il reato commesso dal soggetto.
  Dopo aver espresso apprezzamento per la prevista chiusura degli OPG, considerati strutture promiscue, che non garantiscono un adeguato percorso di cura e di reinserimento sociale, si sofferma su alcuni punti critici del decreto-legge, che a suo avviso avrebbe dovuto potenziare il ruolo dei dipartimenti di salute mentale nonché quello degli enti locali. A questo proposito, fa presente che laddove, come è accaduto ad Aversa, questi ultimi sono stati coinvolti attivamente, è stato realmente favorito il reinserimento nella società di soggetti già detenuti negli OPG.
  Ritiene, quindi, che si ponga come priorità l'abolizione del cosiddetto doppio binario, in modo da superare la differenza di trattamento tra gli autori di reato «folli» da quelli «sani».

  Ileana Cathia PIAZZONI (SEL), con riferimento ad alcune considerazioni svolte da parte di alcuni deputati, fa presente che il fatto di non intervenire nel dibattito non sempre equivale ad incompetenza e che, al contrario, l'incompetenza in taluni casi emerge dagli interventi svolti.
  Chiarisce, quindi, la scelta compiuta dal gruppo al quale appartiene, di non presentare emendamenti a un provvedimento che, sebbene contenga una proroga certamente non auspicata, tuttavia rappresenta un deciso passo in avanti, nell'ottica del definitivo superamento degli OPG, strutture che conosce direttamente e che considera riconducibili a una certa cultura, che vede nella segregazione sociale degli infermi-rei l'unica strada per il loro trattamento.
  Precisa, dunque, che se è vero, da un lato, che le regioni hanno sostenuto di avere bisogno di maggior tempo per la realizzazione delle REMS, è altrettanto vero che tanto tempo è stato sprecato fino ad ora.
  Annuncia, infine, l'intento da parte del suo gruppo di presentare ordini del giorno nel corso del successivo iter in Assemblea, al fine di indirizzare la fase in cui verrà data attuazione alla normativa recata dal decreto-legge.

  Donatella FERRANTI, presidente, approssimandosi l'inizio delle votazioni in Assemblea, ed essendo stato convocato l'ufficio di presidenza delle Commissioni riunite per le ore 9.45, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento in titolo alla seduta che avrà luogo al termine dell'odierna seduta antimeridiana dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 9.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.45 alle 10.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 maggio 2014. — Presidenza del presidente della XII Commissione Pierpaolo VARGIU indi del presidente della II Commissione Donatella FERRANTI. — Intervengono i sottosegretari di Stato per la salute, Vito De Filippo, e per la giustizia, Cosimo Ferri.

  La seduta comincia alle 14.40.

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DL 52/2014: Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
C. 2325 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta antimeridiana odierna.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, se non vi sono obiezioni, anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Ricorda che, a seguito della riunione congiunta degli Uffici di presidenza delle Commissioni che si è svolto questa mattina, si è convenuto di organizzare i lavori delle Commissioni stesse al fine di garantire che l'esame del provvedimento si concluda in tempo utile per poterne iniziare l'esame in Assemblea nella data stabilita di lunedì 12 maggio prossimo.
  Pertanto, al fine di poter conferire entro domani il mandato ai relatori a riferire in Assemblea, si è ritenuto di chiedere ai rappresentanti dei gruppi nelle Commissioni di segnalare un numero massimo di emendamenti pari a 30 per ciascun gruppo.
  Avverte che sono stati segnalati nel complesso 47 emendamenti (indicati nell'elenco in distribuzione).
  Ricorda infine che, come convenuto nella medesima riunione congiunta degli Uffici di presidenza delle due Commissioni, potrà intervenire un deputato per Gruppo per non più di 3 minuti per l'illustrazione di ciascun emendamento. Saranno inoltre ammessi succinti interventi in dichiarazione di voto.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) rileva come il fulcro dell'intervento normativo sia il rinvio, che poteva essere inserito nel decreto «Milleproroghe». Rileva con rammarico come non siano state svolte audizioni. Osserva, quindi, come dalla lettura della documentazione delle regioni risulti che alcune di esse vorrebbero ottenere una deroga alla normativa sugli appalti e come, tuttavia, in mancanza di un ciclo di audizioni, le Commissioni non siano in grado di conoscere le ragioni di questa richiesta. Evidenzia, inoltre, come il decreto contenga una norma che stabilisce una attività obbligatoria di formazione, senza però previste risorse né stanziamenti.
  Ritiene quindi che, complessivamente, il comportamento della maggioranza, che non intende modificare il decreto né svolgere un'adeguata istruttoria, sia incomprensibile e irragionevole.
  Fa presente come il suo gruppo abbia presentato molti emendamenti e come, nonostante i tempi ristrettissimi e la mancanza di audizioni, abbia accettato di segnalarne solo alcuni e ridurre i tempi degli interventi. Eppure risulta convocata una Conferenza dei presidenti di gruppo alle 17 di oggi, forse per anticipare la calendarizzazione in Aula del provvedimento. Evidenzia come un simile comportamento sarebbe inaccettabile.

  Gian Luigi GIGLI (PI) fa presente di aver lavorato in ospedali psichiatrici, facendo una esperienza davvero formativa, vivendo la fase finale di queste istituzioni, totali come e più del carcere, superate solo dai manicomi criminali, strutture in cui si sommavano le negatività di ambedue le istituzioni totali, del carcere e dell'ospedale psichiatrico. Pertanto, ha conosciuto il degrado e l'oppressione delle predette strutture, ne ha conosciuto la intrinseca violenza, le dispotiche gerarchie interne.
  Fa presente che egli ha conosciuto anche Franco Basaglia, nell'ultima fase di attività che precedette la sua malattia, quando fu chiamato dalla Regione Lazio a coordinarne i servizi psichiatrici.
  Riconosce a Basaglia il merito storico di aver posto l'accento sulla dignità inalienabile dell'uomo, anche quando affetto da malattia mentale, e di aver promosso un'autentica rivoluzione in luoghi che prima ancora che alla cura erano dedicati al controllo sociale e alla reclusione, a protezione delle paure di una società apparentemente sana e di un ordine sociale che si sentiva minacciato. Rileva che tuttavia forse i progressi da lui ottenuti non Pag. 15sarebbero stati possibili se pochi anni prima non si fossero resi disponibili, per la prima volta nella storia, efficaci farmaci, particolarmente nel campo delle gravi depressioni psicotiche e più in generale nel campo della psicosi con sintomi deliranti e allucinatori e con comportamenti aggressivi o autoaggressivi.
  Precisa di non aver potuto esimersi anche allora, seppur con qualche rischio nel clima postsessantottesco politicizzato a senso unico, dal criticare gli eccessi, più che di Basaglia stesso, dei suoi epigoni. Per molti di essi infatti, in una cattiva vulgata del marxismo, la malattia mentale era solo una sovrastruttura delle contraddizioni economiche e sociali delle società capitalistiche e dell'ordine borghese.
  Un assurdo evidente, se si tiene conto che la psicosi esiste in tutte le società, arretrate e avanzata, contadine, industriali o post industriali, nelle società patriarcali e nelle comunità chiuse, così come nelle grandi città di ogni latitudine e longitudine, nei sistemi economici pre-capitalistici, nei sistemi economici capitalistici e in quelli solidaristici e in ciò che resta del mondo comunista.
  Fa presente che per questi psichiatri sedicenti democratici, il malato, più che paziente bisognoso di cure, era un soggetto rivoluzionario, da utilizzare strumentalmente per evidenziare le contraddizioni della società.
  La chiusura degli ospedali psichiatrici a seguito della legge n. 180 del 1978 si realizzò troppo spesso con questi vizi ideologi, buttando in strada la gente prima ancora di aver messo in piedi servizi alternativi, prevedendo Servizio psichiatrico di diagnosi e cura a servizio solo dell'acuzie senza soluzioni diverse per condizioni di cui non si ammetteva ideologicamente la cronicità.
  Le conseguenze sono note: malati privi di sostegno familiare costretti a vivere da clochard in condizioni di degrado non minori rispetto a quelle che avevano vissuto nell'ospedale psichiatrico. Giovani donne costrette a prostituirsi e a subire ogni violenza per sopravvivere. Figli che, rifiutando ogni cura, hanno ucciso i genitori in preda alle voci del loro delirio o dato fuoco all'abitazione.
  Fa presente che solo quando il delitto veniva a realizzarsi si aprivano le porte dell'OPG, riconoscendo infine che la malattia mentale può portare, per fortuna non necessariamente, anche a problemi di pericolosità e a oggettive esigenze di sicurezza per il paziente.
  Precisa di aver ritenuto necessario fare questa introduzione, anche per rispondere, da piccolo «baronetto», alle gratuite accuse del collega Barone ai baroni universitari.
  Ritiene che da questo punto di vista il decreto-legge in esame costituisca un buon esempio di presa d'atto realistica: non solo perché dà tempo alle regioni di realizzare le misure previste entro un arco temporale più ragionevole ma anche perché realisticamente riconosce l'esistenza di una dimensione di cronicità nella malattia mentale e riconosce altresì che, in specifici casi, la malattia mentale può presentare problemi di pericolosità e richiedere quindi attenzione per garantire sicurezza al malato, alle famiglie e alla società intera.
  Questo decreto dunque cerca di coniugare, con fatica ineliminabile, le esigenze di cura con quelle della sicurezza. Cerca di farlo con alcuni apprezzabili elementi di pregio, resi possibili, questa volta, dal buon lavoro fatto durante l'esame al Senato.
  Un primo elemento di pregio è costituito dalla chiara indicazione secondo cui le esigenze di cura e di sicurezza debbano essere valutate sulla modalità con cui si realizzano, non in astratto, ma nel singolo soggetto destinatario del provvedimento, indipendentemente dalle sue condizioni socio-economiche.
  Valuta positivamente anche l'obbligo di prevedere l'adozione di programmi terapeutici individualizzati, non potendo più la loro mancanza essere invocata come un alibi a sostegno della residua pericolosità sociale, nonché la previsione di corsi di formazione per gli operatori del settore così come la possibilità per le regioni di Pag. 16riqualificare il Dipartimento salute mentale e di contenere il numero di posti letto per le REMS (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza).
  Condivide anche la previsione di considerare il rispetto degli impegni per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari ai fini della valutazione dell'adempimento dei LEA.
  Ritiene apprezzabile soprattutto il nuovo comma 1-ter dell'articolo 1, con il quale si dispone che per le persone ricoverate in ospedali psichiatrici giudiziari alla data di approvazione del presente decreto sia previsto l'invio obbligatorio al Ministero dei percorsi terapeutico-riabilitativi individuali. Ciò eviterà che ci si possa in futuro «dimenticare» di occuparsi di persone delle quali facilmente ci si può scordare anche l'esistenza.
  Condivide anche la previsione per la quale la durata del ricovero non può essere superiore a quella della pena, ricordando che in passato vi erano ricoveri di comodo in ospedali psichiatrici giudiziari per privilegiati che volevano sfuggire il carcere e ottenere poi una diagnosi di avvenuta guarigione della malattia mentale; viceversa vi erano casi in cui il ricovero, a motivo di una mancata guarigione, poteva protrarsi anche a vita, pur in mancanza di una condanna all'ergastolo.
  Ritiene, altresì, positivo il comma 2 dell'articolo 1, non modificato dal Senato, con il quale si dispone il commissariamento, ai fini delle misure da realizzare, delle regioni che risultassero inadempienti, così come l'identificazione di un organismo di coordinamento per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, con funzioni di monitoraggio delle iniziative assunte.
  Tutto ciò premesso, si ritiene insoddisfatto per il fatto che il Senato abbia ritenuto di modificare la lettera b) del primo comma dell'articolo 1, testo che peraltro ha precedentemente definito pregevole per la parte che prevede di effettuare il ricovero nelle REMS solo sulla base della qualità delle condizioni individuali del paziente e senza tener conto delle sue condizioni socio-economiche o della mancanza di programmi terapeutico-riabilitativi personalizzati.
  A fronte di questi aspetti positivi, infatti, il Senato ha ritenuto di introdurre la possibilità che il ricovero possa continuare a essere disposto dal giudice anche in via provvisoria.
  Tale possibilità, se non emendata, permetterà il perpetuarsi di strutture ambigue, consentendo al magistrato di continuare a poter scegliere, anche in futuro, tra le esigenze della sicurezza, tali da richiedere la permanenza del paziente nelle strutture sanitarie penitenziarie, e quelle della cura, che vorrebbe che il paziente fosse affidato ai servizi psichiatrici al Dipartimento di salute mentale.
  Precisa che in questo senso vanno gli emendamenti correttivi presentati dall'onorevole Calabrò, che i Popolari per l'Italia hanno chiesto di poter sottoscrivere.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che, essendosi conclusi gli interventi per illustrazione del complesso degli emendamenti, si passerà alla votazione degli emendamenti medesimi.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra il suo emendamento 1.70 raccomandandone l'approvazione, in quanto volto a prevedere, in luogo della proroga, che siano le stesse regioni a comunicare entro il 30 ottobre 2014 lo stato di realizzazione e riconversione delle nuove strutture precisando che, qualora risulti che le regioni non riescano a garantirne il completamento entro il successivo semestre, il Governo provveda in via sostitutiva.
  Ritiene che quella prospettata sia l'unica via possibile per conseguire effettivamente l'obiettivo del superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento Cecconi 1.70, evidenziando che il fatto di garantire alle regioni tempi congrui per la realizzazione delle nuove strutture sia necessario anche al fine di Pag. 17garantire la corretta applicazione della normativa europea in materia di appalti.

  Giulia SARTI (M5S) interviene per dichiarare il proprio voto favorevole sull'emendamento in esame, in quanto reputa necessario che la norma contenuta nel decreto-legge sia modificata nel senso di renderla attuabile, dal momento che stabilire un'ennesima proroga per la chiusura degli OPG è un'operazione completamente inutile.

  Nicola MOLTENI (LNA) dichiara il proprio voto contrario all'emendamento in discussione stante la propria contrarietà alla previsione di un potere sostitutivo dello Stato, ritenendo piuttosto che sia opportuno intervenire nel senso di garantire alle regioni i tempi necessari per la realizzazione delle nuove strutture.

  Marco RONDINI (LNA) si associa alla dichiarazione di voto contrario resa dal collega Molteni sull'emendamento Cecconi 1.70.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni respingono l'emendamento Cecconi 1.70.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento Colletti 1.99, volto a sopprimere l'articolo 1 del decreto-legge, e ne raccomanda l'approvazione invitando i colleghi a non tenere atteggiamenti ipocriti, in quanto è noto che le REMS non potranno essere realizzate nel termine di un anno e, quindi, non sarà conseguito l'obiettivo della definitiva chiusura degli OPG.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni respingono l'emendamento Colletti 1.99.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che si passerà ora all'esame di una serie di emendamenti caratterizzati da cifre a scalare.
  Saranno quindi posti in votazione, come da prassi, il primo e l'ultimo emendamento della serie: Dall'Osso 1.73 e Grillo 1.5.

  Matteo DALL'OSSO (M5S) illustra il suo emendamento 1.73, volto a sostituire alla data del 31 marzo 2015 il termine, ritenuto più realistico secondo quanto richiesto dalle stesse regioni, del 31 marzo 2017.
  Rileva che in tal modo si avrà il tempo sufficiente per consentire alle regioni di adempiere, nella convinzione che, secondo le parole utilizzate dal Presidente Letta nell'ambito di un discorso reso alla Camera, «nessuno deve rimanere indietro».

  Andrea CECCONI (M5S) dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento Dall'Osso 1.73, avvertendo che, se non sarà spostato il termine attualmente stabilito dal decreto-legge, tra un anno il Parlamento si troverà ad affrontare lo stesso tema in quanto non è possibile che le regioni realizzino le strutture che sostituiranno gli OPG entro il 31 marzo 2015.

  Nicola MOLTENI (LNA) chiede ai colleghi di compiere un esercizio di buon senso votando a favore dell'emendamento Dall'Osso 1.73, accogliendo la richiesta delle regioni le quali non solo non hanno completato, ma in molti casi non hanno nemmeno cominciato i lavori per la realizzazione delle nuove strutture residenziali.
  Osserva che, a suo avviso, si è scelto di non svolgere audizioni di rappresentanti delle regioni perché altrimenti sarebbe emersa chiaramente l'impossibilità di fissare la proroga del termine al 31 marzo 2015.

  Andrea COLLETTI (M5S) chiede al Governo quali possibilità vi siano che entro la data prevista tutti gli OPG siano effettivamente chiusi, mancando qualsiasi rassicurazione in tal senso.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Dall'Osso 1.73.

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  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento Grillo 1.5, osservando come sembri quasi surreale che su un provvedimento tanto importante intervengano solo i gruppi della Lega Nord e del MoVimento 5 Stelle.

  Matteo DALL'OSSO (M5S) preannuncia il voto favorevole sull'emendamento Grillo 1.5 ed osserva come l'esame di questo provvedimento sia l'ultima occasione per dire che «nessuno deve rimanere indietro», come tempo fa affermato dall'ex Presidente del Consiglio Letta.

  Andrea COLLETTI (M5S) ribadisce la richiesta al Governo di fornire elementi che possano portare a ritenere che il termine della proroga sarà rispettato.

  Il sottosegretario Vito DE FILIPPO precisa come il Governo sia giunto ad emanare il decreto legge in esame dopo un'accurata istruttoria, tenendo in considerazione la documentazione fornita dalle regioni, le dichiarazioni del Presidente della Conferenza Stato-regioni ed, più in generale, il dibattito culturale che sul tema si sta svolgendo nel Paese. L'emanazione del decreto legge è coincisa con una pregevole iniziativa della 12«sup»a«reset» Commissione del Senato, che ha organizzato sul tema un importante convegno. Osserva come i termini fissati dal legislatore storicamente non sempre siano stati rispettati, tuttavia ritiene che la previsione nel decreto di attività di coordinamento e monitoraggio, oltre a recare elementi sanzionatori, possa anche agevolare il rispetto del predetto termine. Assicura che si impegnerà personalmente per attivare un percorso in tal senso. Chiarisce infine che il Governo non ha ritenuto opportuno prevedere procedure straordinarie in materia di appalti.

  Andrea CECCONI (M5S) esprime forti riserve sulle considerazioni svolte dal rappresentante del Governo, evidenziando come egli stesso abbia espresso perplessità sull'adeguatezza del termine previsto dalla proroga.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) ribadisce che sarebbe stato di fondamentale importanza audire le regioni citando in particolare le situazioni delle regioni Piemonte, Lombardia e Umbria.

  Nicola MOLTENI (LNA) ringrazia il Sottosegretario per aver consentito un minimo di dibattito ed interlocuzione, osservando peraltro come i meccanismi previsti dalle norme del decreto facciano sì che la durata della proroga sia in realtà addirittura inferiore ad un anno. Ribadisce inoltre come non sia assolutamente chiara e determinata la configurazione del potere sostitutivo dello Stato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Grillo 1.5.

  Nicola MOLTENI (LNA) illustra l'emendamento 1.81, volto a sopprimere la lettera b) del comma 1, che contiene uno dei tre punti principali sui quali si incentra la criticità del suo gruppo. Si tratta, in particolare, della previsione che considera residuale l'applicazione da parte del giudice della misura del ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario, di cui non comprende la ragione e che contesta unitamente alla proroga del termine per la chiusura fissata al 31 marzo 2015 e alla previsione del potere sostitutivo dello Stato.

  Andrea CECCONI (M5S) dichiara il suo voto favorevole sull'emendamento Molteni 1.81 per ragioni diverse da quelle testé sostenute dal presentatore. La soppressione della lettera b), infatti, è auspicabile in quanto prevede che il magistrato debba valutare la pericolosità sociale del soggetto sulla base delle qualità soggettive della persona ma senza tenere conto delle condizioni di cui al secondo comma, numero 4 dell'articolo 133 del codice penale, cosa a suo avviso non condivisibile in quanto la persona va considerata nella sua totalità e nella sua componente olistica, ovvero tenendo conto anche del tessuto sociale e familiare in cui la medesima vive.Pag. 19
  Inoltre, la valutazione della pericolosità sociale potrebbe essere meglio effettuata anche grazie al supporto del pool di medici e operatori che assisteranno un numero limitato di malati nelle strutture che verranno realizzate a regime, cosa che non è possibile negli ospedali psichiatrici in cui sono internati centinaia di individui.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Molteni 1.81.

  Raffaele CALABRÒ (NCD) illustra e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.1, volto a sopprimere le parole «in via provvisoria» dalla lettera b) del comma 1. Infatti, se da un lato le regioni si stanno impegnando seriamente per poter realizzare le REMS in tempi brevi pur tra numerose difficoltà – come hanno illustrato al Senato nel corso dell'attività conoscitiva ivi svolta – , dall'altro non si comprende come mai si favoriscano nuove immissioni negli attuali OPG a causa della previsione secondo cui il giudice può disporre anche in via provvisoria l'applicazione della misura di sicurezza dell'internamento in un Ospedale psichiatrico giudiziario. Peraltro non viene indicato neanche un termine e la provvisorietà potrebbe essere illimitata.

  Donata LENZI (PD) invita il deputato Calabrò a considerare che espungere dal testo le parole «in via provvisoria» determinerebbe proprio l'effetto che il presentatore vorrebbe scongiurare. Ricorda inoltre che il limite temporale è dato dalla durata della pena detentiva prevista per il reato commesso e quindi il rischio paventato di una durata illimitata della permanenza in OPG non si può verificare e infine che la lettera b) di fatto riduce il perimetro della pericolosità sociale.

  Gian Luigi GIGLI (PI) condivide la lettura del collega Calabrò, all'emendamento del quale ha apposto la sua firma.

  Paola BINETTI (PI) ritiene che la questione dirimente sia connessa a quale soggetto competa effettuare la diagnosi nei confronti del paziente/reo.

  Davide MATTIELLO (PD), relatore per la II Commissione, concorda con l'interpretazione fornita dalla collega Lenzi.

  Raffaele CALABRÒ (NCD) insiste nel raccomandare l'approvazione del suo emendamento, volto a impedire che gli OPG si continuino a riempire di soggetti, vanificando così gli sforzi compiuti dalle regioni per addivenire quanto prima alla loro chiusura.

  Donatella FERRANTI, presidente, osserva che la disposizione in oggetto va interpretata sistematicamente e che se vi sono dei rilievi critici da muovere essi riguardano non le parole che l'emendamento 1.81 mira a sopprimere bensì la disciplina generale delle misure di sicurezza, questione però che va affrontata in altra sede. Tiene a precisare che, analogamente a quanto avvenuto in materia di custodia cautelare in carcere, la misura dell'internamento in OPG deve essere considerata una estrema ratio, principio che vale anche quando il giudice nel corso del processo la applica in via provvisoria.

  Ileana Cathia PIAZZONI (SEL), condividendo le motivazioni addotte dalla presidente Ferranti, e ribadendo che l'inciso «anche in via provvisoria» introdotto nel corso dell'esame al Senato del decreto-legge è funzionale nel senso di rafforzare il concetto per cui il ricovero negli OPG è da considerarsi come extrema ratio, dichiara il proprio voto contrario all'emendamento Calabrò 1.1.

  Andrea CECCONI (M5S) ritiene che le preoccupazioni sollevate dal collega Calabrò siano fondate e che l'inciso introdotto dal Senato sia del tutto inutile, se non dannoso.
  Per tale ragione, annuncia il voto favorevole da parte del suo gruppo nei confronti dell'emendamento in discussione.

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  Massimo Enrico BARONI (M5S) si associa alla dichiarazione di voto resa dal deputato Cecconi, ritenendo che nel caso in questione il Senato abbia introdotto una modifica ridondante, se non pericolosa, in quanto la norma in oggetto potrebbe essere interpretata nel senso che fino all'accertamento dell'infermità mentale di un soggetto che ha commesso un reato il magistrato debba disporre l'applicazione della misura del ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario o in una casa di cura e di custodia.

  Gian Luigi GIGLI (PI), intervenendo per una breve precisazione, ribadisce che voterà a favore dell'emendamento Calabrò 1.1, da lui sottoscritto, evidenziando tuttavia la necessità per cui il magistrato, in sede di applicazione futura della disposizione in esame, si attenga all'interpretazione fornita dalla presidente Ferranti.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Calabrò 1.1.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) illustra l'emendamento 1.8, di cui è primo firmatario, raccomandandone l'approvazione, in quanto si tratta di una delle proposte emendative più importanti tra quelle presentate dal suo gruppo.
  Esso mira, infatti, a sopprimere una parte della lettera b) dell'articolo 1, introdotta nel corso dell'esame al Senato, per cui l'accertamento della pericolosità sociale deve essere effettuato esclusivamente sulla base delle qualità soggettive della persona e senza tenere conto delle condizioni di cui all'articolo 133, secondo comma, numero 4, del codice penale.
  Reputa assolutamente non chiaro il senso della modifica apportata dal Senato, non comprendendo cosa si intenda esattamente quando si parla di «qualità soggettive» della persona.

  Nicola MOLTENI (LNA) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Baroni, ritenendo del tutto infondata la norma in esame, in base alla quale la pericolosità sociale di una persona deve essere valutata senza tenere conto delle sue condizioni sociali ed economiche. Al riguardo, fa presente che tra i soggetti infermi di mente che hanno commesso reati vi sono persone dall'elevata pericolosità sociale, per cui è necessario stabilire dei criteri rigorosi in base ai quali compiere tale valutazione, essendo altrimenti compromesse la sicurezza e l'incolumità pubbliche.

  Andrea CECCONI (M5S) dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento Baroni 1.8, considerando assurdo che un magistrato, nella valutazione della pericolosità sociale di un individuo, non tenga conto di elementi quali il fatto che questi abbia una famiglia o una fissa dimora.

  Ileana Cathia PIAZZONI (SEL), diversamente dai colleghi che l'hanno preceduta, annuncia il proprio voto contrario all'emendamento Baroni 1.8, ritenendo che la ratio della modifica introdotta dal Senato sia chiarissima, essendo volta ad evitare che una persona sia considerata socialmente pericolosa a causa delle sue condizioni di tipo economico-sociale.
  Osserva, pertanto, che la disposizione in esame è evidentemente finalizzata a evitare che si vengano a creare discriminazioni legate a un'impostazione culturale che dovrebbe essere del tutto superata.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni respingono l'emendamento Baroni 1.8.

  Nicola MOLTENI (LNA), con riferimento all'intervento svolto da ultimo dalla collega Piazzoni, osserva che i toni usati da quest'ultima nei confronti degli emendamenti in discussione siano inaccettabili e chiede pertanto alla presidenza di invitare i componenti delle Commissione a moderare il linguaggio nei propri interventi.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, assicura che la presidenza garantisce la correttezza alla quale devono comunque informarsi i lavori delle Commissioni, al di là Pag. 21delle legittime divergenze esistenti nel merito.
  Pone quindi in votazione l'emendamento Molteni 1.80.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Molteni 1.80.

  Gian Luigi GIGLI (PI) illustra l'emendamento Calabrò 1.2, di cui è cofirmatario, e ne raccomanda l'approvazione.

  Andrea CECCONI (M5S) appone la propria firma all'emendamento Calabrò 1.2, preannunciando il voto favorevole del suo gruppo in quanto la proposta emendativa persegue la ratio di superare gli OPG.

  Donata LENZI (PD) osserva come l'emendamento in esame blocchi da subito l'accesso agli OPG ponendo il problema di dove andrebbero destinati i soggetti assegnati a tali strutture nelle more della realizzazione delle nuove. Preferisce, quindi, un procedimento più graduale di superamento degli OPG.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Calabrò 1.2.

  Nicola MOLTENI (LNA) illustra il proprio emendamento 1.84 volto ad estendere il termine assegnato alle regioni per modificare i programmi di cui all'articolo 1, comma 1-bis, lettera a).

  Andrea CECCONI (M5S) preannuncia il voto di astensione del proprio gruppo sull'emendamento Molteni 1.84.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Molteni 1.84, 1.83 e 1.82.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.91, con il quale si intende privilegiare la ristrutturazione dell'esistente piuttosto che la costruzione ex novo di strutture sanitarie. Esprime in particolare forti perplessità sulla destinazione da parte della regione Veneto di 12,5 milioni di euro per un progetto di soli 40 posti letto, per di più in una nuova struttura adiacente ad un ospedale.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Businarolo 1.91 e Molteni 1.85.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento Dall'Osso 1.65 e ne raccomanda l'approvazione, trattandosi di un ulteriore emendamento volto alla riqualificazione delle strutture esistenti.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Dall'Osso 1.65.

  Andrea CECCONI (M5S) preannuncia il voto favorevole sull'emendamento Molteni 1.88, soppressivo del comma 1-ter dell'articolo 1. Ritiene infatti che la norma, pur condivisibile in linea di principio, preveda una serie di inutili appesantimenti burocratici.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Molteni 1.88 e Colletti 1.117.

  Nicola MOLTENI (LNA) illustra il proprio emendamento 1.89, soppressivo del comma 1-quater dell'articolo 1, che priva la misura di sicurezza della caratteristica di durare finché permane la pericolosità sociale del soggetto, con il rischio di mettere in libertà persone ancora socialmente pericolose.

  Andrea CECCONI (M5S) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Molteni 1.89.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Molteni 1.89.

  Andrea COLLETTI (M5S) ritira il proprio emendamento 1.110.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) illustra e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.92, che mira a introdurre una norma di assoluto buon senso, evitando dubbi interpretativi.

Pag. 22

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Businarolo 1.92 e Dall'Osso 1.36.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) illustra l'emendamento 1.60, la cui approvazione consentirebbe al magistrato che dispone la misura di sicurezza di dialogare con la parte cui compete la presa in carico territoriale del paziente, che ha diritto ad un piano terapeutico individuale.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Vita 1.60.

  Nicola MOLTENI (LNA) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.86, finalizzato a sopprimere il comma 2 che prevede l'esercizio del potere sostitutivo da parte dello Stato, su cui il suo gruppo ha già espresso ferma contrarietà, considerandolo un errore clamoroso.

  Marco RONDINI (LNA) esprime il suo voto favorevole sull'emendamento 1.86, invitando ad approvare la proposta di sopprimere il comma 2, alla luce della richiesta avanzata dalle regioni titolari della competenza in materia di rinviare la proroga al 2017, necessaria per consentire alle medesime di assicurare la chiusura degli OPG e la realizzazione delle nuove strutture.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Molteni 1.86 e Colletti 1.123.

  Andrea CECCONI (M5S), nell'illustrare l'emendamento 1.66 di cui è cofirmatario, fa presente che esso è volto a prevedere che le regioni debbano comunicare lo stato di realizzazione e di riconversione delle strutture esistenti, oltre che ai Ministeri della salute e della giustizia e al comitato paritetico interistituzionale, anche alle competenti Commissioni parlamentari.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) dichiara il suo voto favorevole sull'emendamento 1.66, che consentirebbe al Parlamento di conoscere lo stato di avanzamento da parte delle regioni del processo di realizzazione e di riconversione delle strutture esistenti.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) esprime il suo voto favorevole sull'emendamento 1.66, la cui approvazione metterebbe le Commissioni parlamentari competenti nelle condizioni di poter monitorare l'andamento nelle singole regioni delle iniziative assunte per il completamento del processo di superamento degli OPG.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Silvia Giordano 1.66.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento 1.61, volto ad anticipare i tempi entro i quali le regioni debbono inviare ai Ministeri della salute e della giustizia e al comitato paritetico interistituzionale la documentazione relativa allo stato di realizzazione e di riconversione delle strutture esistenti, al fine di non estendere ulteriormente i tempi per la chiusura definitiva degli OPG, atteso che questa deve essere fatta entro il 31 marzo 2015, come prevede il decreto-legge in esame. Si chiede quindi di ridurre il termine di sei mesi portandolo a novanta giorni.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) dichiara il suo voto favorevole sulla proposta emendativa 1.61, che si giustifica alla luce della circostanza che le regioni già sono a conoscenza dei dati che devono comunicare ai Ministeri e al comitato paritetico interistituzionale e pertanto possono essere opportunamente indotte a fare ciò in tempi più ravvicinati.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Silvia Giordano 1.61.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.93, che mira a prevedere una doppia comunicazione da parte delle regioni dello stato di realizzazione e di riconversione delle strutture esistenti, una nel termine di Pag. 23un mese e l'altra entro sei mesi, come previsto dal decreto.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Businarolo 1.93.

  Marco RONDINI (LNA), intervenendo per illustrare l'emendamento 1.87, osserva che esso è volto a dilazionare i tempi entro i quali le regioni devono ottemperare all'obbligo di comunicazione previsto nel comma 2, allo scopo di andare incontro alle richieste delle regioni medesime che devono affrontare oggettive problematiche di tempistica.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Molteni 1.87.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) illustra l'emendamento 1.94, che si basa sulla esigenza di evitare la realizzazione ex novo di strutture, preferendo la riconversione di quelle esistenti.

  Andrea COLLETTI (M5S), in linea con la posizione del suo gruppo espressa in primo luogo nella VIII Commissione ambiente dove si stanno discutendo provvedimenti in materia di consumo del suolo, ritiene che l'emendamento 1.94 possa contribuire – anche se per una piccola parte – a limitare il consumo del suolo, analogamente a quanto si sta tentando di fare in Commissione giustizia a proposito dell'edilizia carceraria.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) concorda con le finalità dell'emendamento 1.94, che tende ad evitare la cementificazione sempre più imperante in molte zone del territorio italiano. È quanto mai urgente frenare il grave fenomeno della dismissione di immobili pubblici che si lasciano degradare proprio allo scopo di poterli privatizzare. Il gruppo MoVimento 5 Stelle presterà sempre la massima attenzione al problema della cementificazione selvaggia.

  Anna Margherita MIOTTO (PD) osserva come proprio per le ragioni esposte dal collega Baroni è necessario che il monitoraggio vada espletato su tutto il territorio e quindi debba riguardare anche le nuove strutture.

  Giulia SARTI (M5S) contesta che, nonostante alcuni deputati della maggioranza abbiano manifestato il proprio favore nei confronti di alcune proposte emendative avanzate dal suo gruppo, tuttavia per eseguire acriticamente indicazioni del Governo rinuncino a migliorare il testo in esame.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Businarolo 1.94.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento Grillo 1.62, evidenziandone le finalità, essendo tale proposta emendativa riconducibile all'esigenza di evitare che il patrimonio sia disperso e che, quindi, le risorse attualmente stanziate in favore degli OPG siano cancellate dal bilancio dello Stato, mentre l'obiettivo a suo avviso da perseguire è quello per cui tali fondi siano ripartiti tra le regioni.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni respingono l'emendamento Grillo 1.62.

  Andrea CECCONI (M5S), intervenendo per illustrare l'emendamento Lorefice 1.63, ne esplicita la ratio, volta a prevedere che, accanto allo stato di avanzamento delle REMS, le regioni diano anche comunicazione in merito all'attuazione dei percorsi terapeutico riabilitativi territoriali finalizzati al recupero e al reinserimento sociale dei pazienti internati.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) annuncia il proprio voto favorevole sull'emendamento in discussione, di cui è cofirmatario, evidenziando che esso è riconducibile all'intento più generale di porre, anche parzialmente, rimedio a un vulnus che caratterizza l'intero provvedimento, dato dallo spostamento verso il settore sanitario di ciò che è gestito a livello di amministrazione penitenziaria.Pag. 24
  In quest'ottica, ritiene che l'emendamento Lorefice 1.63 costituisca il tentativo di migliorare il testo del provvedimento, nel senso di mettere gli operatori sanitari nelle condizioni di svolgere la propria attività in modo consapevole.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Lorefice 1.63.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) illustra il suo emendamento 1.95 che, al pari di altre proposte emendative di cui è firmataria, tende a privilegiare la riqualificazione di strutture già esistenti rispetto alla realizzazione di nuove strutture, muovendo da una preoccupazione di tipo ambientalista.
  Constata, quindi, che si tratta di un tema che non interessa ai deputati della maggioranza, visti gli evidenti segni di intolleranza manifestati nei confronti del suo intervento.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, invita la collega Businarolo a proseguire tranquillamente nel suo intervento, rivolgendosi alla presidenza.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) stigmatizza quello che definisce un «quadro patetico», in cui i deputati della maggioranza non intervengono nel merito del provvedimento, che pure presenta diversi aspetti problematici sui quali sarebbe interessante discutere, preferendo commentare ironicamente fuori microfono.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, invita il deputato Bonafede ad attenersi al merito dell'emendamento Businarolo 1.95.
  Richiama, quindi, tutti i colleghi a comportarsi secondo le regole della correttezza, per cui ciascuno deve essere messo nelle condizioni di intervenire per illustrare le proprie ragioni, senza che tale diritto sia in qualche modo conculcato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Businarolo 1.95.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento Mantero 1.64 raccomandandone l'approvazione, in quanto volto a sanare un disallineamento cronologico riscontrabile tra il primo e il secondo periodo dell'articolo 2 del decreto-legge.
  Evidenzia, quindi, l'assurdità della situazione in atto per cui, pur di evitare che il Senato debba riesaminare il provvedimento nel corso della settimana che precede le elezioni europee, si preferisce approvare definitivamente un testo recante degli evidenti errori, ciò che comporterà, come conseguenza inevitabile, il fatto che il Parlamento debba riaffrontare l'argomento tra meno di un anno.

  Nicola MOLTENI (LNA) dichiara il voto favorevole da parte della Lega Nord sull'emendamento Mantero 1.64, ritenendo che sia ispirato a un criterio di buon senso dal momento che, qualora scattasse effettivamente il potere sostitutivo dello Stato, rispetto al quale il suo gruppo è contrario, non ci sarebbe materialmente il tempo per completare il processo di realizzazione e di riqualificazione delle nuove strutture.

  Elena CARNEVALI (PD), premesso che non è in corso alcun complotto da parte della maggioranza, chiede ai colleghi dell'opposizione come mai al Senato il MoVimento 5 Stelle non abbia votato contro il provvedimento in esame, non riuscendo a comprendere la ragione di un comportamento così distonico tra le due Camere.

  Paola BINETTI (PI), pur comprendendo in parte le preoccupazioni espresse da parte di diversi deputati intervenuti nel dibattito circa le difficoltà di realizzare il definitivo superamento degli OPG entro il 31 marzo 2015, ritiene tuttavia che tenere un atteggiamento distruttivo sia poco produttivo nei confronti sia degli operatori socio-sanitari sia delle persone internate nelle predette strutture.
  A fronte delle preoccupazioni espresse, sottolinea l'importanza di aver previsto un sistema di monitoraggio e una struttura ad hoc alla quale sono affidate funzioni di Pag. 25coordinamento, al fine di seguire minuziosamente il processo di attuazione della normativa recata dal decreto-legge.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) fa notare alla collega Carnevali che, mentre lei era assente, nei giorni scorsi egli è intervenuto in fase di esame preliminare del provvedimento in oggetto, svolgendo un intervento poi riportato su YouTube.
  Chiarisce, quindi, che non è detto che il MoVimento 5 Stelle alla Camera voterà contro il suddetto provvedimento. Il punto è che il gruppo al quale appartiene ritiene che vi siano diversi punti critici e, quindi, delle modifiche da apportare al testo del decreto-legge che, pur se migliorato nel corso dell’iter al Senato, è ancora lacunoso a causa dell'ideologia che ne costituisce la base.
  Contesta, in particolare, il fatto che siano «scaricati» sul settore sanitario controlli e funzioni che normalmente spettano all'amministrazione e alla medicina penitenziaria.

  Andrea CECCONI (M5S) replica alla collega Carnevali facendo notare che nella fase attuale nel nostro ordinamento esistono ancora due Camere, per cui è possibile che un gruppo parlamentare tenga al Senato un comportamento diverso rispetto a quello adottato dall'omologo gruppo alla Camera dei deputati.
  Fa notare, poi, che nel caso di specie al Senato si è registrato un atteggiamento di maggiore disponibilità verso le ragioni dell'opposizione, tanto che il testo è stato modificato rispetto alla stesura originaria, mentre alla Camera la maggioranza e il Governo non hanno tenuto un atteggiamento di pari disponibilità.
  Ricorda inoltre che nel momento stesso in cui il decreto-legge è stato inserito nel calendario dei lavori delle due Commissioni riunite, egli stesso aveva chiesto al Governo se ci fosse realisticamente la possibilità di apportare modifiche al testo licenziato dal Senato, ricevendo una risposta ambigua.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Mantero 1.64.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) illustra il suo emendamento 1.96, per dare un ulteriore segnale nella direzione della ristrutturazione delle strutture sanitarie esistenti.

  Andrea COLLETTI (M5S) invita la maggioranza ad indicare le ragioni della contrarietà all'emendamento in esame.

  Donata LENZI (PD) ritiene che l'emendamento possa porre un ostacolo alla più rapida realizzazione delle REMS.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Businarolo 1.96.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) illustra il suo emendamento 1.97, volto ad istituire presso il Ministero della salute un organismo di coordinamento. Dichiara, inoltre, di non condividere l'intervento dell'onorevole Lenzi.

  Ileana ARGENTIN (PD) annuncia il voto contrario sull'emendamento Businarolo 1.96. Ritiene che non sia vero che la ristrutturazione sia più facile e più economica rispetto alla costruzione ex novo di strutture sanitarie.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) ritiene che la costruzione ex novo di strutture sanitarie sia preferibile solo da chi scelga la strada più facile della cementificazione. Ritiene che la questione sia particolarmente delicata e che pertanto dovrebbe essere discussa in modo più ampio ed articolato, tenendo conto che il provvedimento nel suo complesso sarebbe ampiamente migliorabile.

  Andrea CECCONI (M5S) ritiene superflua l'istituzione dell'organismo di coordinamento per il superamento degli OPG. Ove si volesse mantenere la disposizione che lo istituisce, bisognerebbe quantomeno modificarne la composizione e le modalità di funzionamento.

  Andrea COLLETTI (M5S) sottolinea come un legislatore attento, nel compiere Pag. 26le sue scelte, debba guardare non solo ai costi attuali, ma anche ai costi futuri che in certi casi possono essere particolarmente alti.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Businarolo 1.97.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento Di Vita 1.67 e ne raccomanda l'approvazione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Vita 1.67.

  Andrea CECCONI (M5S) illustra l'emendamento Lorefice 1.69 che modifica la composizione dell'organismo di coordinamento di cui al comma 2-bis, dell'articolo 1, inserendovi le associazioni di volontariato.

  Il sottosegretario Cosimo Maria FERRI ricorda come il Governo abbia espresso parere contrario sull'emendamento Lorefice 1.69. Ritiene tuttavia che il tema della partecipazione all'organismo in questione delle associazioni di volontariato sia particolarmente importante, impegnandosi a valutare favorevolmente un eventuale ordine del giorno di analogo contenuto che dovesse essere presentato in Assemblea.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Lorefice 1.69.

  Matteo DALL'OSSO (M5S) illustra l'emendamento Grillo 1.68, volto a integrare la composizione dell'organismo di coordinamento con le associazioni dei familiari e le associazioni di volontariato, rivolgendo ai colleghi un appello affinché votino a favore di tale proposta emendativa.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) sottolinea l'importanza della partecipazione dei soggetti indicati dall'emendamento in questione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Grillo 1.68.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.98.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Businarolo 1.98.

  Marco RONDINI (LNA) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.90, volto ad introdurre misure per garantire la sicurezza dei cittadini, prevedendo che le REMS debbano essere ubicate nelle immediate vicinanze dei presidi territoriali delle forze dell'ordine.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) ritiene che l'emendamento del collega Rondini presenti profili interessanti, in quanto pur non ponendo il problema della sicurezza dei cittadini in termini culturali, tuttavia coglie opportunamente l'esigenza di garantire tale valore. Sottolinea peraltro come a dover essere protetti non siano solo i cittadini che abitano nelle immediate vicinanze delle strutture ma soprattutto gli operatori sanitari che vi lavorano.

  Nicola MOLTENI (LNA) osserva che l'emendamento 1.90, aldilà della sua valenza limitatamente provocatoria, tende ad evidenziare il sentimento di grande insicurezza della popolazione che si dovesse trovare ad abitare nei pressi di REMS, come già accaduto nella sua regione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Rondini 1.90.

  Andrea CECCONI (M5S) si sofferma nell'illustrazione dell'emendamento 1.57, che il movimento 5 stelle ritiene di fondamentale importanza. È infatti volto a scongiurare il verosimile rischio che le REMS possano essere gestite da privati, stabilendo pertanto che la gestione, la sicurezza e la proprietà delle medesime siano affidate esclusivamente a strutture pubbliche e non possano essere in alcun caso soggette a subappalto o esternalizzazione.
  Sempre nell'ottica di limitare le regioni nel perseguire esigenze di cassa piuttosto che di cura e sicurezza, l'emendamento Pag. 27prevede che le associazioni dei familiari e di volontariato possano controllare le attività sopra ricordate.

  Paola BINETTI (PI), nell'esprimere il voto contrario sull'emendamento 1.57, osserva come il compito del volontariato non sia tanto quello di controllare ma piuttosto quello di collaborare e di sostenere i percorsi di cura e riabilitazione che si attuano presso le REMS.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) da atto alla collega Binetti che il termine «controllo» non è effettivamente il migliore che si potesse utilizzare per qualificare l'azione delle associazioni familiari e del volontariato, sebbene espliciti chiaramente la necessità che certe operazioni a rischio di affarismo privato o di corruzione siano debitamente controllate.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Baroni 1.57.

  Andrea CECCONI (M5S) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.32, che nel riproporre la prima parte dell'emendamento precedente è volto ad evitare che le regioni, in virtù della competenza esclusiva in materia di organizzazione sanitaria, possano essere tentate per esigenze di cassa di affidare a privati la gestione delle REMS.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Cecconi 1.32.

  Andrea COLLETTI (M5S) ritira il suo emendamento 1.125.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, essendosi così concluso l'esame degli emendamenti, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani mattina alle ore 9,30, per la votazione del mandato ai relatori a riferire in Assemblea.

  La seduta termina alle 19.30.

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