CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 aprile 2014
219.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 120

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 16 aprile 2014. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 10.30.

Pag. 121

Documento di economia e finanza 2014.
Doc. LVII, n. 2 e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 aprile scorso.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda che il relatore, Petrini, nella seduta di ieri ha illustrato il contenuto del Documento, riservandosi di formulare su di esso una proposta di parere nella seduta odierna.

  Paolo PETRINI (PD), relatore, formula una proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento (vedi allegato 1).
  Illustrando tale proposta, rileva come essa prenda atto delle dinamiche macroeconomiche e dell'evoluzione del quadro di finanza pubblica evidenziate dal DEF, sottolineando gli impatti negativi derivanti dalla debolezza economica complessiva, dalla riduzione della domanda e dalla restrizione del credito bancario alle famiglie e alle imprese. Al tempo stesso si evidenziano le prospettive di ripresa che si intravedono anche a livello nazionale e che potranno avere effetti positivi sia sulle variabili di bilancio sia, soprattutto, sulla domanda interna. In tale contesto la proposta di parere pone in risalto l'andamento delle entrate che, sia pur con alcuni cedimenti, hanno dimostrato una sostanziale stabilità nel difficile contesto complessivo, nonché le prospettive della pressione fiscale che, anche grazie all'atteso miglioramento del PIL, dovrebbe risultare, nei prossimi anni, dapprima stabile e, successivamente, in riduzione.
  Si segnala quindi il leggero peggioramento dei valori relativi all'indebitamento e al debito pubblico, quest'ultimo legato soprattutto al pagamento dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione, evidenziandosi a tale proposito la decisione del Governo di prevedere uno slittamento al 2016 dell'obiettivo di pareggio di bilancio strutturale.
  Le osservazioni contenute nella proposta di parere evidenziano la rilevanza dei primi provvedimenti di politica tributaria preannunciati dal Governo, relativi alla riduzione del cuneo fiscale in favore dei lavoratori dipendenti a reddito medio-basso e all'abbattimento del 10 per cento dell'IRAP in favore delle imprese. Le osservazioni si concentrano quindi sui temi che hanno scandito e scandiranno, anche nei prossimi mesi, l'attività della Commissione Finanze, a partire dall'attuazione della delega per la riforma del sistema fiscale, in relazione alla quale si sottolinea la necessità di coinvolgere le Commissioni parlamentari competenti nella predisposizione degli schemi di decreto legislativo adottati in forza della stessa delega. Si esprime quindi condivisione circa la strategia, indicata dal DEF, di reperire le risorse finanziarie per la diminuzione del carico fiscale attraverso interventi di riduzione della spesa pubblica, nonché mediante una revisione delle tax expenditures, e si sottopone l'esigenza di valutare se il prospettato incremento della tassazione sulle attività finanziarie, indicata dal DEF come modalità di copertura del predetto intervento di riduzione dell'IRAP, possa determinare restrizioni nell'erogazione del credito bancario.
  In tale contesto le osservazioni sottolineano il tema della riduzione della disponibilità di credito per le imprese, indicando, come possibile soluzione a tale problematica, il rafforzamento dei canali di finanziamento alternativi al credito bancario, con particolare riferimento al rafforzamento delle cambiali finanziarie, della cartolarizzazione dei crediti alle PMI e degli strumenti di vigilanza per assicurare la stabilità e la corretta operatività del sistema finanziario.
  Specifica attenzione è dedicata alla questione del contrasto all'evasione fiscale, che deve costituire un obiettivo prioritario della politica economica del Governo, sia sotto il profilo del reperimento di risorse aggiuntive per il rilancio della crescita Pag. 122economica, sia per assicurare maggiore equità al sistema tributario. In quest'ambito si sottolinea il ruolo che potrà essere svolto dai provvedimenti in materia di collaborazione volontaria in materia fiscale (cosiddetta voluntary disclosure), attualmente all'esame della Commissione Finanze.

  Giovanni PAGLIA (SEL) esprime il parere negativo del proprio gruppo sul DEF, evidenziando come, ancora una volta, mentre nei primi due anni del periodo contemplato dal DEF si prevede una sostanziale stagnazione delle variabili macroeconomiche, la ripresa sia rinviata agli anni successivi, in questo caso a partire dal 2016, in una prospettiva in cui i miglioramenti del quadro economico costituiscono un orizzonte sempre di là da venire, irraggiungibile per i cittadini.
  Sottolinea quindi come la complessiva impostazione del Documento indichi che le misure prospettate dal Governo, quali la riduzione del cuneo fiscale sui redditi medio – bassi, seppure condivisibili, non avranno alcun impatto positivo rilevante sui parametri dell'economia reale, quali l'occupazione e la crescita del PIL, richiamando a tale proposito l'esperienza dell'abolizione dell'IMU sull'abitazione principale attuata nel 2013 per complessivi 5 miliardi di euro, la quale avrebbe dovuto aumentare il reddito disponibile per i cittadini, mentre non ha in realtà comportato alcun impatto positivo sull'andamento dell'economia.
  Evidenzia inoltre come anche le ipotesi di una pur timida ripresa economica nel 2014 siano piuttosto ottimistiche, i quanto i primi dati sull'andamento dell'economia reale concernenti il primo trimestre 2014, relativi ad alcune realtà locali quali l'Emilia Romagna, non mostrino significativi miglioramenti rispetto al 2013, e come sia pertanto necessario introdurre misure decisamente più incisive per il sostegno alla crescita, rivedendo complessivamente il quadro indicato dal Governo.
  Passando quindi ad alcuni aspetti specifici del DEF, chiede al Sottosegretario se la restituzione degli acconti IRES incassati nel 2013, pari a circa 2,5 miliardi, siano contabilizzati nel Documento stesso, nonché quale sia la clausola di salvaguardia politica, prima ancora che economica, prevista dal Governo in relazione alle modalità di copertura di molti interventi previsti. Rileva, infatti, come le risorse finanziarie previste a copertura siano del tutto ipotetiche, ritenendo pertanto importante che il Governo espliciti se, a fronte della carenza di tali risorse, si farà ricorso a un aumento del deficit, il quale porrebbe tuttavia problemi in ordine al rispetto dei limiti di indebitamento netto imposti dall'Unione europea, ovvero se, in tale evenienza, si ricorrerà al taglio indiscriminato della spesa pubblica in settori non previsti, quali la sanità o i servizi pubblici, rispetto ai quali il giudizio di SEL sarebbe certamente negativo.
  Dichiarandosi quindi favorevole alla proposta di aumento della tassazione sulle attività finanziarie a copertura della contemporanea riduzione dell'IRAP del 10 per cento, rileva la necessità che il Governo, nel valutarne l'impatto in termini di maggior gettito, tenesse anche conto del possibile impatto che tale innalzamento potrebbe determinare nei comportamenti degli investitori, i quali vedrebbero fortemente diminuiti i profitti dei loro investimenti e che potrebbero pertanto essere indotti a trasferire le loro attività all'estero, ovvero a concentrare gli investimenti sui titoli del debito pubblico, in quanto questi continuerebbero a scontare una tassazione più favorevole.

  Filippo BUSIN (LNA) evidenzia innanzitutto come, anche sulla base delle rilevazioni della Banca d'Italia e della Corte dei conti, i dati macroeconomici contenuti nel DEF siano molto ottimistici rispetto alla reale situazione economica, rilevando come dagli stessi emerga altresì l'assoluta adesione delle politiche adottate dall'Italia al principio di austerity imposto dall'Unione europea. Evidenzia tuttavia come, a suo avviso, tale impostazione di politica economica stia danneggiando gravemente il Paese, e come sia evidente che i danni prodotti all'economia reale siano tanto Pag. 123gravi da rischiare di divenire irreversibili, impedendo all'Italia di agganciare una possibile ripresa.
  Rileva come, mentre i due aggregati economici riferiti alla spesa sanitaria e alla spesa per il personale dipendente della pubblica amministrazione sono sotto controllo, la spesa previdenziale, nonostante la riforma pensionistica introdotta dal Ministro Fornero, appaia ancora fuori controllo e in crescita. Ritiene che ciò sia dovuto al fatto che su tale aggregato di spesa si scaricano, oltre a molte questioni di carattere sociale e demografico, anche i problemi relativi agli ammortizzatori sociali, i quali sono stati spesso utilizzati in modo improprio, come testimoniato dall'aumento dei cosiddetti «falsi invalidi».
  In tale contesto, ritiene che, nonostante le stime del livello d'inflazione siano circa all'1,5 per cento, il Paese sia già in una situazione di sostanziale deflazione dei prezzi, come dimostrato, ad esempio, dal dimezzamento dei prezzi degli immobili che si registra in molte aree del Paese.
  In termini generali, esprime un giudizio complessivamente negativo sui presupposti stessi del DEF, ritenendo che esso evidenzi l'incapacità del Governo, anche a causa dei vincoli europei, a far fronte ai problemi del Paese, ed evidenziando come, in assenza di ogni autonoma politica tributaria e monetaria, l'unica leva cui può ricorrere l'Esecutivo sia rappresentata dalla riduzione delle spese pubbliche, la quale avrà tuttavia conseguenze catastrofiche soprattutto sui lavoratori. Tale insufficienza nella linea politica del Governo risulta del resto evidente, a suo avviso, dal confronto con le politiche attuate in Paesi, quali la Gran Bretagna e il Giappone, che non sottostanno ai vincoli imposti dall'Unione europea, i quali utilizzano gli strumenti della leva fiscale e della svalutazione della moneta a sostegno delle loro economie.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) esprime la valutazione negativa del proprio gruppo sul DEF, che considera assolutamente aleatorio e non fondato su dati economici certi.
  Rileva infatti come nel Documento si attribuisca la causa della contrazione del PIL registrata nel 2013 alla debolezza della domanda interna e alla difficoltà di aumentare l'offerta di credito alle imprese, salvo poi prevedere misure di aumento della pressione fiscale e non prevedendo né alcuna misura a sostegno delle piccole e medie imprese contro il fenomeno del credit crunch, né un progetto di riforma complessiva del sistema bancario, come richiesto anche dall'ABI.
  In tale contesto evidenzia come, nonostante l'aumento dell'IVA e l'incremento degli acconti IRES disposti lo scorso anno, le entrate tributarie abbiano registrato un calo, a testimonianza di come oramai sia impossibile ricorrere ad ulteriori inasprimenti della pressione fiscale.
  Con riferimento specifico alla previsione del taglio del cuneo fiscale e dell'IRAP, fa presente come si continuino a indicare, a copertura di tali sgravi fiscali, misure di spending review ancora non attuate, quindi ad oggi non quantificabili, come dimostrato da quanto accaduto rispetto alla previsione del maggior gettito derivante dal pagamento dei crediti della pubblica amministrazione, precedentemente quantificati dal Governo in 900 milioni e poi non realizzati e che, peraltro, determineranno ulteriori effetti recessivi. Ritiene pertanto che, a fronte di spese certe, il Governo indichi a copertura maggiori entrate del tutto incerte, in aperta violazione dei principi costituzionali e delle pronunce della Corte dei conti, la quale ha già dichiarato l'illegittimità di modalità di copertura di natura endogena.
  Chiede quindi su quali basi, a fronte di tale sostanziale situazione di stagnazione dell'economia, il Governo preveda un miglioramento delle entrate tributarie e su quale fondamento abbia stimato l'impatto positivo sull'economia che deriverebbero dalle misure previste nell'ambito della riforma del mercato del lavoro tuttora in fase di approvazione, posto che a secondo l'ISTAT l'impatto di tali interventi non è al momento valutabile.
  Rileva inoltre come gli strumenti indicati nel DEF per la riduzione del debito Pag. 124pubblico, quali il rimborso nel 2015 dei bond finanziati dal MEF ai fini del rafforzamento patrimoniale del settore bancario, la crescita dell'economia nominale e la più robusta crescita del PIL, siano misure del tutto inidonee a consentire la suddetta diminuzione del rapporto tra debito pubblico e PIL, anche in considerazione delle perdurante difficoltà in cui si trova il gruppo bancario MPS, principale destinatario di tali misure di finanziamento. Chiede pertanto al Governo come ritiene che potrà ottemperare agli obblighi imposti dall'Unione europea, posto che non si prevede di realizzare gli investimenti che sarebbero necessari per aumentare la competitività e la produttività del Paese.
  Con riferimento alla problematica delle misure di sostegno alla domanda interna, rileva come non si rinvenga nel DEF misure a ciò finalizzate, mentre, per quanto riguarda la lotta all'evasione fiscale, pur riconoscendo l'incremento delle entrate derivanti dal contrasto all'evasione fiscale, rileva come essa andrebbe combattuta molto più efficacemente, posto che le somme recuperate costituiscono solo una minima parte delle somme evase, stimate in 150 miliardi annui.
  Rispetto alla prospettata riduzione dell'IRAP nella misura del 10 per cento, domanda al Governo di valutare se i benefici che ne deriverebbero per le imprese non rischino di essere vanificati dalla revisione delle tax expenditures prevista dalla legge delega per la semplificazione del sistema fiscale.
  Con riferimento alla prevista riduzione dell'IRPEF, ritiene sia difficilmente valutabile l'eventuale impatto positivo di tali sgravi fiscali in termini di sostegno ai consumi interni e che comunque questa misura non sia sufficiente a migliorare in modo significativo la situazione di gravissima difficoltà in cui versano i lavoratori dipendenti a basso reddito.
  Per quanto riguarda la quantificazione delle entrate derivanti dal programma di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, ricorda come le maggiori risorse derivanti da tali dismissioni si siano storicamente attestate attorno ad un valore di 0,2 punti percentuali annui rispetto al PIL, chiedendo pertanto su quali ipotesi il Governo fondi la previsione, per gli anni 2014-2016, di un programma straordinario di dismissioni immobiliari e privatizzazioni tale da portare alla realizzazione di introiti per 0,7 punti di PIL all'anno nel periodo 2014-2017.
  In relazione alla previsione contenuta nel DEF dei maggiori introiti fiscali che si registreranno nei prossimi anni grazie alla tassazione delle plusvalenze derivanti dalla rivalutazione delle quote del capitale della Banca d'Italia autorizzata dal decreto- legge n. 133 del 2013, ricorda come sulla vicenda di tale rivalutazione del capitale della Banca debba ancora attendersi la pronuncia della Banca centrale europea.
  Nel ribadire il voto contrario del proprio gruppi sulla proposta di parere formulata dal relatore e sulla complessiva sulla strategia sottesa al DEF, evidenzia come il Documento si regga su basi molto fragili e si limiti a tentare di porre il Paese nella scia dell'atteso miglioramento delle economie europea e mondiale, senza interventi efficaci di effettivo stimolo per la crescita, la quale risulterà, nella migliore delle ipotesi, comunque molto inferiore a quella degli altri Paesi avanzati, ben lontano, dunque, da quella svolta promessa dal nuovo Governo.

  Marco CAUSI (PD) dichiara il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sulla proposta di parere formulata dal relatore, esprimendo altresì la valutazione positiva sul DEF, in base a due principali considerazioni.
  In primo luogo, sottolinea come il quadro di finanza pubblica delineato dal DEF indichi che, diversamente da quanto affermato da alcuni esponenti dei gruppi di opposizione, il perseguimento degli obiettivi di medio termine relativi alla riduzione del rapporto tra debito e PIL, non comporti la necessità di una manovra di aggiustamento pari a 50 miliardi di euro annui, ma sia invece sufficiente realizzare un avanzo primario compreso tra il 4 e il 5 per cento in rapporto al PIL, nonché Pag. 125conseguire una crescita nominale pari a circa il 2,5 per cento. Nell'ambito di tale scenario il DEF propone una modifica del profilo temporale entro il quale il Paese si impegna a conseguire gli obiettivi di riduzione del rapporto deficit-PIL e del rapporto debito-PIL, recuperando uno spazio di flessibilità per le azioni di politica economica pari a circa lo 0.3 per cento nel 2014 e lo 0,1 per cento nel 2015. A questo proposito evidenzia come, anche con riferimento a valori assoluti relativamente modesti, gli aspetti temporali risultino particolarmente importanti per la strategia di politica economica, in quanto, grazie a tale maggiore flessibilità di bilancio, sarà possibile realizzare già alla metà del 2014 un intervento per la riduzione del cuneo fiscale e dell'IRAP che consentirà di apportare uno shock positivo all'economia nazionale nel corso di quest'anno.
  Ritiene quindi profondamente contraddittorie le affermazioni di quanti, criticando le proposte del Governo, da un lato, invocano un approccio maggiormente rigorista sui temi della finanza pubblica, che risulta del resto in assoluto contrasto con le opinioni espresse fino a pochi mesi fa da quegli stessi critici e, dall'altro, accusano l'Esecutivo di scarso coraggio. Le contraddizioni insite nelle affermazioni di coloro che contestano il contenuto del DEF testimoniano ulteriormente, a suo giudizio, della bontà dell'impostazione seguita dal Governo, il quale ha assunto un orientamento prudente ed equilibrato, e al tempo stesso, efficace rispetto alle esigenze del Paese.

  Mario SBERNA (PI), nel dichiarare il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore, segnala tuttavia, con riferimento al prossimo provvedimento preannunciato dal Governo per la riduzione del cuneo fiscale, richiamato dalla lettera c) delle osservazioni contenute nella stessa proposta di parere, come manchi a tale proposito ogni indicazione rispetto al problema dei carichi familiari. Ritiene, infatti, che, nel contesto di tale misura agevolativa, occorra tenere specificamente conto della condizione delle famiglie, in particolare di quelle numerose, prevedendo per queste ultime una maggiore intensità del beneficio tributario, onde evitare di penalizzare proprio quei cittadini che hanno fornito un particolare contributo al futuro Paese attraverso la loro scelta di mettere al mondo un numero più elevato di figli.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, apprezza in particolare l'osservazione, di cui alla lettera e) della proposta di parere, relativa alle eventuali conseguenze restrittive che un aggravio di tassazione sulle attività finanziarie, introdotto per dare copertura agli interventi sul cuneo fiscale e sull'IRAP, potrebbe avere con riferimento all'erogazione del credito bancario alle imprese, condividendo altresì l'attenzione dimostrata dal DEF rispetto all'obiettivo di riduzione delle spese pubbliche.
  Esprime invece delusione per il ridimensionamento complessivo che il medesimo Documento evidenzia rispetto alle ambizioni riformatrici preannunciate dal nuovo Governo, rilevando in particolare come le misure prospettate non consentano certamente di realizzare quello shock positivo che sarebbe invece necessario per risollevare l'economia del Paese, mentre non condivide le posizioni di quanti hanno criticato il DEF in base a una logica rigoristica, accusando l'Esecutivo di non essere stato abbastanza rispettoso dei vincoli europei che invece, a suo giudizio, dovrebbero essere superati in modo ancor più coraggioso, al fine di far ripartire la crescita.
  Un ulteriore elemento di criticità del DEF risiede nella non adeguata sottolineatura rispetto al ruolo strategico della delega per la riforma del sistema fiscale che deve, a suo giudizio, rappresentare lo strumento fondamentale attraverso cui collegare la riduzione delle spese pubbliche alla riduzione della pressione fiscale, evidenziando il rischio che il non adeguato rilievo riservato alla stessa delega possa ridimensionarne il potenziale riformatore.
  Passando quindi ad alcuni aspetti di dettaglio, esprime la preoccupazione che Pag. 126buona parte degli sgravi IRPEF di cui potranno godere i lavoratori dipendenti e assimilati a seguito del prospettato intervento sul cuneo fiscale, possano risultare sostanzialmente erosi dal rilevante incremento della tassazione immobiliare realizzata attraverso l'introduzione della TASI, anche alla luce delle modifiche in materia introdotte dal decreto-legge n. 16 del 2014, nonché dal prospettato inasprimento dell'imposizione sul risparmio.
  Ribadisce comunque l'impegno, sia personale, sia del proprio gruppo, a collaborare fattivamente all'attuazione della delega fiscale, nonché ad ogni intervento normativo volto al ridimensionamento della spesa pubblica e dall'abbattimento della pressione tributaria, confermando invece la sua assoluta contrarietà a ogni inasprimento della stessa pressione.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA, nel rilevare il grande interesse della discussione sui temi del DEF, evidenzia innanzitutto come tale Documento debba, in primo luogo, fornire una rappresentazione veritiera della situazione economica attuale del Paese, la quale risulta oggettivamente contraddittoria. Infatti, sussistono tutt'ora rischi di recessione, testimoniati dal crescente tasso di disoccupazione, che sta suscitando gravi preoccupazioni non solo in ambito nazionale ma anche a livello europeo. Non condivide pertanto l'osservazione secondo la quale il Governo si dimostrerebbe eccessivamente ottimista rispetto alla congiuntura economica in atto, rilevando, al contrario, come le preoccupazioni dell'Esecutivo in materia lo abbiano indotto a prevedere uno slittamento temporale al 2016 del raggiungimento dell'obiettivo di pareggio strutturale di bilancio e a chiedere, conseguentemente, al Parlamento di autorizzare tale scostamento, ai sensi della vigente disciplina di bilancio.
  Evidenzia, tuttavia, al tempo stesso, come si mostrino anche timidi segnali di ripresa economica, che sarebbe sbagliato non cogliere, e che devono essere irrobustiti. In questo senso l'orientamento di politica economica del Governo è finalizzato in primo luogo a sostenere la spesa per i consumi, compatibilmente con i vincoli di bilancio europei, introducendo sgravi fiscali a favore delle imprese e dei lavoratori. In tale prospettiva l'Esecutivo ha ritenuto opportuno evitare interventi a pioggia, concentrando invece le risorse disponibili su una fascia socio-economica ben precisa, costituita dai lavoratori dipendenti e assimilati a medio-basso reddito, nonché dalle imprese, distribuendo un consistente ammontare di risorse per sostenere il reddito e i consumi di tali categorie.
  Ritiene, quindi, che le misure tributarie prospettate dal Governo debbano essere valutate nel quadro di tale contrastato panorama economico, giudicando, in termini politici, se sia preferibile ignorare gli obblighi di bilancio posti a livello europeo, oppure operare scelte di politica economica che individuino spazi di flessibilità all'interno di tali vincoli. Rispetto a queste alternative l'Esecutivo ha ritenuto di seguire l'ultima opzione, forzando per alcuni aspetti i vincoli di bilancio per introdurre importanti misure di sostegno della crescita, senza tuttavia mettere in discussione il rispetto dell'intero quadro di regole europee. A questo proposito sottolinea, del resto, come ogni decisione del Governo in materia debba tenere realisticamente conto del fatto che l'Italia, sebbene risulti tra i Paesi più virtuosi sotto il profilo dell'ortodossia di bilancio, costituisca anche uno dei Paesi a più elevato debito pubblico, non potendo pertanto permettersi decisioni avventate in questo campo.
  In tale contesto evidenzia come la complessità dell'azione di governo stia nella necessità di contemperare le esigenze di evitare rischi recessivi, di rafforzare le prospettive di crescita e di mantenere il quadro di regole europee. Rivendica quindi la bontà dell'impostazione assunta dal Governo, che si pone, al tempo stesso, in una posizione di continuità e di discontinuità rispetto agli orientamenti assunti da precedenti Esecutivi, ritenendo che essa determinerà effetti positivi per il Paese. Passando quindi ad alcuni rilievi specifici emersi Pag. 127nel corso del dibattito, rileva come, qualora si rivelasse irrealizzabile la strategia, intrapresa dal Governo, di seria e costante revisione della spesa pubblica, indicata dal DEF come lo strumento essenziale per individuare le risorse necessarie al sostegno della crescita, la problematica che ne deriverebbe risulterebbe ben più seria dei semplici aspetti relativi alla copertura finanziaria dei singoli provvedimenti. In base a tale consapevolezza il Governo non ha pertanto ritenuto di individuare clausole di salvaguardia alternative, ritenendo come la previsione di tali clausole avrebbe costituito un pericoloso segnale di debolezza e di incertezza su un aspetto che l'Esecutivo considera cruciale.
  Per quanto riguarda alcune considerazioni espresse dal deputato Barbanti, ritiene che le maggiori entrate IVA derivanti dai pagamenti dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione costituiscano una delle risorse che devono essere utilizzate per il sostegno allo sviluppo, sottolineando come, oltre alla revisione della spesa pubblica, occorra disporre di ulteriori fonti di finanziamento, quali, appunto, il maggior gettito IVA prodotto da tali pagamenti, nonché la riduzione delle spese per interessi sul debito pubblico e il recupero dell'evasione fiscale.
  Nel segnalare come la manovra di politica economica che il Governo intende realizzare non si esaurirà certamente nel solo intervento di riduzione del cuneo fiscale, cui faranno seguito ulteriori provvedimenti in corso d'anno, ritiene di poter tranquillizzare il Presidente Capezzone circa il fatto che il Governo annette rilievo strategico alla delega per la riforma del sistema fiscale, sia per il rilevante contenuto di tale provvedimento, sia per l'importanza del lavoro parlamentare svolto su tale materia, evidenziando al riguardo come non sia possibile realizzare un vero processo di riduzione delle spese pubbliche in mancanza di una forte strategia di riforma del sistema fiscale.

  La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo e dello Scambio di Lettere recanti modifiche alla Convenzione tra Italia e Lussemburgo intesa ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio ed a prevenire la frode e l'evasione fiscale.
C. 2082 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Michele PELILLO (PD), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata ad esaminare, ai fini dell'espressione del parere alla III Commissione Affari esteri, il disegno di legge C. 2082, recante ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo e dello Scambio di Lettere recanti modifiche alla Convenzione tra Italia e Lussemburgo intesa ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio ed a prevenire la frode e l'evasione fiscale.
  Segnala innanzitutto come il Protocollo aggiuntivo, firmato il 21 giugno 2012, sia rivolto principalmente a emendare l'articolo 27 della vigente Convenzione tra Italia e Lussemburgo contro le doppie imposizioni, ratificata dall'Italia con la legge n. 747 del 1982.
  In particolare, le innovazioni apportate dal Protocollo mirano essenzialmente ad adeguare il testo della Convenzione ai più avanzati standard definiti dall'OCSE in materia di cooperazione amministrativa per una più efficace lotta all'evasione fiscale, soprattutto attraverso il superamento del segreto bancario.
  Al riguardo evidenzia come le modifiche recate dal Protocollo assumano un particolare rilievo anche per il Lussemburgo, poiché la ratifica delle stesse consentirà a tale Paese di essere incluso nella white list dei Paesi affidabili dal punto di vista della lotta ai paradisi fiscali.
  Per quanto concerne il contenuto del Protocollo, che si compone di quattro articoli, l'articolo I sostituisce una parte dell'articolo 2 della Convenzione del Pag. 1281981, per includere nelle imposte riguardanti l'Italia l'IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) al posto della precedente ILOR (imposta locale sui redditi).
  L'articolo II sostituisce una parte dell'articolo 3 della medesima Convenzione, al fine di tenere conto della nuova denominazione del Ministero dell'economia e delle finanze, laddove nel testo originario della Convenzione si faceva riferimento al Ministero delle finanze.
  L'articolo III sostituisce integralmente l'articolo 27 della vigente Convenzione italo-lussemburghese, il quale riguarda lo scambio di informazioni.
  Ai sensi del paragrafo 1 del nuovo articolo 27 le competenti autorità dei due Stati si scambieranno le informazioni pertinenti all'applicazione della Convenzione del 1981, ovvero all'applicazione di proprie normative relative ad imposte di qualsiasi genere di pertinenza dei due Stati contraenti, oppure di loro suddivisioni politiche o amministrative ma ciò solo nella misura in cui la tassazione prevista da tali leggi non contrasti con la Convenzione del 1981.
  La disposizione precisa inoltre che tale scambio di informazioni non viene limitato dagli articoli 1 e 2 della Convenzione del 1981, i quali, rispettivamente, delimitano il campo di applicazione della Convenzione ai residenti di uno o di entrambi gli Stati contraenti, e indicano le imposte considerate ai fini della Convenzione medesima.
  Il paragrafo 2 prevede che le informazioni scambiate tra i due Stati vengano tenute segrete, e che vengano comunicate soltanto a persone o autorità investite del compito di accertare o riscuotere le imposte, ovvero di seguire procedimenti ad esse relativi, nonché i relativi ricorsi, ovvero ancora di esercitare controlli su tutte le attività appena illustrate.
  In tale ambito si prevede che le persone o autorità investite delle informazioni le utilizzeranno soltanto per i loro fini istituzionali, restando comunque inteso che potranno servirsi di esse nel corso di udienze pubbliche o di giudizi.
  Il paragrafo 3 contiene una clausola di salvaguardia in base alla quale le disposizioni dei paragrafi 1 e 2 non fanno sorgere in capo ai due Stati contraenti alcun obbligo di:
   adottare provvedimenti amministrativi in deroga alla legislazione o prassi amministrativa propria o dell'altro Stato contraente;
   fornire informazioni non ottenibili in base alla propria legislazione o prassi amministrativa, o alla legislazione o prassi amministrativa dell'altro Stato contraente;
   fornire informazioni suscettibili di rivelare segreti commerciali, industriali, professionali, ovvero tali che la loro comunicazione potrebbe pregiudicare l'ordine pubblico.

  Ai sensi del paragrafo 4 ciascuno dei due Stati contraenti utilizzerà i propri poteri per raccogliere le informazioni richieste anche qualora esse non siano rilevanti per i propri fini fiscali interni.
  Il paragrafo 5 esclude che i due Stati contraenti possano rifiutare di fornire informazioni solo perché esse sono relative a una banca, a un'istituzione finanziaria, a un mandatario o a un agente o fiduciario.
  L'articolo IV prevede la ratifica del Protocollo in conformità alle procedure vigenti in Lussemburgo e in Italia, il completamento delle quali sarà notificato da ciascuno Stato contraente all'altro per iscritto e per via diplomatica. Inoltre si prevede l'entrata in vigore del Protocollo alla data dell'ultima delle due notifiche di cui in precedenza: esso si applicherà a partire dal 1o gennaio 2012, prima dunque dell'entrata in vigore a pieno titolo del Protocollo, come richiesto specificamente dall'Italia.
  Per quanto riguarda il contenuto dello Scambio di lettere tra le autorità lussemburghesi e quelle italiane, effettuato, come il Protocollo, a Lussemburgo il 21 giugno 2012, esso risulta anch'esso aderente al modello OCSE in materia di scambio di informazioni nel settore tributario, e riguarda Pag. 129taluni aspetti procedurali connessi all'attuazione della predetta cooperazione amministrativa tra le Parti.
  In particolare lo Scambio di lettere precisa che lo scambio di informazioni a richiesta può includere redditi o elementi di reddito rientranti nell'ambito di applicazione della Direttiva CE n. 48 del 2003, concernente la tassazione dei redditi da risparmio.
  È inoltre previsto che l'autorità competente dello Stato richiedente, al fine di dimostrare la rilevanza delle informazioni contenute nella richiesta, fornisca all'omologa autorità dello Stato destinatario della richiesta:
   informazioni sufficienti a identificare la persona sottoposta a verifica o indagine;
   indicazioni sulla finalità fiscale per la quale si richiedono le informazioni;
   i motivi per cui si ritiene che le indicazioni siano detenuti dallo Stato destinatario della richiesta;
   il nome e l'indirizzo, se conosciuti, delle persone ritenute in possesso delle informazioni;
   una dichiarazione nella quale si attesta che lo Stato richiedente è ricorso a tutti i mezzi disponibili sul suo territorio per ottenere le informazioni.

  Nel preannunciare fin d'ora la sua valutazione favorevole sul provvedimento, ritiene tuttavia opportuno che il Governo chiarisca quale sia il rapporto tra il Protocollo di cui si propone la ratifica e il contenuto della direttiva 2011/16/UE, in materia di cooperazione amministrativa nel settore fiscale, che ha abrogato la direttiva 77/799/CEE, il cui schema di decreto legislativo di recepimento nell'ordinamento nazionale è stato recentemente esaminato dalla Commissione.

  Ferdinando ALBERTI (M5S) pur ritenendo possibile, a una prima lettura, esprimere una valutazione favorevole sul provvedimento, ritiene tuttavia opportuno consentire a tutti i componenti della Commissione di approfondirne maggiormente il contenuto, chiedendo quindi rinviare l'espressione del parere su di esso a un'altra seduta.

  Giovanni PAGLIA (SEL) condivide la richiesta del deputato Alberti, anche alla luce del quesito posto dal relatore al Governo.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, in considerazione delle richieste in tal senso avanzate dai deputati Alberti e Paglia, rinvia il seguito dell'esame a una seduta che sarà convocata la prossima settimana.
  Propone quindi, concorde la Commissione, di procedere a un'inversione nell'ordine del giorno della seduta odierna, nel senso di procedere, dapprima, allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, quindi, ai rimanenti punti all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 11.30.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 16 aprile 2014. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Enrico Zanetti.

  La seduta comincia alle 11.30.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

Pag. 130

5-02588 Villarosa: Iniziative contro il riciclaggio e l'elusione della normativa fiscale nell'ambito delle sale gioco dove sono installate le videolotteries.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) rinuncia a illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.

  Il sottosegretario Enrico ZANETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Sebastiano BARBANTI (M5S), nel prendere atto della risposta fornita dal Sottosegretario, esprime l'auspicio che siano quanto prima completate e implementate le procedure e gli strumenti di rilevazione ed elaborazione delle informazioni per l'esercizio di maggiori controlli sui sistemi di gioco VLT richiamate dalla risposta stessa, chiedendo che il Governo informi la Commissione circa l'andamento delle iniziative in corso in materia. Rileva infatti la necessità di evitare, in questo settore, che, oltre alle conseguenze dannose determinate dai fenomeni di ludopatia, si determinino anche riduzioni di entrate tributarie per lo Stato.

5-02589 Causi: Eventuali profili di elusione fiscale nell'attività del gruppo ENI.

  Marco CAUSI (PD) rinuncia a illustrare la propria interrogazione.

  Il sottosegretario Enrico ZANETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3). Si riserva quindi di fornire successivamente alla Commissione un elenco analitico dei Paesi a fiscalità privilegiata cui fa riferimento la risposta.

  Marco CAUSI (PD), replicando, invita il Governo a svolgere un ulteriore approfondimento sulla questione prospettata dalla sua interrogazione, al fine di verificare se l'ENI utilizzi strumenti di elusione fiscale, quali il transfer pricing, in maniera coerente rispetto alla sua natura di impresa multinazionale a controllo pubblico.
  Ricordando come sia prevista a breve l'assemblea dei soci della società, ritiene che il Ministero dell'economia e delle finanze, in qualità di azionista di maggioranza relativa di ENI, dovrebbe esprimere in quella sede un indirizzo chiaro in tal senso al management aziendale.

5-02590 Paglia: Effetti tributari derivanti dalla fusione di Fiat S.p.a. con Chrysler Group.

  Giovanni PAGLIA (SEL) rinuncia a illustrare la propria interrogazione.

  Il sottosegretario Enrico ZANETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Giovanni PAGLIA (SEL) si dichiara insoddisfatto della risposta fornita, rilevando come, con la sua interrogazione, intendesse ricevere, dal Governo e non dall'Agenzia delle entrate, una risposta di natura politica in merito agli effetti fiscali della fusione tra Chrysler e Gruppo Fiat. Evidenzia quindi con preoccupazione come, al momento, l'unica posizione assunta dall'Esecutivo su un'operazione che riveste grande rilevanza per il Paese sia la dichiarazione del Ministro dello sviluppo economico Guidi, la quale ha affermato, in termini a suo giudizio inaccettabili, che le imprese private sono libere di fare quello che vogliono.

5-02591 Busin: Revisione della disciplina che prevede il versamento su conto corrente dedicato dei corrispettivi per il trasferimento della proprietà o di altro diritto reale su immobili.

  Filippo BUSIN (LNA) rinuncia ad illustrare la propria interrogazione.

  Il sottosegretario Enrico ZANETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Pag. 131

  Filippo BUSIN (LNA), replicando, prende atto della volontà del Governo di non modificare la norma, introdotta dalla legge di stabilità 2014, che prevede l'obbligo di versare su conto corrente dedicato i corrispettivi relativi al trasferimento della proprietà o altro diritto reale su immobili, dichiarandosi pertanto insoddisfatto della risposta.

5-02638 Sottanelli: Rinvio al 30 settembre del termine per la trasmissione in via telematica all'Agenzia delle entrate del modello 770 da parte dei sostituti di imposta.

  Gianfranco LIBRANDI (SCpI) rinuncia ad illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.

  Il sottosegretario Enrico ZANETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Gianfranco LIBRANDI (SCpI) replicando, si dichiara soddisfatto della risposta, auspicando che si possa giungere in tempi brevi a una soluzione positiva della problematica evidenziata dall'atto di sindacato ispettivo e riservandosi comunque di riproporre ulteriormente la questione.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  Francesco RIBAUDO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede di inserire quanto prima all'ordine del giorno della Commissione la propria risoluzione n. 7-00282, relativa all'applicazione della norma, introdotta dalla legge di stabilità 2014, la quale prevede, con riferimento ai modelli 730, che l'Agenzia delle entrate effettui controlli preventivi sulla spettanza delle detrazioni per carichi di famiglia in caso di rimborsi complessivamente superiori a 4.000 euro.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, assicura che la risoluzione segnalata dal deputato Ribaudo sarà prossimamente inserita all'ordine del giorno della Commissione, sulla base delle decisioni che saranno assunte in merito dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta termina alle 11.45.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 16 aprile 2014. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.

  La seduta comincia alle 11.45.

Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero, nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale.
C. 2247 Causi, C. 2248 Capezzone.

(Seguito dell'esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 1o aprile scorso.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, facendo seguito a quanto già convenuto in seno all'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione di ieri, propone di costituire un Comitato ristretto per la definizione del testo base, ai fini dell'esame in sede referente delle proposte di legge C. 2247 Causi ed altri e C. 2248 Capezzone, recanti disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero, nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale.

  La Commissione approva la proposta di costituire il Comitato ristretto.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, invita i gruppi a designare i componenti del Comitato ristretto, che ritiene potrà essere convocato nel corso della prossima settimana.

Pag. 132

  Marco CAUSI (PD) sottolinea l'esigenza che nella prossima settimana sia dedicato un adeguato spazio ai lavori del Comitato ristretto, preferibilmente nella giornata di giovedì 24 aprile.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta da convocare nella prossima settimana, avvertendo quindi che, alla luce delle decisioni assunte dalla Commissione nella seduta odierna, la seduta in sede referente per l'esame del provvedimento prevista per domani non avrà luogo.

  La seduta termina alle 11.50.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 16 aprile 2014. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.

  La seduta comincia alle 11.50.

7-00287 Pagano: Estensione delle norme in materia di riscossione coattiva di cui al decreto-legge n. 69 del 2013 alle iscrizioni a ruolo effettuate prima dell'entrata in vigore del medesimo decreto-legge.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Alessandro PAGANO (NCD) illustra la propria risoluzione, la quale affronta la questione dell'estensione dell'applicabilità delle norme contenute nel decreto-legge n. 69 del 2013 (cosiddetto «decreto-legge del fare»), le quali hanno apportato numerose modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973, relativamente alla disciplina della riscossione coattiva dei debiti tributari mediante ruolo.
  In tale contesto evidenzia come il predetto decreto-legge abbia introdotto, in particolare con l'articolo 52, una serie di disposizioni a favore del contribuente, modificando la normativa sulla ripartizione del pagamento delle somme iscritte a ruolo e sulle cause di decadenza dal beneficio della rateazione, e aumentando nel contempo il numero massimo di rate da 72 a 120.
  Ricorda, inoltre, come sia stata introdotta l'inespropriabilità della prima casa, e sia stato innalzato da 20.000 a 120.000 euro il limite minimo di ammontare del credito tributario complessivo a partire dal quale si può procedere ad espropriazione forzata per gli immobili che non costituiscano l'unica casa di proprietà dove il contribuente risiede o per le abitazioni di lusso.
  Sottolinea inoltre come ulteriori modifiche siano state apportate in materia di pignoramento dei beni strumentali e di limiti alla pignorabilità delle somme dovute a titolo di emolumenti.
  Al riguardo, ricorda che Equitalia, al fine di raccordare la nuova normativa introdotta dal citato decreto-legge n. 69 del 2013 con quella previgente, con nota del 1o luglio 2013 ha fornito talune indicazioni in merito al regime applicabile alle situazioni pendenti alla data di entrata in vigore del decreto-legge stesso, mostrando un certo favore nei confronti del contribuente.
  Fa presente come in tale nota, tuttavia, non sia stata risolta la questione relativa alle iscrizioni ipotecarie su beni immobili effettuate prima dell'entrata in vigore del decreto-legge e alle espropriazioni immobiliari relative a crediti tributari di importo inferiore a 120.000 euro, sottolineando come tale vuoto normativo, ove non fosse risolto, determinerebbe una disparità di trattamento in danno di quei contribuenti che hanno subito tale iscrizione in ruolo prima dell'entrata in vigore delle disposizioni in esame.
  Ritiene quindi urgente che il legislatore preveda la cancellazione d'ufficio delle iscrizioni ipotecarie nei casi in cui l'iscrizione a ruolo sia avvenuta prima dell'entrata in vigore del 69 del 2013, anche al fine di evitare che gli effetti pregiudizievoli dell'iscrizione di ipoteca su tali immobili Pag. 133comporti conseguenze deleterie anche rispetto alla possibilità dei proprietari di accedere al credito.
  In tale ambito la risoluzione intende impegnare il Governo ad assumere le iniziative necessarie per estendere l'applicazione delle nuove norme in materia di riscossione coattiva contenute nel decreto-legge n. 69 del 2013 anche alle iscrizioni a ruolo effettuate precedentemente all'entrata in vigore del decreto-legge stesso, in particolare per quanto riguarda i limiti all'iscrizione di ipoteca su immobili e all'espropriazione immobiliare.
  Evidenzia quindi come nella sua risoluzione non siano contenute indicazioni circa il limite temporale fino a cui estendere l'applicazione di tali misure, al fine di evitare elementi di criticità sotto il profilo della diminuzione delle entrate tributarie, ritenendo che tale aspetto possa essere definito nel corso della discussione che si svolgerà in merito in Commissione.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.

Pag. 134