CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 aprile 2014
215.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 34

SEDE REFERENTE

  Giovedì 10 aprile 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luigi Bobba.

  La seduta comincia alle 12.40.

Sui lavori della Commissione.

  Antonio BOCCUZZI (PD) prende atto del fatto che in ragione dell'apposizione della questione di fiducia da parte del Governo sul decreto-legge n. 16 del 2014, non è possibile svolgere nell'odierna seduta le interrogazioni sulla chiusura dello stabilimento di Collegno del gruppo Agrati. Osserva, tuttavia, che qualora si rinviasse eccessivamente la risposta agli atti di sindacato ispettivo, questa potrebbe risultare tardiva, in quanto la chiusura dello stabilimento è prevista per i prossimi giorni. Chiede, dunque, di calendarizzare quanto prima lo svolgimento delle interrogazioni, al fine di sollecitare un intervento tempestivo del Governo.

  Davide TRIPIEDI (M5S) si associa alla richiesta testé formulata dal deputato Boccuzzi.

  Cesare DAMIANO, presidente, giudicando condivisibili le osservazioni svolte, fa presente che lo svolgimento delle interrogazioni in questione sarà previsto per la giornata di mercoledì 16 aprile 2014.

DL 34/2014: Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
C. 2208 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 9 aprile 2014.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che nella seduta di oggi è prevista la conclusione dell'esame preliminare del provvedimento.

  Simone BALDELLI (FI-PdL), dichiara di non aver alcuna pregiudiziale contrarietà Pag. 35rispetto al testo in esame, nella consapevolezza che la flessibilità abbia rappresentato e rappresenti tuttora un elemento importante sul quale fare leva al fine di avviare un processo virtuoso per favorire l'occupazione. Ritiene, in ogni caso, che non possano essere interventi di carattere ordinamentale a creare lavoro, dal momento che qualsiasi incremento occupazionale non può prescindere da una ripresa della crescita e dello sviluppo. Sul merito del provvedimento in esame, rileva l'esigenza di migliorare taluni aspetti del decreto, preannunciando l'intenzione di presentare proposte emendative riguardanti due questioni specifiche relative rispettivamente all'apprendistato e alla formazione. Si tratta, in un caso, di estendere l'apprendistato anche a quei lavoratori che superano i limiti anagrafici attualmente previsti, purché iscritti nelle liste di mobilità, nell'altro, di introdurre una disposizione che garantisca maggiore trasparenza nella gestione dei fondi interprofessionali da parte degli enti bilaterali, affinché venga garantito un controllo sulla effettiva finalizzazione delle risorse gestite ad attività formative.

  Chiara GRIBAUDO (PD) ritiene assolutamente condivisibile l'impostazione generale che ha portato il Governo in carica ad iniziare dal lavoro la sua azione di riforma, osservando tuttavia che alcuni obiettivi che dovrebbero essere comuni rischiano di non essere conseguiti o, addirittura, di allontanarsi. Anche alla luce di quanto emerso nel corso delle audizioni, formula, quindi, alcune critiche puntuali e alcune proposte di modifica al testo in discussione, con l'intenzione di una piena collaborazione nel segno di un suo miglioramento e di un più efficace conseguimento degli obiettivi che esso si prefigge.
  Su un piano generale, osserva che alcuni elementi del testo del decreto potrebbero portare ad un incremento del tasso di precarietà, già molto elevato nel nostro Paese ed ulteriormente incrementatosi per effetto della crisi. Sempre sul piano generale, segnala come sia inconsueta la scelta di suddividere gli interventi sul lavoro in una pluralità di strumenti legislativi, ritenendo che si tratti di una scelta pericolosa nella misura in cui, come segnalato anche da alcuni degli auditi, può dar luogo a incoerenze legislative e tecniche. Sempre su questo punto, è sua opinione che il disegno di legge delega presentato al Senato sia lo strumento tecnicamente più idoneo a trattare nella sua interezza il tema dei contratti, non sacrificando, se non addirittura dimenticando, la necessità di un coordinamento interno fra tutti gli istituti secondo un ordine di «preferenza» e, di conseguenza, secondo una diversa convenienza per imprese e lavoratori, che deve portare a dire su quale contratto si punta come via di inserimento principale. Ricordato che il Presidente del Consiglio aveva inizialmente dato un'indicazione parlando del contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele progressive, ritiene sia necessario ripartire da lì, proprio alla luce del tasso di precarietà cui ha fatto riferimento.
  Osserva che l'ISFOL nelle proprie analisi ha avuto modo di rilevare come il contratto a tempo determinato sia la tipologia più permeabile alle prospettive determinate dalle condizioni economiche generali: dopo gli ultimi lunghi anni di crisi, essendo il primo strumento ad essere attivato ma anche ad essere abbandonato, ciò ha determinato una frammentazione occupazionale che il provvedimento rischia di accentuare con l'eccessivo numero di proroghe e con l'estensione del principio di acausalità. Per questi motivi, ritiene, anzitutto, necessaria una riduzione del numero delle proroghe, che, a suo avviso, dovrebbero essere quattro e, comunque, assolutamente non più di cinque. Coerentemente con l'intenzione di ridurre la componente di precarietà e di individuare con più chiarezza l'obiettivo della stabilizzazione, ritiene che vada rafforzato il diritto di precedenza nelle assunzioni, reintroducendolo anche per il contratto a tempo determinato: ritiene, infatti, che richiedere una più forte convergenza fra Pag. 36lavoratore ed azienda crei una dinamica virtuosa, positiva per entrambe le parti, nel medio-lungo periodo.
  A suo giudizio, questa convenienza reciproca sussiste, in maggior misura, anche nel rapporto di apprendistato, proprio in virtù delle caratteristiche proprie di questo istituto: l'elemento caratterizzante della formazione affiancata al lavoro, a patto che sia certificata, o certificabile, e di qualità, può essere, a suo avviso, lo strumento con cui creare nei fatti una convenienza reciproca alla costituzione di un rapporto di lavoro stabile e un incentivo alla produzione di qualità. Per questo ritiene vada ripristinata la certificazione pubblica e la forma scritta del piano formativo individuale, che – come notato anche dall'ISFOL – costituisce una garanzia non solo dei diritti del lavoratore ma anche del diritto del datore a veder certificato l'adempimento dei propri doveri. Il ripristino della componente formativa pubblica, a suo avviso, va anche nel senso di evitare possibili infrazioni alla normativa dell'Unione europea, così come interpretata dalla Corte di giustizia dell'Unione europea.
  Da ultimo, proprio in virtù della difformità rispetto al contesto legislativo precedente, sottolinea con forza la necessità di una valutazione degli effetti delle misure del decreto, che potrà essere considerata già nell'ambito del lavoro del Governo sulla legge delega. A questo proposito, sottolinea la necessità di tempi ravvicinati per il completamento dell’iter di tale ultimo disegno di legge, per colmare almeno in parte il problema delle discrasie esistenti rispetto al decreto-legge.
  In conclusione, richiama il Governo ad un maggiore sforzo per la promozione del lavoro di qualità e per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, secondo una più chiara differenziazione delle tipologie contrattuali che riprenda il buon principio secondo cui «la flessibilità si paga e la stabilizzazione deve essere adeguatamente incentivata», nella consapevolezza che il rischio di precarietà e di frammentazione cresce con il peggiorare delle prospettive economiche. Ribadisce, da ultimo, che ci si deve muovere nella direzione di una forte inversione di tendenza economica, di uno «shock», che nelle misure in esame non è, né forse potrebbe essere, compreso. Ritiene, infatti, che, come ammesso dallo stesso Ministro Poletti, il lavoro non si crea con il mutamento delle regole sul lavoro ed auspica, pertanto, l'assunzione di comportamenti conseguenti.

  Il sottosegretario Luigi BOBBA, osserva che la discussione generale ha offerto molti spunti interessanti, dei quali il Governo terrà conto anche in sede di valutazione delle proposte emendative, in vista di possibili miglioramenti da apportare al testo.

  Carlo DELL'ARINGA (PD), relatore, intervenendo in sede di replica, osserva che nel dibattito generale svolto sono state poste molte questioni di carattere sistematico, non sempre peraltro con accenti convergenti. Per altro verso, sono state evidenziate talune criticità tecniche del testo, a fronte delle quali è stata indicata l'esigenza di intervenire in vista di una migliore efficacia del provvedimento. Auspica, pertanto, che gli emendamenti che i gruppi presenteranno tendano ad avvicinare le posizioni in campo, definendo le questioni più generali in un quadro più organico nel quale sia possibile farle coesistere. Parimenti, ritiene che in sede di esame degli emendamenti possano senz'altro essere affrontati gli elementi di criticità e gli affinamenti tecnici ai quali si è più fatto riferimento nel dibattito. Si augura, in conclusione, che vi sia un confronto serio sul merito del decreto in esame, che sia orientato a migliorare gli interventi previsti dal provvedimento.

  Marco BALDASSARRE (M5S), intervenendo sui lavori della Commissione, chiede alla presidenza se vi sia realmente la possibilità di incidere sul provvedimento attraverso gli emendamenti o se vi sia il rischio che il loro esame si risolva in un nulla di fatto, come sembrerebbe far pensare la posizione di chiusura rispetto ad eventuali modifiche che, secondo indiscrezioni, Pag. 37il Ministro del lavoro e delle politiche sociali avrebbe assunto nei confronti dello stesso Partito democratico.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che le ipotesi di modifica al testo potranno essere valutate nei prossimi giorni, quando saranno poste in votazione le proposte emendative presentate. Nel segnalare che il Governo potrà esprimere in quella sede la propria valutazione, ritiene che l'Esecutivo non si sia dichiarato pregiudizialmente ostile a ipotesi di modifica, pur manifestando l'intendimento di confermare l'impianto complessivo del provvedimento in esame.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.10.

COMITATO RISTRETTO

  Giovedì 10 aprile 2014.

Disposizioni in materia di ricongiunzione pensionistica.
C. 225 Fedriga e C. 929 Gnecchi.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.10 alle 13.20.