CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 aprile 2014
210.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
Pag. 15

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 2 aprile 2014. — Presidenza del presidente della VI Commissione Daniele CAPEZZONE, indi del presidente della V Commissione Francesco BOCCIA. – Intervengono il viceministro dell'economia e delle finanze Luigi Casero e i Sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta e Giovanni Legnini.

  La seduta comincia alle 12.40.

DL 16/2014: Disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche.
C. 2162 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 1o aprile scorso.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che l'esame del provvedimento riprenderà dalle proposte emendative riferite all'articolo 7.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 7.1, Guidesi 7.2, Busin 7.3, parere favorevole sull'emendamento Taglialatela 7.4, mentre chiede il ritiro, per ragioni di copertura finanziaria, dell'emendamento Marchi 7.5. Esprime parere contrario sugli emendamenti Censore 7.6, Ruocco 7.7, Busin 7.9, e sugli articoli aggiuntivi Ruocco 7.01 e Palese 7.02.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Borghesi 7.1, Guidesi 7.2 e Busin 7.3, e approvano l'emendamento Taglialatela 7.4 (vedi allegato).

  Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato gli emendamenti Marchi 7.5 e Censore 7.6.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Ruocco 7.7 e Pag. 16Busin 7.9, nonché gli articoli aggiuntivi Ruocco 7.01 e Palese 7.02.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 8.1, 8.2 e 8.3, nonché sugli articoli aggiuntivi Lavagno 8.01 e Palese 8.02.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi 8.1, 8.2 e 8.3, nonché gli articoli aggiuntivi Lavagno 8.01 e Palese 8.02.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 9.1, Borghesi 9.2, Guidesi 9.3, Busin 9.4, Guidesi 9.5, 9.7 e 9.6, nonché Fabbri 9.8.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi 9.1, Borghesi 9.2, Guidesi 9.3, Busin 9.4, Guidesi 9.5, 9.7 e 9.6.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che l'emendamento Fabbri 9.8 è stato ritirato dai presentatori.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, propone di accantonare l'emendamento De Menech 10.1.

  Francesco BOCCIA, presidente, accantona l'emendamento De Menech 10.1.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sull'emendamento Cariello 11.1, parere favorevole sull'emendamento Taglialatela 11.2, e parere contrario sugli emendamenti Ruocco 11.4 e Caso 11.3.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Cariello 11.1, approvano l'emendamento Taglialatela 11.2 e respingono gli emendamenti Ruocco 11.4 e Caso 11.3.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, invita al ritiro dell'emendamento Guerra 12.1, mentre esprime parere favorevole sugli identici Guerra 12.2 e Censore 12.3. Invita inoltre al ritiro dell'emendamento Censore 12.4, il quale risulterebbe assorbito dall'approvazione degli identici emendamenti Guerra 12.2 e Censore 12.3. Propone quindi l'accantonamento dell'emendamento Arlotti 12.5.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che l'emendamento Guerra 12.1 è stato ritirato dai presentatori e accantona l'emendamento Arlotti 12.5.

  Le Commissioni approvano gli identici emendamenti Guerra 12.2 e Censore 12.3, risultando pertanto assorbito l'emendamento Censore 12.4.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Busin 13.1, 13.2, 13.3, 13.4, 13.5 e 13.6.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Busin 13.1, 13.2, 13.3, 13.4, 13.5 e 13.6.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 14.1, Borghesi 14.3, 14.2 e 14.4, nonché Guidesi 14.5, Pag. 17Borghesi 14.7, Busin 14.8 e 14.6, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Guidesi 14.9.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi 14.1, Borghesi 14.3, 14.2 e 14.4, Guidesi 14.5, Borghesi 14.7, Busin 14.8 e 14.6. Approvano quindi l'emendamento Guidesi 14.9.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, propone di accantonare l'emendamento Carella 15.1.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA concorda con il relatore.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, accantona l'emendamento Carella 15.1.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Busin 16.1, Argentin 16.2, Borghesi 16.3, Busin 16.4, Borghesi 16.5 e 16.6.
  Esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Causi 16.7 e Piazzoni 16.8 nonché sull'emendamento Caso 16.9, rilevando come l'emendamento Caso 16.16 risulterebbe assorbito dall'approvazione dell'emendamento Caso 16.9. Esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 16.10 e Busin 16.11, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Guidesi 16.12, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  «Al comma 1 dopo le parole: negli anni precedenti inserire le seguenti: anche con riferimento alle società controllate e partecipate da Roma Capitale».

  Esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 16.13, 16.14 e 16.15, e invita al ritiro dell'emendamento Sammarco 16.17.
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Daga 16.18, Busin 16.19 e 16.20, Guidesi 16.21, Busin 16.22, 16.23, 16.24, 16.25 e 16.26, nonché sugli emendamenti Ruocco 16.27, Borghesi 16.28, Guidesi 16.29, Busin 16.30, 16.31, 16.32, 16.33.
  Invita al ritiro dell'emendamento Busin 16.34, esprime parere favorevole sull'emendamento Guidesi 16.35, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  «Al comma 2 dopo la lettera a) inserire la seguente:
   a-bis) operare la ricognizione di tutte le società controllate e partecipate da Roma Capitale, evidenziando il numero dei consiglieri e degli amministratori, nonché le somme complessivamente erogate a ciascuno di essi.».

  Esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 16.36, 16.37, 16.38, 16.39, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Guidesi 16.40, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  «Al comma 2 dopo la lettera a) aggiungere la seguente:
   a-bis) avviare un piano rafforzato di lotta all'evasione tributaria e tariffaria;».

  Esprime parere contrario sugli emendamenti Daga 16.41, Ruocco 16.42, Guidesi 16.43, Borghesi 16.44, Guidesi 16.45, Busin 16.46. Propone l'accantonamento degli emendamenti Sammarco 16.47 e Currò 16.48.
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Fedriga 16.49, Daga 16.50, 16.51 e 16.52, Marroni 16.53 e 16.54, sugli identici Piazzoni 16.55 e Ruocco 16.56, sugli emendamenti Borghesi 16.57 e Daga 16.58. Invita al ritiro dell'emendamento Sammarco 16.59, mentre esprime parere contrario sugli identici emendamenti Ruocco 16.60 e Marrroni 16.61. Invita al ritiro degli emendamenti Mazziotti Di Celso 16.62 e Sammarco 16.63, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 16.64.Pag. 18
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Busin 16.66, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  «Al comma 2, lettera e) dopo le parole: in liquidazione inserire le seguenti: entro 180 giorni dalla data di adozione del piano triennale di cui al comma 2.».

  Esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 16.65, Guidesi 16.67, Marco Di Stefano 16.68, Ruocco 16.69, Daga 16.70 e 16.71 nonché Guidesi 16.72.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Sammarco 16.73, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini:
  «Al comma 2 dopo la lettera e) inserire la seguente:
   e-bis) responsabilizzare i dirigenti delle società partecipate, legando le indennità di risultato a specifici obiettivi di bilancio;».

  Invita al ritiro degli emendamenti Mazziotti Di Celso 16.74 e Sammarco 16.75, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Daga 16.76 e 16.77 nonché Ruocco 16.78.
  Propone l'accantonamento dell'emendamento Marco Di Stefano 16.79 e invita al ritiro dell'emendamento Guidesi 16.80. Esprime inoltre parere contrario sull'emendamento Daga 16.81, sugli identici Currò 16.82 e Guidesi 16.83, nonché sugli emendamenti Caso 16.84, Guidesi 16.85 e 16.86, Borghesi 16.87 e Caso 16.88.
  Propone l'accantonamento dell'emendamento Causi 16.89, in vista di una sua riformulazione. Esprime parere contrario sull'emendamento Taglialatela 16.90, e propone l'accantonamento degli emendamenti Busin 16.91, Guidesi 16.94, Borghesi 16.92, Daga 16.93 e Marco Di Stefano 16.95. Esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 16.96, Villarosa 16.97, Borghesi 16.98, Guidesi 16.99, Busin 16.102, Guidesi 16.100 e 16.101, Borghesi 16.103, Guidesi 16.104, 16.105, 16.106 e 16.107. Propone l'accantonamento degli identici Causi 16.108 e Zaratti 16.109 nonché dell'emendamento Causi 16.112, ai fini della loro riformulazione.
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 16.113, Borghesi 16.110, Guidesi 16.115, Ruocco 16.111 ed invita al ritiro dell'emendamento Sammarco 16.114, nonché dell'articolo aggiuntivo Palese 16.01.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che le proposte emendative sulle quali il relatore e il rappresentante del Governo hanno proposto l'accantonamento, si intendono accantonate.

  Filippo BUSIN (LNA), in relazione al suo emendamento 16.1, interamente soppressivo dell'articolo 16, sottolinea come il suo gruppo contesti la natura stessa dell'intervento normativo sulla situazione finanziaria di Roma Capitale, rispetto alla quale ritiene che il Governo abbia adottato un'impostazione sbagliata, operando uno spostamento di partite debitorie e creditorie tra i bilanci di Roma Capitale e la gestione commissariale senza imporre al Comune di Roma dei vincoli affinché assuma interventi drastici a fini di risanamento finanziario. Ritiene che altre amministrazioni locali abbiano dato l'esempio in questo senso, ricordando come il Comune di Alessandria, avendo preso coscienza del proprio stato di dissesto finanziario, ha assunto decisioni importanti al fine di affrontare adeguatamente la propria situazione debitoria. Evidenzia quindi come la questione andrebbe affrontata attraverso misure di tutt'altra natura.

  Marco CAUSI (PD) ricorda che nel 2008 non è stato dichiarato il dissesto del Comune di Roma, non essendoci né i termini giuridici né contabili perché ciò avvenisse. Sottolinea come in tale occasione il Governo approvò con una norma di rango legislativo il piano di rientro del comune di Roma attraverso una procedura del tutto anomala, che rende oggi necessario intervenire nuovamente con una norma di legge.

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  Le Commissioni respingono l'emendamento Busin 16.1.

   Francesco BOCCIA, presidente, avverte che gli emendamenti Argentin 16.2 e Sammarco 16.17 sono stati ritirati dai presentatori.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Borghesi 16.3, Busin 16.4, Borghesi 16.5 e 16.6, approvano gli identici emendamenti Causi 16.7 e Piazzoni 16.8, nonché l'emendamento Caso 16.9, risultando pertanto assorbito l'emendamento Caso 16.16. Respingono quindi gli emendamenti Borghesi 16.10 e Busin 16.11.

  Guido GUIDESI (LNA) accoglie la proposta di riformulazione del proprio emendamento 16.12.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento Guidesi 16.12, come riformulato, e respingono gli emendamenti Guidesi 16.13, 16.14 e 16.15, nonché l'emendamento Daga 16.18.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra il proprio emendamento 16.19, il quale intende rendere più stringenti i vincoli nei confronti di Roma Capitale, prevedendo che l'obbligo di trasmissione del piano per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio di bilancio abbia scadenza biennale anziché triennale. Evidenzia comunque come permanga la generale contestazione del suo gruppo rispetto alla ratio complessiva del piano, che ritiene inadeguato e inappropriato rispetto alla situazione finanziaria di Roma Capitale.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Busin 16.19 e 16.20.

  Guido GUIDESI (LNA) illustra il proprio emendamento 16.21, il quale è volto a esplicitare che il piano di rientro che Roma Capitale dovrà adottare deve essere finalizzato all'abbattimento dei costi e non al solo contenimento degli stessi, al fine di evitare che, anche a fronte dell'adozione del piano, la situazione finanziaria di Roma Capitale rimanga immutata.

  Generoso MELILLA (SEL), nel ricordare come per la fine di aprile sia programmata nella città di Roma la cerimonia di santificazione dei papi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, evento per il quale è prevista la partecipazione di oltre 3 milioni di persone, fa presente che la gestione di simili eventi di indubbio rilievo, anche internazionale, comporta significativi oneri a carico del comune ospitante, in relazione ad esempio all'esigenza di organizzare i servizi di trasporto pubblico locale e di smaltimento dei rifiuti. Rileva come tali costi, quantificabili per Roma Capitale nell'ordine di 7-800 milioni di euro all'anno, debbono pertanto essere necessariamente tenuti in considerazione in sede di predisposizione del piano di rientro di cui al comma 2 dell'articolo 16 del decreto-legge.

  Guido GUIDESI (LNA) sottolinea come l'organizzazione di un tale evento possa rappresentare per la città di Roma non solo un costo in termini gestionali ed organizzativi, ma anche una indubbia opportunità di rilancio economico, a causa dell'indotto connesso all'evento medesimo.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, fa presente come l'obiettivo del piano di rientro, previsto dal comma 2 dell'articolo 16, consista nel raggiungimento dell'equilibrio strutturale del bilancio di Roma Capitale, attraverso un'opera di contenimento dei costi e di valorizzazione degli attivi.

  Filippo BUSIN (LNA) osserva come per la prima volta un evento al quale parteciperanno oltre 3 milioni di persone viene considerato, paradossalmente, come un problema da gestire piuttosto che come una risorsa ed una opportunità.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi 16.21, Busin 16.22, 16.23, 16.24, 16.25 e 16.26, Pag. 20Ruocco 16.27, Borghesi 16.28 e Guidesi 16.29.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra il proprio emendamento 16.30, volto a ridurre di almeno il 50 per cento il numero dei consiglieri e degli amministratori delle società controllate, anche di secondo o di ulteriore livello. In proposito, ricorda come il sindaco di Roma, Ignazio Marino, nel corso della sua audizione alla Camera dinanzi alle Commissioni riunite V e VI nell'ambito dell'istruttoria legislativa sul provvedimento in esame, abbia fornito dati sconcertanti con riferimento all'impiego di personale da parte delle società partecipate dal comune, in particolare da parte dell'AMA e dell'ATAC, a suo giudizio riconducibili ad una cattiva gestione della città nel corso degli ultimi decenni.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Busin 16.30, 16.31 e 16.32.

  Generoso MELILLA (SEL) preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Busin 16.33, poiché ritiene del tutto condivisibile l'intento di prevedere l'adeguato coinvolgimento, in termini economici, dei consiglieri e degli amministratori delle società controllate al risanamento dei debiti di Roma Capitale.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Busin 16.33 e 16.34.

  Giovanni PAGLIA (SEL) condivide la proposta di riformulazione dell'emendamento 16.35, sul quale preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo, chiedendosi tuttavia se la previsione, così come riformulata, non risulti già contemplata dalla normativa vigente.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, precisa che in base alla riformulazione proposta dell'emendamento 16.35, le misure previste dall'emendamento stesso faranno parte integrante del piano di rientro di cui all'articolo 16, comma 2.

  Guido GUIDESI (LNA) accoglie la proposta di riformulazione del proprio emendamento 16.35.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento Guidesi 16.35, come riformulato, respingono quindi gli emendamenti Guidesi 16.36, 16.37 e 16.38.

  Guido GUIDESI (LNA) illustra il proprio emendamento 16.39, segnalando la necessità che il piano di rientro di cui all'articolo 16, comma 2, contenga al proprio interno anche la ricognizione delle opere pubbliche avviate da tempo e non ancora concluse, quali ad esempio i lavori per l'ampliamento della rete metropolitana di Roma, al fine anche di accertare l'esistenza di eventuali responsabilità in materia.

  Le Commissioni, respingono l'emendamento Guidesi 16.39.

  Guido GUIDESI (LNA), pur ritenendo preferibile specificare quanto più possibile i contenuti del piano di rientro, accoglie tuttavia la proposta di riformulazione del proprio emendamento 16.40. Rileva, inoltre, come il caso giudiziario che ha coinvolto l'azienda di trasporto pubblico del comune di Roma abbia destato viva indignazione.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Guidesi 16.40, come riformulato (vedi allegato).

  Federica DAGA (M5S), nel rilevare come il suo emendamento 16.41 sia finalizzato a rispettare la volontà espressa da oltre un milione di cittadini con il referendum del 2011 sulla gestione del servizio idrico, sottolinea come esso proponga la trasformazione in azienda speciale di diritto pubblico dell'ACEA, in modo da renderne maggiormente controllabile l'operato.

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  Giovanni PAGLIA (SEL) preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Daga 16.41, di cui condivide la finalità. Rileva tuttavia come la norma non appaia correttamente formulata dal punto di vista tecnico, dal momento che, a suo giudizio, sarà tutt'al più possibile procedere ad uno scorporo dall'ACEA delle attività relative al servizio idrico.

  Maino MARCHI (PD) ritiene che la questione posta dall'emendamento 16.41 sia rilevante, ma debba essere affrontata in relazione non alla situazione di singole realtà comunali, bensì nel quadro di norme di carattere generale, in grado di delineare una soluzione omogenea a livello nazionale all'esito del referendum del 2011.

  Giovanni PAGLIA (SEL) rileva come il decreto-legge già rechi disposizioni concernenti specifiche realtà locali e come, pertanto, ulteriori misure di tale natura potrebbero ben essere ritenute conformi allo spirito dello stesso decreto-legge.

  Marco CAUSI (PD) ricorda come la vicenda cui ha fatto testé riferimento il deputato Guidesi, relativa ad una truffa ai danni dell'ATAC, sia emersa a seguito di una inchiesta interna disposta dalla stessa società ed abbia già avuto un primo esito nel rinvio a giudizio di taluni dipendenti della predetta società e di taluni rivenditori dei biglietti stessi. Precisa che l'importo dei biglietti falsificati ammonterebbe a circa 400.000 euro, pari a meno dell'1 per cento del valore dei biglietti complessivamente erogati, ben inferiore alle cifre fantasiose apparse sulla stampa nei giorni passati. Con riferimento alle questioni oggetto dell'emendamento Daga 16.41, fa presente che a seguito del referendum del 2011 i comuni dispongono di piena libertà quanto alle modalità di affidamento del servizio idrico, che può avvenire tramite indizione di gara, costituzione di una società mista o affidamento in house. Chiede inoltre ai firmatari dell'emendamento Daga 16.41 dove intendano reperire i circa 600 milioni di euro necessari ad assicurare la copertura finanziaria delle misure prospettate.

  Tommaso CURRÒ (M5S) sottolinea la ratio dell'emendamento Daga 16.41, volto essenzialmente a garantire il rispetto dell'esito del referendum svoltosi nel 2011, il cui esito plebiscitario è stato nel senso di prevedere una gestione pubblica del servizio idrico. Segnala altresì come, contenendo già il provvedimento in esame disposizioni derogatorie in favore del comune di Roma, l'emendamento Daga 16.41 sembra naturalmente orientarsi in tale direzione.

  Luigi GALLO (M5S) ricorda al deputato Causi come uno dei quesiti referendari del 2011 fosse volto all'eliminazione dei profitti conseguenti alla gestione del servizio idrico. Rileva quindi come, non essendo a tali condizioni alcuna impresa disponibile a effettuare investimenti nel settore, si stiano escogitando escamotage per occultare i predetti profitti sotto una diversa forma.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Daga 16.41.

  Carla RUOCCO (M5S) illustra il proprio emendamento 16.42, il quale intende chiarire che i servizi pubblici locali devono essere forniti applicando il costo standard minore che si registra nei grandi comuni italiani, al fine di eliminare ogni ipocrisia nell'attuale formulazione del comma 2 dell'articolo 16.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Ruocco 16.42, Guidesi 16.43, Borghesi 16.44, Guidesi 16.45, Busin 16.46, Fedriga 16.49 e Daga 16.50.

  Federica DAGA (M5S) illustra il proprio emendamento 16.51, il quale è volto a considerare prioritariamente, nell'ambito della ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate, di cui all'articolo 16, comma 2, lettera c), la posizioni dei manager, procedendo al contempo Pag. 22alla drastica riduzione del ricorso alle consulenze esterne. Evidenzia, infatti, come il testo del decreto-legge consenta, in via indiretta, la possibilità di procedere al licenziamento dei dipendenti delle società partecipate dal comune di Roma e come sia dunque del tutto conseguente prevedere anche l'eliminazione del ricorso a consulenti esterni. Nel richiamare l'azione svolta dal comune di Parigi che, in virtù della ripubblicizzazione del servizio idrico e del taglio delle consulenze esterne, ha realizzato una significativa riduzione delle tariffe a carico degli utenti, introducendo un modello che potrebbe essere ripreso anche dalle città italiane.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Daga 16.51 e 16.52.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato gli emendamenti Marroni 16.53 e 16.54.

  Giovanni PAGLIA (SEL), nell'illustrare l'emendamento Piazzoni 16.55, di cui è cofirmatario, evidenzia come lo stesso vada nella medesima direzione auspicata dal deputato Marchi, ossia nel senso di evitare l'adozione di soluzioni di carattere specifico per la sola città di Roma. Sebbene condivida la necessità per Roma Capitale di procedere all'adozione di modelli innovativi per la gestione dei servizi pubblici locali, ritiene che debba essere soppresso l'esplicito riferimento al ricorso a forme di liberalizzazione, contenuto nella lettera d) del comma 2 dell'articolo 16, che a suo avviso non sarebbero comunque in grado di determinare effetti positivi per la collettività ma che corrispondono solo ad un'impostazione di sapore squisitamente ideologico.

  Vincenzo CASO (M5S) sottolinea l'importanza della finalità sottesa agli identici emendamenti Piazzoni 16.55 e Ruocco 16.56, i quali, eliminando il ricorso alla liberalizzazione ai fini dell'adozione dei modelli per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e di spazzamento delle strade, vanno nella direzione di rispettare l'esito della consultazione referendaria svoltasi nel 2011, che ha dato una chiara indicazione in favore delle modalità pubblicistiche di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.

  Marco CAUSI (PD), nel ritenere non corretta l'interpretazione appena esposta dal deputato Caso sul contenuto della predetta consultazione referendaria, segnala come tale esito non abbia comportato, per le pubbliche amministrazioni, alcun obbligo di prevedere forme pubblicistiche di gestione dei servizi pubblici locali, bensì la possibilità di scegliere tra diverse modalità alternative, quali il ricorso a società in house, a società a partecipazione mista, oppure a procedure ad evidenza pubblica, rimettendo la scelta alla piena autonomia dell'ente pubblico interessato.

  Giovanni PAGLIA (SEL) rileva come, contrariamente a quanto asserito dal deputato Causi, le misure prospettate dal decreto-legge appaiano orientate prevalentemente al ricorso alle liberalizzazioni e alle privatizzazioni.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Piazzoni 16.55 e Ruocco 16.56, nonché l'emendamento Borghesi 16.57.

  Federica DAGA (M5S) manifesta perplessità sulle considerazioni del deputato Causi, rilevando come l'esito della consultazione referendaria abbia dimostrato in maniera inequivocabile una chiara preferenza dei cittadini per la gestione pubblica dei servizi pubblici locali. Illustra, quindi, il proprio emendamento 16.58, il quale, eliminando il ricorso alla liberalizzazione ai fini dell'adozione dei modelli per la gestione di servizi pubblici locali, prevede che vengano avviate misure di raccolta differenziata porta a porta e di riciclo, allo scopo di ridurre gli attuali costi di gestione e smaltimento dei rifiuti. Sottolinea come la previsione di misure di raccolta differenziata Pag. 23dei rifiuti rappresenti un'emergenza ormai indifferibile e in linea con quanto più volte richiesto dallo stesso Prefetto Pecoraro per la gestione dei rifiuti stessi nella città di Roma, dove la raccolta differenziata è ancora molto in ritardo ed ha da anni carattere solo sperimentale in alcuni quartieri.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Daga 16.58.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato gli emendamenti Sammarco 16.59 e Marroni 16.61.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ruocco 16.60.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) chiede chiarimenti in ordine all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal rappresentante del Governo sul suo emendamento 16.62, che, al fine di perseguire il riequilibrio finanziario di Roma Capitale, è volto a prevedere un serio processo di dismissione e messa in liquidazione delle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico, ma che svolgano altri tipi di attività. Nell'evidenziare come tale proposta emendativa non incida sull'esercizio delle funzioni pubbliche di Roma Capitale, ma abbia come finalità quella di realizzare effettivi risparmi di spesa, dichiara di non accedere all'invito al ritiro e chiede pertanto al relatore e al rappresentante del Governo di effettuare un'ulteriore riflessione sul tema.

  Marco CAUSI (PD), relativamente alle osservazioni del deputato Mazziotti Di Celso, segnala come, sul tema della dismissione e messa in liquidazione delle società pubbliche, la disposizione di cui al comma 2, lettera e), dell'articolo 16 del decreto-legge in titolo rappresenti la soluzione di mediazione emersa a seguito di un lungo dibattito politico svoltosi presso il Senato e, pertanto, ritiene opportuno non riaprire in questa sede i termini della questione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI), in risposta all'intervento del deputato Causi, nel ricordare come il dibattito presso il Senato abbia riguardato esclusivamente ACEA S.p.a., ossia una società che gestisce servizi pubblici, precisa che il suo emendamento 16.62 si rivolge esclusivamente alle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico, ma che svolgano altre attività.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Mazziotti Di Celso 16.62.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato l'emendamento Sammarco 16.63.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Borghesi 16.64.

  Filippo BUSIN (LNA) accoglie la proposta di riformulazione del suo emendamento 16.66.

  Giovanni PAGLIA (SEL) preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sull'emendamento Busin 16.66, come riformulato, in quanto, a suo avviso, la previsione di un termine tassativo di 180 giorni entro cui procedere alla dismissione o messa in liquidazione delle società partecipate potrebbe rappresentare un ostacolo al conseguimento della migliore offerta sul mercato e, di conseguenza, un impedimento al perseguimento dell'interesse pubblico.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, con riguardo ai rilievi svolti dal deputato Paglia sulla proposta di riformulazione dell'emendamento Busin 16.66, rileva come il richiamato termine di 180 giorni, avente natura meramente ordinatoria, rappresenti un segnale politico affinché vengano adottate, entro breve termine, le misure indicate nel piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale del bilancio di cui al comma 2 dell'articolo 16.

Pag. 24

  Giovanni PAGLIA (SEL), alla luce dei chiarimenti del relatore, chiede che l'emendamento Busin 16.66 venga nuovamente riformulato, esplicitando il carattere meramente ordinatorio del termine di 180 giorni in esso previsto.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, propone di accantonare l'emendamento Busin 16.66, ai fini di una più approfondita riflessione.

   Francesco BOCCIA, presidente, accantona l'emendamento Busin 16.66.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Borghesi 16.65 e Guidesi 16.67.

  Marco DI STEFANO (PD) chiede chiarimenti in ordine al parere contrario espresso dal relatore e dal rappresentante del Governo sul suo emendamento 16.68, il quale, allo scopo di perseguire il riequilibrio finanziario di Roma Capitale, prevede, tra le altre misure, l'aggregazione delle società partecipate per lo svolgimento di funzioni omogenee. Nel sottolineare l'importanza della finalità sottesa a tale proposta emendativa, chiede al relatore e al rappresentante del Governo di compiere una più approfondita riflessione sulla questione.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, in risposta alla richiesta di chiarimenti formulata dal deputato Marco Di Stefano, precisa che la valutazione di contrarietà sull'emendamento 16.68 non attiene al contenuto e alle finalità della proposta emendativa, a suo avviso condivisibili, ma al fatto che in sede di formulazione dei pareri si è voluto garantire il rispetto del principio di autonomia di Roma Capitale nel definire le specifiche azioni amministrative da adottare per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale del bilancio.

  Guido GUIDESI (LNA) stigmatizza il fatto che il relatore ritenga necessario assicurare autonomia normativa a Roma Capitale quando tale ente locale non ha, a suo avviso, dimostrato di avere autonomia finanziaria, visto che, per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio del bilancio, deve ricorrere alle misure previste dal decreto-legge.

  Maino MARCHI (PD), con riferimento all'intervento del deputato Guidesi, ricorda che, così come asseverato dalla relazione tecnica allegata al provvedimento in esame, le disposizioni concernenti Roma Capitale, di cui all'articolo 16, non determinano effetti sui saldi di finanza pubblica. Ritiene pertanto necessario che, nell'apportare modificazioni alla disciplina in esame, sia garantita al comune di Roma autonomia normativa ai fini della determinazione delle azioni specifiche da adottare per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA evidenzia come l'obiezione sollevata relativamente all'emendamento Marco Di Stefano 16.68 non attenga alla ragionevolezza della proposta emendativa, quanto al fatto che non appare opportuno prevedere in maniera prescrittiva che Roma Capitale debba procedere alla aggregazione delle società partecipate per lo svolgimento di funzioni omogenee, trattandosi di una azione amministrativa specifica che deve essere rimessa eventualmente all'autonomia del comune stesso.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, propone di accantonare l'emendamento Marco Di Stefano 16.68, al fine di una sua eventuale riformulazione.

  Francesco BOCCIA, presidente, accantona l'emendamento Marco Di Stefano 16.68.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Ruocco 16.69 e Daga 16.70.

  Federica DAGA (M5S) illustra il proprio emendamento 16.71, volto, tra l'altro, a prevedere misure per la valorizzazione Pag. 25del patrimonio immobiliare pubblico e per la risoluzione dell'emergenza abitativa, e chiede chiarimenti in ordine al parere contrario espresso sullo stesso dal relatore e dal rappresentante del Governo.

  Rocco PALESE (FI-PdL), nel preannunciare il voto favorevole del proprio gruppo sull'emendamento Daga 16.71, evidenzia come, al fine di far fronte alla situazione di dissesto finanziario in cui si trovano diversi enti locali, sia auspicabile un intervento normativo del Governo, volto a razionalizzare tale disciplina e a garantire idonee forme di controllo sulla finanza locale. Manifesta perplessità in ordine a quanto affermato dal rappresentante del Governo e dal relatore circa il rispetto del principio di autonomia normativa del comune di Roma, rilevando come, a suo avviso, un effettivo riequilibrio strutturale del bilancio può essere realizzato solo attraverso la previsione di specifiche azioni amministrative, la cui attuazione non deve essere rimessa alla mera scelta dell'ente locale. Ritiene, in particolare, che, allo scopo di superare situazioni di squilibrio della finanza locale, debbano essere previste norme volte a ridurre le spese per il personale e a prevedere l'obbligatorietà della risoluzione dei contratti di locazione di immobili di proprietà di privati, la dismissione delle società pubbliche e l'alienazione del patrimonio pubblico. Infine segnala come sia ormai non più differibile la riforma del Titolo V della Costituzione.

  Maino MARCHI (PD) ricorda al deputato Palese che interventi in favore di Roma Capitale sono stati già effettuati nel corso della precedente legislatura, quando la maggioranza che governava la città era diversa dall'attuale, e che pertanto non appare corretto adottare misure più restrittive ora che la maggioranza che governa la città è cambiata.

  Rocco PALESE (FI-PdL) osserva come, se anche sono stati commessi errori in passato, questo non costituisca un motivo valido per commetterne di nuovi. Ritiene che sia opportuno porre forti vincoli all'operato del sindaco e della giunta capitolina, per evitare che possano cedere alle pressioni alle quali sono sottoposti.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA, concordando con il deputato Palese sull'importanza della questione del coordinamento della finanza pubblica, ricorda tuttavia che l'attuale quadro normativo italiano, costantemente in evoluzione, sta andando in direzione del federalismo, riconoscendo sempre maggiore autonomia agli enti locali, i quali, a titolo di esempio, saranno a breve chiamati a fissare le aliquote della TASI. Evidenzia inoltre che il decreto-legge in esame è stato emanato proprio con lo scopo di evitare il commissariamento di Roma Capitale e, in questo spirito, si è ritenuto opportuno evitare disposizioni eccessivamente imperative e prescrittive, come quella contenuta nell'emendamento Daga 16.71, che condurrebbero, di fatto, ad un commissariamento.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Daga 16.71 e Guidesi 16.72.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che i presentatori hanno accolto la proposta di riformulazione dell'emendamento Sammarco 16.73.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Sammarco 16.73, come riformulato.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) illustra il proprio emendamento 16.74, diretto a una riorganizzazione delle società partecipate da Roma Capitale, mediante la costituzione di una società capogruppo interamente controllata dal comune, evidenziando come questa soluzione comporterebbe, oltre a un risparmio fiscale, la riduzione dell'ingerenza del consiglio comunale nella gestione delle società partecipate. Prendendo atto della contrarietà del rappresentante del Governo all'introduzione di misure eccessivamente prescrittive, si dichiara disponibile a una Pag. 26riformulazione dell'emendamento in modo da trasformarlo in una norma di carattere non prescrittivo.

  Giovanni PAGLIA (SEL) osserva che, in base alla sua esperienza, la costituzione di holding può determinare di fatto il rischio che agli enti locali venga sottratto il potere di controllo di controllo e di intervento sulla gestione delle società partecipate.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, propone di accantonare l'emendamento Mazziotti Di Celso 16.74.

   Francesco BOCCIA, presidente, accantona l'emendamento Mazziotti Di Celso 16.74.

  Barbara SALTAMARTINI (NCD) ritira l'emendamento 16.75, di cui è cofirmataria.

  Federica DAGA (M5S) illustra il proprio emendamento 16.76, evidenziando le possibilità di risparmio che si potrebbero conseguire operando un'accurata ricognizione delle esternalizzazioni dei servizi di Roma Capitale e delle relative società partecipate.

  Il Viceministro Luigi CASERO ribadisce il parere contrario sull'emendamento Daga 16.76.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Daga 16.76.

  Federica DAGA (M5S), illustrando il proprio emendamento 16.77, ribadisce come il Comune di Parigi sia riuscito a ridurre dell'8 per cento le tariffe del servizio idrico mediante la riduzione delle consulenze esterne.

  Vincenzo CASO (M5S) chiede che il rappresentante del Governo e i colleghi della maggioranza chiariscano i motivi per i quali al comma 2, lettera c), dell'articolo 16 si prevede una ricognizione dei fabbisogni di personale delle società partecipate, con eventuali interventi di riequilibrio, mentre si esprime parere contrario a una proposta di riduzione delle consulenze esterne.

  Marco CAUSI (PD) evidenzia come la ricognizione dei costi relativi alle consulenze esterne è ricompresa nella ricognizione dei costi unitari della fornitura dei servizi pubblici locali, disposta dalla lettera b) del comma 2 dell'articolo 16.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, concordando con l'osservazione del deputato Causi, ribadisce l'inopportunità di dettare disposizioni eccessivamente prescrittive.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Daga 16.77 e Ruocco 16.78.

  Guido GUIDESI (LNA), illustrando il proprio emendamento 16.80, evidenzia come esso sia volto a prevedere che il sindaco di Roma Capitale riferisca semestralmente direttamente alle competenti Commissioni parlamentari sull'attuazione del piano triennale per la riduzione del disavanzo; rileva, al riguardo, come l'emendamento a sua firma 16.83 prevede che sia soppresso il comma 3 dell'articolo 16, relativo alla verifica dell'attuazione del medesimo piano da parte del tavolo di raccordo interistituzionale di cui al decreto legislativo n. 61 del 2012.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, non ritiene opportuno modificare la procedura disciplinata dall'articolo 16.

  Maurizio BERNARDO (NCD), relatore per la VI Commissione, concorda con il deputato Melilli.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi 16.80 e Daga 16.81.

  Tommaso CURRÒ (M5S), illustrando il proprio emendamento 16.82, evidenzia come, non essendo stato fissato alcun Pag. 27termine per l'espressione del parere da parte del tavolo di raccordo interistituzionale di cui al comma 3 dell'articolo 16, il ritardo nell'espressione di tale parere potrebbe avere conseguenza in ordine al rispetto del termine di 90 giorni per la presentazione del piano triennale di rientro di cui al comma 2. Osserva inoltre come il tavolo di raccordo interistituzionale sia composto da rappresentanti dello Stato, della regione Lazio, della provincia di Roma e di Roma Capitale, e quindi presenta una caratterizzazione politica anziché tecnica, come sarebbe a suo avviso preferibile. Rileva altresì la necessità che sia esplicitato se il parere in oggetto sia vincolante o meno, al contempo fissando un termine per la sua espressione.

  Filippo BUSIN (LNA), dichiarandosi d'accordo con le considerazioni svolte dal deputato Currò, ritiene che la previsione di un piano di rientro finanziario di durata triennale sia in contrasto con il ruolo permanente di Capitale d'Italia svolto dalla città di Roma, e che tale aspetto renda evidente il carattere di totale inadeguatezza di tale previsione normativa.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Currò 16.82 e Guidesi 16.83.

  Vincenzo CASO (M5S) illustra il proprio emendamento 16.84, rilevando come esso sia volto a includere tra i soggetti facenti parte del tavolo di raccordo interistituzionale previsto dal decreto legislativo n. 61 del 2012 anche la Corte dei conti, in quanto organo terzo. Ritiene che tale emendamento, inoltre, si raccordi con il suo emendamento 16.9, già approvato dalle Commissioni, che prevede la trasmissione del piano di rientro finanziario triennale anche alla Corte dei conti.

  Rocco PALESE (FI-PdL) ricorda come, ai sensi del decreto-legge n. 174 del 2012, gli enti territoriali siano già tenuti a trasmettere i propri documenti di bilancio alla Corte dei conti, e come i comuni in dissesto finanziario siano sottoposti ad altre preganti forme di controllo. Ritiene, quindi, che anche nell'ambito del decreto-legge in esame vada inserita la previsione di tali attività di verifica, da svolgersi con cadenza almeno semestrale. Propone, in subordine, di stabilire l'obbligo per il comune di Roma di trasmettere il rendiconto del piano triennale contestualmente alla trasmissione del rendiconto finanziario annuale del Comune di Roma.

  Marco CAUSI (PD), evidenziando la novità introdotta dalla norma contenuta nel comma 3 dell'articolo 16, ritiene che essa risponda altresì a una logica di tipo federalista, affidando al tavolo di raccordo interistituzionale tra lo Stato, la Regione Lazio, la Provincia di Roma e Roma Capitale le funzioni di esprimere un parere sulla predisposizione dei piani pluriennali, nonché di verificare l'attuazione dei piani stessi. Ritiene che tale momento di raccordo tra i diversi livelli governativi sia molto positivo e importante, e risponda pienamente ad un'impostazione federalista che il gruppo della Lega Nord dovrebbe cogliere maggiormente, ricordando altresì che altri procedimenti aventi finalità simili a quello in esame prevedono un analogo momento di raccordo amministrativo e istituzionale. Sottolinea quindi come l'affidamento di tali funzioni al suddetto tavolo interistituzionale ponga rimedio, innanzitutto, al fatto che l'organismo istituzionale previsto per Roma Capitale nella legge del 1989, non è stato poi previsto dal piano di rientro per il comune di Roma, adottato negli anni 2008-2009, determinando l'assenza di un momento di raccordo intergovernativo. Evidenzia inoltre che, come già ricordato dal deputato Currò, il tavolo previsto dal decreto-legge n. 61 del 2012 non è stato mai attivato, evidenziando l'opportunità di istituirlo affidandogli, al contempo, maggiori funzioni. In relazione all'ipotesi di inserire la Corte dei conti tra i soggetti partecipanti, sottolinea l'importanza di mantenere distinte le funzioni affidate a organi espressione del potere esecutivo da quelle affidate a organi del potere giurisdizionale, rilevando, quindi, come la Corte dei conti non possa essere chiamata a sostituirsi alle responsabilità Pag. 28dei soggetti istituzionali titolari di funzioni esecutive.

  Francesco CARIELLO (M5S) rileva come il deputato Currò abbia posto esclusivamente una questione di metodo, con riferimento alla tempistica degli interventi del tavolo interistituzionale e alla necessità di rafforzarne il ruolo attraverso la previsione del carattere vincolante dei pareri che sarà chiamato a esprimere.

  Guido GUIDESI (LNA), dichiarandosi d'accordo con gli interventi svolti dai deputati del Movimento 5 Stelle, ritiene giusto il coinvolgimento della Corte dei conti nella procedura relativa al piano di risanamento, anche al fine di evitare errori di valutazione che potrebbero rallentare l'attuazione del piano stesso. In relazione alla considerazione sull'ispirazione «federalista» di tale previsione, invita il deputato Causi a manifestare il suo favore per l'attuazione del federalismo attraverso il sostegno ai provvedimenti che vanno in tale direzione che sono all'esame del Parlamento.

  Tommaso CURRÒ (M5S), con riferimento alle considerazioni del deputato Causi, dichiara di comprendere la volontà politica sottesa all'approvazione del comma 3 dell'articolo 16. Esprime, tuttavia, perplessità rispetto alla parte in cui tale norma prevede che ove il tavolo interistituzionale verifichi la sussistenza di maggiori oneri connessi al ruolo di Capitale che si siano determinati successivamente all'approvazione del piano, possa esprimere il parere ai fini dell'eventuale revisione del piano stesso. Ritiene infatti che tale previsione possa determinare un infinito stallo nell'attuazione del piano. Dichiara, quindi, che il tavolo, così come previsto, andrebbe eliminato, mentre andrebbe istituito un organo composto dal segretario comunale, dal responsabile finanziario del comune e dalla Corte dei conti.

  Il Viceministro Luigi CASERO, confermando il parere contrario del Governo sull'emendamento Caso 16.84, rileva come la Corte dei conti sia un organo di controllo e non possa partecipare a tavoli interistituzionali come quello previsto dall'articolo 16, comma 3, del decreto-legge.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Caso 16.84, Guidesi 16.85 e 16.86.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra l'emendamento Borghesi 16.87, che intende rendere più chiara e cogente la formulazione del comma 3 dell'articolo 16.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Borghesi 16.87, Caso 16.88, Taglialatela 16.90 e Guidesi 16.96.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) rileva come il suo emendamento 16.97 sia volto a introdurre un principio di buonsenso, per evitare che risorse recuperate una tantum e di non grande entità, quali quelle che deriveranno dalle operazioni di dismissione immobiliare nel comune di Roma siano fatte confluire nel Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato. Ritiene infatti che, data l'enorme entità del debito che tale Fondo è chiamato a ammortizzare, andrebbero ad esso finalizzate risorse di natura strutturale. Ricordando l'impegno assunto dal Presidente del Consiglio ad adottare interventi a favore delle piccole e medie imprese, chiede quindi al rappresentante del Governo di valutare l'opportunità di destinare i circa 300 milioni di euro che saranno realizzati attraverso tali operazioni a favore del fondo di garanzia per il microcredito alle piccole e medie imprese, al quale i deputati del suo gruppo già devolvono parte della propria indennità parlamentare.

  Il Viceministro Luigi CASERO, confermando il parere contrario sull'emendamento 16.97, ricorda che la destinazione di quanto realizzato con le dismissioni del patrimonio immobiliare al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato sia una scelta obbligatoria per il Governo, in conseguenza Pag. 29degli impegni presi nei confronti dell'Unione europea. Assicura tuttavia l'impegno dell'Esecutivo ad assumere iniziative volte a sostenere le piccole e medie imprese, anche attraverso la destinazione di risorse finanziarie di natura strutturale, ritenendo che costituiscano un punto di forza molto importante dell'economia nazionale.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) non ritiene ancora chiaro quale sia l'orientamento del Governo su tali tematiche.

  Il Viceministro Luigi CASERO ribadisce come il Governo ritenga necessario destinare risorse strutturali al Fondo per le PMI, mentre i proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare devono essere destinati al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Villarosa 16.97 e Borghesi 16.98.

  Tommaso CURRÒ (M5S), intervenendo in relazione alle proposte emendative Borghesi 16.98 e Guidesi 16.99, chiede chiarimenti sulla previsione contenuta nel comma 5, in base alla quale il nuovo Commissario straordinario di Governo per Roma Capitale potrà inserire, nella massa passiva prevista nel piano di rientro, ulteriori partite debitorie rivenienti da obbligazioni od oneri del comune di Roma anteriori al 28 aprile 2008. Ritiene infatti che tale eventuale spostamento di altre partite debitorie possa costituire un pericoloso precedente, prevedendo la possibilità di inserire, senza un previo accertamento, un maggiore importo rispetto a quello che avrebbe dovuto essere quantificato in via definitiva già nel 2010.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, ribadendo il proprio parere contrario sull'emendamento Guidesi 16.99, ritiene che il tema del riequilibrio delle partite debitorie nel rapporto tra Roma Capitale e Gestione commissariale sia stato già ampiamente dibattuto e definito.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi 16.99, Busin 16.102, Guidesi 16.100 e 16.101, Borghesi 16.103, Guidesi 16.104, 16.105 e 16.106.

  Guido GUIDESI (LNA) illustra il proprio emendamento 16.107, evidenziando come esso miri a evitare che tutti gli altri enti locali siano discriminati rispetto a Roma Capitale, prevedendo che non saranno considerate rilevanti ai fini del patto di stabilità interno le somme che i comuni utilizzeranno per spese in conto capitale negli anni 2014 e 2015.

  Il Viceministro Luigi CASERO, pur convenendo sulla necessità di adottare misure che abbiano l'effetto di sbloccare nuove risorse per investimenti anche a favore degli enti locali, e manifestando l'impegno del Governo in tal senso sin dai prossimi mesi, evidenzia come si tratti di una questione molto complessa, rispetto alla quale occorre tenere conto, in particolar modo, dell'attuale situazione della finanza pubblica.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi 16.107 e 16.113, nonché gli emendamenti Borghesi 16.110 e Guidesi 16.115.

  Carla RUOCCO (M5S) illustra il proprio emendamento 16.111, il quale prevede una sanzione pecuniaria nel caso in cui il Commissario straordinario di Governo di Roma capitale non presenti alle Camere il bilancio completo della gestione commissariale entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ruocco 16.111.

  Barbara SALTAMARTINI (NCD) ritira l'emendamento 16.114, di cui è cofirmataria.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Palese 16.01.

Pag. 30

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere favorevole sugli identici emendamenti De Micheli 17.1 e Latronico 17.2, rilevando come gli identici emendamenti Corsaro 17.3 e Sammarco 17.4 risulterebbero assorbiti dall'approvazione dei predetti emendamenti. Esprime invece parere contrario sull'emendamento Guidesi 17.5.

  Il Viceministro Luigi CASERO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano gli identici emendamenti De Micheli 17.1 e Latronico 17.2, risultando pertanto assorbiti gli identici emendamenti Corsaro 17.3 e Sammarco 17.4, e respingono l'emendamento Guidesi 17.5.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 18.1, Caso 18.2 e Guidesi 18.3, mentre propone di accantonare gli identici emendamenti Fragomeli 18.4, Censore 18.5 e Lavagno 18.6. Invita al ritiro dell'emendamento Carra 18.9, mentre esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Censore 18.10, Pelillo 18.11 e Palese 18.15, a condizione che siano riformulati nei seguenti termini:
  «Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Per i mutui contratti dagli enti locali antecedentemente al 1o gennaio 2005 con oneri a totale carico dello Stato, ivi compresi quelli in cui è l'ente locale a pagare le rate di ammortamento con obbligo da parte dello Stato di rimborsare le rate medesime, il comma 76 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, si interpreta nel senso che l'ente locale beneficiario può iscrivere il ricavato dei predetti mutui nelle entrate per trasferimenti in conto capitale, con vincolo di destinazione agli investimenti. A decorrere dall'anno 2014, nel caso di iscrizione del ricavato dei mutui di cui al primo periodo tra le entrate per trasferimenti in conto capitale con vincolo di destinazione agli investimenti, l'eventuale rimborso da parte dello Stato delle relative rate di ammortamento non è considerato tra le entrate finali rilevanti ai fini del patto di stabilità interno.».

  Esprime parere contrario sugli emendamenti Da Villa 18.12 e Prataviera 18.14, mentre invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Nicchi 18.01.

  Il Viceministro Luigi CASERO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Guidesi 18.1.

  Vincenzo CASO (M5S) ritira il proprio emendamento 18.2.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Guidesi 18.3.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato gli emendamenti Carra 18.9 e Da Villa 18.12. Avverte inoltre che i presentatori degli identici emendamenti Censore 18.10, Pelillo 18.11 e Palese 18.15, hanno accolto la riformulazione dei propri emendamenti.

  Le Commissioni approvano gli identici emendamenti Censore 18.10, Pelillo 18.11 e Palese 18.15, come riformulati.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra l'emendamento Prataviera 18.14.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Prataviera 18.14.

  Giovanni PAGLIA (SEL) illustra l'articolo aggiuntivo Nicchi 18.01, di cui è cofirmatario, chiedendo le ragioni dell'invito al ritiro espresso su di esso dal relatore e dal Viceministro.

  Il Viceministro Luigi CASERO chiarisce che l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Nicchi 18.01 è motivato dal fatto che la proposta emendativa determina oneri finanziari non coperti.

Pag. 31

  Giovanni PAGLIA (SEL) ritira l'articolo aggiuntivo Nicchi 18.01, riservandosi di verificare con il Governo l'effettiva onerosità dello stesso, ai fini della sua ripresentazione in Assemblea.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Luigi Gallo 19.1 e 19.2, per la parte ammissibile, nonché sugli emendamenti Giancarlo Giordano 19.3, Capodicasa 19.4 e Giancarlo Giordano 19.5. Invita invece al ritiro degli emendamenti Giancarlo Giordano 19.6 e 19.8, propone di accantonare l'emendamento Antezza 19.7, ed esprime parere contrario sull'emendamento Migliore 19.9.

  Il Viceministro Luigi CASERO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, accantona l'emendamento Antezza 19.7.

  Luigi GALLO (M5S) illustra i propri emendamenti 19.1 e 19.2, finalizzati a risolvere in maniera strutturale le criticità concernenti la prestazione dei servizi di pulizia ed ausiliari nelle scuole. Al riguardo, manifesta la contrarietà propria e del M5S rispetto al processo di esternalizzazione dei suddetti servizi in corso oramai da diverso tempo, il quale non ha consentito di superare le criticità esistenti, determinando altresì un innalzamento del costo relativo, conseguente alla scelta di appaltare all'esterno attività che avrebbero potuto benissimo essere svolte dal personale interno della scuola. Ricorda che una scelta di questo genere, oltre al negativo impatto sul piano occupazionale, non ha peraltro evitato la chiusura delle scuole, in talune aree del Paese, per inadeguate condizioni igieniche. Esprimendo disappunto per l'ulteriore proroga disposta dall'articolo 19 del provvedimento, si rammarica per il giudizio di inammissibilità della parte consequenziale di tali emendamenti, che prevedeva, tra l'altro l'inserimento in graduatoria del personale utilizzato dalle convenzioni stipulate ai sensi dell'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 468 del 1997, rilevando come tale giudizio di inammissibilità, espungendo una parte fondamentale delle proposte emendative, ne stravolga il senso complessivo.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, rileva come, alla luce del giudizio di parziale inammissibilità pronunciato sugli emendamenti 19.1 e 19.2, essi possano, in questa sede, essere posti in votazione solo per la parte ammissibile, fermo restando che i presentatori potranno ripresentarli in Assemblea nel testo integrale per sottoporli ad un'ulteriore valutazione circa la loro ammissibilità.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Luigi Gallo 19.1, per la parte ammissibile.

  Luigi GALLO (M5S) ritira il proprio emendamento 19.2, ai fini della sua ripresentazione in Assemblea.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Giancarlo Giordano 19.3.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato l'emendamento Capodicasa 19.4.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Giancarlo Giordano 19.5.

  Giovanni PAGLIA (SEL) ritira l'emendamento Giancarlo Giordano 19.6, di cui è cofirmatario.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Giancarlo Giordano 19.8.

  Giovanni PAGLIA (SEL) illustra l'emendamento Migliore 19.9, di cui è cofirmatario, volto a destinare le eventuali maggiori entrate conseguenti agli utili e ai dividendi percepiti dalle società partecipate ad un apposito fondo per interventi nel campo dell'edilizia scolastica, ritenendo che tale impegno dovrebbe rappresentare per il Paese una priorità, meritevole di un più fattivo sostegno anche da parte del Governo.

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  Le Commissioni respingono l'emendamento Migliore 19.9.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Busin 20.1 e Ferraresi 20.2, mentre invita al ritiro degli identici emendamenti Palese 20.5, Marchi 20.6 e Censore 20.7, nonché dell'articolo aggiuntivo Nicchi 20.02. Propone invece di accantonare gli identici articoli aggiuntivi Fragomeli 20.03 e Censore 20.04, nonché gli articoli aggiuntivi Censore 20.05 e Castricone 20.06.

  Il Viceministro Luigi CASERO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che le proposte emendative sulle quali il relatore e il rappresentante del Governo hanno proposto l'accantonamento, si intendono accantonate.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Busin 20.1 e Ferraresi 20.2.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato gli identici emendamenti Marchi 20.6 e Censore 20.7.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Palese 20.5.

  Giovanni PAGLIA (SEL) ritira l'articolo aggiuntivo Nicchi 20.02, di cui è cofirmatario.

  Fabio MELILLI (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti al disegno di legge di conversione.

  Il Viceministro Luigi CASERO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Guidesi Dis.1.1, Dis.1.2, Dis.1.3, Dis.1.4, Dis.1.5, Dis.1.6, Dis.1.7, Dis.1.8, Dis.1.9, Dis.1.10, Dis.1.11, Dis.1.12, Dis.1.13, nonché gli emendamenti Borghesi Dis.1.14, Busin Dis.1.15, Borghesi Dis.1.16 e Busin Dis.1.17.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani, avvertendo che, in quella sede, le Commissioni riprenderanno l'esame del provvedimento affrontando le proposte emendative riferite all'articolo 3, nonché quelle accantonate.

  La seduta termina alle 15.25.

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