CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 marzo 2014
205.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
Pag. 5

SEDE REFERENTE

  Martedì 25 marzo 2014. — Presidenza del presidente della VI Commissione Daniele CAPEZZONE, indi del presidente della V Commissione Francesco BOCCIA. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giovanni Legnini.

  La seduta comincia alle 11.50.

DL 16/2014: Disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche.
C. 2162 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 marzo scorso.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda che nel corso della scorsa settimana le Commissioni riunite hanno svolto il ciclo di audizioni previsto per l'istruttoria legislativa sul provvedimento, ascoltando i rappresentanti della Corte dei conti, dell'ANCI e dell'UPI, nonché il Sindaco di Roma Capitale.

  Roberta LOMBARDI (M5S), in relazione alle disposizioni, contenute nell'articolo 16 del decreto-legge, che intervengono sulla situazione finanziaria di Roma Capitale, ritiene che sussista una questione molto rilevante di trasparenza e visibilità in relazione al bilancio contabile del complesso della gestione commissariale.
  In particolare, ricorda che il comma 5 del predetto articolo 16, dettando disposizioni volte a regolare lo spostamento di partite debitorie e creditorie tra i bilanci di Roma Capitale e la gestione commissariale, dispone, tra l'altro, che il Commissario è autorizzato ad inserire nella massa passiva prevista del Piano di rientro, per un importo complessivo massimo di 30 milioni di euro, le eventuali ulteriori partite debitorie rivenienti da obbligazioni o oneri dello stesso Comune di Roma anteriori al 28 aprile 2008. Evidenzia come la medesima disposizione preveda inoltre che Roma Capitale possa riacquisire l'esclusiva titolarità dei crediti, inseriti nella massa attiva della gestione commissariale, verso le società dalla medesima partecipate, e autorizzi il Commissario straordinario a inserire nella massa passiva Pag. 6le somme introitate dalla gestione commissariale in forza del contratto di servizio previsto dall'articolo 5 del decreto del Presidente del Consiglio del 5 dicembre del 2008, ai fini del loro reintegro a favore di Roma Capitale.
  In tale contesto sottolinea come, non essendo modificata l'entità delle risorse trasferite annualmente dal bilancio dello Stato e da Roma Capitale alla gestione commissariale, emerga l'esigenza che il Governo chiarisca in che modo l'aumento della massa passiva della stessa gestione disposto dalla norma possa essere fronteggiato con le predette risorse che, pur avendo natura permanente, sono di importo annuo predeterminato. Più in dettaglio ritiene che, al fine di chiarire i relativi riflessi sulla finanza pubblica, sotto il profilo dei saldi e del debito, andrebbero acquisiti chiarimenti circa le diverse misure previste dal comma 5. In particolare, con riferimento all'importo di 30 milioni da inserire nella massa passiva a titolo di ulteriori partite debitorie antecedenti al 28 aprile 2008, ritiene che andrebbe specificato di quali ulteriori partite debitorie si tratti e che occorrerebbe precisare la ragione per la quale le stesse, benché anteriori alla predetta data, non risultino già iscritte nel debito preso in carico dalla gestione commissariale.
  Evidenzia, inoltre, l'esigenza di specificare se il corrispondente ammontare sia già computato nel debito della pubblica amministrazione, nonché di verificare l'origine e l'impatto complessivo sul debito della PA, qualora si tratti di debiti fuori bilancio non ancora riconosciuti. In merito al relativo importo, segnala che le precedenti versioni di tale normativa, recate dai decreti – legge nn. 126 e 15 del 2013, i cui effetti sono fatti salvi, indicavano l'importo di 115 milioni in luogo dei 30 attualmente previsti dalla disposizione. Al riguardo, segnala l'esigenza di indicare se la predetta differenza sia contabilizzata ora nelle somme da reintegrare a Roma ai sensi dei periodi successivi del citato comma 5 o se sia stata già erogata in attuazione dei provvedimenti decaduti. Sottolinea altresì, con riferimento alla riacquisizione da parte di Roma Capitale della titolarità dei crediti verso le società partecipate, la necessità di acquisire un quadro aggiornato ed esplicativo delle partite creditorie nette sottratte alla gestione commissariale e trasferite al bilancio di Roma Capitale, nonché indicazioni in merito agli eventuali riflessi sulla sostenibilità della gestione medesima.
  Ritiene quindi che, a fronte di tali notevoli criticità inerenti alle disposizioni in esame, sia necessario acquisire dal Commissario straordinario di Governo del Comune di Roma attraverso una sua audizione tutti i dati finanziari utili a fornire gli opportuni chiarimenti e, a tal fine, chiede di posticipare il termine per la presentazione degli emendamenti, già fissato alle ore 15 della giornata odierna.

  Giovanni PAGLIA (SEL), con riferimento alle disposizioni che regolano il tributo per i servizi indivisibili (TASI), che per sua natura è da ritenersi collegato all'erogazione e alla fruizione dei servizi comunali, sottolinea come non sia chiara la ragione per cui debba essere a carico sia del possessore sia dell'utilizzatore dell'immobile. Ritiene infatti che lo stesso calcolo della base imponibile, operato sul valore dell'immobile rilevante a fini IMU, ne evidenzi la natura di imposta a carattere patrimoniale che, come tale, non dovrebbe essere posta a carico degli inquilini degli immobili.
  In relazione alla determinazione della superficie assoggettabile al pagamento della tassa sui rifiuti (TARI), dichiara di non comprendere in che modo sia possibile escludere da tale imposta la quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero, posto che si tratta di un tributo calcolato in base ai metri quadrati di superficie degli immobili ad essa assoggettati.

  Rocco PALESE (FI-PdL) sottolinea preliminarmente la complessità del provvedimento in titolo, il quale interviene su materie già affrontate dal Governo nell'ambito dei decreti-legge n. 126 e n. 151 del 2013, entrambi decaduti per decorrenza Pag. 7dei termini di conversione. Nel rilevare come le disposizioni concernenti Roma Capitale, di cui all'articolo 16, rappresentino senza alcun dubbio il tema principale del provvedimento in esame, evidenzia come sia ormai indifferibile un intervento normativo di riassetto complessivo della finanza locale, al fine di definire regole precise da applicarsi nei casi di dissesto finanziario degli enti locali. Anche alla luce dei rilievi emersi in sede di audizione del sindaco di Roma e dei rappresentanti della Corte dei conti, osserva come il piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio, che, a norma del comma 2 del citato articolo 16, deve essere predisposto dal comune di Roma, debba essere correlato al bilancio di previsione dell'ente stesso; a suo avviso, infatti, solo in tal modo la gestione commissariale del comune potrà essere superata in tempi ragionevoli. Chiede poi chiarimenti in ordine all'esatto ammontare sia delle partite debitorie facenti capo al comune di Roma, con particolare riguardo ai debiti fuori bilancio, dei quali sottolinea la necessità di verificare l'origine e l'impatto complessivo sul debito della pubblica amministrazione, sia dei costi correlati all'impiego del personale, soprattutto nelle società partecipate dal comune stesso. Al fine di evitare che le misure previste per il riequilibrio del bilancio comunale si risolvano esclusivamente in un aumento delle aliquote dei tributi a carico dei cittadini, ritiene necessario conoscere con maggiore precisione quanto sia possibile introitare dall'alienazione del patrimonio immobiliare del comune di Roma. Osserva come, a suo avviso, allo scopo di eliminare gli effetti distorsivi sulla finanza locale, sia necessario predisporre un sistema di controlli preventivi su ogni deliberazione di spesa, avvalendosi all'uopo di istituzioni giudiziarie quali la Corte dei conti e i tribunali amministrativi regionali. Sottolinea, inoltre, come tale intervento in materia di controlli possa essere realizzato nell'ambito della più complessiva riforma del Titolo V della Costituzione. Annuncia infine, che il suo gruppo presenterà una serie di proposte emendative volte a modificare il testo del provvedimento in esame, in particolare nella parte in cui detta disposizioni in materia di TARI e TASI, al fine di garantire un tetto massimo alle relative aliquote.

  Guido GUIDESI (LNA), nel condividere le osservazioni testé svolte dall'onorevole Palese, si associa alla richiesta, avanzata dall'onorevole Lombardi, volta a ottenere dal commissario straordinario la documentazione contabile relativa alla gestione commissariale del debito pregresso del comune di Roma. In attesa di ricevere dal Commissario straordinario la predetta documentazione, necessaria, a suo avviso, per intervenire in maniera organica sulle disposizioni concernenti Roma Capitale, chiede che il termine per la presentazione delle proposte emendative riferite al provvedimento in esame venga differito.

  Mauro GUERRA (PD) manifesta preliminarmente perplessità in ordine all'introduzione di un sistema di controllo preventivo sulle deliberazioni di spesa in ambito locale, così come richiamato dall'onorevole Palese, in quanto, a suo avviso, tale sistema rallenterebbe inevitabilmente l'operatività delle amministrazioni interessate. Al riguardo, osserva come invece sia auspicabile la previsione di controlli non sugli atti predisposti dagli enti locali, quanto sulla loro attività e sui risultati dagli stessi conseguiti. Nell'auspicare che il decreto-legge in titolo rappresenti l'ultimo provvedimento emergenziale sulla finanza pubblica, sottolinea l'esigenza di predisporre, entro breve termine, un intervento normativo, preferibilmente di iniziativa parlamentare, di riassetto complessivo della materia. Con riguardo più specificamente alle disposizioni del provvedimento in esame, ritiene che gli interventi in materia di TARI e TASI dovrebbero essere volti a razionalizzare la disciplina attualmente vigente, garantendo in tale ambito maggiore autonomia regolamentare alle amministrazioni interessate. Auspica che l'esame del provvedimento in titolo sia l'occasione per stabilire con certezza, e in Pag. 8tempi sostenibili, i termini per l'approvazione dei bilanci da parte degli enti locali e per delineare adeguate soluzioni agli effetti negativi che, nel corso degli anni, sono derivati dall'approvazione di norme – come quella sull’ imposta di registro sui trasferimenti immobiliari di cui siano controparte gli enti locali, stabilita non più in misura fissa ma in misura proporzionale – che hanno determinato impreviste situazioni di squilibrio nei bilanci degli enti locali. Infine, relativamente alle modalità di erogazione del contributo straordinario per i comuni risultanti da fusioni, rileva che tali risorse, per le quali sussiste idonea copertura finanziaria, dovrebbero essere erogate ai comuni coinvolti immediatamente e non, così come disposto dall'articolo 12 del provvedimento in esame, a decorrere dall'anno successivo alla decorrenza della fusione prevista dal decreto regionale istitutivo.

  Maino MARCHI (PD) ricorda che il provvedimento in esame ha carattere emergenziale ed è volto, tra l'altro, a dare un contributo alla soluzione dei problemi finanziari di Roma Capitale e ad attuare gli accordi intercorsi con l'ANCI nel settore della finanza locale. Ritiene tuttavia auspicabile, per il futuro, andare verso un assetto più stabile del quadro normativo sulla finanza locale.
  Replicando a quanto affermato dal deputato Palese, osserva che l'emergenza che il provvedimento è volta a fronteggiare trae origine dagli interventi adottati a partire dal 2008, con l'abolizione dell'ICI sulla prima abitazione e la progressiva riduzione dei trasferimenti agli enti locali. Inoltre, in relazione alla situazione debitoria di Roma Capitale, evidenzia che, come si può verificare dalla relazione tecnica, il provvedimento non prevede alcuno stanziamento aggiuntivo a ciò finalizzato e che le misure di cui all'articolo 16 riguardano risorse già previste da precedenti provvedimenti; peraltro, il provvedimento demanda a Roma Capitale la predisposizione di un rapporto che evidenzi le cause della formazione del disavanzo di bilancio di parte corrente negli anni precedenti e la predisposizione di un piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio. Pertanto auspica l'approvazione di tale parte del testo senza sostanziali modifiche.
  Per quanto riguarda, più in generale, le disposizioni riguardanti la finanza locale, pur apprezzando l'intervento del Governo volto a creare le condizioni per superare le situazioni più critiche, rileva che andrebbero verificate con esattezza le quantificazioni effettuate con riferimento alle risorse a disposizione degli enti locali.
  Con riferimento al servizio di smaltimento dei rifiuti, invita a considerare quanto evidenziato dall'ANCI, anche per evitare che i cittadini debbano versare per tale servizio importi tali da annullare in termini di reddito disponibile quanto è stato previsto in loro favore dalla legge di stabilità e quanto sarà riconosciuto dagli interventi preannunciati dal Governo, vanificando i possibili benefici sul versante della domanda interna.
  Rileva inoltre l'opportunità di prevedere una proroga, almeno al 31 luglio, del termine per l'approvazione dei bilanci degli enti locali, in considerazione del prossimo rinnovo di molte amministrazioni e della necessità di emanare, prima dell'approvazione dei bilanci, i regolamenti attuativi della nuova imposta unica comunale.
  Ritiene altresì necessario calibrare le norme sugli enti in dissesto e predissesto agli effettivi problemi dei territori interessati.
  Infine, in considerazione dell'ampio ventaglio dei temi affrontati dal provvedimento, auspica che non siano presentati emendamenti che esorbitino da tali temi e che quindi si proceda all'approvazione del decreto-legge presso la Camera senza andare oltre il termine di un mese, in modo da concedere anche all'altro ramo del Parlamento un lasso di tempo adeguato per l'esame del provvedimento.

  Generoso MELILLA (SEL), appellandosi al senso di responsabilità dei colleghi per evitare di ripetere gli errori già commessi in occasione dell'esame dei disegni Pag. 9di legge di conversione dei decreti-legge nn. 126 e 151 del 2013, ritiene che non sia opportuno svolgere ulteriori audizioni, come richiesto da alcuni colleghi, per non ritardare l'approvazione del provvedimento in esame e quindi metterne a rischio la conversione. Si dichiara preoccupato della persistente sottovalutazione del ruolo di Roma Capitale, città che, in quanto sede di importanti manifestazioni, sia civili che religiose, è gravata da una serie di costi – per garantire l'ordine pubblico, i trasporti e la raccolta dei rifiuti e per la presenza di un'estesa rete diplomatica e consolare – che dovrebbero essere sostenuti da tutti i cittadini italiani e non solo dai residenti nella Capitale.
  Evidenziando infine, come già fatto dall'onorevole Marchi, l'assenza nel provvedimento di ulteriori stanziamenti in favore di Roma Capitale, osserva che sarebbe stato opportuno emanare un apposito decreto-legge avente ad oggetto esclusivamente le misure in favore di tale comune.

  Francesco CARIELLO (M5S), reiterando la richiesta avanzata dall'onorevole Lombardi di acquisire ulteriori elementi informativi sulla gestione commissariale del debito pregresso di Roma Capitale, chiede che venga posticipato il termine per la presentazione degli emendamenti.
  Nel merito esprime perplessità sull'articolo 3, che detta disposizioni volte ad ampliare le possibilità di accesso alle procedure di riequilibrio finanziario da parte degli enti locali che si trovino in difficoltà finanziarie suscettibili di provocarne il dissesto. In particolare, ritiene che la previsione della sospensione delle eventuali procedure esecutive nei confronti degli enti in presenza di un ricorso da parte dei medesimi avverso la decisione con cui la Corte dei conti ne abbia respinto il piano di riequilibrio e il consentire agli enti in questione di riproporre un nuovo piano limiti il ruolo della Corte dei conti in sede di valutazione dei piani di riequilibrio proposti dagli enti locali. Osservando inoltre che non è chiaro quale sia il termine per la ripresentazione di tali piani, preannuncia la presentazione di emendamenti volti a superare tali criticità.
  Con riferimento all'articolo 5, il quale, per favorire gli investimenti, consente agli enti locali di assumere nuovi mutui ed accedere ad altre forme di finanziamento, pur esprimendo un apprezzamento in linea di principio, ritiene che andrebbe meglio chiarito nel testo quali siano gli investimenti che ci si propone di favorire e le forme di finanziamento da considerare ammissibili. In particolare, andrebbe evitato il ricorso a strumenti finanziari poco trasparenti e rischiosi per la finanza pubblica.
  Infine, in relazione all'articolo 9, che rende permanente la riduzione del contributo ordinario agli enti locali, osserva che numerosi enti non hanno potuto procedere alla correlata prevista riduzione delle proprie spese e in particolare alla diminuzione del numero dei componenti degli organi rappresentativi ed esecutivi, per cui per tali enti rileva l'opportunità di prevedere apposite deroghe alla riduzione del contributo ordinario spettante.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, con riferimento ad alcune sollecitazioni emerse in merito nel corso del dibattito, ricorda che il Commissario straordinario di Governo del Comune di Roma è già stato recentemente ascoltato nel corso dell'esame al Senato di uno dei precedenti decreti-legge in materia, ed ha fornito in quell'occasione un'ampia messe di dati, che risultano ancora attuali. Evidenzia, inoltre, come la documentazione consegnata dalla Corte dei conti in occasione dell'audizione svoltasi dinanzi alle Commissioni riunite nella seduta di venerdì scorso contenga dati preziosi su tale tematica.
  In tale contesto non ritiene sussistano le condizioni per prorogare il termine per la presentazione degli emendamenti, il quale risulta pertanto confermato alle ore 15 di oggi.

  Francesco BOCCIA, presidente, richiamando quanto evidenziato dall'onorevole Pag. 10Marchi, si associa alle considerazioni relative all'opportunità di prorogare il termine per l'approvazione dei bilanci da parte degli enti locali.

  Il sottosegretario Giovanni LEGNINI, riservandosi di replicare nel corso di una seduta successiva sugli aspetti emersi nel corso del dibattito testé svolto, deposita una nota contenente i chiarimenti richiesti dagli Uffici della Camera e richiamati dal relatore nella precedente seduta in merito ai profili di carattere finanziario sollevati dagli uffici ed evidenziati negli interventi dei relatori nella precedente seduta (vedi allegato).
  Invita quindi l'onorevole Cariello a consultare gli atti della Commissione bilancio del Senato per l'acquisizione dei dati relativi alla situazione finanziaria di Roma Capitale, dichiarandosi comunque disponibile a fornire gli ulteriori elementi informativi che dovessero risultare necessari.
  Si riserva infine di valutare la richiesta di proroga del termine per l'approvazione dei bilanci degli enti locali.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, dichiara concluso l'esame preliminare. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.45.

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