CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 febbraio 2014
174.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 88

INTERROGAZIONI

  Giovedì 6 febbraio 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Carlo Dell'Aringa.

  La seduta comincia alle 9.10.

5-01719 Albanella: Sulla situazione dei lavoratori italiani impiegati presso i call center.

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Luisella ALBANELLA (PD), pur ringraziando il Governo per la risposta fornita, che contiene elementi di indubbia importanza, ritiene che l'Esecutivo debba compiere un ulteriore sforzo per tutelare i lavoratori italiani impiegati nei call center, tenuto conto che si tratta di salvaguardare giovani, spesso molto qualificati anche a livello di titolo di studio, che vengono impiegati in modo diffuso dalle aziende del settore. Osserva che il fenomeno più preoccupante dell'attuale fase di attività di tali aziende è costituito da un processo piuttosto massiccio di delocalizzazioni in Paesi extra-UE, spesso avviato dopo avere ottenuto le concessioni governative, che pone, peraltro, un problema di violazione delle regole in tema di privacy a scapito dei clienti.
  Si tratta, a suo avviso, di assumere un'iniziativa a tutto campo, che agisca in chiave preventiva, intervenendo nella fase delle aggiudicazioni delle commesse, contrastando il fenomeno delle aste al massimo ribasso, tutelando il posto di lavoro Pag. 89e il reddito dei lavoratori e preservando la riservatezza dei dati sensibili dei cittadini. In proposito, chiede al Governo di valutare il ripristino dell'apposita Commissione istituita nel 2007 dal Ministro del lavoro pro tempore al fine di garantire un monitoraggio sul settore, auspicando che anche il Parlamento possa fare la sua parte, dando seguito alla condivisibile proposta di indagine conoscitiva avanzata presso la XI Commissione, che si augura possa suggerire una linea di azione nel contrasto allo sfruttamento dei lavoratori impiegati nei call center.

5-01757 Baldassarre: Criteri di gestione e prospettive del fondo denominato «FONDINPS».

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Marco BALDASSARRE (M5S), nel dichiarare di non comprendere il motivo per il quale si continui a mantenere operativo il fondo in questione, che definisce un vero e proprio «carrozzone», fa notare che il Governo non ha fornito alcuna risposta al vero quesito posto nella sua interrogazione, nonostante fosse stato sollecitato a farlo, in particolare, dalla Corte dei conti, che nella sua relazione annuale sulla gestione finanziaria dell'INPS ha evidenziato numerosi elementi di criticità presenti nell'amministrazione del citato fondo.

5-02023 Ferro: Sulle misure di tutela riguardanti i lavoratori della «RSA Annali» di Cineto Romano.

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Andrea FERRO (PD), nel rilevare come taluni elementi riportati nella risposta, come ricevuti dall'azienda interessata, non appaiano in linea con la realtà dei fatti, ritiene in ogni caso che il Governo, d'intesa con le amministrazioni locali, abbia il dovere di intervenire sulla vertenza in questione, anche assecondando il ruolo positivo che sta giocando la Regione Lazio, a tutela del mantenimento dei livelli occupazionali e a garanzia del rispetto della normativa vigente in materia di ammortizzatori sociali. Fa notare che la società di cui al proprio atto di sindacato ispettivo, nonostante abbia beneficiato di un significativo aumento del budget proprio grazie alla Regione, che avrebbe potuto giustificare la stabilizzazione dei lavoratori interessati, da un lato ha ritenuto di avviare procedure di messa in cassa integrazione e di licenziamento, dall'altro è ricorsa all'utilizzo di personale flessibile (soggetti titolari di partite IVA), peraltro articolando l'orario di lavoro in turni stressanti e usuranti.
  Rilevato che il personale coinvolto è stato chiamato a svolgere le mansioni più varie, dalla cura dei pazienti alla pulizia degli ambienti, in violazione degli accordi assunti in sede sindacale e contrattuale, si sofferma sulla problematica del possibile trasferimento ad altre sedi dei lavoratori interessati, facendo peraltro notare come l'azienda abbia sinora tenuto un comportamento assolutamente non collaborativo: richiama, a titolo di esempio, la modifica unilaterale da parte dell'azienda stessa del contratto già firmato con gli operatori, nonché il fallimento della proposta di ricorso ai contratti di solidarietà, avanzata dalla Regione e accettata dai lavoratori stessi, che è stata successivamente rifiutata, in modo immotivato e inatteso, dalla società.
  Chiede, quindi, al Governo di adoperarsi con estrema celerità per attivare un tavolo di confronto a livello governativo in merito a tale vertenza, al fine di individuare possibili soluzioni in termini di mantenimento dei livelli occupazionali o, quantomeno, di ricollocamento di tali lavoratori: ricorda, in proposito, che in una zona territoriale già svantaggiata ci sono oggi circa 20 famiglie pesantemente preoccupate dalla crisi in atto, che rischiano di trovarsi stabilmente senza alcuna forma di sostentamento.

Pag. 90

  Cesare DAMIANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.55.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 febbraio 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Carlo Dell'Aringa.

  La seduta comincia alle 9.55.

Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione consensuale del contratto di lavoro per dimissioni volontarie.
C. 254 Vendola e C. 272 Bellanova.

(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione del testo base).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 14 novembre 2013.

  Cesare DAMIANO, presidente, avverte che, in esito ai lavori del Comitato ristretto nominato per lo svolgimento dell'attività istruttoria sui provvedimenti in esame, è stato elaborato un testo unificato delle proposte di legge nn. 254 e 272, che il relatore propone di adottare come testo base per il seguito dell'esame in sede referente (vedi allegato 4).

  Patrizia MAESTRI (PD), relatore, fa presente che il provvedimento in esame, il cui iter è stato lungo ed articolato, mira a contrastare la diffusione di una pratica odiosa, quella delle «dimissioni in bianco», che rappresenta un abuso nei confronti dei lavoratori più deboli (donne in maternità o in malattia, ma non solo). Ricordato che sul tema si è prodotta una certa stratificazione normativa negli anni e che la recente riforma introdotta dalla legge n. 92 del 2012 non ha individuato una soluzione davvero soddisfacente, osserva che la proposta in esame mira, da un lato, a semplificare il quadro applicativo complessivo e, dall'altro, a rafforzare le tutele nei confronti dei lavoratori, tenuto conto che dai dati statistici il fenomeno in questione appare in aumento.
  Ritiene, in conclusione, che dopo il lungo lavoro svolto sia ora possibile procedere speditamente nell'esame del testo unificato elaborato dal Comitato ristretto.

  Sergio PIZZOLANTE (NCD) ritiene che – come già evidenziato in occasione del dibattito su altri provvedimenti all'esame della Commissione, quale quello sulle cosiddette «pensioni d'oro» – sia doveroso evitare di legiferare «al buio», in assenza di dati certi e attendibili. Nel caso di specie, giudica quindi scorretto parlare di una recrudescenza del fenomeno delle «dimissioni in bianco» senza raccordare tale affermazione a dati incontrovertibili, che in tale materia non sembrano sussistere, se è vero che nell'ambito del Comitato ristretto il Governo non è stato in condizioni di fornire alcun concreto elemento conoscitivo fondato su un monitoraggio degli effetti della «riforma Fornero».
  Osserva, pertanto, come il provvedimento in esame riveli un sentimento di avversione nei confronti degli imprenditori, che definisce come una sorta di «umore anti-imprese», motivato da uno spirito ideologico che ha come unico scopo quello di imbrigliare il tessuto produttivo del Paese con regole burocratiche e incomprensibili. Fatto presente che a breve gli stessi imprenditori si accingono a scendere in piazza per combattere una tendenza legislativa che mira a ingessare i rapporti di produzione, si dichiara fortemente contrario a tale proposta di legge, che incarna una visione politica condannabile.
  Prende atto con rammarico che ormai, in seno alla Commissione, sono saltati i vincoli di appartenenza al Governo e si è formata una maggioranza variabile, della cui esistenza non potrà fare altro che informare quanto prima i vertici del suo gruppo e del suo partito: dal canto suo, Pag. 91preannuncia il più fermo contrasto a questa nuova «maggioranza trasversale», che sembra ispirare la propria azione a principi antiliberali, imponendo le proprie scelte legislative in materie delicate quali la rappresentatività sindacale, l'equo compenso e la libera organizzazione del mercato del lavoro.

  Titti DI SALVO (SEL), non condividendo le considerazioni svolte dal deputato Pizzolante, fa presente che la stessa evoluzione storica e normativa registrata in materia interviene a conforto dell'opportunità della presente iniziativa legislativa. Evidenzia come il testo in esame non faccia altro che ripristinare un intervento di tutela nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, che era stato inizialmente introdotto durante il Governo Prodi e poi immediatamente abrogato, come primo atto della propria azione, dal Governo Berlusconi. Pur rilevando che le modalità attuative di quella iniziale disposizione approvata nel 2007 – tesa a contrastare la pratica discriminatoria del richiedere al lavoratore la sottoscrizione delle dimissioni al momento dell'assunzione – furono definite dal Ministro del lavoro pro tempore con una certa fretta alla fine della XV legislatura, fa notare che la successiva abrogazione della legge fu motivata da una presunta complessità operativa della norma, che, tuttavia, non era fondata su un monitoraggio degli effetti da essa prodotti: non comprende, pertanto, le polemiche di chi oggi invoca l'esigenza di attendere una valutazione sull'efficacia della normativa vigente.
  Ricorda, altresì, che sulla materia è successivamente intervenuta la «legge Fornero» di riforma del mercato del lavoro (legge n. 92 del 2012), che ha però ulteriormente complicato il quadro, introducendo un meccanismo tortuoso e poco chiaro. Osserva, quindi, che la proposta contenuta nel testo unificato elaborato dal Comitato ristretto, nel prevedere l'utilizzo di semplicissimi moduli numerati, oltre a rafforzare le tutele per i lavoratori, intende fornire una risposta di semplificazione a garanzia delle stesse imprese che rispettano le regole e sono penalizzate dalla concorrenza sleale di chi agisce illegalmente.
  Auspica, pertanto, che su un tema così delicato possa registrarsi la convergenza più ampia, invitando i gruppi a concentrarsi sui dati di fatto e ad astenersi dall'alimentare polemiche politiche che rischiano di danneggiare esclusivamente i soggetti coinvolti.

  Sergio PIZZOLANTE (NCD), intervenendo per una precisazione, nel dichiararsi contrario ad ogni forma di abuso nei confronti dei lavoratori, ritiene di non poter condividere un intervento normativo che, sulla base di un mero pregiudizio ideologico, rappresenta tutti gli imprenditori come soggetti propensi a violare le regole.

  Teresa BELLANOVA (PD), ricordato che sul tema in esame si dibatte da tempo, osserva che il testo non intende in alcun modo penalizzare a priori le imprese, ma semplicemente affrontare un fenomeno che esiste e che va contrastato con ogni mezzo. Evidenzia come, semmai, la proposta in esame non faccia altro che semplificare e rendere un servizio alle imprese sane, sottraendole alla concorrenza sleale di chi opera illegalmente e di coloro che negano i diritti indisponibili dei lavoratori con pratiche fortemente condannabili, come quella delle «dimissioni in bianco». Contestando fermamente che il provvedimento incarni uno spirito contrario all'impresa, si augura, piuttosto, che non vi sia, da parte di nessun gruppo, un orientamento contrario ai diritti delle persone, i quali, al contrario, dovrebbero essere sempre posti al centro di ogni riflessione politica. Fa notare, piuttosto, che fu l'abrogazione della legge n. 188 del 2007 ad essere motivata da un furore ideologico, sottolineando come, da allora, il suo gruppo si batte per ripristinare condizioni di giustizia per i lavoratori più deboli, spesso costretti alle dimissioni solo perché in malattia o in maternità.
  Invita, in conclusione, i gruppi a evitare sterili polemiche, concentrandosi sugli elementi Pag. 92di merito, che non possono che spingere verso un intervento normativo che garantisce sia i lavoratori che le imprese.

  Sergio PIZZOLANTE (NCD), intervenendo per un'ulteriore precisazione, dichiara di non accettare da nessuno lezioni sui diritti, osservando come la sua stessa storia personale e familiare lo renda sensibilissimo alla tematica della tutela dei lavoratori più deboli. Intende rigettare con forza le argomentazioni sinora svolte, che giudica prive di senso politico e fondate esclusivamente su logiche di convenienza delle proprie convinzioni, a dimostrazione dell'estrema variabilità delle dinamiche all'interno della maggioranza. Fa notare che spesso gli interventi legislativi volti a disciplinare fenomeni patologici non fanno altro che favorire la diffusione delle stesse patologie, come peraltro dimostrato dalla «legge Fornero», che ha finito per produrre effetti di rigidità sfavorevoli all'occupazione. Ritenuto, piuttosto, che lo Stato, più che continuare a introdurre regole, debba esercitare un maggiore controllo sull'applicazione delle norme attualmente vigenti, fa presente che non appare utile modificare il sistema normativo attuale che, secondo informazioni diffuse, sembra funzionare correttamente.

  Patrizia MAESTRI (PD), relatore, intende rassicurare il deputato Pizzolante che non esiste alcuna volontà demagogica, figlia di una presunta logica a «maggioranza variabile», di alimentare contrapposizioni politiche, ma solo l'intento di contrastare un fenomeno odioso indiscutibilmente diffuso, attraverso una concreta semplificazione del sistema vigente. Si augura, pertanto, che possa avviarsi una discussione seria e approfondita sul testo unificato elaborato dal Comitato ristretto, al di fuori di ogni spirito ideologico.

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA prende atto che sul delicato tema in discussione esiste un nodo politico che sembra dividere i gruppi in modo piuttosto trasversale. Pur rilevando, quindi, che sull'argomento appare difficile avvicinare posizioni tra loro fortemente contrapposte, dichiara che il Governo ritiene doveroso continuare a lavorare per individuare una soluzione di compromesso, che consenta di conciliare, da un lato, l'esigenza di offrire una chiara tutela per i lavoratori, esposti ad una pratica diffusa e intollerabile, e dall'altro quella di consentire alle imprese di operare in un contesto di regole non burocratiche. Fa presente che non esiste una posizione ufficiale del suo Ministero in ordine allo stato di applicazione della normativa vigente, dal momento che il fenomeno in questione, per le sue intrinseche caratteristiche, tende a sfuggire a rilevazioni di tipo statistico e mal si presta ad essere sottoposto a misurazioni certe e oggettive. Fa notare, quindi, che su tale questione non si può far altro che affidarsi a indicatori imperfetti, basati su indagini sul campo suscettibili di fornire, peraltro, elementi non risolutivi.
  Rilevato, quindi, che non è possibile sostenere l'una o l'altra tesi, in assenza di dati certi, auspica che i gruppi possano continuare a confrontarsi con spirito costruttivo, in vista della definizione di un intervento il più possibile efficace ed equilibrato, rispetto al quale il Governo non può essere insensibile.

  Cesare DAMIANO, presidente, prendendo spunto dalle dichiarazioni del rappresentante del Governo, che indica una evidente difficoltà a definire dati certi in materia, fa presente che un eventuale intervento a favore dei lavoratori più esposti aiuterebbe comunque le imprese sane, favorendo la creazione di una concorrenza leale e positiva. Non intendendo, in ogni caso, entrare nel merito della questione, fa presente che il provvedimento è incardinato in Commissione da molto tempo ed è stato iscritto più volte nel calendario dei lavori dell'Assemblea, che ne aveva addirittura deliberato l'urgenza sin dal mese di luglio 2013: atteso che ora tale provvedimento risulta inserito nel calendario dei lavori di febbraio in «quota opposizione», su iniziativa del gruppo SEL, ritiene che la presidenza non possa che strutturare l'iter Pag. 93in Commissione in modo da non ritardarne ulteriormente la conclusione dell'esame in sede referente. Dopo avere ricordato come il Comitato ristretto abbia tentato persino di individuare, nelle pieghe della normativa vigente, eventuali soluzioni di tipo amministrativo in collaborazione con il Governo, che tuttavia si sono rivelate impraticabili, fa notare come i gruppi potranno comunque apportare eventuali modifiche al testo nell'imminente fase di esame degli emendamenti.
  Propone, per tali ragioni, di adottare – secondo quanto prospettato dal relatore – il testo unificato delle proposte di legge in titolo, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il seguito dell'esame in sede referente.

  La Commissione delibera di adottare il testo unificato delle proposte di legge nn. 254 e 272, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il seguito dell'esame in sede referente.

  Cesare DAMIANO, presidente, conformemente a quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi nella giornata di ieri, propone che il termine per la presentazione di emendamenti al testo unificato delle proposte di legge in titolo, adottato come testo base, sia fissato alle ore 12 di lunedì 10 febbraio 2014.

  La Commissione concorda.

  Cesare DAMIANO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

  Antonio BOCCUZZI (PD) chiede alla presidenza di sollecitare l'avvio dell'indagine conoscitiva sullo stato di attuazione del testo unico in materia di tutela della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro, portando a conclusione, d'intesa con la XII Commissione, le relative procedure, che sono state attivate già da diverso tempo.

  Titti DI SALVO (SEL) si associa alla richiesta formulata dal deputato Boccuzzi, sottolineando l'esigenza di svolgere un'ampia attività conoscitiva in una materia delicata come quella della sicurezza sul lavoro.

  Marco BALDASSARRE (M5S), condividendo la richiesta formulata, si augura che l'indagine conoscitiva venga avviata subito dopo la conclusione dell'iter di esame del decreto-legge cosiddetto «Destinazione Italia», dal momento che quest'ultimo reca norme importanti proprio in materia di sicurezza sul lavoro.

  Cesare DAMIANO, presidente, assicura che si farà carico di assumere contatti con la presidenza della XII Commissione al fine di riprendere il percorso avviato nelle riunioni già svolte dagli uffici di presidenza integrati dai rappresentanti dei gruppi, nell'ambito delle quali si era, peraltro, convenuto di rimettere proprio ai gruppi l'iniziativa di proporre le necessarie modifiche e integrazioni della bozza di programma di tale indagine conoscitiva, iniziativa che, ad oggi, non risulta avere avuto seguiti. Fa notare, in ogni caso, che la definizione della tempistica e delle modalità di svolgimento di tale indagine potrà tenere conto, secondo quanto appena richiesto, anche dell'esigenza di attendere la conclusione dell'esame del decreto-legge cosiddetto «Destinazione Italia».

  La seduta termina alle 10.35.

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