CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 gennaio 2014
162.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e X)
COMUNICATO
Pag. 4

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 22 gennaio 2014. — Presidenza del presidente della VI Commissione Daniele CAPEZZONE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Simona Vicari.

  La seduta comincia alle 14.30.

DL 145/2013: Interventi urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC-auto, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015.
C. 1920 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 gennaio 2014.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che le Presidenze delle Commissioni riunite, accogliendo le richieste in tal senso avanzate, ritengono di posticipare alle ore 18 di domani, giovedì 23, il termine per la presentazione degli emendamenti al provvedimento, attualmente fissato alle ore 12 della medesima giornata.

  Andrea VALLASCAS (M5S) interviene in merito alle disposizioni di cui ai commi da 11 a 14 dell'articolo 1 del decreto in esame, che riguardano la realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone nel territorio del Sulcis Iglesiente; ritiene che la centrale a carbone non abbia ragione di essere realizzata, anche perché la contestuale costruzione dell'impianto per la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta (in ragione della quale si parla di «carbone pulito») è complessa e rischia di rimanere ipotetica, tanto che nella stessa disposizione del comma 12 è normata l'ipotesi di funzionamento della centrale in assenza di cattura e stoccaggio della CO2, con relativa penalizzazione. Le risorse investite in tale operazione andrebbero, a suo parere, dedicate alla incentivazione di attività produttive di eccellenza che possano Pag. 5davvero avere un impatto positivo su un'area della Sardegna che attraversa grandi difficoltà economiche e ambientali.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) ritiene, alla luce del presumibile andamento dei lavori in Assemblea, che la Commissione Finanze sarà impegnata, fino alla giornata di martedì 28 gennaio, nella discussione del disegno di legge C. 1941, di conversione del decreto-legge n. 133 del 2013: in tale contesto chiede di posticipare ulteriormente il termine di presentazione degli emendamenti al disegno di legge C. 1920 fino alla giornata di lunedì o di martedì 28 gennaio.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, nel sottolineare la piena disponibilità delle Presidenze a venire incontro alle esigenze dei gruppi, ritiene tuttavia impossibile accogliere la richiesta del deputato Barbanti, sottolineando come le proposte emendative che saranno presentate al provvedimento, il cui numero risulterà presumibilmente piuttosto elevato, dovranno essere valutate dalle Presidenze delle Commissioni riunite ai fini del vaglio di inammissibilità. Pertanto, un ulteriore slittamento del termine di presentazione degli emendamenti rischierebbe di impedire alle Commissioni stesse di esaminarli nel corso della prossima settimana.

  Daniele PESCO (M5S), riprendendo le considerazioni da lui avviate nel corso della seduta di ieri sull'articolo 12 del decreto-legge, ribadisce come tale disposizione contenga ulteriori favori per le compagnie assicurative, esprimendo in particolare perplessità, sulle previsioni, di cui alla lettera e) del comma 1, le quali prevedono che i titoli emessi nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione costituiscano attivi ammessi a copertura delle riserve tecniche delle imprese di assicurazione, nonché di cui alla lettera f), capoverso comma 2-ter, del medesimo comma 1, le quali consentono di computare negli attivi ammessi a copertura delle predette riserve tecniche i titoli ammessi nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione, anche ai fini dell'investimento in quote di fondi comuni. Sottolinea, infatti, come, sebbene tali norme possano utilmente aumentare la liquidità al servizio del sistema imprenditoriale, al tempo stesso esse potrebbero determinare conseguenze pericolose sulla stabilità delle predette riserve e fondi. Ritiene, invece, che occorra innanzitutto tutelare i diritti dei risparmiatori, garantendo le prospettive future e le legittime aspettative dei cittadini assicurati e di coloro che hanno investito nei fondi comuni. Preannuncia quindi la presentazione, da parte del proprio gruppo, di emendamenti volti a limitare la possibilità di investimenti rischiosi in titoli cartolarizzati.

  Luigi TARANTO (PD) intende sviluppare nel suo intervento alcune riflessioni puntuali su parti del provvedimento che presentano elementi di criticità. In relazione all'articolo 2, concernente la riforma della disciplina degli incentivi alla auto imprenditorialità ritiene che si tratti di un intervento complessivamente condivisibile, ma fa notare che la attuale formulazione ricomprende solo parzialmente il campo dei servizi (nello specifico, si parla di nuova imprenditorialità nel settore della produzione dei beni e dei servizi alle imprese): sarebbe invece opportuna un'applicazione più estesa della norma che includa anche i servizi alle persone e il commercio. Inoltre, la possibilità di accedere ai benefici (mutui agevolati a tasso zero) è concessa solo ai titolari di imprese costituite da non più di sei mesi dalla data di presentazione della domanda di agevolazione: questo termine non sembra affatto ragionevole ed eccessivamente penalizzante.
  Passando alle disposizioni dell'articolo 5, esprime un particolare apprezzamento per quanto previsto al comma 5, ovvero l'ampliamento delle competenze delle camere di commercio in materia di rilascio di attestazioni di libera vendita e commercializzazione dei prodotti e di certificazioni dei poteri di firma su atti e dichiarazioni. In questo senso, ritiene che potrebbe essere opportuno includere nelle Pag. 6certificazioni anche il rilascio della certificazione antimafia, attualmente in carico alle prefetture, al fine di velocizzare l'espletamento delle relative pratiche.
  Infine, sulle disposizioni di cui all'articolo 14, pur apprezzando l'impianto complessivo dell'articolo, recante misure di contrasto al lavoro sommerso e irregolare, esprime la propria perplessità in relazione all'entità delle sanzioni per violazione delle norme sulla durata massima del lavoro, che vengono decuplicate.

  Marco DA VILLA (M5S) segnala prima di tutto un errore nella formulazione dell'articolo 11: al comma 3 si fa riferimento infatti alle cooperative di cui al comma 1 mentre è evidente che il riferimento è alle cooperative di cui al comma 2.
  Ritiene poi doveroso segnalare la complessiva genericità degli interventi disciplinati dal decreto in esame, la imprecisione delle coperture e dell'entità degli interventi previsti (si veda ad esempio il comma 2 dell'articolo 6); fa presente che un decreto-legge dovrebbe recare norme necessarie, urgenti e di immediata applicabilità mentre il provvedimento in esame sembra essere un intervento di carattere programmatico e con effetti diluiti nel tempo.

  Filippo BUSIN (LNA) esprime totale contrarietà sull'articolo 8, preannunciando fin d'ora che il suo gruppo presenterà emendamenti soppressivi di tale disposizione. Evidenzia infatti come le norme in materia di RC auto ivi contenute, segnatamente per quanto riguarda le previsioni in materia di risarcimento in forma specifica, non realizzeranno alcuna effettiva riduzione del livello dei premi assicurativi pagati dai cittadini, mentre determinerà conseguenze devastanti per il settore delle autocarrozzerie, attribuendo alle compagnie assicurative un enorme potere di condizionamento in tale settore, che inciderà negativamente sul funzionamento di questo mercato. In particolare rileva come il meccanismo del risarcimento in forma specifica comporterà effetti di selezione avversa rispetto agli operatori del mercato delle autoriparazioni, mantenendo, paradossalmente, in vita proprio gli operatori economicamente più deboli, i quali dovranno necessariamente piegarsi alle volontà delle compagnie assicurative.

  Francesco RIBAUDO (PD) sottolinea come numerose disposizioni del decreto-legge contengano misure di incentivazione in favore delle piccole e medie imprese, soprattutto al fine di incentivare l'innovazione e l'internazionalizzazione di tale fondamentale settore dell'economia nazionale.
  In tale contesto evidenzia l'importanza delle disposizioni dell'articolo 12, che consentiranno di ampliare la liquidità a disposizione del sistema produttivo. Rileva, inoltre, come il provvedimento introduca ulteriori agevolazioni tributarie, richiamando a tale riguardo il credito d'imposta previsto dall'articolo 3 in favore delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo, nonché la detrazione per le spese sostenute dalle PMI, ovvero da consorzi o reti di PMI, relativi a interventi volti a incrementare la connettività elettronica, prevista dai commi da 10 a 14 dell'articolo 6.
  Pur rilevando come tali agevolazioni siano finanziate utilizzando la programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali comunitari, e come le risorse a tal fine previste non siano ancora sufficienti, sottolinea positivamente il fatto che le predette misure abbiano carattere automatico, eliminando pertanto aggravi burocratici per le imprese che intendano fruirne, evidenziando altresì come i predetti fondi europei potranno essere integrati da ulteriori risorse aggiuntive stanziate dalle regioni. Considera quindi utili questi benefici, i quali si applicano in tutto il territorio nazionale e avranno significativi effetti di modernizzazione del tessuto imprenditoriale, ad esempio per quanto riguarda il settore della banda larga.
  Esprime pertanto una valutazione favorevole sul decreto-legge, in particolare per l'attenzione che esso dimostra alle tematiche delle PMI.

  Giovanni PAGLIA (SEL), nel riservarsi di esprimere una più approfondita valutazione Pag. 7sull'intero provvedimento nel corso del seguito dell'esame, rileva fin d'ora come il suo gruppo intenda presentare alcune proposte di modifica dell'articolo 8, relativo alla riduzione dei prezzi delle assicurazioni RC auto, pur ritenendo condivisibile l'impostazione complessiva della disposizione. In particolare ritiene che il testo debba essere migliorato, assicurando un più corretto equilibrio tra le esigenze dei cittadini e quelle di taluni operatori del settore, quali gli operatori delle autocarrozzerie, rafforzando in tale contesto le garanzie degli assicurati nei confronti delle compagnie assicurative.
  Sottolinea quindi come la qualità del lavoro che potrà essere compiuto dalle Commissioni su questa materia inciderà fortemente sulla valutazione complessiva del provvedimento da parte del gruppo SEL.

  Angelo SENALDI (PD) con riferimento all'articolo 5, riterrebbe opportuno inserire nel testo norme di semplificazione per l'avvio dell'attività di impresa e, in particolare delle start up, provvedendo anche a velocizzare i tempi per l'acquisizione della personalità giuridica.
  In relazione all'articolo 9, che prevede misure per la diffusione della lettura pienamente condivisibili, chiede al Governo se sia possibile concentrare l'agevolazione alla categoria dei libri di testo riconoscendola solo a determinate categorie di redditi.

  Leonardo IMPEGNO (PD) intende svolgere alcune considerazioni di carattere generale in relazione all'articolo 8 del decreto concernente l'assicurazione r.c.auto. Pur comprendendo che la finalità delle disposizioni risiede nel tentativo di reprimere le frodi ed ottenere in tal modo l'abbattimento dei premi per l'utenza, ritiene che l'articolo in questione non affronti adeguatamente il problema complessivo della assicurazione r.c.auto, in particolare per quanto concerne situazioni che si verificano in ambiti territoriali definiti. Esprime la convinzione che il trattamento riservato dal sistema assicurativo all'utente deve essere legato ai comportamenti del cittadino e che i trattamenti virtuosi devono ricevere un trattamento eguale su tutto il territorio nazionale. Sottolinea in tale ambito l'esigenza di trasparenza: lo stesso cittadino, con il medesimo profilo e con residenza nel medesimo territorio può ricevere trattamenti anche notevolmente diversi dalle diverse compagnie di assicurazione, senza che sia comprensibile ed accessibile la ragione di tale diversità di trattamento: non ritiene ciò accettabile in relazione ad una assicurazione che, ricorda, è obbligatoria e quindi non dovrebbe comportare tali diseguaglianze. Gli sconti ed i trattamenti di favore dovrebbero quindi essere trasparenti ed uguali per tutti in tutto il territorio nazionale.
  Segnala inoltre che resta opaco anche un altro elemento, ovvero come vengono pagate dalle assicurazioni le eventuali sanzioni loro irrogate, esprimendo il dubbio che esse possano venire caricate sulle polizze e risultare quindi carico dei cittadini-utenti.
  Infine, si chiede e chiede al governo se è stata svolta una riflessione circa l'opportunità e la possibilità di prevedere – in relazione a particolari situazioni territoriali che rendono più complessi i comportamenti virtuosi – sconti maggiorati per gli assicurati al fine di far emergere i comportamenti maggiormente virtuosi in ambiti complessivamente disagiati.

  Itzhak Yoram GUTGELD (PD), relatore per la VI Commissione, sottolinea come molte delle osservazioni espresse nel corso del dibattito, in particolare con riferimento all'articolo 8, risultino interessanti e meritevoli di approfondimento, dichiarando pertanto la disponibilità della maggioranza a discutere in termini aperti e costruttivi sulle modifiche da apportare al predetto articolo.

  Vincenzo FOLINO (PD) segnala al Governo che all'articolo 13, comma 1, si dispone la revoca delle risorse assegnate con delibere CIPE n. 146 del 2006 e n. 33 del 2010 relative a lavori di attrezzamento Pag. 8irriguo in un distretto della Basilicata. Sottolinea che la revoca di queste delibere comporta due problemi: il primo di natura giuridica perché l'opera è stata già appaltata ed è stato sottoscritto il mutuo per il relativo finanziamento; il secondo relativo allo sviluppo del territorio perché l'opera si inserisce in una delicata azione di federalismo solidale tra Puglia e Basilicata circa l'utilizzo delle risorse. Invita pertanto il Governo a considerare la possibilità di espungere la disposizione dal testo del decreto-legge.

  Girolamo PISANO (M5S) sottolinea come molte delle norme recate dall'articolo 8 avranno l'effetto di comprimere le garanzie per gli assicurati e per i cittadini, confliggendo con alcuni principi dell'ordinamento giuridico. In tale prospettiva ritiene dunque che il predetto articolo debba essere soppresso o, quanto meno, radicalmente modificato. A tale riguardo evidenzia come la ragione fondamentale del differenziale nei prezzi delle polizze che si registra tra l'Italia e gli altri Paesi europei sia dovuto alla scarsa concorrenza esistente in tale mercato, atteso che il 90 per cento delle polizze RC auto è gestito da solo dieci compagnie, tra cui le prime tre, UNIPOL, Generali e Allianz, controllano il 60 per cento del mercato. In questa situazione tutti i tentativi finora fatti per superare il problema dell'eccessivo livello dei prezzi sono stati inutili e, anzi, si è assistito ad un ulteriore innalzamento dei costi per i cittadini, come riconosciuto dallo stesso IVASS, il quale ha più volte richiamato tale anomalia.
  Occorre pertanto giungere alla consapevolezza che gli interventi di privatizzazione o di liberalizzazione dei mercati devono essere compiuti soprattutto in quei settori in cui le società multinazionali non assicurano un adeguato livello di trasparenza. A tal fine ritiene, per quanto riguarda il settore delle assicurazioni RC auto, che sia necessario introdurre il principio di limitare le quote di mercato che ciascuna compagnia assicurativa può detenere a livello regionale.

  Mara MUCCI (M5S) sottolinea che la bozza informale di accordo di Partenariato, inviata alla Commissione europea nel dicembre 2013 destina 1,8 miliardi di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) all’«Obiettivo Tematico 2». Rileva che il 35 per cento di questa somma, pari a 630 milioni di euro, è allocato per il raggiungimento del risultato atteso relativamente alla diffusione della connettività in banda larga e ultralarga, con particolare riguardo alla riduzione dei divari digitali nei territori. Ciò al fine di assicurare una capacità di connessione ad almeno 30Mbps e di concorrere all'attuazione del «Progetto strategico Agenda digitale per la banda ultralarga». Precisa che a questi interventi se ne dovrebbero aggiungere altri più specificamente rivolti alla diffusione dell'ICT nelle imprese previsti nell'Obiettivo 3 dell'accordo sulla Competitività dei sistemi produttivi.
  Con riferimento ai Fondi 2007-20013, sottolinea che dello stanziamento previsto di 1,3 miliardi per l'ICT solo il 47 per cento è stato destinato a progetti e solo il 5 per cento è stato effettivamente speso per la banda larga.
  In relazione ai Fondi 2014-2020, osserva che da notizie stampa risulterebbero improbabili le coperture per il credito di imposta per la ricerca, gli incentivi alle PMI digitali e il bonus per l'acquisto di e-book, a causa di un mancato accordo tra l'Unione europea e l'Italia circa la programmazione per le regioni meno sviluppate, tanto da prospettarsi l'ipotesi che le regioni del Nord potrebbero essere costrette ad usare fondi propri.
  Chiede al Governo quale sia l'importo reale per finanziare il credito di imposta per la ricerca e sviluppo, i voucher per le PMI e la digitalizzazione. Lamenta che limitatissime risorse (circa 100 milioni) sono state destinate al digital divide chiedendo quale sia l'urgenza di inserire le relative disposizioni nel decreto in esame. Chiede altresì se i fondi ripartiti tra le regioni in misura proporzionale al numero delle imprese registrate presso le camere Pag. 9di commercio siano congrui alla ripartizione stabilita dalla programmazione europea rispetto al grado di sviluppo.

  Sandra SAVINO (FI-PdL) con riferimento al comma 11 dell'articolo 4, che prevede la nomina di un Commissario straordinario chiamato ad assicurare la realizzazione di interventi urgenti nell'area di crisi industriale complessa di Trieste, facendo in tale ambito riferimento ad un accordo quadro in materia, rileva la necessità di chiarire meglio la portata della disposizione, indicando quale sia l'accordo di programma cui essa si riferisce.
  Sottolinea, infatti, l'esigenza di evitare di introdurre norme meramente programmatiche, che non corrispondano efficacemente alle reali esigenze del territorio triestino, il quale è afflitto da una grave situazione di crisi economica, testimoniata dalle drammatiche vicende dell'industria siderurgica Lucchini, attualmente in amministrazione straordinaria.

  Stefano ALLASIA (LNA) osserva preliminarmente che anche il decreto-legge in esame non presenta i requisiti di necessità e urgenza, nonché di omogeneità di materia, più volte richiamati dal Presidente della Repubblica in mancanza dei quali, nello scorso mese di dicembre, il Governo ha rinunciato alla conversione in legge del cosiddetto decreto Salva Roma. Ritiene che le stesse relazioni svolte dai relatori sul decreto-legge in esame dimostrino l'eterogeneità di materia e la non urgenza delle disposizioni in esso contenute.
  Nel merito del provvedimento, concorda con le osservazioni svolte dal collega Crippa nella seduta di ieri sui contatori intelligenti, rilevando che non si è voluta ancora trovare una soluzione alle problematiche poste da questi strumenti e preannunciando la presentazione di emendamenti al riguardo. Con riferimento all'attestato di prestazione energetica rileva che la pluralità di disposizioni ha reso difficilissima l'applicazione delle norme a solo vantaggio dei professionisti coinvolti nelle procedure di vendita e locazione immobiliare.
  Chiede al Governo di conoscere quale sia la reale destinazione del credito di imposta di 600 milioni di euro, considerato che le risorse derivanti dai fondi strutturali 2014-2016 sono prevalentemente destinate al Sud. Manifesta infine un orientamento decisamente contrario alle disposizioni dell'articolo 8, in materia di assicurazione RC auto, soprattutto in relazione alle misure relative alle carrozzerie che giudica potenzialmente dannose per questo settore produttivo.

  Aris PRODANI (M5S) intervenendo sull'articolo 4, chiede al Governo di chiarire a quali accordi di programma si faccia riferimento per l'attuazione di progetti integrati di bonifica e riconversione industriale di SIN. Chiede inoltre al rappresentante del Governo di valutare l'opportunità che un medesimo soggetto ricopra l'incarico di commissario per la gestione dell'area di crisi complessa di Trieste e di commissario di un'area soggetta all'Autorità portuale di Trieste

  Raffaello VIGNALI (NCD), relatore per la X Commissione, precisa al collega Allasia che le relazioni svolte hanno dato conto del complesso del provvedimento. Ricorda di aver espresso anche un rilievo critico in merito alla previsione nel testo di numerosi decreti attuativi, invitando i colleghi a presentare emendamenti volti a individuare soluzioni di immediata applicazione delle disposizioni recate dal decreto-legge.

  Il Sottosegretario Simona VICARI con riferimento in particolare alle disposizioni sulla RC auto, sottolinea che il Governo non intende presentare proposte di modifica sul testo presentato. Ricorda che, prima dell'adozione del decreto-legge in esame, il Ministero dello sviluppo economico ha istituito un tavolo sul settore assicurativo con l'IVASS e l'Autorità per la concorrenza e il mercato al fine di verificare nel più breve tempo possibile gli aspetti da modificare per equiparare il costo dei premi assicurativi ai livelli europei. Il risultato di questo lavoro è stato Pag. 10trasmesso al Consiglio dei ministri che ne ha tenuto conto nella scrittura del testo dell'articolo 8. Preannuncia che il Governo quindi non presenterà emendamenti, ma assicura che darà la massima disponibilità ad accogliere proposte che – fermi restando gli obiettivi di riduzione del costo delle assicurazioni – procedano nell'interesse comune dei cittadini o di altre categorie produttive. Ricorda di aver incontrato le associazioni che rappresentano i carrozzieri, nei confronti dei quali il Governo non ha alcun intento persecutorio, e di aver chiesto loro di considerare la possibilità di espellere o sospendere dalla categoria i soggetti che hanno effettuato truffe nei confronti delle assicurazioni, sull'esempio di quanto fatto da Confindustria nel Sud verso gli imprenditori che pagavano il pizzo. Ritiene che Governo e Parlamento debbano essere uniti nel chiedere rigore e trovare, al contempo, soluzioni che non penalizzino i carrozzieri onesti e che procedano nell'interesse di tutti i cittadini.
  Con riferimento all'articolo 1, sottolinea che, per quanto riguarda le maggiori garanzie richieste per la fascia bioraria, il prezzo all'ingrosso che riflette la tariffa è unico, in quanto risultato dei prezzi di offerta delle varie tecnologie. Non esistono al momento prezzi distinti (ad esempio prezzo per rinnovabili e prezzo per energia fossile), che consentano una maggiore trasparenza in sede di fatturazione. Ritiene che ciò potrà essere garantito con il recepimento della direttiva UE/2012/27, previsto entro giugno 2014, che assicura maggiore chiarezza sui costi dell'energia elettrica e del gas. La direttiva prescrive infatti misure atte a garantire che le informazioni sulla fatturazione siano precise e fondate sul consumo reale.
   In merito al prezzo minimo garantito, ritiene che non vi sia un impianto familiare non incentivato; se esistesse, sarebbe salvaguardato dalla norma, che si applica ai soli impianti incentivati. Sono pochissimi gli impianti familiari (peraltro già incentivati) che accedono al ritiro anziché allo scambio sul posto. Per tutte le fonti, la potenza media degli impianti che accedono al ritiro è di alcune centinaia di kW; per il fotovoltaico (che genera buona parte degli oneri del ritiro), la potenza media è prossima a 250 kW. Relativamente al prezzo minimo garantito fornisce alle Commissioni una tabella, estratta dalla delibera AEEG (vedi allegato). Il prezzo medio pagato da GSE è stato di 8,3 c euro/kWh, mentre il ricavo medio è stato di 7,3 c euro/kWh. L'energia complessivamente ritirata è stata pari a 24,8 TWh, di cui ben 13,6 TWh fotovoltaico incentivato. Sottolinea che i prezzi minimi garantiti sono più vantaggiosi del prezzo di mercato per gli impianti fino a 1 MW e nel limite di 2000 MWh annui (i dati si riferiscono al 2012).
  Con riferimento ai commi 7 e 8 dell'articolo 1, relativo alle modifiche apportate al decreto legislativo n. 192 del 2005 in materia di obblighi attestato di prestazione energetica (dotazione; informazione; consegna; allegazione), osserva quanto segue. Come correttamente richiamato dall'onorevole Crippa, l'articolo 12, comma 2, della direttiva 2012/31/UE, prevede che l'attestato di prestazione energetica sia mostrato e consegnato all'acquirente ovvero al locatario. Ne discende che, data anche l'importanza dell'informazione che l'APE fornisce in ordine alla prestazione energetica dell'edificio, l'obbligo di allegazione assume un ruolo ineludibile e, affinché esso sia sufficientemente efficace, deve essere necessariamente accompagnato da una sanzione per la trasgressione dell'obbligo. La pena di nullità, tuttavia, appare eccessivamente sproporzionata, rispetto all'entità dell'obbligo, mentre la sanzione pecuniaria, prevista dalla modifica introdotta al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, dal decreto legge in esame risulta maggiormente adeguata. Pertanto, in materia di obbligo di allegazione dell'APE e relativa sanzione per inadempimento, ritiene opportuno confermare quanto previsto dall'articolo 1, commi 7 e 8 del decreto-legge 23 dicembre 2014, n. 147.
  Con riferimento alle osservazioni svolte nella seduta di ieri dall'onorevole Pisano rileva una incongruenza tra la norma di Pag. 11cui all'articolo 1, comma 9, lettera b), del decreto-legge e la relazione illustrativa del provvedimento. Osserva che la norma elimina gli interventi per il contenimento dei consumi energetici degli edifici dall'elenco delle innovazioni che possono essere decise a maggioranza semplice dall'assemblea condominiale, riconducendole tra le innovazioni che devono essere decise a maggioranza qualificata, mentre la relazione illustrativa afferma, al contrario, che la disposizione ha l'effetto di favorire gli interventi per il risparmio energetico, riducendo la maggioranza richiesta per l'adozione delle relative decisioni da parte dell'assemblea condominiale. L'osservazione appare fondata, per le seguenti motivazioni. Gli interventi ricompresi nell'elenco di cui all'articolo 1120, comma secondo, punto 2) del codice civile, richiedono, ai fini dell'approvazione in assemblea condominiale, la maggioranza degli intervenuti e la metà del valore dell'edificio (maggioranza di cui all'articolo 1136, comma secondo del codice civile). Eliminare gli interventi per «il contenimento del consumo energetico degli edifici» dal suddetto elenco, comporta di ricondurre gli stessi nell'ambito di applicazione del primo comma dell'articolo 1120 del codice civile, che richiede, per l'approvazione delle innovazioni, la maggioranza degli intervenuti ed almeno i 2/3 del valore dell'edificio (articolo 1136, comma quinto del codice civile). Osserva che la previsione di cui alla lettera b), dell'articolo 1, comma 9 del decreto-legge destinazione Italia, non pare favorire gli interventi diretti a conseguire un risparmio energetico, in quanto, di fatto, aumenta la maggioranza richiesta per l'adozione delle relative decisioni da parte dell'assemblea condominiale.
  Per gli interventi su edifici e impianti individuati attraverso APE o diagnosi energetica, l'articolo 26, comma 2, della legge n. 10 del 1991, come modificato dalla legge n. 220 del 2012, prevede che le relative decisioni siano assunte dall'assemblea a maggioranza degli intervenuti e con un numero di voti che rappresenti almeno 1/3 del valore dell'edificio. Si precisa, contrariamente a quanto sostenuto, che su tale disposizione normativa, il decreto-legge in esame non interviene. Pertanto, la previsione peggiorativa introdotta dal comma 9, lettera b), articolo 1 del decreto in esame insiste soltanto sugli interventi per il contenimento dei consumi degli edifici che non sono espressamente previsti nell'ape o nella diagnosi energetica.

  Filippo BUSIN (LNA), integrando le considerazioni espresse in precedenza, esprime una valutazione positiva sulla norma di cui all'articolo 14, comma 1, lettera e), la quale dispone l'assunzione di 250 ispettori del lavoro, colmando in tal modo le carenze di organico di tali figure professionali nell'amministrazione pubblica, mentre considera del tutto velleitarie le previsioni, recate dalle lettere a) e b) del medesimo comma 1, che aumentano in modo spesso abnorme le sanzioni amministrative per violazioni alla disciplina sul lavoro. Rileva infatti come tali aggravi risulteranno vessatori nelle aree del Paese, ubicate soprattutto al Nord, in cui le predette violazioni risultano assai rare, mentre risulteranno inefficaci nelle altre zone, dove il fenomeno ha carattere massivo.

  Girolamo PISANO (M5S), riprendendo le considerazioni espresse dal Sottosegretario circa le pressioni esercitate dalle lobbies sugli interventi legislativi in materia di liberalizzazione adottati nel corso della precedente Legislatura, rileva come la pressione dei gruppi di interesse sul Parlamento e sul Governo sia enorme, determinando previsioni normative che non tutelano gli interessi dei cittadini.
  In tale contesto sottolinea, con riferimento alle tematiche delle assicurazioni RC auto, come le audizioni svolte in materia dalla Commissione Finanze in questi ultimi mesi abbiano fatto emergere una serie di rapporti di potere tra molti soggetti, anche istituzionali, richiamando a tale proposito i legami esistenti tra l'IVASS e il mondo delle assicurazioni, nonché tra lo stesso Partito Democratico e una delle principali compagnie assicurative italiane, UNIPOL. Il problema è dunque che le Pag. 12lobbies non sono esterne alle istituzioni, ma operano già all'interno del Parlamento e di alcune forze politiche. In tale prospettiva evidenzia come alcuni dei dati forniti alla VI Commissione nel corso del predetto ciclo di audizioni non risultino affidabili, rilevando a tale proposito come le valutazioni dell'IVASS circa il livello eccessivo dei costi dei risarcimenti connessi all'incidentalità stradale siano stati smentite da alcune istituzioni europee e dall'Organismo unitario dell'avvocatura.
  Ribadisce, quindi, come l'elemento che impedisce una reale riduzione dei prezzi delle polizze sia costituito dallo scarso livello di concorrenza che caratterizza tale mercato, sottolineando come una svolta decisiva in questo ambito possa essere data dal fatto che nell'attuale Parlamento sono presenti forze politiche nuove, non subalterne ad interessi di parte. Auspica pertanto che, anche per tale ragione, sia possibile modificare radicalmente il contenuto dell'articolo 8 nel corso dell'esame parlamentare.

  Davide CRIPPA (M5S) ringrazia innanzitutto il sottosegretario Vicari per la disponibilità manifestata ad accogliere modifiche del testo in esame. Osserva che la tabella fornita dal sottosegretario fa riferimento alla deliberazione dell'AEEG n. 280/07, ma che dal 1o gennaio 2014 l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha stabilito un prezzo unico non differenziato tra i vari tipi di impianti, pari a 38 euro a megawattora. Ritiene che si debba tenere conto della diversità degli impianti perché il prezzo minimo garantito era stato assegnato per remunerare i costi di manutenzione e di gestione degli impianti stessi.
  Chiede altresì chiarimenti sull'affermazione del sottosegretario in merito all'obbligatorietà di allegare l'attestato di prestazione energetica. Chiede al Governo se sia disponibile ad accogliere un emendamento che preveda la soppressione delle parole «tranne che nei casi di locazione delle singole unità immobiliari», disposizione che non compare in alcun modo nella direttiva 2010/31/UE.
  Chiede infine se sia possibile riconsiderare le disposizioni che hanno recentemente escluso alcune categorie di laureati nel vecchio ordinamento dalla possibilità di redigere attestati di certificazione energetica.

  Itzhak Yoram GUTGELD (PD), relatore per la VI Commissione, nel premettere di nutrire massima stima per il deputato Pisano, non ritiene tuttavia opportuno che appelli contro le pressioni esercitate dalle lobbies sul Parlamento siano espressi da un Movimento che annovera al suo interno rappresentanti di alcuni degli interessi professionali, certamente legittimi, quali quelli degli avvocati, coinvolti dalle previsioni dell'articolo 8.
  Ritiene, invece, che il dibattito in materia dovrebbe essere basato su elementi di fatto, sottolineando al riguardo come la Commissione Finanze abbia a tal fine compiuto un ampio ciclo di audizioni, durante il quale sono emersi dati e punti di vista che sono stati ufficialmente sottoposti alla valutazione dell'IVASS. In tale ambito è emerso come le informazioni presentate dagli esponenti dell'avvocatura non spiegano le ragioni per le quali i prezzi delle polizze RC auto risultino doppi rispetto a quelli registrati mediamente negli altri Paesi europei.
  Ribadisce quindi la disponibilità della maggioranza a discutere in modo aperto tali questioni sulla base di elementi oggettivi.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare sul provvedimento, ricordando che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 18 di domani.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.

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