CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 novembre 2013
129.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 47

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 novembre 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Roberta Pinotti.

  La seduta comincia alle 9.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012.
C. 1619 Governo.

(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Elio VITO, presidente, segnala che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Carlo GALLI (PD), relatore, osserva che il provvedimento in esame, sul quale la Commissione difesa è chiamata a rendere il parere alla Commissione affari esteri, reca il disegno di legge di ratifica del Protocollo del 13 giugno 2012 sulle preoccupazioni del popolo irlandese nei confronti del Trattato di Lisbona, sottoscritto in esito ai risultati del referendum irlandese del 12 giugno 2008 che respinse la ratifica del Trattato stesso.
  Ricorda, in premessa, che per porre rimedio alla situazione determinatasi a seguito dei risultati di tale referendum, il Pag. 48Consiglio europeo di Bruxelles del 18-19 giugno 2009 ha adottato una decisione avente ad oggetto una serie di garanzie giuridiche riguardanti l'Irlanda in materia di diritto alla vita, protezione della famiglia, istruzione, fiscalità, sicurezza e difesa. Tale decisione avrebbe costituito, al momento del primo Trattato di adesione di un nuovo Stato all'Unione europea in ordine temporale, il presupposto di un Protocollo da ratificare da parte di tutti gli Stati membri e da allegare al Trattato sull'Unione europea e al Trattato di funzionamento dell'Unione europea. L'esito positivo della nuova consultazione referendaria, svoltasi il 2 ottobre 2009, ha così potuto portare all'approvazione da parte dell'Irlanda del Trattato di Lisbona.
  Rileva, dunque, che il Protocollo in esame – nel quale viene sancito il primato delle norme costituzionali irlandesi in materia di famiglia, di diritto alla vita e all'istruzione sulle norme della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea – conclude la grave impasse creatasi nelle sedi europee con la bocciatura del testo del Trattato di Lisbona, giudicato per molti profili troppo «invasivo» da parte del corpo elettorale irlandese. In sostanza, il Protocollo rappresenta una rivalsa del principio di sovranità degli Stati sul principio del federalismo.
  Segnala, quindi, che le norme di interesse della Commissione difesa si rinvengono nell'articolo 3, dedicato alle questioni della sicurezza e difesa. In particolare, il primo capoverso conferma sostanzialmente quanto previsto dal comma 1, dell'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea, in ordine ai fondamenti dell'azione internazionale dell'Unione ovvero: diffusione della democrazia e dello Stato di diritto, diritti dell'uomo e libertà fondamentali, uguaglianza e solidarietà, principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Il secondo capoverso, invece, reitera le previsioni del comma 1 dell'articolo 42 del Trattato sull'Unione europea, in base al quale la politica di sicurezza e difesa comune dell'Unione è parte integrante della politica estera e di sicurezza comune ed è prevista una capacità operativa dell'Unione europea anche mediante missioni all'esterno del territorio dell'Unione per il mantenimento della pace, omettendo tuttavia, quella parte della disposizione che prevede che per l'esecuzione di tali compiti l'Unione europea si basi sulla capacità fornite dagli Stati membri. Il terzo capoverso salvaguarda la politica di sicurezza e difesa di ciascuno degli Stati membri, come anche gli obblighi di ciascuno di tali Stati, mentre il quarto capoverso prevede che il Trattato di Lisbona non condizioni né pregiudichi la tradizionale politica di neutralità militare della Repubblica d'Irlanda. Infine, il quinto capoverso riserva all'Irlanda, o a qualsiasi altro Stato membro, la decisione sulla partecipazione o meno alle operazioni militari europee, conformemente alle norme giuridiche nazionali esistenti in materia.
  Per quanto riguarda il disegno di legge di ratifica, rileva che questo si compone di tre articoli che contengono le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica (articolo 1), il relativo ordine di esecuzione (articolo 2) e l'entrata in vigore (articolo 3). Al riguardo, segnala che il Protocollo sarebbe dovuto entrare in vigore entro il 30 giugno scorso, qualora tutti i Paesi lo avessero ratificato ma, non essendo ciò accaduto, sarà in vigore dal primo giorno del mese successivo al deposito dell'ultimo strumento di ratifica.
  Nel ritenere, dunque, auspicabile una rapida conclusione del suo esame, si riserva di presentare una proposta di parere favorevole anche sulla base del dibattito che si dovesse sviluppare.

  Il sottosegretario Roberta PINOTTI manifesta apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, che ritiene condivisibile ed esaustivo.

  Massimo ARTINI (M5S), richiamando quanto evidenziato dal relatore in merito alla circostanza che il Protocollo non risulta ancora ratificato da parte di tutti gli Stati membri dell'Unione europea, domanda quali conseguenze potrebbero derivare sulla politica di sicurezza e difesa Pag. 49dell'Unione nel caso in cui il Protocollo stesso non dovesse entrare in vigore. Chiede, infine, se tale aspetto potrebbe comportare implicazioni anche sulle decisioni che il Consiglio europeo, in programma nel prossimo mese di dicembre, dovrebbe assumere in materia di difesa.

  Carlo GALLI (PD), relatore, sottolinea come il Protocollo in esame rappresenti lo strumento con il quale è stato dato accoglimento alle preoccupazioni manifestate dal popolo irlandese e, quindi, va nella direzione di superare le difficoltà registrate nel 2008 riguardo alla ratifica del Trattato di Lisbona.

  Marco MARCOLIN (LNA) giudica positivamente l'atteggiamento irlandese che dimostra l'impegno dell'Irlanda a tutela della propria sovranità nazionale.

  Carlo GALLI (PD), relatore, presenta una proposta di parere favorevole, che illustra (vedi allegato 1).

  Domenico ROSSI (SCpI) ritiene condivisibile la proposta di parere favorevole del relatore, evidenziando peraltro che lo stesso Trattato di Lisbona richiama il concetto della sovranità nazionale nell'ambito della politica di sicurezza e difesa europea.

  Donatella DURANTI (SEL), nel preannunciare il voto favorevole da parte del gruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà sulla proposta di parere del relatore, esprime rammarico per il fatto che il Trattato di Lisbona non preveda, nell'ambito della politica di sicurezza e difesa comune, alcun riferimento al ripudio della guerra.

  Luca FRUSONE (M5S) valuta positivamente la proposta di parere formulata dal relatore e condivide le valutazioni espresse testé dall'onorevole Duranti. Ritiene, infine, che anche il nostro Paese dovrebbe ispirarsi, nella politica di sicurezza e difesa comune, all'atteggiamento irlandese con riferimento, in particolare, alla possibilità di non partecipare alle missioni internazionali.

  Salvatore CICU (FI-PdL), nel dichiarare il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore, sottolinea come la nostra Costituzione già preveda, all'articolo 11, il ripudio della guerra. Ritiene, infine, che non debba essere giudicare negativamente la difformità degli ordinamenti dei singoli Stati membri dell'Unione europea.

  Francesco Saverio GAROFANI (PD) ritiene che l'operato del nostro Governo in sede europea e, in particolare, per quanto attiene alla politica di sicurezza e difesa comune sia positivo e pertanto preannuncia, anche a nome dei colleghi del gruppo del Partito Democratico, un voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

  La seduta termina alle 9.20.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 27 novembre 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Roberta Pinotti.

  La seduta comincia alle 9.20.

Deliberazione di un'indagine conoscitiva in materia di servitù militari.
(Deliberazione).

  Elio VITO, presidente, ricorda che nella riunione del 19 novembre 2013 l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione ha convenuto in modo unanime sull'opportunità di procedere allo svolgimento di un'indagine conoscitiva in materia di servitù militari. Sottolinea che l'indagine conoscitiva è stata inizialmente proposta dall'onorevole Pag. 50Cicu sulla base di una proposta di programma che, nella sede dell'Ufficio di presidenza, ha ricevuto fin da subito il convinto sostegno da parte dell'onorevole Scanu, anche in considerazione della qualità che i due colleghi rivestono di relatori sugli atti del Governo nn. 32 e 33, in corso di esame presso la Commissione e la cui materia è strettamente connessa ai temi dell'indagine (vedi allegato 2).
  Ricorda anche, come già espresso in precedenza e chiarito all'articolo 144, comma 1, del Regolamento, che l'indagine conoscitiva è uno strumento procedurale avente natura conoscitivo-ricognitiva, mediante il quale le Commissioni, nelle materie di loro competenza, acquisiscono notizie, informazioni e documenti utili ai fini dell'attività della Camera. Trattasi, pertanto, di procedura cui resta evidentemente estranea ogni finalità di controllo, di indirizzo o ispettiva, tipica invece di altri strumenti parlamentari.

  Emanuela CORDA (M5S) segnala di condividere il grande interesse dei colleghi citati dal presidente Vito rispetto all'oggetto dell'indagine conoscitiva, in considerazione della sua provenienza da una Regione come la Sardegna in cui rilevante è il peso delle servitù militari. Fa quindi presente che, insieme ad altri deputati del Movimento Cinque Stelle, nella giornata di domani si recherà in vista presso il poligono di Capo Teulada e dichiara di mettere a disposizione della Commissione e dell'indagine le eventuali risultanze di tale esperienza sul campo.

  Elio VITO, presidente, precisa che qualora dovesse nello svolgimento dell'indagine conoscitiva emergere l'opportunità di svolgere missioni o sopralluoghi presso alcune aree interessate da servitù militari la Commissione potrà sicuramente deliberare al riguardo. Non ritiene, tuttavia, di poter accedere alla richiesta dell'onorevole Corda in considerazione del fatto che la missione cui ha fatto riferimento non è stata deliberata dall'Ufficio di presidenza della Commissione. Prospetta, infine, dato il notevole interessamento che l'indagine conoscitiva dimostra di raccogliere da parte di tutti i gruppi e di taluni colleghi in particolare, l'eventualità che la Commissione proceda ad istituire un Comitato ad hoc.

  Donatella DURANTI (SEL), con riferimento al programma dell'indagine, evidenzia l'opportunità di ampliare il più possibile l'elenco dei rappresentanti delle regioni e degli enti locali, ritenendo che, ad esempio, anche la Puglia rappresenti un'area del Paese di sicuro interesse.

  Elio VITO, presidente, rassicura la collega Duranti che l'elenco di soggetti da audire con riferimento alla categoria di rappresentanti di regioni e di enti locali non è da considerarsi limitato a talune regioni.

  Domenico ROSSI (SCpI) ritiene che l'indagine in titolo rivesta grande interesse nell'ottica di contemperare tutte le esigenze connesse all'imprescindibile attività addestrativa delle Forze armate nell'ottica del processo di revisione dello strumento militare in corso. Infatti, occorre, da un lato, garantire un adeguato addestramento delle Forze armate, cosa che si può fare soltanto mettendo a loro disposizione opportune aree dove potersi esercitare, dall'altro, procedere a una riduzione delle servitù militari stesse anche attraverso un loro riequilibrio sul territorio nazionale prendendo in considerazione regioni meno gravate di altre, come ad esempio la Sicilia nel raffronto con la Sardegna.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera all'unanimità la proposta del presidente.

  Elio VITO, presidente, esprimendo compiacimento per la deliberazione della Commissione invita i colleghi Cicu e Scanu, anche nella loro qualità di capogruppo e di parlamentari particolarmente esperti sulla materia oggetto dell'indagine conoscitiva, a volerne seguire lo svolgimento, contribuendo in modo attivo alla miglior organizzazione dei lavori, con riferimento alla individuazione delle tematiche Pag. 51di volta in volta da approfondire, alle audizioni e, in fine, alla stesura della proposta di documento conclusivo.

  La seduta termina alle 9.25.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 27 novembre 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Roberta Pinotti.

  La seduta comincia alle 9.25.

Proposta di nomina del tenente generale del ruolo normale dell'Arma dei trasporti e dei materiali dell'Esercito Vincenzo Porrazzo a presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate.
Nomina n. 15.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina in oggetto.

  Elio Massimo PALMIZIO (FI-PdL), relatore, rileva che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere, ai sensi della legge n. 14, del 24 gennaio 1978, sulla proposta di nomina del Tenente generale del ruolo normale dell'Arma dei trasporti e dei materiali dell'Esercito, Vincenzo Porrazzo, a presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate.
  Fa, quindi, presente che la proposta è stata trasmessa lo scorso 12 novembre dal Ministro per i rapporti con il Parlamento con lettera in cui si dava contestualmente notizia dell'avvio in data 8 novembre 2013 della procedura per la nomina, si trasmetteva il curriculum vitae del candidato e si dava altresì conto della sussistenza dei requisiti per l'assunzione dell'incarico.
  Segnala, in via di premessa, che il parere richiesto dovrà essere motivato anche in relazione ai fini e agli indirizzi della gestione da perseguire. Inoltre, sempre ai sensi della citata legge del 1978, la richiesta di parere da parte del Governo deve contenere l'esposizione della procedura seguita per la designazione, dei motivi professionali che la giustificano e degli eventuali incarichi già svolti dal candidato.
  Infine, ricorda che, fatte salve le incompatibilità sancite da leggi speciali, le nomine di presidenti di istituti e di enti pubblici sono incompatibili, tra l'altro, con le funzioni di dipendente dell'amministrazione cui compete la vigilanza.
  Quanto alla Cassa di previdenza delle Forze armate – istituita nel 2009 con decreto del presidente della Repubblica e oggi disciplinata dal Codice dell'ordinamento militare, dal Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare e dal decreto del Ministro della difesa del 1o luglio 2010 – osserva che tale ente è «organo con personalità giuridica di diritto pubblico, istituito nell'ambito della struttura organizzativa del Ministero della difesa, alla cui vigilanza è sottoposta. La Cassa gestisce i fondi previdenziali in conformità e nei limiti di quanto disposto dal codice e secondo criteri ispirati a principi di uniformità gestionale, fatti salvi il vigente regime previdenziale e creditizio che regola i singoli istituti, la salvaguardia dei diritti maturati dagli iscritti, nonché la separazione e l'autonomia patrimoniale e contabile di ciascun fondo stesso. Resta ferma la disciplina recata dal codice in materia di iscrizione, contribuzione ed erogazione delle prestazioni».
  Evidenzia, inoltre, che gli organi direttivi della Cassa sono il presidente, il Consiglio di amministrazione, e il Collegio dei revisori e che i componenti di tali organi prestano la propria attività pro bono, restando in carica per tre anni, con possibilità di riconferma per un ulteriore mandato non rinnovabile.
  Osserva, poi, che il Presidente è il rappresentante legale della Cassa, del cui funzionamento risponde al Consiglio di amministrazione e al Ministro della difesa e segue l'attuazione delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione, avvalendosi Pag. 52del coordinato supporto delle strutture e dell'organizzazione del Ministero della difesa. Esso è scelto tra i membri effettivi del Consiglio di amministrazione (escluso il rappresentante degli ufficiali in quiescenza) ed è nominato su proposta del Ministro della difesa.
  Rileva, quindi, che secondo quanto previsto dal Testo unico del 2010 (articolo 77, comma 2) nel caso in cui il Presidente sia scelto tra i membri effettivi appartenenti al personale militare in servizio attivo, deve essere designato a ricoprire tale incarico un ufficiale di grado non inferiore a generale di divisione o corrispondente, in base a un criterio di rotazione tra le Forze armate, sentito il Capo di stato maggiore della difesa e previa intesa con gli organi di vertice delle Forze armate.
  Passando al merito della nomina in titolo, ricorda che il 1o luglio 2013 sono scaduti i mandati del presidente della Cassa, Ammiraglio Alberto Gauzolino, e del Consiglio di amministrazione. A seguito dell'avvenuto rinnovo del Consiglio di amministrazione della Cassa, disposto dal Ministro della difesa con decreto del 24 ottobre 2013, nella seduta dell'8 novembre 2013, il Consiglio dei ministri ha quindi avviato la procedura per la nomina del Tenente generale del ruolo normale dell'Arma dei trasporti e dei materiali dell'Esercito, Vincenzo Porrazzo – il cui curriculum vitae è in distribuzione – a presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate.
  Nel preannunciare una valutazione senz'altro favorevole, segnalando peraltro che l'omologa Commissione del Senato ha già espresso parere favorevole nella seduta dello scorso 20 novembre, rileva, tuttavia, che la richiesta trasmessa dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento non è esplicita quanto al presupposto dell'avere sentito previamente il Capo di stato maggiore della difesa e del raggiungimento della previa intesa con gli organi di vertice delle Forze armate. La stessa richiesta omette, altresì, di precisare i motivi professionali che giustificano la designazione e gli eventuali incarichi già svolti dal candidato (come richiesto dall'articolo 4 della legge n. 14 del 1978). Infine, fa presente che il curriculum vitae del candidato appare di ardua lettura e non contribuisce ad esplicitare tali aspetti. Al riguardo sarebbe pertanto opportuno un chiarimento da parte del rappresentante del Governo.

  Il sottosegretario Roberta PINOTTI rileva che le considerazioni svolte dal relatore appaiono pertinenti e condivisibili. Assicura, quindi, che nelle prossime occasioni il Dicastero curerà la predisposizione del curriculum vitae in modo da renderlo più leggibile anche a coloro che abbiano meno dimestichezza con i termini tecnici militari.
  Precisa, infine, che l’iter della nomina si è svolto conformemente al dettato dell'articolo 77, comma, del Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare evidenziando, in particolare, che è stato sentito il Capo di stato maggiore della difesa previa intesa con gli organi di vertice delle Forze armate, come risulta dal relativo documento che deposita (vedi allegato 3).

  Elio VITO, presidente, dà atto delle sostituzioni e dei deputati in missione. Quindi, prima di procedere all'appello nominale, mediante il sistema delle palline bianche e nere, avverte che la votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  Elio VITO, presidente, comunica il risultato della votazione:
   Presenti 24   
   Votanti 24   
   Astenuti  8   
   Maggioranza 13   
    Hanno votato 16    
    Hanno votato no  0    
  (La Commissione approva).

  Elio VITO, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé Pag. 53espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Adornato, Artini, Basilio, Bolognesi, Cicu, Corda, D'Arienzo, Duranti, Frusone, Carlo Galli, Garofani, Marantelli, Marcolin, Nastri, Ottobre, Palmizio, Petrenga, Giuditta Pini, Gagnarli (in sostituzione di Rizzo), Rossi, Scanu, Tofalo, Villecco Calipari e Vito.

  La seduta termina alle 9.50.

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