CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 novembre 2013
120.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 18

COMITATO DEI NOVE

  Martedì 12 novembre 2013.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per la realizzazione e l'esercizio di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con Allegati, fatto a Roma il 30 gennaio 2012.
C. 1309-A.

  Il Comitato dei nove si è riunito dalle 10.10 alle 10.30.

SEDE REFERENTE

  Martedì 12 novembre 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Intervengono il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù, e il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 14.10.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013.
C. 1710 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 24 ottobre scorso.

  Il sottosegretario Claudio DE VINCENTI sottolinea l'importanza del collegamento internazionale derivante dal progetto TAP che consentirà di ottenere risultati importanti per il sistema strategico energetico italiano sviluppando, altresì, il ruolo dell'Italia nel mercato europeo.
  Segnala, relativamente al cosiddetto «corridoio sud» che porterà il gas dall'Asia centrale all'Europa, che tale infrastruttura è considerata prioritaria dalle istituzioni europee.
  Evidenzia che il gasdotto consentirà di differenziare le fonti di approvvigionamento di energia permettendo di raggiungere elevati livelli di sicurezza sia per Pag. 19l'Italia che per l'Europa. Fa presente, inoltre, che tale opera permetterà un aumento della concorrenza sul mercato interno con l'effetto di abbassare i prezzi.
  Ricorda i punti chiave della strategia energetica nazionale sottolineando, in particolare, il ruolo chiave di due driver energetici quali le energie rinnovabili, che avranno un ruolo crescente nel lungo periodo, ed il gas che ha un impatto ambientale inferiore al carbone.
  Ribadisce che riuscire a rendere l'Italia un hub del gas in Europa significherebbe poter differenziare le fonti di approvvigionamento di energia, integrare l'Italia nel mercato europeo ed allineare i prezzi dell'energia nel nostro Paese a quelli vigenti in Europa.
  Ricorda che l'investimento in quest'opera è finalizzato a consentire il cosiddetto reverse flow facendo così dell'Italia sia un territorio che riceve gas sia un luogo di trasmissione dello stesso verso altre destinazioni. Segnala che l'impegnativo lavoro diplomatico, svolto assieme al viceministro Dassù, ha permesso di raggiungere l'obiettivo di garantire che la realizzazione del «corridoio sud» passi attraverso la Trans Adriatic Pipeline (TAP) e non tramite il Nabucco. Fa presente che il consorzio TAP nei prossimi mesi dovrà prendere alcune decisioni importanti sui tempi di realizzazione del gasdotto.
  Nel sottolineare che l'Italia deve continuare ad avere un ruolo leader per la strategia energetica europea, pone l'attenzione sulla necessità che l'Accordo in esame sia ratificato al più presto anche per procedere celermente alla realizzazione del progetto. Evidenzia che è stata avviata in queste settimane una attività di studio per verificare quali siano le modalità concrete di approdo del gas sul territorio italiano nonché le modalità di collegamento con la rete energetica italiana. Ricorda che è tuttora in corso un confronto tecnico sul tema dell'impatto ambientale segnalando che la regione Puglia, d'intesa con il Governo, ha varato una fase consultiva pubblica che testimonia l'attenzione delle istituzioni al punto di vista dei cittadini relativamente alla questione.

  Diego DE LORENZIS (M5S), ricordando le sue origini pugliesi, essendo nato in provincia di Lecce, territorio, peraltro, particolarmente interessato dall'opera in discussione, evidenzia, tuttavia, di voler intervenire per evidenziare problematiche che riguardano più in generale l'Italia. Replicando al sottosegretario De Vincenti segnala, quanto all'asserita strategicità della TAP, che il gas trasportato non si fermerà in Italia ma arriverà in altri Paesi, circostanza, questa, che prova come i profitti del gasdotto saranno realizzati da compagnie aventi sede in Gran Bretagna ed in altri Paesi del Nord Europa e non dall'Italia. Quanto alla questione della sicurezza dell'opera, ricorda la recente notizia della chiusura di un altro gasdotto a causa delle proteste dei cittadini di Gela. Sottolinea, relativamente allo sforzo diplomatico cui ha fatto riferimento il Governo, che il tracciato della TAP passerà attraverso Paesi quali l'Azerbaigian e la Turchia dove esistono noti problemi legati alla tutela dei diritti umani. Fa presente che in Europa il consumo di gas è in calo e segnala, altresì, che il Governo ha omesso di riferire che in Italia il gas è ampiamente sottoutilizzato. Ricorda che, nonostante gli italiani abbiano scelto con un referendum di abolire l'energia nucleare, si assiste, tuttavia, alla progressiva chiusura delle centrali a turbogas a favore delle centrali a carbone più vantaggiose economicamente ma di gran lunga più inquinanti per l'ambiente. Al riguardo, chiede al Governo per quale ragione la centrale a carbone di Brindisi non è stata mai riconvertita in centrale a gas. Chiede, inoltre, chiarimenti al Governo circa la previsione dell'Accordo in esame secondo cui il livello dei prezzi dell'energia sarà definito in regime di sostanziale monopolio per 25 anni, permettendo, in tal modo, il rientro degli investimenti effettuati dalle banche ma ledendo, evidentemente, il regime della concorrenza. Con riferimento alla questione dei due driver, ossia le energie rinnovabili ed il gas, ricorda lo scempio causato a molti terreni agricoli dalla politica degli incentivi concessi alle multinazionali nonché dei contributi attribuiti ad Pag. 20inceneritori o cementifici considerati assimilabili dalla normativa vigente alle energie rinnovabili. Segnala che la partecipazione pubblica attivata dalla regione Puglia e dal Governo è tardiva, considerato che le istituzioni hanno avuto molto tempo per approfondire le problematiche sottese alla realizzazione del progetto. Lamenta una mancanza di visione a lungo termine da parte del Governo, relativamente ad una materia, quella della politica energetica, che investe direttamente il futuro dei nostri figli e sottolinea l'assoluta necessità di sviluppare le energie rinnovabili che consentirebbero di raggiungere l'autonomia energetica, economica e sanitaria del nostro Paese. Sul tema della salute evidenzia che un comitato di esperti formato in seno al WWF ha di recente approfondito alcuni problemi connessi alla realizzazione della TAP tra i quali, ad esempio, i pericoli che corrono i cittadini residenti in prossimità del gasdotto. Fa presente, infine, che esiste un documento redatto dal Corpo forestale della Regione Puglia, di cui dà lettura, nel quale viene dimostrato che il progetto manca di alcuni dati quali, ad esempio, i documenti di rischio geologico. Ciò, a suo avviso, testimonia la superficialità del progetto nonché la circostanza che la decisione di scegliere Melendugno, quale paese su cui passerà la TAP, è dettata dalla speranza di trovare scarsa resistenza nella comunità locale a causa proprio della sua esiguità.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) osserva preliminarmente che alcuni atteggiamenti di derisione da parte dei colleghi gli richiamano alla memoria quanto accaduto alla giornalista Tina Merlin quando parlava, preconizzandolo, del disastro del Vajont.
  Venendo al provvedimento in esame, segnala che per i comitati locali e per la Regione Puglia, governata da SEL, non sarà facile fermare questo grande progetto. Ricordando la composizione dei consorzi, che coinvolgono diverse compagnie europee, si chiede se non vi sia perciò una deminutio della sovranità nazionale.
  Quanto ai rischi legati alla realizzazione della TAP, ritiene opportuno richiamare il caso di un deposito di gas naturale, situato al largo di Valencia, relativamente al quale, in Spagna, oltre ad un enorme rischio per la sicurezza ambientale sembra si profilino ingenti danni economici per le casse dello Stato.
  Richiama i termini della vicenda affermando che, al fine di salvare la banca Santander e la maggiore azienda di costruzioni spagnola, l'ACS, il governo spagnolo avrebbe cercato l'aiuto della Commissione europea per rilanciare la costruzione del deposito di gas Castor mediante il progetto denominato Europe 2020 project bond, strumento utilizzato da Bruxelles per rilanciare le grandi opere a livello europeo. Sostiene che, nello scorso mese di luglio, il consorzio Escal UGS – incaricato della costruzione e gestione del deposito Castor – avrebbe avuto con Santander un debito di 1,2 miliardi di euro, debito che sarebbe stato rivenduto sui mercati finanziari, raccogliendo con l'occasione ulteriori risorse necessarie per far ripartire un progetto tecnicamente complesso e dai costi in salita costante. Ricorda che l'operazione, che avrebbe reso 1,7 miliardi di euro, avrebbe permesso a Escal UGS di chiudere un pacchetto finanziario più che vantaggioso e mandare a buon fine la vendita dei titoli di debito in pochi giorni. Segnala che, peraltro, i titoli sarebbero stati impacchettati da Watercraft Capital S.A., una compagnia, registrata in Lussemburgo e deputata all'emissione dei bonds. Osserva che, dietro le quinte dell'operazione, ci sarebbe la Banca Europea degli Investimenti che, garantendo una linea di credito aperta a Escal UGS e promettendo il preacquisto di bond per 300 milioni di euro, avrebbe permesso di alzare il rating dei bonds. Sostiene, poi, che, alla ripresa delle operazioni per l'estrazione del gas, la terra avrebbe iniziato a tremare in tutta la regione a causa di centinaia di scosse di terremoto, duecentoventi solo nelle ultime settimane di settembre, di potenza fino a 4.2 nella scala Richter. Il governo spagnolo avrebbe, pertanto, bloccato le operazioni il 26 settembre. Pag. 21Segnala, peraltro, che a pochi chilometri dal deposito si trovano ben tre centrali nucleari e che una fuga di gas dal deposito potrebbe avere conseguenze drammatiche per la regione.
  Evidenziato il rischio per la sicurezza ambientale, passa ad illustrare il problema economico poiché, con la chiusura del deposito sarebbero emerse le clausole finanziarie per l'emissione dei project bond in virtù delle quali a pagare oggi potrebbe essere il governo spagnolo il quale vedrebbe quindi un drammatico aumento del proprio debito pubblico. Osserva che la questione è stata denunciata da centinaia di organizzazioni spagnole che hanno scritto alla BEI e alla Commissione chiedendo una contro-verifica sul meccanismo Europe 2020 project bond:
  Richiama l'attenzione dei colleghi sull'enorme rischio che, autorizzando la ratifica del trattato in oggetto, l'Italia possa trovarsi in un prossimo futuro nelle medesime condizioni della Spagna.
  Segnala che è proprio per questo che il gruppo M5S, fortemente preoccupato poiché ritiene che la Commissione non abbia adeguatamente approfondito una questione tanto delicata, ha chiesto una serie di audizioni. Informa, tra l'altro, che il prossimo lunedì una delegazione di parlamentari del M5S si recherà a Melendugno per partecipare ad un'assemblea pubblica con i comitati locali e ritiene che sarebbe una buona opportunità anche per i colleghi di altri gruppi che volessero prendervi parte.

  Carlo SIBILIA (M5S), condividendo gli interventi dei colleghi De Lorenzis e Di Battista che lo hanno preceduto, specie relativamente alla questione delle problematiche finanziarie sottese alla realizzazione del progetto, evidenzia che l'Accordo in esame tocca due tematiche di grande respiro politico quali la sovranità monetaria e quella energetica. Riguardo a quest'ultima, auspica che il Parlamento possa discutere di proposte di legge che abbiano una prospettiva di lungo periodo poiché l'energia ha dirette ricadute sulla nostra qualità della vita. Nel segnalare che i consumi di gas, saliti nel periodo compreso tra il 1997 e il 2006, sono invece calati negli anni successivi fino al 2011, ritiene di dubbia qualità tecnica il recente studio che pronostica, nel futuro prossimo, un nuovo aumento dei consumi medesimi.
  Ricorda che la TAP è un'opera connessa ad altri gasdotti che attraversano diversi altri Stati e, a suo avviso, l'effettiva realizzazione non soltanto della TAP ma anche di tali connessioni con altri gasdotti richiederà diversi anni tanto da porsi il dubbio se, una volta conclusi tutti i lavori, esisterà ancora una riserva di gas. Evidenzia, pertanto, che sarebbe più opportuno concentrare gli investimenti sulle fonti rinnovabili.
  Chiede al Governo chiarimenti sul contenuto dell'articolo 12 dell'Accordo poiché tale norma permette al consorzio TAP, nel caso in cui il gasdotto Transadriatico non sia selezionato dal consorzio «Shah Deniz» per il trasporto di gas naturale dalla regione del Caspio verso l'Europa, di individuare fonti alternative di approvvigionamento. A suo avviso, pertanto, la predetta disposizione è in contrasto con le affermazioni del Governo circa l'importanza della realizzazione della TAP ai fini dello sviluppo di un'adeguata differenziazione delle fonti energetiche.
  Chiede, altresì, al Governo di effettuare una verifica preventiva dell'impatto ambientale dell'opera già richiesta, peraltro, dalle comunità locali nonché di avere il testo dell'accordo finanziario previsto dall'articolo 7 del documento in esame.

  Il sottosegretario Claudio DE VINCENTI, replicando al deputato Sibilia, fa presente che non esiste alcun accordo in tal senso.

  Carlo SIBILIA (M5S) chiede al Governo chiarimenti in ordine alla scelta di localizzare in Svizzera e non in Italia la sede della TAP nonché se è stata realizzata un'analisi dei costi-benefici legati alla realizzazione dell'opera al fine di verificare se essa sia effettivamente una priorità e non favorisca invece gli interessi di investitori privati che puntano a massimizzare i profitti Pag. 22beneficiando di garanzie pubbliche. Chiede, altresì, chiarimenti su quale sia il ritorno economico che deriverà al paese dalla realizzazione del progetto e quali saranno i benefici reali in termini di entrate fiscali per l'Italia. Chiede, inoltre la valutazione d'impatto ambientale effettuata dal Governo nonché quale sia il legame tra la TAP ed il gasdotto Trans-Caspian che l'Unione europea sta negoziando in assoluta segretezza dal settembre 2011 e quanto conti il gas turkmeno nella sostenibilità di lungo periodo del progetto.
  Auspicando, infine, chiarimenti in merito alle violazioni dei diritti umani legati all'estrazione del gas in Azerbaijan, chiede che siano resi pubblici gli accordi relativi al progetto TAP, inclusi gli annessi economico finanziari.

  Arturo SCOTTO (SEL), nell'apprezzare la discussione finora svolta che certamente, a suo avviso, continuerà nei prossimi giorni, sottolinea la necessità che il dibattito si concentri non soltanto sulle ricadute economiche del progetto ma anche sulla strategicità dell'opera per il nostro Paese e sulla risposta alla domanda relativa a quali benefici possano derivare dalla sua realizzazione nonché quali danni possono essere causati medesima. Al riguardo, segnala che l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas ha fornito dati non certo incoraggianti relativi all'eccesso di offerta di gas naturale esistente nel nostro Paese per l'anno 2012. Evidenzia, pertanto, che, se i dati sono corretti, è quanto meno dubbia la scelta di realizzare l'opera in discussione. Quanto alla questione della consultazione pubblica in atto nella regione Puglia, iniziativa, a suo avviso positiva, sottolinea, tuttavia, che l'analisi dell'impatto ambientale deve essere effettuata con particolare cura ricordando, al riguardo, che la Procura di Lecce ha aperto un'inchiesta sui danni causati al fondo marino dall'attività di prospezione posta in essere dalle multinazionali. Fa presente che, alla luce delle questioni appena evidenziate, sarebbe opportuno che la Commissione adottasse tutte le cautele del caso prima di procedere alla ratifica dell'Accordo in esame. Replicando al collega Di Battista, sottolinea che l'allargamento del livello di riflessione sul predetto accordo non dovrebbe, a suo avviso, passare dalla convocazione di un ciclo troppo numeroso di audizioni.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), intervenendo sull'articolo 5 dell'Accordo, evidenzia che gli risulta che Grecia ed Albania abbiano di recente ratificato un Accordo in materia di tasse che potrebbe essere utile quale esempio di normativa da adottare anche nel nostro Paese per salvaguardare i conti pubblici.

  Deborah BERGAMINI (PdL), condividendo quanto osservato dal collega Scotto, ritiene opportuno concentrare il dibattito sulle tematiche della sicurezza e dell'autonomia energetica quali elementi cardine dello sviluppo italiano. Al riguardo, auspica che sia possibile spiegare con lealtà ai cittadini italiani l'importanza della strategia energetica e quali ricadute positive questa può avere relativamente ai costi sostenuti dalla comunità. Nel segnalare che nessuno è in grado di definire con certezza come si riconfigureranno in futuro le fonti energetiche, evidenzia che la realizzazione del gasdotto in discussione può senza dubbio permettere all'Italia di raggiungere la stabilità energetica.
  Sottolinea che il costo del gas in Italia, specie se paragonato a quello degli Stati Uniti, è elevatissimo. Si tratta, a suo avviso, di un prezzo inaccettabile su cui intervenire e fa presente che la strada da seguire è proprio quella di favorire i progetti in grado di realizzare la strategia energetica nazionale al fine di garantire l'autonomia energetica dell'Italia ed il conseguente sviluppo economico.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), relatore, chiede alla presidenza di richiamare al Pag. 23rispetto dei colleghi che stanno svolgendo i loro interventi.

  Deborah BERGAMINI (PdL), nel ricordare che l'Unione europea da tempo lavora per la costruzione di un mercato energetico unico necessario per sviluppare la competitività delle aziende europee, giudica positivo un progetto, quale quello in discussione, che va proprio nella direzione auspicata dalle istituzioni europee. Chiede in ogni caso al Governo di verificare se tutte le procedure autorizzatorie necessarie per la realizzazione dell'opera dipendano direttamente dalla ratifica in esame ovvero se seguano percorsi paralleli ed indipendenti.

  Marietta TIDEI (PD), nel condividere quanto osservato dalla collega Bergamini e dal collega Amendola in occasione dello svolgimento della sua relazione sul disegno di legge di ratifica in esame, evidenzia che la TAP è fondamentale non soltanto per garantire la sicurezza energetica del nostro Paese ma anche per ridurre la vulnerabilità di un sistema in cui le bollette a carico della comunità sono le più alte in Europa. Nel ricordare che alcune scelte, quali quella sull'abolizione dell'energia nucleare, hanno inciso sulla competitività del nostro Paese, ritiene necessario creare un mix equilibrato di fonti di approvvigionamento di energia. Comprendendo le preoccupazioni del collega De Lorenzis, ritiene, tuttavia, che non si debba bloccare l'esecuzione di un progetto così importante sul quale il Governo deve, tuttavia, valutare ogni aspetto con particolare attenzione a quello della tutela ambientale.

  Il sottosegretario Claudio DE VINCENTI, replicando ai deputati De Lorenzis, Di Battista e Sibilia sottolinea che non esistono accordi diversi da quello all'esame della Commissione evidenziando, al riguardo, che il Governo italiano è obbligato solo ed esclusivamente ai sensi dell'Accordo oggetto della presente ratifica. Fa presente che sarà cura del Governo evitare che possano verificarsi episodi, quale quello ricordato dal deputato Di Battista avvenuto in Spagna, di traslazione di oneri privati sulla finanza pubblica. Assicura, al riguardo, che l'opera è finanziata dal consorzio TAP.
  Ricorda che l'Agenzia per il coordinamento dei regolatori dell'energia (ACER) ha concesso l'esenzione dell'accesso a terzi al consorzio TAP proprio al fine di aumentare la concorrenza.
  Replicando al deputato Scotto fa presente che i contratti siglati dalle imprese italiane ed europee prevedono clausole di indicizzazione riferite ai prezzi relativi a mercati cosiddetti cosiddetti spot. Sottolinea, pertanto, che in base a tale meccanismo, se i prezzi in Europa caleranno, avverrà lo stesso per ciò che concerne la TAP. Quanto alla questione delle regole fiscali previste dall'articolo 9 dell'Accordo, ritiene, a suo avviso, corretto che siano prefissati alcuni criteri affinché gli operatori economici possano operare con regole certe.

  Il viceministro Marta DASSÙ ricorda che la TAP è stata preferita rispetto al Nabucco poiché il consorzio ha presentato il miglior progetto alle migliori condizioni di mercato.

  Il sottosegretario Claudio DE VINCENTI, replicando al deputato Scotto, ricorda che la previsione della ripresa della domanda di energia nel nostro Paese è via via crescente, segnalando, al riguardo, che sarà necessario contenere l'efficienza energetica anche attraverso l'emanazione di provvedimenti ad hoc. Fa presente che il Governo ritiene necessario contenere fonti energetiche quali il petrolio ed il carbone a favore di fonti quali le rinnovabili ed il gas. Nel ricordare che la TAP entrerà in funzione nel 2019, evidenzia che quest'opera serve all'Italia ma anche all'Europa e che da essa dipenderà il Pag. 24livello di integrazione del mercato europeo con la conseguenza di migliorare la sicurezza energetica del mercato stesso e di abbassare i costi dell'energia. Nel sottolineare l'importanza della consultazione pubblica in Puglia cui parteciperà personalmente in rappresentanza del Governo a dicembre, ribadisce l'importanza di trovare soluzioni tecniche di realizzazione dell'opera che garantiscano al meglio la difesa dell'ambiente.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.