CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 ottobre 2013
114.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 10 DICEMBRE 2013

Pag. 111

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 30 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Deborah BERGAMINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Rocco Girlanda.

  La seduta comincia alle 9.

Schema di contratto di programma 2012-2014 parte servizi, per la disciplina del finanziamento delle attività di manutenzione della rete e delle attività di safety, security e navigazione ferroviaria, tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Rete Ferroviaria Italiana SpA.
Atto n. 21.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio). Pag. 112
  La Commissione prosegue l'esame dello schema di contratto in oggetto, rinviato nella seduta del 9 ottobre 2013.

  Deborah BERGAMINI, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  Così rimane stabilito.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA ritiene che l'undicesimo allegato infrastrutture, di cui richiama brevemente il contenuto relativamente al paragrafo avente ad oggetto la necessità di una revisione sostanziale del contratto di programma con RFI, sia per la parte «servizi» che per quella «investimenti», debba costituire la linea-guida nella quale muoversi per il futuro. Evidenzia infatti la necessità che venga affrontato un esame congiunto delle due parti del contratto e che venga stabilito un iter procedurale per la sua approvazione chiaro e con termini temporali più brevi.
  Ricorda che le questioni emerse nel corso del dibattito erano relative ai seguenti punti: durata triennale del contratto; eccessivo margine di discrezionalità affidato a RFI nella gestione della rete ferroviaria in ordine alla definizione delle fattispecie che autorizzano variazioni degli interventi di manutenzione straordinaria da parte di RFI e, al timore che la riduzione della spesa per la gestione della rete produca una articolazione della rete in tratte di minore pregio destinate alla dismissione dal servizio ferroviario; riduzione di spesa per la gestione della rete, per 250 milioni di euro annui, rispetto a quanto riconosciuto a RFI nel contratto 2010/2011; procedura di silenzio assenso per la proposta da parte di RFI di linee da gestire con minore livello di disponibilità o da chiudere in caso di mancata copertura dei fabbisogni finanziari; criteri per la rideterminazione dei canoni di pedaggio; ammontare massimo delle penalità; compiti di vigilanza, preavviso delle ispezioni e costo delle attività di vigilanza.
  Precisa che i rapporti tra il concedente ed il concessionario della rete nazionale ferroviaria sono, ad oggi, fissati nel decreto ministeriale n.138T del 2000 adeguando l'originario rapporto concessorio definito nel decreto del Ministero trasporti n. 225T del 1993, secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 277 del 1998, poi rifuso nel D. Lgs. 188 del 2003, in ragione del nuovo assetto giuridico assunto dal cessato Ente ferrovie dello Stato e della creazione di Rete Ferroviaria Italiana SpA. Sottolinea pertanto che, nella definizione dello schema di contratto di programma, si è operato all'interno di un regime amministrativo disegnato da disposizioni legislative che hanno delegato specifiche funzioni pubbliche ad un concessionario unico per la gestione della rete nazionale ferroviaria. Osserva che l'eventuale scelta, sempre possibile, di modificare tale regime amministrativo compete comunque esclusivamente all'organo legislativo.
  Tornando all'atto di concessione, fa presente che il citato DM 138T del 2000, in esso sono definiti puntualmente sia gli obblighi del concessionario sia i poteri in capo all'Amministrazione in ordine alla vigilanza ed alla decadenza prevista in caso di gravi e persistenti violazioni degli obblighi derivanti dalla concessione stessa. Osserva che il concreto esercizio degli obblighi del concessionario e dei poteri di vigilanza del concedente sono, dallo stesso atto di concessione, demandati alla sottoscrizione di uno specifico contratto di programma, il cui principale compito consiste nel definire un sinallagma tra prestazioni richieste, verifica dell'adempimento e liquidazione del corrispettivo convenuto. Rileva quindi che lo schema di contratto di programma in esame relativo alla parte servizi risulta fortemente innovativo, rispetto ai precedenti, proprio nell'ordine di una adeguata definizione del sinallagma contrattuale, dal momento che si è passati da un corrispettivo dimensionato forfettariamente in ragione della spesa storica riconosciuta al gestore ad un corrispettivo dimensionato in diminuzione, in ragione di un primo percorso di efficientamento, Pag. 113apprezzato in conseguenza del consolidarsi dei risultati gestionali conseguiti nei bilanci annuali di RFI. Rileva che, forte di tale acquisizione concettuale ed informativa, lo schema di contratto obbliga il gestore ad attuare la revisione dei processi manutentivi con l'obiettivo di garantire la performance di rete contrattualizzata e conseguire un risparmio di spesa sulle attività di manutenzione di circa 250 milioni di euro all'anno rispetto ai dati storici. Evidenzia che ciò equivale ad avere imposto al gestore di definire la propria «frontiera d'efficienza» in un quadro temporale in cui dovrà tener conto anche del progresso tecnologico prevedibile, allineando così il suo comportamento alle migliori pratiche internazionali.
  Fa presente che la durata di detto contratto è stata definita triennale in ragione della dipendenza delle risorse in esso dimensionate ed assicurate, dall'orizzonte temporale assicurato dall'ordinamento alla legge previsionale di bilancio. Osserva che differentemente, invece, si è operato per la definizione dell'orizzonte temporale del citato contratto di Programma – parte Investimenti – consistente in cinque anni, dal 2011 al 2016. Sottolinea che l'arco temporale coperto da due contratti – da considerarsi integrati in ordine alla gestione amministrativa delle obbligazioni del Gestore – corrisponde a quanto richiesto dalla citata concessione di cui al decreto 138/T.
  Rileva che un'altra innovazione introdotta è stata quella di far corrispondere la tipologia degli interventi manutentivi al traffico effettivamente circolante sulla rete, superando una prassi che vedeva una medesima tipologia manutentiva applicata su linee con diversi livelli di usura derivanti dal traffico, con conseguente cattiva allocazione di risorse finanziarie laddove, invece, il gestore è obbligato a perseguire il tendenziale equilibrio di bilancio anche in presenza di una inevitabile progressiva riduzione dei contributi pubblici allo stesso corrisposti dallo Stato. Osserva che da ciò deriva l'obbligo del gestore ad articolare la spesa manutentiva sulle diverse linee della rete in maniera sostanzialmente proporzionale al traffico attuale e prevedibile in futuro, e quindi ai ricavi di esercizio attuali e stimati negli anni a venire, fermo restando in qualunque caso il mantenimento di adeguati i livelli di sicurezza.
  Evidenzia che si è così, per la prima volta, recepita, nello strumento contratto di programma, l'articolazione della manutenzione in ordinaria, mirata al mantenimento delle prestazioni esistenti, e straordinaria, volta al rinnovo e alla sostituzione di componenti con altri più efficienti ed affidabili e, quindi generanti minori costi manutentivi.
  Posto che, a prescindere dalla tipologia manutentiva prevista, a tutta la rete in esercizio è assicurato un adeguato livello di sicurezza, giudica necessaria la previsione di rispettare la capacità imprenditoriale del gestore nella proposizione di variazioni degli interventi di manutenzione straordinaria per corrispondere con efficacia, sia ad un quadro sempre in divenire – per gli oltre 16.000 chilometri di rete ferroviaria, a diversi gradi di efficienza per età di impianto – che determinano naturalmente possibili diverse priorità di intervento – ovvero, per meglio cogliere mutamenti del mercato in ordine a componenti tecnologiche di possibile nuova introduzione.
  Infine, in forza degli argomenti svolti, afferma con assoluta certezza che il quadro disegnato nel contratto di programma non consente, pena progressive e gravi sanzioni, che la gestione della rete ferroviaria possa determinarsi in una articolazione della rete in tratte di minore pregio destinate alla dismissione dal servizio ferroviario. Osserva, peraltro, che la problematica connessa con una eventuale proposta di dismissione di tratte prive di richiesta di servizio ferroviario è disciplinata nella stessa concessione di cui al citato decreto 138 T, con previsione di un rigoroso iter autorizzativo che vede il coinvolgimento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero della difesa. Ritiene che in tal senso vada intesa la procedura di silenzio assenso – con Pag. 114valore di sola attivazione della procedura – per la proposta da parte di RFI di linee da gestire con minore livello di disponibilità, di cui proporre l'eventuale chiusura in caso di mancata copertura dei fabbisogni finanziari.
  Rileva che, non esistendo nel contratto in esame alcuna prefissata correlazione tra costi di manutenzione e pedaggio richiesto alle imprese ferroviarie, a salvaguardia del bilancio economico posto in capo al gestore è previsto che ogni proposta di revisione del canone di pedaggio deve essere prontamente avanzata all'Amministrazione vigilante in modo che possa valutare le conseguenze della diversa articolazione del rapporto tra costi di manutenzione e proventi da pedaggio e valutarne la congruità con i livelli di affidabilità assicurati dal contratto.
  Per quanto riguarda l'importo massimo delle penalità previsto dal contratto, precisa che il loro importo è commisurato – ovviamente – al valore del contratto stesso, perciò il 2 per mille di 5, 295 miliardi di euro, pari a oltre 10 milioni di euro.
  In relazione, infine, a quanto evidenziato sull'articolo 10, che affida al Ministero compiti di vigilanza e controllo sulle attività svolte dal gestore in esecuzione degli obblighi concessori e contrattuali, e specificamente sull'opportunità di stralciarne il comma 5, che prevede che l'onere finanziario per l'espletamento delle attività di vigilanza e controllo sia coperto dalle risorse previste per l'esecuzione del Contratto nella misura dello 0,5 per mille delle stesse, fa presente che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti intende conformarsi alla prescrizione dettata dalla delibera CIPE n. 22 del 18 marzo 2013, che ne dispone lo stralcio. Conferma, comunque, che le attività di vigilanza e controllo, considerate assolutamente fondamentali ed irrinunciabili e che richiedono risorse per essere effettuate in maniera efficiente, dovranno essere garantite, e che la questione verrà risolta con altre modalità, e più precisamente in via normativa.
  Per quanto riguarda la richiesta avanzata dall'onorevole Garofalo nella precedente seduta di avere un dato disaggregato relativo alle sole risorse destinate alla navigazione, fa presente di avere chiesto ai competenti uffici del Ministero di avere il prospetto dei dati disaggregati, che si riserva di far avere alla Commissione in una successiva seduta. Sottolinea, in ogni caso, la disponibilità del Ministro Lupi di valutare attentamente le eventuali osservazioni e condizioni che verranno poste nel parere delle competenti Commissioni parlamentari, ai fini della modifica dello schema di contratto in esame.

  Ivan CATALANO (M5S) fa presente al rappresentante del Governo di aver posto, nella precedente seduta, alcune questioni rispetto alle quali non ha trovato riscontro nell'intervento testé svolto, relative, in particolare, alla necessità di verificare l'effettiva reperibilità delle risorse, pari a 720 milioni di euro, che risultano mancanti per l'anno 2014 in conto competenza, di indicare precisamente quali possano essere gli eventi di forza maggiore per i quali non si applicano penalità a carico di RFI e all'opportunità di rendere pubbliche le modalità con cui RFI gestisce la rete, attraverso un sistema di dati aperti. Preannuncia la presentazione di una proposta di parere da parte del proprio gruppo e auspica che le condizioni in essa contenute possano essere recepite nel parere del relatore e accolte dal Governo.

  Vincenzo GAROFALO (PdL), nel ringraziare il sottosegretario per l'attenzione riservata dal Governo alla questione da lui posta, esprime tuttavia perplessità riguardo al ritardo con cui vengono forniti i dati richiesti, dal momento che, a suo giudizio, dovrebbero essere nella disponibilità immediata non solo delle Ferrovie ma anche del Ministero e giudica negativamente l'elemento di incertezza che ne deriva. Ritiene, in via generale, che questo, come anche i passati Governi, non abbiano compiuto un'attenta e puntuale vigilanza riguardo alle scelte operate dal gestore di investire su alcune tratte a discapito di Pag. 115altre che vengono di fatto dismesse. Osserva che i mancati investimenti riguardano in via principale tratte ferroviarie situate nel Mezzogiorno d'Italia e sottolinea che, a seguito di tali scelte imprenditoriali, un'intera area del Paese viene privata di un servizio ormai riconosciuto da tutti come essenziale per la vita quotidiana dei cittadini. In ultimo fa presente che i pochi programmi di investimento nelle aree del sud del Paese richiedono tempi di realizzazione talmente lunghi da vanificare di fatto il vantaggio che ne potrebbe derivare. Auspica, quindi, che il Governo possa valutare attentamente le scelte del gestore e operare una vigilanza volta in primo luogo al riequilibrio territoriale.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA, nel prendere atto delle richieste avanzate dall'onorevole Garofalo, ribadisce che non esiste nel contratto con RFI correlazione tra costi del pedaggio e manutenzione e, a salvaguardia del bilancio economico del gestore, è previsto che ogni richiesta di variazione del canone di pedaggio deve essere prontamente avanzata al Ministero vigilante, che deve valutarne la portata in relazione al bilanciamento tra costi di manutenzione e proventi da pedaggio. Riguardo alla cifra di 720 milioni per il 2014 citata dall'onorevole Catalano, è in corso di approfondimento l'esatta quantificazione della stessa ed è allo studio la modalità di copertura che si intende adottare.

  Paolo COPPOLA (PD) ribadisce al rappresentante del Governo la richiesta di chiarimento relativa alla tabella contenuta nell'allegato 4 dello schema di contratto, che a suo giudizio, manca, nel punti 6b e 14d della descrizione dell'intervento e del riferimento al capitolo di riferimento del bilancio dello Stato.

  Silvia VELO (PD) fa presente che con il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 19 settembre 2013 è stata imposta al gestore una riduzione dei canoni di accesso alla rete per gli operatori dell'alta velocità ferroviaria e chiede al rappresentante di Governo di conoscere l'ammontare complessivo delle minori entrate per il gestore e le motivazioni della decisione adottata, esprimendo preoccupazione riguardo alla possibilità, per il gestore, di mantenere le attività di manutenzione e i servizi esistenti a fronte di minori entrate tariffarie.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA, anche in ragione dell'elevato contenuto tecnico delle richieste avanzate dai commissari nel corso del dibattito, si riserva di fornire gli elementi di risposta in una prossima seduta, a seguito del necessario approfondimento con gli uffici competenti che sono stati in questi giorni è impegnati nella redazione dei documenti necessari all'elaborazione del disegno di legge di stabilità. In ogni caso ribadisce la disponibilità del Governo a recepire eventuali indicazioni di modifica dello schema di contratto di programma contenute nel parere che sarà approvato dalla Commissione.

  Michele MOGNATO (PD), relatore, auspica che il Governo possa fornire tempestivamente gli elementi richiesti, al fine di poterne tener conto nell'elaborazione della proposta di parere.

  Deborah BERGAMINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.30.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 30 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. – Interviene il viceministro per lo sviluppo economico Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 14.

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7-00120 Bruno Bossio: Sugli interventi a tutela dell'utilizzo per finalità di interesse generale delle reti, degli impianti, dei beni e dei rapporti di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni.
7-00124 Biasotti: Sugli interventi a tutela dell'utilizzo per finalità di interesse generale delle reti, degli impianti, dei beni e dei rapporti di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in oggetto, rinviata nella seduta del 16 ottobre 2013.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  Così rimane stabilito.

  Michele Pompeo META, presidente, avverte che è stata assegnata alla Commissione la risoluzione n. 7-00146 dell'onorevole Romano Paolo Nicolò relativa agli interventi a tutela dell'utilizzo per finalità di interesse generale delle reti, degli impianti, dei beni e dei rapporti di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni. Poiché la risoluzione verte sul medesimo argomento delle risoluzioni iscritte all'ordine del giorno della Commissione, le risoluzioni sarà discussa congiuntamente a queste.

  Paolo Nicolò ROMANO (M5S) ricorda che ieri si è tenuto un incontro a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio e il presidente della società Telefonica, sui cui esiti fa presente di aver chiesto, con un apposito intervento in Assemblea, che il presidente del Consiglio venga a riferire alla Camera. Rammenta, a tale proposito, che un'informativa del Presidente del Consiglio avente ad oggetto la questione Telecom era stata prevista già per il 1o ottobre scorso e che l'informativa non ha avuto luogo a causa della sospensione dei lavori resa necessaria dai problemi interni alla maggioranza e dalla conseguente richiesta di verifica della fiducia nei confronti del Governo. Ritiene che si tratti di una questione delicata, della quale i parlamentari dovrebbero essere informati non solo attraverso gli organi di stampa. Per quanto concerne le rassicurazioni fornite da Telefonica riguardo all'italianità della società, alla garanzia dei livelli occupazionali e all'intenzione di effettuare investimenti sulla rete, non giudica veritiere tali intenzioni e ritiene, invece, che la partecipazione di Telefonica in Telecom fino ad oggi abbia avuto come obiettivo quello di non permettere, in qualità di azionista, investimenti sulla rete a banda larga, al fine di poter acquisire la società ad un prezzo inferiore. Fa presente che al Senato è stata approvata una mozione che ha anticipato le risoluzioni in discussione per quanto concerne gli impegni relativi all'attuazione della golden rule, nonché alla tutela dell'occupazione e delle competenze del personale del gruppo Telecom. Tale mozione contiene altresì un impegno relativo alla revisione della disciplina dell'OPA. Ritiene quindi opportuno che le risoluzioni in discussione insistano sull'unico tema non presente nella mozione approvata al Senato, ossia lo scorporo della rete. Nell'esprimere alcune perplessità con quanto detto dai sindacati nell'audizione informale tenutasi davanti alla Commissione nella seduta del 23 ottobre scorso, e con l'opinione che si sta affermando che la costituzione di una società della rete scoraggerebbe gli investitori, giudica necessario sia lo scorporo, sia che la nuova società della rete abbia una governance indipendente, e pertanto pubblica. Ritiene che Telefonica, al contrario di quanto affermato dalla stampa, sia contraria allo scorporo e voglia soltanto vendere le controllate Telecom dell'America latina per liberarsi dei suoi competitors e, al tempo stesso, rafforzare il proprio ruolo in Italia.

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  Il viceministro Antonio CATRICALÀ accoglie i primi tre impegni contenuti nella risoluzione a prima firma Romano, in linea con quanto affermato per le altre due risoluzioni il 16 ottobre scorso. Riguardo al secondo impegno, relativo all'attuazione dei poteri speciali (golden power), fa presente che il decreto sarà pubblicato non appena sarà stato registrato alla Corte dei conti. Sugli altri due importanti impegni contenuti nella risoluzione, fa presente che essi coinvolgono la competenza anche di altri Ministeri. Pur esprimendo la propria personale convinzione riguardo all'opportunità dello scorporo della rete, ritiene in ogni caso necessario acquisire le valutazioni degli altri Ministeri competenti e si riserva quindi di intervenire in una successiva seduta.

  Michele Pompeo META, presidente, anche alla luce delle richieste del rappresentante del Governo, osservando che nel frattempo i presentatori possono adoperarsi per definire un testo unitario, rinvia il seguito della discussione delle risoluzioni ad una successiva seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 30 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. – Interviene il viceministro per lo sviluppo economico Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 14.20.

5-00567 Ferro: Chiusura dell'ufficio postale di Selvacava (FR).

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Andrea FERRO (PD), nel ringraziare il viceministro per la risposta, fa presente che la scorsa settimana si è tenuta una manifestazione organizzata da un comitato di utenti a difesa del servizio postale a Selvacava, alla quale ha partecipato anche il vicesindaco di Ausonia. A tale manifestazione ha fatto seguito un incontro costruttivo con i dirigenti del settore affari istituzionali di Poste italiane, in esito al quale si è deciso di mettere in campo alcune proposte volte a limitare i problemi conseguenti alla chiusura dell'ufficio postale. Ricorda che si tratta di una località la cui popolazione è assai anziana e per la quale l'ufficio postale rappresenta un elemento di coesione territoriale importante. Sottolinea che la questione è all'attenzione anche dell'amministrazione del comune, che, pur non potendo intervenire a supporto della società esercente il servizio postale attraverso il pagamento dell'affitto del locale o la messa a disposizione di un locale proprio, è comunque disponibile a trovare soluzioni che riducano l'impatto negativo sul territorio conseguente alla chiusura dell'ufficio postale.

5-00896 Vacca: Delocalizzazione degli impianti radiotelevisivi attualmente presenti nel sito di San Silvestro Colle (PE).

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Gianluca VACCA (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta resa dal rappresentante del Governo. Osserva che la questione posta dall'interrogazione ha origini assai lontane e giudica riduttivo che la risposta si sia limitata a riferire solo sugli ultimi accadimenti. Ricorda infatti che il sito dal 1998 non è più presente nel piano nazionale né il sito nel quale sono ubicate numerose antenne, tra le quali un'antenna della RAI, non è neppure assentito dalla regione. Ritiene pertanto che le antenne siano abusivamente collocate nella località di San Silvestro Colle e fa presente che sono state emanate reiterate autorizzazioni a trasmettere da quell'impianto, pur non sussistendo alcuna autorizzazione relativa all'impianto medesimo. Prende atto della volontà del Ministero Pag. 118dello sviluppo economico di delocalizzare gli impianti radiotelevisivi, ma osserva che si tratta dell'ennesima promessa fatta ai cittadini, che, nel frattempo, subiscono le gravissime conseguenze sanitarie che la presenza prolungata negli anni di quelle antenne ha determinato. Al riguardo, sottolinea infatti che nella località di San Silvestro Colle l'incidenza dei tumori è superiore alla media della regione e della provincia di Pescara, e che, anche se a seguito dell'introduzione del sistema digitale le emissioni sono notevolmente diminuite, la continua e prolungata esposizione determina gravi danni alla salute. Auspica che nel nuovo piano nazionale che sarà emanato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non sia incluso il sito di San Silvestro Colle, perché l'inclusione di tale sito sarebbe, a suo giudizio, illegittima e costituirebbe di fatto la sanatoria di una situazione di palese illegalità perpetrata nel corso degli anni.

  Michele Pompeo META, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.40.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Erasmo D'Angelis.

  La seduta comincia alle 14.40.

DL 120/2013: Misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione.
C. 1690 Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Michele Pompeo META, presidente, come richiesto, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  Così rimane stabilito.

  Matteo MAURI (PD), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata a esaminare in sede consultiva il disegno di legge C. 1690 di conversione del decreto-legge n. 120 del 2013. Rileva che il provvedimento si pone l'obiettivo principale di garantire il contenimento dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni entro il limite del 3 per cento, correggendo il dato tendenziale del 2013 indicato nel 3,1 per cento dalla Nota di aggiornamento al DEF 2013 dello scorso settembre, ciò al fine di evitare la riapertura da parte della Commissione europea della procedura di disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia. Osserva che questo obiettivo, che comporta il recupero di risorse complessive pari a circa 1,6 miliardi di euro è perseguito attraverso un inasprimento dei vincoli del patto di stabilità interno (articolo 2, comma 5), con effetti finanziari pari a 450 milioni di euro, ed una riduzione delle dotazioni finanziarie dei Ministeri (articolo 3) per 590 milioni di euro, il versamento all'entrata di risorse iscritte in conto residui relative al fondo per la tutela dell'ambiente (articolo 3, comma 1) per 35 milioni di euro e un programma di dismissioni immobiliari che dovrà determinare entrate per 525 milioni di euro. Rileva che ulteriori misure del provvedimento concernono la finanza territoriale (integrazione del fondo di solidarietà comunale, articolo 2, commi 1-4; modificabilità delle aliquote fiscali per le regioni in piano di rientro sanitario, articolo 2, comma 6; pagamenti dei debiti delle regioni e degli enti locali, articolo 2, comma 7). Il provvedimento interviene infine in materia di immigrazione, incrementando la dotazione del Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati ed istituendo un nuovo Fondo immigrazione (articolo 1). Pag. 119
  Per quanto concerne gli aspetti di competenza della IX Commissione Trasporti, si sofferma sull'articolo 3. Fa presente che tale articolo prevede, come già si è accennato, che siano accantonate e rese indisponibili le disponibilità di competenza e di cassa relative alle missioni di spesa del bilancio dello Stato di ciascun Ministero, secondo quanto indicato nella tabella B, allegata al decreto-legge, in modo tale da assicurare complessivamente un miglioramento dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni di 590 milioni di euro nel 2013. Sottolinea che sono esclusi dalla riduzione gli stanziamenti di bilancio relativi allo stato di previsione dei ministeri per i beni e le attività culturali e dell'istruzione e università; alla missione ricerca e innovazione, al fondo per lo sviluppo e coesione, alla realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento dell'Expo 2015.
  Con riferimento agli stati di previsione di interesse della Commissione segnala che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti subisce una decurtazione di 50,7 milioni di euro ed il Ministero dello sviluppo economico di 23 milioni di euro. La decurtazione non riguarda gli stanziamenti di interesse della Commissione trasporti rientranti nella missione ricerca ed innovazione.
  In considerazione dell'esigenza di garantire il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, anche in relazione ai vincoli derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Paolo COPPOLA (PD) sottolinea, in via generale, che il limite del 3 per cento stabilito in sede europea era stato fissato sulla base di un'ipotesi, oggi non più realistica, di crescita del PIL del 3 per cento. Auspica quindi che il Governo si faccia promotore, in sede europea, di una riflessione complessiva volta a rivedere i parametri fissati, adeguandoli all'effettivo andamento dell'economia degli Stati membri.

  Il sottosegretario Erasmo D'ANGELIS esprime l'assenso del Governo sulla proposta di parere del relatore.

  Ivan CATALANO (M5S), intervendo sull'ordine dei lavori, esprime il proprio rammarico per il fatto che la Commissione, come è già accaduto altre volte di recente, si esprime direttamente sulla relazione, senza che la proposta di parere del relatore sia formalizzata in modo distinto dalla relazione stessa.

  Michele Pompeo META, presidente, nel fare presente che la competenza della Commissione trasporti sul provvedimento in esame risulta assai limitata, ritiene che, in sede di riforma del Regolamento della Camera, debba essere rivista incisivamente la disciplina dell'esame in sede consultiva, in modo da concentrare tale esame sui soli provvedimenti riguardo ai quali le Commissioni abbiano una competenza sostanziale e, al tempo stesso, attribuire maggiore efficacia ai parere espressi.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche.
Nuovo testo C. 1013 D'Incecco e abb.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Renzo CARELLA (PD), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata a esaminare in sede consultiva il testo unificato delle due proposte di legge C. 1013 e C. 1577 in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. Rileva che il provvedimento prevede l'emanazione di un regolamento ove far confluire, coordinare e aggiornare le vigenti prescrizioni tecniche per l'eliminazione delle barriere architettoniche per gli edifici pubblici e Pag. 120privati e per gli spazi e i servizi pubblici o aperti al pubblico o di pubblica utilità, contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 503 del 1996 e nel decreto ministeriale 236 del 1989. Osserva che la competenza della IX Commissione emerge pertanto in conseguenza del fatto che i sistemi di trasporto pubblico rientrano nell'ambito dei servizi pubblici oggetto degli atti normativi citati. Passando a una breve disamina del contenuto del provvedimento, fa presente che il comma 1 dell'articolo unico della proposta di legge prevede l'emanazione di un unico regolamento, al fine di: assicurare l'unitarietà e l'omogeneità della normativa relativa agli edifici, agli spazi e ai servizi pubblici, e della disciplina relativa agli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica; promuovere l'adozione e la diffusione della progettazione universale «ossia la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate» in attuazione e in conformità ai princìpi espressi dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata ai sensi della legge n. 18 del 2009. Rileva che lo stesso comma 1 disciplina le modalità procedurali per l'adozione del nuovo regolamento, prescrivendo che esso venga adottato, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell'economia e delle finanze previa, deliberazione del Consiglio dei ministri. Sottolinea che sullo schema di decreto deve essere acquisito il parere del Consiglio di Stato e, per i relativi profili di competenza, quello del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che si esprime entro trenta giorni dalla richiesta; deve altresì essere sentita la Conferenza unificata e deve essere acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla data di assegnazione dello schema di decreto.
  Il comma 2 dispone, a decorrere dalla data di entrata in vigore del nuovo regolamento, la conseguente abrogazione dei regolamenti sostituiti (decreto del Presidente della Repubblica 503 del 1996 e decreto ministeriale 236 del 1989).
  Il comma 3 prevede la ricostituzione della commissione permanente per l'aggiornamento e la modifica delle prescrizioni tecniche, già prevista dall'articolo 12 del decreto ministeriale 236 del 1989, precisando che ciò deve avvenire nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. A tal fine viene previsto che ai componenti della Commissione non siano corrisposti compensi, gettoni di presenza o rimborsi di spese.
  Ricorda che l'articolo 12 del citato decreto ministeriale n. 236 del 1989 prevedeva l'aggiornamento e la modifica delle prescrizioni tecniche attraverso l'istituzione, con apposito decreto interministeriale, di una commissione permanente. Fa presente che la citata commissione è stata costituita con decreto del 15 ottobre 2004 ed ha concluso i propri lavori il 26 luglio 2006 con una relazione e l'approvazione di uno schema di regolamento per l'eliminazione delle barriere architettoniche, che è stato trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'approvazione. Successivamente la Commissione, avendo ultimato i propri compiti, era stata soppressa in attuazione di quanto prescritto dall'articolo 12, comma 20, del decreto-legge n. 95 del 2012. Il comma 3 del progetto di legge affida ora alla commissione i seguenti compiti: individuare la soluzione a fronte di eventuali problemi tecnici derivanti dall'applicazione della normativa cui fa riferimento la proposta di legge; elaborare proposte di modifica e aggiornamento; adottare linee guida tecniche basate sulla progettazione universale ai sensi dell'articolo 4 della citata Convenzione delle Nazioni Unite del 2006.
  Nel corso dell'esame in sede referente, sono stati ampliati i poteri della commissione ministeriale prevedendo altresì: il monitoraggio sistematico delle pubbliche Pag. 121amministrazioni in riferimento all'attuazione dell'articolo 32 della legge n. 41 del 1986, in tema di adozione di piani di eliminazione delle barriere architettoniche e l'elaborazione di proposte di modifica e di aggiornamento della normativa richiamata nella proposta di legge, anche finalizzate a semplificare l'inserimento di innovazioni tecnologiche dirette all'eliminazione delle barriere architettoniche nelle parti comuni degli edifici esistenti e nelle loro pertinenze. Rileva che la procedura di nomina dei componenti della commissione è disciplinata dal penultimo periodo del comma 3, che la affida alla competenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentita la Conferenza Stato-Regioni.
  In considerazione delle finalità perseguite, invita la Commissione a esprimersi favorevolmente sul testo unificato delle due proposte di legge C. 1013 e C. 1577.

  Giorgio BRANDOLIN (PD) fa presente che alcune regioni, in particolare quelle a statuto speciale tra cui la propria, il Friuli Venezia-Giulia, hanno emanato apposite leggi regionali sulla materia, affidata dalla Costituzione alla legislazione concorrente, adottando altresì i relativi regolamenti attuativi. Chiede pertanto al relatore chiarimenti in ordine alla compatibilità del regolamento previsto dalle proposte di legge in esame con i regolamenti regionali già attuati.

  Renzo CARELLA (PD), relatore, ritiene che la procedura di nomina della commissione, che prevede che venga sentita la Conferenza Stato-regioni, possa garantire adeguatamente la definizione di una normativa tecnica applicabile in tutto il territorio nazionale secondo parametri omogenei.

  Paolo COPPOLA (PD) osserva che risulta contradditorio l'atteggiamento per cui continuamente si lamenta la perdita da parte del Parlamento del potere legislativo e, nel caso in cui questo si eserciti con proposte di legge di iniziativa parlamentare, tali proposte si limitino a demandare a decreti ministeriali o comunque a provvedimenti di altri organi la disciplina di determinati settori.

  Michele Pompeo META, presidente, nel condividere la perplessità manifestata dal collega Coppola, osserva che le materie per le quali la Costituzione prevede una potestà legislativa concorrente presentano aspetti di sovrapposizione e, a volte anche senza adeguato coordinamento, di fonti normative diverse.

  Giorgio BRANDOLIN (PD) in relazione alle considerazioni del collega Coppola, osserva che nel caso di specie la presenza di una commissione tecnica garantisce requisiti di appropriatezza nella definizione degli standard.

  Renzo CARELLA (PD), relatore, rileva che il regolamento previsto dalle proposte di legge in esame è sottoposto al parere delle competenti Commissioni parlamentari e che quindi il Parlamento si potrà esprimere su di esso.

  Michele Pompeo META, presidente, in considerazione degli elementi emersi dal dibattito, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, auspicando che la proposta di parere che sarà formulata dal relatore possa raccogliere tali elementi.

  Alessia ROTTA (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia l'opportunità che la Commissione proceda all'audizione del comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto in relazione all'operazione «Mare nostrum». In tale operazione, per la quale sono stati stanziati 190 milioni di euro, è previsto l'impiego di mezzi della Difesa, mentre a suo giudizio le capitanerie di porto dispongono di mezzi più adeguati al soccorso in mare.

  Giorgio BRANDOLIN (PD) fa presente che all'interno del Comitato Schengen di cui fa parte sono state svolte audizioni di tutti i soggetti coinvolti nell'operazione, dalle quali è emerso che, in ragione della natura delle operazioni e dell'ampiezza Pag. 122dello specchio di mare da monitorare, il coinvolgimento della Difesa costituisce la soluzione più opportuna.

  Alessia ROTTA (PD) ribadisce che a suo giudizio i mezzi della Difesa non sono adeguati al soccorso in mare e giudica opportuno che le risorse vadano attribuite al Corpo delle capitanerie di porto.

  Michele Pompeo META, presidente, nel concordare con la collega Rotta sull'esigenza di svolgere l'audizione richiesta, rinvia alla riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai gruppi le determinazioni relative alle modalità di svolgimento della stessa.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.15 alle 15.25.

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