CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 ottobre 2013
114.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 6

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 30 ottobre 2013. — Presidenza del presidente della IV Commissione Elio VITO, indi del presidente della III Commissione Fabrizio CICCHITTO. — Intervengono il sottosegretario di Stato agli affari esteri Mario Giro e il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 8.35.

DL 114/2013: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.
C. 1670 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 ottobre.

  Elio VITO, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'applicazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Rammenta che i lavori delle Commissioni riprenderanno con l'esame degli emendamenti accantonati su richiesta del gruppo della Lega Nord, cui esprime, a nome di tutti i commissari, le condoglianze per il grave lutto che ha colpito il suo presidente.

  Gianluca PINI (LNP), nel ringraziare le Commissioni per aver accantonato nella giornata di ieri le proposte emendative a sua firma, dichiara di rinunciare per l'economia dei lavori all'illustrazione dei singoli emendamenti, ma insiste sull'ammissibilità dell'emendamento 6.8, preannunciandone la ripresentazione in Assemblea, eventualmente riformulato, dal momento che la questione che ne fa oggetto esige la massima chiarezza. Preannuncia altresì l'intenzione del suo gruppo di presentare una relazione di minoranza. Pag. 7
  Le Commissioni respingono l'emendamento Gianluca Pini 1.50.

  Arturo SCOTTO (SEL), nell'esprimere al gruppo della Lega Nord sentite condoglianze per il lutto che ha colpito il suo presidente, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Gianluca Pini 1.54. Ritiene infatti che esso contribuisca ad una pericolosa spinta verso la militarizzazione del Mediterraneo, riproponendo sostanzialmente la politica dei respingimenti in mare.

  Donatella DURANTI (SEL) osserva che l'emendamento Gianluca Pini 1.54 muove da considerazioni opposte a quelle delle proposte emendative presentate dal suo gruppo. Giudica, inoltre, negativamente l'aumento delle risorse destinate al pattugliamento nel Mediterraneo, anche nell'ambito della missione FRONTEX, allo scopo di respingere i flussi migratori poiché la conseguenza di tale posizione non potrebbe che essere quella di trasformare questo mare in un vero e proprio cimitero. Dichiara, quindi, il proprio voto contrario.

  Manlio DI STEFANO (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Gianluca Pini 1.54, contestando la qualifica illegale attribuita ai flussi migratori e ritenendo estranea alla materia del provvedimento in esame l'iniziativa proposta.

  Gianluca PINI (LNP) prende atto delle posizioni espresse da alcuni gruppi, che evidentemente hanno dimenticato che il solo intervento umanitario che abbia ridotto il numero dei morti nel Mar Mediterraneo è stato quello predisposto dal ministro Maroni. Non si tratta infatti di un intervento militare, ma dell'uso di mezzi militari contro le «carrette del mare» notoriamente gestite dalla mafia. Contesta l'opposizione ideologica alla sua proposta emendativa e rivendica la qualifica illegale dei flussi migratori in quanto gestiti dalla criminalità organizzata. Conclude osservando che il suo emendamento rappresenterebbe la sola vera risposta concreta al traffico degli esseri umani.

  Michele PIRAS (SEL) ribadisce le considerazioni critiche dell'onorevole Duranti e dell'onorevole Scotto sulla logica dell'emendamento che risulta opposta a quella sostenuta dal gruppo di SEL. Per impedire che continui il drammatico fenomeno della strage dei migranti nel Mediterraneo non occorre contrastare l'immigrazione con l'uso della forza. Sarebbe, invece, opportuno rivedere la legislazione che considera l'immigrazione clandestina un reato. Dichiara, quindi, il proprio voto contrario.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gianluca Pini 1.54.

  Arturo SCOTTO (SEL) manifesta vive perplessità sull'emendamento Gianluca Pini 1.55 che riduce lo stanziamento a favore di una delle missioni internazionali più efficaci, che sta svolgendo un concreto lavoro di peace-keeping in Libano. Ribadisce come la sua parte politica, al di là di ogni vezzo ideologico pacifista, consideri quella missioni un modello da sostenere ancor più nella fase attuale in cui il Libano risente della crisi siriana.

  Maria Edera SPADONI (M5S) si associa alle motivazioni svolte dal collega Scotto, sottolineando la specificità della missione UNIFIL che opera in una situazione di emergenza umanitaria. Preannuncia pertanto il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Gianluca Pini 1.55.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gianluca Pini 1.55.

  Arturo SCOTTO (SEL), rifacendosi a quanto già dichiarato sull'emendamento Gianluca Pini 1.54, contesta l'opportunità di una nuova missione militare nel Mediterraneo che si qualifica come un'operazione ideologica avulsa dal processo strutturale ed epocale in corso, in cui immette soltanto il sentimento della paura e dell'insicurezza. Ricorda, peraltro, il precedente Pag. 8storico assai grave del naufragio che provocò quasi cento morti nell'Adriatico nel 1997 al tempo dell'emergenza albanese. Nell'invitare a proporre interventi più attenti e meno emotivi, ribadisce la contrarietà del suo gruppo a nuove missioni militari.

  Luca FRUSONE (M5S) dichiara il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Gianluca Pini 1.56. Ritiene, infatti, che considerare illegali i flussi immigratori non possa costituire la soluzione per risolvere il problema. Le cause dovrebbero piuttosto essere ricercate negli atteggiamenti di alcune multinazionali che, spinte dalla bramosia di garantirsi lo sfruttamento di ingenti risorse energetiche, hanno contribuito a destabilizzare tali aree. Incrementare le risorse per il pattugliamento del Mediterraneo costituisce un semplice palliativo che non farebbe diminuire il numero dei morti annegati. Non verrebbero, infatti, salvate vite umane in quanto i migranti, per fuggire da quei Paesi tormentati da conflitti mai sopiti, sarebbero costretti a trovare altre rotte, magari più lunghe e pericolose. È inoltre improprio parlare di «emergenza» in relazione ai flussi migratori in quanto si tratta di un fenomeno ciclico, da affrontare in modo strutturale.

  Gianluca PINI (LNP) ricorda ai colleghi che l'operazione promossa dal ministro Maroni ha ridotto dell'88 per cento annuo il numero degli sbarchi. Osserva pertanto che l'atteggiamento del suo gruppo ha natura pragmatica e per nulla ideologica, venendo incontro alle preoccupazioni dei cittadini.

  Emanuela CORDA (M5S), anche a nome degli altri colleghi del Movimento Cinque Stelle, si associa alle condoglianze espresse per il grave lutto che ha colpito il deputato della Lega Giancarlo Giorgetti. Dichiara, quindi, il voto contrario sull'emendamento Gianluca Pini 1.56, ricordando come in Libia molti migranti siano trattenuti in veri e propri campi di concentramento. La soluzione al drammatico fenomeno andrebbe, invece, ricercata nella necessità di incrementare, anche attraverso un maggior afflusso di risorse economiche, i canali umanitari.

  Khalid CHAOUKI (PD) fa presente che la qualifica dell'illegalità deve essere riferita non ai flussi migratori ma ai respingimenti in mare, a seguito dell'unanime condanna inflitta all'Italia dalla Corte europea dei diritti umani per violazione dell'articolo 3 della relativa Convenzione con riferimento ai richiedenti asilo. Invita pertanto a prendere atto di tale acquisizione del diritto internazionale e ad abbandonare una metodologia non solo disumana ma anche illegale.

  Michele PIRAS (SEL) condivide le considerazioni appena svolte dal collega del Partito Democratico, che ringrazia. Evidenzia, quindi, che dati come quello della percentuale di sbarchi, che secondo il collega della Lega sarebbe a suo tempo diminuita dell'88 per cento, non vogliono assolutamente significare che vi sia stata una diminuzione del numero di morti. Ribadisce la contrarietà del gruppo di SEL alla politica dei respingimenti e si dichiara a favore, invece, di una politica propensa all'accoglienza dei migranti.

  Marco MARCOLIN (LNA) precisa che a fronte di 30.000 richieste di asilo politico avanzate dagli immigrati sbarcati sulle coste italiane solo 3.000 sono state accolte. Tale dato confuta, quindi, l'asserzione che si vuole far passare tra la condizione di migranti e quella di rifugiati politici.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gianluca Pini 1.56.

  Donatella DURANTI (SEL) preannuncia il voto contrario dei rappresentanti di Sinistra ecologia e libertà sull'emendamento Gianluca Pini 1.108, volto a non prorogare la missione dell'ONU a Cipro. Si tratta, infatti, di una missione di mantenimento della pace che prevede un minor ricorso all'impiego delle Forze armate e un maggior impegno nell'assistenza alla popolazione. Pag. 9Ritiene che la proposta emendativa mostri tutte le difficoltà e le contraddizioni che la Lega incontra di fronte alle maggiori scelte di politica estera e di difesa: da una parte, infatti, si chiedono risorse per contrastare l'immigrazione con la missione Mare Sicuro, dall'altra, invece, si incide su missioni deliberate dalle Nazioni Unite, i cui costi sono esigui e che sono mirate al peace-keeping. Contro questa politica il gruppo di SEL rappresenterà sempre un avversario convinto e determinato.

  Maria Edera SPADONI (M5S) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Gianluca Pini 1.108 invitando i colleghi a tenere conto dell'esigenza di non perdere tempo in inutili polemiche.

  Gianluca PINI (LNP), pur essendo consapevole della necessità di garantire l'economia dei lavori, ritiene doveroso rispondere ad attacchi scomposti rivendicando l'oggettiva valutazione svolta dal suo gruppo su una missione giudicata ormai inutile, come quella a Cipro in cui sono impiegate soltanto quattro unità. Nel ricordare che è proprio il gruppo SEL ad essere generalmente contrario alle missioni militari, rigetta l'accusa di ideologismo, dal momento che la proposta emendativi è nata da u n approccio tecnico-pragmatico.

  Carlo SIBILIA (M5S) conferma il voto favorevole del suo gruppo per la soppressione del comma 9 dell'articolo 1 sulla base del buonsenso e non dell'ideologismo che viene in ogni caso considerato superato dalla sua parte politica. A suo avviso, i fondi risparmiati per Cipro potranno essere utilmente impiegati in altre missioni.

  Arturo SCOTTO (SEL), nell'osservare che anche il pragmatismo rischia di diventare un'ideologia, fa presente al collega Sibilia che Cipro svolge una funzione strategica decisiva e che la missione ivi dislocata rientra nell'ambito delle Nazioni Unite e che va pertanto supportata.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gianluca Pini 1.108.

  Arturo SCOTTO (SEL) contesta il trasferimento di fondi dalla missione in Libano a quella in Libia di cui all'emendamento Gianluca Pini 1.157, osservando da un lato che la prima è svolta nel quadro ONU e sta, pur nelle presenti difficoltà, contribuendo alla stabilizzazione regionale e dall'altro che la seconda convince molto meno per la sua natura «securitaria» tanto che il suo gruppo ne ha proposto la soppressione. A suo avviso, infatti, in Libia c’è bisogno di ripristinare la statualità e di combattere il traffico di esseri umani e non di rafforzare la dimensione militare.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Gianluca Pini 1.157 e Gianluca Pini 1.162.

  Daniele DEL GROSSO (M5S) illustra l'emendamento 5.1 a sua firma di cui caldeggia l'approvazione in quanto incrementa i fondi per la cooperazione allo sviluppo, riducendo quelli destinati ad un esercizio assai meno utile quale l'Iniziativa Adriatica Ionica.

  Arturo SCOTTO (SEL) sostiene a nome del suo gruppo l'emendamento Del Grosso 5.1 per il pur timido incremento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo che tuttavia meriterebbero da parte del Governo una più seria considerazione.

  Carlo SIBILIA (M5S) fa presente come l'emendamento Del Grosso 5.1 ridistribuisca fondi destinati alla cooperazione regionale attraverso soggetti che destano molte perplessità sia per quanto concerne l'Iniziativa Adriatica Ionica che l'INCE, mentre ci sono ben altri soggetti che lavorano veramente alla realizzazione della macro-regione nell'area. Contesta altresì il finanziamento destinato alla BERS. Invita pertanto la maggioranza ad una riflessione per segnare un'inversione di Pag. 10tendenza rispetto ad un paese che, nonostante gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, continua a destinare alla cooperazione allo sviluppo una quota assai modesta del suo PIL.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Del Grosso 5.1.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, propone la seguente riformulazione dell'emendamento Di Battista 5.2: «Al comma 1, dopo il primo periodo, aggiungere il seguente periodo: Nell'ambito dello stanziamento di cui al presente comma, si promuoveranno interventi avendo particolare riguardo a programmi aventi tra gli obiettivi la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne, la tutela dei loro diritti e il lavoro femminile».

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), nell'accettare la riformulazione proposta, fa presente che la proposta emendativa è nata dall'esperienza sul campo da lui condotta in Guatemala e, assieme al collega Di Stefano, in Congo per cui le forme di cooperazione che coinvolgono le donne conseguono normalmente maggiori successi. Osserva infatti, come dell'accrescimento dei diritti delle donne benefici l'intera società. Nel quadro della società post-ideologica, che la sua parte politica sostiene, ritiene indispensabile sviluppare la cooperazione perché le popolazioni locali non siano costrette all'immigrazione, ferma restando la libertà di movimento ma appunto come diritto e non come necessità. Ringrazia conclusivamente i relatori ed i rappresentanti del Governo per l'attenzione al suo emendamento.

  Gianluca PINI (LNP) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Di Battista 5.2.

  Donatella DURANTI (SEL) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Di Battista 5.2 come riformulato, in quanto finalizzato a destinare una parte delle risorse per le iniziative di cooperazione al contrasto della violenza sulle donne. Ricorda la meritevole iniziativa promossa dalla Presidente della Camera, con la collaborazione della Vicepresidente Sereni, che ha istituito un gruppo di contatto con le donne afgane cui partecipano numerose parlamentari impegnate nello scambio di informazioni e suggerimenti sulle problematiche che riguardano le donne nei Paesi non sviluppati.

  Angelo CERA (SCpI) dichiara il voto favorevole anche da parte del gruppo di Scelta civica sull'emendamento Di Battista 5.2 come riformulato.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Di Battista 5.2, come riformulato (vedi allegato).

  Elio VITO, presidente, fa presente che i due emendamenti Piras 5.3 e Scagliusi 5.4 trattano questioni affini e possono pertanto essere valutati contestualmente.

  Arturo SCOTTO (SEL) insiste sulla necessità di approvare l'emendamento Piras 5.3 che non ha alcun carattere eversivo ma, pur aumentando la mole di lavoro, restituisce centralità al Parlamento.

  Emanuele SCAGLIUSI (M5S) fa presente che il suo emendamento 5.4 va nella stessa direzione dell'emendamento Piras 5.3 e si associa alle considerazioni del collega Scotto nel ritenere naturale ai fini della trasparenza tale parere parlamentare.

  Carlo SIBILIA (M5S) interviene a sostegno delle argomentazioni del collega Scagliusi sottolineando come sia importante accrescere la responsabilizzazione del Parlamento. Si appella alla maggioranza del Governo perché riconsiderino la questione.

  Elio VITO, presidente, osserva che i decreti ministeriali costituiscono di regola oggetto di trasmissione al Parlamento e, pertanto, sollecita i colleghi Piras e Scagliusi Pag. 11a valutare l'ipotesi di ritirare le loro proposte emendative.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, nel ribadire il parere già reso, fa presente come le proposte emendative in esame costituiscano un oggettivo appesantimento procedurale che rischierebbe di compromettere l'efficacia degli interventi che spesso avvengono in contesti assai problematici ed urgenti. Ricorda di avere al riguardo prospettato l'eventualità della presentazione di un atto di indirizzo.

  Michele PIRAS (SEL) non condivide la motivazione fornita dal relatore che ha invitato a ritirare i due emendamenti. Non ritiene, infatti, che prevedere il parere delle Commissioni possa costituire un appesantimento burocratico ma sia, al contrario, una delle manifestazioni della democrazia. Per questa ragione non ritira il proprio emendamento 5.3.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), nel rivolgersi in modo particolare al gruppo del partito democratico, osserva che l'espressione di un parere parlamentare rappresenta un diritto dell'intero Parlamento, valido sia per la maggioranza che per l'opposizione.

  Gianluca PINI (LNP) prospetta l'eventualità di prevedere un limite temporale all'espressione del parere parlamentare di cui agli emendamenti Piras 5.3 e Scagliusi 5.4, al fine di tenere conto delle esigenze di celerità richiamate dal relatore per la III Commissione.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) invita a riconsiderare come la materia in questione possa trovare un più logico inquadramento nella complessiva riforma della cooperazione allo sviluppo da tempo reclamata e su cui, nella scorsa legislatura, era stato registrato un ampio consenso che avrebbe già dovuto consentire la presentazione da parte del Governo di un disegno di legge. Nel richiamare pertanto il Governo al rispetto di tale impegno, fa presente come in caso contrario sarà il Parlamento ad esercitare l'iniziativa legislativa. Si associa pertanto all'invito del relatore per la III Commissione a presentare sull'argomento in questione un atto di indirizzo.

  Donatella DURANTI (SEL) ritiene positivo che sugli emendamenti Piras 5.3 e Scagliusi 5.4 si sia aperto un dibattito che auspica possa proseguire. Osserva, tuttavia, che una nuova legge sulla cooperazione, che anche l'onorevole Amendola ha sollecitato, richiede tempi che non sono certo brevi. Propone, quindi, di accantonare i due emendamenti per valutare con maggiore approfondimento la proposta di trasformarli in ordini del giorno.

  Ferdinando ADORNATO (SCpI) ritiene che la proposta avanzata dall'onorevole Amendola sia sensata e condivisibile. Nella sua esperienza parlamentare moltissimi sono stati i casi in cui si è cercato di introdurre all'interno di alcune norme la previsione del parere delle Commissioni, ma questo non ha significato affatto accrescere il ruolo del Parlamento. Rileva, infatti, che al fine di realizzare tale obiettivo al parere non vincolante delle Commissioni sia spesso preferibile invitare il Governo a riferire su una determinata questione.

  Manlio DI STEFANO (M5S) osserva che la questione in discussione chiama in causa la battaglia per la centralità del Parlamento che costituisce un costante obiettivo della sua parte politica. Concorda con il collega Amendola sull'urgenza della riforma della cooperazione allo sviluppo ricordando come il Movimento 5 Stelle abbia più volte manifestato disponibilità a lavorare insieme sulla base del testo elaborato nella precedente legislatura, mentre si è ancora in attesa del testo governativo. Ritiene tuttavia che sia meglio fare un passo alla volta e si possa quindi cominciare col prevedere l'espressione di un parere che, per quanto non vincolante, rappresenterebbe comunque un segnale politico. A suo avviso, peraltro, le Commissioni Pag. 12possono riunirsi con estrema rapidità e quindi non far perdere tempo.

  Maria Edera SPADONI (M5S), nel dichiarare di non comprendere le ragioni contrarie all'approvazione degli emendamenti Piras 5.3 e Scagliusi 5.4, si domanda quale sia il ruolo dei parlamentari se viene loro preclusa l'espressione di un parere.

  Angelo CERA (SCpI) condivide le considerazioni svolte dai colleghi Amendola e Adornato. Ritiene che su questi due emendamenti si stia facendo una battaglia non tanto basata sulla sostanza dei contenuti dell'emendamento, quanto volta a raccogliere un piccolo risultato da poter mostrare.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, propone la seguente riformulazione sia per l'emendamento Piras 5.3 che per l'emendamento Scagliusi 5.4: «Al comma 1, dopo le parole: proprio decreto aggiungere le seguenti: trasmesso al Parlamento».

  Elio VITO, presidente, avverte che, su richiesta dei presentatori al fine di una valutazione della proposta di riformulazione, gli emendamenti Piras 5.3 e Scagliusi 5.4 sono accantonati.

  Donatella DURANTI (SEL) preannuncia un voto contrario sull'emendamento Gianluca Pini 5.5 che incrementa le risorse destinate agli interventi di cooperazione a valere sul fondo che finanzia l'attività di contrasto all'emergenza incendi in Calabria. Al riguardo osserva che, oltre a rappresentare una minore garanzia sotto il profilo della tutela del patrimonio boschivo, tale modalità di copertura danneggerebbe moltissimi lavoratori precari di una zona particolarmente disagiata del nostro Mezzogiorno.

  Gianluca PINI (LNP) invita la collega Duranti a verificare l'entità delle aree boschive, dei corpi forestali e degli incendi effettuando una comparazione tra le diverse regioni d'Italia. Si domanda, pertanto, come sia ancora possibile continuare a coprire lo scandalo dei fondi per la Calabria che sono a carico di tutti i cittadini italiani, mentre si potrebbe contribuire maggiormente ad un vero strumento di pace.

  Michele PIRAS (SEL) ritiene che l'emendamento in questione abbia un'impostazione ideologica e non pragmatica perché non tiene conto delle reali necessità del Paese nell'ambito della complessa problematica degli incendi dolosi. Per tale ragione preannuncia un voto contrario.

  Angelo CERA (SCpI) sottolinea come l'emendamento riproduca una posizione che la Lega tradizionalmente sostiene e che è ormai nota a tutti. Secondo tale visione, le regioni del Mezzogiorno sprecherebbero le risorse dello Stato utilizzandole per favorire le clientele. Ritiene che tale visione sia fuorviante e che non cerchi di capire come, invece, si dovrebbe intervenire in un'area in cui l'intervento dello Stato è fortemente necessario.

  Marco MARCOLIN (LNA), replicando al collega Cera, evidenzia che le sue affermazioni non fanno altro che confermare quanto l'emendamento della Lega ha inteso denunciare e cioè il tema dell'assistenzialismo.

  Carlo SIBILIA (M5S) ritiene prioritario domandarsi chi è responsabile della situazione dei forestali in Calabria, osservando come il partito che governa quella regione sia stato a lungo alleato della Lega Nord. Invita pertanto ad una riflessione a 360 gradi e ad individuare la sede più opportuna per discutere tale questione, dal momento che sarebbe scorretto affrontarla nel presente contesto.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), nell'associarsi alle considerazioni del collega Sibilia, dichiara il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Gianluca Pini 5.5, in attesa che siano fornite le necessarie informazioni sulla questione, anche da parte della Lega Nord, e sulle relative Pag. 13responsabilità, non escludendo un diverso atteggiamento in futuro.

  Arturo SCOTTO (SEL), ferma restando la curiosità dell'ascolto di ogni posizione, invita i colleghi a non tralasciare la specificità della realtà del Mezzogiorno e a non parlare in modo generico di assistenza, ricordando che in Campania molti forestali sono da tre anni senza stipendi. Contesta quindi alla radice l'eventualità di trasferire fondi sulla pur benemerita cooperazione allo sviluppo, che tanto sta a cuore alla sua parte politica, sottraendoli al mondo del lavoro.

  Gianluca PINI (LNP) fa presente come la sua proposta emendativa sottragga risorse agli sprechi e non al lavoro.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gianluca Pini 5.5.

  Elio VITO, presidente, avverte che i relatori hanno proposto la seguente riformulazione dell'emendamento Spadoni 5.6: «Al comma 1 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: Tutti gli interventi previsti saranno adottati coerentemente con le direttive OCSE-DAC in materia di aiuto pubblico allo sviluppo, con gli obiettivi di sviluppo del millennio e con i principi del diritto internazionale in materia».

  Il sottosegretario Mario GIRO esprime parere favorevole sulla riformulazione.

  Maria Edera SPADONI (M5S), nell'accettare la proposta di riformulazione, motiva la presentazione della proposta emendativa sulla base dell'opportunità di inserire nel provvedimento una menzione esplicita degli Obiettivi di sviluppo del Millennio a cui spesso fa riferimento il Comitato permanente da lei presieduto in seno alla Commissione.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Spadoni 5.6, come riformulato (vedi allegato).

  Donatella DURANTI (SEL) chiede chiarimenti alla presidenza sull'ordine dei lavori.

  Elio VITO, presidente, ritiene che le Commissioni possano procedere nella seduta antimeridiana sino a concludere l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 5.

  Carlo SIBILIA (M5S) chiede quali siano le motivazioni per l'invito al ritiro da parte dei relatori e del Governo dell'emendamento a sua firma 5.7.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, precisa che l'invito al ritiro è motivato da ragioni di sicurezza che sconsigliano la pubblicità dei nominativi del personale impiegato in Afghanistan e in Somalia, ferma restando la massima attenzione ai profili di trasparenza nella gestione della cosa pubblica.

  Carlo SIBILIA (M5S) dichiara di ritirare, alla luce della spiegazione ricevuta dal relatore per la III Commissione, l'emendamento a sua firma 5.7.

  Elio VITO, presidente, ricorda ai deputati Spadoni, Grande e Fava l'invito al ritiro da parte dei relatori e del Governo degli emendamenti a loro firma 5.8, 5.9 e 5.10, facendo presente che non sussisterebbe l'atto su cui le Commissioni parlamentari sarebbero chiamate a dare parere.

  Maria Edera SPADONI (M5S) dichiara di ritirare l'emendamento a sua firma 5.8.

  Marta GRANDE (M5S) dichiara di ritirare l'emendamento a sua firma 5.9.

  Arturo SCOTTO (SEL) dichiara di ritirare l'emendamento 5.10 di cui è cofirmatario.

  Daniele DEL GROSSO (M5S) illustra l'emendamento 5.11 a sua firma raccomandandone l'approvazione in quanto destina maggiori risorse per l'obiettivo dello sminamento umanitario.

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  Donatella DURANTI (SEL) dichiara un voto favorevole sull'emendamento Del Grosso 5.11 che destina maggiori risorse all'importante attività di sminamento in considerazione anche del fatto che la maggior parte delle vittime delle mine sono civili, tra cui in primo luogo i bambini.

  Carlo SIBILIA (M5S) si associa alle considerazioni svolte dal collega Del Grosso.

  Manlio DI STEFANO (M5S) invita i colleghi a riflettere sul fatto che lo sminamento è oggi necessario a causa delle guerre che hanno afflitto alcune aree del mondo e che pertanto merita molta più attenzione rispetto all'Iniziativa Adriatica Ionica, che non ha sinora prodotto alcun risultato.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), nel manifestare apprezzamento per l'andamento dei lavori in cui si sta contribuendo a migliorare il testo, rileva come a monte vi sia una scarsità di risorse finanziarie che impone una razionalizzazione in termini di priorità, secondo la quale appare evidente la preferenza da accordare all'obiettivo dello sminamento umanitario.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, invita i colleghi del Movimento 5 Stelle a non sminuire il valore dell'Iniziativa Adriatica Ionica, che agisce in un settore di priorità strategica per l'Italia come quello dei Paesi dell'ex Jugoslavia. D'altra parte, assicura la massima attenzione e sensibilità per l'obiettivo dello sminamento umanitario su cui l'Italia è da tempo fortemente attiva ed impegnata nelle sedi multilaterali, rilevando che l'importo indicato dal provvedimento è quello concordato nelle predette sedi.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Del Grosso 5.11.

  Carlo SIBILIA (M5S), nel non accogliere l'invito al ritiro dell'emendamento a sua firma 5.12, osserva come nella sua formulazione le ragioni della riservatezza siano state ampiamente garantite. Menziona a titolo d'esempio la rinuncia da parte dei parlamentari della sua parte politica alla maggior parte dell'indennità, facendo presente i grandi vantaggi per l'erario derivanti dalla rendicontazione e dalla trasparenza adottata.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) si associa alle considerazioni svolte dal collega Sibilia, ribadendo che non è in questo caso in discussione la privacy. Richiamandosi alle parole del relatore Manciulli circa la trasparenza, invita a riflettere sull'opportunità di introdurre disposizioni del tenore dell'emendamento Sibilia 5.12 al fine di prevenire comportamenti poco etici che purtroppo possono albergare nell'animo umano. Sottolinea peraltro l'esigenza di avviare un cambiamento culturale all'interno dell'amministrazione pubblica ed in particolare di quella del Ministero degli affari esteri che può contare su un valido personale che trarrebbe soltanto giovamento da una maggiore pubblicità sul sito internet.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, pur concordando con l'obiettivo della trasparenza nella funzione pubblica, fa presente che meccanismi di rendicontazione e di controllo assai incisivi sono già presenti nell'amministrazione degli affari esteri, al punto che risulterebbe paradossale rendere più gravosi gli adempimenti cominciando proprio da chi è impegnato nelle missioni internazionali.

  Manlio DI STEFANO (M5S) insiste sulla necessità di rendere pubbliche le rendicontazioni che pure già esistono al fine di consentirne il controllo a tutti i cittadini, rivendicando la competenza delle Commissioni al riguardo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sibilia 5.12.

  Elio VITO, presidente, chiede ai deputati Piras e Scagliusi se hanno valutato la proposta di riformulazione degli emendamenti Pag. 15a loro firma 5.3 e 5.4 precedentemente accantonati.

  Michele PIRAS (SEL) e Emanuele SCAGLIUSI (M5S) accettano la riformulazione dei rispettivi emendamenti 5.3 e 5.4.

  Le Commissioni approvano gli identici emendamenti Piras 5.3 e Scagliusi 5.4 come riformulati (vedi allegato).

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, sospende la seduta, in concomitanza dell'inizio delle votazioni in Assemblea.

  La seduta, sospesa alle 10.25, riprende alle 14.10.

  Elio VITO, presidente, avverte che i relatori hanno proposto la seguente riformulazione degli emendamenti Fava 6.1 e Tacconi 6.2, analogamente a quanto convenuto nella parte antimeridiana della seduta circa gli emendamenti Piras 5.3 e Scagliusi 5.4: «Al comma 1, dopo le parole: proprio decreto, aggiungere le seguenti: trasmesso al Parlamento».

  Carlo SIBILIA (M5S) fa presente che l'emendamento Tacconi 6.2 differisce significativamente dall'emendamento Fava 6.1 in quanto prevede di sentire anche le organizzazioni e associazioni internazionali che si occupano di cooperazione allo sviluppo.

  Arturo SCOTTO (SEL), nel concordare con le osservazioni del collega Sibilia, dichiara comunque di accettare la riformulazione proposta per l'emendamento Fava 6.1 di cui è cofirmatario.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Fava 6.1 come riformulato.

  Manlio DI STEFANO (M5S) chiede di poter apportare una correzione lessicale all'emendamento Tacconi 6.2 di cui è cofirmatario, ferma restando la possibilità di ripresentarlo in Assemblea.

  Elio VITO, presidente, fa presente al deputato Di Stefano che tale facoltà è riservata ai relatori in sede di riformulazione e lo invita a ripresentare l'emendamento in Assemblea.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, dichiara di non modificare la proposta di riformulazione già avanzata.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) invita i colleghi a riflettere sull'importanza dell'emendamento Tacconi 6.2, che a suo avviso riguarda una situazione diversa rispetto a quella dell'articolo 5 per cui il parere parlamentare potrebbe essere reso in termini meno urgenti, tenendo conto delle audizioni da svolgersi con le principali organizzazioni non governative.

  Arturo SCOTTO (SEL), nell'appellarsi al Governo, ritiene degno di un'ulteriore riflessione l'emendamento Tacconi 6.2 ed invita a rinviarne il voto, accantonandolo.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) fa presente come il Parlamento sia già pienamente coinvolto nell'individuazione delle aree di crisi e come le ONG siano soggetti privati che ricevono fondi pubblici. Nel non nascondersi la problematica sottesa, tuttavia, ribadisce che essa troverebbe facile soluzione nel quadro della legge di riforma della cooperazione allo sviluppo, per cui non si tratta di chiudere il dibattito ma di collocarlo nella sua più opportuna sede. Concorda pertanto con la posizione del relatore Manciulli, invitando il rappresentante del Governo a sollecitare la presentazione del disegno di legge di riforma della legge n. 49 del 1987.

  Il sottosegretario Mario GIRO, nel confermare il consenso del Governo sulla proposta dei relatori di riformulazione dell'emendamento Tacconi 6.2 dei relatori, fa presente che le attività di cui all'articolo 6 rientrano nelle politiche multilaterali e sono quindi concordate con organizzazioni internazionali.

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  Carlo SIBILIA (M5S), pur concordando con il collega Amendola circa l'urgenza della riforma della cooperazione allo sviluppo, ritiene opportuno inserire sin d'ora, sia pure in un contesto limitato, il riferimento all'audizione delle ONG. Preannuncia che il suo gruppo riproporrà la questione in Assemblea, dal momento che non sta trovando ascolto in sede referente. Quanto al ritardo della riforma, richiama la maggioranza alle sue responsabilità. Conferma pertanto di rifiutare sia l'invito al ritiro che la riformulazione dell'emendamento Tacconi 6.2 di cui è cofirmatario.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Tacconi 6.2.

  Maria Edera SPADONI (M5S), nell'illustrare l'emendamento a sua firma 6.3, contesta l'invio di un funzionario diplomatico italiano al confine turco-siriano in quanto servirebbe soltanto a sostenere la politica degli «Amici della Siria» che, secondo le dichiarazioni del Segretario di Stato statunitense, sono impegnati a rifornire di armi i ribelli siriani.

  Il sottosegretario Mario GIRO ribadisce la posizione italiana, più volte dichiarata in Parlamento dal Ministro Bonino, assolutamente contraria a rifornire di armi le parti in conflitto in Siria. Fa presente che gli «Amici della Siria» sono un cartello di Paesi, tra cui l'Italia, che si riunisce orami da due anni per favorire la soluzione politica della crisi siriana. L'invio di un funzionario diplomatico nella regione è quindi finalizzato al dialogo politico con l'opposizione siriana, in vista di una sua partecipazione alla Conferenza di Ginevra II.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, si associa alle considerazioni del rappresentante del Governo.

  Manlio DI STEFANO (M5S) chiede al Governo maggiore chiarezza dal momento che proprio gli «Amici della Siria» hanno ampiamente sostenuto il riarmo delle forze ribelli in Siria. Ritiene quindi non necessario né opportuno l'invio di un funzionario diplomatico al confine turco-siriano ed invita in ogni caso ad un maggiore approfondimento della posizione italiana sulla Siria.

  Arturo SCOTTO (SEL), pur ritenendo che l'emendamento Spadoni 6.3 sia meritevole del dibattito in corso, non ne condivide il contenuto, ricordando la convergenza politica tra maggioranza e opposizione che ha visto l'Italia al centro di un'operazione diplomatica che è riuscita a fatica ad evitare l'internazionalizzazione del conflitto siriano proprio in virtù della credibilità maturata presso entrambe le parti. Ritiene quindi assolutamente coerente con tale impostazione politica perseguire l'obiettivo di portare i ribelli siriani al tavolo delle trattative e formula i migliori auguri di buon lavoro al funzionario diplomatico che contribuirà a tale scopo.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), dopo aver manifestato dubbi sulla necessità di una norma così specifica per un'attività diplomatica che dovrebbe essere naturale, ribadisce la chiara posizione dell'Italia per una soluzione politica del conflitto siriano. Considera pertanto particolarmente utile ed importante la presenza di un funzionario diplomatico su una frontiera così delicata anche in ragione della dimensione regionale del conflitto stesso. Quanto alla questione della fornitura di armi ai ribelli, nel ribadire la posizione contraria sin qui seguita dall'Italia, osserva che essa nulla ha a che vedere con la disposizione di cui al comma 2 dell'articolo 6.

  Carlo SIBILIA (M5S), nel concordare con il collega Amendola sui dubbi relativi alla presenza di una norma così specifica nel provvedimento in esame, invita il sottosegretario Giro a riferire al Ministro Bonino i termini della discussione che si è svolta e che riguarda il ruolo e non la presenza del funzionario diplomatico. Insiste infatti che la questione centrale è rappresentata dal ruolo ormai chiaramente Pag. 17favorevole ai ribelli degli «Amici della Siria», che rende particolarmente contraddittoria la posizione dell'Italia alla luce della circostanza per cui i ribelli stessi hanno già definito come traditori gli eventuali partecipanti alla Conferenza di Ginevra II. In ogni caso ritiene che la questione dovrebbe essere trattata sul piano politico in una sede più appropriata e non essere oggetto di una norma secondaria nell'ambito del decreto-legge sulle missioni internazionali.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sibilia 6.3.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), nell'illustrare l'emendamento a sua firma 6.4, fa riferimento alla revisione della spesa in corso presso il Ministero degli affari esteri, che tra l'altro rischia di dover comportare la chiusura di vari istituti italiani di cultura all'estero per risparmiare soltanto due milioni e fa presente, in termini realistici e non populistici, che un simile importo corrisponde a quanto il Movimento 5 Stelle fa risparmiare allo Stato con la rinuncia alle indennità dei parlamentari in un breve periodo. La proposta emendativa da lui presentata potrebbe invece contribuire, grazie alla rendicontazione e alla pubblicità, ad effettuare risparmi che sarebbero di gran lunga superiore degli eventuali oneri di gestione informatica in modo tale che si potrebbe evitare la gravissima chiusura degli istituti italiani di cultura all'estero.

  Carlo SIBILIA (M5S) segnala che, ove fosse necessario, il Movimento 5 Stelle sarebbe pronto a mettere a disposizione il proprio ed i proprio attivisti per procedere alla pubblicità informatica delle spese di cui all'emendamento Di Battista 6.4.

  Donatella DURANTI (SEL) preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sull'emendamento Di Battista 6.4.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Battista 6.4.

  Alessio TACCONI (M5S) accetta l'invito al ritiro dell'emendamento a sua firma 6.5.

  Manlio DI STEFANO (M5S), nell'illustrare l'emendamento a sua firma 6.6, raccomanda il trasferimento di una parte dei fondi destinati all'Iniziativa Adriatica Ionica all'OSCE, a suo avviso più meritevole soprattutto per quanto concerne la diplomazia preventiva.

  Arturo SCOTTO (SEL) manifesta, senza spirito polemico, viva preoccupazione per il fatto che non si riescano a destinare neanche cento mila euro in più ad un obiettivo così importante come la diplomazia preventiva. Riprendendo le considerazioni del collega Amendola sulla Siria, lamenta che il provvedimento in esame è ormai divenuto un provvedimento omnibus, il che rende ancora più incomprensibile il mancato ulteriore finanziamento richiesto dall'emendamento Di Stefano 6.6. A questo punto, ritiene che la sua parte politica non possa più continuare a votare un decreto-legge così indigeribile, ritenendo preferibile proseguire il confronto direttamente in Assemblea.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), pur con il massimo rispetto, ritiene ingiustificato l'intervento del collega Scotto, a cui ricorda che le missioni militari a cui l'Italia partecipa sono approvate dalle Nazioni Unite. Nel dichiararsi pronto al confronto anche in Assemblea con le forze di opposizione, fa presente tuttavia come in sede referente non siano mancati momenti di convergenza sia con il gruppo SEL sia con il Movimento 5 Stelle, il che significa che non si è sordi ma si lavora insieme. Sottolinea in ogni caso come il suo gruppo abbia giocato a carte scoperte sin dal primo intervento svolto dal collega Scanu, manifestando comunque rispetto per le posizioni diverse.
  Nel tornare ad invocare sia la riforma della legge sulla cooperazione allo sviluppo sia la legge quadro sulle missioni internazionali, rimarca l'importanza per l'Italia dell'Iniziativa Adriatica Ionica in ordine Pag. 18alla stabilizzazione della regione balcanica, menzionando la circostanza che l'europarlamentare italiano, Roberto Gualtieri, è stato chiamato a guidare il monitoraggio elettorale in Kosovo. Conclude invitando al rispetto reciproco delle posizioni di ciascuno pur nel disaccordo politico.

  Carlo SIBILIA (M5S) ritiene che le parole del collega Amendola possano drammatizzare la discussione dal momento che nell'emendamento del suo gruppo non vi è la volontà di annullare ma soltanto di limitare i fondi per l'Iniziativa Adriatica Ionica, a tutto vantaggio dell'OSCE, la cui diplomazia preventiva contribuisce alla diffusione della pace ed alla riduzione degli armamenti. Nell'auspicare che non si esasperino i toni, fa presente che il Movimento 5 Stelle mira alla razionalizzazione dei costi della politica e non al suo abbattimento.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) si associa alle considerazioni svolta dal collega Sibilia.

  Michele PIRAS (SEL), intervenendo in replica alle dichiarazioni dell'onorevole Amendola, precisa che nessun collega del suo gruppo ha inteso mancare di rispetto al suo gruppo. Fa presente, invece, che si è semplicemente riscontrata la chiusura della maggioranza su una posizione che è stata legittimamente sostenuta e sulla quale il confronto proseguirà nel passaggio del provvedimento in Assemblea. Conferma pertanto l'abbandono dei lavori delle Commissioni da parte dei componenti del gruppo SEL.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Stefano 6.6.

  Manlio DI STEFANO (M5S), nell'illustrare l'emendamento a sua firma 6.7, osserva che, nell'impossibilità di ridistribuire i fondi assegnati all'Iniziativa Adriatica Ionica, risulta preferibile azzerarli.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Stefano 6.7.

  Marta GRANDE (M5S) illustra l'emendamento a sua firma 6.9 che destina una quota dei fondi assegnati all'Iniziativa Adriatica Ionica alla sicurezza dei carabinieri impegnati nelle missioni.

  Carlo SIBILIA (M5S) invita le Commissioni a prendere in considerazione l'opportunità di rafforzare la messa in sicurezza dei carabinieri impegnati nelle missioni, domandandosi come mai il gruppo del PdL non supporti tale proposta emendativa dal momento che è tradizionalmente vicino alle forze dell'ordine.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), nell'associarsi alle considerazioni svolte dal collega Sibilia, lamenta il silenzio assordante del gruppo del PdL nella presente discussione e manifesta rammarico per l'abbandono dei lavori da parte del gruppo SEL anche a seguito delle parole del collega Amendola, forse non senza una qualche relazione con le recenti notizie riguardanti il presidente Vendola.

  Domenico ROSSI (SCpI), relatore per la IV Commissione, si interroga riguardo a quali elementi informativi abbiano potuto indurre a proporre un incremento di ben 100.000 di euro per il rafforzamento del contingente di Carabinieri impegnati in compiti di protezione e scorta del personale operante nelle sedi esposte ad alto rischio di sicurezza. Ribadisce, quindi, il parere contrario dei relatori sull'emendamento Grande 6.9.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Grande 6.9.

  Carlo SIBILIA (M5S), nell'illustrare l'emendamento a sua firma 6.10, ne raccomanda l'approvazione quale segnale ai cittadini di risparmio da parte della pubblica amministrazione, utilizzando la classe più economica disponibile nei viaggi aerei. Ritiene che si debba introdurre un nuovo meccanismo culturale al riguardo in Pag. 19seno al Ministero degli Affari esteri dal momento che il Paese non può più sopportare sprechi nella finanza pubblica, nello spirito che animò il referendum del 1993.

  Maria Edera SPADONI (M5S), richiamando la propria esperienza nel settore, manifesta forti perplessità sulle quantificazioni dei costi dei viaggi aerei previste nella relazione tecnica allegata al provvedimento.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) fa presente che la questione che fa oggetto dell'emendamento Sibilia 6.10 non può essere liquidata come meramente formale dal momento che si tratta invece di un intervento sostanziale particolarmente rispettoso delle condizioni di vita dei cittadini comuni nel momento in cui si raschia il fondo del barile. Poiché i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno dato l'esempio viaggiando in classe economica, ritiene che sia venuto il momento che tutti i corpi dello Stato si adeguino a tale regola di condotta, ivi incluse le più alte cariche che in alcuni casi non sono state esenti da polemiche.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sibilia 6.10.

  Carlo SIBILIA (M5S) dichiara di non accettare l'invito al ritiro dell'emendamento a sua firma 6.11, in quanto non sarebbe coerente con le posizioni sin qui sostenute dal suo gruppo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sibilia 6.11.

  Elio VITO, presidente, avverte che, in recepimento del parere reso dal Comitato per la legislazione, i relatori hanno predisposto l'emendamento 7.1 (vedi allegato).

  Il sottosegretario Mario GIRO si rimette alle Commissioni circa l'emendamento dei relatori 7.1.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 7.1 dei relatori.

  Elio VITO, presidente, avverte che, essendosi concluso l'esame preliminare del provvedimento, il testo risultante dall'approvazione degli emendamenti sarà trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

ERRATA CORRIGE

  Nell'allegato al resoconto della seduta delle Commissioni riunite III e IV del 23 ottobre 2013, nel fascicolo degli emendamenti al disegno di legge C. 1670, l'emendamento 1.168 si intende sottoscritto anche dai deputati: Carlo Galli, Salvatore Piccolo, Valeria Valente.

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