CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 22 ottobre 2013
108.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 22 ottobre 2013. — Presidenza del presidente della IV Commissione Elio VITO. — Intervengono il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 13.35.

DL 114/2013: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di Polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.
C. 1670 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 16 ottobre 2013.

  Massimo ARTINI (M5S) osserva, con riguardo alle missioni che si svolgono nell'area balcanica, che il provvedimento in esame indica un aumento della presenza media di personale in tale scenario rispetto ai primi nove mesi del 2013: si passa, infatti, da 465 unità a 565 unità e ciò appare in contrasto con le previsioni formulate nel Rapporto sulla performance della spesa della Difesa per il 2013, dove si indicava, con riguardo al passaggio al gate 3, una riduzione della presenza dei militari in tale teatro a 540 unità. Chiede, dunque, un chiarimento al Governo in merito alle ragioni che hanno determinato tale mutamento di previsioni.
  Rileva, inoltre, con riguardo alla missione denominata Atalanta per il contrasto alla pirateria nell'Oceano Indiano che, pur a fronte di una drastica riduzione del numero di personale in essa impiegato, il finanziamento risulta lievemente incrementato. Domanda, pertanto, a quale ragione debba imputarsi tale incremento e in quanta parte possa essere dovuto alla presenza di costi fissi.

  Arturo SCOTTO (SEL), nel fare riferimento alle comunicazioni svolte la scorsa settimana dai ministri degli esteri e della difesa, evidenzia lo stridente contrasto tra la delicatezza e la strategicità della materia delle missioni internazionali e la ristrettezza dei tempi a disposizione per Pag. 5l'esame del relativo provvedimento, che peraltro si dimostra sbagliato ed inadeguato in quanto omnibus. Pur esprimendo l'attenzione del suo gruppo per la qualità delle relazioni svolte dai colleghi Manciulli e Rossi, ribadisce la sostanziale critica della sua parte politica per il fatto che il contributo italiano alla sicurezza internazionale sia di natura esclusivamente militare. Augurandosi che l'indagine conoscitiva deliberata dalla III Commissione possa fornire nuovi elementi di valutazione con particolare riferimento al bacino mediterraneo, ritiene alquanto retorico l'elogio pronunciato dal ministro Mauro circa l'operazione Mare nostrum, non tanto per un'ostilità preconcetta, ma sulla base della considerazione che, all'indomani della tragedia di Lampedusa, enfatizzare tale intervento risulta fuorviante dal momento che nulla si fa per affrontare e comprendere il problema migratorio sotto il profilo strutturale. Lamenta altresì il fatto che la recente cerimonia funebre in memoria delle vittime sia stata in larga misura una manifestazione di parata, inquinata dalla presenza dell'ambasciatore dell'Eritrea, vale a dire di un Paese dittatoriale che ha gravissime responsabilità nei confronti della sorte dei suoi stessi cittadini.
  Prendendo spunto da alcune odierne considerazioni del Presidente del Consiglio, svolte nel presentare il futuro semestre di presidenza italiana dell'UE, auspica il superamento della dimensione «pan-penalistica» della legislazione vigente nell'ottica di un'armonizzazione con la normativa europea in materia di immigrazione, asilo ed accoglienza. Auspica altresì che i flussi migratori nel Mediterraneo diventino finalmente una questione prioritaria per tutta l'Unione europea, sottolineando come l'Italia debba oggi fare i conti con la gravissima situazione della Libia, che si presenta come un vero e proprio «buco nero».
  Tornando più specificamente ai contenuti del provvedimento in esame, ribadisce l'orientamento del suo gruppo che avrebbe preferito uno «spacchettamento» delle missioni internazionali, contestando il fatto che una mozione presentata in tal senso non sia stata mai calendarizzata. Rivendica alla sua parte politica la responsabilità di essere una forza di sinistra di governo che tuttavia è legittimata in quanto tale anche a dire dei no, come ad esempio nel caso dell'Afghanistan, in cui è ormai chiaro che la presenza italiana continuerà anche oltre il 2014, pur non essendo ancora affatto chiare le relative regole d'ingaggio. In mancanza della possibilità di un discernimento tra una missione e l'altra, fa presente come il suo gruppo sarà costretto ad esprimere un voto complessivamente negativo.
  Nel preannunciare la presentazione di una serie di emendamenti, ritiene che i segnali pur positivi in materia di cooperazione allo sviluppo siano troppo timidi, mentre ben altre risorse sarebbero state disponibili se si fosse riconvertita in tal senso la spesa per il contingente militare in Afghanistan. Manifestando poi di condividere le preoccupazioni del ministro Bonino circa la vicenda siriana, ritiene che la crisi sia ancora molto grave ed auspica, in vista della ripresa del negoziato ginevrino, che l'Italia ne sia protagonista. Nel condividere la destinazione di fondi per i campi profughi nella parte settentrionale della Siria, segnala la necessità di coinvolgere espressamente la minoranza curda nel processo in corso.
  In generale, insiste sull'esigenza che il Parlamento pesi di più sulle missioni internazionali e non si limiti a ricevere passivamente informazioni dal Governo, lamentando peraltro che l'ultima relazione depositata dall'esecutivo risulta insufficiente. Preannuncia la predisposizione di un atto di indirizzo volto ad accelerare l'esame della legge-quadro sulle missioni internazionali ed invita le Commissioni a svolgere missioni sul campo. Ribadisce che da parte del suo gruppo non vi è alcun intento isolazionistico né si considerano tutte le missioni uno spreco di denaro, ma si vuole poter distinguere quelle giuste e quelle sbagliate. A suo avviso, in ogni caso, è preoccupante che si continuino a lesinare risorse per la cooperazione internazionale mentre si fanno sempre più cospicui Pag. 6investimenti in armamenti, anche nella legge di stabilità. Esprime al riguardo viva preoccupazione ed inquietudine per alcune recenti dichiarazioni, rese peraltro in contesti esterni alla sede parlamentare, del Capo di stato maggiore della Marina militare volte a richiedere ulteriori finanziamenti al Parlamento, affermando che non si comporta così un corpo dello Stato.
  Conclude reiterando l'esigenza di un maggior approfondimento missione per missione ed anticipando i termini di una battaglia parlamentare volta non ad isolare l'Italia ma a renderla più forte sulla scena europea ed internazionale.

  Elio VITO, presidente, segnala che il Capo di stato maggiore della Marina militare, Ammiraglio di Squadra De Giorgi, ha avuto occasione di sollevare le questioni finanziarie attinenti al suo settore anche in occasione di un'audizione presso la Commissione Difesa.

  Salvatore CICU (PdL) svolge, preliminarmente, una riflessione sulla necessità di riformare nel suo insieme il procedimento per l'autorizzazione delle missioni militari di pace all'estero. Ribadisce, quindi, quanto già evidenziato nella precedente seduta circa la consapevolezza che il decreto-legge in esame rappresenti un provvedimento dal carattere prevalentemente tecnico. Tale considerazione appare tanto più evidente alla luce della circostanza che la proroga del finanziamento è stata disposta per un periodo di soli tre mesi, non avendo il precedente provvedimento coperto l'intera annualità 2013, e con un ritardo di ben dieci giorni rispetto alla scadenza del 30 settembre, che ha lasciato i nostri militari privi delle necessarie garanzie fino all'emanazione del nuovo decreto-legge.
  Rivendica, quindi, il ruolo che dovrebbe svolgere il Parlamento nell'ambito del procedimento per l'autorizzazione della proroga del finanziamento delle missioni internazionali che non può essere sottoposta alle Camere ogni quadrimestre e che andrebbe, pertanto, esplicitata in una legge-quadro di cui si avverte sempre più l'urgenza e che nella scorsa legislatura non è stato possibile approvare.
  Ricorda, quindi, la buona prova che le nostre Forze armate hanno fornito nella gestione delle varie missioni di pace cui l'Italia ha partecipato, sottolineando che il procrastinarsi della durata degli interventi in determinati teatri, come ad esempio il Kosovo e l'Afghanistan, appare essere dovuto alle difficoltà incontrate dalla politica nel ristabilire condizioni di democrazia in tali teatri. In tali contesti i nostri militari hanno assolto ad un'importante funzione di trasmissione dei valori di democrazia e libertà. Spetta, comunque, alla politica individuare le soluzioni migliori per la risoluzione delle crisi e, in tal ambito, ritiene che l'attuale decreto-legge dia un forte segnale nel momento in cui incrementa le risorse destinate agli interventi di cooperazione civile giacchè le nostre missioni militari sono finalizzate anche a tali obiettivi di pace, secondo un orientamento fortemente condiviso dall'opinione pubblica.

  Carlo GALLI (PD) osserva che le missioni di pace costituiscono uno strumento di emergenza di recente istituzione nella soluzione delle crisi, cui dovrebbe a rigori essere sempre preferito quello della cooperazione allo sviluppo, laddove praticabile. Sennonché gli interventi di tipo civile sono per loro natura di lungo periodo e spesso incompatibili con le condizioni di necessità e urgenza in cui versano le popolazioni coinvolte dai conflitti. Ne consegue il sempre maggior ricorso all'istituto delle missioni internazionali, cui tuttavia non può essere attribuita una capacità risolutiva ma che, nell'esperienza maturata, può influire positivamente o negativamente sullo sforzo profuso dalla politica sul versante dell’institution building e del rafforzamento democratico, come hanno dimostrato i casi della Somalia o della Libia. Rileva, inoltre, che una media potenza, come è l'Italia, condizionata dalla particolare fase storica europea e dal riorientamento degli equilibri geopolitici dopo la fine della Guerra Fredda, non può Pag. 7a questo punto venire meno ad un ruolo positivo fin qui svolto e al proprio senso di responsabilità, a condizione che lo strumento delle missioni proceda di pari passo con quello della politica di cooperazione allo sviluppo.

  Mario MARAZZITI (SCpI) ritiene che il provvedimento in esame dovrebbe avere cadenza annuale per consentire una migliore programmazione delle risorse. Considera comunque insoddisfacente, nonostante lo sforzo del Governo, il livello degli stanziamenti per le iniziative di cooperazione allo sviluppo che equivale ad una sorta di rinuncia da parte dell'Italia ad esercitare il suo ruolo internazionale. Nell'augurarsi che sia possibile reperire ulteriori finanziamenti anche in corso d'opera, sottolinea che la priorità nazionale italiana è rappresentata dal Mediterraneo, da promuovere all'interno dell'ambito europeo.

  Edmondo CIRIELLI (FdI), richiamando la vocazione alla pace dell'Italia che è priva di ambizioni militari, osserva come non ci si possa permettere che la cooperazione multilaterale non funzioni e che l'ONU non sia credibile. Ricordando come l'Italia sia pur sempre un grande paese industriale, ma al tempo stesso non sia autosufficiente per la sua difesa, ribadisce la scelta per la soluzione pacifica delle controversie internazionali ed il contributo alle organizzazioni multilaterali. Fa poi presente di avere sempre sostenuto le missioni internazionali nell'arco del suo mandato parlamentare, avendo nutrito qualche riserva soltanto in occasione dell'intervento in Serbia, prima tuttavia di essere eletto deputato. Soffermandosi sulla crisi siriana, ne trae un invito alla prudenza per quanto concerne la dislocazione del contingente italiano nel Libano meridionale. Manifesta poi piena condivisione per la strategia adottata dagli Stati Uniti in Afghanistan. Per quanto attiene al Kosovo, ritiene che la presenza italiana debba essere mantenuta ed anzi rafforzata anche in ragione della vicinanza geografica. Ritiene invece opportuno che si ridiscutano le missioni per la lotta alla pirateria dopo la vicenda dei marò che ha segnato un momento di frattura con la comunità internazionale a causa della mancata solidarietà dei Paesi alleati, pur non tempestivamente attivati dal governo precedente. Al riguardo lamenta il rischio di una trattazione del caso in via meramente giudiziaria, laddove invece ne prevale la dimensione internazionalistica.
  Preannuncia, infine, un emendamento volto a ripristinare il fondo per le iniziative urgenti di cooperazione da parte dei contingenti delle Forze armate, ricordando l'apprezzato ruolo pacifico che esse svolgono sul campo. Invita a riconsiderare una decisione incongrua e pericolosa, dal momento che tali attività contribuiscono significativamente anche a garantire la sicurezza dei nostri militari all'estero.

  Maria Edera SPADONI (M5S) manifesta vive perplessità circa la poca trasparenza degli stanziamenti relativi alla cooperazione allo sviluppo, nonostante i chiarimenti ricevuti nel corso di una recente audizione del competente direttore generale presso il Comitato da lei presieduto in seno alla III Commissione. Lamenta, in particolare, la genericità della destinazione dell'importo di 23 milioni 600 mila euro, di cui all'articolo 6, comma 1, denunciando il rischio che si vadano a finanziare progetti destinati a restare lettera morta, come nel caso delle opere stradali. Osservando come molte altre voci di spesa riguardino il Ministero degli affari esteri in modo alquanto disomogeneo, si domanda in particolare quali siano i compiti che svolgerà il funzionario diplomatico da inviare al confine turco-siriano, ai sensi del comma 2 dell'articolo 6, a fronte di un consistente esborso. Conclusivamente torna a chiedere la tempestiva presentazione della relazione governativa sulla cooperazione allo sviluppo, che il ministro Bonino ha confermato essere ormai pronta ma che ancora non è pervenuta al Parlamento, rendendo in tal modo frustrante l'attività stessa del competente Comitato permanente.

  Domenico ROSSI (SCpI), relatore per la IV Commissione, alla luce di quanto Pag. 8emerso finora, con particolare riferimento all'intervento della collega Spadoni, ritiene che nel futuro sarebbe auspicabile che questo dibattito avvenisse in modo unitario rispetto alle attuali competenze delle Commissioni, in ragione della filosofia del «sistema Paese» che governa il provvedimento in esame. In tale prospettiva condivide l'opportunità di considerare in modo positivo spostamenti di risorse tra i due settori, militare e civile. Allo stato, tuttavia, l'impostazione del dibattito impone di considerare i due profili in modo distinto, anche alla luce del limitato arco temporale oggetto di disciplina. In reazione alle riflessioni del collega Scotto, che comprende, auspica che il Governo voglia garantire le condizioni necessarie ad un positivo esito dell'esame delle proposte di legge-quadro sulle missioni internazionali, al fine di dare stabilità e certezza giuridica all'impegno di militari e civili nelle missioni di pace. Auspica, inoltre, che si possano in questa sede o al più in occasione dell'esame della legge-quadro, individuare dei profili di condivisione bipartisan in modo da pervenire ad una decisione sempre più snella sul tema del rifinanziamento delle missioni, utile ad un'immagine positiva del Paese presso la comunità internazionale. Conclusivamente, auspica che queste considerazioni possano orientare opportunamente i gruppi rispetto alla fase emendativa del provvedimento, rinviando a sedi più proprie il confronto su profili ordinamentali.

  I sottosegretari Mario GIRO e Gioacchino ALFANO rinunciano ad intervenire in sede di replica.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, ricordando che alle ore 17 scade il termine per la presentazione degli emendamenti.

  La seduta termina alle 14.20.