CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 27 settembre 2013
91.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE REFERENTE

  Venerdì 27 settembre 2013. — Presidenza del vicepresidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua.

  La seduta comincia alle 9.35.

DL 91/2013: Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo.
C. 1628 Governo, approvato, con modifiche, dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Milena SANTERINI (SCpI) relatore, dopo aver sottolineato che il testo del provvedimento in esame è stato trasmesso dal Senato soltanto nella giornata di ieri, evidenzia che l'altro ramo del Parlamento ha introdotto – rispetto al testo iniziale del decreto – ulteriori finanziamenti per alcuni ambiti culturali. Ricorda quindi che il provvedimento all'ordine del giorno della Commissione dispone la conversione del decreto-legge n. 91 del 2013 cosiddetto «valore cultura», composto da 16 articoli più gli articoli aggiuntivi, che intervengono complessivamente nell'ambito dei beni, delle attività culturali e dello spettacolo, con un insieme di misure che sono riconducibili essenzialmente a tre grandi aree relative ai grandi progetti, al cinema e allo spettacolo e agli interventi e stanziamenti vari per il rilancio di diversi enti e istituzioni culturali. Sottolinea inoltre che di rilievo è lo sforzo nel rispondere alle richieste, anche a livello internazionale, di una maggiore tutela e di un rilancio del sito archeologico di Pompei e degli altri luoghi della cultura in Campania. Aggiunge che il lungo esame compiuto in prima lettura al Senato ha inoltre permesso l'approvazione di ulteriori misure di spesa rispetto al testo iniziale, che hanno trovato idonea copertura nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, ciò a significare quanto il tema della valorizzazione della cultura nel nostro Paese come fattore di crescita dell'economia sia rilevante e preso in considerazione non solo con buoni propositi, ma con concreti interventi in specifici ambiti del settore culturale che attualmente versano in seria difficoltà. È questo il caso dei teatri e delle fondazioni lirico sinfoniche: queste ultime, in particolare, Pag. 4sono state oggetto di una riorganizzazione dell'assetto della governance interna al fine di migliorarne la gestione finora tendenzialmente in disavanzo. Illustra poi nel dettaglio le misure che sono divise in tre capi: il Capo I, recante disposizioni urgenti per la tutela, il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, il Capo II, per il rilancio del cinema, delle attività musicali e dello spettacolo dal vivo, e il Capo III per assicurare efficienti risorse al sistema dei beni e delle attività culturali. Entrando nel merito del provvedimento, rileva che l'articolo 1 prevede interventi per il sito archeologico di Pompei e per gli altri luoghi della cultura siti in Campania (commi 1-3). Precisa che la norma, che è stata complessivamente oggetto di modifiche durante l'esame al Senato, prevede, in particolare, la nomina, con decreto del Presidente del consiglio dei ministri da adottare entro 60 giorni dalla conversione del decreto, su proposta del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e previo parere delle Commissioni parlamentari, di un rappresentante della realizzazione del «Grande Progetto Pompei», ossia di un direttore generale di progetto, coadiuvato da una struttura di supporto, e di un vice direttore generale vicario appartenente ai ruoli statali e in possesso di comprovata competenza e pluriennale esperienza. Rileva poi che le funzioni specifiche stabilite per questi soggetti sono volte a potenziare le funzioni di tutela dell'intera area archeologica, incrementando l'efficacia ed accelerando gli interventi di tutela e valorizzazione del sito. Osserva che un altro decreto del Presidente del consiglio dei ministri, come il decreto di nomina del direttore e del vicedirettore vicario, dovrà essere adottato entro 60 giorni dalla conversione del decreto, sempre su proposta del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ma con il concerto del Ministero dell'economia e delle finanze (MEF), che stabilirà per essi il compenso, previsto comunque entro il limite di 100.000 euro lordi l'anno. I compensi relativi ai rapporti di consulenza e di collaborazione, peraltro, dovranno essere pubblicati sul sito internet della Presidenza del Consiglio (www.governo.it). Precisa che nel corso dell'esame al Senato sono state introdotte inoltre alcune previsioni relative ai casi di revoca dell'incarico per il solo direttore generale (comma 1-bis) e che nelle more dell'operatività del nuovo assetto organizzativo, la prosecuzione degli interventi per l'attuazione del Grande progetto Pompei verrà assicurata dal Comitato di pilotaggio del Grande progetto Pompei istituito nel dicembre 2012 e dal Soprintendente per i beni archeologici di Pompei che, in via transitoria, assumono le funzioni rafforzate previste per il direttore generale di progetto. Evidenzia come i commi da 4 a 7, nel testo modificato dal Senato, intendono rilanciare sotto il profilo economico e sociale il sito Unesco «Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata», prevedendo la costituzione dell'Unità «Grande Pompei» e di un Comitato di gestione finalizzato anche alla riqualificazione ambientale e urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione del sito, anche per potenziarne l'attrattività turistica. Specifica che tra i compiti di indirizzo e pianificazione dell'Unità «Grande Pompei» vi è l'approvazione di un piano strategico per lo sviluppo delle aree interessate che prevede interventi di promozione di erogazioni liberali e sponsorizzazioni, oltre alla creazione di forme, anche innovative, di partenariato fra pubblico e privato e alla predisposizione di accordi di valorizzazione. Aggiunge che il piano prevede, fra l'altro, l'utilizzo dei giovani per i quali l'articolo 2, comma 5-bis, del decreto-legge n. 76 del 2013 (legge n. 99 del 2013) ha istituito, limitatamente al 2014, il Fondo «Mille giovani per la cultura». Ricorda che l'Unità potrà avvalersi di una struttura amministrativa di supporto composta da un contingente massimo di 10 unità di personale comandato da altre amministrazioni e anche della struttura di supporto (massimo 20 persone) del direttore generale del progetto «Grande Pompei», nei termini che verranno definiti con un decreto Pag. 5del Presidente del Consiglio dei ministri appositamente emanato.
  Ricorda, altresì, che l'articolo 1 prevede, ai commi da 9 a 11, la costituzione di due nuovi soggetti: la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia e la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta. Precisa che il comma 12 del medesimo articolo 1 quantifica l'onere derivante dall'istituzione delle due nuove Soprintendenze in 109,5 mila euro annui che rientrano nelle disposizioni di copertura di cui al successivo articolo 15. Aggiunge che il comma 13 dello stesso articolo, infine, prevede la definizione di un accordo di valorizzazione per l'elaborazione di un piano di sviluppo del percorso turistico-culturale integrato delle residenze borboniche, in base agli indirizzi definiti dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo entro 3 mesi dalla conversione del decreto-legge. Anche in questo caso il piano prevede l'utilizzo dei giovani tirocinanti nei settori delle attività e dei servizi per la cultura, di cui al progetto «Mille giovani per la cultura». Ricorda quindi che l'articolo 2, come modificato in prima lettura, prevede un programma straordinario per lo sviluppo delle attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, da inserire nel quadro di una delle sette indicazioni della Comunicazione della Commissione europea relativa all'Agenda digitale per l'Europa (COM (2010) 245 del 26.8.2010) volte alla promozione della diversità culturale e dei contenuti creativi. Si tratta, in particolare, dell'indicazione che stabilisce l'adozione di soluzioni intelligenti basate sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per affrontare le grandi sfide del futuro. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo attuerà questo programma straordinario allo scopo di incrementare e facilitare l'accesso e la fruizione del patrimonio culturale da parte del pubblico, anche attraverso i cosiddetti Smart Mobile Device, portali e dispositivi mobili «intelligenti». Il programma è attuato presso gli istituti e i luoghi di cultura statali, sotto la direzione dei loro titolari. Le risorse per questo programma straordinario, nel quale peraltro saranno utilizzati, a seguito di procedura concorsuale pubblica, 500 giovani di età inferiore a 35 anni, ammontano a 2,5 milioni di euro nel 2014.
  Rileva poi che l'articolo 2-bis, introdotto durante l'esame al Senato, mediante una novella all'articolo 52 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42 del 2004), detta una disposizione finalizzata alla promozione delle attività di artigianato tradizionale e di altre attività commerciali tradizionali, riconosciute quali espressione dell'identità culturale collettiva in base alle Convenzioni UNESCO. Precisa che spetterà ai comuni, pertanto, sentito il soprintendente, individuare i locali, a chiunque appartenenti, nei quali si svolgono tali attività, al fine di assicurare apposite forme di promozione e salvaguardia delle stesse, nel rispetto della libertà di iniziativa economica sancita dall'articolo 41 della Costituzione. Sottolinea altresì che tra gli interventi per rilanciare concretamente gli istituti e i luoghi di cultura, si ascrivono le disposizioni contenute all'articolo 3 che, di fatto, ripristinando una procedura di contabilità del bilancio dello Stato sospesa dalla legge finanziaria del 2008, consentirà, dal 2014, la riassegnazione – allo stato di previsione della spesa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – delle somme corrispondenti ai proventi (biglietti di ingresso, canoni di concessione o corrispettivi per la riproduzione di beni culturali) relativi quegli istituti o luoghi di cultura che appartengono o sono in consegna allo Stato, al fine di garantirne la regolare apertura al pubblico. Specifica che l'onere che ne deriva, stimato in 19,2 milioni di euro a decorrere dal 2014, è coperto in base alle disposizioni contenute al successivo articolo 15. Precisa che altri articoli aggiuntivi rispetto al testo iniziale del decreto, introdotti a seguito dell'esame al Senato, sono: l'articolo 3-bis che autorizza Pag. 6la spesa di 400.000 euro per l'organizzazione e lo svolgimento del Forum UNESCO sulla cultura e sulle industrie culturali che, evidenzia il testo, si terrà a Firenze nel 2014, onere coperto a valere su risorse derivanti da estrazioni dei giochi del lotto; l'articolo 3-ter che, modificando l'articolo 4 della legge n. 77 del 2006 in materia di sostegno per i siti italiani inseriti nella Lista Unesco del patrimonio mondiale, estende tra l'altro la possibilità di sostegno anche ai casi di realizzazione di aree di sosta e sistemi di mobilità in zone non contigue ai siti stessi; l'articolo 3-quater volto a modificare la durata delle autorizzazioni paesaggistiche in corso di efficacia (il cui termine viene prorogato di 3 anni) e a stabilire un termine preciso per l'esecuzione dei lavori per i quali è stata rilasciata l'autorizzazione, stabilendo che gli stessi possono essere conclusi entro l'anno successivo alla scadenza del quinquennio di durata dell'autorizzazione medesima; l'articolo 3-quinquies che reca anch'esso una novella al citato Codice dei beni culturali, all'articolo 182, per la parte relativa all'acquisizione in via transitoria della qualifica di restauratore. In particolare, la norma specifica che l'iscrizione nell'elenco dei restauratori è consentita per i settori cui si riferiscono gli insegnamenti di restauro seguiti ai fini del conseguimento del titolo di studio, ovvero cui si riferisce l'esperienza professionale maturata, di tipo pubblico o privato. Ricorda poi che l'articolo 4, nel testo come modificato dal Senato, reca previsioni normative varie essenzialmente volte a semplificare, senza oneri per la finanza pubblica, la normativa nei seguenti ambiti: recitazione di opere letterarie in alcuni luoghi della cultura (comma 1), mediante novella alla legge fondamentale sul diritto d'autore (legge n. 633 del 1941) in base alla quale questo tipo di recitazione, se effettuata senza scopo di lucro all'interno di musei, archivi e biblioteche pubblici, non è considerata pubblica, purché eseguita per i fini di promozione culturale e di valorizzazione da individuare in base a protocolli di intesa SIAE-Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo (MIBACT); accesso aperto ai risultati delle ricerche scientifiche finanziate con almeno il 50 per cento da fondi pubblici (commi 2 e 2-bis), la cui definizione è affidata all'autonomia dei soggetti pubblici preposti all'erogazione o alla gestione dei finanziamenti delle medesime ricerche; unificazione di banche dati del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per facilitare il reperimento e l'uso dell'informazione culturale e scientifica (comma 3), come ad esempio l'Anagrafe nazionale delle ricerche, il deposito legale dei documenti digitali e la documentazione bibliografica; prezzo dei libri (comma 4-bis e 4-ter), materia nella quale si interviene novellando la legge n. 128 del 2011 che ne regola la disciplina, escludendo dall'applicazione delle previsione sullo sconto massimo del 20 per cento, i libri venduti a scuole e istituzioni educative di ogni ordine e grado, centri di formazione legalmente riconosciuti, università, istituzioni o centri scientifici di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici. Dall'abrogazione della lettera b) del comma 4 dell'articolo 2 della predetta legge n. 128, per altro verso, deriva che lo sconto massimo per i libri venduti alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale si riduce al 15 per cento; risorse da destinare ad istituzioni culturali (commi 4-quater e 4-quinquies) mediante l'incremento di 1,3 milioni di euro – da 90 a 91,3 milioni di euro per il 2013 – del Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio, di cui all'articolo 13, comma 3-quater, del decreto-legge n. 112 del 2008 (legge n. 133 del 2008), riservando tale importo alle istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato (Tabella di cui all'articolo 1, legge n.534 del 1996), coperto mediante corrispondente riduzione del Fondo ISPE (per gli interventi strutturali di politica economica).
  Illustra poi gli ulteriori articoli aggiuntivi al testo iniziale introdotti nell'esame in prima lettura sono: l'articolo 4-bis che aggiunge all'articolo 52 del citato Codice dei beni culturali, già novellato dall'articolo Pag. 72-bis di questo decreto per consentire ai comuni la promozione delle attività di artigianato tradizionale, prevedendo l'adozione, da parte delle Direzioni generali per i beni culturali e paesaggistici e delle Soprintendenze, di determinazioni che contrastino l'esercizio di attività commerciali e artigianali, nelle aree pubbliche aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, in forma ambulante o su posteggio, nonché di qualsiasi altra attività non compatibile con le esigenze di tutela del patrimonio culturale; l'articolo 4-ter, che riconosce a livello legislativo il valore storico e culturale del carnevale e manifestazioni ad esso collegate, oltre che di altre antiche tradizioni popolari e di ingegno italiane, disponendo che ne sia favorita la tutela e lo sviluppo in accordo con gli enti locali.
  Aggiunge che l'articolo 5, modificato in prima lettura, dispone inoltre autorizzazioni di spesa, per complessivi 22 milioni di euro, per i seguenti scopi: l'avanzamento di lavori già avviati per la realizzazione del progetto «Nuovi Uffizi» (comma 1), per 8 milioni di euro tra il 2013 (1 milione) e il 2014 (7 milioni); la prosecuzione dei lavori di realizzazione della sede del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah con sede a Ferrara (comma 2), istituito in base alla legge n. 91 del 2003, con uno stanziamento di 4 milioni di euro tra il 2013 (1 milione) e il 2014 (3 milioni); il restauro del Mausoleo di Augusto, in Roma, in occasione delle celebrazioni del bimillenario della morte dell'imperatore (comma 3, come sostituito in prima lettura), mediante autorizzazione di una spesa di 2 milioni di euro per il 2014; interventi di particolare rilevanza per la tutela di beni culturali che presentano gravi rischi di deterioramento e per celebrazioni di particolari ricorrenze (commi 3-bis e 4), per la cui individuazione verrà adottato un decreto interministeriale Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo-Ministero dell'economia e delle finanze, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, entro 90 giorni dalla conversione del decreto-legge. Specifica che la spesa complessiva è autorizzata per un ammontare di 8 milioni di euro tra il 2013 (1 milione) e il 2014 (7 milioni) con copertura individuata dall'articolo 15 del decreto. Illustra quindi l'articolo 5-bis, introdotto al Senato, che riprende, con alcune variazioni relative all'arco temporale di riferimento e alla copertura degli oneri, i contenuti dell'A.C. 5309 della XVI legislatura, trasmesso al Senato il 21 dicembre 2012 (A.S. 3651), con il quale era stato proposto un contributo al Centro di studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica Pio Rajna. Ricorda che è prevista ora la concessione al Centro studi Pio Rajna di un contributo annuale di 500.000 euro per ciascun anno del triennio 2013-2015, destinato in particolare alle iniziative di ricerca su Dante, in occasione del settimo centenario della morte, che si celebrerà nell'anno 2021 e all'informatizzazione della Bibliografia generale della lingua e della letteratura italiana (BIGLI), per garantirne l'accesso attraverso il sito internet del Centro. Una relazione sull'attività svolta e sull'utilizzo dei contributi pubblici ricevuti, redatta dal Centro Pio Rajna e trasmessa ai Ministeri interessati (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e Ministero degli affari esteri) sarà presentata alle Camere entro il 15 febbraio degli anni successivi a quelli indicati. Aggiunge che gli articoli 5-ter e 5-quater, introdotti durante l'esame al Senato, autorizzano, rispettivamente, la spesa di 500.000 euro annui per il triennio 2013-2015 per garantire il funzionamento del Museo tattile statale «Omero» e di 100.000 euro annui per il triennio 2013-2015 per far fronte a interventi urgenti di tutela dei siti inseriti nel patrimonio UNESCO in provincia di Ragusa, con copertura dell'onere definita dall'articolo 15. Precisa poi che le misure previste all'articolo 6, commi da 1 a 5, sono dirette a favorire la realizzazione di centri di produzione artistica e di musica, danza e teatro contemporanei. Allo scopo si demanda ad un decreto Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo-Ministero dell'economia e delle finanze, da adottare entro il Pag. 830 giugno di ogni anno, l'individuazione, su indicazione dell'Agenzia del demanio, anche sulla base di segnalazione degli stessi soggetti interessati, di beni immobili di proprietà dello Stato, tra cui principalmente caserme dismesse ovvero scuole militari inutilizzate, da destinare a studi di giovani artisti italiani e stranieri. Aggiunge che la nuova formulazione del comma 2 approvata in prima lettura, al riguardo, stabilisce che i beni possono essere locati, ovvero concessi, ad un canone mensile simbolico non superiore a 150 euro, per un periodo non inferiore a 10 anni, esclusivamente a cooperative di artisti o associazioni di artisti (e non quindi a singoli artisti) che risiedano nel territorio italiano e che dimostrino di avere un adeguato progetto artistico-culturale. Specifica poi che le corrispondenti entrate da locazione o concessione degli immobili sono iscritte in un apposito fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze destinato all'erogazione di contributi a fondo perduto a favore delle cooperative di artisti e associazioni di artisti che compiano opere di manutenzione straordinaria, con criteri di assegnazione stabiliti con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanare entro 90 giorni dalla conversione del decreto. Sottolinea che gli immobili sono individuati fra quelli non utilizzabili per altre finalità istituzionali e che non possano essere trasferiti agli enti territoriali secondo le norme del decreto legislativo n. 85 del 2010 in materia federalismo demaniale. Anche le regioni e gli enti locali possono concedere beni con le stesse modalità su richiesta dei soggetti interessati. Precisa che in base al comma 3-bis del medesimo articolo 6, introdotto al Senato, in particolare, tra i beni immobili da destinare a studi di giovani artisti italiani e stranieri possono essere inseriti i beni confiscati alla criminalità organizzata ai sensi del codice delle leggi antimafia (decreto legislativo n. 159 del 2011). Segnala, altresì, che la copertura dell'onere ascrivibile alle predette norme, come prevista all'articolo 15, stabilisce un limite di spesa complessivo di 2 milioni di euro a decorrere dal 2014, incluse le spese di manutenzione straordinaria degli immobili. Aggiunge che entro 60 giorni dalla conversione del decreto-legge, un ulteriore decreto Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo-Ministero dell'economia e delle finanze dovrà essere emanato per la definizione delle modalità di utilizzo dei beni per finalità artistiche, oltre che per la sponsorizzazione degli stessi beni, anche per sostenere i costi di locazione, concessione, gestione e valorizzazione (comma 3). Precisa che l'articolo in commento dispone, infine, un'autorizzazione di spesa, introdotta al Senato, pari a 5 milioni di euro a decorrere dal 2014, per il sostegno delle attività della Fondazione MAXXI (comma 5-bis). Passa, quindi, all'illustrazione del Capo II del decreto, riferito all'area cinema, attività musicali e spettacolo dal vivo. L'articolo 7 avvia le disposizioni del decreto che riguardano gli incentivi al cinema e allo spettacolo. Specifica che la norma, oggetto di modifica durante l'esame referente, stabilisce un credito d'imposta alle imprese produttrici di fonogrammi e di videogrammi musicali, nonché alle imprese organizzatrici e produttrici di spettacoli di musica dal vivo, finalizzato al sostegno del mercato dei contenuti musicali e dell'offerta di opere dell'ingegno e alla promozione dello sviluppo di artisti emergenti. Il credito d'imposta, concesso solo in relazione a opere prime o seconde, escludendo i campioni dimostrativi autoprodotti, è calcolato come percentuale del 30 per cento dei costi sostenuti per sviluppo, produzione, digitalizzazione e promozione di registrazioni musicali e viene riconosciuto per il triennio 2014-2016, fino all'importo di 200.000 euro nei tre anni di imposta (soglia de minimis prevista per gli aiuti di stato) e nel limite di spesa di 4,5 milioni di euro annui. Precisa che il comma 3 del medesimo articolo 7, in particolare, stabilisce che il credito d'imposta è concesso alle imprese che spendono almeno l'80 per cento del beneficio concesso nel territorio nazionale favorendo la formazione e l'apprendistato in tutti i settori tecnici coinvolti. Aggiunge che le imprese devono essere «indipendenti», Pag. 9ovvero non devono essere controllate da un editore di servizi media audiovisivi (comma 4). Specifica poi che il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione della tassazione dovuta e non concorre a formare il reddito ai fini IRPEF e IRAP. Le disposizioni applicative dell'articolo saranno stabilite con decreto Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo-Ministero dell'economia e delle finanze, sentito il Ministero dello sviluppo economico, entro tre mesi dalla conversione del decreto. Ricorda che viene infine abrogata la precedente normativa in materia di crediti d'imposta per analoghe fattispecie, rimasta peraltro inattuata, contenuta nella legge finanziaria per il 2007 (articolo 1, commi 287 e 288, legge n. 296 del 2006). Rileva poi che il comma 8-bis del medesimo articolo 7, aggiunto al Senato, prevede una semplificazione per le richieste di autorizzazione di eventi di spettacolo dal vivo di piccola portata (fino ad un massimo di 200 partecipanti e che terminano entro la mezzanotte del giorno di inizio), sostituendo la licenza del questore ovvero dell'autorità locale di pubblica sicurezza con una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività). Illustra quindi l'articolo 8, interamente sostituito al Senato che, ai commi 1-7, dispone che siano rese permanenti, dal 2014, le misure di agevolazione fiscale previste con i crediti d'imposta riconosciuti per la produzione, la distribuzione e l'esercizio cinematografico stabiliti dalla legge finanziaria 2008 (legge n. 244 del 2007), già prorogati al 2014 dal decreto-legge n. 69 del 2013, cosiddetto «del fare» (legge n. 98 del 2013), estendendoli, a decorrere dalla medesima data, anche ai produttori indipendenti di opere audiovisive. Precisa che gli oneri, quantificati in 65 milioni di euro per l'anno 2014 e 110 milioni a decorrere dal 2015, sono coperti all'interno delle disposizioni finanziarie di cui all'articolo 15. Aggiunge altresì che l'efficacia dell'agevolazione è comunque soggetta alla preventiva autorizzazione della Commissione europea in base alla normativa sugli aiuti di Stato di cui all'articolo 108, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Ricorda poi che il comma 8 del medesimo articolo 8, introdotto al Senato, prevede inoltre l'abrogazione dell'articolo 117 del regolamento di esecuzione del TULPS (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza approvato con Regio Decreto n. 773 del 1931) eliminando in tal modo la verifica di alcune misure di sicurezza la cui importanza non risulta più attuale e per le quali sussisteva comunque un obbligo ai fini del rilascio delle licenze per l'esercizio di sale cinematografiche. Osserva che viene altresì prevista, al comma 9, la costituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con riferimento al programma UE «Europa creativa» di cui alla proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea nel novembre 2011 nell'ambito delle azioni previste nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020, e attualmente all'esame del Parlamento europeo e del Consiglio, che intende valorizzare le esperienze dell'Unione europea a sostegno dei settori della cultura e degli audiovisivi, con una dotazione finanziaria di 1,28 miliardi di euro per l'intero periodo. Illustra quindi l'articolo 9, che prevede, a partire dal 2014, la rideterminazione dei criteri per l'erogazione e delle modalità per la liquidazione e l'anticipazione dei contributi allo spettacolo dal vivo, con decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, da adottare entro 90 giorni dalla conversione del decreto, d'intesa con la Conferenza unificata (commi 1, 4 e 5). Specifica che l comma 1-bis del medesimo articolo 9, introdotto al Senato, prevede la possibilità, mediante il predetto decreto, di destinare graduali incentivi in favore di esercenti attività circensi e spettacoli viaggianti senza animali, nonché agli esercenti di circo contemporaneo, ferme restando le risorse ad essi assegnate. Inoltre i commi 2 e 3 dispongono in materia di trasparenza, prevedendo la pubblicazione di informazioni da parte degli enti e organismi dello spettacolo che ricevono finanziamenti a valere sul FUS, relativamente ai titolari di incarichi amministrativi ed artistici Pag. 10di vertice, di incarichi dirigenziali, nonché di collaborazione e consulenza nei relativi enti. Il comma 6, infine, esenta dall'imposta di bollo una serie di istanze presentate dal 10 agosto 2013 (giorno di entrata in vigore del decreto-legge) presso le competenti direzioni generali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. L'onore di tali esenzioni è quantificato in 216.000 euro dal 2014, a valere sullo stanziamento annuale previsto per il FUS (comma 7). Aggiunge che l'articolo 10 dispone l'esonero degli enti che operano nel settore culturale da alcune limitazioni di spesa dettate dal decreto-legge n. 78 del 2010 (legge n. 122 del 2010) e, per gli stessi enti, attenua, a partire dal 2014, la misura dei tagli di spesa per consumi intermedi previsti dal decreto-legge n. 95 del 2012 (la percentuale di riduzione della spesa, calcolata sulle spese sostenute nel 2010, viene abbassata dal 10 all'8 per cento e il conseguente onere complessivo, quantificabile in circa 4 milioni di euro, trova copertura all'articolo 15). Rileva come, in particolare, ai soggetti che operano nel settore dei beni e delle attività culturali, anche con personalità giuridica di diritto privato, vigilati o comunque finanziati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, inclusi i teatri stabili di iniziativa pubblica e i relativi circuiti e associazioni, non si applicano le disposizioni di limitazione della spesa per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, rappresentanza, e della spesa per missioni, recate dall'articolo 6, commi 8 e 12, del decreto-legge n. 78 del 2010 (legge n. 122 del 2010). Illustra quindi l'articolo 11, che ha subito varie modifiche al Senato, il quale interviene per consentire il risanamento delle 14 fondazioni lirico-sinfoniche italiane, molte delle quali versano in situazioni di difficoltà economico-patrimoniale, prevedendo inoltre alcune disposizioni per il sostegno finanziario agli enti che operano nel settore dei beni e delle attività culturali. Riguardo le fondazioni lirico-sinfoniche ricorda il recente intervento disposto dall'articolo 11, comma 17, del decreto-legge n. 76 del 2013 (legge n. 99 del 2013), che, per fronteggiare lo stato di crisi del settore e a salvaguardare i lavoratori delle medesime fondazioni, ha autorizzato il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) per l'anno 2013 a erogare, a favore di esse, tutte le somme residue a valere sul Fondo unico dello spettacolo (FUS). Specifica che tra le misure di risanamento, l'articolo 11 (commi 1 e 2) prevede, per quelle che si trovano in amministrazione straordinaria ovvero in carenza di liquidità per far fronte a debiti certi ed esigibili, la presentazione ad un commissario straordinario di Governo (appositamente nominato in base alle disposizione di cui ai commi da 3 a 5) di un piano di risanamento con contenuti inderogabili, entro 90 giorni dalla conversione del decreto, che riguarda in sostanza tutte le voci di bilancio non compatibili con gli equilibri strutturali, dal profilo patrimoniale ed economico-finanziario, e su cui intervenire entro i tre esercizi finanziari. Specifica che il piano è approvato con decreto MiBACT-MEF, entro 30 giorni dalla sua presentazione, su proposta motivata del commissario straordinario, sentito il collegio dei revisori dei conti. Specifica che a ciò si aggiunge la possibilità (commi 6 e 7), che alle fondazioni siano concessi finanziamenti con durata massima di 30 anni, a valere su un Fondo di rotazione appositamente istituito presso il MEF, con una dotazione di 75 milioni di euro per il 2014. Sono previste anche (commi 9 e 10) anticipazioni finanziarie, già per il 2013, in favore delle fondazioni che versano in una situazione di carenza di liquidità tale da pregiudicarne anche la gestione ordinaria. Specifica inoltre che, al fine di sostenere gli enti che operano nel settore dei beni e delle attività culturali sono versati all'entrata del bilancio dello Stato 3,5 milioni di euro (ulteriori rispetto a quelli di cui al comma 9) per ciascuno degli anni 2013 e 2014 – come chiarito dalla relazione tecnica al comma 11 –, da riassegnare successivamente ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero, a valere sulle giacenze delle contabilità speciali intestate ai capi degli Istituti del MIBACT, nonché sulle somme Pag. 11giacenti presso i conti di tesoreria unica degli Istituti dotati di autonomia speciale. Ricorda che in base al comma 12, resta comunque fermo l'obbligo di completamento dei versamenti all'entrata previsti dall'articolo 4, comma 85, della legge n. 183 del 2011 (legge di stabilità 2012), di cui viene operata – senza utilizzare la tecnica della novella – una rimodulazione temporale pari a 2 milioni di euro per il 2013 e a 8,6 milioni di euro annui per il periodo 2014-2018. Ricorda poi ulteriori disposizioni che riguardano il personale in eccedenza delle fondazioni (comma 13) la liquidazione coatta amministrativa in caso non sia stato approvato il piano di risanamento entro i termini stabiliti (comma 14) e la governance delle fondazioni in questione (commi 15-17) definita con riferimento alla struttura organizzativa, alla partecipazione di soci privati e all'articolazione del patrimonio in un fondo di dotazione, indisponibile e vincolato al perseguimento delle finalità statutarie, nonché di un fondo di gestione, destinato alle spese correnti dell'ente. Precisa che le fondazioni sono chiamate ad applicare le nuove disposizioni statutarie a decorrere dal 2015. Aggiunge altresì che si prevede anche la riunione delle 14 fondazioni in una Conferenza delle fondazioni lirico-sinfoniche (comma 18) al fine di un coordinamento, da parte dei sovrintendenti, dei programmi e delle attività di ciascuna fondazione, assicurando il conseguimento di economie di scala nella gestione delle risorse e una maggiore offerta di spettacoli. Specifica, quanto al personale delle fondazioni, che il comma 19 dispone l'obbligo per le stesse dell'espletamento di una procedura selettiva pubblica per l'instaurazione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, rapporti ai quali si applica la normativa vigente sul pubblico impiego in materia di assenze per malattia e infortunio non sul lavoro. Ricorda in conclusione, con riferimento alle fondazioni in questione, che i commi 20, 20-bis e 21 dettano nuovi criteri per l'attribuzione a ciascuna fondazione della quota del FUS spettante. Passa, infine, all'illustrazione del Capo III, relativo alle disposizioni urgenti volte ad assicurare risorse al sistema dei beni e delle attività culturali. Ricorda che l'articolo 12, in particolare, ha lo scopo di facilitare l'acquisizione di donazioni di modico valore per i beni e le attività culturali effettuate dai privati. Precisa che il comma 1, come modificato dal Senato, prevede infatti la definizione, con decreto MiBACT-MEF da emanare entro 90 giorni dalla conversione del decreto-legge, delle modalità di acquisizione di tali risorse fino a 10.000 euro (soglia massima della donazione innalzata rispetto ai 5.000 euro previsti nel testo iniziale pubblicato) in base a criteri di massima semplificazione procedurale e assenza di oneri amministrativi, garanzia di efficacia e pubblicità delle donazioni ricevute e possibilità di versamenti tracciabili mediante versamento bancario o postale. Specifica che si prevede inoltre (comma 2) l'individuazione da parte del MiBACT, sulla base della legislazione vigente e alla luce delle indicazioni fornite da parte di una commissione di studio già costituita presso il Ministero, di forme di coinvolgimento dei privati nella valorizzazione e gestione dei beni culturali, con riferimento a beni individuati con decreto del medesimo Ministrob e che il termine per tale individuazione è fissato dalla norma al 31 ottobre 2013. Sottolinea che, con l'articolo 13, il cui comma 1 è stato interamente sostituito durante l'esame in sede referente, potranno essere esclusi da alcune norme del processo di «spending review» gli organismi collegiali con competenze consultive e tecniche operanti presso il MIBACT (cosiddetti «organismi in regime di proroga»), che in parte avevano peraltro già cessato di operare. Aggiunge che è’ il caso dei 7 Comitati tecnico-scientifici ex articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 2007, i cui presidenti componevano, insieme a otto personalità eminenti del mondo della cultura, il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici (anch'esso «organismo in proroga», non ancora scaduto), che pertanto ha visto ridursi di sette unità la propria composizione, venendo in tal modo meno le professionalità tecniche per Pag. 12settori specifici in cui operavano i Comitati decaduti, con competenze per i beni archeologici, architettonici e paesaggistici, il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico, gli archivi, le biblioteche, la qualità architettonica e urbana, l'economia e cultura. Ricorda che oltre agli organismi consultivi centrali, sono interessati dalla norma gli organi collegiali operanti presso varie Direzioni generali, tra i quali, ad esempio, la Consulta per lo spettacolo, la Commissione per la cinematografia, il Comitato permanente per il diritto d'autore, il Comitato per le pubblicazioni, l'Osservatorio nazionale per la qualità paesaggio, la Commissione per i contributi alle pubblicazioni di elevato valore culturale e altri organismi ancora. Osserva che rispetto al testo iniziale del decreto-legge, che autorizzava il Ministero ad avvalersi, oltre che del Consiglio superiore per beni culturali e paesaggistici, di un numero di Comitati tecnico-scientifici e di organismi consultivi, scelti con proprio decreto, in numero non superiore a 7, la modifica è volta a far salva l'attività di tutti gli organismi collegiali operanti presso il Ministero, estendendo tale possibilità anche ai nuclei di valutazione degli investimenti pubblici originariamente non previsti dal decreto. Precisa inoltre che Entro 60 giorni dalla conversione del decreto-legge, comunque, il MiBACT ridetermina con proprio decreto il numero dei componenti degli organismi, assicurandone una riduzione pari ad almeno il 10 per cento. Aggiunge che viene prevista la clausola di salvaguardia in base alla quale, in ogni caso, non spettano ai componenti dei predetti organismi alcun compenso, indennità, gettone di presenza o rimborso spese per la partecipazione ai lavori degli organismi stessi. Precisa che il comma 2 ribadisce che i predetti organismi operano senza oneri a carico della finanza pubblica, facendo salvo comunque il rimborso delle eventuali spese di missione, nel caso siano previste dalla legislazione vigente e in ogni caso entro i limiti degli stanziamenti di bilancio già previsti per le questa tipologia di spese. Osserva che è’ infine ripristinata l'operatività, cessata nell'agosto 2012, della Commissione permanente tecnico-artistica competente per gli aspetti attinenti alle monete, un organismo collegiale operante presso il MEF. Rileva infine che la partecipazione alla Commissione, come nel caso degli organi collegiali di cui al comma 1, è onorifica e non è previsto alcun rimborso delle spese. Illustra quindi l'articolo 14, il quale, al fine di trovare risorse per la copertura delle misure sopra esaminate, incrementa, a decorrere dal 2014, l'aliquota dell'imposta di consumo sugli olii lubrificanti, le aliquote di accisa sulla birra, sui prodotti alcolici intermedi e sull'alcole etilico, nonché il prelievo fiscale sui «prodotti da fumo». Sottolinea che gli aumenti di accisa contenuti in questo decreto-legge sono di fatto superati da quanto previsto dall'articolo 25, comma 2, del decreto-legge n. 104, del 12 settembre 2013, cosiddetto «Istruzione» (in corso di conversione qui alla Camera con l'A.C. 1574), che, a fini di coordinamento con quanto disposto dal decreto-legge n. 91 in esame, ridetermina le aliquote di accisa fissate dall'articolo 14, comma 2, in esame. In conclusione, ricorda che l'articolo 15 reca, infine, la copertura finanziaria del decreto per oneri che risultano pari complessivamente a 5,6 milioni di euro per l'anno 2013, a 120,3 milioni per l'anno 2014, 151,8 milioni per l'anno 2015, 153,1 milioni per l'anno 2016, a 152,6 milioni per l'anno 2017 e a 136,3 milioni a decorrere dall'anno 2018.

  Sergio BATTELLI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede che l'inizio della discussione di carattere generale sul provvedimento in esame sia rinviata alla giornata di lunedì 30 settembre 2013, in quanto, avendo ricevuto il testo del decreto solo nella serata di ieri, risulta impossibile, al momento, averne un'adeguata contezza.

  Manuela GHIZZONI, presidente, replicando al deputato Battelli rileva che la calendarizzazione dei lavori sul provvedimento – che prevede, tra l'altro, il termine degli emendamenti fissato per le ore 12 di lunedì 30 settembre 2013 – è stata convenuta Pag. 13in sede di ufficio di presidenza della Commissione, in linea con quanto deciso dalla Conferenza dei capigruppo circa l'inizio dell'esame del provvedimento stesso in Assemblea, previsto per la giornata di martedì 1o ottobre 2013. Pertanto, solo ove la Conferenza dei capigruppo decidesse di modificare la calendarizzazione dei lavori in Assemblea, si potrebbe considerare la possibilità di una diversa organizzazione dei lavori in Commissione.

  Sergio BATTELLI (M5S) chiede che sia messo in votazione il rinvio dell'avvio della discussione generale sul provvedimento in esame in Commissione.

  Manuela GHIZZONI, presidente, precisa che l'ordine del giorno della seduta odierna prevede l'avvio dell'esame preliminare del decreto-legge in titolo, secondo quanto concordato in sede di ufficio di presidenza della Commissione, nella consapevolezza della ristrettezza dei tempi a disposizione dovuta alla prossima calendarizzazione del testo in esame in Assemblea, nonché all'imminente scadenza del decreto-legge.

  Luigi GALLO (M5S) chiede che sia nuovamente convocato l'ufficio di presidenza della Commissione per rivedere le determinazioni in merito al decreto in esame. Ricorda, infatti, che le decisioni assunte in precedenza dal medesimo ufficio di presidenza non potevano tenere conto del fatto che solo intorno alle ore 20 della giornata di ieri sarebbe stato disponibile il testo. Sottolinea quindi che la ristrettezza dei tempi a disposizione non ha permesso un esame compiuto del decreto all'ordine del giorno della Commissione.

  Maria COSCIA (PD) ritiene che, poiché l'ordine del giorno della seduta odierna prevede l'avvio della discussione di carattere generale sul provvedimento in oggetto, i deputati che ne abbiano l'intenzione possano svolgere i loro interventi. Peraltro, se i colleghi riterranno che la discussione non debba ritenersi esaurita con la seduta odierna, la Commissione potrà essere eventualmente riconvocata nella mattinata di lunedì per il prosieguo della discussione stessa.

  Manuela GHIZZONI, presidente, ritiene opportuno che nella giornata odierna intervengano i deputati che sono pronti a svolgere le loro considerazioni sul provvedimento in esame. Ribadisce come, alla luce della calendarizzazione dei lavori in Assemblea, non sia possibile spostare il termine previsto per la presentazione degli emendamenti. Precisa quindi che, se necessario, eventualmente lunedì mattina si potrebbe fissare un'altra seduta per il prosieguo dell'esame preliminare.

  Luigi GALLO (M5S) ricorda come il calendario dei lavori dell'Assemblea preveda l'inizio della discussione generale sul decreto-legge in esame per martedì 1o ottobre 2013 «ove concluso dalla Commissione».

  Manuela GHIZZONI, presidente, precisa tuttavia come anche questo provvedimento sia stato originariamente posto all'ordine del giorno della Commissione – per la seduta odierna – «subordinatamente all'effettiva trasmissione» da parte del Senato. Poiché la trasmissione è poi effettivamente intervenuta, nella giornata di ieri, si è dato corso oggi al suo esame.

  Giorgio LAINATI (PdL) dichiara di condividere le ragionevoli considerazioni espresse dal deputato Coscia e dal presidente Ghizzoni.

  Manuela GHIZZONI, presidente, dopo aver ricordato che è un preciso dovere dei parlamentari esaminare i decreti-legge all'ordine del giorno delle Camere, dà la parola ai deputati che intendono intervenire in sede di dibattito di carattere generale sul provvedimento.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) ringrazia la relatrice per l'accurato lavoro, svolto peraltro in tempi ristrettissimi. Rileva il grande significato del decreto-legge Pag. 14in esame che si può leggere in più modi, valutandolo sia per i temi che sono presenti nel decreto, sia per quelli che non si è riuscito ad affrontare, ma che rappresenta soprattutto un segnale fortemente positivo in controtendenza nei confronti del settore della cultura, abbandonato negli ultimi anni, riconoscendo la vitalità dei beni culturali sia pubblici sia privati. Sottolinea il valore del collegamento in esso presente con gli organismi internazionali, in particolare con l'UNESCO e con l'UE: a quest'ultimo proposito, sottolinea l'importanza dell'istituzione presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo di un tavolo tecnico operativo in riferimento al programma «Europa creativa». Valuta inoltre favorevolmente le disposizioni in favore della trasparenza, compresa quella sulle risorse e della semplificazione normativa. A tale proposito, reputa necessaria una pronta emanazione dei previsti regolamenti attuativi, che rendano efficaci le norme contenute nei diversi provvedimenti, portando ad esempio l'articolo 4, comma 1, la dove si liberalizzano le letture pubbliche in biblioteca. Apprezza infatti le disposizioni sulle biblioteche, la cui funzione in altri Paesi europei, specialmente del nord Europa, si sta evolvendo nell'assolvere anche compiti diversi a sostegno dello sviluppo sociale. Aggiunge, infine, di essere colpita dal mancato inserimento delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale nella modifica all'articolo 2, comma 5 della legge n. 128 del 2011, disposta dal comma 4-bis dell'articolo 4 del provvedimento in esame.

  Simone VALENTE (M5S) dichiara che ci si trova in una situazione imbarazzante, riproponendosi la stessa logica che si è evidenziata negli scorsi mesi: viene emanato un decreto-legge che contiene disposizioni concernenti argomenti sia urgenti sia non aventi questa caratteristica. Aggiunge che rivestono in particolare il carattere di urgenza le norme concernenti Pompei e quelle relative alle fondazioni lirico-sinfoniche. Precisa che, durante l'esame del provvedimento in prima lettura presso il Senato, si sono invece affrontate problematiche che non rivestono il carattere dell'urgenza, con l'introduzione di disposizioni tese solo ad attribuire «poltrone» a qualcuno e stanziamenti di risorse a qualcun altro. Sottolinea, infine, come risulti sospetto l'avere originariamente presentato il presente provvedimento presso la Camera dei deputati il 9 agosto 2013, ed averlo successivamente trasferito, il 12 agosto 2013, al Senato della Repubblica, affinché questo ne iniziasse l'esame in prima lettura. Risulta infatti un dato di comune esperienza che il ramo del Parlamento che per primo inizia l'esame di un decreto-legge sa di poterlo ampiamente modificare, mentre tale possibilità si restringe considerevolmente in sede di esame dello stesso da parte della seconda Camera.

  Manuela GHIZZONI, presidente, precisa che l'annuncio in Assemblea della presentazione di un decreto-legge presso un ramo del Parlamento ed il suo successivo trasferimento presso l'altro ramo, costituiscono una procedura corretta e consolidata, dovuta esclusivamente alla necessità di annunciare, secondo i termini costituzionali, la presentazione di un provvedimento urgente del Governo in quel ramo del Parlamento che, in quel momento, ha maggiore possibilità di convocare una seduta d'Assemblea. Tale pratica, di solito attuata nei periodi estivi o comunque di sospensione dei lavori parlamentari, ha lo scopo di regolamentare nella maniera più opportuna i lavori delle due Camere. Rileva infine che, a suo avviso, più che considerare gli aspetti procedurali evidenziati dal collega Valente, è compito della Commissione valutare i contenuti del decreto-legge in esame, così come trasmesso dal Senato.

  Celeste COSTANTINO (SEL) ringrazia la relatrice Santerini per il prezioso lavoro, svolto peraltro in tempi ristrettissimi, sottolineando come sia difficile lavorare all'esame dei provvedimenti in tali condizioni. Rileva quindi che, da una lettura pur approssimativa di questo decreto, si riconosce una visione culturale che caratterizza Pag. 15l'intero provvedimento e, in particolare, quale sia la direzione che si vuole dare al settore della cultura, essendo presenti nello stesso misure sia emergenziali, sia che non presentano questo carattere. Sottolinea, in particolare, fra le misure urgenti, quelle che concernono Pompei e le fondazioni lirico-sinfoniche. Con riferimento a queste ultime, evidenzia l'estrema drammaticità della situazione occupazionale del settore, nel sostanziale disinteresse dei mezzi di informazione. Evidenziando, quindi, come vi siano alcuni aspetti della normativa concernente le medesime fondazioni che suscitano perplessità, annuncia la presentazione, da parte dei deputati del suo gruppo, di emendamenti a tale riguardo. Aggiunge inoltre che debbono essere svolti sforzi maggiori con riferimento alla questione delle semplificazioni, in particolare con riferimento alla disciplina della musica dal vivo. Dopo aver dichiarato di apprezzare la disposizione di cui all'articolo 7, comma 8-bis del provvedimento, che prevede, per eventi di spettacolo dal vivo fino ad un massimo di duecento partecipanti, la presentazione di una segnalazione certificata di inizio attività, in luogo della licenza rilasciata da parte dell'autorità locale di pubblica sicurezza, reputa necessaria in tale settore una riduzione di costi derivanti dai diritti spettanti alla SIAE. Annuncia quindi la presentazione di emendamenti a tal fine.
  Reputa poi positive le disposizioni sul recupero degli spazi, come le aree dismesse, le caserme e i beni confiscati, in linea con quanto affermato dal Ministro Bray – nel corso delle sue dichiarazioni programmatiche esposte dinanzi alle Commissioni cultura congiunte di camera e Senato – sulla necessità di recuperare le periferie delle città.
  Aggiunge poi che va approfondita la questione dei finanziamenti previsti dal provvedimento. Pur apprezzando le norme concernenti il cosiddetto tax credit per il cinema e le opere audiovisive, reputa infatti insufficienti i finanziamenti per tale ambito. Sottolinea poi come siano assenti dal presente decreto disposizioni a favore del settore del teatro e, in particolare, dei teatri stabili. Questi vivono infatti una situazione drammatica, essendo funzionanti in Italia solo circa trenta teatri stabili. Annuncia quindi l'intenzione di presentare emendamenti anche in questo settore.

  Irene MANZI (PD), ringraziando il deputato Santerini per l'ampia relazione svolta, anche in considerazione dei tempi ristretti a sua disposizione, condivide, in generale, le considerazioni svolte sul decreto-legge in esame, che riprende l'impostazione delineata dal ministro Bray nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ciò premesso, evidenzia soprattutto le disposizioni recate dal decreto-legge volte a favorire i giovani, citando in particolare l'articolo 2, nella parte in cui prevede che nell'ambito del programma straordinario per lo sviluppo delle attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale italiano saranno utilizzati cinquecento giovani di età inferiore a 35 anni, da reclutare a seguito di procedura concorsuale pubblica, a garanzia della trasparenza. La misura, che si ricollega all'ulteriore programma, varato con precedente provvedimento, «1000 giovani per la cultura», rappresenta una significativa opportunità che, si augura, possa poi essere messa a frutto con concrete occasioni lavorative. Evidenzia, quindi, il valore della disposizione dell'articolo 6 del decreto in fase di conversione che prevede l'assegnazione, a favore di giovani artisti, di immobili del patrimonio statale. La misura, oltre a favorire un uso del patrimonio pubblico a scopo culturale, sostiene direttamente la creatività contemporanea. Gli emendamenti introdotti al Senato, diretti a prevedere un canone di locazione degli immobili particolarmente agevolato, hanno un indubbio valore positivo tale da rendere effettive tali opportunità.
  Sottolinea, inoltre, come ulteriore misura positiva in favore dei giovani, la previsione di un credito d'imposta finalizzato a sostenere il mercato della musica e, in particolare, le opere prime e seconde di giovani artisti, secondo quanto previsto Pag. 16dall'articolo 7 del provvedimento in oggetto. Si tratta di una misura significativa in un momento di grave crisi per l'industria musicale.
  Ritiene altresì importante la norma recata dall'articolo 8, contenente misure concernenti il settore cinematografico e audiovisivo, mostrando apprezzamento, in particolare, per il richiamo ivi previsto al programma, promosso dalla Commissione europea, denominato «Europa creativa», che intende valorizzare le esperienze dell'Unione europea a sostegno dell'industria culturale e creativa.

  Sergio BATTELLI (M5S) ritiene che, nonostante il decreto contenga dei provvedimenti condivisibili anzi sperati, e che il Movimento 5 Stelle ha reclamato, siano da criticare i metodi scelti ed inoltre molte disposizioni che non presentano il carattere d'impellenza richiesto per essere inseriti in una decretazione d'urgenza. Prendendo in considerazione il primo complesso di disposizioni che riguardano la tutela e la rivalorizzazione del sito archeologico di Pompei, disapprova l'istituzione di un nuovo apparato costituito dal direttore generale ed un nutrito staff di 25 funzionari (Unità Grande Pompei), che sostanzialmente duplica le funzioni della Sovrintendenza speciale, oltre a porre un eccessivo onere a carico dell'erario. Di conseguenza ritiene assurdo nominare un direttore generale del «Progetto Pompei» in quanto considera tale figura non necessaria, risultando essere una duplicazione del Sovrintendente che oggi gestisce il sito archeologico. Aggiunge che al direttore generale vengono attribuite una serie di funzioni e di competenze che prevedono un eccessivo accentramento di potere in capo alla sua persona e che possono facilmente entrare in conflitto con le attuali competenze della Sovrintendenza speciale. Specifica altresì che altro aspetto allarmante è rappresentato dal fatto che il direttore generale avrà la totale gestione di ben 105 milioni di euro stanziati dall'Unione europea ed inoltre il comma 1, lettera b) dell'articolo 1 conferisce al direttore generale la funzione di stazione appaltante. Specifica che questa impostazione rischia di non ottemperare all'obbligo di attenersi ai criteri di trasparenza ed ai principi di legalità nella realizzazione delle opere. Aggiunge che nonostante sia stato firmato un protocollo d'intesa tra la Prefettura di Napoli e la Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei e siano state adottate le misure per contrastare l'infiltrazione mafiosa, accentrare un così esclusivo potere decisionale in tema di appalti in capo ad una sola persona, tenendo conto del difficile contesto sociale del territorio campano, di fatto, aumenta il rischio di creare pressioni sul direttore generale, facilitando indirettamente le infiltrazioni stesse. Contesta inoltre la previsione di avvalersi, sia in fase progettuale che di attuazione, della società INVITALIA, in quanto lo ritiene un noto «poltronificio» che non risulta impiegare idonee professionalità in relazione agli interventi di cui al grande progetto Pompei. Precisa che una nota positiva è costituita dall'attivazione di mille tirocini riservati ad altrettanti giovani. Pur apprezzando questo tipo di intervento, evidenzia che l'istituto del tirocinio non è un contratto di lavoro e quindi, oltre a non garantire l'effettivo inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, impedisce agli stessi di realizzare altri progetti lavorativi. Rileva che ciò avviene in quanto il decreto tace completamente riguardo un eventuale inserimento più stabile e duraturo dei giovani tirocinanti, nonostante ci sia un'urgente necessità di implementare la pianta organica della sovrintendenza speciale di Pompei, che allo stato attuale è carente rispetto a tutte le professionalità necessarie per l'efficace gestione di un sito archeologico tanto esteso. Si domanda, inoltre, il motivo per cui il decreto non abbia considerato il sito archeologico di Paestum, che si trova ad un livello di degrado disarmante, e non sia previsto un sistema di finanziamento atto a riqualificare la Reggia di Caserta, che necessita di interventi urgenti di restauro conservativo. Ritiene quindi opportuno e Pag. 17necessario impiegare i fondi stanziati da questo decreto in opere di manutenzione, messa in sicurezza, restauro e rivalutazione del patrimonio storico, artistico e culturale dell'area interessata piuttosto che impiegare queste risorse in modo inappropriato, raddoppiando inutilmente le strutture già esistenti.
  Pur apprezzando lo sforzo, la solerzia e l'impegno a valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano con erogazioni a favore della cultura in generale, critica aspramente anche le disposizioni previste all'articolo 5 soprattutto riguardo i criteri di ripartizione dei finanziamenti volti al recupero ed alla creazione di siti di rilevante interesse storico e culturale, con riferimento ai «Nuovi Uffizi» di Firenze ed al Museo nazionale dell'ebraismo e della Shoah. Aggiunge che il problema è costituito dall'entità di tali finanziamenti, poiché sarebbe il caso di distribuire diversamente le già scarse risorse. Dichiara, anche a nome del suo gruppo, di non essere contrario a finanziare i «Nuovi Uffizi» e il Museo nazionale dell'ebraismo e della Shoah, ma ritiene che questi poli abbiano già ricevuto cospicui finanziamenti, anche considerando il fatto che leggi speciali attribuiscono loro finanziamenti strutturali. Precisa che il Museo nazionale dell'ebraismo e della Shoah, ad esempio, è beneficiario di un milione di euro l'anno. Aggiunge inoltre che l'orientamento del decreto non rappresenta una scelta sbagliata, ma non sottovaluta l'importanza di una miriade di siti esistenti sul territorio italiano, ignorati e dimenticati da tempo, che versano in un grave stato di deterioramento e che pagano le conseguenze della completa indifferenza e di scelte politiche insensate o dettate dalla convenienza personale. Si chiede quindi quale protezione sia stata prevista per la valle dei templi di Agrigento e che misure siano state previste per la riqualificazione dei siti storici minori, ma non per questo di minore importanza culturale.
  Apprezza poi l'intenzione del Governo di prendere in considerazione la situazione delle fondazioni lirico-sinfoniche, ma non condivide assolutamente, anche a nome del suo gruppo, le linee di intervento adottate nel decreto, poiché le misure previste non sono assolutamente in grado di risanare la grave situazione debitoria in cui versano. Specifica che il decreto prevede, infatti, un profondo piano di risanamento, eccessivamente rigido, che pare non lasci comunque scampo alle fondazioni in grave crisi. Ritiene necessario tenere presente che le Fondazioni lirico-sinfoniche, per le loro peculiarità, non possono raggiungere un attivo di bilancio e pertanto sono estremamente sfavorite da questa previsione legislativa, sembrando tutte destinate alla liquidazione coatta amministrativa. Rileva che risulta chiara una mancanza di visione in grado di portare ad una riforma sostanziale delle fondazioni lirico-sinfoniche, che nella condizione in cui versano adesso non sono in grado di effettuare piani a lungo termine, fondamentali in queste attività, né di aprirsi ad innovazioni, sia in termini di eventi proposti che di servizi offerti. Rileva che anche in questo settore si preferisce tamponare piuttosto che riformare il sistema. Chiede poi che si affrontino in modo concreto i problemi che stanno attraversando ormai da anni le fondazioni liriche di Genova, Firenze e Cagliari. Si chiede quindi se si è proprio convinti che le funzioni assegnate al Commissario straordinario siano realmente efficaci in queste situazioni e quali misure sono state adottate per evitare che i dipendenti di tali strutture finiscano per strada. Si chiede inoltre quali garanzie abbiano le loro famiglie e se si è realmente convinti che l'ausilio offerto dalla società ALES spa possa risolvere il problema degli esuberi. Ritiene poi che non venga rispettato il criterio di prossimità geografica e non si consideri la reale necessità occupazionale di tale società. Si chiede infine se si è proprio sicuri che vi sia del personale in esubero. Considera inoltre valida la disposizione che prevede l'applicazione delle norme del pubblico impiego ai dipendenti delle fondazioni, ma chiede che sia valutata per il seguente motivo: occorre una decisione politica importante sulla condizione giuridica degli Enti, in quanto sono Pag. 18pubblici o sono privati. Ritiene inoltre positivo l'assoggettamento alle norme del codice dei contratti. Ribadisce che è necessario affrontare il problema dalla radice, poiché genera confusione la commistione tra pubblico e privato nella gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche. Ritiene che queste siano rimaste a metà tra il pubblico ed il privato per via di una riforma errata e mai completata da parte dell'allora Ministro Veltroni e ricorda che sono state trasformate da enti pubblici a fondazioni di diritto privato finanziati in quota parte dal Fondo unico per lo spettacolo (FUS). Precisa che ciò non è stato invero accompagnato dalle corrette forme di agevolazioni per l'ingresso dei privati negli enti lirici (del tipo tax-shelter), che, a suo avviso, si trovavano in condizioni economiche devastanti, dovute all'alto costo del personale ed allo scarso apporto dei privati, unitamente ai continui tagli al FUS. Aggiunge che il piano di risanamento è quindi oltremodo rigido e non può in alcun modo aiutare le fondazioni a risollevarsi dalla crisi, soprattutto perché introduce il principio di pareggio di bilancio da raggiungere in tre anni. Ritiene però sicuramente positivo che finalmente si giunga ad una produzione su base triennale, ma al contempo si domanda se non sia eccessivo prevedere che una attività come questa sia in pareggio, anche perché, trattandosi di fondazioni private, queste non concorrono al debito pubblico. Aggiunge che il ricorso ad entrate di indebitamento è concesso solo nell'accesso ad un fondo di rotazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo pari a 75 milioni di euro. Ritiene che tali risorse siano delle «briciole», visto che i teatri interessati al piano di risanamento (con lo scopo di accedere proprio al fondo di rotazione) sono, secondo quanto affermato dal Ministro Bray, almeno 6 su 15. Ritiene di non comprendere ancora una volta la nomina di un commissario governativo che abbia ampi poteri di incidere sui piani di risanamento a lui proposti. Aggiunge che, come di solito, viene scelta una modalità errata a monte per salvare il sistema delle fondazioni liriche, che invece richiede una visione più ampia ed a lunghissimo termine, iniziando una seria riforma di governance, di contribuzione privata, di programmazione delle stagioni. Reputa che le colpe della politica in questo disastro economico-finanziario siano abnormi e non possano affatto ricadere sulle spalle dei lavoratori di qualità del settore, tanto meno sulle spalle del settore culturale. Nonostante le criticità espresse, apprezza l'accoglimento delle proposte del MoVimento 5 Stelle in tema di produzioni cinematografiche e musicali. Precisa che con le semplificazioni previste dall'articolo 6 del provvedimento in esame, in materia di programmazione di musica dal vivo, le procedure per l'organizzazione e la gestione degli eventi risulteranno più snelle, come già sperimentato dalla legislazione anglosassone, e ciò produrrà enormi benefici sia in termini di diffusione della produzione musicale che in termini di fruizione della musica. Aggiunge che i benefici economici derivanti da tale semplificazione non tarderanno ad innescare il meccanismo virtuoso di moltiplicazione economica e che produrranno gli stessi benefici effetti anche le agevolazioni disposte dal tax credit sulle produzioni musicali, la stabilizzazione degli sgravi fiscali in tema di produzione cinematografica ed il sistema di contribuzione pubblica allo spettacolo dal vivo e al cinema. Apprezza particolarmente che sia stata adeguatamente considerata la proposta emendativa del Movimento 5 Stelle, profondamente innovativa, che fornisce un aiuto concreto a tutti i giovani artisti o aspiranti tali, che presentino progetti meritevoli. Specifica che, in assenza di questa contribuzione pubblica, molto probabilmente questi artisti non avrebbero alcuna possibilità di manifestare il loro talento.

  Manuela GHIZZONI, presidente, osserva che, considerato il livello di dettaglio dell'intervento appena svolto, è di tutta evidenza che il collega Battelli ha avuto modo di approfondire compiutamente i contenuti del provvedimento in esame.

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  Gianna MALISANI (PD), nell'esprimere apprezzamento alla collega Santerini per la sua relazione, concorda con la presidente Ghizzoni sull'osservazione circa il livello di approfondimento dei temi oggetto del decreto dimostrato dall'intervento del collega Battelli.
  Nel giudicare proficua la discussione sino ad ora svolta, sottolinea che il decreto legge in titolo affronta una serie di urgenze che affliggono il settore della cultura e dei beni culturali da tempo e costituisce, pertanto, un provvedimento molto atteso. Nel ritenere che l'articolato del provvedimento contiene anche alcuni punti non del tutto condivisibili, desidera, tuttavia, in questa sede soffermarsi sugli elementi positivi dell'articolato. Al riguardo, ricorda che il testo appare in linea con le linee programmatiche espresse dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. In particolare, giudica con favore l'attenzione dedicata alla tematica della tutela del paesaggio nonché a quella dei beni archeologici. Sottolinea, altresì, l'importante novità rappresentata dal fatto che per la prima volta viene presa in considerazione dalla normativa anche la cultura contemporanea.
  Segnala, in particolare, l'articolo aggiuntivo 4-bis introdotto dal Senato che consente ai comuni la promozione delle attività di artigianato tradizionale prevedendo l'adozione da parte delle direzioni generali per i beni culturali e paesaggistici e delle soprintendenze di determinazioni che contrastino l'esercizio di attività commerciali e artigianali nelle aree pubbliche aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico. Accoglie favorevolmente anche l'introduzione, ai sensi dell'articolo 4, di nuove risorse da destinare ad istituzioni culturali nonché la previsione di cui all'articolo 3-ter in materia di sostegno per i siti italiani inseriti nella lista UNESCO del patrimonio mondiale.
  Esprime perplessità sulla disposizione di cui all'articolo 3-quater che proroga a tre anni il termine della durata delle autorizzazioni paesaggistiche in corso di efficacia. Manifesta apprezzamento per la norma di cui all'articolo 2 che prevede un programma straordinario per lo sviluppo dell'attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, in particolare per la decisione di utilizzare 500 giovani assunti a seguito di procedura concorsuale e pubblica. Auspica che il Governo possa prevedere la proroga della durata di tale programma. Esprime rammarico per la mancata approvazione di una proposta emendativa presentata all'articolo 10, nel corso dell'esame del testo in prima lettura, relativamente alla platea degli enti inseriti nell'elenco dell'ISTAT ai fini dell'esonero da alcune limitazioni di spesa dettate dal decreto-legge n. 78 del 2010 nonché ai fini dell'attenuazione, dal 2014, della misura dei tagli di spesa per consumi intermedi previsti dal decreto-legge n. 95 del 2012.
  Sottolinea positivamente quanto disposto dall'articolo 12 che ha alzato la soglia massima della donazione dei privati per i beni e le attività culturali da 5.000 a 10.000 euro. Si tratta, a suo avviso, di un primo passo per facilitare la possibilità per le soprintendenze di ricevere i fondamentali contributi provenienti dal settore privato.
  Segnala alcuni dubbi sulla decisione di riconoscere particolare tutela ad alcuni siti archeologici del territorio italiano poiché, pur riconoscendo che il nostro Paese vive una situazione economica difficile, riterrebbe auspicabile privilegiare interventi normativi che affrontino in maniera più organica la problematica della valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Osserva che sarebbe opportuno prevedere ulteriori provvedimenti legislativi che operino in questo senso tutelando gli altri siti di straordinaria rilevanza quali, ad esempio, quelli presenti in altre regioni come Lombardia o Sicilia per citarne solo alcune.

  Roberto RAMPI (PD), replicando ai colleghi del Movimento 5 Stelle che hanno lamentato il poco tempo a disposizione per esaminare il provvedimento a causa della decisione del Governo di utilizzare lo Pag. 20strumento della decretazione d'urgenza, osserva che in realtà l'Esecutivo ha varato il decreto l'8 di agosto e che, pertanto, il testo è stato a disposizione dei colleghi per tutta l'estate. Concorda, invece, con i deputati del Movimento 5 Stelle che lo hanno preceduto relativamente al fatto che il Senato avendo trasmesso soltanto nella tarda serata di ieri il testo approvato ha compresso i tempi a disposizione per leggere il documento. Tuttavia sottolinea che era possibile, come egli stesso ha fatto, grazie alla tecnologia che spesso si utilizza come bandiera, seguire puntualmente dal sito internet del Senato il dibattito svolto nell'altro ramo del Parlamento sul testo oggi in esame. Nell'evidenziare che, a suo avviso, esiste un problema di coordinamento delle modalità di lavoro tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, rileva, tuttavia, che era necessario dedicare tempi adeguati, anche in prima lettura, per approfondire le complesse norme del provvedimento di legge.
  Passando al merito delle disposizioni, desidera preliminarmente ricordare che diversi emendamenti presentati dal Partito Democratico e anche dal Movimento 5 Stelle sono stati approvati nel corso dei lavori svolti al Senato e che a tali proposte emendative hanno lavorato molti colleghi deputati.
  Segnala alcune disposizioni di particolare rilievo come quelle dettate dall'articolo 11 sugli interventi per le fondazioni lirico-sinfoniche nonché quelle ai sensi dell'articolo 8 in materia di tax credit che hanno reso permanenti e strutturali i crediti di imposta per la produzione, la distribuzione e l'esercizio cinematografico prevedendo, altresì, l'istituzione del tavolo tecnico «Europa creativa». Ritiene inoltre fondamentali le disposizioni che semplificano le autorizzazioni per lo spettacolo dal vivo fino a duecento partecipanti. Si tratta, a suo avviso, sia di una doverosa presa d'atto del sentire diffuso della società sia di un'importante norma di rilancio di un settore rilevante dell'economia del nostro Paese.
  Nel condividere la decisione del Governo di prevedere una norma ad hoc per il sito archeologico di Pompei, osserva che è necessario d'ora in avanti seguire una politica che valuti in modo più organico i luoghi e i siti del nostro territorio, anche i più periferici, che necessitano di maggiore tutela. Ricorda, a tal proposito, la previsione di cui all'articolo 5, comma 3 che ha autorizzato la spesa di 8 milioni di euro per far fronte ad interventi di particolare rilevanza relativi a beni culturali che presentano gravi rischi di deterioramento. Al riguardo auspica che nella definizione del successivo decreto attuativo che individua i predetti interventi il Governo possa costruire una positiva relazione con il Parlamento ma anche con le realtà territoriali interessate ad ottenere adeguate risorse finanziarie.
  Nel sottolineare che l'articolo 11 in materia di enti lirici ha costituito il secondo pilastro, oltre a quello costituito dagli interventi in favore del sito archeologico di Pompei, che ha connotato l'urgenza del provvedimento, evidenzia l'approccio fortemente centralistico della disciplina introdotta dal decreto.
  Replicando al collega Battelli, fa presente che pur condividendo la necessità di tutelare i lavoratori impiegati negli enti lirici privilegiando ogni sede di confronto con i rappresentati delle categorie produttive, rileva, tuttavia, che è doveroso adottare strumenti di intervento normativo volti a verificare il corretto ed efficiente utilizzo delle risorse pubbliche impiegate. Nel fare presente la sua contrarietà a disposizioni che prevedano aiuti per enti particolari non può, tuttavia, non manifestare particolare preoccupazione per la situazione che in queste ore grava sul teatro Alla Scala di Milano. Al riguardo, nel segnalare che il Sindaco di Milano ha chiesto un'audizione in Commissione ma che gli stretti tempi a disposizione per l'esame del decreto difficilmente ne permetteranno lo svolgimento, auspica che il Governo possa interessarsi urgentemente della questione. Ricorda l'analoga necessità di intervenire a tutela del Piccolo Teatro di Milano.
  Conclude sottolineando il suo giudizio positivo sul testo del decreto-legge ed evidenziando Pag. 21che l'articolato ha recepito gran parte del lavoro svolto in questi mesi dalla Commissione, segnalando che alcuni ordini del giorno presentati in occasione dell'esame del decreto del Fare sono stati trasformati in norme di legge dal provvedimento in titolo. Nel valutare favorevolmente quanto dichiarato dal Presidente Letta in ordine al fatto che la valorizzare della cultura costituisce un elemento chiave ed una priorità per lo sviluppo del nostro Paese, ritiene assolutamente necessario dare concreta attuazione a tale affermazione trovando, anche in occasione della prossima presentazione del disegno di legge di stabilità, nuove risorse per il Fondo unico per lo spettacolo.

  Simone VALENTE (M5S), traendo spunto dalle riflessioni svolte dal deputato Rampi, contesta la mancanza di logica e di coerenza riscontrabile, a suo avviso, nell'impianto dell'articolo 1, laddove, con riferimento al sito archeologico di Pompei, si creano nuove strutture, quale è il direttore generale, accanto a quelle già esistenti, in questo caso la soprintendenza speciale.
  Esprime, soprattutto, timori connessi ai poteri attribuiti al direttore generale e ai conflitti che possono venirsi a creare tra le due strutture, ciò che a suo avviso non recherebbe sicuramente benefici al sito di Pompei.
  Un altro punto critico del decreto-legge è costituito a suo giudizio dall'articolo 11, concernente le fondazioni lirico-sinfoniche, nei confronti delle quali vengono stanziate esigue risorse, pari a 75 milioni di euro, ciò che non contribuirà a risolvere la situazione problematica in cui esse si trovano.
  Rileva altresì che una ulteriore questione problematica, inerente alle fondazioni lirico-sinfoniche, attiene alla riduzione del personale, evidenziando che ridurre l'organico in certi casi equivale a determinare la scomparsa di un ente, come è accaduto nel caso del teatro di Genova.

  Maria COSCIA (PD), dopo aver ringraziato il relatore per il lavoro svolto, evidenzia come il provvedimento in esame, pur essendo un decreto-legge, caratterizzato quindi dai presupposti della straordinaria necessità ed urgenza e non, invece, una riforma organica del settore, rappresenta comunque un atto sintomatico della volontà del Governo di rimettere il patrimonio artistico e culturale al centro delle politiche del Paese.
  Si sofferma, quindi, su due punti fondamentali, al centro del dibattito della seduta odierna, costituiti rispettivamente dagli interventi per il sito archeologico di Pompei e dalle misure predisposte per le fondazioni lirico-sinfoniche.
  Per quanto riguarda il primo punto, anche richiamando la missione che alcuni deputati della VII Commissione hanno svolto a Pompei, rileva come occorra tenere in considerazione non solo l'esigenza di effettuare interventi strettamente funzionali alla salvaguardia del sito archeologico, ma altresì, parallelamente, la necessità di occuparsi dell’hinterland, di valorizzare il territorio circostante, anche al fine di incentivare il turismo.
  Relativamente all'altra annosa questione delle fondazioni lirico-sinfoniche, già affrontata da parte dei Governi precedenti, fa presente che, attraverso la disciplina recata dall'articolo 11 del provvedimento in oggetto, si intende stanziare delle risorse in loro favore, ma, al tempo stesso, creare condizioni di chiarezza circa il relativo utilizzo. Precisa, quindi, che a questo fine è previsto espressamente che le fondazioni che si trovano in situazioni di difficoltà economico-patrimoniale presentino un piano di risanamento con contenuti inderogabili ad un commissario straordinario del Governo.

  Giorgio LAINATI (PdL), ricollegandosi all'intervento della collega Coscia, condivide il suo giudizio relativo alla grande importanza che il decreto in esame riconosce agli enti lirico-sinfonici. Al riguardo ricorda che nella scorsa legislatura ci fu un rilevante dibattito parlamentare, con una forte opposizione del gruppo Italia dei Valori, su un testo di legge presentato sulla materia. Evidenzia che questo tema, analogamente Pag. 22a quello della tutela del sito archeologico di Pompei, è stato affrontato dal Ministro Ornaghi, dal Ministro Galan e dal Ministro Bondi nel corso della loro esperienza governativa senza, tuttavia, riuscire a risolvere un problema che, a sua avviso, è soprattutto di natura culturale. Fa presente che il decreto costituisce una sorta di opera omnia, un lavoro complesso e articolato che evidenzia il grande impegno profuso dal Governo. Giudica, infine, con favore le norme che prevedono la possibilità di concedere ai giovani l'utilizzo di spazi dismessi a prezzi ridotti.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) sottolinea che la difficile situazione di Pompei è nota da tempo e che, pertanto, non era necessario agire con lo strumento del decreto-legge che comprime i tempi di esame del provvedimento. A suo avviso, sarebbe stato opportuno, invece, discutere ed esaminare una legge di iniziativa parlamentare o popolare, in modo tale da avere la possibilità di svolgere tutti gli opportuni approfondimenti che la delicata condizione di Pompei richiede.

  Il sottosegretario Ilaria Carla Anna BORLETTI DELL'ACQUA, in replica all'intervento da ultimo svolto dal deputato Brescia, fa notare come la decisione del Governo di prevedere interventi tesi alla salvaguardia di Pompei sia legata alla situazione di gravissima difficoltà in cui oggettivamente si trova quel sito archeologico, al punto che il 40 per cento del complesso è in pericolo. Pertanto, si tratta di una priorità che si è posta all'attenzione dell'Esecutivo a causa della drammaticità della situazione, resa eclatante dalla notorietà del sito archeologico di Pompei nel mondo.
  Ringrazia, poi, il deputato Coscia per aver evidenziato, in linea con quanto è stato poi ribadito dal deputato Lainati, lo spirito innovativo del decreto-legge in oggetto, che pone la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo al centro delle politiche del Governo, quale fattore di sviluppo.
  Con riferimento all'intervento del deputato Piccoli Nardelli, apprezza il fatto che sia stata sottolineata l'importanza delle biblioteche e degli archivi; assicura altresì il massimo impegno da parte del Governo nella successiva fase dell'adozione dei regolamenti attuativi.
  Non condivide, invece, le critiche rivolte dal deputato Battelli in relazione alla scelta «strumentale» da parte del Governo nell'aver privilegiato determinati temi piuttosto che altri: a questo proposito, fa notare che il sito archeologico di Pompei, come anche la situazione di difficoltà economica in cui versano le fondazioni lirico-sinfoniche, presentano dei profili di gravità tali da non poter non essere presi in considerazione da parte dell'Esecutivo.
  Richiamando, poi, l'intervento del deputato Costantino, riconosce come le misure predisposte al fine di favorire il settore della musica siano importanti, rilevando in proposito che al Senato la Commissione competente per il merito avrebbe voluto introdurre disposizioni anche più incisive, che sono state tuttavia bloccate da parte della Commissione bilancio. Auspica, per il futuro, che si proceda ad una riforma complessiva della SIAE.
  Ricorda, quindi, l'apprezzamento espresso dal deputato Manzi circa il favore rivolto verso le politiche in favore dei giovani, con particolare riferimento alla disposizione di cui all'articolo 8 del decreto-legge.
  Per quanto concerne la questione del direttore generale con riferimento al sito archeologico di Pompei, emersa dagli interventi dei deputati Battelli e Valente, osserva che il problema a suo avviso non è legato tanto ai poteri del direttore generale quanto al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata in Campania, contro il quale occorrerà vigilare.
  Fa notare, in generale, l'esiguità delle risorse disponibili – 50 milioni di euro per l'intero patrimonio artistico nazionale, più altre risorse residue tra cui parte dei proventi dei giochi pubblici – che condiziona fortemente le politiche del Governo il quale cerca per quanto possibile di evitare gli interventi di carattere contingente e provvisorio, favorendo piuttosto i Pag. 23programmi di durata, ragion per cui si è scelto di portare avanti i percorsi, già iniziati, riguardanti gli Uffizi di Firenze e il museo della Shoah di Ferrara.
  Peraltro, rileva che, se le sponsorizzazioni di progetti artistici sono realizzabili nelle grandi città, non altrettanto avviene nella tante altre realtà di cui è fatta l'Italia.
  Riservandosi, quindi, di entrare nel merito delle singole problematiche nel corso della successiva fase dell'esame degli emendamenti in Commissione, ribadisce – come rilevato in molti interventi, tra cui quello del deputato Rampi – l'elemento di novità rappresentato dal decreto-legge in oggetto, attraverso il quale il Governo ha cercato di ottenere il massimo in considerazione delle esigue risorse disponibili.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di lunedì 30 settembre, alle ore 16, ricordando che il termine per la presentazione degli emendamenti al provvedimento in titolo è fissato alle ore 12 della medesima giornata.

  La seduta termina alle 12.10.

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