CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 2 agosto 2013
68.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e XI)
COMUNICATO
Pag. 12

SEDE REFERENTE

  Venerdì 2 agosto 2013. — Presidenza del presidente della VI Commissione Daniele CAPEZZONE. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Carlo Dell'Aringa.

  La seduta comincia alle 9.10.

DL 76/2013: Primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti.
C. 1458 – Approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, iniziato nella seduta del 1o agosto 2013.

   Daniele CAPEZZONE, presidente, desidera rilevare come, nel giorno in cui il Presidente della Banca centrale europea invita tutti gli Stati membri dell'Unione europea a concentrarsi su politiche di sostegno alla crescita, le Commissioni riunite entrino nel vivo dell'esame, in sede referente, di un provvedimento che introduce 864 milioni di nuove imposte, anche attraverso un incremento definitivo della percentuale di acconto ai fini delle imposte sui redditi. Nel segnalare la sua costante contrarietà ad ogni aumento della pressione fiscale, invita le Commissioni a valutare appieno il contenuto del provvedimento, ritenendo che tutti debbano essere consapevoli della gravità di tale scelta.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) dopo aver espresso perplessità sui tempi di esame disponibili per la discussione, che giudica troppo compressi, si sofferma sul merito del provvedimento in esame, che ritiene fortemente criticabile sotto diversi punti di vista. Fa notare, innanzitutto, come esso stanzi risorse quasi esclusivamente per il Sud, abbandonando invece i cittadini del Nord al loro destino – quasi che i problemi economici e occupazionali fossero una problema esclusivo del Mezzogiorno – lamentando inoltre il fatto che le poche risorse messe a disposizione del Nord siano ripartite secondo parametri non del tutto chiari e definiti. Giudica quindi inaccettabile che le misure introdotte per agevolare le assunzioni di giovani Pag. 13– peraltro sottoposte a vincoli stringenti in ordine ai requisiti, che tendono a premiare i soggetti con un'istruzione inferiore a scapito di tutti gli altri – nonché quelle destinate ad iniziative di autoimprenditorialità o ad interventi di inclusione sociale, siano finanziate con poche risorse, tutte rivolte a favorire esclusivamente il Sud d'Italia.
  Ritenuto che il provvedimento sia suscettibile di rilievi di costituzionalità, dal momento che mette in atto una vera e propria forma di discriminazione nei confronti di taluni cittadini del territorio, preannuncia la presentazione, da parte del suo gruppo, di una questione pregiudiziale, tesa a rilevare tali elementi di criticità, nonché la presentazione di diversi emendamenti, volti ad evidenziare anche taluni problemi di natura tecnica e formale che potrebbero, a suo avviso, impedire l'applicazione delle misure individuate.
  Ritiene che la strada da seguire per un rilancio economico ed occupazionale sia diversa e riguardi, in particolare, la riduzione del cuneo fiscale: a tale proposito ritiene opportuno concentrarsi soprattutto sulla diminuzione degli oneri contributivi, che gravano in maggior percentuale sui datori di lavoro, individuando nell'eccessivo costo del lavoro il problema cardine da risolvere nell'ambito di qualsiasi manovra tesa al contrasto della disoccupazione. Sotto tale profilo, dichiara che si sarebbe aspettato un intervento più incisivo di modifica della legge Fornero, la quale ha contribuito in maniera esasperata – a suo avviso – ad incrementare gli oneri a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro, soprattutto per quanto concerne i costi derivanti dal ricorso ai contratti flessibili. Esprime quindi dubbi sulle misure riguardanti il contrasto al lavoro nero, facendo notare che esse appaiono di dubbia efficacia e rischiano, addirittura, di rendere più difficoltosi i controlli.
  Soffermandosi quindi sui profili tributari del provvedimento, ritiene che le misure introdotte in tale ambito siano sbagliate, in quanto, se, da un alto, esse sono tese ad un rinvio dell'aumento dell'aliquota IVA del 21 per cento, dall'altro, attraverso uno scorretto effetto di compensazione, determinano un inaccettabile inasprimento fiscale che finirà per danneggiare le imprese, soprattutto quelle più piccole e meno protette, che appaiono sottoposte a misure punitive (come nel caso delle disposizioni in materia di tassazione delle sigarette elettroniche, volte a colpire ingiustamente uno dei pochi settori vitali del circuito produttivo).
  In conclusione, chiede al Governo di confrontarsi con la Camera su questi temi, nella prospettiva di modificare il testo del provvedimento nei suoi punti più critici, facendo notare che il suo gruppo non intende dar luogo a pratiche ostruzionistiche tese a rallentare i lavori parlamentari, ma solo dialogare sul merito delle questioni in vista del miglioramento del provvedimento.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) lamenta prioritariamente come il provvedimento, che dovrà essere esaminato dalla Camera in tempi ristrettissimi, abbia, per l'ennesima volta, carattere disomogeneo, contenendo, tra l'altro, anche misure, riferite a situazioni molto specifiche o addirittura «ad personam», che avrebbero dovuto trovare più opportuna collocazione in altri interventi legislativi, evidenziando a tale riguardo come il decreto-legge autorizzi a questi fini stanziamenti aggiuntivi, in una fase in cui appare molto difficile reperire risorse finanziarie, come testimoniato dalla difficoltà registratasi, nel corso dell'esame del decreto-legge n. 63 del 2013, ad individuare un'adeguata copertura per soli 35 milioni di euro.
  Passando quindi ad alcune questioni specifiche, sottolinea come, mentre, da un lato, con la disposizione di cui all'articolo 11, comma 1, si dispone la proroga dell'incremento dell'aliquota IVA ordinaria dal 21 al 22 per cento, dall'altro, con altre disposizioni, si incrementa il livello della pressione tributaria, in particolare attraverso un aumento della percentuale di acconto ai fini delle imposte sui redditi. Considera tale scelta del tutto sbagliata, in un momento nel quale sarebbe invece Pag. 14necessario evitare in ogni modo di gravare ulteriormente sui cittadini e sulle imprese, sia sul piano degli oneri tributari, sia su quegli adempimenti amministrativi. In tale contesto preannuncia che il gruppo del Movimento 5 Stelle presenterà una serie di emendamenti volti a modificare le modalità di copertura degli oneri finanziari determinati dal provvedimento, proponendo di agire più sul versante delle riduzioni di spesa che su quello del prelievo.
  Segnala inoltre come il decreto-legge disponga una, seppur modesta, riduzione delle risorse per il finanziamento delle università, in aperta contraddizione con le dichiarazioni programmatiche rese dal Presidente del Consiglio in occasione del dibattito parlamentare sulla fiducia al Governo, quando egli affermò che il Governo avrebbe puntato al rafforzamento della scuola, dell'università e della ricerca. Invita pertanto i relatori e tutti i componenti delle Commissioni a valutare con attenzione le proposte alternative di copertura che il suo gruppo intende presentare.

  Anna GIACOBBE (PD) ritiene che il provvedimento in esame, anche se non risolutivo delle questioni aperte, abbia lo scopo di fronteggiare l'urgenza occupazionale in atto, svolgendo una funzione «ponte» rispetto a misure più incisive e complete che il Governo dovrà adottare in futuro. Più che soffermarsi sulla possibilità di apportare modifiche puntuali al testo in esame, ritiene pertanto utile, in questa sede, avviare un dialogo costruttivo con il Governo, al fine di conoscere il suo orientamento sulle politiche strutturali per il lavoro che intende portare avanti a favore dei giovani. Ritiene necessario, al riguardo, che l'Esecutivo chiarisca se abbia intenzione o meno di stanziare risorse aggiuntive per la riqualificazione professionale dei lavoratori, per il sostegno al reddito, per l'occupazione in generale, garantendo, al contempo, l'attuazione rapida delle misure già previste, facendo notare, in proposito, come le agevolazioni per i lavoratori ultracinquantenni, ad esempio, siano state da poco attuate dopo un lungo periodo di attesa.
  Pur prendendo atto con favore che il provvedimento prevede agevolazioni in vista di un incremento dell'occupazione, nonché talune altre disposizioni volte a favore del lavoro stabile o di un impiego dei giovani, tra le quali cita, come particolarmente significativa, la norma in materia di valorizzazione del servizio civile, ritiene che il dibattito generale svoltosi in Parlamento sulle questioni occupazionali – che ha visto, in particolare, la Commissione Lavoro della Camera impegnata nella discussione sul problema della disoccupazione dei giovani, nell'ambito di una indagine conoscitiva i cui esiti interlocutori hanno già offerto spunti interessanti – abbia evidenziato come i continui interventi normativi (ad esempio, sulle fattispecie flessibili), anche laddove abbiano la forma di incentivi, non siano così decisivi ai fini della creazione di posti di lavoro. Ritiene quindi necessario, a questo punto, che il Governo ricollochi tali importanti disposizioni emergenziali in un contesto di politiche strutturali più adeguate ed esaustive, che garantiscano finalmente un rilancio dell'economia e dell'occupazione, valorizzando e sviluppando gli indirizzi già definiti a livello europeo nell'ambito del programma «Garanzia per i giovani».

  Giorgio AIRAUDO (SEL) preannuncia, innanzitutto, che il suo gruppo presenterà emendamenti al provvedimento, con l'obiettivo di modificarne l'impostazione di fondo, che giudica non condivisibile. Ritiene, infatti, che il decreto – legge rechi numerose criticità, sulle quali appare opportuno confrontarsi in maniera approfondita.
  Entrando nel merito delle questioni, esprime forti perplessità sugli articoli 1 e 7, che giudica in contraddizione tra loro, dal momento che, da un lato, intendono incentivare le assunzioni – peraltro secondo modalità giudicate insufficienti – mentre, dall'altro, finiscono per deregolamentare la materia, rendendo più incerto il destino dei lavoratori. Fa peraltro notare Pag. 15che il testo interviene in maniera sbagliata sulla materia dell'apprendistato, dal momento che, «precarizzando» tale fattispecie contrattuale – che, a suo avviso, dovrebbe, al contrario, rappresentare la principale possibilità di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro – espone i lavoratori al rischio di un abbassamento del livello delle tutele.
  Esprime poi dubbi sulle coperture stanziate per gli interventi in oggetto, soffermandosi, in particolare, sulla parte delle risorse riguardanti l'attuazione del programma «Garanzia dei giovani», che ritiene siano definite adeguatamente solo per i mesi iniziali e non anche per quelli successivi.
  Dopo aver fatto notare che il provvedimento in esame appare anche suscettibile di rilevi costituzionali sotto il profilo dell'omogeneità del contenuto, con il rischio di essere impugnato in futuro in sede giurisdizionale, chiede al Governo un confronto serio e costruttivo sulle questioni in discussione, in vista di necessarie modifiche al testo, senza le quali si rischia di peggiorare la situazione occupazionale del Paese.

  Fabio LAVAGNO (SEL), in ordine agli aspetti del decreto – legge afferenti alle materie di competenza della Commissione Finanze, si associa alle considerazioni già formulate da alcuni colleghi, relative al fatto che il provvedimento, sebbene sia volto ad evitare l'aumento dell'imposizione fiscale in materia di IVA, rechi l'aumento di altre imposte, vanificando, di fatto, il suo iniziale intento di non gravare ulteriormente sui contribuenti.
  In particolare, evidenzia come l'articolo 11 contenga, senza dubbio, le norme più importanti del provvedimento, posticipando dal 1o luglio 2013 al 1o ottobre 2013 il termine di applicazione dell'aumento dell'aliquota ordinaria dell'IVA dal 21 al 22 per cento, nella quale sono ravvisabili le linee della politica fiscale degli ultimi tre Governi. A tale riguardo sottolinea come l'Esecutivo abbia semplicemente rinviato la definitiva soluzione dei problemi relativi all'imposizione fiscale, compensando il mancato aumento dell'IVA con un incremento dal 99 al 100 per cento della misura dell'acconto dell'IRPEF e dal 100 al 101 per cento la misura dell'acconto dell'IRES.
  Rileva inoltre come non possa ritenersi condivisibile la norma che consente alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano di ricorrere alla leva fiscale ai fini della copertura degli oneri derivanti dal rimborso delle anticipazioni di liquidità erogate dallo Stato per far fronte ai pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, secondo quanto disposto dal decreto-legge n. 35 del 2013.
  In tale contesto sottolinea l'esigenza di non ricorrere ad ulteriori incrementi di prelievo e di agire prioritariamente sul lato delle spese, affrontando in termini complessivi la tematica relativa alla revisione delle cosiddette «tax expenditures».
  Evidenzia, inoltre, la necessità di compiere una riflessione più approfondita anche sul tema delle cosiddette «sigarette elettroniche». A tale riguardo manifesta alcune perplessità sulla scelta di intervenire in modo così energico su una materia finora non regolamentata, rilevando come si introduca, anche in questo caso, un aumento dell'imposizione fiscale all'interno di un decreto-legge che era stato emanato allo scopo di prevederne, al contrario, una diminuzione, colpendo oltretutto un settore, quello, appunto, delle sigarette elettroniche, che, allo stato attuale delle conoscenze, determina conseguenze meno dannose per la salute delle sigarette e degli altri prodotti da fumo.
  Preannuncia quindi che il suo gruppo presenterà alcune proposte emendative, volte ad individuare coperture finanziarie alternative, ad esempio ricorrendo ad un inasprimento del prelievo erariale unico sui giochi, evidenziando come questo costituisca sicuramente un fenomeno dalle pericolose e negative ripercussioni sociali.
  Inoltre, condividendo le osservazioni formulate nella seduta di ieri dal relatore Causi, manifesta la sua preoccupazione in ordine alla previsione, contenuta nel decreto-legge, che per il 2013, secondo cui tutte le residue disponibilità del Fondo Pag. 16unico dello spettacolo (FUS) sono erogate a favore delle sole fondazioni lirico-sinfoniche. A tale riguardo si domanda, e chiede al Governo, se abbia senso una siffatta politica economica e culturale, la quale non tiene conto delle esigenze degli altri soggetti che si avvalgono dei finanziamenti del predetto FUS e non indica come saranno ripartite tali somme negli anni successivi.

  Giovanna MARTELLI (PD) fa notare come il provvedimento, più che risolvere in maniera strutturale le problematiche del mercato del lavoro, intenda fronteggiare l'emergenza occupazionale, introducendo misure che appaiono propedeutiche rispetto a interventi che l'Esecutivo dovrà assumere in futuro, soprattutto nell'ambito dell'attuazione del programma «Garanzia per i giovani».
  Dopo aver rilevato come tali misure di incentivo all'occupazione debbano essere quindi inquadrate in tale contesto emergenziale, si sofferma sull'articolo 7-bis del decreto-legge, in materia di stabilizzazione di associati in partecipazione con apporto di lavoro, chiedendo al Governo di vigilare circa la corretta applicazione di tale disposizione, garantendo un attento monitoraggio sugli effetti prodotti da tale normativa sul sistema delle imprese.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) giudica il provvedimento in esame fortemente deludente, dal momento che, oltre ad apparire inefficace dal punto di vista della sua capacità di generare lavoro, introduce inaccettabili discriminazioni tra categorie di lavoratori, ingiustamente penalizzati per fasce di età o per aree territoriali. Fa notare, infatti, come il provvedimento – che peraltro prevede incentivi sottoposti a vincoli temporali troppo stringenti, forse nell'illusoria presunzione che la crisi possa risolvere entro breve tempo – tenda a favorire solo i giovani delle zone del Mezzogiorno, dimenticando, a suo avviso, che l'attuale crisi coinvolge tutte le aree del Paese in eguale misura, incidendo negativamente anche sui lavoratori più anziani ad esempio i quarantenni e i cinquantenni.
  Fa presente, peraltro, che il decreto – legge, nel ripartire in maniera iniqua le risorse tra le regioni, interviene a complicare il quadro normativo delle agevolazioni, dando luogo ad inutili sovrapposizioni applicative, soprattutto per quanto concerne gli incentivi per i giovani, laddove sarebbe stato più corretto, a suo avviso, intervenire sui benefici già previsti per l'apprendistato, migliorandone la disciplina, con la conseguenza di destinare le risorse aggiuntive al sostegno dei lavoratori meno giovani.
  Segnala inoltre come il provvedimento, peraltro peggiorato dall'esame presso il Senato, intervenga ad appesantire il carico di oneri burocratici a danno delle imprese, che ritiene saranno sottoposte ad un grado di maggiore incertezza in ordine alla scelta se assumere o meno. Osserva, quindi, come l'intervento legislativo appaia inidoneo ad incrementare l'occupazione, per la quale ritiene sia decisivo, piuttosto, porre le condizioni di una ripresa dello sviluppo economico, senza il quale nessuna agevolazione normativa potrà mai avere efficacia.
  Dopo aver espresse forti perplessità sull'articolo 5, in particolare per quanto riguarda la riorganizzazione dei centri per l'impiego, nonché sull'articolo 7, nella parte in cui snatura, a suo avviso, l'originaria impostazione del voucher, inteso come strumento di impiego occasionale, manifesta una convinta contrarietà al provvedimento nel suo complesso, che, a suo avviso, rischia di minare le basi della coesione sociale, attraverso misure discriminatorie ed ingiuste, adottate sulla base di assurdi parametri anagrafici e territoriali.

  Cristina BARGERO (PD), in riferimento ai rilievi, emersi nel corso del dibattito, circa le modalità di copertura della norma, di cui all'articolo 11, comma 1, del decreto-legge, che dispone la proroga dell'incremento dell'aliquota IVA del 21 per cento al 22 per cento, evidenzia come l'aumento, disposto dal provvedimento a copertura dei circa 860 milioni di euro di minori entrate determinate da tale proroga, Pag. 17delle percentuali di acconto ai fini delle imposte sui redditi, abbia natura meramente di cassa. Ritiene, pertanto, che occorrerà lavorare ulteriormente, con ulteriori provvedimenti legislativi, per rendere permanenti la misura volta a scongiurare l'innalzamento dell'aliquota IVA e le relative coperture, operando attraverso una revisione delle spese fiscali.

  Francesco RIBAUDO (PD), in merito alle considerazioni svolte dalla deputata Rostellato, evidenzia come, negli ultimi anni, le regioni del Nord abbiano ricevuto risorse di gran lunga maggiori rispetto a quelle del Sud, che attualmente vivono un momento drammatico di crisi economica ed occupazionale. Ritiene quindi del tutto sbagliato avviare un'inutile «guerra tra poveri», ricordando come il provvedimento attenga solo a specifici aspetti legati all'occupazione, in particolare quella giovanile, e ad alcune misure finanziarie, e come, pertanto, non sia questa la sede per affrontare e risolvere tutti i problemi economici del Paese, sottolineando tuttavia come, senza il decollo dell'economia del Mezzogiorno, sarà, in ogni caso, impossibile la ripresa dell'intero sistema economico italiano.

  Walter RIZZETTO (M5S), ricollegandosi a talune considerazioni svolte dalla deputata Rostellato, fa presente che il suo gruppo non intende alimentare conflittualità di stampo federalista tra lavoratori del Nord e del Sud, né tanto meno sollevare questioni di dispute generazionali tra giovani e meno giovani, ma semplicemente porre all'attenzione del Parlamento che la crisi economica riguarda tutti – nessuno escluso – richiedendo, per tale ragione, un'equa ripartizione delle risorse e degli interventi. Soffermandosi, in particolare, sulla questione Nord-Sud, fa notare come, nella presente congiuntura economica, non esistano aree più o meno in crisi, ma come tutto il territorio nazionale sia esposto a fenomeni di depressione economia e di disagio sociale, che devono essere conosciuti, approfonditi e affrontati dalle forze politiche allo stesso modo.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, come già convenuto in precedenza, avverte che l'esame preliminare è concluso nella seduta odierna, fatta salva la possibilità, per i deputati che lo ritenessero, di poter intervenire ancora sul complesso del provvedimento nella prossima seduta, in sede di discussione delle proposte emendative.
  Rinvia quindi ad una seduta da convocare nella giornata di lunedì prossimo il seguito dell'esame, ricordando che il termine di presentazione delle proposte emendative è stato fissato alle ore 12 di oggi.

  La seduta termina alle 10.