CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 1 agosto 2013
67.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 159

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 1o agosto 2013. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 15.05.

DL 76/2013: Primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti.
C. 1458 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni VI e XI).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Michele BORDO, presidente e relatore, ricorda che la Commissione è chiamata oggi ad esprimersi – ai fini del parere da rendere alle Commissioni riunite VI (Finanze) e XI (Lavoro) – il decreto-legge n. 76, trasmesso questa mattina stessa dal Senato, e il cui esame da parte dell'Assemblea avrà inizio già la prossima settimana.
  Tenuto conto dei tempi ristretti a disposizione della Commissione, e dell'ampiezza del provvedimento in esame, avverte che si limiterà ad una illustrazione delle disposizioni che investono le competenze della Commissione, rinviando alla documentazione predisposta dagli uffici per una descrizione analitica dell'intero disegno di legge.
  Per quanto concerne innanzitutto le disposizioni in materia finanziaria, richiama i contenuti degli articoli 4 e 11.
   L'articolo 4 reca, ai commi 1 e 2, misure dirette ad accelerare le procedure per la riprogrammazione dei programmi nazionali cofinanziati dai Fondi strutturali europei 2007-2013 e per la rimodulazione del Piano di Azione Coesione, al fine di rendere disponibili le risorse necessarie per il finanziamento degli interventi a favore dell'occupazione giovanile e dell'inclusione sociale nel Mezzogiorno, disposti, rispettivamente, dall'articolo 1, comma 12, lettera a), e dall'articolo 3, commi 1 e 2, del presente decreto.
  Poiché il finanziamento degli interventi richiamati è posto, per la parte destinata al Mezzogiorno (complessivi 995 milioni di euro negli anni 2013-2016) a valere sulla quota di cofinanziamento nazionale dei Pag. 160Fondi strutturali (di cui al Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie) destinata ai Programmi operativi nazionali 2007-2013 o al Piano di Azione Coesione, il comma 4 precisa che l'operatività delle suddette misure incentivanti decorre soltanto dalla data di perfezionamento dei rispettivi atti di riprogrammazione.
  In particolare, il comma 1 dispone, al fine di rendere disponibili le risorse derivanti dalla riprogrammazione dei programmi nazionali cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013, che le Amministrazioni titolari dei programmi operativi interessati (PON e POIN) devono avviare entro il 28 luglio 2013 (30 giorni dal 28 giugno 2013, data di pubblicazione del decreto-legge in esame) le necessarie procedure atte a modificare i pertinenti programmi, sulla base della vigente normativa europea.
  Analogamente, per la parte riguardante le risorse derivanti dalla rimodulazione del Piano di Azione Coesione, il comma 2 dispone che, entro il medesimo termine del 28 luglio 2013, il Gruppo di Azione Coesione – istituito con il decreto del Ministro per la coesione territoriale del 1o agosto 2012 – provvede a determinare le rimodulazioni delle risorse destinate alle misure del Piano di Azione Coesione, anche sulla base degli esiti del monitoraggio sull'attuazione delle misure medesime.
  Al fine di assicurare il pieno e tempestivo utilizzo delle risorse allocate sul Piano di Azione Coesione secondo i cronoprogrammi approvati, il comma 3 stabilisce che il Gruppo di Azione Coesione provveda, in accordo con le Amministrazioni interessate, alla verifica periodica dello stato di avanzamento dei singoli interventi e alle conseguenti eventuali rimodulazioni del Piano che si rendessero necessarie anche a seguito dell'attività di monitoraggio medesima.
  Il comma 4 prevede, infine, come già accennato, che l'operatività degli incentivi concernenti l'occupazione giovanile e la lotta alla povertà nel Mezzogiorno (articolo 1, comma 12, lettera a) e articolo 3, comma 1 e 2) – in quanto finanziati con la quota di cofinanziamento nazionale dei Fondi strutturali (di cui al Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie) destinata ai Programmi operativi nazionali 2007-2013 o al Piano di Azione Coesione – decorra dalla data di perfezionamento degli atti di riprogrammazione dei Programmi operativi dei fondi strutturali (ai sensi del comma 1) e del Piano di Azione Coesione (ai sensi del comma 2).
  Pertanto, fino a quando le Amministrazioni titolari dei Programmi operativi attuativi dei Fondi strutturali comunitari o titolari degli interventi definiti nel Piano di Azione Coesione non provvederanno ai ridefinire i Programmi operativi o a rimodulare – nell'ambito del Gruppo di Azione Coesione – gli interventi del Piano stesso, le risorse destinate dal presente decreto legge agli interventi per l'occupazione giovanile nel Mezzogiorno e per la lotta alla povertà nel Mezzogiorno non potranno essere utilizzate.
  L'articolo 11, con riferimento ai commi 2, 3 e 4, prevede che la Banca d'Italia comunichi annualmente al Ministero dell'economia e delle finanze la quota degli utili di gestione riferibile ai redditi derivanti dai titoli di Stato greci presenti nel portafoglio Securities Markets Programme attribuibili all'Italia, quantificando altresì in 4,1 milioni di euro per il periodo 2012-2014, la quota di detti utili riferibile ai redditi provenienti dai bond greci detenuti come investimento di portafoglio dalla Banca d'Italia, ai sensi dell'accordo dell'Eurogruppo del 21 febbraio 2012.
  La norma dispone che le predette quote vengano riassegnate con decreto del MEF ad apposito capitolo di spesa per far fronte agli impegni previsti dall'accordo dell'Eurogruppo del 27 novembre 2012.
  Nel dettaglio, il comma 2 dell'articolo 11 in esame stabilisce che, in attuazione dell'Accordo dell'Eurogruppo del 27 novembre 2012 la Banca d'Italia, all'atto del versamento al bilancio dello Stato degli utili di gestione, comunica annualmente al Ministero dell'economia e delle finanze-Dipartimento del tesoro la quota di tali utili riferibile ai redditi derivanti dai titoli Pag. 161di Stato greci presenti nel portafoglio Securities Markets Programme attribuibili all'Italia.
  La quota degli utili di cui al periodo precedente, relativa ai redditi provenienti dai titoli greci detenuti come investimento di portafoglio (cd. «HANFA holdings») ai sensi dell'Accordo dell'Eurogruppo del 21 febbraio 2012 per il periodo 2012-2014, è individuata in 4,1 milioni di euro.
  Il successivo comma 3 dell'articolo in esame stabilisce che le predette quote siano riversate al bilancio dello Stato italiano per essere riassegnate, in conto spesa, ad apposito capitolo del bilancio statale per far fronte agli impegni previsti dall'Accordo di cui al comma 2.
  Pertanto, in sede di distribuzione degli utili che – ai sensi della normativa che regola i rapporti tra Tesoro e Banca d'Italia – quest'ultima versa annualmente al bilancio dello Stato, l'importo riconducibile alle retrocessione dei profitti derivanti dai titoli di Stato greci in questione sarà enucleato dall'importo complessivo riversato, posto che essi confluiscono necessariamente nel risultato d'esercizio dell'Istituto.
  Il suddetto importo verrà indi riassegnato alla spesa, in modo da consentirne la destinazione agli impegni presi nell'accordo nei confronti della Grecia. Le norme descritte rispondono alla necessità di dare attuazione alle decisioni dell'Eurogruppo, predisponendo, a tal fine, un appropriato assetto normativo e contabile autorizzatorio per regolare la retrocessione degli utili da parte della Banca d'Italia e il successivo trasferimento alla Grecia entro il 1o luglio 2013.
  Il comma 4 afferma che nelle more della procedura di cui al comma 3, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze può essere autorizzato il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, da regolarizzare con emissione di ordini di pagamento sul pertinente capitolo di spesa entro il termine di novanta giorni dal pagamento.
  La Relazione tecnica precisa che le disposizioni in commento non determinano effetti negativi sui saldi di finanza pubblica, trattandosi di un mero giro contabile con cui si provvede alla restituzione dei maggiori introiti che sono derivati alla Banca d'Italia in conseguenza della detenzione dei titoli greci.
  Per quanto riguarda poi le disposizioni in materia di lavoro e sostegno all'occupazione, si soffermerà sull'articolo 2 – commi da 1 a 9, sull'articolo 5, sull'articolo 8 e sull'articolo 9.
  I commi da 1 a 8 dell'articolo 2 introducono disposizioni a regime in materia di apprendistato professionalizzante e tirocini formativi e di orientamento, volte a fronteggiare (comma 1) la grave situazione occupazionale, che coinvolge in particolare i giovani.
  In materia di apprendistato (commi 2 e 3), si prevede che entro il 30 settembre 2013 la Conferenza Stato-Regioni debba adottare linee guida volte a disciplinare il contratto di apprendistato professionalizzante, anche in vista di una disciplina maggiormente uniforme sull'intero territorio nazionale dell'offerta formativa pubblica di cui all'articolo 4, comma 3, del decreto legislativo 167/2011.
  In mancanza di adozione delle linee guida entro il termine previsto, la disciplina derogatoria si considera operativa fino al 31 dicembre 2015 (comma 3), e nel caso in cui tali linee guida non siano adottate, trovano direttamente applicazione le norme di deroga richiamate in precedenza, con riguardo ai contratti di apprendistato professionalizzante. In tali ipotesi (come precisato nel corso dell'esame al Senato), resta comunque salva la possibilità di una successiva diversa disciplina, da parte delle richiamate linee guida ovvero da parte delle singole regioni.
  I commi da 5-bis a 7 riguardano invece i tirocini formativi e di orientamento.
  Il comma 5-bis, introdotto durante l'esame presso il Senato, dispone l'istituzione di un Fondo straordinario, limitato all'anno finanziario 2014, con una dotazione pari ad 1 milione di euro, nello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il Fondo, denominato «Fondo mille giovani per la cultura», è destinato alla promozione di tirocini formativi e di orientamento nei Pag. 162settori delle attività e dei servizi per la cultura, rivolti a soggetti fino a 29 anni di età. La finalità dell'istituzione del Fondo è individuata nel sostegno al settore dei beni culturali.
  I criteri e le modalità per l'accesso al Fondo sono definiti con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
  Il comma 6 prevede, in via sperimentale per il triennio 2013-2015, l'erogazione dell'indennità di partecipazione prevista dall'Accordo del 24 gennaio 2013 ai tirocinanti che effettuino tirocini formativi e di orientamento nelle Pubbliche Amministrazioni, allo scopo istituendo un apposito fondo presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con dotazione di 2 milioni di euro annui per ciascuno degli anni in precedenza individuati. Tale fondo comunque opera per le ipotesi in cui si possa, per comprovate ragioni, far fronte al relativo onere attingendo ai fondi già destinati alle esigenze formative delle amministrazioni interessate.
  Le modalità attuative delle disposizioni richiamate sono adottate con uno specifico D.P.C.M., su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione in esame (comma 7).
  Gli interventi straordinari previsti dai precedenti commi, ai sensi del comma 8 sono oggetto di monitoraggio ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della L. 92/2012. A tal fine, entro il 31 dicembre 2015, si provvede ad effettuare una specifica valutazione ai sensi di cui al comma 3, terzo periodo del medesimo articolo 1.
  L'articolo 5, modificato al Senato, istituisce una struttura sperimentale di missione presso il ministero del lavoro per l'attuazione, dal 1o gennaio 2014, per l'attuazione del programma «Garanzia per i giovani» (Youth Guarantee) e per la ricollocazione dei lavoratori beneficiari di interventi di integrazione salariale (in particolare, degli ammortizzatori sociali cd. in deroga). La struttura opera in via sperimentale, in attesa del riordino dei servizi per l'impiego e comunque non oltre il 31 dicembre 2015.
  Lo stesso articolo prevede altresì un finanziamento di 6 milioni per l'ISFOL per la proroga di specifici contratti di lavoro. Il comma in esame, quindi, ha lo scopo di tradurre in via normativa quanto messo in evidenza in sede europea. Al riguardo, ricordo che la Raccomandazione europea del Consiglio del 22 aprile 2013 al punto 2 ha invitato gli Stati membri ad identificare «un'autorità pubblica pertinente incaricata di istituire e gestire il sistema di garanzia per i giovani e di coordinare la partnership a tutti i livelli e in tutti i settori».
  Il comma 2 definisce i compiti della struttura.
  Ai sensi del successivo comma 3, la richiamata struttura è coordinata dal Segretario Generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed è composta dal Presidente dell'ISFOL, dal Presidente di Italia Lavoro S.p.A., dal Direttore Generale dell'INPS, dai Dirigenti delle Direzioni Generali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell'istruzione, dell'università e delle ricerca (come precisato nel corso dell'esame al Senato) aventi competenza nelle materie citate, da tre rappresentanti designati dalla Conferenza Stato-Regioni, da due rappresentanti designati dall'Unione Province Italiane, da un rappresentante designato dall'Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
  Inoltre, il comma 4, modificato nel corso dell'esame al Senato, dispone la copertura degli oneri finanziari derivanti dal funzionamento della struttura di missione, i quali sono posti a carico di un apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con una dotazione pari ad euro 20.000 (in luogo di 40.000) per il 2013 e ad Pag. 163euro 70.000 (in luogo di 100.000) per ciascuno degli anni 2014 e 2015, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto-legge 185/2008.
  Nel corso dell'esame al Senato sono stati introdotti i commi 4-ter e 4-quater.
  In nuovo comma 4-bis destina 6 milioni per le attività poste in essere dall'ISFOL, sia con riferimento alle disposizioni dell'articolo in esame e di supporto alla «Garanzia per i giovani», nonché delle attività connesse al monitoraggio di cui all'articolo 1, commi 2-6, della L. 92/2012. Tale importo è utilizzato per la proroga dei contratti di lavoro stipulati dall'ISFOL ai sensi dell'articolo 118, comma 14, della L. 388/2000, che consente che gli enti pubblici di ricerca – nell'esecuzione di programmi o di attività di assistenza tecnica finanziati da fondi comunitari – effettuino assunzioni o impieghino comunque personale a tempo determinato (per la durata dei medesimi).
  L'articolo 8, comma 1, istituisce, nell'ambito delle strutture del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Banca dati delle politiche attive e passive, al fine di razionalizzare gli interventi di politica attiva di tutti gli organismi centrali e territoriali coinvolti, nonché di garantire l'attivazione del programma di Garanzia per i Giovani (di cui al precedente articolo 5).
  La Banca dati ha il compito di raccogliere le informazioni concernenti i soggetti da collocare nel mercato del lavoro, i servizi erogati per una loro migliore collocazione nel mercato stesso e le opportunità di impiego (comma 2).
  I commi 4-bis e 4-ter dell'articolo 9, introdotti nel corso dell'esame al Senato, prevedono disposizioni a favore dei disabili, in particolare disponendo un incremento della dotazione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili per gli anni 2013 e 2014, nonché prescrivendo l'obbligo, per i datori di lavoro pubblici e privati, di adottare accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro, al fine di garantire il rispetto del principio della parità di trattamento delle persone con disabilità.
  Più precisamente, il comma 4-bis incrementa la dotazione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, stabilita dall'articolo 13, comma 4, della L. 68/1999, di 10 milioni di euro per l'anno 2013 e di 20 milioni di euro per l'anno 2014.
  Il comma 4-ter aggiunge il comma 3-bis all'articolo 3 del decreto legislativo 216/2003 e prescrive ai datori di lavoro pubblici e privati, al fine di garantire il rispetto del principio della parità di trattamento delle persone con disabilità, l'adozione di accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro, come definiti dalla Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia dalla L. 18/2009, per assicurare alle persone con disabilità la piena eguaglianza con gli altri lavoratori.
  Sul punto ricorda che il 4 luglio 2013 la Corte di giustizia dell'Unione europea, accogliendo uno specifico ricorso della Commissione europea nei confronti dell'Italia (causa C-312/11), ha dichiarato che l'Italia, non avendo imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, è venuta meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l'articolo 5 della direttiva 2000/78/CE.
  Tale articolo, infatti, per garantire il rispetto del principio della parità di trattamento dei disabili sul lavoro, prevede un vero e proprio obbligo a carico dei datori di lavoro di adottare i provvedimenti appropriati, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, a meno che tali provvedimenti richiedano da parte del datore di lavoro un onere finanziario sproporzionato. L'ordinamento italiano, al contrario, fonda l'effettività del diritto al lavoro dei disabili su un sistema di incentivi, agevolazioni e iniziative a carico dell'autorità pubbliche e si basa solo in minima parte su obblighi imposti ai datori di lavoro. Ad avviso della Corte, gli Stati membri devono stabilire un obbligo per tutti i datori di lavoro di adottare provvedimenti efficaci e Pag. 164pratici in funzione delle esigenze delle situazioni concrete e non è sufficiente che gli Stati membri prevedano misure di incentivo e di sostegno.
  Tenuto conto del fatto che il provvedimento non reca disposizione problematiche in ordine alla compatibilità con il diritto dell'Unione europea, formula sin d'ora una proposta di parere favorevole.

  Vega COLONNESE (M5S) esprime, anche a seguito del confronto avuto con i colleghi delle Commissioni di merito Finanze e Lavoro, alcune perplessità in ordine alle disposizioni in materia di lavoro e sostegno all'occupazione giovanile, laddove si prevede il limite a 29 anni per poter godere delle misure previste a favore dei giovani disoccupati. Osserva al riguardo che la generazione più in difficoltà dal punto di vista della mancanza di lavoro è proprio quella dei trentenni e riterrebbe quindi opportuno verificare la rispondenza di tali disposizioni con quanto previsto dalla normativa europea, con particolare riferimento al Regolamento CE/800/2008.
  Riterrebbe inoltre opportuno un approfondimento relativo alla effettiva destinazione dei fondi in favore dei giovani disoccupati previsti dal decreto-legge, anche in considerazione del fatto che spesso i Fondi europei destinati alla formazione finiscono per essere utilizzati per altre finalità, come ad esempio l'apertura di call center.

  Paolo TANCREDI (PdL) condivide l'orientamento favorevole formulato dal Presidente sul provvedimento. Riterrebbe tuttavia opportuno inserire nel parere un richiamo al necessario coinvolgimento delle autonomie regionali con riferimento alle procedure in materia di riprogrammazione dei fondi strutturali. Osserva infatti che l'articolo 4 è assai invadente rispetto alle prerogative delle Regioni, alle quali sono concessi unicamente trenta giorni per adeguarsi agli atti di riprogrammazione.

  Paola CARINELLI (M5S) richiama l'attenzione dei colleghi sulla complessità del provvedimento in discussione, il cui esame non può limitarsi ad una sola seduta. Chiede pertanto che il dibattito possa proseguire nella giornata di domani o di lunedì prossimo.

  Emanuele PRATAVIERA (LNA) condivide la richiesta avanzata dalla collega Carinelli.

  Sandro GOZI (PD) si rimette alle valutazioni del Presidente in ordine ai tempi di esame del provvedimento. Per quanto concerne invece le considerazioni dell'onorevole Tancredi, condivide le preoccupazioni manifestate ma ritiene nel contempo necessario dare alle Regioni un segnale forte della attuale situazione di urgenza. Occorre tenere conto che, grazie ad una difficile negoziazione del Governo, si aprono adesso margini di riprogrammazione dei Fondi strutturali che non erano affatto scontati, e il Paese non può rischiare di perdere questa occasione. Ritiene in ogni caso che si possa evidenziare nel parere, accanto alle esigenze di coinvolgimento delle autonomie regionali, anche la necessità di procedere con urgenza.

  Paolo TANCREDI (PdL) condivide, nel merito, la necessità di imprimere una accelerazione e di insistere sulla urgenza, pur ritenendo opportuno richiamare la necessità di un maggior coinvolgimento delle istituzioni interessate.

  Adriana GALGANO (SCpI) condivide l'esigenza di prolungare di un giorno il dibattito in Commissione sul provvedimento, e sottolinea a sua volta l'importanza di dare un segnale ed un impulso alle Regioni. Evidenzia quindi l'importanza del provvedimento e auspica che in materia di lavoro la Commissione possa, sin dalla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, intervenire in fase ascendente con l'esame della Comunicazione della Commissione europea «Lavorare insieme per i giovani d'Europa – Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile» (COM (2013) 449).

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  Marina BERLINGHIERI (PD) condivide la necessità di intervenire con urgenza, sottolineata dai colleghi, e ritiene che l'Italia non si possa più permettere di perdere tempo. Valuta a sua volta importante lavorare, in fase ascendente, sui temi della formazione professionale e dei tirocini di alta qualità.

  Michele BORDO, presidente e relatore, sottolinea la necessità di distinguere le competenze della XIV Commissione da quelle delle Commissioni Finanze e Lavoro, presso le quali potranno essere approfonditi i profili di merito del provvedimento.
  Ritiene a sua volta che il tema della regolamentazione della programmazione dei Fondi europei sia una questione da affrontare con assoluta urgenza. Occorre, come rilevato dal Ministro Trigilia nell'audizione del 12 giugno scorso, prevedere che ci sia una cabina di regia che possa controllare la programmazione e l'effettiva utilizzazione dei fondi, anche intervenendo con poteri sostitutivi laddove necessario. Il decreto-legge in esame interviene nell'emergenza, con misure di urgenza, che non debbono creare precedente, e ritiene utile politicamente, in questa fase, che vi sia da parte del Governo un messaggio di stimolo.
  Con riferimento alla segnalazione della collega Colonnese sull'età massima prevista per beneficiare delle misure recate dal provvedimento, osserva che il richiamato Regolamento non indica limiti di età, che sono quindi una scelta discrezionale consentita ai singoli Stati.

  Emanuele PRATAVIERA (LNA) insiste sulla necessità di dedicare adeguato approfondimento al provvedimento in esame, soprattutto per una Commissione, come la XIV, che si candida ad essere protagonista nella valutazione della legislazione nazionale rispetto all'impianto europeo. Il decreto-legge in discussione si configura a suo avviso con una sanatoria di fatto, e occorre comprenderne l'impatto, valutando l'entità dei fondi stanziati e il loro effettivo impiego.

  Rocco BUTTIGLIONE (SCpI) precisa che il provvedimento in esame non reca profili critici in ordine alla compatibilità delle disposizioni con la normativa dell'Unione europea, anche perché il decreto-legge non fa che recepire un accordo assunto a livello europeo. Molto ci sarebbe invece da discutere, a suo avviso, sui contenuti: il problema principale deriva dal fatto che la programmazione che il Patto di stabilità bloccava, si fa ripartire diminuendo la quota di cofinanziamento nazionale. Ciò significa che si stanno sottraendo notevoli risorse proprio a quelle regioni, meridionali, che hanno ritardi nello sviluppo.
  Un'ulteriore questione è quella dell'accelerazione della spesa, rispetto alla quale occorre chiedersi come si interverrà di fatto. Il suo timore è che si procederà definendo come programmi volti a ridurre i ritardi di sviluppo opere in realtà già in cantiere, aventi carattere ordinario e, che non faranno che mantenere lo sviluppo ai livelli attuali, con risultati assai scarsi. Ritiene in proposito che occorrerebbe prevedere la presentazione alle Camere, da parte del Governo, di relazioni periodiche recanti una valutazione dell'efficacia e del valore aggiunto della spesa cofinanziata dai fondi strutturali.

  Annalisa PANNARALE (SEL) interviene sul metodo di lavoro adottato, sottolineando l'importanza e l'opportunità di un approfondimento del provvedimento in esame. Ringrazia quindi il Presidente per la relazione svolta ma chiede che l'espressione del parere possa essere posticipata ad una prossima seduta affinché a tutti i deputati sia concesso il tempo per una più compiuta valutazione.

  Paolo TANCREDI (PdL) si associa alle valutazioni del Presidente circa l'approvazione sin dalla seduta odierna della proposta di parere, pur condividendo nel merito molte delle osservazioni formulate. Ribadisce l'opportunità di richiamare nel parere le competenze delle Regioni, sottolineando nel contempo che le misure di cui all'articolo 4, volte ad accelerare le Pag. 166procedure per la riprogrammazione dei programmi nazionali cofinanziati dai fondi strutturali dell'UE, costituiscono una deroga rispetto alle procedure ordinarie di programmazione, come rilevato dal Presidente.

  Alessia Maria MOSCA (PD) condivide le osservazioni dell'onorevole Buttiglione circa la necessità di una valutazione in ordine all'efficacia effettiva delle misure proposte. Pur essendo favorevole in linea di principio all'approfondimento di tutte le questioni sottoposte alla Commissione, ritiene tuttavia che tali esigenze non debbano essere fatte valere per sole motivazioni di opposizione.

  Emanuele PRATAVIERA (LNA) intende dissentire dalle opinioni dell'onorevole Buttiglione, in quanto ritiene che i fondi per le aree sottosviluppate siano di fatto fondi strutturali ad esclusivo vantaggio delle regioni meridionali. Rileva infatti che nel nord d'Italia gli enti locali sono sottoposti a criteri molto rigidi e che, anche in questo caso, si impedisce di fatto lo sviluppo e la creazione di ricchezza. Osserva peraltro come a suo avviso già esistano rendicontazioni sull'effettivo impiego dei fondi nelle aree sottosviluppate.

  Paola CARINELLI (M5S) sottolinea come non vi sia alcun intento ostruzionistico, da parte del suo gruppo, nella richiesta di rinviare l'espressione del parere ad una successiva seduta, ma solo la volontà di una valutazione adeguata dei contenuti e delle implicazioni del decreto-legge, anche tenuto conto dell'intensità dell'attività parlamentare delle ultime giornate. Ricorda inoltre che la seduta odierna è stata convocata nel pomeriggio di ieri e che il testo del provvedimento in esame e la relativa documentazione sono pervenuti solo nella mattinata odierna. Ritiene pertanto che non sia giustificata la conclusione affrettata dell'esame del provvedimento, a meno che non sia motivata da esigenze personali.

  Antonino MOSCATT (PD) auspica, con riferimento a quanto detto dall'onorevole Prataviera, che la XIV Commissione si faccia carico, con un atteggiamento di solidarietà complessiva, di immaginare l'Italia come un Paese unico, non contrapponendo Nord e Sud. Osserva inoltre come sia impossibile immaginare che in una o due giornate la Commissione possa svolgere verifiche su modalità, quantità e effetti delle risorse impegnate e spese; più utile appare l'osservazione avanzata dall'onorevole Buttiglione sulla previsione di una cabina di regia che possa svolgere funzioni di controllo.

  Emanuele PRATAVIERA (LNA) sottolinea nuovamente che anche il settentrione è afflitto dai problemi della disoccupazione e che le aree meridionali – come la Sicilia, sottratta al Patto di stabilità – assorbono di fatto anche le risorse che potrebbero essere destinate altrove.

  Rocco BUTTIGLIONE (SCpI) pur stigmatizzando a sua volta l'eccessiva contrazione dei tempi di esame in Commissione, deve tuttavia rilevare come non si dovesse certo aspettare la stampa del provvedimento da parte della tipografia della Camera per conoscerne i contenuti, visto il rilievo che le misure – peraltro già all'esame del Senato – hanno avuto negli scorsi giorni su tutti i quotidiani.
  Osserva quindi come sia vero che le regioni meridionali incontrano gli stessi problemi connessi al patto di stabilità che quelle settentrionali, ma occorre ricordare che le regioni meridionali affrontano il problema rinunciando a parte delle loro risorse.

  Michele BORDO, presidente e relatore, intende richiamare l'attenzione dei colleghi – con riferimento ai rilievi mossi in ordine ai tempi di esame dei provvedimenti in Commissione – sul recente esame, in Commissione, delle leggi europee, che si è articolato in numerose sedute nelle quali, tuttavia, gli interventi dell'opposizione – che pure aveva denunciato una eccessiva contrazione dell'esame – sono stati limitatissimi.

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  Paola CARINELLI (M5S) ricorda che in quella occasione non vi è stata alcuna possibilità di apportare emendamenti al testo, vanificando quindi il ruolo e il dibattito della Commissione.

  Michele BORDO, presidente, sottolinea come occorra distinguere tra le valutazioni in merito alla opportunità di approvare rapidamente un provvedimento – che attengono alla politica e alla responsabilità della maggioranza – dai tempi concessi per il dibattito. Ritiene in ogni caso inaccettabile sostenere che l'organizzazione dei lavori della Commissione sia dettata da motivazioni personali dei parlamentari che ne fanno parte.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato) che reca in premessa alcune delle valutazioni emerse nel corso del dibattito, con specifico riferimento alle misure di cui all'articolo 4 in materia di Fondi strutturali.

  Vega COLONNESE (M5S) ribadisce che la volontà del M5S era quella di un approfondimento e richiama il dialogo costruttivo che ha sinora improntato i lavori della XIV Commissione, come peraltro dimostrato dall'atteggiamento assunto dal suo gruppo nel corso dell'esame dei disegni di legge europei. È quindi con rammarico che preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere formulata, motivata dall'impossibilità di una adeguata valutazione dei contenuti del provvedimento.

  Rocco BUTTIGLIONE (SCpI) avrebbe a sua volta ritenuto opportuno posticipare di un giorno l'approvazione del parere; preannuncia, in ogni caso, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere.

  Annalisa PANNARALE (SEL) ritiene che ogni richiesta di approfondimento debba sempre essere accolta, senza considerazioni paternalistiche, soprattutto da parte di chi ha maggiore esperienza e ha quindi il dovere di mettere tutti nelle condizioni di lavorare adeguatamente. Poiché il Presidente non ha accolto la richiesta di un prolungamento dell'esame del provvedimento, preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

  Antonino MOSCATT (PD) preannuncia il voto favorevole del PD sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Emanuele PRATAVIERA (LNA), in ragione del mancato posticipo nell'espressione del parere, come anche per motivi che riguardano i contenuti del provvedimento, preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 16.05.

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