CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 31 luglio 2013
66.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 98

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 31 luglio 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. – Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia Giuseppe Berretta.

  La seduta comincia alle 8.45.

DL 78/13: Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena.
C. 1417 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 luglio 2013

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, avverte che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi al provvedimento in esame (vedi allegato).
  Ricorda che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da domani 1o agosto. Pertanto, mentre la seduta di questa mattina è dedicata agli interventi sul complesso degli emendamenti, nella seduta convocata al termine delle votazioni antimeridiane dell'Assemblea avrà inizio l'esame degli emendamenti.

  Nicola MOLTENI (LNA) auspica che il breve tempo a disposizione della Commissione per esaminare il provvedimento costituisca comunque un utile momento di confronto. Fa presente che il suo gruppo ha presentato circa 170 emendamenti, che saranno ripresentati anche in Assemblea, per manifestare la totale non condivisione e l'intenzione di svolgere una forte opposizione, anche ostruzionistica, nei confronti del provvedimento come modificato dal Senato, pur valutando positivamente che l'altro ramo del Parlamento abbia soppresso delle disposizioni di favore per i plurirecidivi.
  Ritiene censurabile la scelta del Governo di ricorrere alla decretazione d'urgenza in materia di libertà personale e individuale, sottraendo, in tal modo, al Parlamento importanti spazi di confronto e dibattito. Evidenzia come al Senato si sia verificato un cortocircuito politico tra Governo Pag. 99e maggioranza, che ha condotto ad apportare al decreto significative modifiche, tra loro non coerenti.
  Chiarisce come l'atteggiamento del proprio gruppo possa cambiare in ragione della posizione che, qui alla Camera, sarà assunta del Governo e dalla maggioranza. Infatti, vi sarà la collaborazione del gruppo LNA se l'intenzione sarà quella di mantenere il testo invariato, fatta eccezione per la parte che, incidendo sui presupposti di applicazione della custodia cautelare, esclude dall'applicazione della medesima reati come lo stalking, il finanziamento illecito dei partiti e la falsa testimonianza. Dichiara la disponibilità a collaborare per trovare una soluzione che consenta di ricomprendere i predetti reati nell'ambito di applicazione della misura cautelare personale e fa presente, a tale proposito, di avere presentato un emendamento che riporta da 5 a 4 la pena edittale massima riferita ai reati ai quali si può applicare la custodia cautelare.
  Formula, quindi, l'invito a mantenere, nei limiti precisati, il testo così come modificato dal Senato, preannunciando altrimenti un'opposizione durissima e ribadisce la posizione più volte espressa dalla Lega, che è contraria ad ampliare i benefici per gli autori di reati di grave allarme sociale anche perché, se ciò viene fatto senza oneri aggiuntivi, si è poi costretti a distogliere parte delle forze dell'ordine al loro compito principale, che è quello di garantire la sicurezza dei cittadini, per destinarle, ad esempio, alla sorveglianza di un maggior numero di persone sottoposte alla detenzione domiciliare.
  Esprime l'auspicio che sul provvedimento si possa discutere, senza che sia posta la questione di fiducia e nel rispetto delle prerogative dell'opposizione, sottolineando come, pur nella consapevolezza della gravità della situazione delle carceri, non ritenga che questa sia la priorità del Paese.

  Edmondo CIRIELLI (FdI) rileva come il provvedimento in esame ponga dei temi molto delicati, rispetto ai quali il suo gruppo ha una posizione molto articolata, come risulta dagli emendamenti da lui presentati.
  In primo luogo, sottolinea che le modifiche alla disciplina della liberazione anticipata sono alquanto incongrue laddove si prevede una anticipazione dell'applicazione dell'istituto in assenza di una concreta esecuzione della pena detentiva, considerato che si dovrebbe trattare di un beneficio che il detenuto deve meritare alla luce di un comportamento valutato positivamente dall'autorità giudiziaria.
  Ritiene importante evidenziare come anche in questa occasione, al pari di quanto accaduto quando la Camera ha approvato la pericolosa proposta di legge in materia di detenzione domiciliare e messa alla prova, si appalesa una vera e propria cultura di regime che non fa comparire sui mezzi di informazione quanto di grave la maggioranza ed il governo intende fare in materia di giustizia e di sicurezza dei cittadini. Ritiene, infatti, che il provvedimento in esame come quello citato siano ancora più gravi di provvedimenti di amnistia ed indulto, in quanto introducono in via permanente nell'ordinamento degli istituti che di fatto hanno gli stessi effetti degli atti di clemenza con la differenza che questi hanno una applicazione limitata a a particolari reatio commessi entro una certa data.
  Dichiara che il suo gruppo è contrario ai primi tre articoli, mentre è sostanzialmente favorevole all'articolo 3-bis, anche se ritiene che sia necessaria una adeguata copertura finanziaria. È sostanzialmente favorevole anche all'articolo 4, anche se nel merito manifesta perplessità sull'attribuzione al Commissario di taluni poteri, visto che tale figura finora non si è mostrata particolarmente efficiente e vi è il rischio di strumentalizzazioni.
  Quanto all'intervento sulle misure cautelari, ritiene necessario aumentare la pena del reato di stalking, non potendosi ammettere che per tale reato non possa applicarsi la custodia cautelare. Rileva peraltro come si tratti di un reato che necessita soprattutto di interventi sul versante della prevenzione.Pag. 100
  Ritiene che in materia di misure cautelari è comunque necessario un intervento sistemico anche sui presupposti di applicazione dell'istituto.
  Precisa che il suo gruppo non farà ostruzionismo, ma parteciperà ai lavori parlamentari con grande attenzione.
  Osserva come esista un sistema rapidissimo per svuotare le carceri, visto che un terzo dei detenuti è costituito da stranieri. Occorrono quindi degli accordi internazionali. Anzi, ritiene che vi sia un diritto per gli stranieri di scontare la pena nel proprio Paese, posto che non ha senso farla scontare nel nostro Paese per poi espellerli, senza che la pena abbia avuto alcuna funzione rieducativa.

  Andrea COLLETTI (M5S) preannuncia che il suo gruppo in Commissione non farà ostruzionismo ma terrà un comportamento collaborativo, sperando tuttavia, che questo intento non sia unilaterale ma trovi una sponda negli altri gruppi.
  Fa quindi presente come nel provvedimento in esame vi siano taluni elementi inaccettabili.
  Si riferisce, in primo luogo, all'innalzamento della soglia edittale per l'applicazione della custodia cautelare, che evidentementemente tutela alcune categorie di soggetti imputati di reati quale lo stalking, il finanziamento illecito dei partiti e la falsa testimonianza.
  In secondo luogo, ritiene assolutamente irricevibile l'articolo 4, che deve essere soppresso atteso che, come risulta anche dall'esito delle audizioni, il Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie è una figura assolutamente inutile. Inoltre, le competenze attribuite dalla disposizione in esame – si pensi alla cessione di immobili dello Stato e alla costituzione di diritti reali a favore di «terzi» non meglio precisati – inoltre, fanno sorgere molti dubbi su quali siano i reali interessi che l'istituzione di tale controversa figura di Commissario sia destinata a soddisfare.
  Chiede quindi ai colleghi della maggioranza cosa intendano fare, fino a che punto intendano spingersi per collaborare con l'opposizione ovvero cosa sia stato detto loro di fare.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, invita il deputato Colletti ad evitare insinuazioni ed a rivolgersi ai colleghi con maggiore rispetto.

  Andrea COLLETTI (M5S) chiarisce di non avere avuto alcuna intenzione di mancare di rispetto ai colleghi, ma di avere fatto riferimento alle ordinarie attività di coordinamento tra maggioranza e Governo. Ciò al fine di iniziare un'interlocuzione.

  Anna ROSSOMANDO (PD) contesta l'opinione secondo la quale i temi in questione non possano essere affrontati con provvedimenti emergenziali. Sottolinea, infatti, come, dopo anni di una legislazione che ha posto a centro del sistema la «carcerazione a prescindere» e dopo averne constatato il totale fallimento, sia sotto il profilo della sicurezza percepita sia sotto quello dei risultati oggettivi, si sia oggi costretti a correre ai ripari.
  Rileva come negli ultimi tempi si registri un'inversione di tendenza nella legislazione e come il provvedimento in esame sia perfettamente coerente con altri precedenti interventi normativi, accomunati dalla ratio di eliminare gli automatismi nell'applicazione della pena detentiva, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 27 della Costituzione, di evitare che periodi di carcerazione relativamente brevi siano scontati inutilmente. Il provvedimento in esame, segnatamente, applica principi e perfeziona meccanismi già presenti nell'ordinamento, tramite un intervento sostanzialmente organico, strutturale e coerente.
  Fa quindi presente come gli emendamenti del gruppo del PD prevedano interventi puntuali sul tema dei recidivi, poiché si ritiene che sotto questo profilo le modifiche apportate dal Senato abbiano molto indebolito il provvedimento. Evidenzia come, d'altra parte, anche le audizione Pag. 101abbiano chiarito l'incidenza positiva sulla recidivanza delle misure alternative al carcere.
  Gli emendamenti intervengono anche sotto il profilo dei presupposti della custodia cautelare, ripristinando il limite di 4 anni per la pena edittale massima.

  Daniele FARINA (SEL) osserva come taluni colleghi, dopo circa dieci anni di legislazione sconsiderata in materia di repressione dei reati e carcere, addebitino la responsabilità ad altri e non a se stessi della situazione in cui ci si trova. Osserva altresì come risulti evidente, dal numero di emendamenti presentati e dalle minacce di ostruzionismo, che non si è ancora aperta una nuova stagione. Dopo avere sottolineato i carattere schizofrenico e incoerente delle modifiche apportate dal Senato dichiara che occorre intervenire per ripristinare un testo quanto più possibile simile a quello originario del decreto, anche tenendo conto degli effetti e delle aspettative che questo ha generato. Evidenzia, infine, il doppio fallimento del legislatore, che ha riempito le carceri e poi sottratto risorse all'amministrazione penitenziaria, abbandonando il personale e le strutture a se stesse.

  Antonio MAROTTA (PdL) ritiene che il problema sia capire se si vuole uscire dalla legislazione di emergenza perché, se è così, questa non è la trada più idonea. Vi è una maggioranza forte che dovrebbe assumersi delle responsabilità verso il Paese, anche attraverso riforme strutturali, come si è fatto quando si è approvato alla Camera la proposta di legge sulla messa alla prova e la detenzione domiciliare. Ora, per la prima volta, si cerca di fare un importante intervento in materia di custodia cautelare, considerato che il nostro sistema, in maniera erronea, ha trasformato la carcerazione preventiva nell'unica vera pena, che viene scontata nonostante l'assenza di una sentenza definitiva.
  Auspica che vi sia la maturità per affrontare questo argomento senza cadere in facili demagogie.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, sulla carcerazione preventiva ricorda di avere presentato una proposta di legge di riforma delle misura cautelari personali, che è all'ordine del giorno della Commissione e che sarà tra le priorità della stessa alla ripresa dei lavori a settembre.
  Sottolinea come, nel provvedimento in esame, la modifica all'articolo 280 c.p.p. sia stata introdotta dal Senato e ponga dei seri problemi anche di coordinamento, ad esempio con la lettera c) dell'articolo 274 c.p.p. dove rimane il riferimento al limite di quattro anni. Ritiene, quindi, inopportuno che si sia intervenuto in via emendativa, senza neanche tenere conto che molte figure di reato hanno delle pene che sono state parametrate ai limiti previsti dall'articolo 280. Modificare tale articolo senza intervenire sulle pene di una serie di reati scardina quindi il sistema.
  Dichiara di condividere l'idea che si debbano fare riforme strutturali, lasciando ai decreti-legge interventi estremamente mirati.

  Gaetano PIEPOLI (SCpI) rileva come sussista un problema di coordinamento normativo che alimenta il disordine legislativo e che il Parlamento ha il dovere di evitare.

  Vittorio FERRARESI (M5S) ribadisce la richiesta di interlocuzione, prima avanzata dal collega Colletti, sull'articolo 4.

  David ERMINI (PD) osserva come sull'articolo 4 vi siano emendamenti di colleghi della maggioranza che possono offrire delle soluzioni. Ritiene peraltro che il provvedimento debba essere esaminato più sotto il profilo dei principi e della cultura giuridica che sotto quello, certamente importante ma non prevalente, della trasparenza e dei costi.
  Dichiara, inoltre, di non ritenere che la decretazione d'urgenza sia lo strumento adeguato per intervenire in materia di misure cautelari. Con riferimento agli aspetti della disciplina relativi ai recidivi, dichiara di essere molto stupito delle modifiche apportate dal Senato.

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  Umberto MARRONI (PD) ritiene che anche in tema di recidiva occorra un'analisi che consenta di correggere quello che è accaduto al Senato ed auspica che si possa trovare una convergenza anche con il gruppo M5S.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) rileva come vi sia un certo timore, a priori, per un'atteggiamento ostruzionistico del MoVimento 5 Stelle che – come già chiarito – non c’è, allo stato.
  Osserva, quindi, come la Commissione Giustizia abbia già dimostrato di saper lavorare in maniera assolutamente efficiente ed efficace su progetti di legge di iniziativa parlamentare, anche tecnicamente complessi e politicamente controversi, e come sia, pertanto, del tutto inutile e controproducente che il Governo continui ad intervenire in materia di giustizia con lo strumento della decretazione d'urgenza.
  Chiarisce come il proprio gruppo sia perfettamente consapevole della gravità del sovraffollamento carcerario e come, per questo motivo, stia tenendo un comportamento collaborativo. Vi è tuttavia il timore che un problema così grave venga strumentalizzato, anche attraverso il potenziamento della figura del Commissario previsto dall'articolo 4, per interessi che non hanno nulla a che vedere con il sovraffollamento delle carceri.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) osserva come nel Comitato per la legislazione siano state sollevate notevoli perplessità anche sulla formulazione dell'articolo 4, nella quale si verifica una dubbia commistione fra atto amministrativo e atto normativo.

  Alessia MORANI (PD) ritiene che il ricorso alla decretazione d'urgenza sia assolutamente necessaria, poiché si tratta di intervenire su un'emergenza grave e evidente, anche per evitare di essere presto costretti a ricorrere ad un'amnistia. Osserva come, d'altra parte, non si possa sottovalutare il dato secondo il quale il provvedimento ha determinato in circa un mese una riduzione del 40 per cento dei flussi di ingresso nelle carceri. Nel replicare ai colleghi del M5S precisa come nessuno dubiti che l'articolo 4 debba essere chiarito, ritenendo evidente, peraltro, che vi siano altri obiettivi prioritari.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, dichiara che sull'articolo 4 valuterà attentamente gli emendamenti del M5S e i rilievi della collega Businarolo, rilevando come il problema sia non tanto di forma quanto di merito, con riferimento ai profili di opportunità e funzionalità che attengono alla figura del Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie. Ricorda quindi le vicende che hanno condotto alla scissione della figura del Capo del DAP da quella del Commissario straordinario, derivante anche dalla complessità dei compiti assegnati e dalle difficoltà di attuazione del «Piano carceri». Rileva come si tratti di una figura che nasce in una situazione di grave inefficienza strutturale del DAP e non le risulta che dalle audizioni sia emersa l'inutilità di tale figura.

  Andrea COLLETTI (M5S) rileva che se viene nominato un Commissario straordinario allora viene esautorato il DAP, con conseguente spostamento dei capitoli di bilancio, di cui il DAP non ha più la disponibilità. Ritiene che dalle audizioni sia emerso che il Commissario ha solo sottratto risorse al DAP, senza poi servire a nulla e si chiede a vantaggio di chi siano utilizzate queste risorse e quelle ulteriori che deriveranno, ad esempio, dalla dismissione di beni prevista dall'articolo 4 in questione.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, ricorda che il disegno di legge è iscritto nel calendario dell'Assemblea, senza alcun condizionamento, a partire dalla seduta pomeridiana di domani. Sono stati presentati circa 250 emendamenti, dei quali una gran parte ostruzionistici. Ricorda altresì che il gruppo LNA ha preannunciato un pesante ostruzionismo, Pag. 103e che, su richiesta di alcuni gruppi, è stato prorogato il termine per la presentazione di emendamenti, non consentendo di esaminarli nella seduta in notturna già convocata per ieri sera.
  Considerato che il provvedimento è in Aula già domani, che deve essere data la possibilità alle Commissioni competenti in sede consultiva di esprimere il parere anche sul testo come potrebbe essere modificato dalla Commissione giustizia e che, quindi, nella seduta di oggi convocata alle ore 14, dovrà concludersi l'esame degli emendamenti, non esclude di avvalersi di tutti gli strumenti regolamentari che vengono attribuiti al Presidente di Commissione per garantire il rispetto del calendario dell'Assemblea. Qualora dovesse essere necessaria la segnalazione degli emendamenti, sospenderà la seduta per non oltre 10 minuti per chiedere ai gruppi le relative segnalazioni.
  Rinvia quindi il seguito dall'esame alla seduta convocata oggi alle ore 14.

  La seduta termina alle 10.40.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 31 luglio 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. – Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia Giuseppe Berretta.

  La seduta comincia alle 14.45.

DL 78/13: Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena.
C. 1417 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta odierna.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, avverte che si passa ora all'espressione dei pareri del relatore e del Governo sulle proposte emendative.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Marzano 1.1, ove riformulato come segue: al comma 1, lettera 0a), dopo la parola «cinque» aggiungere le seguenti «nonché il delitto di finanziamento illecito dei partiti di cui all'articolo 7 della legge 2 maggio 1974, 195.» (vedi allegato 2).

  Enrico COSTA (PdL) obietta che quanto proposto dalla relatrice non rappresenta una mera riformulazione, ma un nuovo emendamento, chiedendo quindi che sia concesso un termine per subemendare.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, premette che, a suo giudizio, la soluzione preferibile sarebbe quella di sopprimere la modifica apportata dal Senato all'articolo 280 del codice di procedura penale, al fine di mantenere il limite generale della pena edittale massima di quattro anni per l'applicazione della custodia cautelare. Tuttavia, in quanto relatrice del provvedimento, ricorda come il suo compito precipuo sia quello di trovare il migliore punto di mediazione, al fine di permettere alla Commissione di approvare un testo quanto più condiviso possibile, e sottolinea come tale punto di mediazione appaia connesso, allo stato, al mantenimento della modifica apportata dal Senato al citato articolo 280, sia pure con la previsione di talune esclusioni oggettive riferite a specifici reati.
  La ratio dell'emendamento Marzano 1.1 è, appunto, quella di mantenere il limite della pena edittale massima di cinque anni per l'applicazione della custodia cautelare, prevedendo un'esclusione oggettiva per il delitto di stalking, al quale, pertanto, continuerebbe ad applicarsi la predetta misura anche se la pena edittale massima prevista è di quattro anni.
  Tuttavia, come si vedrà proseguendo nell'espressione dei pareri, con specifico riferimento allo stalking valuta favorevolmente la soluzione proposta dagli articoli aggiuntivi Costa 1.01 e Cirielli 1.02, che mirano ad ottenere il medesimo risultato dell'applicazione della custodia cautelare Pag. 104non tramite un'esclusione oggettiva, bensì innalzando da quattro a cinque anni la pena edittale massima del delitto.
  In caso di approvazione di queste proposte emendative, l'esclusione oggettiva del delitto di stalking prevista dall'emendamento Marzano 1.1 diverrebbe inutile, in quanto la custodia cautelare sarebbe applicabile non in deroga, ma in virtù della diretta applicazione della regola generale secondo la quale la misura è applicabile ai delitti puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni.
  Ricorda, peraltro, come nel corso delle audizioni e del dibattito in Commissione sia emersa l'opportunità di continuare a prevedere l'applicabilità della custodia cautelare anche al delitto di illecito finanziamento ai partiti, per quanto la pena edittale massima sia di quattro anni e non si ritenga di doverla aumentare a cinque anni.
  A tal fine ha ritenuto esprimere parere favorevole sull'emendamento Marzano 1.1, in quanto rappresentativo del punto di mediazione sinora raggiunto, proponendone tuttavia una riformulazione consistente nella sostituzione dell'esclusione oggettiva riferita al delitto di stalking con quella riferita al delitto di illecito finanziamento dei partiti.
  Precisa come le ulteriori modifiche proposte siano di carattere meramente formale.
  Ne consegue che la proposta di riformulazione non altera l'identità e la sostanza del contenuto normativo dell'emendamento 1.1, che, ferma restando la regola generale secondo la quale la custodia cautelare è applicabile ai delitti puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, rimane pur sempre volto a prevedere una deroga alla predetta regola: ciò che si propone di modificare è solo l'oggetto dell'esclusione.
  Conclude, quindi, dichiarando che la proposta di riformulazione dell'emendamento Marzano 1.1, ove accolta, non darebbe origine ad un emendamento sostanzialmente nuovo e non violerebbe il divieto di presentazione di emendamenti oltre la scadenza del relativo termine. Non potrebbe pertanto essere accolta la richiesta di concedere un termine per presentare subemendamenti.

  Nicola MOLTENI (LNA) si associa alla richiesta del collega Costa e insiste perché sia concesso un termine per sub emendare.
  Dichiara di comprendere l'imbarazzo nel quale si viene a trovare la maggioranza, ma ritiene che la Presidente non possa sottovalutare il significato politico della questione posta dall'onorevole Costa, che è il rappresentante in Commissione del gruppo del PdL.
  Esprime, inoltre, forti perplessità sull'ammissibilità dell'emendamento Marzano 1.1, ritenendo che la modifica dell'articolo 612-bis del codice penale sia estranea all'oggetto del provvedimento, costituito dalla materia dell'esecuzione della pena. Sottolinea, infine, come la soluzione più ragionevole sia quella di approvare il sue emendamento 1.45, volto a sopprimere la lettera 0a) del comma 1 dell'articolo 1, lasciando così inalterato il vigente articolo 280 c.p.p.

  Il Sottosegretario Giuseppe BERRETTA osserva come il tema generale affrontato dal provvedimento sia quello del sovraffollamento carcerario, rispetto al quale appare evidente la stretta connessione dei presupposti per l'applicazione della custodia cautelare in carcere. La scelta di elevare da quattro a cinque anni il presupposto di applicazione della misura rappresentato dalla pena edittale massima ha, tuttavia, posto alcune questioni alle quali si può ora porre rimedio tramite la previsione di esclusioni oggettive per specifici reati.

  Nicola MOLTENI (LNA) ricorda che il Presidente aveva evidenziato la necessità di coordinamento tra gli articoli 280 e 274, lettera c), c.p.p.

  Walter VERINI (PD) chiarisce come il gruppo del PD voglia difendere la ratio del provvedimento, che è quella di decongestionare le carceri. Vi sono, tuttavia, dei Pag. 105reati di particolare allarme sociale, per i quali è inaccettabile che non si possa più applicare la custodia cautelare; a tale proposito, la stampa insiste molto sul delitto di stalking. Vi sono, inoltre, altri reati rispetto ai quali l'opinione pubblica è particolarmente sensibile e che non sarebbe opportuno escludere dall'ambito di applicazione della custodia cautelare, come, in particolare, l'illecito finanziamento ai partiti.
  Precisa di ritenere che la migliore soluzione sarebbe quella di ripristinare il limite dei quattro anni per l'applicazione della custodia cautelare, ma dichiara la disponibilità del gruppo a valutare ed accettare anche delle preclusioni oggettive.

  Gregorio GITTI (SCpI) esprime preoccupazione per il testo licenziato dal Senato, stigmatizzando soprattutto la modifica in tema di presupposti della custodia cautelare. Ritiene che si debba mantenere il limite dei quattro anni, previsto dal vigente articolo 280 c.p.p., senza avventurarsi nel ritaglio di fattispecie da escludere.

  Daniele FARINA (SEL) ribadisce come il proprio gruppo ritenga che la Commissione debba approvare un testo il più simile possibile a quello originario, sopprimendo, tra l'altro, la lettera 0a) del comma 1 dell'articolo 1.

  Andrea COLLETTI (M5S) chiede in base a quali criteri si ritenga che gli articoli aggiuntivi Costa 1.01 e Cirielli 1.02 siano ammissibili, dal momento che non appaiono strettamente connessi all'oggetto del provvedimento. Ricorda come, nel corso dell'esame del provvedimento relativo alla sospensione del procedimento con messa alla prova, siano state dichiarate inammissibili talune sue proposte emendative che, in quel caso, apparivano molto più pertinenti all'oggetto di quel provvedimento di quanto non lo siano oggi i citati articoli aggiuntivi.

  Walter VERINI (PD) sottolinea l'importanza di raggiungere un adeguato punto di mediazione e ritiene che ove ciò non fosse possibile, il minor male, al fine di evitare ritardi nella conversione del decreto, sarebbe quella di approvare il suo emendamento 1.5, soppressivo della lettera 0a) del comma 1 dell'articolo 1.

  Il Sottosegretario Giuseppe BERRETTA ritiene che il mantenimento del limite di cinque anni associato alla previsione di esclusioni oggettive sia un punto di mediazione adeguato. Prende atto, tuttavia, con rammarico, che nella Commissione si sta formando un orientamento diverso da quello espresso dal Senato.

  Donatella FERRANTI (PD), presidente e relatore, fa presente al deputato Colletti che della questione dell'ammissibilità delle proposte emendative riferite al provvedimento in esame è stata preliminarmente investita la Presidenza della Camera. Rileva, peraltro, come sia evidente la stretta attinenza degli articoli aggiuntivi Costa 1.01 e Cirielli 1.02 alla materia della custodia cautelare, che costituisce oggetto del provvedimento, ed alla sua applicazione.

  Andrea COLLETTI (M5S) invita ad una maggiore riflessione sul tema dell'ammissibilità degli emendamenti, ribadendo di non comprendere ancora i motivi per cui, nel corso dell'esame del provvedimento relativo alla sospensione del procedimento con messa alla prova, sono stati dichiarati inammissibili alcuni suoi emendamenti volti a modificare l'articolo 161 c.p. e, invece, nell'ambito del provvedimento oggi in esame, sono considerati ammissibili gli articoli aggiuntivi Costa 1.01 e Cirielli 1.02, relativi all'articolo 612-bis c.p.

  Donatella FERRANTI (PD), presidente e relatore, fa presente al collega Colletti che si tratta di provvedimenti diversi e di questioni diverse, e che, se lo ritiene, potrà rivolgere l'invito ad una maggiore riflessione direttamente alla Presidenza della Camera.
  Ritorna quindi ai pareri sugli emendamenti alla luce delle osservazioni e dell'orientamento quasi unanime emerso in Commissione circa l'opportunità di mantenere Pag. 106la soglia di quattro anni prevista dal vigente articolo 280 del codice di procedura penale.
  Esprime quindi parere favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.45 e Verini 1.5, volti a sopprimere la lettera 0a) del comma 1 dell'articolo 1, e sull'emendamento Colletti 1.9, volto comunque a mantenere la citata soglia di quattro anni.

  Enrico COSTA (PdL) chiede che sia sospesa la seduta, in considerazione del significato politico insito nella modifica dei pareri da parte del relatore e sottolineando come anche il Governo abbia modificato il proprio orientamento, che non sembra essere più quello manifestato al Senato.

  Nicola MOLTENI (LNA) ringrazia la relatrice per il parere favorevole sul suo emendamento 1.45. Dichiara, tuttavia, di sostenere la richiesta del collega Costa, sottolineando come una simile richiesta, se avanzata dal rappresentante di un gruppo di maggioranza in Commissione, abbia evidenti ripercussioni sul piano politico e giustifichi senz'altro una sospensione della seduta.

  Donatella FERRANTI (PD), presidente e relatore, assicura che la seduta sarà sospesa una volta completata la fase dell'espressione dei pareri sulle proposte emendative.
  Proseguendo quindi nell'espressione dei pareri, esprime parere favorevole sugli emendamenti Verini 1.4; Farina 1.2, se riformulato come l'emendamento 1.4; Farina 2.3; Verini 2.6 e 2.5; Farina 3.2; Colletti 4.17, ove riformulato come segue: «Al comma 3, sostituire il terzo periodo con il seguente: Il commissario trasmette semestralmente alla Commissioni parlamentari competenti una relazione sull'attività svolta.». Esprime parere favorevole anche sugli identici emendamenti Mariani 4.2 e Matarrese 4.1. Invita i presentatori al ritiro di tutte le ulteriori proposte emendative, esprimendo altrimenti parere contrario sulle medesime.

  Il Sottosegretario Giuseppe BERRETTA esprime parere conforme a quello dei relatori, fatta eccezione per gli identici emendamenti Molteni 1.45 e Verini 1.5, e Colletti 1.9, sui quali si rimette alla Commissione. Si rimette alla Commissione anche sugli identici emendamenti Mariani 4.2 e Matarrese 4.1.

  Donatella FERRANTI (PD) in considerazione della ristrettezza dei tempi a disposizione della Commissione che, tuttavia, ha l'obbligo di riferire all'Assemblea domani, invita i gruppi a segnalare ciascuno un numero massimo di dieci emendamenti.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) anche in considerazione dello spirito collaborativo dimostrato dal proprio gruppo, chiede alla Presidenza di poter segnalare sedici emendamenti.

  Donatella FERRANTI (PD), presidente e relatore, accoglie la richiesta del collega Bonafede, invitando i gruppi a segnalare ciascuno un numero massimo di sedici emendamenti. Sospende quindi brevemente la seduta, al fine di consentire le segnalazioni.

  La seduta, sospesa alle 15.30, è ripresa alle 15.50.

  Donatella FERRANTI (PD), presidente e relatore, fa presente che non sono ancora pervenute le segnalazioni di alcuni gruppi. In considerazione dell'imminenza delle votazioni in Assemblea, rinvia il seguito dell'esame alla seduta convocata oggi al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea, sollecitando il completamento delle segnalazioni nel più breve tempo possibile.

  La seduta termina alle 15.55

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia.
C. 245 Scalfarotto, C. 1071 Brunetta e C. 280 Fiano.

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