CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 26 luglio 2013
63.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 124

SEDE CONSULTIVA

  Venerdì 26 luglio 2013. — Presidenza del vicepresidente Daniela SBROLLINI, indi del vicepresidente Eugenia ROCCELLA.

  La seduta comincia alle 13.30.

Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia.
Testo unificato C. 245 Scalfarotto e abb.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Daniela SBROLLINI, presidente, avverte che, come convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentati dei gruppi di mercoledì scorso e come richiesto dalla Commissione di merito, l'esame del testo unificato delle proposte di legge C. 245 Scalfarotto e abb.: Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia, quale risultante dagli emendamenti approvati, si concluderà nella giornata odierna.
  Dà, quindi, la parola, alla relatrice, on. Dorina Bianchi, per l'illustrazione della sua relazione e della proposta di parere che ha predisposto.

  Dorina BIANCHI (PdL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere alla II Commissione (Giustizia) il prescritto parere sulle parti di competenza concernenti il testo unificato delle proposte di legge n. 245 e abbinate, recante disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia, quale risultante dagli emendamenti approvati.
  Rileva innanzitutto come il testo licenziato dalla Commissione di merito nella seduta di lunedì 22 luglio, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.500 dei relatori, si compone di un unico articolo che novella l'articolo 3 della legge n. 654 del 1975 (cosiddetta legge Reale), come modificato dall'articolo 1 del decreto-legge n. 122 del 1993, convertito, con modificazioni, della legge n. 205 del 1993 Pag. 125(cosiddetta legge Mancino), includendo nella fattispecie di reato ivi prevista anche la condotta di chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull'omofobia o transfobia ovvero quella di chi istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi fondati sull'omofobia o transfobia.
  Conseguentemente, l'articolo 1, ai successivi commi 2 e 3, reca norme di coordinamento tese ad adeguare il titolo del suddetto decreto-legge n. 122 del 1993, che diventa: «Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa ovvero fondata sull'omofobia o transfobia», nonché la rubrica dell'articolo 1 del decreto stesso, che diventa: «Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi ovvero fondati sull'omofobia o transfobia».
  Fa presente, dunque, come presso la Commissione di merito sia stata operata la scelta – in vista della calendarizzazione del provvedimento per l'esame in Assemblea – di ridurre l'articolato rispetto al testo unificato già approvato in precedenza dalla Commissione stessa, che si componeva di quattro articoli, tra cui l'articolo 4, concernente, a titolo di pena accessoria, lo svolgimento di un'attività non retribuita a favore della collettività per finalità sociali o di pubblica utilità.
  Rileva, quindi, che tale disposizione evidentemente incideva in modo specifico e diretto sulle competenze della Commissione affari sociali e che, una volta venuta meno, alla luce del contenuto del provvedimento come sopra descritto, i profili attinenti alla sfera di competenza di questa Commissione sono ridotti da un punto di vista tecnico e formale.
  Precisa altresì che tuttavia, da un punto di vista più generale, data anche la delicatezza del tema trattato, la XII Commissione non può esimersi, a suo avviso, dallo svolgere alcune considerazioni.
  Auspica, pertanto, che sul punto possa avere luogo un dibattito serio e approfondito, in modo da poter acquisire le posizioni di tutti i gruppi prima di procedere all'elaborazione di una proposta di parere.

  Daniela SBROLLINI, presidente, nel dichiarare aperta la discussione, fa presente che, all'esito della medesima, il relatore presenterà una proposta di parere.

  Raffaele CALABRÒ (PdL), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva che, sulla base della richiesta formulata dal relatore, di poter acquisire il più ampio spettro di posizioni afferenti al provvedimento in esame, osserva che nella seduta odierna il dibattito avrà ad oggetto il testo licenziato dalla Commissione di merito; dopodiché il relatore si troverà nelle condizioni di poter predisporre una proposta di parere.

  Donata LENZI (PD) fa presente come, a suo avviso, non siano necessari tanti elementi al fine della presentazione di una proposta di parere in quanto, come lo stesso relatore ha rilevato in un passaggio della sua relazione introduttiva, le competenze della Commissione affari sociali sono venute meno a seguito della soppressione dell'articolo 4, previsto dal testo unificato precedentemente approvato dalla Commissione giustizia.

  Chiara SCUVERA (PD), condividendo la posizione espressa dal deputato Lenzi in merito all'assenza di profili rientranti nella competenza della Commissione affari sociali, sulla base del testo trasmesso dalla Commissione giustizia alle Commissioni competenti, ritiene che si potrebbe deliberare nel senso che nulla osta, da parte della XII Commissione, al prosieguo dell’iter del provvedimento in titolo.
  Entrando nel merito del contenuto, rileva come il testo in esame rappresenti un'importante innovazione nel sistema giuridico italiano, dal momento che l'omofobia viene equiparata alle altre forme di discriminazioni. Osserva, quindi, che in tal modo l'Italia si adeguerebbe alla normativa già in vigore in altri Paesi dell'Unione europea.
  Esprime, dunque, apprezzamento per la scelta compiuta dal legislatore di affrontare il drammatico problema delle tante persone – secondo le stime, circa quattro milioni in Europa – che subiscono Pag. 126discriminazioni, anche a livello politico, sociale e istituzionale, senza parlare dei suicidi che avvengono tra gli omosessuali.
  Ritiene che la proposta in oggetto abbia il merito di seguire un approccio svuotato da componenti ideologiche, oltre che contribuire a dare attuazione al principio di uguaglianza sostanziale garantito dall'articolo 3 della Costituzione.

  Delia MURER (PD) rileva quanto sia importante che il provvedimento in titolo possa essere concluso in tempi rapidi dalle Commissioni, in modo da approdare all'esame dell'Assemblea, precisando che tale esigenza nasce dall'urgenza di adeguare la legislazione italiana, in materia di contrasto dell'omofobia, a quella già in vigore presso gli altri Paesi dell'Unione europea.
  Pertanto, considerato che il testo licenziato dalla Commissione di merito non presenta profili volti a incidere sulle competenza della XII Commissione, ritiene che quest'ultima possa esprimere un nulla osta al seguito dell'esame del provvedimento.

  Benedetto Francesco FUCCI (PdL) rileva come l'introduzione nella legge Mancino di una fattispecie di reato d'opinione collegato all'omofobia e alla transfobia, così come l'introduzione di una fattispecie di reato di violenza e istigazione alla violenza sempre collegata ad omofobia e transfobia, contenga a suo parere un vizio originario, poiché in tal modo si finisce per sostenere un principio in base al quale la violenza viene punita in modo più grave dallo Stato in quanto commessa non sulla persona in quanto tale, bensì sulla persona in quanto omosessuale o transessuale.
  Ritiene, quindi, che si potrebbe venire a creare un caos normativo e interpretativo, mentre si perde di vista quello che è il vero principio che ogni democrazia deve sostenere: ovvero che la violenza, fisica o verbale, contro una persona va punita sempre e comunque.
  Reputa, pertanto, che sarebbe stato assai più consono – nel momento in cui si doveva legiferare in materia – sostenere la tesi di fondo della proposta di legge Brunetta-Carfagna, peraltro tradotta in un emendamento presentato al provvedimento in esame presso la Commissione giustizia, che ipotizza la previsione nel codice penale dell'omofobia quale aggravante comune collegata ai reati contro la persona, ma – e qui sta il punto dirimente – alla pari di qualsiasi altra forma di discriminazione.
  Il principio sostenuto dalla suddetta proposta di legge richiama espressamente l'articolo 10 del Trattato dell'Unione europea, secondo cui nel territorio dell'Unione europea costituiscono fattori di discriminazione vietati il sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le condizioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale.
  Osserva, poi, che vi è anche un terzo punto del provvedimento in esame – quello relativo al divieto di associazioni, organizzazioni, movimenti o gruppo fondati sull'omofobia o transfobia – che suscita perplessità in quanto, con tale formulazione, un principio di per sé giusto viene declinato in modo erroneo perché nella sostanza si apre la porta a una giurisprudenza che potrebbe arrivare, come avviene già in molte realtà europee, a sanzionare anche associazioni, organizzazioni, movimenti o gruppi che si battono, ovviamente con strumenti leciti e senza alcun genere di violenza, in difesa della famiglia naturale e contro l'introduzione di leggi sui matrimoni tra omosessuali.
  In conclusione, ritiene che bisogna fare molta attenzione al modo di legiferare, soprattutto con riferimento al rischio di configurare una vera e propria fattispecie ascrivibile al reato di opinione.

  Paola BINETTI (SCpI), dopo aver ricordato che il tema del contrasto dell'omofobia è stato affrontato anche nel corso delle legislature precedenti senza che però si sia mai addivenuti all'approvazione di un testo, esprime dubbi e perplessità sul contenuto del provvedimento licenziato dalla Commissione giustizia, ritenendo che esso contenga più luci che ombre.Pag. 127
  Partendo dal presupposto per cui va espressa in modo chiaro e inequivoco la contrarietà a ogni forma di violenza, contesta lo strumento che è stato prescelto, ovvero l'integrazione di una fattispecie di reato prevista dalla richiamata legge Mancino, ciò che rischia di aprire un numero di problemi maggiore di quanti se ne vogliono risolvere. Il pericolo che paventa consiste nella criminalizzazione di una serie indeterminata di opinioni che potrebbero essere valutate come «omofobiche», quale, a titolo di esempio, la valutazione espressa in ordine all'idoneità all'adozione da parte di una coppia omosessuale.
  Ritiene pertanto che sia indispensabile salvaguardare la libertà di opinione, che rischia di essere inficiata da provvedimenti quale quello su cui la XII Commissione è chiamata a esprimere il proprio parere. A questo proposito, fa presente che è in atto la predisposizione di un emendamento, da presentare nel prosieguo dell'esame in Assemblea, volto proprio a recepire la necessità di tutelare allo stesso modo tutte le opinioni.
  Fa presente, altresì, che è sbagliato pensare di porre fine alle discriminazioni seguendo il metodo prescelto dal provvedimento in esame anche perché si rischia di dare luogo a discriminazioni ancora più forti, in quanto vi sono altre categorie di soggetti vittime di violenza e di istigazione alla violenza.
  Ribadisce, pertanto, l'esigenza di condannare ogni forma di violenza, nei confronti di chiunque essa venga esercitata, tutelando al contempo la libertà di manifestazione del pensiero.

  Giulia DI VITA (M5S) reputa non soddisfacente che il testo licenziato dalla II Commissione, limitandosi esso a estendere la a fattispecie di reato già introdotta dalla cosiddetta legge Mancino anche a chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull'omofobia o transfobia ovvero a chi istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi fondati sull'omofobia o transfobia, senza peraltro dare una definizione di «omofobia» e di «transfobia». Osserva, pertanto, che sarebbe stato necessario prevedere tali definizioni ovvero utilizzare le espressioni, a suo avviso più congrue, di «orientamento sessuale» e di «identità di genere».
  Tuttavia, nonostante i rilievi critici formulati, ritiene che il provvedimento in oggetto costituisca di per sé un passo in avanti rispetto al vuoto normativo attuale e, pertanto, rileva l'opportunità di esprimere un nulla osta affinché esso possa approdare all'esame dell'Assemblea in tempi celeri, in modo da poter incedere in quella sede al fine di migliorarne il contenuto.

  Eugenia ROCCELLA (PdL) esprime perplessità sul testo in esame, contestando la scelta fondamentale, di apportare modifiche alla più volte richiamata legge Mancino che – ricorda – è stata approvata in un determinato momento storico per fare fronte a problemi ben precisi, tra cui la reviviscenza di comportamenti contro persone di religione ebraica.
  Reputa, quindi, del tutto inopportuno il fatto di aver seguito questa via, che rischia di aprire un varco a numerose questioni problematiche. In questo senso, precisa che ciò che più la preoccupa sono i limiti che potrebbero porsi alla libertà di espressione e di associazione dei cittadini. A tale proposito, riporta un episodio in cui ella stessa è stata vittima di aggressione – le hanno dato della «fascista» –, avendo espresso la propria solidarietà a un gruppo di persone che manifestano da ieri davanti palazzo Montecitorio contro l'approvazione del provvedimento in titolo, temendo di essere ridotte al silenzio a seguito della sua eventuale approvazione. Precisa, quindi, che, essendo disponibile a ricevere le critiche, anche quelle più accese, intende allo stesso modo essere libera di criticare e di esprimere la propria opinione.
  Teme, in particolare, per la sorte delle associazioni che svolgono attività di propaganda, ad esempio, in difesa della famiglia Pag. 128naturale, che potrebbero essere accusate da taluni magistrati di tenere una condotta omofobica.
  Richiamando le considerazioni svolte da alcuni deputati già intervenuti nel dibattito, fa presente come adeguarsi all'Europa non sia di per sé un bene, sempre e comunque, se ciò deve comportare come conseguenza il fatto che alcune agenzie cattoliche che svolgono la propria attività nel settore dell'adozione siano state costrette a chiudere perché costrette a dare i bambini in adozione a coppie omosessuali.
  Osserva, quindi, che la via migliore da seguire sarebbe stata quella di contemplare l'omofobia tra le circostanze aggravanti, ipotesi alla quale anche il gruppo della Lega Nord aveva acceduto.
  Segnalando, dunque, l'attività di un gruppo di lavoro per la presentazione di un emendamento per l'Assemblea volto a tutelare la libertà di espressione del pensiero a fronte della previsione in un testo legislativo di una condotta criminosa fondata su motivi di omofobia, ritiene che sarebbe auspicabile approfondire l'argomento presso la Commissione affari sociali al fine di esprimere un parere articolato alla Commissione di merito.

  Marco RONDINI (LNA) esprime una valutazione radicalmente negativa sul testo licenziato dalla Commissione giustizia, rilevando come esso sia impostato male dal punto di vista giuridico, a partire dalla scelta di volere intervenire sulla cosiddetta legge Mancino.
  Evidenzia, in particolare, come se si predispone una tutela maggiore a fronte di atti di violenza compiuti nei confronti di omosessuali si finisce per creare una disparità di trattamento nei confronti della generalità dei cittadini, esistendo peraltro diverse forme di fragilità che meriterebbero di essere considerate.
  Osserva, poi, come il testo in esame sia ambiguo anche perché apre spazio all'intervento di magistrati che potrebbero censurare l'attività svolta da associazioni quali, ad esempio, quelle che operano a tutela della famiglia, in quanto ritenuta «condotta omofobica».
  Alla luce delle considerazioni svolte, ritiene che la Commissione dovrebbe esprimere un parere contrario nei confronti del provvedimento in oggetto.

  Elena CARNEVALI (PD), dopo aver rilevato che, sulla base del testo approvato da ultimo dalla Commissione giustizia, non vi sono norme volte a incidere sulla sfera di competenza della Commissione affari sociali, osserva che molte delle critiche espresse sono a suo avviso infondate.
  A questo proposito, fa presente che l'aver integrato una fattispecie di reato già prevista dalla suddetta legge Mancino introducendo la previsione della violenza o dell'istigazione alla violenza per motivi fondati sull'omofobia non equivalga affatto a censurare la libertà di espressione. Esclude, pertanto, che l'approvazione del provvedimento in esame possa comportare in qualche misura l'introduzione di un reato di opinione.
  Evidenzia, quindi, come il vero problema da risolvere sia piuttosto quello di arginare gli atti di violenza nei confronti degli omosessuali, in via sia diretta che indiretta – si pensi ai numerosi suicidi – che nel nostro Pese sono più numerosi rispetto a quanto avviene altrove.
  Per le ragioni addotte, esprime apprezzamento nei confronti del provvedimento in oggetto, auspicando che esso possa essere calendarizzato rapidamente per lo svolgimento dell'esame da parte dell'Assemblea.

  Marisa NICCHI (SEL) apprezza il fatto che il legislatore abbia posto la propria attenzione verso un tema di grande rilievo sociale, grazie anche alla pressione esercitata da una parte dell'opinione pubblica.
  Valuta, quindi, in modo positivo la decisione di stigmatizzare, in via legislativa, la violenza compiuta nei confronti di una minoranza che ha compiuto determinate scelte di vita.
  Entrando nel merito del testo in discussione, ritiene che sia corretto il metodo seguito, di intervenire su una legge – la più volte ricordata legge Mancino – che condanna le discriminazioni compiute Pag. 129contro altre minoranze, cui si aggiungono, appunto, quelle originate da motivi fondati sull'omofobia o transfobia.

  Raffaele CALABRÒ (PdL) evidenzia come dal dibattito che si è svolto sia stato chiarito il problema di fondo, attinente alla possibile interpretazione che potrebbe essere data alle disposizioni introdotte dal provvedimento in titolo, soprattutto in via giudiziaria, nel senso di limitare la libertà di manifestazione del pensiero in quanto determinate condotte, che costituiscono l'espressione di un'opinione, potrebbero essere censurate come «omofobiche».
  Ritiene, pertanto, che il relatore dovrebbe dare conto di tale preoccupazione nella proposta di parere, che a suo avviso dovrebbe essere quanto più possibile condivisa in quanto in certe materia non è auspicabile l'approvazione di leggi «di bandiera».

  Daniela SBROLLINI, presidente, all'esito del dibattito svoltosi, invita il relatore a formulare una proposta di parere.

  Dorina BIANCHI (PdL), relatore, ribadendo la posizione di assoluta contrarietà nei confronti di ogni forma di violenza, evidenzia la necessità di assicurare pari tutela a tutte le persone, in conformità con il dettato disposto dall'articolo 3 della Costituzione.
  Fa presente altresì che, come già rilevato, pur essendo le competenze della Commissione affari sociali limitate con riferimento al testo del provvedimento in titolo, tuttavia, in considerazione dell'oggetto e della rilevanza della materia, non si può rinunciare a un approfondimento delle problematiche che essa pone, peraltro emerse con sufficiente chiarezza dai numerosi interventi che si sono svolti.
  Nell'auspicio che si possa individuare una soluzione di mediazione, da recepire nella proposta di parere, chiede di poter disporre di un tempo aggiuntivo al fine di procedere all'elaborazione di quest'ultima, che potrebbe essere presentata agli inizi della prossima settimana, fin dalla giornata di lunedì 29 luglio. A tal proposito, ritiene che non vi siano ragioni ostative ad un breve rinvio per quanto concerne l'espressione del parere, dal momento che il provvedimento in esame, diversamente dai decreti-legge, non ha un termine di scadenza, e che, a quanto risulta, la I Commissione (Affari costituzionali) – che a sua volta non ha ancora espresso il parere alla Commissione di merito – non è nemmeno convocata sul punto nella giornata odierna.

  Daniela SBROLLINI, presidente, fa presente che l'esame in sede consultiva del provvedimento figura tra i punti all'ordine del giorno della seduta odierna della I Commissione.
  Con riferimento alla richiesta avanzata dal relatore, ritiene che si potrebbe procedere a una breve sospensione della seduta, per consentire la predisposizione della proposta di parere, essendo in tal senso l'accordo raggiunto in sede di Ufficio di presidenza della Commissione, come ricordato all'inizio della seduta.

  Raffaele CALABRÒ (PdL) rileva come, dalla risposta fornita dal presidente Sbrollini, non si ravvisino ragioni che portino a respingere la richiesta del relatore, non essendovi l'urgenza di concludere l'esame del provvedimento in oggetto da parte delle Commissioni nella seduta odierna.

  Dorina BIANCHI (PdL), relatore, precisa che, pur non essendo contraria in linea di principio alla sospensione della seduta, non comprende quale sia la ragione per cui si debba imprimere una tale accelerazione ai lavori della Commissione, quando vi è l'opportunità di addivenire a una proposta di parere condivisa in un arco temporale di un paio di giorni.

  Daniela SBROLLINI, presidente, fa presente di aver richiamato la tempistica che era stata stabilita in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, circa l'adozione del parere relativo al provvedimento in oggetto.

  Donata LENZI (PD), dopo aver premesso che il gruppo del Partito democratico Pag. 130non porrà ostacoli alla richiesta formulata dal relatore, essendo ella stessa favorevole al fatto che la Commissione approvi un parere in una seduta successiva a quella in cui si è svolta la discussione sul provvedimento, non comprende, tuttavia, quali siano i margini per poter lavorare all'ipotesi di un parere condiviso, dal momento che dal dibattito sono emerse posizioni assai diversificate, se non addirittura contrastanti.

  Eugenia ROCCELLA (PdL) ritiene che la richiesta del relatore debba essere senz'altro recepita, stante l'esigenza di formulare una proposta di parere che dia conto del problema maggiore sollevato da più parti nella seduta odierna, connessa al fatto che il testo in esame potrebbe prestarsi a interpretazione tali da limitare la libertà di espressione.

  Paola BINETTI (SCpI), dopo aver rilevato che, nel caso di specie, non si è creato quel clima di collaborazione che ha caratterizzato in questa legislatura l'esame di numerosi altri provvedimenti e che ha consentito di approvare altrettanti pareri in modo unanime, fa presente che, a suo avviso, la richiesta del relatore può essere accettata.

  Silvia GIORDANO (M5S) esprime, a nome del suo gruppo, la contrarietà alla richiesta di rinvio in quanto, non essendoci profili di competenza della XII Commissione; non ha senso pertanto rimandare l'espressione di un parere che non può evidentemente essere diverso da un nulla osta.

  Daniela SBROLLINI, presidente, rileva che la posizione prevalente dei gruppi che si sono espressi sul punto è favorevole ad accordare al relatore la possibilità di disporre di un tempo ulteriore per formulare la proposta di parere.

  Dorina BIANCHI (PdL), relatore, ringrazia tutti i deputati intervenuti per la sensibilità dimostrata nell'accogliere la sua richiesta, di poter disporre di un breve rinvio ai fini dell'elaborazione di una proposta di parere quanto più possibile condivisa.

  Daniela SBROLLINI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013.
Emendamenti C. 1326 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e conclusione – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame degli emendamenti presentati al disegno di legge in titolo, trasmessi dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Eugenia ROCCELLA, presidente, avverte che la XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ha trasmesso, per l'espressione del prescritto parere, emendamenti e articoli aggiuntivi presentati direttamente presso la XIV Commissione al provvedimento in titolo.
  Dà, quindi, la parola alla relatrice, on. Miotto, per l'illustrazione degli articoli aggiuntivi ed emendamenti e per la formulazione della proposta di parere.

  Anna Margherita MIOTTO (PD), relatore, dopo aver fatto presente che quasi tutte le proposte emendative presentate si riferiscono all'articolo 13 del disegno di legge in oggetto, concernente l'attuazione della direttiva europea sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, esprime parere contrario per le ragioni ampiamente illustrate nella seduta del 18 luglio scorso, trattandosi degli stessi emendamenti, ad eccezione delle proposte emendative Mantero 13.28, 13.26 e 13.27, che presentano comunque contenuto analogo.
  Esprime altresì parere contrario sull'articolo aggiuntivo Gagnarli 10.01, finalizzato ad introdurre un criterio specifico di delega per la direttiva relativa alle norme di polizia sanitaria per gli scambi Pag. 131intracomunitari e le importazioni in provenienza da Paesi terzi di pollame e uova da cova, in quanto il criterio di delega proposto non può essere adottato unilateralmente dall'Italia, trattandosi di una norma a valenza comunitaria, poiché incide sul principio di libera circolazione delle merci.

  La Commissione approva la proposta di parere contrario formulata del relatore.

  Eugenia ROCCELLA, presidente, avverte che il parere espresso dalla Commissione sarà trasmesso alla XIV Commissione.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013.
C. 1327 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame degli emendamenti presentati al disegno di legge in titolo, trasmessi dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Eugenia ROCCELLA, presidente, avverte che la XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ha trasmesso, per l'espressione del prescritto parere, emendamenti e articoli aggiuntivi presentati direttamente presso la XIV Commissione al provvedimento in titolo.
  Da quindi la parola al relatore, deputato Miotto, per l'illustrazione degli articoli aggiuntivi ed emendamenti e per la formulazione della proposta di parere.
  Ricorda, infine, che l'emendamento Nicchi 16.3 è stato dichiarato inammissibile per l'ultimo periodo.

  Anna Margherita MIOTTO (PD), relatore, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate, precisando che il parere contrario sull'emendamento Ricciatti 15.1 è motivato dal fatto che le tariffe cui si fa riferimento sono già finalizzate e che lo sviluppo di metodi sostitutivi deve necessariamente essere conforme alla normativa comunitaria, che peraltro già disciplina la materia, mentre gli emendamenti Baroni 16.2 e Di Vita 16.1, nonché – per la parte ritenuta ammissibile – Nicchi 16.3 sono stati sostanzialmente recepiti attraverso l'osservazione inserita nella relazione sul disegno di legge in titolo, deliberata dalla XII Commissione lo scorso 24 luglio.

  La Commissione approva la proposta di parere contrario formulata del relatore.

  Eugenia ROCCELLA, presidente, avverte che il parere espresso dalla Commissione sarà trasmesso alla XIV Commissione.

  La seduta termina alle 15.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 61 del 24 luglio 2013, a pagina 145, seconda colonna, diciannovesima riga, sostituire la parola «rinvio» con le seguenti «conclusione – Parere favorevole con osservazione».