CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 22 luglio 2013
59.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 19

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 22 luglio 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI.

  La seduta comincia alle 11.40.

DL 63/13: Disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale.
C. 1310 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, osserva che il decreto legge 63 del 2013 in esame è volto, in primo luogo a recepire la Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia, che doveva essere recepita nel diritto nazionale entro il 9 luglio 2012. Il 24 gennaio 2013 la Commissione europea, proprio in relazione al mancato recepimento da parte dell'Italia di tale Direttiva, ha inviato un parere motivato all'Italia richiedendo un'implementazione delle misure sull'efficienza energetica in edilizia.
  Il Decreto-legge in oggetto quindi interviene modificando in modo significativo il decreto legislativo n. 192 del 2005 recante Pag. 20attuazione della precedente direttiva 2002/91/UE in materia di rendimento energetico degli edifici.
  Ricorda che la Commissione giustizia dovrà limitare il proprio esame alle sole norme di propria competenza, che nel caso di specie si limitano all'articolo 12 avente ad oggetto l'impianto sanzionatorio in materia di certificazione energetica degli edifici.
  In particolare il decreto legge in oggetto, il cui testo ha subito una serie di modifiche nel corso dell'esame presso il Senato, interviene sulle definizioni, prevedendo quella di «attestato di prestazione energetica», sulla metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche negli edifici, sulla disciplina degli edifici ad energia quasi zero (cioè ad altissima prestazione energetica secondo quanto previsto dalla Direttiva), sulla fase di progettazione delle costruzioni e delle ristrutturazioni degli edifici, sulle funzioni delle Regioni, delle province autonome e degli enti locali, sull'attuazione ed esecuzione degli atti dell'Unione europea, da parte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano.
  Accanto alle norme sulla prestazione energetica nell'edilizia, il decreto-legge reca la proroga delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione degli edifici.
  Si incrementa il Fondo sociale per l'occupazione e la formazione ai fini del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga.
  Per la copertura degli oneri finanziari recati dal decreto-legge, sono in primo luogo modificati alcuni regimi IVA e ridotta di 35 milioni di euro per l'anno 2015 della quota di pertinenza statale dell'otto per mille IRPEF.
  Per quanto attiene all'articolo 12, di competenza della Commissione Giustizia, questo ridefinisce l'impianto sanzionatorio in materia di certificazione energetica degli edifici, sostituendo integralmente l'articolo 15 del decreto legislativo 192/2005. I commi 1 e 2 prevedono che le certificazioni energetiche siano rese in forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio e che le amministrazioni competenti eseguano i controlli del caso. I commi da 3 a 10 strutturano le sanzioni amministrative che le amministrazioni applicano nelle varie fattispecie. Si ricorda che, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 192/2005, le competenze relative all'attuazione del decreto legislativo medesimo sono attribuite alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano.
  Il nuovo comma 1 del citato articolo 15 stabilisce che l'APE (attestato di prestazione energetica), il rapporto di controllo tecnico di cui all'articolo 7, la relazione tecnica, l'asseverazione di conformità e l'AQE (attestato di qualificazione energetica) sono resi in forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio ai sensi dell'articolo 47, del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000. Il citato articolo 47 del testo unico citato rinvia, per le modalità, all'articolo 38 che prevede che le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà da produrre agli organi della amministrazione pubblica sono sottoscritte dall'interessato in presenza del dipendente addetto ovvero sottoscritte e presentate unitamente a copia fotostatica non autenticata di un documento di identità del sottoscrittore.
  Il comma 2 rinvia a tale testo unico per le modalità dei controlli da parte delle autorità competenti che ricevono i documenti e che eventualmente applicano le sanzioni amministrative disposte dai successivi commi 3-6. Nel caso invece in cui ricorrano le ipotesi di reato di cui all'articolo 76, del testo unico 445/2000, si applicano le sanzioni previste dal medesimo articolo 76. Secondo l'articolo 76, chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. L'esibizione di un atto contenente dati non più rispondenti a verità equivale ad uso di atto falso. Le dichiarazioni sostitutive di atto notorio sono considerate come fatte a pubblico ufficiale.Pag. 21
  I commi da 3 a 10 dispongono le sanzioni amministrative.
  Il professionista qualificato che rilascia la relazione tecnica di cui all'articolo 8, compilata senza il rispetto degli schemi e delle modalità stabilite nel decreto di cui all'articolo 8, comma 1 e 1-bis, o un attestato di prestazione energetica degli edifici senza il rispetto dei criteri e delle metodologie di cui all'articolo 6, è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 700 euro e non superiore a 4200 euro. L'ente locale e la regione o la provincia autonoma, che applicano le sanzioni secondo le rispettive competenze, danno comunicazione ai relativi ordini o collegi professionali per i provvedimenti disciplinari conseguenti.
  Il direttore dei lavori che omette di presentare al comune l'asseverazione di conformità delle opere e l'attestato di qualificazione energetica, di cui all'articolo 8, comma 2, prima del rilascio del certificato di agibilità, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 1000 euro e non superiore a 6000 euro. Il comune che applica la sanzione deve darne comunicazione all'ordine o al collegio professionale competente per i provvedimenti disciplinari conseguenti.
  Il proprietario o il conduttore dell'unità immobiliare, l'amministratore del condominio, o l'eventuale terzo che se ne è assunta la responsabilità, qualora non provveda alle operazioni di controllo e manutenzione degli impianti di climatizzazione secondo quanto stabilito dall'articolo 7, comma 1, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3000 euro.
   L'operatore incaricato del controllo e manutenzione, che non provvede a redigere e sottoscrivere il rapporto di controllo tecnico di cui all'articolo 7, comma 2, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 1000 euro e non superiore a 6000 euro. L'ente locale, o la regione competente in materia di controlli, che applica la sanzione comunica alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di appartenenza per i provvedimenti disciplinari conseguenti.
   In caso di violazione dell'obbligo di dotare di un attestato di prestazione energetica gli edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, come previsto dall'articolo 6, comma 1, il costruttore o il proprietario è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 3000 euro e non superiore a 18000 euro.
  In caso di violazione dell'obbligo di dotare di un attestato di prestazione energetica gli edifici o le unità immobiliari nel caso di vendita, come previsto dall'articolo 6, comma 2, il proprietario è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 3000 euro e non superiore a 18000 euro.
  In caso di violazione dell'obbligo di dotare di un attestato di prestazione energetica gli edifici o le unità immobiliari nel caso di nuovo contratto di locazione, come previsto dall'articolo 6, comma 2, il proprietario è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 300 euro e non superiore a 1800 euro.
  In caso di violazione dell'obbligo di riportare i parametri energetici nell'annuncio di offerta di vendita o locazione, come previsto dall'articolo 6, comma 8, il responsabile dell'annuncio è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3000 euro.
  Non ravvisando particolari questioni sulle parti di competenza, propone di esprimere parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 11.50.

SEDE REFERENTE

  Lunedì 22 luglio 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia Cosimo Maria Ferri.

  La seduta comincia alle 12.10.

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Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia.
C. 245 Scalfarotto, C. 1071 Brunetta e C. 280 Fiano.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 luglio 2013.

  Donatella FERRANTI, presidente, ricorda come nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si sia stabilito di concludere gli interventi sul complesso degli emendamenti nella precedente seduta del 18 luglio scorso. In quella seduta, tuttavia, non tutti i deputati iscritti a parlare hanno avuto la possibilità di intervenire, a causa dell'imminenza delle votazioni in Assemblea. Oggi, pertanto, la prima parte della seduta sarà dedicata all'esaurimento degli interventi dei colleghi già iscritti a parlare e, precisamente, degli onorevoli Turco, Bazoli, Tartaglione e Mattiello. Conclusi i predetti interventi si passerà, come programmato, alla votazione degli emendamenti.

  Nicola MOLTENI (LNA) chiede di poter intervenire sui lavori della Commissione.

  Donatella FERRANTI, presidente, invita il collega Molteni a intervenire sui lavori della Commissione al termine degli interventi sul complesso degli emendamenti dei deputati che si sono iscritti a parlare nella precedente seduta.

  Tancredi TURCO (M5S) rileva come la proposta di legge n. 245 Scalfarotto sia stata sottoscritta da più di duecento deputati appartenenti a vari schieramenti politici e dichiara che il proprio gruppo sarebbe disposto a votare a favore di tale provvedimento immediatamente, anche senza modifiche. Il MoVimento 5 Stelle ritiene assolutamente prioritario che l'Assemblea inizi l'esame dei provvedimento in titolo il prossimo 22 luglio, senza alcun rinvio.

  Alfredo BAZOLI (PD) ritiene che il tema in esame debba essere affrontato con un approccio laico, evitando approcci etici e toni ideologici, perché solo in questo modo sarà possibile pervenire alla redazione di un testo ampiamente condiviso. Occorre, segnatamente, prendere atto dell'esistenza di un fenomeno di violenza e discriminazione che riguarda in particolare gli omosessuali e i transessuali, e dare un'adeguata risposta normativa.
  Non ritiene corretto parlare di una «norma di civiltà» perché questa definizione esalterebbe, erroneamente, il ruolo pedagogico della norma penale. Sottolinea, inoltre, come alcune delle obiezioni avanzate non siano destituite di fondamento. Si riferisce, in particolare, alle cautele suggerite da chi teme che la norma configuri un reato di opinione; che le definizioni nella stessa contenute destino perplessità sotto il profilo del rispetto del principio di tassatività; che la previsione di una circostanza aggravante che prevale sempre sulle circostanze attenuanti sia di dubbia costituzionalità.

  Assunta TARTAGLIONE (PD) esprime l'auspicio che la Commissione possa approvare un testo ampiamente condiviso, sottolineando la necessità che le istituzione siano promotrici del rispetto e dei diritti della persona. A suo giudizio si tratta di approvare una «norma di civiltà», rispetto al quale il Parlamento si trova in una situazione di increscioso ritardo, come più volte evidenziato anche dall'UE. Si tratta, inoltre, di un testo che non configura affatto un reato di opinione, punendo condotte che vanno ben al di là della semplice manifestazione di opinioni.

  Davide MATTIELLO (PD) intervenendo a sostegno della proposta dei relatori, intende rassicurare alcuni colleghi, come gli onorevoli Costa e Binetti, che si chiedono se, una volta approvato il provvedimento in esame, sarà ancora possibile parlare dei temi in questione. Sottolinea come gli intenti e l'ambito di applicazione della norma siano chiari e non configurino affatto dei reati di opinione, anche Pag. 23quando, oltre alla violenza e all'istigazione, prevedano la punibilità della propaganda poiché si tratta di propaganda qualificata dalla finalità di odio e di discriminazione. Si dice certo, infatti, di come nessuno intenda assecondare o garantire la propaganda di opinioni volte a seminare odio e violenza.

Sui lavori della Commissione.

  Nicola MOLTENI (LNA) evidenzia l'esistenza di una rilevante questione politica, facendo riferimento a quanto apparso oggi sui principali quotidiani in merito all'intento di una parte del PdL di chiedere una «moratoria» dei lavori parlamentari sui temi etici e, quindi, anche sull'omofobia. Ritiene opportuno, pertanto, che in Commissione si rifletta e ci si chieda se si è di fronte alla stessa maggioranza che ha concesso la fiducia al Governo, a un'altra maggioranza, a una nuova maggioranza su alcuni temi ovvero se non vi è più una maggioranza.

  Alessandro PAGANO (PdL) ritiene che sia indispensabile accedere alla richiesta di moratoria, tento più se si considera che si stanno confrontando tesi apparentemente divergenti sui provvedimenti in esame ma, in realtà, convergenti sulla necessità di combattere ogni forma di discriminazione e di odio. Occorre quindi un confronto serio. Non dilatorio ma indispensabile.

  Tancredi TURCO (M5S) dichiara che il proprio gruppo considera la richiesta di moratoria del tutto inutile.

  Walter VERINI (PD) intervenendo a nome del proprio gruppo, ritiene che ogni richiesta di approfondimento sia legittima, ma che quella in questione sia irricevibile. Sottolinea come gli articoli di giornale non possano e non debbano avere influenza sui lavori della Commissione e come sia improprio accostare i temi etici alla composizione o alla tenuta della maggioranza, poiché si tratta di temi tradizionalmente trasversali. Auspica quindi che la Commissione approvi al più presto il testo con il più largo consenso possibile.

  Eugenia ROCCELLA (PdL) esprime rammarico per il fatto che il suo intervento della precedente seduta sia stato frainteso, giacché da parte sua non vi era alcun intento dilatorio. Sospetta, piuttosto, che sia la tendenza alla radicalizzazione del dibattito ad avere un'origine ideologica e, forse, uno scopo politico; che qualcuno voglia fare delle aperture a maggioranze diverse da quella di governo. Precisa come il suo intento fosse quello di rafforzare il più possibile il testo, eliminandone le criticità e, quindi, il riferimento alla legge Mancino per tornare all'ipotesi dell'introduzione di una circostanza aggravante, anche per favorire un rapido passaggio al Senato e la definitiva approvazione in tempi brevi.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) dichiara che il proprio gruppo non è disponibile ad accogliere l'invito alla moratoria e che non si può bloccare il Parlamento sui temi etici. Sottolinea, inoltre, come l'obiettivo non debba essere quello di una larga intesa, poiché in Parlamento ci si confronta e la maggioranza decide: questa è la democrazia.

  Daniele FARINA (SEL) ritiene che l'idea della moratoria sia non solo irricevibile ma anche offensiva, perché svilisce il Parlamento, sottraendo dai relativi lavori i temi più sensibili. Rileva, inoltre, di non vedere alcuna maggioranza alternativa ma solo un libero dibattito che forse dopo anni sta trovando un consenso legislativo.

  Gian Luigi GIGLI (SCpI) ritiene che il rischio della rappresentazione di nuove ipotesi di maggioranza, con conseguenti contraccolpi sull'attività del Governo, non sia affatto trascurabile e che non vi siano ragioni per non aderire alla proposta di moratoria. Questa, tra l'altro, potrebbe essere di pochi giorni e non impedirebbe l'approvazione di un testo condiviso prima della pausa estiva.

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  Donatella FERRANTI, presidente, ricorda come la Commissione Giustizia abbia già dimostrato, anche di recente, di saper portare in Assemblea provvedimenti difficili, anche approvati all'unanimità. E senza moratorie. Ricorda altresì come il tema in questione sia stato ampiamente istruito, anche nelle precedenti legislature, esprimendo l'auspicio che si possa raggiungere la massima condivisione possibile. Fa, inoltre, presente come nella sua esperienza parlamentare non abbia mai riscontrato che da un rallentamento dei lavori parlamentari sia scaturito un miglioramento del testo esaminato, giacché lo stimolo a lavorare in modo proficuo è sempre derivato proprio dalla scansione certa e ordinata dei tempi dell'organizzazione dei lavori in Commissione e, soprattutto, dalla calendarizzazione del provvedimento in Assemblea. Rileva quindi come sia nelle sedi istituzionali competenti ad organizzare i lavori parlamentari che si determina la volontà concreta di portare o meno a conclusione l'esame di un provvedimento e non certo sui quotidiani o nei comunicati stampa. Osserva, d'altra parte, come nessuna richiesta di moratoria sia giunta da parte del capogruppo del PdL in Commissione.

  Nicola MOLTENI (LNA) ritiene non conforme al Regolamento che la Presidente lo abbia fatto intervenire sui lavori della Commissione dopo gli interventi sul complesso degli emendamenti. Rileva infatti come l'articolo 41 del Regolamento preveda che tali interventi abbiano sempre la precedenza sulla discussione generale.

  Donatella FERRANTI, presidente, fa presente come il richiamo all'articolo 41 del Regolamento sia inappropriato, anche perché il secondo comma si riferisce specificamente alle sedute di Commissione in sede legislativa. Tutti coloro che vi abbiano interesse possono quindi intervenire ora sui lavori della Commissione,

  Alessandro PAGANO (PdL) prende atto della dichiarazione della Presidente secondo la quale non è arrivata ufficialmente in Commissione una richiesta di moratoria da parte del gruppo del PdL. Rileva peraltro come neanche la posizione del correlatore, Antonio Leone, nei confronti del quale nutre profonda stima e amicizia, sia forse stata adeguatamente discussa all'interno del gruppo.

  Antonio LEONE (PdL), relatore, dichiara di non conoscere il meccanismo che avrebbe indotto il suo gruppo a proporgli di svolgere il ruolo di correlatore dei provvedimenti in esame, per quanto abbia accettato volentieri. Sottolinea, peraltro, come il ruolo istituzionale del relatore sia quello di fare in modo che la legge sia tecnicamente ben formulata e di perseguire l'intento politico di arrivare alla formulazione di un testo quanto più condiviso possibile. Il relatore è dunque un esecutore procedurale di quanto stabilito nella Conferenza dei presidenti di gruppo e dalla Commissione e il suo compito prescinde certamente da ciò che scrivono i giornali e dalle ipotesi di moratorie.
  Proprio nell'ottica di concretizzare lo sforzo comune di pervenire ad un testo quanto più condiviso possibile presenta, insieme al correlatore Scalfarotto, l'emendamento 1.500 (vedi allegato 1) ed invita i proponenti al ritiro di tutte le altre proposte emendative.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), relatore, dichiara di condividere pienamente l'intervento del collega Leone.

  Walter VERINI (PD) esprime apprezzamento per lo sforzo di sintesi espresso dai relatori con l'emendamento 1.500. Precisa, peraltro, come per il gruppo del PD resti aperta la questione dell'estensione al fenomeno omofobico e transfobico della circostanza aggravante di cui all'articolo 3 della medesima legge.

  Donatella FERRANTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, fissa alle ore 18 di oggi il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 1.500 dei relatori. Rinvia quindi il seguito Pag. 25dell'esame al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 13.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 19.35 alle 19.45.

SEDE REFERENTE

  Lunedì 22 luglio 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia Cosimo Maria Ferri.

  La seduta comincia alle 19.30.

Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia.
C. 245 Scalfarotto, C. 1071 Brunetta e C. 280 Fiano.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana.

   Donatella FERRANTI, presidente, ricorda che nella seduta antimeridiana i relatori hanno presentato l'emendamento 1.500 (vedi allegato 1). Avverte che a tale emendamento sono stati presentati subemendamenti (vedi allegato 2). Nell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è poi stabilito che ciascun gruppo potesse segnalare non più di cinque subemendamenti. I gruppi hanno quindi provveduto alle segnalazioni (vedi allegato 3), salvo il Gruppo della Lega.

  Nicola MOLTENI (LNA) dichiara di non aver fatto alcuna segnalazione in quanto non considera in alcun modo legittima la scelta della presidenza di limitare l'esame dei subemendamenti ai soli segnalati. Pretende quindi che siano posti in votazione tutti e sedici i subemendamenti presentati dal suo gruppo, anche tenuto conto che non sono affatto ostruzionistici. Si rammarica che l'atteggiamento del gruppo PdL sia del tutto incoerente con i comunicati stampa di suoi importanti esponenti, secondo i quali si dovrebbe sospendere l'esame di tutti i provvedimenti su temi etici, a partire da quello in esame.

  Alessandro PAGANO (PdL) dichiara di non ritirare alcun emendamento, rilevando come molti di essi non abbiano contenuto ostruzionistico. Chiede, quindi, che siano tutti discussi e votati. In caso contrario, la Presidenza della Commissione Giustizia lederà, senza alcun titolo, il diritto inviolabile che la Costituzione riconosce a ciascun deputato di veder discutere e votare i propri emendamenti.

  Gian Luigi GIGLI (SCpI) ritiene paradossale che in occasione della discussione di un testo sulla tutela delle minoranze rispetto ad atti discriminatori si limiti il dibattito discriminando deputati che invece chiedono di approfondire i diversi profili del provvedimento.

  Donatella FERRANTI, presidente, replica all'onorevole Pagano che non si sta violando alcun diritto, in quanto la decisione di procedere alle segnalazioni dei subemendamenti è stata assunta, su proposta della presidenza, dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, in considerazione, da un lato, degli oltre trecento subemendamenti, per lo più ostruzionistici, presentati dallo stesso onorevole Pagano e, dall'altro, della scelta condivisa da tutti i gruppi, salvo la Lega, di concludere l'esame in sede referente in tempo utile per avviare l'esame in Assemblea il 26 luglio prossimo, secondo quanto previsto dal calendario della medesima, sia pure a condizione che la Commissione ne abbia nel frattempo concluso l'esame. Proprio in ragione della scelta della Commissione, con l'eccezione della Lega, di concludere comunque l'esame in tempo utile per la predetta data, la Presidenza ha ritenuto opportuno chiedere ai gruppi di segnalare un numero limitato di subemendamenti. Tutti i Pag. 26gruppi, compreso quello di appartenenza del deputato Pagano, che si sono dichiarati favorevoli al rispetto di questa tempistica, hanno condiviso la scelta della Presidenza di fare ricorso ad uno strumento di economia procedurale, quale quello delle segnalazioni degli emendamenti, espressamente richiamato dall'articolo 79, comma 10, del Regolamento, laddove si fa riferimento alla indicazione da parte dei gruppi di emendamenti da votare.

  Enrico COSTA (PdL) replica all'onorevole Molteni che il gruppo PdL non tiene alcun atteggiamento contraddittorio, in quanto già nella scorsa settimana egli stesso aveva chiesto di non votare questa mattina ma al termine della seduta pomeridiana dell'Assemblea, in quanto vi era il bisogno, da un lato, di approfondire ancora alcuni aspetti e, dall'altro, di concludere comunque oggi l'esame degli emendamenti per terminare l'esame in sede referente in tempo utile per l'esame dell'Assemblea a partire dal 26 luglio prossimo. Considerato che la mole dei subemendamenti presentati non avrebbe consentito di rispettare la calendarizzazione dell'Assemblea ha accettato la proposta della Presidenza di votare solo i subemendamenti segnalati.

  Nicola MOLTENI (LNA) osserva che la mole dei subemendamenti presentati è stata causata esclusivamente da deputati dello stesso gruppo dell'onorevole Costa.

  Enrico COSTA (PdL) sottolinea che si tratta di subemendamenti presentati a titolo personale.

  Nicola MOLTENI (LNA) osserva che tutta la vicenda dimostra l'esistenza di suddivisioni all'interno del PdL.

  Donatella FERRANTI, presidente, invita l'onorevole Molteni a segnalare i subemendamenti da porre in votazione.

  Nicola MOLTENI (LNA) dichiara che abbandonerà i lavori della Commissione qualora non siano posti in votazione tutti i subemendamenti da lui presentati.

   Donatella FERRANTI, presidente, invita i relatori ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate

  Antonio LEONE (PdL), relatore, invita al ritiro di tutte le proposte emendative presentate, esprimendo parere contrario qualora non fossero ritirate, con l'eccezione dell'emendamento 1. 500 dei relatori, del quale ne raccomanda l'approvazione, costituendo questo un punto di arrivo e, per il momento, non superabile di mediazione politica tra posizioni che inizialmente sembravano contrastanti.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), relatore, conferma il parere del correlatore

  Il sottosegretario Cosimo FERRI esprime parere conforme ai relatori, soffermandosi sull'emendamento 1.500 del quale prende atto con la consapevolezza che si tratta di una soluzione che costituisce il risultato di una intesa politica tra gruppi che in passato hanno mantenuto sul tema dell'omofobia e transfobia posizioni contrastanti. Ritiene che, in vista dell'esame dell'Assemblea, occorra concentrarsi sulla questione della tutela della libertà di pensiero verificando che la soluzione adottata non sia in alcun modo contraria a tale principio. L'obiettivo deve essere quello di formulare una fattispecie penale che punisca unicamente gli atti discriminatori e violenti ovvero di istigazione a tali atti. Se per raggiungere tale obiettivo sarà necessario modificare il testo che verrà approvato in Commissione, il Governo si riserva di presentare eventuali emendamenti in Assemblea ovvero di valutare attentamente, anche ai fini di un eventuale parere favorevole, gli emendamenti che, come alcuni dei subemendamenti presentati oggi, dovessero specificare che la nuova fattispecie penale non si applica alle idee diffuse nell'ambito educativo, didattico, accademico, scientifico letterario e così via. Qualora i subemendamenti non dovessero essere ritirati, Pag. 27si riserva di intervenire su ciascuno di essi.

   Donatella FERRANTI, presidente, rileva che i relatori ed il rappresentante del Governo hanno chiesto il ritiro delle proposte emendative presentate.

  Enrico COSTA (PdL) ritiene importante che la Commissione approvi un testo che si limiti a modificare la legge Reale, così come modificata dalla legge Mancino, con riferimento unicamente alla seconda parte della lettera a) e la lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 della predetta legge, nonché il comma 3 del medesimo articolo. In sostanza le modifiche non devono attenere alla condotta di chi propaganda idee fondate sull'omofobia o transfobia, ma limitarsi alla condotta di chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull'omofobia o transfobia ovvero a quella di chi istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi fondati sull'omofobia o transfobia. In questi casi è di tutta evidenza che non vi è alcun rischio di introdurre nell'ordinamento un reato di opinione, come vi sarebbe qualora si operasse sulla condotta relativa alla propaganda. Dichiara di condividere pienamente le considerazioni del rappresentante del Governo, ricordando che proprio per tale ragione il suo gruppo ha segnalato il subemendamento 0.1.500.956 presentato dall'onorevole D'Alessandro. Accogliendo la richiesta dei relatori e del Governo, ritira il predetto emendamento, riproponendosi di approfondire ulteriormente la questione in occasione dell'esame da parte dell'Assemblea.

  Walter VERINI (PD) ricorda il profondo dispiacere e, in alcuni casi, le lacrime di alcuni suoi colleghi quando nella scorsa legislatura l'Assemblea ha respinto i testi sull'omofobia e transfobia della Commissione Giustizia, negando la tutela penale di persone che vengono discriminate, offese od addirittura massacrate, fino anche alla morte, solo perché hanno un determinato orientamento sessuale o identità di genere. Ora si sta facendo un fondamentale passo in avanti per arrivare finalmente a riconoscere agli omosessuali e transessuali questa tutela. Il primo passo è quello di dare all'Assemblea la possibilità di affrontare questo tema partendo da un testo che comunque è sicuramente significativo in quanto amplia la portata applicativa dell'articolo 3 della legge Reale-Mancino ai casi di discriminazione o violenza motivati da omofobia o transfobia. Il testo è sicuramente migliorabile, non solo nel senso prospettato dal rappresentante del Governo e dall'onorevole Costa, ma anche prevedendo una tutela più ampia tramite l'estensione dell'applicazione dell'aggravante prevista dall'articolo 3 della legge Mancino al caso in cui il reato sia commesso in ragione di odio motivato da omofobia o transfobia. Proprio per questo ha presentato insieme all'onorevole Moretti il subemendamento 0.1.500.962 che è disposto a ritirare solo qualora vi sia l'impegno di esaminare approfonditamente la questione in Assemblea. Non ritiene che su un provvedimento che attiene a temi etici ed ai diritti civili si debba procedere con esibizioni muscolari di forza, essendo piuttosto necessario trovare dei punti di equilibrio e sintesi. Accoglie l'invito dei relatori e del Governo e ritira il subemendamento presentato.

  Paola BINETTI (SCpI) ritiene che l'emendamento dei relatori rappresenti un importante passo in avanti rispetto al testo unificato, ma necessiti comunque di miglioramenti volti ad evitare il rischio di strumentalizzazioni che potrebbero far configurare la nuova fattispecie penale come un reato di opinione. Per questo motivo il suo gruppo ha presentato dei subemendamenti che, a prima vista, potrebbero essere considerati addirittura pleonastici ma che, invece, servono a mettere dei paletti per evitare delle letture pericolose dei nuovi reati. Si tratta sostanzialmente di garantire la libertà di pensiero in riferimento alla omosessualità o transessualità, che l'emendamento dei relatori richiama in relazione a motivazioni fobiche. Non sarebbe, ad esempio, ammissibile, Pag. 28secondo i principi costituzionali, che a seguito dell'approvazione di una legge sull'omofobia non si possa essere più contrari, manifestandolo apertamente, a matrimoni tra omosessuali ovvero all'adozione da parte dei medesimi. Chiede che su questo punto siano date garanzie certe e sicure, anche eventualmente all'approvazione di emendamenti volti a precisarlo, secondo quanto peraltro previsto da subemendamenti presentati dal suo gruppo. Con tale auspicio ritira i subemendamenti presentati.

  Alfonso BONAFEDE (M5S), intervenendo a nome del gruppo, dichiara di essere profondamente deluso dall'andamento della discussione che ruota intorno ad una ipotesi di compromesso tra PD e PdL, anziché concentrarsi sulle questioni di merito relative ai subemendamenti segnalati. Per quanto il suo gruppo abbia presentato circa quindici subemendamenti, ritenendo non pienamente soddisfacente il testo dell'emendamento dei relatori, non è stato obiettato nulla alla richiesta di segnalazioni in quanto si è ritenuto comunque necessario superare l'atteggiamento ostruzionistico di alcuni deputati. Ora, invece di esaminare i subemendamenti si cerca di trovare una soluzione di compromesso che possa soddisfare non l'esigenza di approvare una buona legge, che tuteli realmente gli omosessuali ed i transessuali, quanto piuttosto l'interesse dei maggiori gruppi di maggioranza di non entrare in conflitto, come invece lo sono, su temi etici.

  Nicola MOLTENI (LNA) ribadisce la sua richiesta di votare tutti i subemendamenti da lui presentati. In caso contrario si vedrà costretto a segnalare questa grave violazione dei suoi diritti alle più alte cariche dello Stato.

  Daniele FARINA (SEL), per quanto non ritenga che l'emendamento del relatore sia esaustivo della tutela penale contro atti di omofobia e transfobia, dichiara di accedere all'invito dei relatori e del Governo a ritirare il subemendamento 0.1.500.950, preannunciando comunque la sua ripresentazione per l'esame dell'Assemblea. Sottolinea come la decisione di ritirare il predetto subemendamento sia finalizzata unicamente a consentire l'approvazione del testo in Commissione in tempo utile per avviare l'esame in Assemblea a partire dal 26 luglio prossimo. Ritiene, infine, che sia assurdo che qualcuno possa paventare il rischio che l'emendamento 1.500 dei relatori nonché il suo subemendamento sulla circostanza aggravante prevista dall'articolo 3 della legge Mancino, possano configurare dei reati di opinione. Dalla lettera di tali disposizioni risulta di tutta e chiara evidenza che tale rischio sia infondato.

  Anna ROSSOMANDO (PD) ritiene del tutto infondate le critiche fatte alla Presidenza circa eventuali strozzature del dibattito, considerato che si sta procedendo secondo quanto stabilito dall'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, su proposta del Presidente. Non condivide neanche nel merito tale critiche, che non tengono conto che, prima di arrivare alla fase emendativa, si è svolto un esame preliminare che ha avuto come momento culminante quello dell'approvazione del testo unificato. Ricorda che comunque vi sarà l'esame da parte dell'Assemblea e che in tale occasione si potrà migliorare il testo. A suo parere, quindi, sarebbe opportuno ritirare tutti i subemendamenti ed approvare senza modifiche l'emendamento dei relatori, che costituisce in questo momento il punto di arrivo di una importante opera di mediazione politica condotta dai relatori tra posizioni che inizialmente non sembravano poter convergere.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) ribadisce che il suo gruppo ritiene fondamentale che la Commissione non si limiti a ratificare compromessi raggiunti al di fuori della sua aula, ma esamini, discuta ed eventualmente anche respinga gli emendamenti presentati dai diversi deputati. Per questa ragione insiste affinché siano votati i subemendamenti non ostruzionistici segnalati dal suo gruppo.

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  Donatella FERRANTI, presidente, ricorda di avere semplicemente chiesto ai gruppi di esprimersi in ordine alla richiesta di invito al ritiro delle proposte emendative.

  Andrea COLLETTI (M5S) ritiene inaccettabile che si voglia fare passare i componenti del suo gruppo come contestatori ed elementi di disturbo dei lavori della Commissione, quando è vero esattamente il contrario.

  Donatella FERRANTI, presidente, pone in votazione gli emendamenti Pagano 1.47, Cirielli 1.17 e Molteni 1.13, soppressivi dell'articolo 1 del testo in esame. Ricorda che è stato ritirato l'emendamento Costa 1.5.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Pagano 1.47, Cirielli 1.17 e Molteni 1.13.

  Nicola MOLTENI (LNA) insiste perché siano posti in votazione i propri subemendamenti.

  Enrico COSTA (PdL) preannuncia il voto contrario del proprio gruppo su tutti i subemendamenti all'emendamento 1.500 del relatori. Precisa che si tratta di un voto tecnico, che prescinde quindi dal merito delle proposte emendative e finalizzato a portare in Assemblea un testo che, in questo momento, costituisce il massimo punto di mediazione possibile.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), relatore, ritiene che l'obiettivo condiviso debba essere quello di portare il provvedimento in Assemblea il prima possibile. Rileva di avere ascoltato parole alte sulla libertà di espressione del pensiero ma non parole altrettanto appassionate sulla ricchezza della diversità, sul diritto di ciascuno al rispetto della dignità, a vivere pacificamente sentendosi come gli altri, a perseguire il proprio progetto di vita, a contribuire a proprio modo alla prosperità del Paese. Preannuncia pertanto il proprio voto di astensione sui subemendamenti in esame che comunque rappresentano un tentativo per rendere maggiormente efficace il contrasto all'omofobia e transfobia.

  Alessandro PAGANO (PdL) rileva come il sottosegretario Ferri abbia fatto dei rilievi importanti sulla libertà di espressione del pensiero che non sono stati presi adeguatamente in considerazione, come accade nei regimi non democratici. Ritiene quindi indispensabile che sia costruita una norma che elimini ogni incertezza interpretativa e che allontani ogni timore che si voglia introdurre un reato di opinione. Ribadisce di non ritirare le proprie proposte emendative, pur volendo che i lavori della Commissione abbiano un esito positivo, ma non accetta che i suoi subemendamenti non siano nemmeno discussi. A tale proposito invita la Presidenza a non assumere, e i funzionari della Commissione a non avallare, decisioni della presidenza che comporterebbero delle gravi responsabilità e in ordine alle quali assicura che saranno chiamate a intervenire le più alte cariche dello Stato.

  Donatella FERRANTI, presidente, invita con fermezza l'onorevole Pagano a desistere immediatamente dall'uso di espressioni e toni intimidatori, e a non abusare della democraticità e dell'alto senso delle istituzioni che caratterizzano questa presidenza.
  Chiarisce come la decisione in merito al rispetto della calendarizzazione in Assemblea, anche se condizionata alla effettiva conclusione dell'esame da parte della Commissione, e quella relativa alla segnalazione dei subemendamenti siano pienamente legittime, in quanto deliberate dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, con la maggioranza qualificata prevista dall'articolo 23, comma 6, del Regolamento. La presidenza, pertanto, si limita ad assicurare che siano rispettate quelle decisioni e a trarne le conseguenze che ne discendono sul piano procedurale.
  Precisa, inoltre, come la responsabilità delle predette decisioni sia da imputare esclusivamente alla presidenza e all'Ufficio Pag. 30di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Nessun rilievo sulla professionalità dei funzionari è quindi giustificato.

  Francesca BUSINAROLO (M5S) dichiara di avere auspicato l'intervento della Presidente, ritenendo che il deputato Pagano ricorra spesso a espressioni e toni offensivi. Illustra quindi il proprio subemendamento 0.1.500.954, volto, in particolare, a reintrodurre i concetti di orientamento sessuale e identità di genere, con le relative definizioni.

  Walter VERINI (PD) rileva come la Commissione, con l'approvazione del testo nella formulazione prevista dall'emendamento 1.500 dei relatori, raggiungerebbe un risultato di enorme importanza. Si riserva, in ogni caso, di presentare in Assemblea una proposta emendativa che riproduca il contenuto del suo subemendamento 0.1.500.962, volto ad estendere alle condotte fondate sull'omofobia e transfobia la circostanza aggravante di cui all'articolo 3 della legge Mancino. Precisa che tale proposta emendativa sarà aperta alla sottoscrizione di tutti i colleghi che vi abbiano interesse, dato il carattere trasversale del tema.

  Nicola MOLTENI (LNA) preannuncia il voto contrario sul subemendamento Businarolo 0.1.500. 954, essendo contrario all'integrazione o estensione della legge Mancino. Ringrazia, tuttavia, i colleghi del gruppo M5S per avere ribadito con forza il diritto dell'opposizione a svolgere il proprio ruolo. Sottolinea come il proprio gruppo non abbia alcuna intenzione di tenere comportamenti dilatori o ostruzionistici, a differenza di alcuni colleghi che però appartengono ad un gruppo di maggioranza. Auspica, infine, che la Presidente possa concedergli la possibilità di discutere e votare i suoi subemendamenti.

  Alessandro PAGANO (PdL), alla luce della replica del Presidente, ritiene di essere stato equivocato, non volendo essere in nessun modo offensivo o intimidatorio.

  Gian Luigi GIGLI (SCpI) ritiene che la Commissione debba fare un ulteriore sforzo di approfondimento, per evitare che tematiche e problematiche accantonate riemergano nel corso dell'esame in Assemblea. Preannuncia il voto contrario sul subemendamento 0.1.500.954.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Businarolo 0.1.500.954 e 0.1.500.955.

  Donatella FERRANTI, presidente, precisa che, delle sedici proposte emendative delle quali l'onorevole Molteni chiede con insistenza l'esame, quattro sono irricevibili in quanto non riferibili all'emendamento 1.500 dei relatori. Avverte che, non essendovi obiezioni, si passa all'esame del subemendamento Molteni 0.1.500.1005.

  Il Sottosegretario Cosimo Maria FERRI ribadisce l'invito al ritiro del subemendamento 0.1.500.1005. Pur non volendo entrare nel merito delle proposte emendative, che saranno esaminate in Assemblea, ove ripresentate, con riferimento all'intervento dell'onorevole Scalfarotto precisa di ritenere che si debba tanto tutelare la libertà di pensiero quanto reprimere ogni violenza e discriminazione, ad esempio, per motivi di omofobia e transfobia. Sottolinea, peraltro, la necessità di delineare meglio la condotta ove si intenda estendere l'ambito di applicazione della lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 della legge n. 654 del 1975, in ordine alla quale non risulta che vi sia alcuna pronuncia della giurisprudenza di merito o di legittimità che possa fornire un supporto per comprendere l'ampiezza del concetto di propaganda di idee. Osserva come, invece, la lettera b) della disposizione in questione non ponga analoghi problemi, essendo la relativa condotta determinata con una certa precisione.

  Michela MARZANO (PD) fa presente come la lettera a) della disposizione citata dal rappresentante del Governo non si limiti a punire la mera propaganda di idee, facendo riferimento ad un concetto Pag. 31molto più determinato, quale la propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio.

  Donatella FERRANTI, presidente, precisa come la ratio dell'emendamento 1.500 dei relatori sia proprio quella di escludere il riferimento dei motivi fondati sull'omofobia o transfobia al concetto di propaganda.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Molteni 0.1.500.1005, 0.1.500.1006, 0.1.500.1007, 0.1.500.1008, 0.1.500.1009, 0.1.500.1010, 0.1.500.1011 e 0.1.500.1012.

  Eugenia ROCCELLA (PdL) rileva come la Commissione stia discutendo dei subemendamenti del collega Molteni nonostante il diverso accordo raggiunto dai gruppi nell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Non ritiene che la decisione del rappresentante del gruppo del PdL in Commissione Giustizia, che comunque rispetta, possa limitare la libertà e le prerogative del singolo deputato come accaduto all'onorevole Pagano. Con riferimento all'atteggiamento degli altri gruppi, ricorda come il PdL nella precedente legislatura abbia avuto un atteggiamento ben diverso in occasione dell'esame di un provvedimento estremamente delicato quale quello sul cosiddetto testamento biologico, nel corso del quale sono stati discussi e votati tutti gli emendamenti dell'opposizione. Si domanda se non sia il caso che assumano un atteggiamento analogo in particolare i gruppi di SEL e del M5S.

  Donatella FERRANTI, presidente, avverte che è stato ritirato il subemendamento Verini 0.1.500.962.

  Giulia DI VITA (M5S) illustra il proprio subemendamento 0.1.500.951, relativo alla pena accessoria dei lavori socialmente utili, e ne raccomanda l'approvazione.

  Arcangelo SANNICANDRO (SEL) dichiara di essere contrario al subemendamento Di Vita 0.1.500.951.

  Alessia MORANI (PD) ritiene che la proposta emendativa in esame sia superflua in considerazione della recente approvazione del provvedimento in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova.

  Il Sottosegretario Cosimo Maria FERRI ribadisce l'invito al ritiro della proposta emendativa all'esame, anche perché l'obbligo di fare è tipico delle misure di sicurezza, laddove è giustificato dalla pericolosità del soggetto, ma non appare compatibile con la pena accessoria.

  La Commissione respinge il subemendamento Di Vita 0.1.500.951.

  Silvia CHIMIENTI (M5S) illustra il subemendamento Businarolo 0.1.500.952, del quale è cofirmataria, che definisce il concetto di omofobia secondo quanto stabilito nella risoluzione del Parlamento europeo del 18 gennaio 2006.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Businarolo 0.1.500.952 e 0.1.500.953.

  Donatella FERRANTI, presidente, avverte che sono stati ritirati i subemendamenti Daniele Farina 0.1.500.950, D'Alessandro 0.1.500.956, Gitti 0.1.500.957, 0.1.500.958, 0.1.500.959, 0.1.500.960 e 0.1.500.961.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Molteni 0.1.500.1013, 0.1.500.1014 e 0.1.500.1015.

  Donatella FERRANTI, presidente, pone in votazione l'emendamento 1.500 dei relatori.

  Gian Luigi GIGLI (SCpI) preannuncia il proprio voto di astensione, auspicando che il testo possa essere migliorato nel corso dell'esame in Assemblea.

  Silvia CHIMIENTI (M5S) preannuncia il voto di astensione del proprio gruppo, ritenendo che l'emendamento in questione sia il frutto di un inaccettabile compromesso al ribasso.

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  Alessandro PAGANO (PdL) dichiara di condividere l'intervento della collega Roccella e ritiene che nel corso dell'esame vi sia stata la lesione delle prerogative individuali dei deputati. Preannuncia il proprio voto contrario.

  Nicola MOLTENI (LNA) preannuncia il voto contrario del gruppo, ritenendo inaccettabile l'estensione della legge Mancino. Esprime rammarico per il fatto che l'apertura, politica e culturale, del proprio gruppo alla possibilità di introdurre una circostanza aggravante non sia stata neanche presa in considerazione.

  Walter VERINI (PD) conferma il voto favorevole del gruppo del PD sull'emendamento 1.500 dei relatori che potrà consentire di aprire una libera discussione in Assemblea, nel corso della quale si potranno valutare eventuali miglioramenti da apportare alla formulazione del testo.

  Daniele FARINA (SEL) ritiene che il testo sia insoddisfacente se non accompagnato anche dalla previsione di una circostanza aggravante. L'emendamento in questione, tuttavia, offre la possibilità di proseguire l'esame in Assemblea e di colmare una grave lacuna normativa. Preannuncia quindi il voto favorevole.

  Enrico COSTA (PdL) ritiene che l'emendamento dei relatori rappresenti un passo per un accordo tra sensibilità diverse. Occorre, tuttavia, evitare che la fattispecie determini equivoci interpretativi e il contenuto di alcuni dei subemendamenti presentati oggi dovrà essere oggetto di riflessione.

  Antonio LEONE (PdL), relatore, ringrazia tutti i colleghi per il contributo all'esame del provvedimento. Sottolinea quindi l'utilità dei lavori della Commissione ai fini della corretta interpretazione della norma.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), relatore, ringrazia la Commissione. Non nega che il provvedimento, come risultante dalla formulazione dell'emendamento 1.500, sarebbe molto scarno, costituendo il minimo indispensabile, segnando tuttavia la strada dell'uguaglianza. Auspica quindi che il testo possa essere completato nel corso dell'esame in Assemblea.

  Donatella FERRANTI (PD), nel replicare agli onorevoli Roccella e Pagano, secondo i quali l'esame dei provvedimenti non sarebbe stato adeguatamente approfondito, evidenzia come costoro siano intervenuti soltanto nelle ultime sedute della Commissione, non partecipando quindi alla maggior parte del lavoro istruttorio, in occasione del quale avrebbero potuto sottoporre alla Commissione questioni da approfondire. Precisa, inoltre, come nella Commissione Giustizia si sia sempre molto attenti a garantire lo svolgimento di approfondimenti adeguati e un confronto dialettico completo e rispettoso delle prerogative dei gruppi e dei singoli deputati. Tuttavia, occorre comprendere quando sia giunto il momento di assumere decisioni che garantiscano anche il rispetto della calendarizzazione disposta della Conferenza dei presidenti di gruppo. Ritiene, inoltre, che tutte le opinioni abbiano pari legittimità, ma non ritiene tollerabili forzature che si spingano sino a mettere in discussione la credibilità della Commissione: non solo della presidenza ma di tutti i suoi componenti.

  La Commissione approva l'emendamento 1.500 dei relatori (vedi allegato 1).

  Donatella FERRANTI, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 1.500 dei relatori, non saranno poste in votazioni tutte le ulteriori proposte emendative. Avverte altresì che il testo del provvedimento, come risultante dall'approvazione dell'emendamento 1.500 dei relatori, sarà inviato alle Commissioni competenti per l'espressione del parere. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 23.10.

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