CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 giugno 2013
44.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
COMUNICATO
Pag. 14

SEDE REFERENTE

  Martedì 25 giugno 2013. — Presidenza del presidente della VIII Commissione, Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 13.30.

DL 61/2013: Nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale.
C. 1139 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 25 giugno scorso.

  Ermete REALACCI, presidente, ricorda che nella giornata di ieri si è concluso un articolato ciclo di audizioni informali sul provvedimento in oggetto e che nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, svoltasi il 19 giugno 2013, erano stati convenuti la conclusione dell'esame preliminare entro la giornata di domani, mercoledì 26 giugno, e il termine per la presentazione degli emendamenti per giovedì 27 giugno, alle ore 17. Ricorda infine che il Ministro per lo sviluppo economico ha assicurato la sua presenza ai lavori della Commissione previsti per domani, 26 giugno. Avverte infine che nella seduta odierna si procederà alla discussione generale sul provvedimento.

  Alessandro BRATTI (PD) ritiene che, ai fini di un esame consapevole e approfondito del provvedimento d'urgenza in titolo, sia essenziale tenere presente l'evoluzione, soprattutto negli ultimi anni, della vicenda dell'Ilva di Taranto. In tal senso, dopo aver evidenziato la strategicità del comparto siderurgico, che va sostenuto perché fondamentale per il futuro dell'intero sistema industriale italiano, si sofferma sugli aspetti che, a suo avviso, devono essere posti alla base delle scelte legislative che le Commissioni saranno chiamare ad adottare nell'ambito dell'esame del decreto-legge in titolo. In tal senso, ritiene, anzitutto, che non sia realistico – date le caratteristiche degli impianti industriali in questione – pensare a un'interruzione del loro funzionamento e che la riconversione in senso ambientale di tali impianti non possa che essere realizzata garantendo la continuità delle attività produttive. In secondo luogo, sottolinea come sia errato Pag. 15pensare che la magistratura sia intervenuta solo dopo il passaggio ai privati della proprietà degli impianti siderurgici di Taranto. La magistratura, infatti, alla quale va oggettivamente riconosciuto – a suo giudizio – di avere contribuito a porre la questione dell'Ilva su un piano di verità e di realtà, sta esercitando ormai da diversi anni l'attività di competenza in ordine all'Ilva di Taranto, però solo negli ultimi anni i media e gli amministratori pubblici hanno prestato attenzione alla sua azione e, più in generale, alla gravità della situazione dell'Ilva medesima. In terzo luogo, ritiene che il legislatore non possa accedere alla richiesta di scelta tra il diritto alla salute e il diritto al lavoro, come da alcune parti prospettato, dovendo invece adoperarsi per soluzioni diverse, non solo perché lavoro e salubrità dell'ambiente sono beni entrambi tutelati con forza dalla Costituzione, ma anche perché è inaccettabile l'idea che il lavoro possa essere privato di quelle tutele, a partire dalla sicurezza sui luoghi di lavoro e dalla salubrità degli ambienti di vita, senza le quali il lavoro è lavoro privo di dignità.
  Ripercorre, quindi, la vicenda relativa al rilascio della prima autorizzazione integrata ambientale (emessa dal MATTM nel 2011), da un lato, giudicando negativamente il fatto che l'allora Ministro dell'ambiente aveva impiegato quattro anni per il suo rilascio, dall'altro, collocando all'interno di questa vicenda anche l'intervento legislativo che nel 2010 ha portato l'allora maggioranza parlamentare a rivedere al rialzo i limiti di emissione di benzo(a)pirene, nonostante il parere e la posizione espressa con chiarezza, sia in sede legislativa che in sede di indirizzo, dall'allora opposizione, a partire dai deputati del Partito Democratico.
  Conclude, quindi, ripercorrendo la vicenda che ha portato pochi mesi fa, sul finire della precedente legislatura, all'emanazione del decreto-legge n. 207 del 2012 e sottolineando la gravità di quanto accaduto successivamente in ordine alla mancata applicazione da parte dell'Ilva di tutte le prescrizioni contenute nella cosiddetta AIA revisionata (emessa dal MATTM nel 2012).
  Venendo, infine, al decreto-legge in esame, esprime un giudizio complessivamente positivo sul suo contenuto, in primo luogo perché costituisce una risposta adeguata alle gravi inadempienze dell'azienda e in secondo luogo perché – pur comprendendosi le preoccupazioni pubblicamente espresse dai rappresentanti degli imprenditori – apre una fase nuova nei rapporti fra ambiente e industria, che va al di là del caso specifico dell'Ilva di Taranto, nella quale gli obiettivi di tutela dell'ambiente e della salubrità degli ambienti di lavoro e di vita sono dotati di nuovi e più efficaci strumenti di tutela e di garanzia.
  Dopo avere annunciato, infine, la presentazione di alcuni emendamenti diretti a migliorare in alcuni punti il testo del decreto-legge in esame, a partire dal potenziamento delle procedure volte a rafforzare l'informazione e la partecipazione della cittadinanza, conclude richiamando ancora una volta l'attenzione del Governo e della Commissione sulla necessità di porre mano al più presto ad una riforma legislativa del sistema nazionale delle agenzie ambientali per dotare il Paese, finalmente, di un moderno ed efficace sistema di regolazione e di controllo in campo ambientale. A suo avviso, infatti, in assenza di un'attività di regolazione e di controlli efficaci e omogenei su tutto il territorio nazionale si corre il rischio di consegnare il sistema ad una deregulation selvaggia, foriera, sopratutto in alcune aree del Paese, anche di un pericoloso aumento dell'illegalità e dei fenomeni di inquinamento.

  Alberto ZOLEZZI (M5S), preliminarmente, dichiara di intervenire a titolo personale, considerato che il suo gruppo non ha ancora concluso l'istruttoria di tutte le problematiche e le questioni poste dal decreto-legge in titolo.
  Rileva, quindi, come dalla vicenda dell'Ilva di Taranto emerga che l'attuale livello di produzione di acciaio, a suo avviso Pag. 16troppo elevato, è incompatibile con lo svolgimento di attività produttive sostenibili sotto il profilo ambientale e adeguate alla prioritaria necessità di ridurre ed eliminare i gravi rischi per la salute dei lavoratori e dei cittadini, considerato che, come dimostrato anche da studi dell'Istituto superiore della sanità, ogni anno si riscontrano decine di decessi e danni epigenetici che rischiano di riprodursi anche nelle future generazioni. Al riguardo, denuncia il fatto che anche l'integrale applicazione dell'AIA revisionata, stanti gli attuali livelli di produzione, non potrebbe eliminare il dato oggettivo rappresentato dal fatto che a Taranto si produrrebbe, comunque, il 50 per cento di tutta la diossina prodotta dall'industria italiana. Conclude, quindi, esprimendo la personale convinzione che il decreto-legge in esame non potrà migliorare molto la situazione attuale a Taranto e rilevando al contempo come discussione in corso sull'Ilva di Taranto andrebbe estesa anche ad altre realtà industriale che convivono con le stesse drammatiche problematiche. Preannuncia quindi la presentazione di emendamenti diretti a fronteggiare le maggiori criticità contenute nel testo e a dare risposta alle esigenze rappresentate dai comitati e dai cittadini presenti sul territorio, a partire dalla richiesta della presenza di un loro rappresentante nel comitato dei tre esperti al quale spetta, secondo quanto previsto dal decreto-legge, di predisporre il piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della popolazione e di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti.

  Ermete REALACCI, presidente, fa presente che è pervenuta per le vie brevi la richiesta del gruppo M5S di spostare la conclusione dell'esame preliminare del provvedimento a giovedì 27 giugno e il termine per la presentazione di proposte emendative alle 20, anziché alle 17, della stessa giornata di giovedì 27 giugno. Verificata comunque, in via informale, la disponibilità dei gruppi ad accedere alla richiesta del gruppo M5S, propone di procedere nell'esame del decreto legge nei termini richiesti.

  Le Commissioni concordano.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.