CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 giugno 2013
44.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 25 giugno 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.40 alle 14.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 25 giugno 2013. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO.

  La seduta comincia alle 14.

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Indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame dei progetti di legge C. 15 ed abbinati, recanti abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
(Deliberazione).

  Francesco Paolo SISTO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Sulla base di quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 15 d'iniziativa popolare «Finanziamento della politica» C. 186 Pisicchio «Disciplina dell'attività dei partiti politici», C. 199 Di Lello «Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, in materia di natura, organizzazione e gestione amministrativa dei partiti politici», C. 255 Formisano «Norme in materia di finanziamento dei partiti, movimenti e associazioni con finalità politiche e per l'introduzione delle elezioni primarie per la scelta dei candidati a cariche pubbliche elettive», C. 664 Lombardi «Abolizione dei contributi pubblici e modifiche alla disciplina in materia di spese elettorali e agevolazioni a partiti e movimenti politici. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle leggi concernenti agevolazioni in favore dei partiti», C. 681 Grassi «Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione in materia di democrazia interna dei partiti», C. 733 Boccadutri « Modifiche alla legge 6 luglio 2012, n. 96, e altre disposizioni concernenti il finanziamento privato e la trasparenza dell'attività dei partiti e movimenti politici nonché la disciplina e i limiti dei rimborsi per le spese elettorali effettivamente sostenute», C. 961 Nardella «Abolizione dei rimborsi per le spese elettorali sostenute da partiti e movimenti politici e introduzione di un credito d'imposta per i contributi volontari in denaro in favore dei medesimi», C. 1154 Governo «Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore», C. 1161 Rampelli «Norme in materia di riconoscimento della personalità giuridica e di finanziamento dei partiti politici, nonché delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle leggi concernenti i partiti politici» e della abbinata petizione n. 43, che si concluderà entro la fine del mese di giugno 2013.
  Nell'ambito dell'indagine conoscitiva la Commissione procederà all'audizione di esperti e del Presidente della Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici.

  La Commissione approva la proposta di deliberazione dell'indagine formulata dal presidente.

  La seduta termina alle 14.05.

SEDE REFERENTE

  Martedì 25 giugno 2013. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO. – Interviene il viceministro dell'interno Filippo Bubbico.

  La seduta comincia alle 14.05.

Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
C. 15 d'iniziativa popolare, C. 186 Pisicchio, C. 199 Di Lello, C. 255 Formisano, C. 664 Lombardi, C. 681 Grassi, C. 733 Boccadutri, C. 961 Nardella, C. 1154 Governo e C. 1161 Rampelli e petizione n. 43.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge n. 1161).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 giugno 2013.

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  Francesco Paolo SISTO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica poi che è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge n. 1161 a prima firma del deputato Rampelli, recante «Norme in materia di riconoscimento della personalità giuridica e di finanziamento dei partiti politici, nonché delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle leggi concernenti i partiti politici».
  Poiché la suddetta proposta di legge verte sulla stessa materia delle proposte di legge già all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, illustra, anche a nome della relatrice Gelmini, la proposta di legge n. 1161 Rampelli, che reca – come evidenziato all'articolo 1 – disposizioni per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione con la finalità di consentire ai partiti politici di concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
  All'articolo 2 definisce i partiti politici e prevede l'obbligo per ciascun partito politico di dotarsi di uno statuto che sancisca un ordinamento interno a base democratica e rispetti determinati requisiti di contenuto recati dall'articolo 4. Il suddetto articolo 4 fa in primo luogo presente che lo statuto e le attività dei partiti sono conformi ai principi fondamentali di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo nonché dello Stato di diritto e sono volti alla promozione della gioventù e delle pari opportunità.
  Viene poi istituita, all'articolo 3, la Commissione di garanzia degli statuti e dei finanziamenti dei partiti politici. L'articolo 5 precisa che il riconoscimento della personalità giuridica del partito politico conseguente alla registrazione dello statuto e il rispetto dello stesso sono condizione necessaria per beneficiare dei rimborsi delle spese di cui alla legge n. 157 del 1999 e per accedere alla destinazione del 5 per mille dell'IRPEF, come disciplinata dall'articolo 6 della proposta di legge.
  L'articolo 7, infine, reca una delega legislativa al Governo per l'emanazione di un testo unico delle leggi vigenti in materia di disciplina e finanziamento dei partiti politici, dei finanziamenti ai candidati e del rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie nonché delle agevolazioni pubbliche in favore dei partiti politici.

  Rosy BINDI (PD) dopo aver ascoltato con attenzione gli interventi finora svolti dai colleghi ed aver approfondito i contenuti dei diversi progetti di legge presentati sulla materia in discussione, intende dare il proprio contributo in questa sede partendo da un duplice elemento da tenere presente. Da una parte, le forze politiche in Parlamento hanno idee molto diverse tra loro, con cui si sono presentate agli elettori; dall'altra parte, non sfugge la grande attualità di un tema che investe la richiesta di una profonda ristrutturazione e modifica della politica ed attiene al modo in cui si vuole affrontare la crisi democratica che sta coinvolgendo il nostro Paese.
  A suo avviso, ciò che colpisce maggiormente rispetto al disegno di legge del Governo è che, se venisse approvato nel testo attuale, collocherebbe l'Italia fuori dall'Europa considerato che, di fatto, comporterebbe un'abolizione completa del finanziamento pubblico ai partiti politici, passando a forme alternative. È pur vero che l'Italia è già fuori dall'Europa per la quantità di finanziamenti pubblici ricevuti, per l'uso improprio dei rimborsi elettorali e per il fatto che, attraverso questi ultimi, è stata realizzata una forma mascherata di finanziamento senza veri controlli e senza dare attuazione all'articolo 49 della Costituzione.
  Considera peraltro importante non uscire dal tracciato della Costituzione, tenendo conto che l'articolo 49 affida comunque ai partiti politici l'esercizio di una funzione pubblica ed è realmente complicato Pag. 20sostenere una sorta di illegittimità del finanziamento pubblico ai partiti politici. Ricorda come nel corso del dibattito il collega Giorgis sia giunto ad affermare una sorta di obbligatorietà del finanziamento pubblico ai partiti.
  Ritiene dunque che i relatori dovranno giungere all'elaborazione di un testo unificato che tenga conto di tutti i progetti di legge presentati sulla materia, a partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare dove la forma del finanziamento pubblico è strettamente collegata alla capacità pratica delle forze politiche di raccogliere i contributi dei privati in un regime di marcata trasparenza, che non è mai troppa ma che anzi richiederebbe l'utilizzo di sistemi sempre più sofisticati che assicurino che ci si trova di fronte a contributi realmente volontari. Se, infatti, è vero che il finanziamento pubblico ha portato a molte distorsioni, non andrebbero mai dimenticate le conseguenze dei finanziamenti privati. Va considerata, peraltro, la necessità di evitare che i finanziamenti privati siano volti a condizionare indebitamente lo svolgimento dell'attività politica anche se va tenuto presente che una verifica di questo tipo può diventare più complesso della previsione di incisive misure di trasparenza. In questa direzione ci si era mossi al termine della XVI legislatura, prevedendo al contempo rilevanti riduzioni delle quote di rimborso elettorale ai partiti politici e su cui, a suo avviso, si può lavorare ulteriormente.
  Va considerato che i partiti politici non sono comitati elettorali ma un insieme di persone la cui attività ed il cui ruolo va oltre il momento delle elezioni e che hanno una funzione pubblica che non si può ignorare.
  Ritiene che le audizioni proposte per acquisire elementi dall'esperienza di altri Paesi dell'Unione europea sarebbero utili per il lavoro della Commissione.
  Ricorda poi come venga spesso richiamato un parallelismo con le riforme costituzionali, che non vorrebbe fossero peraltro considerate come la soluzione a tutti i mali, essendoci altri temi di grande importanza a partire dalla organizzazione politica e dalla capacità di formulare proposte.
  Rileva come sia a favore della necessità di dettare disposizioni che assicurino un regime di trasparenza per la funzione dei partiti politici ai sensi dell'articolo 49 della Costituzione; si tratta della tutela dei diritti anche nelle formazioni sociali.
  Evidenzia come il rischio del disegno di legge del Governo sia quello di un eccesso di burocrazia mentre è, a suo avviso, più ragionevole l'impianto della proposta di legge C. 681 Grassi e altri, che riprende i contenuti della proposta di legge C. 506 Castagnetti presentata nella XVI legislatura. Occorre, infatti, avere attenzione anche alle forze politiche nuove, che all'inizio non possono avere una struttura così forte e dettagliata come presuppone il disegno di legge del Governo.
  Anche da questo punto di vista invita quindi ad avere più equilibrio, evitando di seguire un'impostazione che passa dall'assenza totale di norme relative ai parti politici ad un impianto burocratico e ad un regime di controlli eccessivi che potrebbero oltretutto non aiutare le forme nascenti di un'organizzazione politica. È dunque quanto mai opportuno assicurare la necessaria gradualità.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 25 giugno 2013. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO indi del vicepresidente Roberta AGOSTINI. – Interviene il viceministro dell'interno Filippo Bubbico.

  La seduta comincia alle 14.15.

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Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Istituire un programma di formazione europea delle autorità di contrasto.
COM (2013) 172 final.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione e la formazione delle autorità di contrasto (Europol) e abroga le decisioni 2009/371/GAI del Consiglio e 2005/681/GAI del Consiglio.
COM (2013) 173 final.

(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 13 giugno 2013.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, ricorda che la Commissione ha avviato l'esame congiunto dei due atti dell'Unione europea (Pacchetto Europol) nella seduta del 13 giugno scorso.

  Luigi FAMIGLIETTI (PD) fa presente che i temi trattati negli atti dell'Unione europea all'esame della Commissione sono stati oggetto di approfondimento in occasione della riunione interparlamentare – organizzata dalla Commissione libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) e dalla Commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo sul tema «Il programma di Stoccolma: stato dell'arte della cooperazione di polizia e giudiziaria nelle materie civili e penali» –, cui ha preso parte per conto della Commissione il 20 giugno scorso a Bruxelles.
  Rileva che, in tale sede, è stato affrontato, in primo luogo, il tema dell'incorporazione della nuova CEPOL nell'agenzia EUROPOL, rispetto al quale la maggior parte degli intervenuti, con l'eccezione del senatore Crimi e del rappresentante del Parlamento greco, hanno espresso una valutazione critica. In particolare, lui stesso ha evidenziato la necessità di capire se tale incorporazione sia davvero suscettibile di assicurare i risparmi di spesa attesi o non possa invece comportare il sacrificio di una struttura, quale appunto CEPOL, che sinora ha dato ottima prova nelle attività di formazione dei funzionari delle autorità nazionali impegnate nel contrasto alle varie forme di criminalità organizzata.
  Ricorda che lo stesso relatore presso la Commissione LIBE, Agustín Diaz De Mera, – anticipando i contenuti della sua relazione che sarà formalmente presentata il 9 luglio – si è soffermato in particolare su alcuni emendamenti volti a stralciare le previsioni di incorporazione della nuova CEPOL nell'agenzia EUROPOL.
  Fa poi presente che la proposta del relatore in Commissione LIBE di una «cellula parlamentare» ha costituito oggetto di dibattito ed è stata apprezzata da alcune delegazioni, in particolare da quella del Congresso spagnolo. Sul tema, egli stesso ha evidenziato come la proposta di regolamento appaia insufficiente, specie per quanto concerne il ruolo dei Parlamenti nazionali, ed ha espresso apprezzamento per la ricerca di soluzioni diverse da parte del relatore in Commissione LIBE. Il rappresentante del Parlamento olandese ha poi posto la questione dell'accesso alle informazioni riservate in sede di controllo parlamentare.
  È stato poi affrontato il tema della gestione dei dati, in particolare sotto il profilo della promozione di sistemi che rendano più omogenei i dati e dell'adozione di cautele nella loro raccolta e condivisione con parti private, come evidenziato dalla delegazione del Senato italiano.
  Riguardo alla protezione dei dati, da un lato è stata espressa l'esigenza di evitare una normativa eccessivamente rigida che comprometta le istanze di sicurezza che giustificano lo scambio di informazioni tra autorità di polizia, dall'altro la necessità di allineare gli standard europei e nazionali di protezione dei dati e di fare pressione sugli Stati membri affinché si sblocchino i negoziati sulle proposte in materia attualmente Pag. 22in Consiglio, oltre che l'esigenza di maggiore coordinamento tra le autorità responsabili per la protezione dei dati. Il relatore presso la Commissione LIBE ha sottolineato il ruolo che può essere svolto rispetto a questo profilo dalla «cellula parlamentare», anche attraverso un coinvolgimento alle riunioni del Garante europeo per la protezione dei dati.
  Ricorda che sulle modifiche alla governance di EUROPOL, egli stesso ha evidenziato come esse non sembrano rispondere pienamente all'obiettivo di una più razionale articolazione degli assetti interni laddove si prospetta, sia pure in termini eventuali, una proliferazione di organismi con il rischio di aumento delle spese ma soprattutto di sovrapposizioni di competenze.
  Infine, riguardo all'incidenza della nuova proposta sulla natura e sulle funzioni di EUROPOL, ha ritenuto opportuno evidenziare i rischi di un mutamento delle funzioni proprie dell'Agenzia, suscettibile di generare confusioni o equivoci, posto che non è chiaro se la Commissione europea intenda conferire ad EUROPOL, oltre che funzioni di coordinamento, anche competenze di tipo operativo. Sul punto, il relatore in Commissione LIBE ha escluso l'attribuzione di competenze operative ad EUROPOL, le quali sono piuttosto subordinate all'operato delle squadre investigative comuni. Da parte di alcuni è stato posto l'accento sulla necessità di rafforzare queste ultime per rendere più concreta la cooperazione di polizia. Infine, con riferimento ad aspetti più puntuali della proposta, il senatore Crimi ha ritenuto positiva e rispettosa dell'autonomia delle autorità giudiziarie la previsione che, entro un termine stabilito, gli Stati membri possano comunicare i motivi per cui ritengono di non dare seguito alla richiesta di Europol di avviare indagini penali.
  In conclusione, preannuncia che da parte del relatore presso la Commissione LIBE, Agustín Diaz De Mera, è stata espressa la disponibilità a partecipare ad un'eventuale audizione presso la I Commissione sugli atti in titolo ovvero a programmare una videoconferenza sui medesimi argomenti, così da poter fornire alla Commissione utili elementi per un'adeguata istruttoria in proposito.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, fa presente che la proposta del deputato Famiglietti potrà essere esaminata nella prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione. Informa inoltre che nel corso della prossima settimana sarà convocata una seduta della Commissione per l'illustrazione degli esiti della missione svolta dal deputato Famiglietti in occasione della riunione interparlamentare – organizzata dalla Commissione libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) e dalla Commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo – sul tema «Il programma di Stoccolma: stato dell'arte della cooperazione di polizia e giudiziaria nelle materie civili e penali» a Bruxelles, il 20 giugno 2013.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
COM(2012) 629 final.

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014.
17426/12.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013.
Doc. LXXXVII-bis, n. 1.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, comunica che la I Commissione avvia oggi l'esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012) 629 final), del Programma di Pag. 23diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014 (17426/12) e della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).
  Fa presente che l'esame dei suddetti documenti si concluderà con un parere da esprimere alla XIV Commissione Politiche dell'Unione europea.

  Gregorio GITTI (SCpI), relatore, premette che svolgerà un'unica relazione sui tre documenti all'attenzione della I Commissione, che costituiscono atti di particolare rilievo, consentendo al Parlamento di essere partecipe alla «fase ascendente» di definizione delle politiche e degli atti dell'Unione europea. Si tratta in particolare: del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013, che illustra le linee generali delle politiche della Commissione europea per l'anno di riferimento ed elenca, tra l'altro, gli atti normativi e non che la Commissione europea considera iniziative strategiche da adottare nel 2013; del Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014, elaborato dalle presidenze irlandese, lituana e greca nonché dall'Alto rappresentante, presidente del Consiglio «affari esteri»; della Relazione programmatica del Governo italiano sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013, che invece preannuncia gli obiettivi, le priorità e gli orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo in quest'anno, con riguardo anche all'attività normativa europea.
  Rileva che, rispetto al contenuto di tali documenti, si soffermerà sulle questioni più rilevanti tra quelle di competenza della I Commissione.
  Per quanto attiene al tema «Spazio di libertà, sicurezza e giustizia», ricorda che la sezione «Costruire un'Europa sicura» del Programma di lavoro della Commissione definisce obiettivi e iniziative che, nella sostanza, sono riferibili al processo di realizzazione del programma di Stoccolma, adottato dal Consiglio europeo del 10-11 dicembre 2009. Com’è noto, le priorità indicate nel Programma di Stoccolma sono le seguenti: promuovere la cittadinanza e i diritti fondamentali, con particolare riferimento alle libertà sancite dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, alla tutela della sfera privata del cittadino, specie attraverso la protezione dei dati personali, al rispetto delle particolari esigenze delle persone vulnerabili; agevolare l'accesso alla giustizia, mediante il principio del riconoscimento e il miglioramento della formazione dei professionisti del settore; sviluppare una strategia di sicurezza interna; garantire un accesso all'Europa più efficiente attraverso le politiche di gestione integrata delle frontiere e le politiche in materia di visti; sviluppare una politica migratoria europea articolata, fondata sulla solidarietà e la responsabilità e basata sul Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo; integrare maggiormente la dimensione esterna della politica dell'UE nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia nell'ambito delle politiche generali dell'Unione europea.
  Il programma di lavoro della Commissione per il 2013 pone l'accento sulla costruzione di un'Europa sicura – intendendo la sicurezza come difesa dalle minacce ai cittadini e ai loro diritti – che garantisca nel contempo il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. In particolare, vengono evocate le politiche di contrasto alla criminalità e alla corruzione, di controllo delle frontiere esterne, ma anche le azioni volte all'eliminazione dei residui ostacoli alla circolazione e alla protezione dei diritti fondamentali dei cittadini in tutta l'UE. Inoltre, tra gli obiettivi, il programma indica un sistema giudiziario funzionante ed efficiente per la promozione della crescita e degli investimenti economici e il rafforzamento degli attuali meccanismi di solidarietà nel settore dell'immigrazione.
  Per quanto riguarda gli interventi volti a colmare le lacune riscontrate in tali settori, secondo la Commissione europea particolare attenzione deve a suo avviso essere rivolta ai temi del contrasto al Pag. 24finanziamento del terrorismo, al traffico trasnfrontaliero delle armi, della tutela degli interessi finanziari dell'Unione contro la frode e la corruzione. Inoltre per consentire l'esercizio pieno dei diritti da parte dei cittadini UE occorre garantire a privati e imprese accesso agevole alla giustizia in tutti gli Stati membri in condizioni di parità.
  Rileva come del pari siano fondamentali, sul piano del contrasto alla corruzione, i suggerimenti che derivano dal Rapporto sull'Italia, adottato nella 54a riunione plenaria di GRECO nell'ambito del Consiglio d'Europa a Strasburgo 20-23 marzo 2012, relativo alla terza serie di valutazioni e articolato in una prima parte – che riguarda le norme che portano all'incriminazione per reato di corruzione – e una seconda parte sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali.
  Nel programma di lavoro la Commissione europea preannuncia dunque l'intenzione di presentare proposte volte a: istituire una procura europea per lottare contro i reati a danno del bilancio UE e tutelare gli interessi finanziari dell'Unione; combattere il traffico di armi da fuoco; migliorare la cooperazione giudiziaria in materia penale e civile.
  Al riguardo, ricorda che nel Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014 si evidenzia che il Consiglio porterà avanti l'attuazione del programma di Stoccolma, che rimane il quadro orientativo di riferimento per l'agenda politica e operativa dell'Unione europea nel settore giustizia e affari interni (GAI). Sarà una priorità anche la definizione del quadro per il prossimo programma pluriennale nel settore GAI, che affronterà questioni centrali connesse alla migrazione, alla sicurezza e alla giustizia. Le attività nel settore GAI saranno fondate sui principi di solidarietà e partenariato tra gli Stati membri; sulla cooperazione rafforzata nella gestione delle frontiere, nel settore della protezione civile e nella gestione delle calamità, nonché su una maggiore complementarità tra le azioni intraprese a livello nazionale e di UE; sulla flessibilità nell'affrontare le nuove sfide e tendenze dei flussi migratori; su una maggiore coerenza globale di tutte le politiche dell'UE al fine di riconciliare i diritti fondamentali e le politiche in materia di migrazione con l'evoluzione dei settori del commercio, degli affari esteri e dello sviluppo; su una maggiore cooperazione nelle questioni di sicurezza per assicurare un'efficace risposta alle sfide attraverso iniziative proattive congiunte.
  Al contempo, nel quadro delle priorità definite nel Programma di Stoccolma 2010-2014, il Governo – nella Relazione programmatica del 2013 – sottolinea l'importanza dei temi della sicurezza, dell'immigrazione e dell'asilo. In particolare, nella Relazione si ribadisce la necessità di mantenere alta l'attenzione sul quadrante mediterraneo e nordafricano, nella convinzione che la forte esposizione geografica nel nostro Paese debba essere debitamente considerata a livello europeo. A tal proposito si intende valutare l'opportunità di sensibilizzare l'Unione europea e gli altri Stati membri, attirando l'attenzione delle Istituzioni europee in particolare sull'importanza delle regioni del Sahel e del Corno d'Africa sia per i profili connessi alla sicurezza dell'Unione europea che per quelli riguardanti l'immigrazione.
  L'efficacia delle politiche dell'Unione nei settori della migrazione e dell'asilo verrà inoltre tenuta sotto controllo attraverso il follow-up della presentazione annuale di relazioni intrapreso dalla Commissione e l'aggiornamento periodico dell'azione dell'UE sulle pressioni migratorie. Il Consiglio continuerà inoltre a dedicare particolare attenzione alla questione dei minori non accompagnati, anche attraverso il riesame dell'attuazione e, se necessario, l'aggiornamento delle conclusioni e del piano d'azione del Consiglio in materia del 2010.
  Nel corso dei prossimi diciotto mesi, il Consiglio perseguirà ulteriormente il monitoraggio e l'attuazione delle norme in materia di libera circolazione dei cittadini dell'UE e delle loro famiglie in tutta Pag. 25l'Unione, sulla base di una relazione della Commissione attesa per il prossimo anno. Gli obiettivi fondamentali restano invariati: monitoraggio delle tendenze, scambio di informazioni, lotta contro le frodi e gli abusi. Analogamente, gli sviluppi nel settore Schengen saranno tenuti sotto controllo mediante dibattiti strategici periodici sulle pertinenti evoluzioni e iniziative.
  Saranno poi portati avanti i lavori relativi allo sviluppo dell'approccio integrato di gestione delle frontiere su vari livelli, anche attraverso il sostegno ai lavori del FRONTEX e della nuova Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi. Nell'ambito della messa a punto del sistema integrato dell'UE di gestione delle frontiere, il Consiglio si concentrerà sul concetto di «frontiera intelligente», già richiamato, e lavorerà sulle proposte legislative relative all'istituzione di un programma per viaggiatori registrati e di un sistema di ingresso/uscita. Saranno inoltre portati avanti i lavori sullo sviluppo del progetto Eurosur.
  Rimangono obiettivi prioritari la riuscita dell'allargamento della zona Schengen nonché lo sviluppo ulteriore del processo di valutazione. Il Consiglio inoltre sosterrà, in collaborazione con la Commissione, la messa a punto del progetto SIS II secondo il calendario previsto. Sarà dedicata la dovuta attenzione al funzionamento pratico del sistema d'informazione Schengen, e in particolare alla qualità dei dati personali inseriti nel SIS a seguito di decisioni dell'UE relative a misure restrittive nei confronti di determinati cittadini di paesi terzi. Al contempo, per far sì che risponda alle esigenze dell'Unione europea, nel Programma di evidenzia che occorre tenere sotto controllo la politica comune dei visti, tenendo conto delle pertinenti relazioni e comunicazioni della Commissione nonché dell'esperienza degli Stati membri. Ciò comporterà, ove opportuno, lavori sulle proposte legislative di aggiornamento del regolamento 810/2009, che istituisce un codice comunitario dei visti. Saranno portati avanti i negoziati relativi ai nuovi accordi di facilitazione del rilascio dei visti con i paesi terzi, nonché le disposizioni relative ai dialoghi in corso sulla liberalizzazione dei visti con i paesi terzi interessati. Nel programma si evidenzia che le presidenze, inoltre, si adopereranno al massimo per assicurare la graduale introduzione del VIS.
  Nel Programma si sottolinea, infine, come una delle priorità fondamentali resterà lo sviluppo di una politica comune in materia di immigrazione, in grado di contribuire al programma dell'UE per la crescita. Le attività si concentreranno sul completamento dei lavori legislativi relativi all'attuazione del piano d'azione sull'immigrazione legale, incluse le proposte sui trasferimenti intrasocietari e sui lavoratori stagionali, nonché della proposta di modifica delle direttive 2004/114/CE e 2005/71/CE relative all'ammissione di studenti e professori. Efficaci politiche di integrazione restano una priorità fondamentale, e in tale contesto sarà portata avanti ulteriormente l'attuazione dell'Agenda europea per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi.
  Al tempo stesso, una delle priorità fondamentali resta la lotta contro l'immigrazione clandestina mediante la promozione della cooperazione pratica. L'aggiornamento dell'azione dell'UE sulle pressioni migratorie – Una risposta strategica costituirà un punto focale di tale attività. Lo sviluppo di una rete globale di accordi di riammissione con i paesi terzi interessati resterà una priorità fondamentale, così come il mantenimento del ritmo dei negoziati in corso e l'individuazione di altri paesi terzi con cui occorre negoziare accordi. Le tre presidenze continueranno inoltre a promuovere la cooperazione pratica nel settore del rimpatrio, compreso il settore del rimpatrio volontario.
  Quanto al tema dell'immigrazione e del controllo delle frontiere, il Governo – nella suddetta Relazione – pone l'accento sul processo di aggiornamento di Schengen al rafforzamento di Frontex, alla conclusione degli accordi di riammissione UE, agli sviluppi del processo Eurosur per il controllo delle frontiere, e soprattutto al dialogo tra l'Unione europea e i Paesi terzi (soprattutto quelli che si affacciano sul Pag. 26Mediterraneo). In particolare cenni specifici della Relazione riguardano le proposte in tema di gestione delle frontiere marine, il cosiddetto pacchetto frontiere intelligenti e il sostegno all'implementazione dei sistemi VIS e SIS II.
  Nella Relazione programmatica 2013 del Governo si rinviene poi un puntuale riferimento alla attesa proposta di regolamento in materia di operazioni di controllo delle frontiere marittime coordinate dalla Agenzia Frontex, resasi necessaria a seguito dell'annullamento, da parte della Corte di Giustizia dell'Unione europea, della decisione del Consiglio n. 252 del 2010, recante le linee guida da adottare durante lo svolgimento di tali operazioni. Analogo riferimento riguarda l'iniziativa relativa al pacchetto frontiere intelligenti.
  A tal proposito ricorda che lo scorso 12 aprile la Commissione ha adottato una proposta di regolamento COM(2013)197 sulla sorveglianza delle frontiere marittime esterne nel contesto della cooperazione operativa coordinata dall'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (COM(2013)197). Obiettivo della proposta è potenziare le operazioni di sorveglianza delle frontiere coordinate dall'Agenzia, garantendo sia l'efficace controllo dell'attraversamento delle frontiere sia il rispetto dei diritti fondamentali con particolare riferimento all'attuazione pratica del principio del non respingimento sancito nell'articolo 19, paragrafo 2, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
  Rileva come vada inoltre tenuto presente che il 28 febbraio 2013 la Commissione europea ha presentato il pacchetto «Frontiere intelligenti», un complesso di proposte normative volte ad accelerare, facilitare e rafforzare le procedure di controllo dei viaggiatori di paesi terzi alle frontiere (esterne) dell'Unione europea. Il pacchetto ricomprende: una proposta di regolamento COM(2013)95 che istituisce un sistema di ingressi/uscite per la registrazione dei dati di ingresso e uscita dei cittadini di paesi terzi che attraversano le frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (sistema EES) (procedura legislativa ordinaria); una proposta di regolamento COM(2013)97 che istituisce un programma per i viaggiatori registrati (programma RTP) (procedura legislativa ordinaria); una proposta di regolamento COM(2013)96 che modifica il regolamento (CE) n. 562/2006 (Codice Schengen) per quanto riguarda l'uso del sistema di ingressi/uscite e il programma per i viaggiatori registrati.
  Il 25 marzo 2013 la Commissione europea ha inoltre presentato una proposta di direttiva COM (2013)151 sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio scolastico, tirocinio (remunerato e non), attività di volontariato e alla pari, che segue la procedura legislativa ordinaria.
  Infine, secondo la Relazione programmatica del 2013, il Governo italiano intende proseguire l'attività di sostegno all'implementazione dei sistemi VIS (Sistema informativo dei visti) e SIS II (Sistema informativo Schengen di seconda generazione), pienamente operativo dallo scorso 9 aprile.
  Nel programma di diciotto mesi delle Presidenze si evidenzia poi come sia intenzione del Consiglio attribuire un'importanza prioritaria a tutti i lavori necessari per portare a termine il processo per la realizzazione di un sistema europeo comune di asilo, nonché per sostenere l'operato dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. Nel contempo, e in osservanza delle conclusioni del Consiglio del 2012, sarà data la priorità alla promozione di una efficace solidarietà con gli Stati membri che sono sottoposti a particolari pressioni, anche a causa di flussi migratori misti. Sulla base di una comunicazione della Commissione, il Consiglio affronterà altresì, nel corso di detto periodo, la questione del riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di asilo.
  Nella Relazione programmatica del Governo, viene poi evidenziato come il completamento del Sistema comune europeo di asilo consentirà il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nel Programma di Stoccolma; Pag. 27a tal proposito si ribadisce l'impegno dell'Italia a rafforzare le forme di collaborazione pratica tra gli Stati membri e le Istituzioni europee nel settore dell'asilo, attribuendo massima rilevanza allo sviluppo del ruolo e delle attività dell'Ufficio europeo di supporto per l'asilo EASO.
  Oltre all'approvazione nel maggio 2011 della direttiva 2011/51/UE del Parlamento europeo e del Consiglio che estende ai beneficiari di protezione internazionale l'ambito applicazione della direttiva 2003/109/CE relativa allo status dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo, va tenuto presente che, a seguito dell'approvazione da parte del Parlamento europeo, durante la sessione plenaria di giugno 2013, sono prossime alla definitiva sottoscrizione da parte delle Istituzioni europee le seguenti proposte volte alla realizzazione del Sistema comune di asilo: proposta di regolamento che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di asilo (COM(2008)820); proposta modificata di direttiva relativa a procedure per la concessione e la revoca dello status conferito dalla protezione internazionale (COM(2011)319) (rifusione della direttiva 2005/85/CE); proposta modificata di direttiva che recante norme per l'accoglienza dei richiedenti asilo (COM(2011)320) (rifusione della direttiva 2003/9/CE); proposta modificata di regolamento che istituisce l’«EURODAC» per il confronto delle impronte digitali per l'efficace applicazione del regolamento Dublino II (COM(2010)555).
  Infine, ricorda che il 17 giugno 2013 la Commissione ha presentato la Comunicazione COM(2013) 422 Quarta relazione annuale sull'immigrazione e l'asilo (2012).
  Riguardo al tema del contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata, rileva che nella Relazione programmatica per il 2013 il Governo pone l'accento sulla dimensione transnazionale del terrorismo e della criminalità organizzata, tale da richiedere nelle politiche di contrasto un elevato grado di collaborazione tra gli Stati membri. Per le stesse ragioni il Governo ritiene che debba accogliersi con favore qualsiasi iniziativa volta a coinvolgere in tali politiche i Paesi terzi. Nella Relazione si dichiara l'intenzione di proseguire l'impegno nello sviluppo di politiche di contrasto a quei fenomeni di criminalità organizzata definiti prioritari dal Consiglio, con particolare riferimento ai piani operativi di azione e ai progetti che riguardano le criticità localizzate nei Balcani occidentali, nelle rotte sud – sud est, nel confine greco-turco, e nelle aree di crisi del Mediterraneo vicine al Nord Africa. Dal punto di vista normativo la Relazione prevede che l'azione dell'Italia sarà finalizzata, tra l'altro, all'approvazione della direttiva relativa allo scambio dei dati del codice di prenotazione (PNR), mentre particolare interesse viene dichiarato rispetto agli sviluppi dei negoziati relativi alla direttiva recante la disciplina dell'utilizzo dei dati personali ai fini di prevenzione, indagine e accertamento e perseguimento di reati o di esecuzione di sanzioni penali.
  Ricorda altresì, riguardo all'esame presso le Istituzioni europee della proposta di direttiva COM(2011)32 sull'uso dei dati del codice di prenotazione a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi, che la Commissione parlamentare Libertà civili, giustizia e affari interni ha approvato lo scorso 29 aprile una relazione con la quale si invita il Parlamento europeo in plenaria a respingere la proposta nonché la stessa Commissione a ritirarla.
  La Relazione programmatica enuncia, infine, l'intenzione del Governo di continuare nella presentazione di proposte nell'ambito dei programmi finanziari relativi alla prevenzione e contrasto della criminalità (ISEC) e all'antiterrorismo (CIPS).
  Per quanto riguarda le iniziative più rilevanti della Commissione in materia di contrasto alla criminalità, tuttora all'esame delle Istituzioni europee, ricorda il pacchetto in tema di cooperazione e formazione delle autorità di contrasto al Pag. 28crimine, all'esame della I Commissione in sede di atti dell'UE proprio in questi giorni.
  Tra gli ambiti di competenza della I Commissione ritiene vada altresì richiamato il pacchetto di iniziative relative alla sicurezza delle reti e dell'informazione, così composto: la comunicazione JOIN(2013)1 «Strategia dell'Unione europea per la cibersicurezza: un ciberspazio aperto e sicuro» adottata lo scorso 7 febbraio congiuntamente dalla Commissione europea e dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza; la proposta di direttiva COM(2013)48 recante misure volte a garantire un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell'informazione nell'Unione.
  Inoltre, nel programma il Consiglio fa presente che continuerà a dare la priorità all'attuazione della strategia di sicurezza interna. Sulla base della proposta della Commissione il Consiglio collaborerà strettamente con il Parlamento europeo al fine di istituire il modello europeo di scambio di informazioni (EIXM), uno strumento essenziale per accedere in maniera tempestiva alle informazioni accurate sulla criminalità che fornisce alle autorità nazionali preposte all'applicazione della legge. Il lavoro da svolgere prende spunto dalla prossima comunicazione sull'EIXM e dalle relazioni che valutano l'attuazione degli attuali strumenti, la cosiddetta «decisione quadro svedese» e le decisioni di Prüm. Inoltre le modalità di attuazione delle decisioni di Prüm negli Stati membri saranno attentamente monitorate al fine di assicurare uno scambio ottimale di dati relativi a DNA, impronte digitale ed immatricolazione dei veicoli.
  Per quanto riguarda poi le materie degli affari interni ed il quadro finanziario pluriennale 2014 –2020, fa presente che, secondo la Relazione, il Governo riserverà la massima attenzione alla definizione del nuovo Quadro finanziario pluriennale per il settore degli affari interni. A tal proposito si ricorda che il negoziato sul QFP 2014-2020 è tuttora in via di definizione presso le Istituzioni europee; conclusi i negoziati, secondo la procedura del dialogo programmatico con la Commissione, si procederà alla predisposizione e approvazione dei Piani nazionali relativi al Fondo sicurezza interna e al Fondo asilo e immigrazione.
  Fa presente che particolare rilievo assumono altresì i temi dell'accesso dei cittadini al credito e della vigilanza bancaria, su cui sarà opportuno porre la massima attenzione, svolgendo tutti i necessari approfondimenti in sede nazionale e in sede di Unione europea. Si tratta dunque di un tema che non può sfuggire ai Parlamenti nazionali: ritiene infatti che assicurare l'accesso al credito a condizioni di praticabilità rientri tra i diritti soggettivi dei cittadini.
  Infine, ricorda che nel Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea si evidenza che – dal momento che il 2013 sarà l'Anno europeo dei cittadini – le Presidenze incoraggeranno e agevoleranno un più ampio coinvolgimento dei cittadini dell'UE e concentreranno l'attenzione sulla sensibilizzazione, in particolare delle giovani generazioni, riguardo ai valori comuni dell'UE. Sarà dedicata particolare attenzione per far sì che i cittadini d'Europa siano maggiormente informati riguardo ai loro diritti e opportunità derivanti dalla cittadinanza dell'UE, in particolare per quanto riguarda il diritto di vivere e lavorare ovunque nell'Unione e il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo, nonché altre questioni che interessano direttamente i cittadini.
  Nel programma si fa riferimento alla Relazione 2013 sulla cittadinanza dell'Unione europea, attesa per la primavera 2013, che la Commissione europea ha poi presentato l'8 maggio 2013 e che propone dodici nuove azioni, in sei ambiti diversi, per rafforzare i diritti dei cittadini. Ritiene che questa possa essere una «finestra» di particolare interesse per la I Commissione e per il Parlamento italiano considerato anche che si sta per avviare l'esame delle proposte di legge in materia di cittadinanza, su cui il suo gruppo ha presentato Pag. 29la prima proposta di legge della legislatura che affronta il tema dello ius soli temperato.
  Rileva poi come nel suddetto programma si evidenzi altresì come il Consiglio sosterrà gli sforzi di negoziazione della Commissione europea per l'adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU).

  Elena CENTEMERO (PdL) richiama l'attenzione del relatore e della Commissione sul fatto che la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2013 è stata presentata al Parlamento con ritardo rispetto ai termini stabiliti dalla legge, e più precisamente dall'articolo 13 della nuova legge – la n. 234 del 2012 – in materia di partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. Pur nella consapevolezza che il ritardo può essere dovuto al cambiamento di Governo, ritiene che il parere per la Commissione di merito dovrebbe sottolineare l'importanza che il termine in questione sia rispettato.
  Considerate poi le competenze della Commissione affari costituzionali, che sta esaminando progetti di legge in materia di disciplina interna dei partiti e loro finanziamento, richiama l'attenzione dei colleghi su quanto si dice nella Relazione programmatica in esame in merito alla proposta della Commissione europea relativa al regolamento sullo statuto e sul finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee.
  Infine, dopo aver ricordato come l'Unione europea faccia ampio ricorso allo strumento del partenariato tra Stati, esprime l'avviso che tale strumento andrebbe usato di più e meglio anche per sostenere la formazione degli studenti all'estero, nonché per favorire i ricercatori e in generale i lavoratori.

  Roberta AGOSTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 25 giugno 2013. — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 14.45.

Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili.
Emendamenti C. 331-927/A.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Alessandro NACCARATO, presidente e relatore, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta termina alle 14.50.