CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 maggio 2013
28.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 26

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 29 maggio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 15.30.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Roma il 21 marzo 2002, e del relativo Protocollo di modifica, fatto a Roma il 13 giugno 2012.
C. 875 Governo e C. 901 Pini.

(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 maggio scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, nelle more della trasmissione dei pareri da parte delle Commissioni competenti in sede consultiva, su cui si è convenuto di svolgere gli opportuni approfondimenti, ha chiesto al collega relatore di integrare alcuni aspetti dell'illustrazione svolta, alla luce delle importanti conclusioni in materia di lotta all'evasione fiscale che sono state ad oggetto del Consiglio europeo tenutosi il 22 maggio.

  Tiziano ARLOTTI (PD), relatore, preliminarmente sottolinea che l'Accordo dà corpo ad un condiviso orientamento a livello politico europeo – emerso anche nella risoluzione adottata dalla Camera dei deputati lo scorso 21 maggio alla vigilia Pag. 27del Consiglio europeo – tendente a delineare una risposta determinata al fenomeno dell'evasione e della frode fiscale, che ammonterebbe, a livello dell'Unione, a circa 864 miliardi di euro (di cui 180 miliardi soltanto in Italia). Osserva che la frode e l'evasione fiscale limitano infatti la capacità dei paesi di conseguire un gettito e di attuare le loro politiche economiche. In un periodo di rigidi vincoli di bilancio, la lotta alla frode fiscale e all'evasione fiscale va oltre il problema dell'equità fiscale – essa diventa un elemento essenziale per l'accettabilità sociale del risanamento dei conti pubblici e per l'efficacia per le politiche tese al suo conseguimento.
  Ricorda che, di fronte alle dimensioni di questa emergenza criminosa, diciassette dei ventisette paesi, tra i quali la Francia, la Germania, il Regno Unito, la Spagna ed il nostro Paese, hanno aderito alla richiesta di rafforzare il sistema di scambio delle informazioni finanziarie tra Paesi UE e tra questi e gli Stati terzi, come San Marino, così come prevede la Convenzione in esame. Tale indirizzo è stato al centro dei lavori dell'ultimo Consiglio europeo di Bruxelles che ha convenuto di dare la massima priorità alla promozione, a livello internazionale, dello scambio automatico di informazioni, ha raccomandato espressamente agli Stati membri il ricorso ad accordi contro le doppie imposizioni – come appunto quello in titolo – nell'intento di evitare la creazione di enclaves con assenza totale di imposizione – e di perfezionare gli accordi dell'UE con la Svizzera, il Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino, per assicurarsi che tali paesi continuino ad applicare misure equivalenti a quelle in vigore nell'UE.
  Si sofferma, quindi, sugli accordi bilaterali sottoscritti da San Marino per adeguarsi agli standard finanziari internazionali e sulle valutazioni degli organismi multilaterali di controllo. In particolare, a partire dal 2003, San Marino ha avviato un'intensa attività di relazione per la stipula di accordi in materia fiscale con altri Paesi, sottoscrivendone ventisei sullo scambio di informazioni (TIEA) – di cui nove con Stati dell'UE – e diciotto sull'eliminazione della doppia imposizione fiscale (DTA) – di cui undici con Stati dell'UE – secondo i nuovi standard OCSE. In virtù di questi importanti passi, il 23 settembre 2009, San Marino è uscito dalla lista grigia dell'OCSE e dalla procedura rafforzata del Comitato MONEYVAL.
  Segnala che negli ultimi tre anni San Marino ha intrapreso un'azione decisa sia nell'ambito del MONEYVAL, in materia di contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo internazionale sia per assicurare una tempestiva e piena attuazione delle Raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI). In particolare, durante la seduta plenaria di settembre 2011, il MONEYVAL ha approvato le misure legislative intraprese da San Marino in materia di anti-riciclaggio e lotta al finanziamento del terrorismo definendole in gran parte conformi agli standard.
  Osserva, in proposito, che il rapporto MONEYVAL relativo a San Marino, pubblicato il 24 novembre 2011, ha confermato i sostanziali progressi compiuti nell'adeguamento della legislazione alle raccomandazioni internazionali, resi evidenti dalla messa a punto di misure legislative e regolamentari di carattere preventivo, dal rafforzamento del sistema giudiziario nonché dall'istituzione dell'Agenzia di informazione finanziaria, unità operativa deputata all'attuazione delle obbligazioni in materia di contrasto al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo. Tuttavia è stato riconosciuto come tali azioni presentino margini di miglioramento, soprattutto sul fronte dei controlli interni delle filiali estere e degli istituti bancari «di comodo» presenti sul territorio sammarinese. Inoltre, il Comitato di esperti invita le autorità sanmarinesi a proseguire e approfondire la cooperazione intrapresa, a livello nazionale ed internazionale, nell'ambito dell'assistenza giudiziaria, nell'intento di favorire lo scambio di informazioni con le autorità estere di vigilanza.
  Ricorda altresì che nell'ambito del Global Forum sulla trasparenza e lo scambio di informazioni ai fini fiscali dell'OCSE, dal novembre 2010 sono stati riconosciuti Pag. 28notevoli progressi per quanto riguarda la trasparenza e lo scambio di informazioni. Nell'ambito della valutazione di San Marino ad opera del Gruppo di Peer Review, sono stati apprezzati gli emendamenti apportati alle norme sul segreto bancario al fine di garantire un effettivo scambio di informazioni, che hanno allineato la legislazione sammarinese agli standard internazionali. Nel suo Rapporto ai Ministri delle Finanze del G20, riuniti a Cannes il 3 e 4 novembre 2011, il Global Forum ha sottolineato più volte i progressi compiuti da San Marino in questo settore.
  Passando al contesto normativo sammarinese in cui si inserisce il Protocollo, sottolinea che, accanto a questa fitta attività diplomatica intesa alla sottoscrizione di accordi bilaterali, sono stati adottati numerosi provvedimenti in materia di trasparenza bancaria.
  In particolare ricorda: le modifiche alla normativa in materia di segreto bancario per permettere un effettivo scambio di informazioni (legge n. 5 del 21 gennaio 2010); la riforma della normativa in materia di società, comprendente l'eliminazione della forma giuridica della società anonima, con obbligo di conversione entro il 30 settembre 2010 di quelle esistenti e misure per la conoscibilità degli assetti proprietari effettivi (legge n. 98 del 7 giugno 2010); le misure di rafforzamento degli strumenti di contrasto alle frodi e agli illeciti tributari che prevedono, tra l'altro, l'introduzione del reato di fatturazione per operazioni inesistenti ed il reato di associazione a delinquere di stampo malavitoso (legge n. 99 del 7 giugno 2010); il riassetto della normativa sammarinese in materia di rogatorie e assistenza giudiziaria in materia penale al fine di agevolare ulteriormente la cooperazione giudiziaria con le autorità degli altri paesi (legge n. 128 del 23 luglio 2010); la modifica alla normativa sammarinese in materia di scambio di informazioni tramite il conferimento di maggiori poteri all'Ufficio centrale di collegamento (CLO), il principale organo principale deputato allo scambio di informazioni, e all'Ufficio Tributario (decreto-legge n. 36 del 24 febbraio 2011); il rafforzamento degli obblighi di comunicazione per le società fiduciarie ed i trust ai fini dell'identificazione dei beneficiari effettivi nonché di tutte le persone nella catena partecipativa e dei clienti delle fiduciarie (decreto-legge n. 36 del 24 febbraio 2011); il provvedimento per l'implementazione unilaterale dell'assistenza fiscale internazionale attraverso lo scambio di informazioni sia in materia civile che penale (legge n. 106 del 22 luglio 2011). Osserva che quest'ultimo provvedimento si basa sul Modello TIEA e sul Manuale sull'attuazione dello scambio di informazioni ai fini fiscali dell'OCSE, ed è operativo con Stati e Giurisdizioni con cui è stato negoziato e parafato un TIEA o DTA, pur in assenza della loro sottoscrizione o entrata in vigore.
  Relativamente al tema del superamento delle divergenze con l'Italia, ricorda che negli anni scorsi non erano mancate segnalazioni di criticità, da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze, del Ministero della Giustizia, della Banca d'Italia e della Guardia di Finanza, in relazione alla trasparenza del sistema economico-finanziario sammarinese ed alla possibile infiltrazione della criminalità organizzata.
  Conclude osservando che le nuove misure adottate da San Marino per rispettare gli standard internazionali hanno favorito l'intesa con l'Italia, perché hanno portato ad una riforma del sistema bancario e all'introduzione di nuovi meccanismi di sorveglianza volti a favorire la trasparenza e necessari per la riconversione del settore economico sammarinese.

  Gianluca PINI (LNA) esprime vivo apprezzamento per l'ampio intervento svolto dal collega Arlotti, manifestandogli tutta la sua solidarietà per aver dovuto tornare nuovamente sulle questioni già illustrate nella seduta del 21 maggio scorso, in attesa dei pareri delle Commissioni competenti in sede consultiva. Al riguardo, si dichiara stupito per il fatto che nessun contributo alla discussione, quand'anche di cortesia, stia venendo da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle, che pure Pag. 29ha con tanta insistenza richiesto il supplemento di istruttoria. Auspica, pertanto, che ciò non faccia precedente, consentendo alla Commissione di lavorare senza perdere tempo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, fa presente che nella circostanza non vi è stata alcuna perdita di tempo posto che, come del resto rilevato anche dal collega Pini, le Commissioni competenti non hanno ancora concluso l'esame del provvedimento in sede consultiva e che, conseguentemente, l'esame del disegno di legge di ratifica richiederà ulteriori sedute da parte della Commissione.

  Carlo SIBILIA (M5S), replicando alle osservazioni del collega Pini, precisa che il suo gruppo si riserva di valutare con particolare attenzione i pareri che verranno resi dalle Commissioni Bilancio e Finanze.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Lituania in materia di rappresentanze diplomatiche, fatto a Vilnius il 21 febbraio 2013.
C. 841 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatore, osserva che l'accordo in esame è finalizzato a concludere una lunga ed annosa vertenza sulla sede diplomatica lituana a Roma, che aveva avuto origine nel lontano 1937, con l'acquisto da parte della Repubblica lituana di un immobile sito in via Nomentana, denominato a partire da quel momento Villa Lituania. A seguito dell'annessione sovietica del paese baltico, a partire dal 1940, la villa passò all'Unione sovietica che provvide anche ad estinguere il mutuo ipotecario che gravava sull'immobile. Segnala che attualmente, pertanto, Villa Lituania ospita gli uffici consolari a Roma della Federazione russa, quale Stato continuatore della soggettività internazionale dell'URSS.
  Ricorda che nell'intento di superare la controversia apertasi con Vilnius in ordine all'individuazione di una nuova sede per la missione lituana a Roma, il Governo ha prospettato negli ultimi anni una serie di proposte di soluzione, mai accolte dalla parte lituana, che da un lato le reputava non idonee e dall'altro ha adottato una posizione volta a sottoporre la controversia di fronte alla Corte internazionale di giustizia o davanti ad un tribunale arbitrale per valutare l'eventuale violazione, da parte dell'Italia, degli obblighi di protezione diplomatica.
  Da ultimo, nel 2011, si è convenuto di addivenire ad una soluzione consensuale della controversia e il Governo italiano – attraverso l'Agenzia del demanio – ha individuato un immobile di pregio all'interno di Palazzo Blumensthil, sito a Roma in Lungotevere dei Mellini. Sottolinea che si tratta di un immobile risalente al 1890, pervenuto al demanio a seguito del recupero di un debito fiscale, la cui qualità architettonica, risulta confacente alle richieste poste da Vilnius che ha accettato l'offerta.
  Segnala che l'Accordo concede in comodato d'uso al Governo della Repubblica di Lituania l'intero quarto piano di Palazzo Blumenstihl, pari a circa 700 metri quadrati, affinché lo destini alle esigenze delle rappresentanze diplomatiche del Governo della Repubblica di Lituania, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961.
  L'articolo 1 prevede che l'immobile viene concesso, per la durata di 99 anni a partire dalla data di entrata in vigore del Trattato, ad uso esclusivo del Governo della Repubblica di Lituania per le esigenze delle sue rappresentanze diplomatiche.
  L'articolo 2 dispone che il Governo della Repubblica di Lituania non potrà concedere a soggetti terzi l'immobile o parte di esso, né a titolo oneroso, né gratuito, in via stabile o temporanea, senza Pag. 30il previo consenso del Governo della Repubblica italiana.
  Ai sensi dell'articolo 3 la parte lituana si impegna ad eseguire a proprie spese i necessari lavori di rinnovazione dell'immobile che lo stato attuale richiede e a mantenere a sue spese l'immobile nella sua integrità e in stato di buona conservazione. Considerato il carattere storico e artistico dell'immobile, le autorità lituane saranno tenute a rispettare la normativa italiana in tema di conservazione dei beni culturali, compreso l'obbligo di effettuare le opere di restauro e di preservazione dell'immobile che saranno richieste dalle competenti autorità italiane, corrispondenti agli standard normalmente accettati in circostanze analoghe.
  Secondo la previsione dell'articolo 4 il Governo lituano si impegna inoltre a facilitare il Governo italiano, se necessario, nell'identificazione e nell'acquisizione di spazi idonei ad ospitare la sede delle rappresentanze diplomatiche italiane a Vilnius.
  Sotto il profilo giuridico, ricorda che il procedimento è stato formalizzato attraverso la firma dei Ministri degli affari esteri dei due Paesi, avvenuta nella capitale lituana il 21 febbraio scorso.
  Osserva che, pur non comportando nuovi oneri finanziari, la ratifica introduce una deroga alla normativa italiana vigente in materia di concessione d'uso dei beni demaniali, che ha ad oggetto sia la natura soggettiva del concessionario, trattandosi di uno Stato straniero, sia la durata della concessione stessa: quest'ultima – alla luce della normativa vigente posta dall'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 296 del 2005 – non può infatti eccedere i diciannove anni. Ritiene che questo profilo potrà eventualmente essere chiarito nelle successive fasi di esame del provvedimento.
  Fa presente che in ogni caso l'Italia mantiene la proprietà dell'immobile concesso in uso: alla scadenza della concessione il Governo italiano potrà riottenere la piena disponibilità dell'appartamento oppure rinegoziare l'estensione della vigenza dell'accordo e dunque della concessione d'uso dell'immobile alle condizioni che riterrà più opportune.
  Ritiene che l'Accordo costituisca un ulteriore segno di attenzione e di disponibilità nei riguardi di un Paese che l'Italia ha convintamente sostenuto nel suo processo d'integrazione euro-atlantica, perfezionatosi nel 2004. Roma e Vilnius continuano a collaborare attivamente in campo internazionale e partecipano congiuntamente a varie missioni multinazionali.
  Ricorda infine che la ratifica dell'Accordo verrà auspicabilmente a coincidere con il semestre di presidenza lituana dell'Unione europea, che si apre il 1o luglio prossimo: si tratterà di un semestre particolarmente intenso.
  Appare inoltre particolarmente importante, a suo avviso, lo svolgimento, nel novembre prossimo, di un vertice del Partenariato orientale, dal cui esito dipenderà la sigla di un accordo di associazione dell'Unione europea con l'Ucraina e l'inizio dei negoziati per ulteriori accordi di associazione con l'Armenia, la Repubblica moldova e la Georgia. Sottolinea che l'Italia sostiene con forza l'esigenza di strutturare e proporre una reale prospettiva di integrazione per i paesi posti ai confini orientali dell'UE.
  Conclusivamente, segnala l'esigenza di una celere approvazione del provvedimento per chiudere definitivamente la questione di Villa Lituania sulla quale si riverberano le sensibilità dell'opinione pubblica dello Stato baltico che la considera un ingombrante lascito dell'epoca della dominazione sovietica.

  Mario GIRO, sottosegretario di Stato agli affari esteri, fa presente che la ratifica dell'accordo in esame pone fine ad una annosa questione immobiliare tra i due paesi.
  Rileva che questa vicenda rappresenta l'ultima pendenza di natura immobiliare legata all'annessione sovietica del Paese baltico.
  Nel ricordare, altresì che nei paesi baltici è ancora forte la memoria storica dell'occupazione dei territori da parte dell'Unione Sovietica, osserva che la concessione Pag. 31di una sede adeguata per la rappresentanza diplomatica alla Repubblica di Lituania rappresenta l'adempimento di un debito morale dell'Italia nei confronti di questo Paese.
  Segnala, altresì, che tutti i governi italiani succedutisi nel corso degli oltre venti anni che hanno caratterizzato la vicenda in esame hanno manifestato l'intenzione di addivenire ad un accordo soddisfacente con la Lituania.
  Rilevando che altri paesi quali Francia, Germania, Russia e Svezia hanno concluso con la Lituania accordi finalizzati a definire questioni immobiliari legate alla occupazione sovietica, osserva che questa ratifica costituisce un ulteriore rafforzamento della collaborazione bilaterale tra i due paesi nonché una tappa rilevante per confermare l'amicizia tra Italia e Lituania.
  Condivide l'importanza, sottolineata anche dalla relatrice, di definire positivamente questa vicenda anche alla luce del fatto che il prossimo 1o luglio si aprirà il semestre di presidenza lituana dell'Unione europea.

  Edmondo CIRIELLI (FdI), ringraziando il Governo per la definizione dell'antica questione immobiliare oggetto dell'accordo in esame, rileva il ritardo nella conclusione della vicenda considerato che la stessa Russia ha già proceduto a riconoscere i diritti della Repubblica di Lituania a seguito della fine dell'occupazione territoriale. Ritiene, inoltre, importante dare seguito al principio di diritto internazionale secondo cui non si deve accettare lo stato di fatto derivante da un'occupazione illegale del territorio operata da un determinato paese.
  Osserva che il presente accordo fa pertanto onore all'Italia sul piano morale e conferisce piena dignità alla Repubblica di Lituania.

  Gianluca PINI (LNA), manifestando apprezzamento per la risoluzione di una controversia che ritiene poco edificante per la diplomazia italiana, chiede al Governo di fornire chiarimenti in ordine alla compatibilità comunitaria relativamente a quella parte dell'accordo che, derogando alla previsione di cui all'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n.296 del 2005 secondo cui la concessione d'uso di un bene demaniale ha una durata massima di 19 anni, fissa la durata della concessione della sede diplomatica alla Repubblica di Lituania in un tempo pari a 99 anni.
  Osservando che quello delle concessioni di beni demaniali è un tema sul quale l'Unione europea è molto sensibile, auspica un chiarimento della questione nel seguito dell'esame del provvedimento in titolo.

  Mario MARAZZITI (SCpI) giudicando positiva la chiusura della ventennale vicenda oggetto dell'accordo con la Lituania oggi in esame, fa presente che nell'accordo stesso esiste un impegno della Lituania a facilitare il Governo italiano ad identificare ed acquisire spazi idonei ad ospitare la sede delle rappresentanze diplomatiche italiane a Vilnius.
  Segnalando, sul punto, che la rappresentanza diplomatica italiana nella Repubblica di Lituania aveva sede in precedenza nella città di Kaunas, e facendo presente che tale sede ad oggi risulta in stato di abbandono, chiede al Governo di verificare se tale vecchia sede di Kaunas possa essere nuovamente presa in considerazione per attività di natura culturale, ad esempio in collaborazione con la Società Dante Alighieri.

  Mario GIRO, sottosegretario di Stato agli affari esteri, assicura che sarà cura del Governo approfondire le questioni sollevate nel corso della discussione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.10.

Pag. 32

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 29 maggio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 16.10.

Sulla II Conferenza interparlamentare per il controllo della PESC-PESD (Dublino 24-25 marzo 2013).

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, fa presente che la II Conferenza interparlamentare per il controllo della Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della Politica europea di sicurezza e difesa (PESD) si è svolta a Dublino il 24 e 25 marzo scorsi, nell'ambito del semestre di presidenza irlandese.
  Ricorda che tale Conferenza riunisce le delegazioni delle Commissioni esteri e difesa dei Parlamenti nazionali dell'Unione europea e del Parlamento europeo.
  Non essendo ancora state ricostituite le Commissioni permanenti alla data della Conferenza, la Presidenza della Camera ha designato a recarsi in missione a Dublino, su indicazione dei tre gruppi parlamentari più numerosi, i colleghi Lapo Pistelli per il Partito democratico, oggi Viceministro, Massimo Artini per il Movimento 5 Stelle e Deborah Bergamini per il Popolo della Libertà.
  Ritiene opportuno, al fine di garantire la continuità istituzionale anche in vista della Presidenza italiana dell'UE nel secondo semestre del 2014, acquisire agli atti della Commissione gli esiti della Conferenza di Dublino, per cui prega la collega di Bergamini di volerne riferire brevemente.

  Deborah BERGAMINI (PdL), segnala che la relazione centrale della Conferenza è stata svolta dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, che ha riferito sulle tre priorità del suo mandato: istituzione e promozione del Servizio europeo per l'azione esterna, sviluppo della politica di vicinato anche alla luce delle rivoluzioni arabe, rafforzamento dei partenariati strategici con i paesi-chiave e le organizzazioni internazionali.
  L'Alto rappresentante ha evidenziato i progressi compiuti dall'UE nel Corno d'Africa, dove è stato realizzato il cosiddetto comprehensive approach, mettendo insieme la gestione degli aiuti, gli interventi militari e l'assistenza alla transizione democratica. Fa presente che Catherine Ashton ha manifestato, al riguardo, soddisfazione per i risultati acquisiti sia nella lotta alla pirateria che nella stabilizzazione della Somalia, nonché ha rivendicato la preveggenza dell'Unione nel dotarsi di una strategia per il Sahel, che ha consentito oggi di affrontare in modo preparato la crisi del Mali. Rileva che, con riferimento al mondo arabo, Catherine Ashton ha descritto l'attività della task force da lei istituita per sostenere la transizione democratica fornendo supporto politico istituzionale e promuovendo l'economia, con particolare riguardo allo sviluppo delle piccole imprese ed alla lotta alla corruzione. In conclusione, osserva che l'Alto Rappresentante ha ribadito l'obiettivo dell'Unione europea di esportare in tutto il resto del mondo il suo modello di prevenzione delle crisi e di ogni forma di conflitto.
  Evidenzia che nell'ampio dibattito successivo è stata sottolineata l'esigenza di una maggiore attenzione per il continente africano nonché di un impegno più incisivo in Siria. Ricorda che è stata inoltre evidenziata la necessità di una maggiore integrazione degli aspetti civili e militari delle missioni UE.
  Fa notare che molti interventi si sono concentrati sui temi della difesa comune, denunciando i ritardi nella condivisione delle risorse e nella cooperazione industriale, lamentando peraltro lo stallo delle relazioni con la NATO.
  Fa presente che la seconda sessione plenaria si è incentrata sulla relazione del Vice Capo del Governo e Ministro degli esteri dell'EIRE, Eamon Gilmore, il quale, richiamando l'esempio positivo della pacificazione dell'Irlanda del Nord, ha sottolineato Pag. 33come l'Unione europea sia molto più che una semplice associazione tra Stati, ma abbia configurato un nuovo ordinamento giuridico fondato sulla libera scelta di condividere la sovranità nazionale ed orientato alla promozione della pace, della sicurezza e dei diritti umani in tutto il mondo.
  Osserva che il ministro Gilmore ha quindi indicato, quale priorità della Presidenza irlandese, il contributo alla risoluzione dei conflitti in Europa orientale ed in Africa, menzionando in particolare da un lato la Transnistria, dall'altro la Libia, il Mali e la Somalia. Nella successiva discussione sono stati in parte ripresi i temi affrontati anche con l'Alto Rappresentante, a cui si è aggiunta la sollecitazione a promuovere il ruolo delle donne, a ratificare la recente Convenzione dell'ONU sul commercio delle armi, a confrontarsi direttamente con la Russia sulla sicurezza regionale anche con riferimento al Caucaso e all'Asia centrale.
  Rileva che molti interventi hanno comunque segnalato l'esigenza di un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali anche oltre a quanto già previsto dal Trattato di Lisbona.
  Ricorda che la terza sessione plenaria è stata aperta dalla relazione del Ministro irlandese della giustizia e della difesa, Alan Shatter che ha ricordato le tappe evolutive della difesa europea, indicando nel 2008 il momento di svolta. Ricorda che Shatter ha auspicato che ciascun Paese sviluppi capacità specifiche a fronte dell'attuale scarsità di risorse, anche nel campo industriale al fine di accrescere la competitività europea rispetto agli Stati Uniti.
  Evidenzia che secondo il Ministro irlandese della giustizia e della difesa, in ogni caso, andrebbe meglio definito e reso più efficace il processo decisionale interno all'Unione dal momento che essa ormai non può che fare affidamento su sé stessa. I successivi interventi hanno lamentato i gravi ritardi accumulatisi in questo ambito del processo di integrazione europea nel quadro di una sostanziale inattuazione di quanto previsto dal Trattato di Lisbona. È stato evidenziato come rivesta carattere prioritario il reperimento delle risorse necessarie ad assicurare una capacità di risposta rapida da parte dell'Unione. Generale è stata pertanto la valutazione che il Consiglio europeo straordinario di dicembre rappresenti un'opportunità unica e da non perdere.
  Desidera rimarcare che la Conferenza di Dublino ha sperimentato per la prima volta lo svolgimento, accanto alle sessioni plenarie, di sessioni tematiche parallele dedicate a temi specifici, un'innovazione che ha registrato un diffuso consenso tra i partecipanti per i riscontrati vantaggi di poter entrare più nel dettaglio delle singole questioni.
  Sottolinea che il workshop sul Corno d'Africa si è incentrato sulle caratteristiche del comprehensive approach realizzato nella regione dalle strutture dell'Unione europea, anche se il Presidente della sottocommissione sicurezza e difesa del Parlamento europeo, Arnaud Danjean, ha segnalato che non sono ancora stati del tutto superati alcuni problemi burocratici e soprattutto non si è adeguatamente chiarito quale sia la «catena di comando».
  Fa presente che il secondo workshop è stato dedicato al ruolo dell'Unione europea nel processo di pace in Medio Oriente, con l'intervento del Rappresentante speciale Andreas Reinicke. Segnala che è stata ribadita l'esigenza di pervenire ad una soluzione globale, duratura e regionale che assicuri pace, stabilità e prosperità, sottolineando come tale obiettivo rappresenti un interesse fondamentale dell'Unione europea.
  Ricorda che, a margine dei lavori della Conferenza, le delegazioni partecipanti hanno preso in esame alcune questioni procedurali relative a seguiti della Conferenza precedente tenutasi a Cipro il 9 e 10 settembre 2012, segnalando in particolare che il Parlamento italiano è stato incluso nel Gruppo di lavoro che esaminerà, in vista della prossima Conferenza, le proposte emendative al regolamento interno della Conferenza stessa.
  Desidera rilevare che la Conferenza è terminata con l'adozione per consenso Pag. 34delle Conclusioni, proposte dalla presidenza irlandese e parzialmente emendate, in cui si richiede il rafforzamento del controllo democratico della PESC e della PESD attraverso un più sistematico, regolare e tempestivo scambio di informazioni che coinvolga sia il livello nazionale che quello comunitario.
  Con riferimento all'Africa, segnala che le Conclusioni incoraggiano l'Unione africana a svolgere un ruolo regionale, riconoscono la gravità della crisi in Mali e nel Sahel e registrano positivamente i primi risultati raggiunti nel Corno d'Africa. Si ribadisce altresì l'impegno per la pace in Medio Oriente, invitando ad intensificare il dialogo con la Lega Araba e con l'Organizzazione della Conferenza islamica.
  Ritiene opportuno integrare la relazione sulla partecipazione alla Conferenza di Dublino facendo riferimento alle conclusioni adottate ieri dal Consiglio dei Ministri degli esteri dell'Unione, che ha affrontato approfonditamente la crisi siriana.
  Segnala al riguardo che il Consiglio non ha prorogato l’embargo sulle armi, autorizzando, sia pure con le dovute garanzie, gli Stati membri ad effettuare esportazioni a favore della coalizione delle forze di opposizione al regime di Assad.
  Evidenziando che la decisione è stata molto travagliata ed ha ancora una volta rivelato le profonde divisioni interne all'Unione, tanto che il Ministro Bonino ha parlato di «una pagina ingloriosa», sottolinea che il Consiglio ha in ogni caso ribadito l'esigenza di ricercare una soluzione politica, appoggiando l'iniziativa statunitense e russa per una conferenza di pace.
  Fa presente che viva preoccupazione è stata espressa per le conseguenze della crisi siriana nei paesi limitrofi (penso in particolare al Libano ed al nostro contingente ivi dislocato) ma anche per la difesa dell'integrità territoriale e del pluralismo religioso della Siria, nonché per l'escalation della violenza e degli abusi perpetrati anche da parte delle forze ribelli, pur senza raggiungere l'intensità e la scala di quelli commessi dal regime.
  Sottolinea l'importanza che la Commissione segua con la dovuta attenzione, nel rapporto con il Governo, lo svolgimento dei periodi consigli dei ministri degli esteri dell'Unione europea.

  Mario GIRO, sottosegretario di Stato agli affari esteri, ringrazia l'onorevole Bergamini per l'intervento svolto e, ribadendo la posizione espressa del Ministro Bonino in ordine alla problematica dell’embargo delle armi in Siria, segnala che il Governo resta a disposizione del Parlamento per approfondire la materia, a cominciare dalle comunicazioni sulle missioni internazionali che il Ministro degli affari esteri e del Ministro della difesa renderanno alle competenti Commissioni a breve, come già convenuto.

  Arturo SCOTTO (SEL) nel ringraziare la collega Bergamini per le comunicazioni svolte, desidera manifestare forte preoccupazione per i recenti accadimenti in Siria. Al riguardo, esprime condivisione per la posizione del Governo sia nel merito, con riferimento all'orientamento di non avallare il superamento dell’embargo sulle armi, sia nel metodo, in ordine al rischio che la crisi siriana sia affrontata dall'Unione europea senza adottare una posizione comune. Segnala, inoltre, la necessità di un urgente confronto con il Governo per stabilire iniziative adeguate per affrontare nel breve e nel medio periodo la delicata situazione siriana.

  Mario MARAZZITI (SCpI), condividendo le preoccupazioni del Governo relative alla decisione del Consiglio dei ministri degli esteri dell'Unione europea sulla mancata proroga dell’embargo sulle armi in Siria, osserva che esiste il concreto rischio di un incremento di violenze e di vittime innocenti in quel Paese.
  Chiede, pertanto, al Governo di adoperarsi in tutte le sedi per trovare una soluzione europea condivisa che vada anche al di là delle iniziative prese sulla crisi siriana da Russia e Stati Uniti. Ricordando la terribile vicenda del giornalista Domenico Pag. 35Quirico e la difficile posizione della minoranza cristiana in Siria, desidera sottolineare, infine, che la garanzia del pluralismo in Medio Oriente è sempre più minacciata dal precipitare della crisi.

  Manlio DI STEFANO (M5S), dichiara di non condividere le affermazioni rese dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, in ordine alle conclusioni del vertice europeo di ieri ricordate dalle comunicazioni della collega Bergamini.
  Fa presente, al riguardo, che un intervento più incisivo in Siria non deve tradursi nell'appoggio incondizionato ad azioni armate, siano esse finalizzate a favorire l'opposizione alle forze governative ovvero le forze che fanno capo al presidente Hassad.
  Ritiene che la soluzione adottata dal Consiglio dei ministri degli esteri dell'Unione europea testimonia che l'Europa si caratterizza sempre più come un'unione finalizzata più all'economia che alla politica.
  Auspica, infine, che il Governo adotti in tutte le sedi una posizione netta di opposizione alla rimozione dell’embargo delle armi e chiede che la Commissione affronti la crisi siriana al più presto svolgendo i necessari approfondimenti conoscitivi.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), osserva che l'ultima parte delle comunicazioni rese dalla collega Bergamini sul tema della Siria meriterebbe una trattazione autonoma rispetto a quella relativa agli esiti della II Conferenza interparlamentare per il controllo della PESC-PESD di Dublino.
  Ricorda che la crisi siriana, con le sue oltre novantamila vittime civili a partire dal 2011, sta minacciando gravemente ogni possibile scenario di pace nell'intera area medio-orientale.
  Segnala l'opportunità di promuovere quanto prima un ampio dibattito sulla posizione europea da assumere sulla crisi siriana anche in vista della preannunciata nuova conferenza di pace. Ricorda che in Europa esistono due fronti di paesi con posizioni diverse sulla problematica della sospensione dell’embargo, auspicando che l'Italia assuma un atteggiamento ambizioso in sede europea che permetta di favorire l'adozione di una politica comune dell'Unione, di concerto con Stati Uniti e Russia, finalizzata a risolvere il conflitto. In tal senso, ritiene opportuno che il Governo riferisca quanto prima alle competenti Commissioni sugli sviluppi della situazione in Siria.
  Desidera inoltre sottolineare che la questione in esame deve essere affrontata congiuntamente a quella relativa alle missioni internazionali che vedono impegnata l'Italia.
  Rileva che il gruppo del Partito Democratico sostiene convintamente tali missioni e segnala l'importanza della presenza italiana in Libano considerando che questo paese potrebbe divenire terreno di conflitto a causa della sua vicinanza al territorio siriano.
  Dichiara infine di condividere la preoccupazione espressa dai colleghi in ordine alla necessità di favorire celermente la formazione di una comune politica estera europea.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ringraziando la collega Bergamini per la relazione svolta, concorda con le osservazioni svolte dagli intervenuti e quindi sull'opportunità di calendarizzare quanto prima sia l'indagine conoscitiva sul Mediterraneo sia una specifica audizione del Governo sulla crisi siriana.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara esaurite le comunicazioni in titolo, depositando agli atti della Commissione la relazione sulla missione a Dublino predisposta dai deputati che vi hanno preso parte (vedi allegato).

  La seduta termina alle 16.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.30 alle 16.35.

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