CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 20 maggio 2013
23.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Lunedì 20 maggio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Intervengono il Ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, Josefa Idem, e il viceministro degli affari esteri, Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 15.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011.
C. 118 Mogherini ed altri, C. 878 Spadoni ed altri, C. 881 Migliore ed altri e C. 940 Bergamini ed altri.
(Esame e rinvio – Adozione del testo base).

  La Commissione inizia l'esame delle abbinate proposte di legge in titolo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ricorda che non è stata abbinata la proposta di legge n. 459 Sbrollini ed altri, in quanto assegnata anche ad altra Commissione. Comunica altresì che è stata annunciata venerdì scorso la presentazione di un'altra proposta di legge, la n. 968 Meloni, che sarà anch'essa abbinata ove sia assegnata alla Commissione per tempo. Segnala che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione ha all'unanimità convenuto di iniziare i lavori legislativi della nuova legislatura con questo provvedimento di ratifica per corrispondere all'esigenza, largamente diffusa nella società, di rafforzare il contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Avverte che l'Assemblea ha calendarizzato la discussione generale di tale provvedimento lunedì 27 maggio pomeriggio, per cui la Commissione è chiamata a concludere i lavori in sede referente entro la corrente settimana. Saluta e ringrazia per la loro presenza ai lavori il ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, Josefa Idem, e il viceministro degli affari esteri Lapo Pistelli.
  Prima di dare la parola all'onorevole Carfagna per l'illustrazione della sua relazione, invita i gruppi a valutare, in considerazione dell'orientamento unanime emerso in seno all'ufficio di presidenza, l'opportunità di rinunciare al termine di presentazione degli emendamenti. In tal caso, l'esame preliminare potrebbe concludersi oggi stesso e risulterebbe pertanto Pag. 5superflua la seduta convocata per domattina alle 8,30. La Commissione tornerebbe a riunirsi alle 14 di domani per esaminare i pareri che perverranno da parte delle Commissioni competenti in sede consultiva.

  Maria Rosaria CARFAGNA (PdL), relatore, ringrazia il ministro per le pari opportunità Josefa Idem per la sua presenza nella seduta odierna, che testimonia il suo interesse per il tema all'ordine del giorno della Commissione, e le esprime la sua solidarietà per gli attacchi ricevuti nei giorni precedenti dettati, a suo avviso, da una forma di pregiudizio. Ringrazia altresì il Presidente Cicchitto per averle affidato l'incarico di relazionare sull'importante ratifica oggi all'ordine del giorno della Commissione e che riguarda il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante, nel quadro del Consiglio d'Europa, che istituisce un meccanismo di tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza, includendo la prevenzione e la repressione, nonché l'assistenza e l'educazione.
  Esprime altresì particolare soddisfazione per il fatto che la Commissione abbia inteso iniziare i suoi lavori legislativi nella XVII legislatura incardinando le proposte di legge di iniziativa parlamentare relative alla Convenzione di Istanbul.
  Sottolinea peraltro il significativo rilievo politico rappresentato dal fatto che risultano abbinati quattro identici testi presentati da gruppi parlamentari sia di maggioranza che di opposizione, che la Conferenza dei Presidenti di gruppo, per unanime volontà delle parti politiche, confortata dalla sensibilità della Presidente della Camera, ha calendarizzato in Assemblea per la settimana successiva.
  Ricorda che nella scorsa legislatura la sottoscrizione e quindi la ratifica di questa Convenzione fu sollecitata inizialmente da un appello al Governo il 2 febbraio 2012 dalle donne parlamentari italiane componenti dell'Assemblea del Consiglio d'Europa. Rammentando che il successivo iter legislativo è stato interrotto dallo scioglimento delle Camere, rileva che l'autorevole e pressante richiamo del Presidente della Repubblica su questo tema in occasione del messaggio augurale agli italiani ha rappresentato a suo giudizio un imperativo politico e morale cui questo Parlamento deve corrispondere nei tempi più brevi e nei modi più efficaci.
  Evidenzia che la drammaticità dell'emergenza ormai quotidiana della violenza contro le donne non si esaurisce purtroppo nel clamore che spesso viene suscitato dai mezzi di comunicazione. Si tratta invece di una realtà persistente e pervasiva che anche in società avanzate come la nostra assume la dimensione di una inaccettabile violazione dei diritti umani, come recita il testo della Convenzione, ed un autentico pericolo sociale, come confermato dalle statistiche sul femminicidio. Limitandosi a citare soltanto i recenti dati statistici più eclatanti, ricorda che in Europa ogni giorno sette donne vengono uccise dai loro partner e che in Italia sono state uccise nello scorso anno più di 120 donne, una ogni tre giorni.
  La ratifica della Convenzione di Istanbul costituisce a suo avviso un'occasione da non perdere per affrontare e contrastare il fenomeno della violenza nei confronti delle donne in un'ottica globale, cosa che implica innanzitutto la promozione di un cambiamento culturale, poiché è ormai innegabile che la violenza sulle donne affonda le sue radici in una cultura dominante profondamente indifferente o addirittura ostile ad una piena uguaglianza tra uomini e donne. Ed è evidente a tutti che proprio il raggiungimento della piena parità tra uomini e donne è precondizione essenziale e necessaria per prevenire la violenza di genere.
  Rileva che con la ratifica della Convenzione di Istanbul Parlamento e Governo hanno l'opportunità di proseguire un percorso virtuoso di aggiornamento ed armonizzazione della legislazione, come del resto auspicato anche da tutte le mozioni che sono state presentate in Assemblea la settimana precedente aventi come primi firmatari i colleghi Binetti, Speranza, Locatelli e Brunetta, ma anche Pag. 6l'avvio di un cambiamento di cultura che respinga ogni forma di pregiudizio o discriminazioni basati sul genere.
  Considera, tuttavia, doveroso evidenziare come non si parta da zero e soprattutto come negli ultimi anni si siano apprestate misure legislative ed amministrative che hanno reso l'ordinamento italiano tra quelli che già assicurano un elevato grado di conformità alla Convenzione, anche sotto il profilo della tutela penale. Tutto questo anche grazie al consenso bipartisan che ha sempre contraddistinto l'approccio a questo tema da parte delle forze politiche.
  Rileva in proposito che proprio in virtù di tale sensibilità, svolgendo le funzioni di Ministro per le pari opportunità, ha potuto promuovere, l'11 novembre 2010, il primo Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking.
  Il Piano costituisce, ad oggi, lo strumento principale per l'elaborazione e lo sviluppo da parte di tutti i soggetti coinvolti – sia pubblici sia privati – di azioni coordinate di prevenzione e contrasto alla violenza, nonché di protezione, tutela, inserimento e reinserimento delle vittime.
  L'avvio del Piano nazionale ha, a suo parere, significato per il nostro Paese l'inizio di un impegno unitario e concreto a contrastare la violenza in ogni sua forma. Il Piano si basa sulla consapevolezza che, per affrontare il problema, sia necessario incidere attivamente sui processi culturali e che le misure d'intervento debbano integrare azioni repressive con politiche coordinate in campo sociale, educativo, informativo e normativo. Azioni incentrate su un approccio multidisciplinare a carattere trasversale, che renda possibile la messa in rete sul territorio nazionale di tutte le competenze, istituzionali e non, altamente specializzate: una logica di intervento che ha anticipato l'approccio successivamente adottato dalla Convenzione di Istanbul.
  Ricorda che la Convenzione in esame si compone di un preambolo, di 81 articoli raggruppati in dodici capitoli e di un allegato. Il primo articolo elenca gli obiettivi dello strumento pattizio circa la predisposizione di un quadro globale di politiche e misure di protezione e di assistenza a favore di tutte le vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica.
  Quale punto di riferimento del contrasto della violenza nei confronti delle donne è invocato il principio di non discriminazione in tutte le sue articolazioni (articolo 4), anche «al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini» (articolo 12).
  Ribadisce che la Convenzione dedica ampio spazio alla prevenzione, alla sensibilizzazione, all'educazione, all'informazione, prescrivendo altresì l'adozione di misure in materia di assistenza per le denunce individuali o collettive, la creazione di case-rifugio, l'allestimento di linee telefoniche gratuite di assistenza continua (già esistenti in Italia) nonché di servizi di supporto specializzati.
  Nell'ambito dei Capitoli V e VI, relativi al diritto sostanziale e a quello processuale, si forniscono adeguati mezzi di ricorso civile, ivi incluso il diritto al risarcimento dei danni subiti entro un termine ragionevole. Quanto alla parte penale, in cui sono prescritte sanzioni «efficaci, proporzionate e dissuasive», comparando le norme della Convenzione con un analisi del quadro normativo nazionale, evidenzia come il nostro ordinamento giuridico già prevede un quadro molto articolato di misure volte a contrastare la violenza di genere e lo stalking.
  Tra le misure di carattere repressivo ricorda: le norme ricomprese nell'ambito dei «Delitti contro la libertà morale», di cui agli articoli 610 e seguenti del codice penale volte a punire chiunque compromette l'integrità psicologica di una persona con la coercizione e le minacce; la norma volta a punire la commissione di atti persecutori di cui all'articolo 612-bis del codice penale; le norme ricomprese nell'ambito dei «Delitti contro la vita e l'incolumità individuale» di cui agli articoli 575 e seguenti del codice penale (tra cui gli Pag. 7articoli 581, percosse, e 582, lesioni personali) volte a penalizzare il comportamento intenzionale di chi commette atti di violenza fisica nei confronti di un'altra persona; l'articolo 572 del codice penale che punisce i maltrattamenti contro i familiari e i conviventi; le norme volte a punire la violenza sessuale semplice e di gruppo; le norme volte a punire chiunque ponga in essere pratiche di mutilazione genitale femminile.
  Ritiene opportuno valorizzare il fatto che l'impianto della Convenzione si incentri su un penetrante meccanismo di controllo affidato ad un gruppo di esperti indipendenti (GREVIO) chiamato ad esaminare le legislazioni approntate dagli Stati-parte, ed a valutarle sotto il profilo della corrispondenza con le norme convenzionali.
  In tale contesto, risulta molto importante l'esplicita menzione dei Parlamenti nazionali (articolo 70) che ricevono i rapporti del predetto gruppo di esperti e partecipano al controllo delle misure attuative, mentre un bilancio periodico sull'applicazione della Convenzione è affidato all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che, come noto, si compone di delegazioni degli stessi Parlamenti nazionali.
  Quanto all'entrata in vigore della Convenzione di Istanbul, ricorda che sono necessarie le ratifiche di dieci Stati firmatari di cui almeno otto facenti parte del Consiglio d'Europa. Ad oggi hanno sottoscritto la Convenzione 29 Stati, quattro dei quali hanno già provveduto alla ratifica.
  Al riguardo, osserva che la Commissione ed il Parlamento italiano nel suo complesso non possano limitarsi ad una tempestiva ratifica, ma debbano impegnare il Governo a sollecitare gli altri Stati, firmatari e non, a procedere in tal senso, utilizzando tutte le sedi multilaterali disponibili.
  Ribadisce tale esigenza, in ragione del fatto che buona parte della futura efficacia della Convenzione dipende anche dalla cooperazione internazionale da dispiegare, ai sensi del Capitolo VIII, ivi inclusa l'assistenza giudiziaria, l'estradizione, nonché lo scambio di informazioni a fini sia preventivi che repressivi.
  Conclude, quindi, auspicando la più celere conclusione del presente iter di ratifica in entrambi i rami del Parlamento, che avrebbe il duplice significato di confermare la sensibilità dell'Italia nella lotta contro la violenza nei confronti delle donne e di caratterizzare anche la legislatura in corso nel senso di un rinnovato impegno legislativo sulla materia.
  Propone pertanto ai colleghi l'adozione di un testo unificato delle proposte di legge assegnate come testo base di un testo unificato (vedi allegato), limitato al dispositivo di ratifica, fermo restando che eventuali aspetti di natura finanziaria potranno essere più utilmente valutati a seguito dell'espressione del parere da parte della Commissione Bilancio.

  Josefa IDEM, ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, nel ringraziare e salutare il presidente della Commissione, nonché il relatore del provvedimento e tutti i deputati componenti della Commissione stessa, ricorda la necessità di porre in essere un intervento forte, deciso e condiviso sul tema della prevenzione e della lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
  Fa presente che il Governo, pur avendo già predisposto un disegno di legge volto alla ratifica della Convenzione in esame, intende sostenere ed appoggiare i progetti di legge di iniziativa parlamentare presentati al riguardo in considerazione dell'ampia convergenza dimostrata dalle forze parlamentari nonché della sollecitazione ad affrontare il problema proveniente dal Presidente della Camera dei deputati. Condivide altresì l'appello della relatrice alla sollecitazione da parte del Governo della ratifica presso gli Stati ancora in ritardo.
  Segnala che, nelle more dell'entrata in vigore del provvedimento oggetto della ratifica, è sua intenzione ad adottare una serie di misure utili a dare una protezione immediata ed efficace alle vittime delle violenze.Pag. 8
  Manifesta, pertanto, l'intenzione di istituire una task-force che, a livello governativo, riunisca i Ministeri interessati dalla materia congiuntamente a tutti i soggetti quali forze di polizia, magistrati, medici, datori di lavoro, docenti a vario titolo competenti ad intervenire a tutela delle vittime dei reati. Dichiara, inoltre, di voler costituire un Osservatorio nazionale sulla violenza di genere e sullo stalking che raccolga, tra l'altro, dati uniformi come richiesto dall'Unione europea.
  Osserva, infine, che è sua intenzione presentare un ulteriore disegno di legge volto ad anticipare l'introduzione di alcune misure contenute nella Convenzione quali quelle in materia di prevenzione, con particolare riferimento alle azioni di sensibilizzazione, educazione, formazione nonché quelle in tema di protezione e sostegno delle vittime quali ad esempio quelle relative al supporto specializzato e all'assistenza, alle case-rifugio e alle linee telefoniche di sostegno. Anche sotto il profilo penalistico, pur essendo molti reati già perseguiti, evidenzia l'esigenza di completarne il quadro.
  Conclude preannunciando che nella giornata di mercoledì prossimo terrà un incontro con tutti gli operatori e le associazioni che lavorano nei centri anti-violenza finalizzato a coordinare le azioni di contrasto al fenomeno.

  Lapo PISTELLI, viceministro degli affari esteri, nel salutare i colleghi e gli uffici con cui nella scorsa legislatura ha condiviso il lavoro in Commissione, auspica una proficua collaborazione nel comune obbiettivo di aumentare sempre più il prestigio ed il ruolo centrale del nostro Paese sulla scena internazionale.
  Fa presente che i progetti di legge oggi all'esame della Commissione costituiscono solo l'ultimo atto di un impegno costante assunto dall'Italia, fin dagli anni settanta, nel consesso internazionale per contrastare il fenomeno della violenza di genere, finalmente declinato nella formula integrata delle cosiddette tre p: prevenire, proteggere, punire.
  Ricorda, al riguardo, che la presenza italiana nelle missioni internazionali, con particolare riferimento anche all'azione dell'Arma dei Carabinieri, ha favorito la realizzazione di attività di formazione finalizzate a sensibilizzare tutti gli operatori nei confronti di questo terribile fenomeno diffuso in paesi quali l'Afghanistan, il Libano, la Liberia, la Sierra Leone e i Territori Palestinesi.
  Nell'auspicare che il procedimento di ratifica della Convenzione si concluda rapidamente, come indicato anche dal ministro Bonino nella recente audizione sulle linee programmatiche, segnala che sarà cura del Governo promuovere ogni azione utile ad implementare e migliorare le disposizioni contenute nella Convenzione medesima, ivi inclusa la sollecitazione della relativa ratifica negli incontri bilaterali con gli altri Stati firmatari.

  Federica MOGHERINI (PD) esprime grande soddisfazione per la decisione condivisa dai colleghi della Commissione di affrontare, quale primo impegno, la procedura di ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica fatta a Istanbul l'11 maggio 2011. Si tratta di un importante traguardo che viene raggiunto dopo un anno di intenso lavoro da una legislatura all'altra.
  Nel ricordare l'impegno speso sulla materia assieme alla collega. Bergamini nella scorsa legislatura in seno alla delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, culminato nella Giornata internazionale contro la violenza nei confronti delle donne dello scorso mese di novembre, desidera richiamare l'attenzione su alcuni punti focali nel contrasto al fenomeno. Al riguardo segnala: l'esigenza di non concentrarsi solo sui casi di femminicidio trascurando gli altri episodi di violenza, l'importanza della prevenzione quale elemento fondamentale a garantire l'effettività della parità di genere; la necessità di considerare la violenza nei confronti delle donne quale una violazione dei diritti umani nonché la priorità di Pag. 9garantire un effettivo monitoraggio dell'efficacia delle norme in materia, una volta entrate in vigore.
  Nel far notare l'importanza di assicurare adeguati finanziamenti ai centri anti-violenza che saranno istituiti, esprime apprezzamento per l'avvio della procedura di ratifica della Convenzione ricordando altresì che il provvedimento tutela non soltanto le donne ma anche i bambini spesso testimoni della violenza domestica.
  Lamenta quindi il fatto che ormai il fenomeno della violenza contro le donne abbia assunto natura strutturale anche in Italia e che costituisce anche un grave costo sociale, stimato dal Consiglio d'Europa in oltre 500 euro pro-capite.
  Nell'evidenziare l'opportunità di addivenire rapidamente alla conclusione dell’iter legislativo relativo al provvedimento in esame, che realizza per la prima volta un approccio integrato, osserva che sarebbe auspicabile una forte sensibilizzazione al tema anche da parte dei colleghi deputati di sesso maschile, raccomandando l'adozione successiva di tutte le misure attuative da dotare delle necessarie risorse finanziarie.

  Maria Edera SPADONI (M5S) concorda con la soddisfazione espressa dalla collega Mogherini relativamente alla decisione, auspicata anche dalla Presidente della Camera dei deputati, di affrontare immediatamente la ratifica della Convenzione in esame.
  Nel ricordare i dati sconfortanti riguardanti l'Italia presenti sia nel rapporto della relatrice speciale dell'ONU sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo, sia nel Global Gender Gap Report 2012, ossia la classifica sul divario di opportunità tra uomini e donne in 135 Paesi stilata dal World Economic Forum, segnala l'importanza dell'affermazione resa dal Ministro Idem in ordine all'intenzione di istituire un Osservatorio nazionale sulla violenza di genere e sullo stalking.
  Fa notare, inoltre, l'importanza di alcune norme contenute nella Convenzione quali ad esempio quelle di cui all'articolo 14 in materia di educazione negli istituti scolastici nonché nei centri sportivi, culturali, di svago e nei mass media, finalizzate a favorire, specie nei giovani, una maggiore sensibilizzazione al problema anche al fine di rendere più efficace la prevenzione del fenomeno. Menziona al riguardo gli esempi dell'Argentina e del Messico. Auspica, infine, che del tema si occupino non solo le donne, ma anche gli uomini.

  Arturo SCOTTO (SEL), nel condividere le affermazioni rese dai colleghi in ordine all'importanza di approvare rapidamente la ratifica della Convenzione in esame, anche alla luce delle denunce in sede ONU e dei dati relativi al Global Gender Gap Report 2012, ricordati dalla collega Spadoni, esprime condivisione per la relazione svolta e vivo apprezzamento per la decisione della Commissione di farne il primo atto della legislatura in piena sintonia con l'indirizzo dichiarato dalla Presidente Boldrini.
  Osserva in proposito che, pur riscontrando elementi di continuità, occorre sancire una svolta nella coscienza del Paese che deve fare i conti con una realtà sociale ripiegata su stessa, la cui gravità è confermata dalle statistiche che registrano il dato di sette milioni di donne vittime di violenza fisica o sessuale nell'arco della loro vita.
  Segnala quindi la necessità di agire su più fronti, come detto dalla collega Mogherini, per contrastare il fenomeno della violenza nei confronti delle donne. Al riguardo fa presente l'opportunità che i mezzi di comunicazione si dotino al più presto di adeguate forme di autoregolamentazione finalizzate a frenare la diffusione dilagante della pornografia che svilisce il ruolo e l'immagine della donna. Auspica poi in particolare l'adozione di meccanismi di protezione delle donne migranti vittime spesso dimenticate di questa piaga, nonché la promozione dell'educazione scolastica e il potenziamento dei centri anti-violenza e delle case-rifugio. Confida pertanto che il ministro Idem sia conseguente nella sua azione agli impegni annunciati.Pag. 10
  Ritiene infine opportuno che il Governo si adoperi in tutte le sedi internazionali per ricordare il ruolo preminente assunto dall'Italia nel contrasto del fenomeno testimoniato anche dalla circostanza che il nostro Paese sarà uno dei primi a ratificare il provvedimento.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto), nel condividere le valutazioni emerse nel corso del dibattito, si associa alla collega Mogherini circa il fortissimo legame esistente tra il tema della parità di genere e la violenza contro le donne che rappresenta la più estrema forma di negazione della parità stessa. Con riferimento alle indicazioni formulate dal ministro Idem, suggerisce, anche sulla base di un'esperienza diretta maturata presso il Parlamento europeo, di includere nella task-force proposta anche le associazioni femminili e di tenere conto nella denominazione dell'istituendo Osservatorio nazionale della violenza domestica. Invita peraltro ad accelerare i tempi senza però incorrere in errori dovuti alla fretta, segnalando ad esempio la ricaduta negativa sotto il profilo della comunicazione della scelta di calendarizzare in Assemblea il provvedimento in esame lo stesso giorno in cui si svolgono le prossime tornate elettorali amministrative.
  Entrando nel merito del provvedimento stesso, ne sottolinea la ricchezza dell'articolato convenzionale, lamentando tuttavia il fatto che la ratifica rischi di restare «nuda» se non si procederà ad un riesame della legislazione vigente, soprattutto in materia di protezione ed assistenza, ed al reperimento delle necessarie risorse finanziarie. Sollecitando al riguardo l'esigenza di attuare altri importanti strumenti internazionali attinenti al tema, ed in particolare quattro direttive dell'Unione europea, raccomanda di non accontentarsi del risultato raggiunto per non far torto all'importante impegno sin qui dispiegato.

  Deborah BERGAMINI (PdL), nel ringraziare la collega Carfagna per l'eccellente relazione, ricorda il lungo percorso compiuto con un impegno trasversale da parte delle forze parlamentari per il conseguimento della ratifica in oggetto, sottolineando come abbia prevalso una volontà comune e non vi sia stata alcuna rincorsa al primato. Ricorda altresì come molto lavoro preventivo sia stato svolto presso il Consiglio d'Europa, unitamente alla collega Mogherini, per cui sollecita l'esercizio di pressioni diplomatiche volte ad ottenere la ratifica della Convenzione anche da parte degli altri Stati membri.
  Avverte però l'esigenza di sottolineare come un altro grande lavoro inizi soltanto adesso, rivendicando tuttavia il ruolo da protagonista che il Parlamento italiano, ed in particolare la Camera dei deputati, hanno rivestito nella scorsa legislatura per promuovere la consapevolezza della gravità del fenomeno della violenza nei confronti delle donne. Rammenta a tale proposito il concorso per giovani aspiranti registi su youtube e la Conferenza sulle donne nella primavera, o meglio nella stagione araba, nel cui ambito il tema della violenza contro le donne fu purtroppo centrale. Esprime quindi soddisfazione per il fatto che l'iniziativa di tale Conferenza, presa dall'Italia, sia diventata un momento periodico di raccordo in seno al Consiglio d'Europa. Riferendosi infine alla Conferenza di Pechino del 1995, da cui prese le mosse un rinnovato processo di emancipazione femminile, sottolinea la scelta simbolica che oggi la Commissione compie nel porre la ratifica della Convenzione di Istanbul come atto iniziale della nuova legislatura. Dichiara pertanto che il suo gruppo non presenterà alcun emendamento.

  Mario MARAZZITI (SCpI) manifesta il favore del suo gruppo alla ratifica in oggetto, intervenendo in nome del principio di pari opportunità anche per non lasciare sole le colleghe deputate. Concorda con l'onorevole Locatelli sull'importanza di non lasciare «nuda» la Convenzione in esame, dal momento che tutte le violenze contro le donne si configurano come violazioni dei diritti dell'uomo. Auspica pertanto l'assunzione di un forte impegno morale e politico per apprestare Pag. 11strumenti concreti e pratici di attuazione della Convenzione anche prima della sua entrata in vigore. Sottolinea in particolare l'esigenza di assicurare sicurezza e sostegno alle donne che denunciano le violenze subite, anche eventualmente rendendo pubblico, come avviene negli Stati Uniti, un elenco delle persone denunciate. Lamenta poi la gravità della condizione delle donne migranti che sono vittime di violenza in una proporzione che va ben al di là del loro numero. Invita anche a non sottovalutare il pericolo derivante dagli approcci via internet.
  Si esprime quindi a favore del testo unificato quale modo più semplice per autorizzare la ratifica, suggerendo l'eventualità di accompagnarne l’iter in Assemblea con la presentazione di un ordine del giorno in cui possano essere riprese, tra l'altro, le osservazioni formulate all'atto della sottoscrizione dal Governo circa il rispetto dei principi costituzionali, rammentando al riguardo la questione relativa alla definizione del «genere», nonché alcune altre questioni quali il risarcimento a carico dello Stato ovvero la procedibilità d'ufficio, da limitare a suo avviso ai casi più gravi che, ai sensi della Convenzione, potrebbero fare oggetto di riserva, nello spirito tuttavia di limitare e circoscrivere tale facoltà.

  Edmondo CIRIELLI (FdI) si esprime per la più rapida approvazione delle proposte di legge di ratifica anche alla luce dei recenti gravi fatti di cronaca ritenendo che spetti al Governo predisporre un altro testo legislativo per le misure attuative. Pur considerando in generale adeguato l'impianto codicistico, segnala la necessità di accrescere le pene soprattutto per quanto concerne pratiche nuove ed altamente lesive, come l'utilizzo di acidi. Lamenta altresì la quasi assenza di politiche sociali statali ed auspica che la presenza a questo dibattito del nuovo ministro per le pari opportunità possa invertire tale tendenza.

  Manlio DI STEFANO (M5S) si associa alla collega Spadoni circa l'opportunità di ratificare immediatamente la Convenzione in esame e ringrazia il ministro Idem per aver rispettato l'iniziativa parlamentare, auspicando che tale metodologia sia adottata come regola generale. In considerazione dell'ampiezza della tematica, che investe competenze di altre Commissioni permanenti, invita i colleghi deputati a farsi «ambasciatori» presso i rispettivi gruppi affinché, ancor prima dell'entrata in vigore della Convenzione, le misure ivi contemplate possano essere implementate, tenendo particolarmente conto degli aspetti educativi e sociali.
  Invita altresì a valutare come forme di violenza contro le donne anche il loro mancato accesso al lavoro nonché lo sfruttamento della prostituzione.
  Lamenta poi la scarsa attenzione delle passate legislature, spesso caratterizzate da momenti bui, a fronte della necessità di promuovere lo sviluppo di una maggiore sensibilità al tema. Pur comprendendo la questione sollevata dalla collega Locatelli circa il profilo della comunicazione, ritiene che se tutti i colleghi si impegnassero a pubblicizzare quello che veramente si fa in Parlamento il problema sarebbe risolto. Apprezza in particolare l'iniziativa ricordata dalla collega Bergamini circa il ricorso a youtube e concorda con il collega Scotto sulla preoccupazione relativa agli stereotipi femminili di marca pornografica che prevalgono non solo in televisione ma in generale nel marketing. Conclusivamente, auspica che si vada presto oltre la mera ratifica della Convenzione di Istanbul e se ne sfruttino tutte le possibilità.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), nel ringraziare le colleghe Mogherini e Bergamini per l'impegno profuso nella precedente legislatura e ripreso in quella corrente, manifesta soddisfazione per il fatto che la Commissione abbia scelto come suo primo atto questa importante ratifica. Nel salutare il viceministro Pistelli e nell'augurargli buon lavoro, esprime apprezzamento per l'impegno del Governo, ritenendo che l'approvazione della ratifica della Convenzione di Istanbul dia forza al sistema-Paese anche nelle sue relazioni mediterranee. Pag. 12Ringraziando anche il ministro Idem, concorda con lei circa l'importanza di far progredire i diritti delle donne in termini di inclusione e di partecipazione.
  Prendendo spunto dal dibattito svolto, auspica che esso possa essere d'avvio al dispiegamento di una specifica azione politica della Commissione in varie direzioni, inviando un messaggio di sostegno al Governo anche su altre delicate materie come ad esempio l'imminente riforma della legge sulla cooperazione. Ringraziando infine il Presidente per la gestione del provvedimento, dichiara che il suo gruppo non presenterà emendamenti.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) ricorda al collega Di Stefano che, accanto a momenti bui nella vita parlamentare, vi sono anche momenti di luce come quello della scorsa legislatura in cui, grazie alle colleghe Mogherini e Bergamini impegnate presso l'Assemblea del Consiglio d'Europa, si è realizzata una costruttiva sinergia tra Parlamento e società civile proprio sul tema della Convenzione di Istanbul. Quanto all'attuazione della Convenzione stessa, sottolinea l'importanza di superare alcune visioni tradizionali che non possono oggi fare trascurare il fatto che la violenza nei confronti delle donne è diventata un dato strutturale e non emergenziale, come appena ricordato dalla collega Mogherini.
  Nel manifestare ampia soddisfazione politica per il passo che si sta compiendo, ringrazia il ministro Idem per il programma che ha delineato, invitando a prendere provvedimenti non solo legislativi ma anche amministrativi. Si associa alla collega Locatelli circa l'esigenza di rafforzare la rete informativa e di inserire nell'istituenda task-force le competenti organizzazioni e associazioni femminili, al fine di potenziare la logica della verifica che è insita alla Convenzione. Manifesta altresì interesse per il suggerimento del collega Marazziti circa la pubblicità di una lista di colpevoli di atti di violenza e concorda con il collega Scotto circa il cambiamento di approccio nei confronti delle donne che dovrebbe caratterizzare il sistema pubblico radio-televisivo.
  Riferendosi al viceministro Pistelli, invita il Governo ad impegnarsi maggiormente perché sia implementata la risoluzione 1325 delle Nazioni Unite adottata nel 2000 in tema di donne, pace e sicurezza, nella convinzione che i processi di pacificazione trarrebbero sicuro giovamento da un coinvolgimento più diretto della componente femminile.

  Maria Rosaria CARFAGNA (PdL), relatore, nel replicare ai colleghi intervenuti, ringrazia per i numerosi spunti di approfondimento dei contenuti della Convenzione che potranno essere molto utili nel percorso successivo. Si dichiara poi soddisfatta del clima di condivisione emerso anche con riferimento all'esigenza di celerità dell’iter legislativo. Concordando con la collega Villecco Calipari a proposito dei momenti positivi vissuti dall'istituzione parlamentare, fa presente di aver voluto richiamare nella sua relazione il fatto che non si parta oggi da zero al fine di evitare sovrapposizioni sia legislative che amministrative. Al riguardo, rammenta in modo particolare il Protocollo d'intesa siglato per la prima volta tra il ministro delle pari opportunità ed il ministro dell'istruzione. Riterrebbe altresì utile una verifica sull'attuazione del Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, a cui sono stati assegnati venti milioni di euro.
  Rinnovando al ministro Idem la proposta di convocare gli stati generali per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne, lamenta il calo di sensibilità registratosi nell'ultimo anno e mezzo, con tutta probabilità anche a causa di una sovrapposizione delle deleghe in seno alla Presidenza del Consiglio. Dichiarandosi fiduciosa circa il contributo delle forze dell'ordine ed insistendo sull'opportunità di assisterle sotto il profilo dell'approccio culturale e dell'omogeneità di comportamento su tutto il territorio nazionale, confida che il primo passo rappresentato dalla ratifica all'ordine del giorno sia presto seguito da ulteriori e positivi sviluppi.

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  Josefa IDEM, ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, fornisce chiarimenti circa l'istituenda task-force, la cui articolazione sarà attentamente valutata, e sui relativi obiettivi di conseguire trasversalità amministrativa e coordinamento interministeriale. Concordando con le osservazioni della relatrice, assicura che l'imminente giornata di ascolto, prevista per mercoledì prossimo, sarà il punto di partenza per acquisire tutti i punti di vista presenti nelle organizzazioni della società civile. Torna poi a sottolineare le origini culturali del fenomeno della violenza contro le donne, che condizionano anche l'eventualità della denuncia tanto che sarà necessario un rigoroso protocollo da osservare per evitarne il ritiro. Sottolinea altresì l'importanza di agire nelle scuole non solo a titolo informativo, ma anche e soprattutto promuovendo nelle giovani generazioni lo sviluppo del senso critico.

  Lapo PISTELLI, viceministro degli affari esteri, osserva che anche la ratifica pura e semplice della Convenzione di Istanbul assume un particolare rilievo operativo in quanto il ricco articolato configura un piano d'azione molto concreto che viene accettato senza limiti preventivi, a conferma di un impegno anche da parte del Governo robusto e non condizionato. Richiamandosi agli interventi svolti dal ministro Idem per quanto concerne il quadro interno, aggiunge alcuni ulteriori elementi relativi alla proiezione internazionale dell'Italia, che è attiva sul tema anche nel G8 e nel contributo al trust fund delle Nazioni Unite. Ribadisce l'impegno a promuovere presso gli Stati membri del Consiglio d'Europa la ratifica della Convenzione di Istanbul e preannuncia l'intenzione di proporre in sede europea, a partire dalla prossima riunione ministeriale di Bruxelles del 28 maggio sulla cooperazione allo sviluppo, l'inserimento dell'eliminazione della violenza contro le donne tra gli obiettivi Post-2015 che le Nazioni Unite adotteranno per aggiornare gli obiettivi di sviluppo del Millennio.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, esprime vivo apprezzamento per il fatto che la Commissione abbia colto in modo non formale la rilevanza del tema all'ordine del giorno che non è limitato ad un mero provvedimento di ratifica, ma riguarda un nodo cruciale della vita associata e personale nel mondo contemporaneo. Ritiene infatti che l'incremento della violenza nei confronti delle donne derivi dal rifiuto da parte della popolazione maschile di accettare la crescita del ruolo femminile nella società. Al riguardo, concorda con la collega Mogherini sull'esigenza di non concentrarsi soltanto sui casi di femminicidio, dal momento che ci troviamo di fronte ad una violenza parcellizzata, anche nel nostro Paese, che rende drammatica la vita quotidiana di molte famiglie. Apprezza altresì il fatto che l'odierno dibattito abbia visto partecipe non solo la rappresentanza parlamentare femminile, ma tutta la Commissione. Ne consegue che l'autorizzazione alla ratifica della Convenzione di Istanbul possa andare ben al di là del mero adempimento burocratico, anche in quanto primo atto della legislatura compiuto dalla Commissione.
  Nel prendere atto del consenso emerso tra i gruppi circa la rinuncia al termine di presentazione degli emendamenti, propone che la Commissione adotti come testo base il testo unificato predisposto dalla relatrice.

  La Commissione conviene.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, dichiara pertanto concluso l'esame preliminare del provvedimento che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione del relativo parere. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani alle ore 14.

  La seduta termina alle 17.

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