CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 21 dicembre 2012
760.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 33

SEDE REFERENTE

  Venerdì 21 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 9.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013).
C. 5534-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 e relativa nota di variazione.
C. 5535-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Seguito esame congiunto e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei disegni di legge, rinviato nella seduta del 20 dicembre 2012.

  Renato BRUNETTA (PdL), relatore sul disegno di legge di stabilità, intervenendo in sede di replica, segnala preliminarmente che il disegno di legge di stabilità, come modificato dal Senato, si compone di un solo articolo composto di 554 commi, mentre il testo licenziato dalla Camera era composto di tre articoli per un totale di 210 commi. Aspetto formale, questo, che già segnala l'assalto alla diligenza che si è realizzato al Senato, al contrario del procedere ordinato dei lavori alla Camera. Dal punto di vista quantitativo, rileva come l'aumento delle entrate e delle spese, nella versione approvata dal Senato, abbia comportato il mancato rispetto dei saldi, che erano Pag. 34rimasti invariati, rispetto alla proposta del Governo, nella versione licenziata dalla Camera. Rileva, quindi, come la Camera abbia rispettato il rigore della Ragioneria che, tuttavia, ha tenuto un atteggiamento sostanzialmente diverso al Senato. Ricorda come in futuro le cose dovrebbero cambiare con l'istituzione dell'organismo indipendente previsto dalla legge rafforzata che ha introdotto nella nostra Costituzione il principio del pareggio di bilancio. Fa presente, infine, come siano state inserite nella legge di stabilità una serie di proroghe eccedenti il contenuto proprio di tale provvedimento, con la giustificazione, più o meno accettabile, dall'evento straordinario rappresentato dalla chiusura anticipata della legislatura. Rileva che dalla seconda Nota di variazioni risulta che il disegno di legge di stabilità 2013, come modificato dagli emendamenti approvati dal Senato, determina un incremento di 3,8 miliardi sia sul versante delle entrate sia su quello della spesa rispetto al quadro determinato dal testo approvato in prima lettura alla Camera. Passando da un importo di circa 14 miliardi in media nel triennio, del testo approvato dalla Camera a un livello di 18 miliardi, risultante dal testo licenziato dal Senato, con incremento sia in termini di cassa, sia in termini di competenza. Sottolinea, in particolare, come in ciascun anno del triennio le modifiche apportate dal Senato abbiano determinato un aumento delle entrate superiore a quello delle spese, da cui deriva un ulteriore aumento della pressione fiscale. Aumento della pressione fiscale di cui il Paese non aveva assolutamente bisogno, avendo questa già raggiunto livelli insopportabili. Sulla base di quanto emerge dall'analisi dell'allegato 3, infine, osserva che il consistente aumento che registrano le entrate extratributarie è largamente riconducibile alle modifiche apportate alla disciplina dell'IMU ed al versamento all'entrata del bilancio dello Stato delle risorse iscritte nella contabilità speciale 1778. Ritiene in proposito che si debba considerare come nel disegno di legge siano confluite disposizioni contenute in diversi strumenti normativi, al fine di condensare i lavori in questi ultimi giorni della legislatura: sono così sostanzialmente stati assorbiti dal disegno di legge di stabilità il decreto-legge n. 185 del 2012, recante disposizioni urgenti in materia di trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici e il decreto-legge n. 216 del 2012, recante disposizioni urgenti volte a evitare l'applicazione di sanzioni dell'Unione europea, il cui esame non è neppure stato avviato. Fa presente che le modifiche introdotte dal Senato recano, inoltre, alcune novelle a decreti-legge recentemente convertiti in legge. È stato, in particolare, modificato il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, attraverso una serie di articoli aggiuntivi all'articolo 16, in materia di giustizia, volti a disciplinare diversi profili attinenti al deposito telematico degli atti processuali, ai contributi nei processi amministrativo e tributario ed alla liquidazione delle spese processuali. Il disegno di legge incide sul recente decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213. Il disegno di legge assorbe altresì contenuti presenti in altri progetti di legge. A titolo di esempio, segnala che il disegno di legge reca disposizioni in materia di istituzione dello sportello telematico del diportista, riprendendo il contenuto della proposta di legge A.S. 3080, già approvata dalla in prima lettura dalla Camera. Rileva come, allo stesso modo, nel disegno di legge di stabilità siano state introdotte disposizioni relative a proroghe di termini legislativi sostanzialmente analoghe a quelle contenute nei decreti-legge annualmente presentati in materia. Ricorda che, dal punto di vista dell'efficacia temporale, la maggior parte delle disposizioni acquista Pag. 35efficacia dal 1o gennaio 2013, ma non mancano misure destinate ad avere effetto negli anni successivi e, in deroga a quanto richiesto dalla normativa contabile, anche misure destinate ad applicarsi già nell'anno 2012. Il disegno di legge reca, inoltre, disposizioni di carattere puntuale relative al finanziamento di enti e manifestazioni, opere pubbliche, beni ed attività culturali, anche di valenza locale e settoriale. Da questa sommaria ricognizione delle nuove materie oggetto del disegno di legge di stabilità, emerge con chiarezza come le regole relative al contenuto proprio del provvedimento in esame, fissate dalla normativa in materia di contabilità e finanza pubblica, siano state sostanzialmente stravolte. Ritiene che tale contenuto abnorme, per quantità e qualità, assunto dal provvedimento in esame, può certamente in buona misura essere ascritto alla scelta, determinata dall'imminente conclusione della legislatura, di includere nel contenuto della legge di stabilità complessi omogenei di disposizioni che avrebbero dovuto essere oggetto di altrettanti decreti-legge. Su una siffatta scelta di fondo si è tuttavia innestata un'attività emendativa di origine parlamentare, allo stesso tempo, articolata e minuta che ha ulteriormente dilatato il contenuto del provvedimento, introducendo numerose disposizioni di carattere localistico e microsettoriale. Va ricordato, inoltre, come il Senato abbia opportunamente affrontato questioni di portata generale che alla Camera non era stato possibile trattare in maniera esauriente quali il patto di stabilità interno, le pensioni di guerra, il comparto sicurezza e la Tobin tax. Fa presente come nel complesso sia del tutto evidente come non possano dirsi rispettate, almeno alla luce del Regolamento della Camera, anche le regole di ammissibilità degli emendamenti. Il diverso tenore delle disposizioni dei Regolamenti di Camera e Senato in merito all'esame dei decreti-legge è circostanza nota e che di frequente ha suscitato motivate perplessità in questo ramo del Parlamento. Nella fattispecie, tuttavia, il fenomeno ha assunto dimensioni abnormi e, francamente, non compatibili con il bicameralismo perfetto fatto proprio dalla nostra Costituzione che non tollera asimmetrie nelle prerogative delle Camere. Sotto un diverso aspetto, rileva che i contenuti assunti nel corso dell'iter parlamentare risultano, per così dire, in controtendenza rispetto all'evoluzione di una legislatura in cui, in una prima fase, si è scelto di delimitare in modo rigoroso il contenuto della legge di stabilità e, in una seconda fase, per conseguire l'obiettivo del pareggio del bilancio, si è scelto di aumentare la pressione fiscale e di ridurre in modo estremamente significativo la spesa pubblica introducendo, in particolare, il metodo della spending review, al fine di procedere ad un'accurata selezione di tutte le voci di bilancio, di individuare le spese da ridurre e, prima ancora, di incrementare la qualità e l'efficienza nell'impiego delle risorse pubbliche. Conclusivamente rileva come si sia registrata, nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, una certa schizofrenia, rispetto all'approvazione della riforma strutturale del bilancio e agli orientamenti in materia di spending review. Esprime quindi la preoccupazione dei relatori per la compromissione del provvedimento e ritiene molto positiva l'approvazione in via definitiva della legge rinforzata di attuazione della riforma costituzionale di cui alla legge costituzionale n. 1 del 2012, affinché non si riproduca mai più per il futuro la situazione che si è registrata in riferimento all'esame presso il Senato del disegno di legge di stabilità in esame. Esprime quindi l'auspicio che si confermi la cultura istituzionale che si è registrata alla Camera in occasione della prima lettura e la legge di stabilità possa essere in futuro pienamente rispettosa del dettato della legge n. 196 del 2009.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO rinuncia ad intervenire in sede di replica.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, comunica che sono stati presentate 32 proposte Pag. 36emendative riferite al disegno di legge di stabilità (vedi allegato) e che non possono ritenersi ammissibili per inidoneità o carenza della copertura o di compensazione gli emendamenti Bitonci 1.12 e Barbato 1.18 e 1.20. Comunica che non sono state presentate proposte emendative riferite al disegno di legge di bilancio. Chiede quindi al Governo ed ai relatori di esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere contrario sulle proposte emendative presentate, sottolineando come il parere non attenga tanto al merito delle medesime, ma alla particolare contingenza politica ed istituzionale che non consente di differire ulteriormente l'approvazione dei disegni di legge di stabilità e di bilancio, come avverrebbe nel caso di un ulteriore lettura presso il Senato della Repubblica.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore sul disegno di legge di stabilità, pur condividendo le perplessità espresse dal relatore Brunetta e dai colleghi che sono intervenuti nell'esame preliminare, ritiene che non si possa che prendere atto della particolare situazione nella quale si svolge l'esame della manovra finanziaria per il 2013. Pertanto, anche a nome del collega Brunetta, invita al ritiro delle proposte emendative presentate, rappresentando che tale invito deve leggersi nel quadro della complessiva valutazione delle scelte compiute presso l'altro ramo del Parlamento.

  Antonio BORGHESI (IdV) sottolinea come il gruppo di Italia dei Valori, per marcare il proprio dissenso rispetto ai provvedimenti in esame e all'impossibilità di introdurvi modifiche, ha deciso di non presentare proposte emendative, precisando che gli emendamenti del deputato Barbato devono intendersi presentati a titolo personale, considerato anche che lo stesso deputato sostiene di non essere mai stato iscritto ad Italia dei Valori.

  Gioacchino ALFANO (PdL), nell'esprimere un ringraziamento ai relatori per l'approfondito lavoro svolto pur nella ristrettezza dei tempi a disposizione, fa presente che il suo gruppo condivide la necessità di rispettare i tempi decisi dalla Conferenza dei presidenti di Gruppo e comunica che terrà un atteggiamento coerente con tale obiettivo. Ringrazia comunque il presidente per avere garantito, malgrado la peculiarità della fase politica ed istituzionale, un corretto svolgimento dei lavori, consentendo a tutti di rappresentare le proprie opinioni e di presentare proposte emendative.

  Massimo POLLEDRI (LNP) prende atto dell'imbarazzo mostrato dai relatori rispetto al contenuto dei provvedimenti in esame, sottolineando tuttavia come esso non sia certo calato dal cielo, ma costituisca il frutto di un'elaborazione politica di gruppi che, anche se in un diverso ramo del Parlamento, rappresentano le stesse forze politiche cui aderiscono i relatori e i deputati della maggioranza. Fa presente, quindi, di non potere aderire all'invito al ritiro delle proposte emendative presentate, osservando che esse affrontano temi di grande rilievo, attinenti anche all'assetto dei rapporti finanziari tra lo Stato e le autonomie locali. In proposito, invita la Commissione a valutare l'opportunità di approvare la risoluzione Bitonci e altri 7-00997, la cui discussione ha avuto inizio il 18 ottobre scorso, osservando come tale decisione, anche se non dovesse spiegare effetti concreti, rappresenterebbe comunque un importante segnale politico.

  Francesco BARBATO (IdV) comunica di non accedere all'invito al ritiro delle sue proposte emendative formulato dai relatori e sottolinea come un parlamentare abbia il dovere di svolgere fino in fondo il proprio mandato nelle sedi istituzionali, partecipando all'attività delle Commissioni e dell'Assemblea e non negli studi televisivi. Evidenzia come ieri il collega Borghesi abbia al contrario ritenuto di non partecipare ai lavori della Pag. 37Commissione, svolgendo in altro modo la propria attività politica. Con riferimento alle proposte emendative, sottolinea come il suo emendamento 1.17 sia volto a ripristinare la correttezza istituzionale sopprimendo il comma 174, corrispondente al comma 28 dell'articolo 3, stralciato dal Presidente della Camera. Ritiene come in proposito sarebbe necessario un intervento dello stesso Presidente della Camera e comunque come sia necessario, a suo avviso, ripristinare la legalità. Osserva come, al contrario, si sia attuato un vero e proprio assalto alla diligenza tipico della prima Repubblica e delle leggi finanziarie approvate sotto la presidenza della Commissione dell'onorevole Cirino Pomicino.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Bitonci 1.2 e 1.13.

  Massimo POLLEDRI (LNP) illustra l'emendamento Simonetti 1.4, evidenziando come esso proponga di sopprimere una disposizione introdotta dal Senato che giudica del tutto incongrua.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Simonetti 1.4 e 1.3.

  Francesco BARBATO (IdV), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.17, richiama le considerazioni già svolte sull'opportunità di sopprimere la norma già stralciata dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento.

  Antonio BORGHESI (IdV) annuncia il voto favorevole del suo gruppo sugli identici emendamenti Barbato 1.17 e Simonetti 1.25.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Barbato 1.17 e Simonetti 1.25, Bitonci 1.5, Simonetti 1.26, Polledri 1.27 e 1.28.

  Francesco BARBATO (IdV) osserva come il suo emendamento 1.16 proponga di sopprimere il comma 298 dell'articolo 1, sottolineando come tale disposizione costituisca un esempio evidente di come nel corso dell'esame presso il Senato il volume della manovra sia lievitato a causa dell'inserimento di un numero spropositato di finanziamenti localistici e microsettoriali. Segnala, in proposito, come il finanziamento per il Castello di Udine riprenda sostanzialmente i contenuti di un atto di sindacato ispettivo presentato dal deputato Strizzolo, puntualmente ripreso nell'ambito dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento. A suo avviso, l'inserimento di microfinanziamenti nella legge di stabilità rappresenta una forzatura evidente delle regole contabili, che rischia di creare danni alla finanza pubblica, per alimentare le clientele dei partiti e favorire gli amici di turno.

  La Commissione respinge l'emendamento Barbato 1.16.

  Francesco BARBATO (IdV) fa presente che il suo emendamento 1.15 propone la soppressione di un altro intervento localistico, riferito alla ricostruzione di Villa Taranto. In proposito, rileva il rischio della dispersione delle risorse pubbliche in mille rivoli per misure clientelari e micro settoriali, che contrastano con la buona politica e la buona economia richiesta dai cittadini.

  Roberto SIMONETTI (LNP) osserva come forse la collocazione nella legge di stabilità della disposizione richiamata dall'onorevole Barbato non sia la più appropriata, ma rileva come l'intervento sia assolutamente meritevole di finanziamento per impedire il definitivo deterioramento di Villa Taranto in Verbania.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Barbato 1.15, 1.23, 1.22, 1.21, Bitonci 1.11, Simonetti 1.6 e 1.10, Bitonci 1.9, Simonetti 1.8 e Bitonci 1.7.

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  Massimo POLLEDRI (LNP), intervenendo sull'emendamento Bitonci 1.1, rileva come sia improprio, a suo avviso, il riferimento alla realtà socioeconomica per la valutazione della virtuosità degli enti locali ai fini del rispetto del patto di stabilità interno, sottolineando come tal riferimento possa dare luogo a notevoli arbitrii interpretativi.

  La Commissione respinge l'emendamento Bitonci 1.1.

  Roberto SIMONETTI (LNP) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.31, che rivede i limiti per l'indebitamento degli enti territoriali al fine di consentire un adeguato sostegno agli investimenti e, quindi, al sistema produttivo.

  La Commissione respinge l'emendamento Simonetti 1.31.

  Roberto SIMONETTI (LNP), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 1.32, stigmatizza la mancata proroga fino al 2014 della possibilità per gli enti locali di utilizzare i proventi derivanti dalle concessioni edilizie per il finanziamento delle spese correnti nella misura massima del 50 per cento e per un ulteriore 25 per cento per le spese di manutenzione ordinaria di cui all'articolo 2, comma 8, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. Sottolinea in proposito come gli enti locali subiranno un enorme danno da tale mancata proroga.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore sul disegno di legge di stabilità, sottolinea come i relatori non invitano a votare contro l'emendamento in questione per ragioni di merito, ma solo per il particolare contesto politico ed istituzionale.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva come la mancata proroga delle disposizioni richiamate dall'onorevole Simonetti potrà comportare un problema di rilevanti dimensioni di cui occorrerà tenere conto.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Simonetti 1.32 e Bitonci 1.29.

  Massimo POLLEDRI (LNP) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Bitonci 1.30, sottolineando l'opportunità di escludere dalle sanzioni per l'eventuale sforamento del patto di stabilità interno le spese per il personale della polizia municipale.

  La Commissione respinge l'emendamento Bitonci 1.30.

  Francesco BARBATO (IdV) osserva come l'emendamento Nannicini 1.14, analogamente al suo emendamento 1.20, dichiarato inammissibile, interviene sulla materia dei giochi, sottolineando come in questo settore si realizzi una perniciosa contiguità tra gli operatori economici, da un lato, e i partiti e i singoli parlamentari, dall'altro. Ritiene che si tratti di un intreccio perverso che deve assolutamente essere spezzato, per porre fine a una crescita squilibrata e immorale, che crea danni sociali assai gravi.

  Rolando NANNICINI (PD) rileva come sulla disciplina dell'imposizione relativa ai giochi vi sia un dibattito non razionale, con la creazione di un settore fiscalmente avvantaggiato rispetto agli altri e rileva che con il suo emendamento si sarebbero potuti risolvere i problemi relativi al patto di stabilità interno. Comprende tuttavia la particolare contingenza politica ed istituzionale, che non consente una discussione più approfondita.

  La Commissione respinge l'emendamento Nannicini 1.14.

  Francesco BARBATO (IdV) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.24, evidenziando l'esigenza di sostenere e rilanciare il settore agricolo, che in passato esportava in tutto il mondo e che ora attraversa una crisi profonda.

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  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Barbato 1.24 e 1.19.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, essendo concluso l'esame degli emendamenti, chiede se vi siano deputati che intendano intervenire per dichiarazione di voto sul mandato ai relatori.

  Antonio BORGHESI (IdV) annuncia il voto contrario del suo gruppo sul conferimento del mandato ai relatori, sottolineando come, anche ad ascoltare le dichiarazioni dei relatori, sia pienamente giustificata la scelta di Italia dei Valori, che, coerentemente con la scelta compiuta nel corso dell'esame in prima lettura, ribadisce in questa sede la propria contrarietà ai provvedimenti in esame. In proposito, osserva che sarebbe stato possibile approvare una manovra finanziaria diversa da quella in esame, prevedendo una sua diversa composizione, che salvaguardasse comunque i saldi di finanza pubblica programmati. In particolare, sarebbe stato possibile procedere a una riduzione del carico fiscale sulle famiglie, con conseguenti effetti benefici sulla domanda interna, e sulle imprese, con positive ricadute sull'occupazione. Rileva, invece, che – come già rilevato dall'ISTAT nel corso dell'esame in prima lettura – la manovra presentata dal Governo era sostanzialmente neutra dal punto di vista della crescita economica e ora, dopo l'esame del Senato, la situazione è senz'altro peggiorata, in quanto per finanziare maggiori spese si è previsto un incremento del prelievo erariale. Nel complesso, esprime un giudizio fortemente critico sul contenuto della manovra, che rischia di determinare effetti negativi sul prodotto interno lordo per realizzare interventi disomogenei e polverizzati.

  Renato CAMBURSANO (Misto) sottolinea come, nella prima lettura presso la Camera, sia stato fatto un lavoro molto positivo e ricorda come si fossero lasciate in sospeso solo talune e ben determinate questioni, mentre, a suo avviso, il risultato finale del lavoro svolto presso il Senato non sarebbe all'altezza di quell'impostazione. Evidenzia come vi sia stato un vero assalto alla diligenza in conformità alle abitudini della cosiddetta prima Repubblica e ritiene ciò in contrasto con l'approvazione di riforme importanti come quella della legge di contabilità e finanza pubblica nonché della recente modifica costituzionale. Ritiene quindi positiva la fine della legislatura che, a suo avviso, è stata negativa per molti aspetti.

  Alberto GIORGETTI (PdL) nel ringraziare i relatori per il loro qualificato contributo all'esame dei provvedimenti, annuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul conferimento del mandato a riferire favorevolmente in Assemblea, dichiarando di non condividere i giudizi critici formulati sul contenuto dei disegni di legge da parte dei colleghi che sono intervenuti nel dibattito. A suo avviso, infatti, il ciclo economico ha inciso meno che in passato sui contenuti della manovra finanziaria, che è stata oggetto di positive modifiche nel corso dell'esame parlamentare, che ha contribuito ad un apprezzabile miglioramento del testo. In questo contesto, sottolinea come la Commissione nel corso dell'esame in prima lettura abbia operato con grande competenza e senso di responsabilità, in continuità con quanto dimostrato in sede di approvazione della nuova normativa in materia di contabilità e finanza pubblica, della legge costituzionale n. 1 del 2012, nonché della legge rinforzata approvata in via definitiva dal Senato nella giornata di ieri. Ritiene che si tratti di importanti dimostrazioni che il nostro Paese, pur attraversando grandi difficoltà, è ancora in piedi e, in una congiuntura assai pesante, può guardare con fiducia al prossimo futuro.

  Roberto SIMONETTI (LNP), nell'associarsi alle considerazioni espresse dai colleghi sull'utilizzo improprio della legge di stabilità, ringrazia i relatori per la franchezza con cui hanno affrontato questo Pag. 40passaggio in terza lettura. Si associa alla necessità prospettata dall'onorevole Brunetta di considerare quanto accaduto come un fatto isolato che non costituisce precedente. Evidenzia come si siano stati dati 4 miliardi ad una banca, nazionalizzandola di fatto, ma senza avere voce in capitolo nella gestione per imporre almeno una concessione del credito più utile a cittadini e imprese. Parimenti stigmatizza le soluzioni adottate in materia di IMU, in riferimento alla categoria D. Sottolinea in proposito come la legislatura avrebbe dovuto introdurre riforme importanti nei rapporti tra enti locali e Stato nazionale nel solco tracciato dalla legge n. 42 del 2009 e dei successivi decreti legislativi di attuazione, mentre con questa legge di stabilità, a suo avviso, si cancellano definitivamente tali riforme. Evidenzia come un anno di Governo Monti abbia cancellato il lavoro importante dei quattro anni precedenti ed annuncia il voto contrario del suo gruppo sul conferimento del mandato ai relatori.

  Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) osserva come, nel complesso, possa esprimersi un giudizio positivo sull'operato del Parlamento nel corso dell'esame della manovra finanziaria, ringraziando in particolare i relatori Baretta e Brunetta per il lavoro svolto nel corso dell'esame in prima lettura, che ha ridisegnato aspetti caratterizzanti del disegno di legge di stabilità presentato dall'Esecutivo. Allo stesso modo, ritiene che le modifiche approvate dal Senato intervengano su questioni importanti, in parte già segnalate nel corso dell'esame in prima lettura, recando disposizioni in materia di patto di stabilità interno, rifinanziamento del fondo per le non autosufficienze, ammortizzatori sociali, nonché di allentamento dei limitazioni del turn over per i comparti della sicurezza e della difesa. In definitiva, ritiene che non si possa dare un giudizio negativo sui provvedimenti in esame, sottolineando come debba essere adeguatamente valorizzato l'apporto fornito dal Parlamento attraverso l'esame dei provvedimenti legislativi. Annuncia, pertanto, il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato ai relatori a riferire favorevolmente in Assemblea.

  Francesco BARBATO (IdV) ritiene che il disegno di legge di stabilità in esame sia fortemente negativo perché mette, a suo avviso, fine allo Stato di diritto con l'inserimento di due decreti-legge e di molte alte disposizioni estranee al suo contenuto proprio. Ritiene che le forze politiche presenti in Parlamento siano la rappresentazione opposta dello Stato di diritto e rileva che il Presidente della Repubblica dovrebbe avere un forte imbarazzo nel promulgare la legge, dopo i suoi ripetuti richiami all'omogeneità dei testi normativi, che dichiara di avere condiviso. Nell'annunciare il suo voto contrario, osserva che bene ha detto l'onorevole Borghesi in merito al fatto che la sua posizione sia a titolo personale, ritenendo più giusto svolgere nelle istituzioni il suo ruolo di parlamentare di opposizione, piuttosto che in televisione come fanno molti. Nel richiamare le considerazioni precedentemente espresse, osserva come si salvi una banca pagando con denaro dei cittadini gli errori commessi nella gestione per la forte ingerenza di un partito politico.

  Michele VENTURA (PD) nel ringraziare i relatori e il rappresentante del Governo per il lavoro svolto, a nome del gruppo del Partito Democratico, annuncia il voto favorevole sul conferimento del mandato ai relatori.

  La Commissione delibera, infine, di conferire il mandato ai relatori Baretta e Brunetta a riferire favorevolmente in Assemblea sul disegno di legge di stabilità nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato, deliberando altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
  Si riprende l'esame del disegno di legge di bilancio.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore Ciccanti a riferire favorevolmente in Assemblea sul disegno Pag. 41di legge di bilancio, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato, deliberando altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 10.20.

COMITATO DEI NOVE

  Venerdì 21 dicembre 2012.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013).
C. 5534-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 e relativa nota di variazione.
C. 5535-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

  Il Comitato si è riunito dalle 14.05 alle 14.15.

SEDE CONSULTIVA

  Venerdì 21 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giampaolo D'Andrea.

  La seduta comincia alle 17.30.

Disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche nell'anno 2013.
C. 5657-A Governo ed emendamenti.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame dell'emendamento 1.500 Commissione.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, in sostituzione del relatore, comunica che l'Assemblea ha trasmesso l'emendamento della Commissione 1.500 volto a modificare il numero di firme necessario per la presentazione delle liste per lo svolgimento delle elezioni politiche 2013. Rileva che la proposte emendativa non sembra presentare profili di criticità per la finanza pubblica. Sul punto chiede una conferma al rappresentante del Governo.

  Il sottosegretario Giampaolo D'ANDREA conferma che la proposta emendativa della Commissione non reca profili problematici per la finanza pubblica e pertanto esprime parere favorevole.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone di esprimere nulla osta sull'emendamento 1.500 della Commissione.

  La Commissione approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta termina alle 17.35.

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