CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 dicembre 2012
754.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 12 dicembre 2012. — Presidenza del presidente della VIII Commissione, Angelo ALESSANDRI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Decreto-legge 207/2012: Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale.
C. 5617 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 7 dicembre scorso.

  Alessandro BRATTI (PD), preliminarmente, ritiene indispensabile accennare ad alcuni fatti politici e giudiziari, più o meno recenti, relativi alla vicenda dell'ILVA di Taranto che, a suo avviso, debbono essere tenuti ben presenti oggi, nel momento in cui il Parlamento è chiamato a discutere del decreto-legge in titolo.
  In tal senso, per quel che riguarda i fatti di rilievo politico ricorda anzitutto che, fin dall'ottobre 2008, l'allora Ministro Prestigiacomo aveva assunto precisi impegni davanti alla VIII Commissione circa il contenuto dell'autorizzazione integrata ambientale, già allora all'esame del suo dicastero, ma rilasciata, con grave ritardo, solo nell'agosto del 2011. Incidentalmente, inoltre, ricorda che in quell'occasione egli stesso aveva chiesto, senza alcun risultato, al Ministro Prestigiacomo di smentire la Pag. 11fondatezza delle notizie di stampa che riferivano di incontri in sede istruttoria che vedevano coinvolti i vertici dell'ILVA e, al tempo stesso, escludevano gli organismi di controllo ambientale operanti sul territorio.
  Sottolinea, quindi, la gravità della successiva iniziativa normativa assunta dal Ministro Prestigiacomo che, modificando la normativa allora in vigore, ha consentito, in modo inaccettabile, di differire fino al 31 dicembre 2012 l'obbligo per le aziende coinvolte – e, in primis, per l'ILVA di Taranto – di non superare il valore di 1 nanogrammo (miliardesimo di grammo) per metro cubo nelle emissioni di benzo(a)pirene. Al riguardo, denuncia altresì il fatto che una risoluzione, da lui stesso presentata insieme alla collega Zamparutti, per ripristinare la previgente normativa venne respinta dalla Commissione grazie al voto dell'allora maggioranza parlamentare, a seguito dell'espressione di un parere contrario del Ministero dell'ambiente sulla medesima risoluzione.
  Quanto ai fatti di rilievo giudiziario che oggi vanno tenuti ben presenti, ricorda anzitutto che i primi provvedimenti giudiziari e le prime sentenze sul caso ILVA, sui danni provocati all'ambiente e alla salute dei cittadini risalgono al 1982, quando la magistratura tarantina emise le prime condanne nei confronti dell'ITALSIDER, allora proprietaria dello stabilimento siderurgico di quella città. Ricorda, inoltre, che da allora più volte l'autorità giudiziaria è intervenuta e che gli atti e i provvedimenti della magistratura sono rimasti privi di conseguenze relativamente alla bonifica delle aree inquinate e alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. Sottolinea come le vicende giudiziarie richiamate costituiscano gli antefatti dei recenti provvedimenti di sequestro di cui oggi si parla e dei quali anche il decreto-legge in esame si occupa.

  Alfredo MANTOVANO (PdL), scusandosi con il collega Bratti per l'interruzione, stigmatizza l'assenza del Governo ai lavori della Commissione. Nel ritenere che tale assenza non possa essere tollerata, vista la natura e il rilievo del provvedimento in esame, chiede alla presidenza di valutare l'opportunità di sospendere la seduta finché il Governo non garantirà la sua presenza ai lavori parlamentari.

  Angelo ALESSANDRI, presidente della VIII Commissione, apprezzate le circostanze, propone di sospendere la seduta in attesa dell'arrivo del rappresentante del Governo.

  Le Commissioni concordano.

  La seduta, sospesa alle 14.10, riprende alle 14.15.

  Alessandro BRATTI (PD), richiamando quanto già detto prima della sospensione della seduta e in considerazione della ristrettezza dei tempi a disposizione delle Commissioni per l'esame del provvedimento in titolo, conclude la breve ricostruzione della vicenda dell'ILVA, sottolineando due dati a suo avviso entrambi gravi e inaccettabili: il primo riguarda il fatto che la proprietà dello stabilimento, compresa quella attuale, non ha mai inteso adempiere alle prescrizioni contenute nei provvedimenti emessi nel corso dei decenni dalla magistratura; il secondo riguarda la circostanza che per tutta la legislatura in corso, la politica, e più precisamente il Ministero dell'ambiente e il Governo Berlusconi non hanno mai voluto affrontare seriamente la questione dell'ILVA, della bonifica dei siti inquinati, della ambientalizzazione e della riqualificazione del territorio della città di Taranto.
  Avviandosi, quindi, alla conclusione, passa a enucleare le principali criticità contenute nel decreto-legge in esame, soffermandosi in particolare su quattro aspetti, il primo dei quali relativo al fatto che in tale provvedimento d'urgenza mancano del tutto misure dirette a salvaguardare per l'oggi e per il futuro la salute dei cittadini di Taranto, a partire da uno scrupoloso screening della popolazione, unanimemente invocato sul territorio quale misura indispensabile sotto il profilo sia della prevenzione Pag. 12che della mitigazione del rischio sanitario. In secondo luogo sottolinea come nel decreto-legge non sia stato ancora raggiunto un punto di equilibrio nel rapporto fra autorità di governo e autorità giudiziaria, e come occorra fare ogni sforzo per evitare che il provvedimento in esame finisca per diventare, al di là delle intenzioni, un pericoloso precedente.
  In terzo luogo critica la definizione poco chiara della struttura e delle competenze della figura del Garante che si sommano a un insufficiente grado di coinvolgimento degli organismi di controllo ambientale, a partire dall'ARPA regionale. Infine, osserva che le sanzioni previste in caso di mancato rispetto delle prescrizioni dell'AIA da parte della proprietà dello stabilimento, a fronte del pessimo comportamento fin qui tenuto dalla stessa, debbano essere graduate in modo più stringente se davvero si vuole conservare un sufficiente ed accettabile grado di effettività e di efficacia.

  Angelo ALESSANDRI, presidente, in considerazione dell'arrivo del Ministro della salute, di cui è prevista l'audizione, rinvia il seguito della discussione generale ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

AUDIZIONI

  Mercoledì 12 dicembre 2012. — Presidenza del presidente della VIII Commissione, Angelo ALESSANDRI, indi del vicepresidente della VIII Commissione, Salvatore MARGIOTTA, indi del presidente della VIII Commissione, Angelo ALESSANDRI. — Intervengono il Ministro della salute, Renato Balduzzi, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Corrado Clini, il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, infrastrutture e trasporti, Claudio De Vincenti e il sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Tullio Fanelli.

  La seduta comincia alle 14.30.

Audizione del Ministro della salute, prof. Renato Balduzzi, sulle problematiche in ordine allo stabilimento ILVA di Taranto.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

  Angelo ALESSANDRI, presidente della VIII Commissione, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.
  Introduce quindi l'audizione.

  Il ministro della salute, Renato BALDUZZI, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Elisabetta ZAMPARUTTI (PD), Ludovico VICO (PD), Alessandro BRATTI (PD) e Sergio Michele PIFFARI (IdV).

  Il ministro della salute, Renato BALDUZZI, e il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Corrado CLINI, forniscono risposte ai quesiti e alle osservazioni formulati.

  Angelo ALESSANDRI, presidente della VIII Commissione, ringrazia il ministro Balduzzi per l'esauriente relazione svolta e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.40.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 12 dicembre 2012. — Presidenza del presidente della VIII Commissione, Angelo ALESSANDRI.

  La seduta comincia alle 20.50.

Decreto-legge 207/2012: Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale.
C. 5617 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento rinviato nella seduta svoltasi nel pomeriggio della giornata odierna.

  Alfredo MANTOVANO (PdL) sottolinea preliminarmente che anche oggi ha votato la fiducia al Governo in dissenso dal proprio gruppo e che le osservazioni che si accinge a fare nel suo intervento non presentano assolutamente aspetti strumentalmente polemici. Intende porre al rappresentante del Governo alcuni interrogativi sul provvedimento in esame che, a suo avviso, presenta profili di dubbia legittimità costituzionale. Auspica che questi interrogativi già posti in altre sedi possano pertanto trovare una risposta nel confronto parlamentare. Osserva che ci si trova di fronte ad una cosiddetta legge-provvedimento di cui vi sono moltissimi precedenti. La Corte costituzionale più di una volta ne ha certificato la conformità alla Costituzione, ma allo stesso tempo ha stabilito limiti e parametri da seguire. Il primo quesito che intende porre al Governo è il seguente. Nell'iter giudiziario che è in corso, il sequestro di fine luglio è stato impugnato dal tribunale del riesame che ha parzialmente modificato il sequestro del GIP, mantenendolo tuttavia nella sostanza. Questo provvedimento, a sua volta, non è stato impugnato in Cassazione, sicché ha assunto le caratteristiche che sono qualificate come giudicato cautelare. Osserva che un provvedimento amministrativo non è idoneo a superare – con riferimento all'AIA – un giudicato cautelare. Il quesito è se un provvedimento normativo che battezza come legge il provvedimento amministrativo AIA sia in sé idoneo a superare un giudicato. Questo sarà uno dei punti su cui la Corte costituzionale sarà chiamata ad esprimersi e a questo proposito intende avere delucidazioni dal Governo.
  Il secondo quesito trova anch'esso origine sulla scia delle pronunce della Corte costituzionale in merito alle leggi provvedimento. Un altro dei parametri da tenere presente è il rispetto rigoroso del principio di uguaglianza. Il comma 1 dell'articolo 1 prevede che le disposizioni del decreto in esame si applichino a stabilimenti di interesse strategico nazionale che occupano un numero di lavoratori non inferiore a 200. Chiede sulla base di quale criterio di razionalità, che nella giurisprudenza uniforme della Corte costituzionale è a fondamento del principio di uguaglianza, si possano prevedere regole che valgono solo per un determinato numero di lavoratori e non per altri che si trovino in identiche situazioni, ma che siano in numero inferiore. Chiede di capire per quale motivo un provvedimento legislativo del Governo possa derogare al principio di uguaglianza.
  Sottolinea che vi è un'altra questione che riguarda la retroattività delle norme, in considerazione dell'emendamento 3.1 del Governo che prevede che possano essere commercializzati i prodotti sottoposti a sequestro compresi quelli realizzati antecedentemente all'entrata in vigore del decreto-legge. Ritiene che la Corte costituzionale si sia espressa chiaramente quando ha ricordato le conclusioni della perizia sulla quale si sono fondati i successivi provvedimenti giudiziari. L'autorità giudiziaria non ha fatto una consulenza di parte, ma ha promosso e gestito per un anno e mezzo un incidente probatorio che è stato caratterizzato da un'evidente anomalia: né l'ILVA né il Ministero dell'ambiente hanno ritenuto di nominare propri consulenti nel corso dell'incidente medesimo. Risulta pertanto singolare che il Pag. 14ministero contesti ex post gli esiti della perizia quando avrebbe avuto la possibilità di contrastare le conclusioni di periti in fase di incidente probatorio. Appare pertanto incomprensibile che oggi, a vario titolo, si contestino le conclusioni della perizia, agghiaccianti sotto il versante della salute, senza che nessuno sia intervenuto nel momento in cui si potevano nominare consulenti di parte.
  Sottolinea che non ha presentato emendamenti perché ritiene che l'impianto stesso del provvedimento presenti profili di assai dubbia legittimità costituzionale.
  Chiede altresì al Governo per quale motivo non sia stato nominato il Commissario straordinario previsto dal primo decreto ILVA dello scorso 7 agosto ed auspica che il garante previsto dall'articolo 3 del decreto-legge sia effettivamente nominato entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore che stanno per scadere.
  Sottolinea di non aver condiviso fin dall'inizio la linea politica del Governo di aprire un conflitto con l'autorità giudiziaria di Taranto, che ha dimostrato intelligenza e flessibilità da momento che un decreto di sequestro non è stato ancora compiuto e perseguito. Chiede perché il Governo non abbia cercato una strada di confronto istituzionale diretto e trasparente il cui obiettivo fosse quello di fare tendenzialmente coincidere la linea delle prescrizioni della nuova AIA e gli indirizzi dell'autorità giudiziaria contenuti nei documenti di sequestro che a loro volta sono stati motivati dalle conclusioni della perizia. Ritiene che un percorso di questo tipo avrebbe permesso di conseguire risultati più efficaci sul versante sia della tutela della salute sia della salvaguardia dei livelli occupazionali.

  Elisabetta ZAMPARUTTI (PD) esprime un giudizio di netta contrarietà sul provvedimento d'urgenza in esame, che giudica letteralmente eversivo dato che il suo vero scopo appare quello di cancellare per decreto l'istituto della flagranza di reato. Aggiunge che lo stesso provvedimento d'urgenza appare oggi ancor più grave alla luce della proposta emendativa del Governo diretta sostanzialmente a vanificare i provvedimenti di sequestro disposti dall'autorità giudiziaria ordinaria. Rileva, quindi, che il decreto-legge in esame rappresenta una vera e propria «prova di forza» del Governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene contro una magistratura, come quella della città di Taranto, che ha ben operato nel passato e continua a ben operare. Osserva, del resto, che, a suo avviso, il provvedimento d'urgenza all'esame delle Commissioni testimonia coerentemente la volontà del Governo attuale di favorire sempre la proprietà dell'ILVA, in continuità con quanto fatto dal precedente Governo. Anche per tale ragione ritiene che in questi mesi il Governo abbia perseguito una soluzione a tutela della famiglia Riva, proprietaria dello stabilimento dell'ILVA di Taranto, e che a questo scopo sia servito anche il decreto-legge emanato la scorsa estate.
  Denuncia quindi il contenuto, a suo avviso imbarazzante, delle dichiarazioni rese dai Ministri Balduzzi e Clini nel corso della odierna audizione, soffermandosi in particolare sull'inconsistenza del piano di monitoraggio delle emissioni annunciato dal Ministro Balduzzi, dato che l'AIA emessa dal Ministro Clini non prescrive limiti alle emissioni ma individua soltanto criteri e parametri da utilizzare per la misurazione delle emissioni.
  Quanto alla citata autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal Ministro Clini, ritiene non veritiere le affermazioni secondo le quali essa conterrebbe prescrizioni sostanzialmente identiche a quelle contenute nei provvedimenti emanati dall'autorità giudiziaria.
  Critica altresì il fatto che nella medesima autorizzazione, al fine di assicurare un'adeguata tutela dell'ambiente e della salute, non si imponga all'ILVA di Taranto di usare le migliori tecnologie in assoluto esistenti ma solo le migliori tecnologie disponibili, ben sapendo che il concetto di disponibilità non potrà che essere interpretato dalla proprietà dello stabilimento come subordinato alle esigenze e alle compatibilità economico-finanziarie della produzione. Pag. 15
  Avviandosi alla conclusione denuncia, quindi, l'irrimediabile lacuna del decreto-legge in esame rappresentata dal fatto che, mentre si dà valore di legge all'autorizzazione integrata ambientale, garantendo in tal modo la prosecuzione dell'attività produttiva, non si chiede alla proprietà dell'ILVA alcuna concreta garanzia sulla sussistenza delle disponibilità finanziarie necessarie.
  A suo avviso i provvedimenti adottati dal Governo in carica e da quello che lo ha preceduto finiranno per determinare un tragico esito per la città di Taranto, dal momento che in essi è sempre mancata la volontà di risolvere la «questione ILVA» ed è sempre stata prevalente una inaccettabile volontà di tutelare ad ogni costo gli interessi della produzione contro le ragioni dell'ambiente e della salute dei cittadini.
  Conclude quindi rivendicando, in analogia a quanto detto dal collega Mantovano, la mancata presentazione di proposte emendative giacché, a suo avviso, il decreto-legge all'esame delle Commissioni è inemendabile, così come inemendabile sarebbe un provvedimento che introducesse la pena di morte.

  Ludovico VICO (PD) esprime alcune difficoltà circa la comprensione della effettiva ratio del provvedimento in esame. Innanzitutto si tratta di comprendere se l'attuazione delle prescrizioni previste dall'AIA possa superare di fatto gli effetti del sequestro stabilito dall'autorità giudiziaria di Taranto. Ritiene altresì che sussistano difficoltà interpretative anche relativamente alla previsione di un numero minimo di lavoratori subordinati, elemento che rappresenta uno dei presupposti per il riconoscimento degli stabilimenti di interesse strategico nazionale cui si applica l'articolo 1, comma 1 del provvedimento. Ritiene inoltre necessario chiarire la funzione che il provvedimento attribuisce al Garante, incaricato di vigilare sull'attuazione delle disposizioni del decreto in esame. In particolare auspica che nel corso del dibattito e dell'esame parlamentare si possa meglio specificare la natura di tale funzione di controllo e soprattutto quali siano le modalità concrete in cui tale funzione si debba esplicare, se per esempio si possa attribuire al garante una funzione di coordinamento di tutti gli organi coinvolti nella vicenda.
  Altra questione che necessita, a suo giudizio, di un ulteriore approfondimento è l'ambito di applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria prevista in caso di mancata osservanza delle prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale.
  Ultima questione che intende affrontare riguarda la possibilità di individuare, nell'ambito delle funzioni attribuite al Garante, anche una modalità sistematica di informazione nei confronti della popolazione coinvolta immaginando ad esempio una sorta di comitato civico allo scopo di saldare un rapporto più stretto fra l'autorità di Governo e la popolazione.

  Il sottosegretario Tullio FANELLI premette che il decreto-legge in esame è frutto di approfondite analisi costi-benefici. A tale proposito, fa notare come il Governo, in relazione alla situazione dell'ILVA, abbia fatto di tutto per assicurare la tutela dell'ambiente e della salute oltre al diritto al lavoro senza intervenire direttamente sulla situazione in questione. Ritiene però che l'emanazione del decreto-legge in esame fosse necessaria essendo un dovere fondamentale del Governo imporre ad un'impresa il rispetto delle prescrizioni recate dall'autorizzazione integrata ambientale. Pertanto, ritiene che non sia affatto sbagliata l'operazione introdotta dal decreto-legge in esame, pur riconoscendone la perfettibilità. Dopo aver ricordato poi le dichiarazioni del ministro Balduzzi rese nell'audizione svoltasi nel corso del pomeriggio circa la necessità di salvaguardare il posto del lavoro considerato che la perdita di tale posto di lavoro è fattore di deterioramento della salute, fa presente che la scelta del Governo di individuare l'ambito di applicazione del decreto-legge negli stabilimenti di interesse strategico nazionale aventi un numero di lavoratori subordinati non inferiore a 200 Pag. 16non risponda a particolari logiche, ma solo ad esigenze di opportunità essendo stato ravvisato nel numero di 200 dipendenti il limite più congruo.
  Con riferimento poi alle contestazioni circa la mancata nomina del commissario previsto dal decreto-legge sul risanamento della città di Taranto dell'agosto scorso, precisa che il ministro Clini è impegnato in tale operazione in contemporanea con lo svolgimento della seduta. Quanto poi al Garante di cui al comma 6, dell'articolo 3, del decreto-legge, dichiara di condividere le osservazioni circa la necessità di assicurare una maggior rapporto con la popolazione locale.
  Soffermandosi sulla questione del giudicato cautelare e del superamento o meno di esso con la «legificazione» dell'AIA recata dal decreto-legge, osserva che il decreto-legge in esame è stato attentamente vagliato, sotto tale profilo, da diversi uffici legislativi di Ministeri competenti.
  Ritiene poi fondata la critica circa la mancata partecipazione all'incidente probatorio anche se a suo avviso il Ministero non aveva alcun titolo per nominare un consulente di parte.
  Conclude, sottolineando come non ci sia stata e non ci sia alcuna contrapposizione del Governo all'autorità giudiziaria nonostante la diversità dei dati in loro possesso. A tale riguardo, fa notare come l'autorità giudiziaria avrebbe a suo avviso dovuto avvalersi più opportunamente degli organismi preposti al controllo ambientale.

  Alfredo MANTOVANO (PdL) prende atto della risposta del sottosegretario Fanelli ad uno dei quesiti da lui posti, circa l'assenza di una ragione specifica in merito all'individuazione del numero minimo richiesto di dipendenti ai fini del riconoscimento del carattere strategico dello stabilimento. Con riferimento alla nomina di consulenti nell'ambito dell'incidente probatorio ribadisce che il Governo avrebbe legittimamente potuto procedere a tale nomina. Per quanto riguarda la scelta dell'autorità giudiziaria di Taranto di non avvalersi di esperti appartenenti a soggetti istituzionali ritiene che possa trovare una spiegazione dalla lettura delle carte processuali. Ritiene inoltre che il comportamento del Governo abbia precluso la possibilità di poter arrivare all'accertamento della verità dei fatti con una modalità basata su di un dialogo con l'autorità giudiziaria con la quale il Governo non avrebbe dovuto polemizzare. Esprime infine preoccupazione per un eventuale giudizio di illegittimità costituzionale che la Corte potrebbe in futuro poter assumere nei confronti di una legge provvedimento che ha operato contestualmente ad un sequestro da parte della magistratura.

  Angelo ALESSANDRI, presidente dell'VIII Commissione, avverte che sono state presentate cinquantadue proposte emendative (vedi allegato).
  In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera.
  Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative riferite ai decreti legge, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo».
  La necessità di rispettare rigorosamente tali criteri ancor più si impone a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2012 e della lettera del Presidente della Repubblica del 23 febbraio 2012.
  Pertanto, alla luce di quanto testé detto, sono da considerarsi ammissibili solo gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi Pag. 17che intervengono sulla materia oggetto del decreto-legge in esame, e quindi sulle misure necessarie ad assicurare, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, la piena attuazione dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) per rimuovere le condizioni di criticità ambientali e sanitarie esistenti.
  È quindi da considerarsi inammissibile l'articolo aggiuntivo Rosato 3.01, in quanto diretto allo sviluppo infrastrutturale del porto di Trieste e alla riqualificazione dell'area portuale, nonché alla bonifica dei siti inquinati di proprietà dell'Autorità portuale di Trieste.

  Ettore ROSATO (PD), esprime perplessità rispetto alla dichiarazione di inammissibilità riferita al suo emendamento 3.01, sottoscritto tra l'altro da colleghi di diverse parti politiche. Fa presente che il sito industriale di Ferriere di Servola è un sito siderurgico ed il provvedimento all'esame delle Commissioni si occupa certamente della situazione dello stabilimento siderurgico di ILVA ma reca disposizioni anche in relazione ad altri stabilimenti che possano trovarsi nelle medesime condizioni, con norma di carattere generale. Preannuncia quindi la presentazione di un ricorso alle Presidenze ai fini della riammissione della propria proposta emendativa.

  Manuela DAL LAGO, presidente della X Commissione, ricorda, ai fini della dichiarazione di ammissibilità, la necessità di una stretta attinenza alla materia oggetto dei provvedimenti d'urgenza; peraltro, la possibilità di dare piena attuazione dell'AIA per rimuovere le condizioni di criticità ambientali e sanitarie esistenti si limita, ai sensi dell'articolo 1 del decreto, ai soli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale. Assicura peraltro che le Presidenze valuteranno con attenzione il ricorso che il collega Rosato intende presentare. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 22.

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