CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 dicembre 2012
750.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 7 DICEMBRE 2012

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SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. – Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giampaolo D'Andrea.

  La seduta comincia alle 9.50.

Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione.
C. 5603 Giancarlo Giorgetti.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 dicembre 2012.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che, come convenuto, la Commissione dovrà concludere nella seduta antimeridiana l'esame preliminare del provvedimento.

  Renato CAMBURSANO (Misto) ritiene che, rispetto alla proposta di legge in esame, dopo le audizioni svolte nei giorni passati, le conversazioni svolte a margine della seduta di ieri ed anche a seguito di incontri dei due relatori con il rappresentante del Governo, siano stati fatti alcuni passi avanti: il termine per gli emendamenti è trascorso ed alcune proposte sono state formalizzate.
  Ritiene utile, quindi, a questo punto, svolgere una serie di considerazioni di carattere generale. Rileva come siano venti anni che l'Italia sottoscrive Trattati e Patti, a partire dal 1992 con il Trattato di Maastricht, evidenziando come siano stati realizzati enormi sacrifici, ma si siano perse anche diverse opportunità nel periodo 2001-2007. ricorda come, successivamente sia esplosa la crisi finanziaria, economica e sociale, caratterizzata dall'alto livello dei debiti sovrani, cui l'Europa ha risposto da un lato con il six pack, il two pack e il fiscal compact, dall'altro il Salva Stati. Rileva come, malgrado ciò, si versi ancora nella crisi e si siano realizzati interventi incidenti solo sul versante degli Pag. 8aumenti delle entrate e dei tagli alla spesa, soprattutto quella per investimenti, mentre non si sono adottate adeguate politiche per la crescita. Ricorda che l'Italia è stata tra i primi paesi in Europea ad introdurre nella Costituzione la regola dell'equilibrio di bilancio, rilevando come il nuovo articolo 97 chieda l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico per l'insieme delle Amministrazioni pubbliche. Osserva che il nuovo articolo 81, sesto comma, demanda alla legge rinforzata la definizione delle «norme fondamentali e dei criteri volti ad assicurare i medesimi obiettivi: equilibrio di bilancio e sostenibilità del debito pubblico», per aumentare l'affidabilità e la trasparenza nei conti pubblici. Rileva che tale obiettivo dovrà essere conseguito definendo il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali ed i criteri volti ad assicurare il riequilibrio tra le entrate e le spese; definendo i casi di scostamento tra previsioni e consuntivi e le relative modalità d recupero; istituendo un organismo indipendente di analisi e verifica degli andamenti di finanza pubblica; definendo il concorso dello Stato per assicurare il livello essenziale delle prestazioni nei momenti sfavorevoli del ciclo e le modalità di accesso all'indebitamento e quello del concorso alla sostenibilità del debito. Sottolinea come ciò non voglia dire, come qualcuno afferma, che «l'Italia deve rivedere gli assurdi vincoli di bilancio», mentre ritiene corretto parlare di flessibilità. Ritiene che occorrerebbe valutare se il Fiscal compact violi il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea perché azzera la possibilità che per gli Stati membri di adottare bilanci in deficit fino al limite del 3 per cento del prodotto interno lordo, come sostenuto da illustri giuristi. In proposito osserva che, malgrado esso non rientri nel corpo dell'ordinamento europeo, tuttavia gli Stati aderenti si sono volontariamente ed esplicitamente impegnanti a promuovere entro 5 anni le misure necessarie per incorporarne il contenuto nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea. Richiama quindi l'intervento del presidente della Corte dei conti, sulla coerente definizione dell'equilibrio di bilancio alla luce dei ricordati impegni internazionali ed europei dell'Italia. In proposito, evidenzia come l'impegno sottoscritto sia quello di mantenere in pareggio o in avanzo di bilancio della pubblica amministrazione. Rileva che nella proposta di legge in esame, gli obiettivi si pongono in termini di saldo strutturale, cioè in termini di sostenibilità del debito con riferimento al rapporto tra il medesimo e il prodotto interno lordo e viene disposto l'obbligo di contenere tale rapporto sulla base delle prescrizioni dell'ordinamento europeo e degli obblighi internazionali. Ritiene che il riconoscimento della centralità del saldo strutturale sia essenziale per assicurare un utilizzo anticiclico del bilancio pubblico. Sottolinea che le regole per verificare l'efficacia delle norme e delle procedure, per rafforzare l'equilibrio di bilancio, devono riguardare l'insieme delle amministrazioni pubbliche e che i meccanismi proposti dovrebbero assicurare una sostanziale compensazione degli effetti del ciclo economico sui bilanci delle amministrazioni locali. A proposito della correzione degli scostamenti dagli obiettivi, ritiene che vada tenuto presente, richiamando i contenuti dell'audizione svolta da rappresentanti della Banca d'Italia, che il meccanismo debba correggere le deviazioni anche rispetto al loro impatto cumulato sulla dinamica del debito; che non ci sono forme di disincentivo al ripetersi degli scostamenti; che non è prevista una correzione maggiore in presenza di fasi favorevoli; che andrebbe contrastato il ricorso a comportamenti che possano consentire l'elusione della regola sul saldo. Evidenzia che il meccanismo di rientro dovrebbe essere più efficace e diretto, compensando il disavanzo attraverso avanzi di pari importi, così come previsto dal testo presentato dal gruppo di lavoro tecnico, prevedendo sanzioni in caso di reiterata violazione. Rileva come ciò rischia di rendere i governi locali vulnerabili di fronte a fluttuazioni del ciclo economico. A tal proposito ricorda la previsione in base alla quale, nelle fasi avverse, ci sia un concorso aggiuntivo dello Stato, mentre Pag. 9nelle fasi favorevoli saranno gli enti territoriali a contribuire al fondo per l'ammortamento titoli. Ritiene che il contributo delle amministrazioni locali evidenzi la serietà dell'impegno per la sostenibilità del debito. Ricorda inoltre come, secondo il nuovo articolo 119 della Costituzione, regioni ed enti locali potranno indebitarsi solo per spese di investimento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna regione sia rispettato l'equilibrio di bilancio. In proposito, evidenzia la criticità di tale impostazione, a suo avviso, ravvisabile nella configurazione della regione come una stanza di compensazione. Con riferimento all'istituzione dell'organismo indipendente ricorda che, in sede di discussione generale e delle proposte emendative relative alla riforma costituzionale si era proposto di collocarlo fuori dalla pubblica amministrazione, mentre è passata un'altra impostazione. All'uopo sottolinea come sia necessario garantire a tale istituzione la massima ed effettiva indipendenza. In proposito richiama le considerazioni svolte nel corso delle audizioni dei rappresentanti della Banca d'Italia e della Commissione europea con particolare riferimento alle funzioni ed alla dotazione di risorse umane, evidenziando come occorra comunque chiarire meglio la distinzione tra l'istituendo organismo e gli attuali servizi di supporto all'attività delle Camere.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) ritiene fuori discussione il fatto che sia urgente e necessario approvare la proposta di legge in esame e plaude all'iniziativa del presidente per averla posta con decisione all'attenzione del dibattito politico e parlamentare poiché, senza questa iniziativa, le forze politiche si sarebbero presentate in campagna elettorale sprovviste della doverosa strumentazione legislativa, adeguata a fronteggiare gli impegni internazionali già assunti. Ricorda infatti che essi impongono all'Italia, con la ratifica del fiscal compact, di tenere in ordine i conti pubblici nazionali. Ricorda peraltro che il Trattato di Maastricht aveva già imposto all'Italia, come agli altri Paesi europei, un percorso di rientro del debito pubblico, fissando l'obiettivo del 60 per cento rispetto al prodotto interno lordo mentre osserva come, al contrario, il debito pubblico in questi anni sia salito di circa venti punti percentuali rispetto al prodotto interno lordo, considerando anche la partecipazione dell'Italia ai programmi di salvataggio dei Paesi europei in difficoltà.
  Ritiene pertanto opportuno un vincolo numerico più stringente che regoli il percorso di rientro come fissato dal Fiscal compact, ma ricorda come i comportamenti del Paese siano sottoposti alla valutazione di un giudice più severo delle istituzioni europee costituito dai mercati internazionali. Sottolinea quindi il senso di responsabilità necessario verso le future generazioni che dovranno assistere ad un dimagrimento dello Stato, nei prossimi anni, tale da consentire una riduzione oltre la metà del debito pubblico attuale. Evidenzia come si tratti quindi di attuare un vasto programma di spending review e di efficientamento dell'intero sistema, al fine di spendere meno, ma soprattutto meglio, senza incidere sull'erogazione dei servizi ai cittadini, ma tagliando la spesa meno necessaria. Ritiene allora che il problema diventi più complicato perché si tratta di far ritirare lo Stato dai settori non strategici per la vita sociale del Paese.
  Ritiene altresì che la scelta di operare tagli di spese in capo allo Stato e alla fiscalità generale in alcuni settori rispetto ad altri implichi scelte di fondo che riguardano direttamente le principali e differenti correnti di pensiero, tra le quali quelle fondamentali della socialdemocrazia e della liberaldemocrazia. Tali scelte esplicheranno le loro conseguenze nel corso dei prossimi cinque anni, anni in cui saranno protagoniste proprio la legge in esame, che intende mettere in ordine la governance del Paese, nonché le grandi riforme istituzionali e costituzionali, dalle quali deriverà un nuovo protagonismo degli enti territoriali, anche con riferimento alla gestione della spesa pubblica. Ritiene quindi fondamentale il coordinamento dei vari livelli di governo della spesa pubblica (e quindi della pubblica amministrazione), Pag. 10poiché l'armonizzazione dei conti pubblici non risolve di per sé quello della gestione della spesa pubblica stessa, specialmente se, come recentemente è avvenuto, ci si allontana dalla sua regionalizzazione. Occorre invece, come è emerso nelle audizioni, rendere nuovamente protagonista il sistema delle autonomie locali, visto anche che la regionalizzazione delle spese degli enti territoriali comporta un diverso rapporto tra comuni, province e regioni, come è emerso anche nelle ipotesi di modificazione delle norme previste dal patto di stabilità.
  Ricorda inoltre che sarà il livello regionale ad assicurare il rispetto dei saldi di finanza pubblica e non il livello comunale, poiché non sarà possibile, come è avvenuto in passato con i tagli lineari, operare riduzioni di spesa intervenendo direttamente su quel livello di governo. Ciò avverrà però in assenza della realizzazione del federalismo fiscale e della determinazione dei costi standard, essenziali per la rivisitazione della spesa storica e per rendere i diritti degli italiani uguali sull'intero territorio nazionale, a prescindere dalla capacità fiscale del cittadino o del territorio, dovuta all'assenza della individuazione e definizione dei servizi essenziali, volti ad assicurare al cittadino una vita libera e dignitosa come recita la Costituzione. Si tratta della stessa lacuna che ha impedito peraltro anche il decollo dello stesso federalismo fiscale. Ritiene dunque che senza la definizione di tali principi sarà difficile corrispondere trattamenti uguali agli italiani, e pertanto che la legge che si varerà conterrà questo limite importante, ma in ogni caso non ritiene che ciò debba impedire alla proposta di andare avanti.
  Un'altra osservazione critica riguarda l'Ufficio di bilancio, organismo indipendente per l'analisi e la verifica degli andamenti di finanza pubblica e per la valutazione dell'osservanza delle regole di bilancio, che viene individuato dalla proposta di legge all'articolo 16. Infatti, pur prescindendo dalle problematiche relative alle tipologie di rapporto di lavoro intercorrente con la struttura e di connotazione della struttura stessa, ritiene che lo stesso Ufficio potrebbe rivelarsi come privo di controllo e identità, non determinandosi fin dall'inizio il ruolo da svolgere con riferimento alle analisi e le verifiche da esso effettuate, e pertanto ritiene necessaria una sua maggiore qualificazione.

  Lino DUILIO (PD), relatore, alla luce dell'esame dei circa novanta emendamenti presentati al provvedimento in oggetto, molti dei quali aventi contenuto analogo, effettuata nella serata di ieri insieme all'altro relatore, deputato Alberto Giorgetti, ritiene possibile il raggiungimento di una soluzione di equilibrio attraverso la presentazione di nuovi emendamenti in via di definizione da parte degli stessi relatori.
  Accenna, quindi, alle questioni ancora aperte, quale quella concernente la struttura del cosiddetto Fiscal Council, rilevando come dalle audizioni svolte sia emerso un maggior favore verso la configurazione di un organismo monocratico, ciò che presuppone un impegno verso una scelta di eccellenza, e come tale orientamento sia condiviso anche da parte del Ministro dell'economia e delle finanze. Fa presente che, rispetto a tale importante questione, i relatori si stanno orientando tendenzialmente verso il modello monocratico, mantenendo tuttavia una proposta «aperta» per quanto concerne la relativa definizione. Ricorda che l'altra questione rilevante tuttora da definire riguarda la struttura del bilancio: si tratta di stabilire se mantenere il modello attuale, costituito dalle «due sezioni» date dalle leggi di stabilità e di bilancio ovvero se accedere al bilancio unico. Sulla base dell'istruttoria effettuata sul punto, osserva che il passaggio immediato al cosiddetto «zero-based budgeting» non è oggettivamente possibile. Ritiene pertanto che la soluzione preferibile sia quella di addivenire gradualmente a tale risultato, dopo un periodo di sperimentazione, per poi entrare a regime a partire dal 2017.
  Un'altra questione che si pone concerne l'elenco degli enti che fanno parte della pubblica amministrazione, rilevando che in alcuni casi l'inclusione o meno di Pag. 11determinati enti ha dato luogo a ricorsi davanti agli organi giurisdizionali competenti. Ritiene che la soluzione migliore sia quella di prevedere nella legge una norma di rinvio all'elenco predisposto da parte dell'Istat.
  Fa altresì presente che possono essere prese in considerazione le proposte emendative presentate al comma 4 dell'articolo 9, ai sensi del quale la legge dello Stato può prevedere ulteriori obblighi a carico delle regioni e degli enti locali in materia di concorso al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica del complesso delle amministrazioni pubbliche.
  Rappresenta, infine, la necessità di una maggiore presenza da parte del Ministro dell'economia ai lavori della Commissione sul provvedimento in titolo.

  Giancarlo GIORGETTI (LNP), presidente, condividendo l'esigenza richiamata da ultimo dal relatore, fa presente di averla già rappresentata al Governo, anche al fine di consentire una rapida conclusione dell’iter del provvedimento in esame.

  Alberto GIORGETTI (PdL), relatore, rimettendosi alle considerazioni svolte dall'altro relatore, deputato Duilio, ribadisce che l'attività di predisposizione degli emendamenti da parte dei relatori è in fase di perfezionamento.
  Evidenzia quindi che l'insediamento del Fiscal Council porterà l'Italia ad inserirsi in un percorso virtuoso nell'ambito dell'Unione europea e che tale organismo, oltre a funzionare da «sentinella» della Commissione europea in sede nazionale e a rapportarsi direttamente con il Governo, costituirà anche una struttura autorevole ed efficiente di supporto rispetto all'attività parlamentare. Fa altresì presente l'esigenza di adoperarsi, in fase di definizione della struttura e delle funzioni del predetto organo, al fine di evitare che si vengano a creare sovrapposizioni di competenze con altri organismi.
  Richiama altresì i rilievi emersi da alcuni interventi svolti, quali quelli dei deputati Ciccanti e Simonetti, a proposito delle conseguenze che il provvedimento in esame potrà avere per gli enti locali, soprattutto per quanto concerne le politiche di convergenza e il Patto di stabilità interno. Fa presente che su tali rilevanti questioni i relatori stanno cercando di portare avanti una soluzione che rappresenti un punto di equilibrio.

  Giancarlo GIORGETTI (LNP), presidente, a seguito delle repliche dei relatori, dichiara concluso lo svolgimento dell'esame preliminare della proposta di legge in esame, rimettendo alla riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che avrà luogo subito dopo il termine della seduta, la definizione delle modalità e dei tempi concernenti il prosieguo dell’iter.

  La seduta termina alle 10.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.55 alle 11.05.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 20.10.

Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione.
C. 5603 Giancarlo Giorgetti.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, nel valutare l'ammissibilità delle Pag. 12proposte emendative presentate (vedi allegato), la Presidenza ha dovuto tenere conto non solo degli ordinari criteri di ammissibilità di cui all'articolo 89, comma 1, del Regolamento, ma anche dei limiti di contenuto fissati per il disegno di legge in esame dal combinato disposto del nuovo articolo 81, sesto comma, della Costituzione e dell'articolo 5 della legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1. Tali disposizioni, infatti, introducono nell'ambito delle fonti del diritto una particolare categoria di leggi rinforzate il cui oggetto è però limitato espressamente dalle richiamate norme costituzionali. Si deve pertanto ritenere che il legislatore, nell'adozione della legge rinforzata, debba attenersi rigorosamente alle materie previste per il contenuto della medesima. Alla luce di tale criteri, ritiene che debbano pertanto ritenersi inammissibili le seguenti proposte emendative: Marinello 6.01, in materia di destinazione prioritaria della spesa pubblica, non riconducibile alle disposizioni, pur richiamate, dell'articolo 5, comma 1, lettera d), della legge costituzionale n. 1 del 2012; Simonetti 10.2, che prevede un divieto per gli enti territoriali di stipulare contratti derivati di assicurazione e di investimento; Mantovano 12.01, che attribuisce alla Corte dei conti la facoltà di impugnativa diretta davanti alla Corte costituzionale, al di fuori delle procedure giurisdizionali, rispetto alle leggi dello Stato o delle regioni in caso di violazione dell'articolo 81 della Costituzione, in quanto contrasterebbe con l'articolo 137, primo comma, della Costituzione che definisce tassativamente le ipotese di accesso diretto alla Corte costituzionale; Mantovano 20.4, volto ad attribuire nuove funzioni al Consiglio di Presidenza della Corte dei conti.
  Avverte inoltre che è stato presentato un emendamento non riferibile al testo, che, pertanto, non sarà pubblicato.

  Alberto GIORGETTI (PdL), relatore, anche a nome del collega Duilio, esprime parere contrario sull'emendamento Ciccanti 2.1 e invita a ritirare l'emendamento Cambursano 2.2, in quanto assorbito dall'emendamento 2.4 dei relatori. Esprime, quindi, parere contrario sull'emendamento Cambursano 2.3, ritenendo opportuno mantenere ferma la definizione di obiettivi programmatici. Esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Cambursano 3.1 e Baretta 3.4, mentre invita al ritiro dell'emendamento Cambursano 3.2, ritenendo che la definizione di medio termine sia già contenuta all'articolo 2, comma 1, lettera e), e Borghesi 3.3, in quanto il suo contenuto è già chiarito dall'articolo 2, comma 2, e, pertanto, l'emendamento appare superfluo. Esprime, poi, parere favorevole sugli identici emendamenti Cambursano 4.1 e Baretta 4.2, nonché sull'emendamento Brunetta 4.3. Esprime, poi, parere favorevole sull'emendamento Baretta 5.3, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «Al comma 2 sostituire le parole: «verifichi il rischio del» con le parole: «preveda il» e aggiungere, in fine, le seguenti parole: «evidenziando le eventuali misure correttive da adottare al fine di assicurare il conseguimento degli obiettivi programmatici». Invita, quindi, al ritiro dell'emendamento Cambursano 5.1, in quanto non ritiene necessario specificare che il riferimento ai comuni include le unioni di comuni, ed esprime parere contrario sull'emendamento Gioacchino Alfano 5.2, in quanto volto ad introdurre un limite alla spesa estremamente rigido. Invita al ritiro l'emendamento Cambursano 6.2, in quanto le gravi crisi finanziarie devono ritenersi comprese alla definizione di cui alla lettera b) del comma 2. Esprime, poi, parere favorevole sull'emendamento Cambursano 6.3 e sull'emendamento Baretta 6.7, a condizione che sia riformulato nel seguente modo: «All'articolo 6, comma 3, introdurre le seguenti modificazioni: a) sostituire le parole: nonché le finalità con le seguenti: , stabilisce le finalità; b) al primo periodo aggiungere, in fine, le seguenti parole: “commisurandone la durata alla gravità degli eventi di cui al comma 2”»; c) al secondo periodo sopprimere le parole: «in un tempo adeguato alla gravità dei medesimi eventi e». Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Borghesi 6.6 Pag. 13e parere contrario sull'emendamento Borghesi 6.5, in quanto contrasterebbe con l'emendamento 6.6 Borghesi, ove approvato. Invita al ritiro dell'emendamento Simonetti 6.1, in considerazione del parere favorevole espresso sull'emendamento 6.6 Borghesi. Esprime parere favorevole sull'emendamento Baretta 7.1 e sugli emendamenti Simonetti 8.1, Baretta 8.3 e Borghesi 8.2, purché riformulati come l'emendamento Brunetta 8.4, sul quale esprime quindi parere favorevole. Invita, poi, al ritiro degli emendamenti Cambursano 9.12, Ciccanti 9.10, Cambursano 9.13, Ciccanti 9.4 nonché degli emendamenti Simonetti 9.1, Bitonci 9.2, Ciccanti 9.5, Baretta 9.17 e Borghesi 9.15, perché altererebbero gli equilibri di finanza pubblica. Invita, poi, al ritiro degli emendamenti Ciccanti 9.6 e 9.7, Cambursano 9.14, Ciccanti 9.8, Ciccanti 9.9, Borghesi 9.16 e Simonetti 9.3, in quanto la questione è affrontata dagli emendamenti dei relatori 9.20 e 9.21. Esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 9.11. Invita al ritiro degli emendamenti Cambursano 10.4, Simonetti 10.1, Cambursano 10.5, Cambursano 10.6, Simonetti 10.2 e 10.3. Invita al ritiro dell'emendamento Cambursano 11.2 e degli identici emendamenti Cambursano 11.3 e Baretta 11.5, in quanto assorbiti dall'emendamento 11.6 dei relatori. Invita, poi, al ritiro degli emendamenti Cambursano 11.4 e Ciccanti 11.1. Invita, quindi, al ritiro degli emendamenti Cambursano 12.4, Simonetti 12.2, Borghesi 12.6, Baretta 12.7, in quanto assorbito dall'emendamento 12.8 dei relatori. Invita al ritiro degli emendamenti Cambursano 12.5, Zeller 12.3 e Ciccanti 12.1. Esprime parere favorevole sugli emendamenti Cambursano 13.2, Borghesi 13.3, Baretta 13.4. Invita al ritiro dell'emendamento Simonetti 13.1. Invita al ritiro dell'emendamento Simonetti 14.1, in quanto risulterebbe assorbito dall'emendamento dei relatori 14.3, e dell'emendamento Cambursano 14.2. Invita al ritiro degli emendamenti Cambursano 15.1 e Marchi 15.2, in quanto assorbiti dall'emendamento 15.3 dei relatori. Invita al ritiro degli emendamenti Baretta 16.6, Ciccanti 16.2, Cambursano 16.3, Borghesi 16.4, Ciccanti 16.1, Borghesi 16.5, Boccia 16.7, Simonetti 17.1, Borghesi 17.3, Baretta 17.7, Borghesi 17.4, Borghesi 17.5, Cambursano 17.2, Borghesi 17.6, Borghesi 18.1 e 18.2, in quanto assorbiti dagli emendamenti 16.8, 17.8, 18.3, 19.1 dei relatori. Esprime parere contrario sull'emendamento Mantovano 20.2 e invita al ritiro dell'emendamento Cambursano 20.1 e Mantovano 20.3, in quanto assorbito dall'emendamento 20.5 dei relatori. Invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Zeller 21.01, in quanto le disposizioni del provvedimento devono ritenersi in linea di principio direttamente applicabili alle autonomie speciali. Raccomanda, infine, l'approvazione delle proposte emendative presentate dai relatori.

  Roberto SIMONETTI (LNP) accoglie la nuova formulazione del suo emendamento 8.1 proposta dal relatore.

  Pier Paolo BARETTA (PD) accoglie le nuove formulazioni dei suoi emendamento 5.3 e 8.3 proposte dal relatore.

  Antonio BORGHESI (IdV) accoglie la nuova formulazione del suo emendamento 8.2 proposta dal relatore.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere conforme a quello dei relatori.
  Si passa, quindi, alla votazione degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti.
  La Commissione approva l'articolo 1.
  Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 2.
  La Commissione approva, con distinte votazioni, gli emendamenti 2.4 e 2.5 dei relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.4 dei relatori non verranno posti in votazione gli emendamenti Ciccanti 2.1 e Cambursano 2.2.Pag. 14
  La Commissione respinge l'emendamento Cambursano 2.3.
  Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 3.

  Renato CAMBURSANO (Misto) ritira il suo emendamento 3.2.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli identici emendamenti Cambursano 3.1 e Baretta 3.4, mentre respinge l'emendamento Borghesi 3.3.
  Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 4.
  La Commissione approva, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Cambursano 4.1 e Baretta 4.2, nonché l'emendamento Brunetta 4.3.
  Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 5.

  Renato CAMBURSANO (Misto) ritira l'emendamento 5.1.

  Gioacchino ALFANO (PdL) ritira il suo emendamento 5.2.

  La Commissione approva l'emendamento Baretta 5.3, come riformulato, intendendosi quindi assorbito l'emendamento Cambursano 5.1.
  Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 6.

  Renato CAMBURSANO (Misto) ritira il suo emendamento 6.2.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Cambursano 6.3 e Baretta 6.7 (Nuova formulazione).

  La Commissione approva l'emendamento Borghesi 6.6, intendendosi assorbiti gli emendamenti Borghesi 6.5 e Simonetti 6.1.
  Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 7.
  La Commissione approva, con distinte votazioni, l'emendamento Baretta 7.1 e l'emendamento 7.2 dei relatori.
  Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 8.
  La Commissione approva, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Brunetta 8.4, Simonetti 8.1 (Nuova formulazione), Baretta 8.3 (Nuova formulazione), Borghesi 8.2 (Nuova formulazione).

  Lino DUILIO (PD), relatore, chiarisce come gli emendamenti dei relatori riferiti all'articolo 9, comma 4, siano volti ad esplicitare che le amministrazioni dello Stato debbono concorrere al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica su un piano di parità con gli enti locali.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 9 e di passare all'esame dell'articolo 10.

  La Commissione concorda con la proposta del presidente.

  Renato CAMBURSANO (Misto) illustra il proprio emendamento 10.5 che, con riferimento al ricorso all'indebitamento da parte delle regioni ed enti locali, è volto a precisare la nozione di spese di investimento.

  Roberto SIMONETTI (LNP) illustra i propri emendamenti 10.1 e 10.3 e ne raccomanda l'approvazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Cambursano 10.4, Simonetti 10.1, Cambursano 10.5 e 10.6, Simonetti 10.3; approva quindi gli emendamenti 10.7 e 10.8 dei relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che si passa all'esame dell'articolo 11.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Cambursano 11.2 e approva l'emendamento 11.6 dei relatori.

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  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 11.6 dei relatori, non saranno posti in votazione gli identici emendamenti Cambursano 11.3 e Baretta 11.5.
  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Cambursano 11.4 e Ciccanti 11.1.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che si passa all'esame dell'articolo 12.

  La Commissione respinge l'emendamento Cambursano 12.4.

  Roberto SIMONETTI (LNP) illustra il proprio emendamento 12.2, volto a sopprimere i commi 2 e 3 dell'articolo 12, ritenendo che la disciplina ivi prevista possa produrre effetti controproducenti.

  Lino DUILIO (PD), relatore, non condivide i rilievi del collega Simonetti, ritenendo che le norme in questione abbiano una evidente utilità.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) esprime perplessità sui commi 2 e 3 dell'articolo 12, auspicandone una attenta riscrittura.

  Massimo BITONCI (LNP) ritiene che le disposizioni in questione potrebbero favorire il perseguimento, da parte di regioni ed enti locali, di politiche di pareggio di bilancio e disincentivare politiche volte alla realizzazione di un avanzo di bilancio.

  Lino DUILIO (PD), relatore, ritiene che la formulazione delle citate disposizioni non possa in alcun modo disincentivare comportamenti virtuosi nella gestione delle risorse e degli eventuali avanzi di bilancio.

  Simonetta RUBINATO (PD) rileva criticamente come i commi 2 e 3 dell'articolo 12 non contengano alcun criterio per la determinazione della misura del contributo richiesto agli enti territoriali nelle fasi favorevoli del ciclo economico. Osserva, peraltro, come nell'ordinamento già esistano diverse forme di partecipazione delle autonomie territoriali al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e rileva, pertanto, il rischio di sovrapposizioni tra tali forme di contribuzione. Ritiene, pertanto, necessario introdurre criteri ulteriori per la definizione della misura del contributo degli enti territoriali alla sostenibilità del debito del complesso delle amministrazioni pubbliche, segnalando come nelle ultime manovre correttive di finanza pubblica gli enti territoriali abbiano già assicurato un notevole contributo al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dei saldi.

  Rolando NANNICINI (PD) osserva come, nell'esaminare le disposizioni della proposta di legge relative alle regioni e agli enti locali, si debba tenere necessariamente conto della disciplina attualmente vigente in materia di patto di stabilità interno. In proposito, ricorda i limiti previsti dalla legislazione vigente alla spesa degli enti locali, stabiliti sulla base del criterio della competenza mista, osservando come i comuni abbiano registrato negli ultimi esercizi ingenti risparmi riferiti anche alla spesa per il personale. Segnala come, nel complesso, la spesa dei comuni ammonti a circa 68 miliardi di euro, a fronte di una spesa complessiva delle pubbliche amministrazioni pari a circa 800 miliardi di euro, evidenziando come l'incidenza sia inferiore al 10 per cento del totale e si riferisca, in diverse circostanze, anche a interventi relativi a funzioni attribuite agli enti locali dallo Stato. Sottolinea come l'applicazione delle regole del patto di stabilità interno determini, di fatto, un accumulo di ritardi nei pagamenti cui gli enti tendono a fare fronte nelle fasi favorevoli del ciclo economico. Ritiene, pertanto, che il concorso degli enti locali alla riduzione del debito pubblico debba essere commisurata alla quantità dei trasferimenti che essi ricevono dallo Stato, osservando come, altrimenti si correrebbe il rischio di riprodurre situazioni come quella verificatasi nell'ultima legge di stabilità, con la quale si è richiesto a livello territoriale un contributo Pag. 16significativo che viene destinato all'incremento della capacità di spesa delle amministrazioni centrali.

  Maino MARCHI (PD) rileva come il dibattito che si sta svolgendo sul tema dell'equilibrio dei bilanci degli enti territoriali e del loro concorso alla sostenibilità del debito pubblico dimostri come sarebbe stato opportuno prevedere, nell'ambito dell'istruttoria legislativa, uno specifico coinvolgimento di rappresentanti degli enti territoriali. In proposito, segnala come le disposizioni della legge costituzionale n. 1 del 2012 presentino caratteri senza dubbio innovativi, che avrebbero meritato un maggiore approfondimento. Osserva, in primo luogo, come le disposizioni dell'articolo 11 della proposta in esame, relative al concorso dello Stato al finanziamento dei livelli essenziali e delle funzioni fondamentali in presenza di fasi avverse del ciclo economico o al verificarsi di eventi eccezionali, rappresentino un apprezzabile miglioramento, in quanto superano le politiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni, nei quali è stato richiesto alle autonomie territoriali un notevole contributo in termini di riduzione delle spese, pur in presenza di una fase sfavorevole del ciclo economico. A fronte di tale innovazione, tuttavia, osserva come l'articolo 12 sembri prevedere un accollo agli enti territoriali di una quota del debito pubblico, rilevando come ciò dimostri chiaramente che, nell'attuazione del federalismo fiscale, non si può non fare i conti con il debito pubblico esistente. Nel complesso, giudica che il mantenimento del patto di stabilità interno, che non sembra destinato ad essere superato dal provvedimento in esame, unitamente al combinato disposto dell'articolo 9, comma 4, che consente alla legge ordinaria di imporre obblighi ulteriori a carico degli enti territoriali, e dell'articolo 12, commi 2 e 3, rischi di determinare un carico eccessivo per le autonomie locali. Invita, quindi, a considerare il comma 4 dell'articolo 9 come una disposizione alternativa a quelle dei commi 2 e 3 dell'articolo 12.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone di accantonare l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 12 e di riprendere l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 9.

  La Commissione concorda con la proposta del Presidente.

  Marco CAUSI (PD) segnala l'opportunità di coordinare le disposizioni dell'articolo 9 relative al recupero dell'equilibrio di bilancio degli enti locali con le modifiche introdotte al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali dal decreto-legge n. 174 del 2012, attualmente all'esame della Camera. Osserva, infatti, che quest'ultimo provvedimento ha introdotto una specifica procedura di riequilibrio finanziario pluriennale applicabile ai comuni e alle province per i quali sussistano squilibri strutturali di bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario, evidenziando come tale procedura non coincida con quella prevista dall'articolo 9 del provvedimento in esame. Invita, pertanto, i relatori a considerare l'opportunità di coordinare meglio le due disposizioni.

  Alberto GIORGETTI (PdL), relatore, segnala la difficoltà di tenere conto di tutte le sollecitazioni formulate nel corso del dibattito con riferimento alla materia degli enti territoriali, evidenziando come la Commissione stia discutendo un provvedimento di carattere rinforzato, contenente regole di carattere generale volte a recepire nel nostro ordinamento le disposizioni recentemente adottate in sede europea in materia di finanza pubblica. A suo avviso, infatti, è difficile coniugare una formulazione di carattere generale con regole di carattere congiunturale, spesso legate a precise circostanze di fatto. Osserva, in proposito come regole di carattere congiunturale potranno trovare opportunamente collocazione, come avviene anche ora, nell'ambito della disciplina del patto di stabilità interno, che viene periodicamente aggiornata, mentre sarebbe difficile trovare in questa sede una soluzione Pag. 17in grado di rispondere alle molteplici esigenze puntualmente segnalate nel corso del dibattito. Si dichiara, comunque, disponibile a verificare la possibilità di individuare una nuova formulazione dell'articolo 9 entro l'avvio dell'esame del provvedimento in Assemblea, ribadendo tuttavia la convinzione che non vi siano le condizioni per introdurre elementi di carattere analitico nel provvedimento in esame.

  Lino DUILIO (PD), relatore, concorda con le considerazioni formulate dal collega Alberto Giorgetti in ordine alla natura del provvedimento in esame, evidenziando come disposizioni di maggiore dettaglio potranno essere opportunamente inserite in legge di rango ordinario. Segnala, peraltro, come i relatori abbiano già compiuto uno sforzo per rendere più flessibili alcune disposizioni del provvedimento, richiamando, in particolare, la riscrittura dell'articolo 5 relativo alle regole sulla spesa. A suo avviso, comunque, potrebbe essere recepito il suggerimento dell'onorevole Causi, facendo riferimento, nel comma 4 dell'articolo 9, anche alle specifiche procedure di riequilibrio.

  Marco CAUSI (PD) ringrazia i relatori per la disponibilità manifestata.

  Roberto SIMONETTI (LNP) osserva come la presenza di numerosi rinvii alla legge ordinaria determini il rischio di un aggiramento delle disposizioni dell'articolo 1, comma 2, in base alle quali la legge in esame può essere modificata o derogata solo da una legge rinforzata, ritenendo che tale aggiramento rischi di danneggiare gli enti territoriali.

  Lino DUILIO (PD), relatore, osserva come con l'emendamento 9.21 i relatori abbiano inteso sostanzialmente sancire il principio della parità di trattamento tra gli enti territoriali e le amministrazioni statali, evidenziando altresì come il concorso da parte degli enti territoriali al raggiungimento di avanzi di bilancio nelle fasi favorevoli del ciclo economico trovi sostanzialmente corrispondenza nel contributo che lo Stato assicura ai medesimi enti nelle fasi sfavorevoli del ciclo economico. Evidenzia, pertanto, come siano sostanzialmente garantiti attraverso questi meccanismi il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali inerenti ai diritti civili e sociali. Ritiene, comunque, che non sia questa la sede per addentrarsi in analisi di carattere macroeconomico relative agli effetti moltiplicativi della crescita derivanti da investimenti infrastrutturali, osservando come si potrebbe in astratto opporre la considerazione che una riduzione della spesa per interessi passivi comporterebbe effetti benefici assai più immediati per le finanze pubbliche. Ribadisce, in ogni caso, l'esigenza di tenere conto della particolare natura del provvedimento in esame, che dovrebbe limitarsi a fissare principi di carattere generale.

  Maino MARCHI (PD) osserva come, senza disconoscere la natura del provvedimento in esame, si dovrebbe valutare l'opportunità di sopprimere i commi 2 e 3 dell'articolo 12, eventualmente inserendo nell'articolo 9 un riferimento al concorso degli enti territoriali alla sostenibilità del debito pubblico nelle fasi favorevoli del ciclo economico.

  Alberto GIORGETTI (PdL) , relatore, segnala come nel valutare eventuali proposte di riscrittura del provvedimento si debba tenere conto degli equilibri complessivi presenti nel testo, evidenziando la difficoltà di individuare soluzioni efficaci nella odierna seduta. Nel ritenere che la proposta di modifica formulata dal collega Duilio sia praticabile, in quanto introduce una precisazione di portata contenuta, osserva che proposte di più ampia riscrittura dovrebbero essere valutate ai fini dell'esame in Assemblea, in modo da escludere l'insorgenza di problemi di carattere tecnico nella nuova stesura delle norme.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP), pur comprendendo il fatto che i relatori possano Pag. 18aver assunto impegni anche in un contesto più ampio, rileva tuttavia come il comma 3 dell'articolo 9 destini gli avanzi delle spese locali alle spese di investimento, mentre il successivo comma 4 accorda alla legge dello Stato la possibilità di inserire ulteriori obblighi. Ritiene non opportuna la scelta di inserire un richiamo al documento di economia e finanza all'articolo 12, sottolineando come la legge offra maggiori garanzie per il rispetto dei saldi. In proposito ritiene non necessaria la disposizione di cui all'articolo 12 comma 2.

  Roberto SIMONETTI (LNP) chiede ai relatori di chiarire se la legge dello Stato di cui all'articolo 9, comma 4, debba essere votata a maggioranza assoluta oppure no.

  Lino DUILIO (PD), relatore, rileva come non vi siano posizioni ideologiche precostituite da parte dai relatori, né impegni assunti altrove. Ricorda che, mentre per lo Stato si parla di saldo strutturale, per gli enti locali si fa riferimento al saldo nominale, sottolineando come con le modifiche proposte si introducano elementi di maggiore flessibilità. Evidenzia come si debba entrare nella logica che il disegno di legge in esame deve stabilire principi, chiarendo, in particolare, come gli effetti del ciclo economico debbano influenzare la misura del concorso degli enti locali agli obiettivi di finanza pubblica.

  Pier Paolo BARETTA (PD) ricorda che l'onorevole Marchi ha chiesto un'opinione dei relatori sulle disposizioni dell'articolo 12, commi 2 e 3, rilevando come sul punto non siano ininfluenti le modifiche che si intendono adottare in riferimento all'articolo 9.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva come, con le disposizioni in esame, si intenda stabilire il principio dell'equilibrio di bilancio per il futuro, mentre tutti gli enti interessati arrivano con una propria situazione storica. Rileva come non sia semplice, in tale quadro, affermare il principio di pareggio di bilancio, ma ritiene che non sia possibile chiedere impegni ulteriori agli enti locali. Esprime quindi scetticismo sulla possibilità di risolvere in maniera compiuta la questione entro la giornata di domani e rileva come si potrebbe individuare una soluzione parziale per poi approfondire la questione in vista dell'esame in Assemblea, partendo dalle proposte dei relatori.

  Lino DUILIO (PD), relatore, pur concordando con le argomentazioni svolte dal Presidente, osserva che occorre tener conto anche delle disposizioni di cui all'articolo 11 che prevedono indebitamento dello Stato per garantire il finanziamento degli enti territoriali. Sottolinea quindi come evidenziare solo gli obblighi imposti a questi ultimi ai sensi dell'articolo 12, senza ricordare le disposizioni dell'articolo 11 sarebbe fuorviante.

  Marco CAUSI (PD), pur ritenendo convincenti le argomentazioni dei relatori, chiede tuttavia di riflettere sulla possibilità di individuare un qualche parametro cui ancorare il concorso degli enti locali alla riduzione del debito pubblico.

  Pier Paolo BARETTA (PD) osserva che, a suo avviso, vi sono le condizioni per addivenire ad una soluzione soddisfacente prima della conclusione dell'esame in sede referente.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone quindi di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 9 nonché l'emendamento Simonetti 12.2 e di passare all'esame delle proposte emendative dell'articolo 13.

  La Commissione concorda e approva gli identici emendamenti Cambursano 13.2, Borghesi 13.3 e Baretta 13.4.

  Roberto SIMONETTI (LNP) illustra l'emendamento a sua prima firma 13.1, raccomandandone l'approvazione e sottolineando come verta su questioni analoghe a quelle affrontate in precedenza.

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  La Commissione con distinte votazioni respinge l'emendamento Simonetti 13.1 e approva l'emendamento dei relatori 13.6.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che dall'eventuale approvazione dell'emendamento dei relatori 14.3 risulterebbero assorbiti gli emendamenti Simonetti 14.1 e Cambursano 14.2.

  Renato CAMBURSANO (Misto) ricorda che il relatore Duilio, nella sua replica odierna, ha fatto riferimento alla volontà di introdurre nel testo in esame il principi dello zero based budget, mentre rileva che l'emendamento dei relatori 14.4 non ne contenga traccia.

  Lino DUILIO (PD), relatore, fa presente che la questione richiamata dall'onorevole Cambursano sarà affrontata in un emendamento che verrà esaminato nella giornata di domani.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti dei relatori 14.3 e 14.4.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, in considerazione delle dichiarazioni del relatore Duilio, propone di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 15.

  Rolando NANNICINI (PD) pur convenendo con la proposta del Presidente, rileva che l'emendamento Marchi 15.2 è volto a specificare i contenuti della relazione tecnica e chiede ai relatori di valutarlo con particolare attenzione.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, sottolinea come il tema richiamato dall'onorevole Nannicini sia particolarmente serio e assicura che sarà trattato nella seduta di domani.

  Lino DUILIO (PD), relatore, sottolinea come il comma 7 dell'emendamento 15.3 dei relatori contenga un riferimento alla questione della relazione tecnica, a suo avviso sufficiente.

  Rolando NANNICINI (PD) osserva come l'emendamento Marti 15.2 sia molto più articolato della formulazione proposta dai relatori.

  Maino MARCHI (PD) sottolinea come, nel momento in cui si ritiene di imporre vincoli particolarmente stringenti a enti costituzionali, sarebbe paradossale lasciare una maggiore libertà agli organismi tecnici.

  Lino DUILIO (PD), relatore, precisando di essere comunque disponibile a rimettere il mandato di relatore, manifesta la proposta stima nei confronti della Ragioneria Generale dello Stato e del suo vertice e conferma la necessità di avere a disposizione del Parlamento idonei strumenti tecnici di valutazione, pur ritenendo comunque soddisfatta tale esigenza dalla formulazione proposta dai relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ribadisce la proposta di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 15 e di trattare gli articoli 20 e 21 prima degli articoli da 16 a 19.

  La Commissione concorda.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere contrario sull'emendamento 20.5 dei relatori, evidenziando la preferenza del Governo per mantenere le nuove competenze della Corte dei conti nell'ambito della legge rafforzata in esame.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva come analoghe disposizioni siano contenute nel decreto-legge n. 174 del 2012, approvato oggi dalla Camera.

  Lino DUILIO (PD), relatore, sottolinea come la motivazione addotta dal rappresentante del Governo sia debole e evidenzia come la proposta emendativa dei relatori non sia volta a mettere in discussione le competenze della Corte dei conti, ma solo a prendere atto che esse sono già previste dal decreto-legge n. 174 del 2012.

Pag. 20

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ribadisce la preferenza del Governo affinché la materia sia presente nel testo della legge rinforzata.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva come sia singolare che il Governo abbia voluto introduce nel testo del decreto-legge disposizioni che esso stesso ritiene preferibile inserire nel testo della legge rinforzata.

  Lino DUILIO (PD), relatore, rileva come sia singolare che il Governo abbia voluto l'inserimento delle richiamate disposizioni nel testo del decreto-legge, quindi con poca possibilità di discussione parlamentare ed ora insista per una trasposizione delle medesime nella legge rinforzata. Alla luce delle motivazioni addotte dal Governo, insiste per la votazione dell'emendamento dei relatori 20.5.

  Pier Paolo BARETTA (PD) chiede al rappresentante del Governo se la contrarietà espressa sia riconducibile ad una questione politica dirimente oppure no.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ribadisce la preferenza del Governo per una maggiore forza delle disposizioni relative alle competenze della Corte dei conti in discussione.

  Alberto GIORGETTI (PdL), relatore, propone di accantonare l'emendamento 20.5 dei relatori.

  La Commissione accantona l'emendamento 20.5 dei relatori e, con distinte votazioni, approva l'emendamento 21.1 dei relatori e respinge l'articolo aggiuntivo Zeller 21.01.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere contrario sugli emendamenti dei relatori 16.8, 17.8, 18.3 e 19.1, precisando che il Governo preferirebbe che l'istituendo Ufficio parlamentare di bilancio avesse un vertice monocratico.

  Lino DUILIO (PD), in ordine al parere contrario espresso dal rappresentante del Governo sugli emendamenti 16.8, 17.8 e 18.3, chiede quali siano le motivazioni di tale parere, anche in relazione alla collocazione dell'organismo presso il Parlamento.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva come su tale punto vi sia una divergenza di vedute tra il Governo e il Parlamento, ricordando come invece nell'incontro informale svoltosi ieri pareva raggiunta una convergenza sugli altri punti della disciplina di attuazione della legge costituzionale.

  Marco CAUSI (PD), ricordando che la legge costituzionale prevede che l'organismo venga costituito presso le Camere, rammenta come nell'esperienza internazionale tali organismi possano essere configurati come uffici governativi ovvero come organi costituiti presso i Parlamenti. Rileva, quindi, che nell'ordinamento italiano, in virtù del ricordato vincolo costituzionale, l'organismo non può configurarsi come un ufficio governativo, ragion per cui fornirebbe una maggior garanzia di imparzialità un organismo non monocratico, bensì presieduto da un collegio.

  Pier Paolo BARETTA (PD) ritiene che il Governo debba produrre adeguate argomentazioni a sostegno del suo parere contrario.

  Renato CAMBURSANO (Misto), ricordando come le esperienze europee siano nel senso di configurare l'organismo come un ufficio governativo, ne auspica comunque la maggiore terzietà possibile.

  Alberto GIORGETTI (PdL) , relatore, ricorda come nell'incontro informale svoltosi ieri si fosse registrata una posizione aperta del Governo su una possibile configurazione collegiale dell'organismo, osservando in ogni caso come l'organismo monocratico possa avere il vantaggio di presentare un'immagine più forte e autorevole nei confronti dell'Europa, per perseguire Pag. 21in modo più determinato gli obiettivi di finanza pubblica assegnati.

  Marco CAUSI (PD) ricorda che, in numerosi Paesi europei, l'organismo è configurato in veste collegiale.

  Michele VENTURA (PD) invita anch'egli a mantenere una configurazione collegiale dell'organismo.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO invita a considerare un'interpretazione corretta della legge costituzionale, per comprendere pienamente la logica di funzionamento di un organismo indipendente che deve rispondere con una sola voce di fronte all'Unione Europea della correttezza delle procedure seguite, paventando il rischio di opinioni dissenzienti tra i membri di un eventuale organo collegiale.

  Pier Paolo BARETTA (PD) chiede al rappresentante del Governo se sia solo questa l'obiezione che sta alla base del parere contrario.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO, rispondendo all'onorevole Baretta, osserva come questa sia la maggiore obiezione, che va considerata tuttavia nella configurazione complessiva dell'organismo.

  Marco CAUSI (PD) ricorda come in Irlanda e in Portogallo, Paesi nei quali è attualmente in corso un programma di sostegno finanziario da parte dell'Unione Europea, l'organismo sia configurato in veste collegiale.

  Lino DUILIO (PD) auspica una convergenza nelle soluzioni da individuare non solo per quanto riguarda la configurazione del vertice dell'organismo, ricordando che, in ogni caso, nella maggioranza dei Paesi europei essa è collegiale, ma anche nella strutturazione organizzativa dello stesso organismo, ad esempio in merito ai problemi della selezione del personale, da cui dipenderà in modo rilevante l'efficacia del suo funzionamento.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) esprime perplessità in ordine all'opportunità di prevedere con legge rinforzata procedure per l'assunzione di personale.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che sono stati ritirati l'emendamento Baretta 16.6 e i subemendamenti Baretta 0.17.8.2, 0.17.8.1 e 0.18.3.1.

  La Commissione approva l'emendamento 16.8 dei relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 16.8 dei relatori, non saranno posti in votazione gli emendamenti Ciccanti 16.2, Cambursano 16.3, Borghesi 16.4, Ciccanti 16.1, Borghesi 16.5 e Boccia 16.7.

  La Commissione approva l'emendamento 17.8 dei relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 17.8 dei relatori, non saranno posti in votazione gli identici emendamenti Simonetti 17.1 e Borghesi 17.3, gli emendamenti Baretta 17.7, Borghesi 17.4 e 17.5, nonché gli identici emendamenti Cambursano 17.2 e Borghesi 17.6.

  La Commissione approva l'emendamento 18.3 dei relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 18.3 dei relatori, non saranno posti in votazione gli emendamenti Borghesi 18.1 e 18.2. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame alla seduta già fissata per la giornata di domani e, apprezzate le circostanze, propone, e la Commissione consente, di anticipare alle ore 9.

  La seduta termina alle 22.50.

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