CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 novembre 2012
739.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 43

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 14 novembre 2012. — Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI, indi del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 12.30.

Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia.
C. 5569 Governo, approvato dal Senato e C. 4740 Reguzzoni.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 13 novembre 2012.

  Franco GIDONI (LNP) rileva innanzitutto che il provvedimento, approvato in prima lettura al Senato anche con il voto della Lega, reca misure volte a ridurre e razionalizzare la spesa della Difesa. L'ispirazione del disegno di legge del Governo è dunque molto aderente a quella che spinse il suo gruppo a presentare alla Camera, con grande anticipo rispetto all'iniziativa del Ministro, la proposta di legge C. 4740, a prima firma Reguzzoni, abbinata nella precedente seduta.
  Come già è stato ricordato, la decisione di avviare una revisione dello strumento Pag. 44militare tiene conto di due esigenze concorrenti: da una parte vi è la necessità di ridurre la spesa; dall'altra, quella di mantenere l'efficacia operativa dello strumento, tenendo conto dei presumibili scenari d'impiego delle nostre Forze armate. A ciò, durante l'esame al Senato, si è aggiunta l'esigenza di assicurare la piena integrabilità dello strumento militare anche nella prospettiva di una politica di difesa comune europea.
  Ritiene, tuttavia, che tale modifica costituisca più che altro un auspicio in quanto la road map del provvedimento finirebbe inevitabilmente per allargare il discorso alla politica estera, alla banca centrale europea, al fatto che debba parlarsi di un'Europa dei popoli e non di un'Europa degli Stati. Ma tutto questo è ancora ben lungi dal venire come dimostra il fatto proprio in questi giorni sono stati bloccati i fondi per il terremoto dell'Emilia.
  Ciò premesso, passa in rassegna in maniera analitica i contenuti del disegno di legge, soffermandosi su quelle parti che presentano profili critici.
  L'articolo 1 reca una delega legislativa il cui termine, essendo ormai prossima la scadenza della legislatura, è tale da consentire che l'esercizio della delega possa avvenire ad opera di questo Governo ma anche di quello che lo sostituirà nel prossimo anno.
  Giudica favorevolmente il rafforzamento dei poteri del Capo di stato maggiore della Difesa operato dall'articolo 2, poiché tale scelta segue gli indirizzi di politica militare prevalenti a partire dagli Anni ’90 in tutto l'Occidente. Ritiene, altresì, positiva la disposizione introdotta dalla Commissione difesa del Senato concernente la razionalizzazione del sistema degli arsenali militari che dovrebbe mirare ad accrescere i risparmi attraverso la promozione degli interventi manutentivi realizzati con risorse interne.
  Quanto all'articolo 3 che stabilisce la riduzione dell'organico delle Forze armate a 150.000 unità entro il 2024, osserva in primo luogo che su tale numero si potrebbe incidere maggiormente anche in considerazione del fatto che il personale impiegato nelle missioni internazionali non supera complessivamente le 11.000 unità. In prima analisi, la sua Forza politica si era espressa per una riduzione fino ad arrivare ad un contingente di soli centomila uomini.
  In secondo luogo, ritiene che l'orizzonte temporale del 2024 sia eccessivamente lungo anche se pensato in funzione dell'attenuazione delle resistenze sociali e politiche per l'uscita dalle Forze armate del personale in esubero. Peraltro si tratta di un termine che, come solitamente avviene nel nostro Paese, non è realmente vincolante, essendo possibile una proroga di anno in anno.
  Apprezza, poi, l'apertura operata dal testo alla revisione delle norme concernenti lo status giuridico, il reclutamento e l'avanzamento del personale militare. Andrebbe altresì abbandonato il cosiddetto avanzamento normalizzato che crea fatalmente ingorghi negli alti gradi e tutte le distorsioni che ne conseguono, mentre occorre concentrarsi nella definizione di misure che favoriscano il riconoscimento del merito individuale per le promozioni.
  Vede ancora con favore la previsione, introdotta con un emendamento al Senato, di incentivare l'assunzione dei volontari cessati dal servizio anche nel mondo dell'impiego privato ed, in particolare, delle società di sicurezza private. Ciò tuttavia testimonia come i provvedimenti che hanno indotto fino al 2015 una fortissima riduzione del turnover nelle Forze di polizia abbiano creato una strozzatura che mette a rischio la credibilità dello Stato.
  Costituiscono, invece, un giusto riconoscimento del lavoro svolto dalla Commissione difesa della Camera, le norme dell'articolo 4 che delineano un più rigido controllo parlamentare sugli sviluppi dei principali programmi d'armamento. Al riguardo, osserva solamente che potrebbero prevedersi tempi più congrui per l'espressione del parere da parte delle competenti commissioni parlamentari.
  In conclusione, ribadisce le perplessità sulla eccessiva lunghezza della tempistica prevista per le riduzioni, tra l'altro in Pag. 45buona parte anticipate dal decreto sulla spending review, e sottolinea l'esigenza che la riforma premi il merito nell'avanzamento, chiarendo in modo inequivocabile che è finito il tempo delle promozioni automatiche per anzianità. Sarebbe anche l'occasione giusta per promuovere un riallineamento delle carriere favorevole ai sottufficiali delle Forze armate anche se comprende come la questione sia complessa e non facilmente risolvibile in tempi ristretti.

  Roberto SPECIALE (PdL), intervenendo a titolo personale, dichiara di non condividere le finalità del provvedimento che giudica «costruito sulla pelle» del personale militare. Inoltre, il tema della specificità del personale militare non è tenuto in debito conto nemmeno dal regolamento di armonizzazione del sistema pensionistico in via di predisposizione. Si domanda, infatti, quale lavoro oggi possa considerarsi più usurante dei compiti che assolvono i nostri militari impegnati nelle missioni internazionali e per quale ragione, dunque, si voglia innalzare l'età per il collocamento in quiescenza di chi ha svolto tali funzioni.
  Quanto alla prevista soppressione del Consiglio superiore delle Forze armate, osserva che tale organo svolge funzioni consultive fondamentali per le decisioni politico militari del Ministro della difesa. Peraltro, osserva che i relativi costi di funzionamento sono assai ridotti e le funzioni di contrappeso che svolge non sono surrogabili in alcun modo. Sul punto, formula quindi la richiesta di svolgere – nell'ambito dell'attività conoscitiva programmata, anche l'audizione del presidente del Consiglio superiore delle Forze armate.
  Consegna, inoltre, una nota nella quale espone dettagliatamente le ragioni della sua contrarietà al provvedimento (vedi allegato 1).

  Federica MOGHERINI REBESANI (PD), nel dichiarare di sottoscrivere interamente le valutazioni espresse dal collega Rugghia, evidenzia come il gruppo del Partito democratico abbia, durante l'esame del provvedimento al Senato, fatto sì che il disegno di legge uscisse da quel ramo notevolmente migliorato.
  Sottolinea, in particolare, come la riforma abbia anche l'obiettivo di rendere possibile una più spedita integrazione dello strumento militare italiano con i sistemi di difesa adottati in ambito europeo. Apprezza dunque le dichiarazioni rese dal Ministro nella seduta di ieri circa l'esigenza di contribuire al processo di costruzione del modello di difesa europeo e ritiene che sia stata opportuna tale integrazione del testo durante l'iter al Senato.
  Osserva, inoltre, che il provvedimento reca una revisione dello strumento militare e non del modello di difesa, portando a compimento solo una parte – necessaria sì, ma non sufficiente – del più ampio lavoro di riforma. Al riguardo, osserva che il proprio gruppo ha più volte sollecitato, anche mediante la presentazione di apposite proposte di legge, l'urgenza di affrontare un dibattito che definisse quali dovessero essere le scelte strategiche e politiche del nuovo modello. Sarebbe stato più logico adottare prima tali scelte e poi procedere ad una revisione dello strumento militare e auspica, pertanto, che nella prossima legislatura tali scelte possano finalmente compiersi.
  Infine, apprezza il tentativo di rafforzare il controllo del Parlamento sul bilancio della Difesa e, in particolare, sullo sviluppo dei programmi d'armamento di cui spesso le Commissioni non riescono a seguire l'evoluzione. Ciò, oltre a dare concretezza al lavoro svolto dalla Commissione difesa della Camera nel corso dell'indagine conoscitiva avviata nel 2009, risponde all'esigenza avvertita anche dall'opinione pubblica di una maggiore trasparenza sulle spese per gli investimenti della Difesa.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) concorda con l'esigenza di svolgere un confronto sul provvedimento che, pur essendo stato oggetto di ampio dibattito presso l'altro ramo del Parlamento, presenta Pag. 46tuttora aspetti meritevoli di approfondimento. Si tratta infatti di una delega che è formulata sulla base di principi e criteri direttivi così generali da poter risultare vaghi e che dunque, proprio in relazione al dibattito parlamentare, potrebbero essere inquadrati in indirizzi più specifici e dettagliati.
  Ritiene in particolare necessario chiarire la portata dei meccanismi di flessibilità di bilancio che il testo introduce, sia pure in via sperimentale.
  Inoltre, si domanda se sia stata presa in considerazione l'idea di prevedere un centro unificato per lo svolgimento delle procedure di reclutamento, al fine di ridurre gli oneri che adesso invece gravano su coloro che partecipano alle prove concorsuali, per di più con il rischio che sopravvengano riduzioni del numero dei posti messi a concorso, come purtroppo è avvenuto.
  L'esigenza di svolgere un'istruttoria il più possibile completa – ed in questo ambito condivide la richiesta dell'onorevole Speciale di audire anche il presidente del Consiglio superiore delle Forze armate – discende anche dall'esigenza di verificare attentamente che la revisione in senso riduttivo delle strutture e degli organici non comporti alcun pregiudizio del personale che, pur in condizioni sempre più difficili, ha garantito e garantisce l'elevato livello qualitativo dello strumento militare. Sarebbe, a suo avviso, un errore credere che, poiché si afferma di non voler cambiare il modello di difesa, il presente disegno di legge non possa intaccare i fondamentali paradigmi della Difesa nazionale. Al contrario, esso attribuisce al Governo la facoltà di incidere in profondità sulle risorse, sulle strutture e sul personale.
  Pertanto, ritiene che le ineludibili esigenze di celerità dell'attività istruttoria debbano coniugarsi con lo sforzo di svolgere un esame consono al ruolo ed al prestigio dell'istituzione parlamentare, che risulterebbero sviliti ove si intenda semplicemente ratificare il testo approvato dal Senato.

  Maria Grazia LAGANÀ FORTUGNO (Misto), condividendo l'esigenza di un esame istruttorio approfondito, si associa alla richiesta dell'onorevole Speciale di svolgere l'audizione del presidente del Consiglio superiore delle Forze armate ed alla richiesta dell'onorevole Di Stanislao relativa all'audizione dell'Ispettore generale Capo del bilancio della Ragioneria generale dello Stato.

  Roberto SPECIALE (PdL) rivolge un ringraziamento all'onorevole Villecco Calipari per aver espresso, sia pure in forme più complesse, la preoccupazione che si intenda arrivare ad una ristrutturazione delle Forze armate che le riduca oltre il limite minimo necessario per la loro funzionalità.
  Specifica che la sua richiesta di ascoltare in Commissione il presidente del Consiglio superiore delle Forze armate nasce dalla considerazione che si tratta di un organo che svolge una funzione consultiva essenziale per contribuire alle decisioni di maggior peso, anche assumendo un ruolo dialettico rispetto al comitato dei capi di stato maggiore di forza armata.

  Francesco Saverio GAROFANI (PD), relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.10.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 14 novembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 13.10.

7-00844 Rugghia: Sulle iniziative per il completamento e la messa in funzione dell'insediamento militare nell'area del Comune di Cutro.
(Discussione e rinvio).

  Antonio RUGGHIA (PD) illustra i principali contenuti della risoluzione, che Pag. 47prende le mosse dalla risposta fornita in data 9 giugno 2009 all'interrogazione parlamentare (n. 5-02931) presentata dall'onorevole Di Stanislao. In tale occasione, il sottosegretario pro tempore aveva dichiarato che era venuta meno la motivazione posta alla base dell'originario progetto e che dunque andava accantonata la possibilità di dar seguito al completamento della struttura militare sita nel comune di Cutro.
  Tale risposta non sembra tuttavia tenere in debita considerazione che in data 23 giugno 2000 è stato siglato fra il Ministero della difesa, il Ministero dell'economia e delle finanze, la regione Calabria, la provincia di Crotone e il comune di Cutro un Accordo di programma per la realizzazione di un insediamento militare a livello di reggimento con area addestrativa viciniore, in una località appositamente individuata nel comune di Cutro. A seguito di tale accordo, il suddetto comune, sostenendo una spesa iniziale per complessivi 4 milioni di euro, tra urbanizzazione delle aree circostanti e spese accessorie, ha provveduto a compiere tutto ciò che era di propria competenza, appaltando un primo lotto funzionale relativo alla realizzazione dell'area destinata agli alloggi per un importo di circa 14.000.000 di euro, i cui lavori, consegnati in data 5 febbraio 2003, sono stati ultimati e collaudati il 18 dicembre 2009.
  L'Accordo di programma prevede che eventuali modifiche possono essere apportate soltanto se c’è il consenso unanime delle amministrazioni che lo hanno sottoscritto. È evidente dunque che vi sia un vincolo per il Ministero della difesa.
  Avendo le istituzioni locali e regionali in più occasioni manifestato, anche con diversi incontri pubblici, la volontà di completare l'opera militare, fortemente voluta anche dalla popolazione dell'intera provincia, al momento permane una situazione di grave disagio. Il completamento dell'investimento militare avrebbe anche un valore di incentivo sul piano dello sviluppo economico non solo per il territorio del comune di Cutro, ma per l'intera provincia di Crotone.
  Per tali ragioni si chiede al Governo di assumere impegni precisi in tal senso.

  Il sottosegretario Filippo MILONE, pur considerando condivisibili le premesse della risoluzione, precisa che la risposta all'interrogazione parlamentare citata evidenziava come, rispetto a quanto già comunicato dal Dicastero al Sindaco di Cutro con nota del 6 maggio 2009, la situazione di fatto non avesse subito modifiche di sostanza, e, quindi, ribadiva quanto già sostenuto dall'amministrazione militare in quella stessa lettera.
  In particolare, in quella sede era stato ricordato come l'Accordo di programma sottoscritto nel 2000 ed il conseguente avvio del progetto per la realizzazione di un insediamento militare nel Comune di Cutro traesse origine dalla necessità – vigente il sistema di coscrizione per gli adempimenti degli obblighi di leva – di dare concreta attuazione alla legge 23 dicembre 1996, n. 662, che prevedeva l'effettuazione, salvo incompatibilità con le direttive strategiche e le esigenze logistiche delle Forze armate, del servizio obbligatorio di leva presso Unità o reparti aventi sede nel luogo più vicino al comune di residenza del militare.
  Successivamente, per gli effetti dei provvedimenti discendenti dal combinato disposto di cui al decreto legislativo n. 215 del 2001, ed alla legge n. 226 del 2004, era stato sospeso il servizio di leva con conseguente adozione del sistema di reclutamento del personale su base esclusivamente volontaria e del modello di difesa totalmente «professionale», che si poneva quale fattore ostativo oggettivo alla prosecuzione dell'originario progetto.
  Preso atto della mutata situazione, era stata quindi accantonata la possibilità di dare seguito al citato progetto, fermo restando il costante impegno del Dicastero nella ricerca di soluzioni, il più possibile concrete, per il miglior utilizzo delle infrastrutture sino ad allora realizzate.Pag. 48
  Fatta questa doverosa precisazione, rileva che la progressiva contrazione dello strumento militare impone di privilegiare il conseguimento di prioritari obiettivi addestrativi, operativi e di ammodernamento ed efficientamento delle Forze armate, rispetto alla realizzazione di nuove strutture non pienamente funzionali a tali obiettivi.
  In tale contesto si inserisce il disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare nazionale, all'esame della Commissione, che mira ad una «razionalizzazione delle strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche, anche mediante soppressioni e accorpamenti, con ubicazione nel minor numero possibile di sedimi, ottimizzando le relative funzioni, in modo da conseguire una contrazione strutturale complessiva non inferiore al 30 per cento, entro sei anni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo».
  Ricorda, altresì, che proprio in sede di esame di tale disegno di legge il Governo ha accolto l'ordine del giorno G 2. 202 del senatore Caforio, che impegna l'Esecutivo «a procedere, nell'ambito delle misure di razionalizzazione delle strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche, per quanto possibile e compatibilmente con le esigenze di riorganizzazione, ad equilibrati interventi con riferimento alla distribuzione degli enti militari sul territorio nazionale, incluse le aree strategiche del Mezzogiorno».
  Tenuto conto dei principi e criteri direttivi per la revisione dell'assetto strutturale ed organizzativo del Ministero della difesa nonché del citato ordine del giorno accolto dal Governo, non appare pertanto possibile accogliere gli impegni nella loro attuale formulazione.
  Propone, quindi, una riformulazione della parte dispositiva della risoluzione che sul presupposto del venir meno delle esigenze della Difesa sul progetto «Cutro» e sulla base dei principi enucleati dalla legge delega per la revisione dello strumento militare impegni il Governo alla ricerca di soluzioni che tengano conto, da un lato, del venir meno delle esigenze poste alla base del progetto «Cutro» da parte della Difesa, alla luce della revisione dello strumento militare nazionale per effetto della contrazione delle risorse disponibili e, dall'altro, dei principi che hanno ispirato il disegno di legge delega sulla revisione dello strumento militare, per il miglior utilizzo delle infrastrutture realizzate sul territorio comunale di Cutro, anche per scopi non militari.

  Franco GIDONI (LNP) rileva che la proposta di riformulazione meriti attenta valutazione in quanto appare orientata alla ricerca di una soluzione positiva ad una problematica di un territorio che ha avuto modo di conoscere personalmente. Ha quindi potuto verificare che vi sono potenzialità di utilizzo dell'infrastruttura, anche in ragione della vicinanza di un aeroporto e di esigenze di tipo abitativo piuttosto diffuse. Auspica tuttavia che l'impegno del Governo possa essere assunto anche in relazione a tempi ristretti, non superiori a qualche mese, entro cui proporre soluzioni praticabili, per evitare un degrado del manufatto già realizzato.

  Maria Grazia LAGANÀ FORTUGNO (Misto) condivide le valutazioni del collega, avendo potuto verificare in prima persona che le opere di urbanizzazione sono già state compiute o in avanzato stato di realizzazione. Inoltre, sarebbe una prima risposta alle tante problematiche di quell'area, in cui sono già stati chiuse altri insediamenti militari, pregiudicando ulteriormente le aspirazioni dei tanti militari meridionali desiderosi di svolgere servizio nei luoghi d'origine.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.20.

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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 14 novembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

  La seduta comincia alle 13.20.

Riforma della legislazione in materia portuale.
C. 5453, approvato, in un testo unificato, dal Senato.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del testo unificato in oggetto.

  Gianni FARINA (PD), relatore, osserva che il testo unificato in esame, approvato dal Senato lo scorso 12 settembre, dispone una riforma complessiva della legislazione in materia portuale, muovendosi lungo cinque direttrici principali. Ridefinisce i principi fondamentali che presiedono al riparto di competenze in materia tra Stato e regioni alla luce del nuovo Titolo V della Costituzione, intervenuto dopo l'approvazione della legge quadro n. 84 del 1994 e, conseguentemente, rivede la classificazione dei porti ed i requisiti per l'istituzione delle Autorità portuali (articoli 1, 2, 7 e 12). Ridefinisce la procedura di adozione del piano regolatore portuale (articoli 3 e 4). Opera alcune modifiche nell'organizzazione dell'Autorità portuale (articoli 8, 9, 10 e 11). Interviene sulla disciplina delle concessioni da parte delle Autorità (articolo 17) e sulle fonti di finanziamento delle Autorità (articoli 14, 18 e 19).
  Con riguardo alle parti di interesse della Commissione difesa, segnala in primo luogo, i contenuti dell'articolo 1 che detta principi e criteri direttivi per la distinzione dei compiti delle autorità portuali e delle autorità marittime. Come noto, le funzioni di Autorità marittima (attività di vigilanza, controllo e sicurezza) sono svolte dal Corpo delle capitanerie di porto, corpo tecnico del Ministero della difesa ma dipendente funzionalmente dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Al riguardo occorre precisare che i compiti dell'Autorità portuale, ove istituita, e dell'Autorità marittima sono definiti in maniera analoga a quanto già previsto dalla normativa vigente.
  Una novità è invece introdotta al comma 4, dove – con riferimento alla nuova categoria dei porti di rilevanza regionale ed interregionali, per i quali non è prevista l'istituzione di autorità portuali – si precisa che le Autorità marittime, oltre a svolgere le attività di vigilanza, controllo e sicurezza, potranno, secondo modalità stabilite dalle regioni, garantire anche il supporto funzionale per le operazioni portuali.
  L'articolo 2, novellando la disciplina previgente, reca una nuova classificazione dei porti e stabilisce in modo dettagliato principi e criteri direttivi per la legislazione regionale da adottarsi con riferimento ai porti di interesse regionale o interregionale.
  Ricorda che, in base all'attuale normativa, i porti sono classificati in due categorie: porti finalizzati per la difesa; porti non finalizzati per la difesa a sua volta suddivisi in tre classi in base alla rilevanza economica internazionale, nazionale e regionale o interregionale.
  La disciplina in esame introduce invece una nuova classificazione che prevede tre categorie: i porti finalizzati alla difesa; i porti di rilevanza nazionale e internazionale; i porti di rilevanza regionale ed interregionale.
  Con riferimento ai porti di categoria I – quelli finalizzati alla sicurezza nazionale e che pertanto sono amministrati in via esclusiva dallo Stato – si ribadisce la disciplina attualmente prevista, nella parte in cui si rimette ad un decreto del Ministro della difesa (di concerto con il Ministro delle infrastrutture) procede alla individuazione dei porti o delle specifiche aree portuali di cui alla categoria I; con lo stesso provvedimento sono disciplinate le attività nei porti di I categoria. Non viene, invece, riprodotta la disciplina previgente, nella parte in cui affidava al decreto ministeriale anche l'individuazione delle relative baie, rade e golfi.Pag. 50
  Osserva al riguardo che la mancata previsione riferita all'individuazione di baie, rade e golfi da ricomprendere nelle aree di categoria I appare ingiustificata, potendosi invece rendere necessaria tale qualificazione per finalizzare tali aree alla difesa militare, alla sicurezza dello Stato, al controllo del traffico marittimo ovvero all'addestramento delle unità della marina.
  Per i porti di categoria II – che hanno rilevanza nazionale ed internazionale – si prevede che – qualora non siano già individuate dal piano regolatore portuale – possono essere individuate specifiche aree finalizzate al controllo del traffico marittimo e alle altre esigenze del corpo delle capitanerie di porto, nonché delle Forze dell'ordine e dei Vigili del fuoco, amministrate in via esclusiva dallo Stato.
  Anche l'individuazione di tali aree – che sono amministrate in via esclusiva dallo Stato centrale in virtù del loro interesse per ragioni di difesa militare e sicurezza pubblica – è rimessa a un decreto del Ministro della difesa, di concerto con i Ministri dell'interno e delle infrastrutture e dei trasporti, in questo caso richiedendosi però anche l'acquisizione del parere vincolante della competente autorità portuale e dell'autorità marittima.
  La previsione di un parere vincolante della competente autorità portuale e dell'autorità marittima non appare tuttavia coerente con la ratio della norma, che è quella di salvaguardare il preminente interesse generale alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato, che non può essere soggetto al veto di alcuna autorità titolare di interessi particolari.
  Peraltro, anche con riguardo ai porti rientranti nella nuova categoria III – di rilevanza interregionale o regionale – si prevede che con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, siano individuate specifiche aree – amministrate in via esclusiva dallo Stato – finalizzate alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato, senza in tal caso attribuire natura vincolante al parere della competente regione e dell'autorità marittima.
  Desidera peraltro segnalare come il testo in esame non prevede alcun aggiornamento della disciplina relativa al «segnalamento marittimo dei porti di interesse nazionale», che risale al testo unico del 1885 e del relativo regolamento di attuazione del 1904.
  In funzione di un coordinamento con il nuovo assetto costituzionale, con la nuova tripartizione delle categorie portuali e con il Codice dell'ordinamento militare, appare necessario chiarire la ripartizione delle competenze nei porti rientranti nella nuova categoria III di rilevanza interregionale o regionale.
  Occorrerebbe invece precisare che le competenze relative all'emanazione delle prescrizione tecniche e di sicurezza sono esercitate dallo Stato, attraverso il servizio dei fari e del segnalamento marittimo della Marina militare, mentre sono di competenza delle regioni quelle relative alla realizzazione e alla gestione delle infrastrutture e dei segnalamenti portuali che non siano destinati esclusivamente alla navigazione d'altura, costiera o per l'atterraggio.
  In tal senso, appare comunque opportuna una disciplina transitoria per garantire l'indispensabile continuità del servizio nei porti classificati come d'interesse regionale, prevedendo, nelle more dell'emanazione delle necessarie disposizioni regionali, che la Marina militare continui ad assicurare la gestione degli impianti che ha attualmente in carico, e che la regione in cui è ubicato il porto provveda al rimborso delle spese di gestione anticipate dalla Marina stessa.
  Per le medesime ragioni di coordinamento di una disciplina che – come detto – risale ad un periodo in cui l'assetto organizzativo dello Stato era ben differente, segnala altresì l'esigenza che il provvedimento chiarisca che tra i compiti delle autorità portuali sia prevista la manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni nell'ambito portuale tra cui rientrano anche i segnalamenti portuali, fermo restando che il Servizio fari della Marina resta responsabile della definizione delle caratteristiche degli impianti e che, in via Pag. 51transitoria, continuerà a svolgere i compiti relativi a tale ambito fino alla loro devoluzione alle autorità portuali.
  Si riserva pertanto di presentare una proposta di parere che rechi i suddetti rilievi.

  Il sottosegretario Filippo MILONE dichiara di condividere pienamente i contenuti della relazione ed i rilievi critici espressi dal relatore sull'attuale formulazione del provvedimento.

  Gianni FARINA (PD), relatore, presenta una proposta di parere con condizioni e osservazioni, che illustra (vedi allegato 2).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 13.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.35 alle 13.45.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 14 novembre 2012.

Disposizioni concernenti la vendita, l'usufrutto e i canoni degli alloggi del Ministero della difesa.
C. 5154 Di Biagio, C. 5160 Biancofiore, C. 5400 Rugghia e C. 5491 Bosi.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.45 alle 13.50.

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