CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 novembre 2012
733.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 novembre 2012. – Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

  La seduta comincia alle 9.15.

DL 174/2012: Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012.
C. 5520-A Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che il Governo ha predisposto la relazione tecnica che è stata chiesta dalle Commissioni nella seduta di ieri.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO comunica che, per quanto riguarda l'articolo 11, commi 7 e 7-bis, il Governo conferma che, per la parte tributaria, l'entità massima del finanziamento corrispondente ai tributi che devono essere versati dai soggetti interessati nel periodo considerato, ossia da dicembre 2012 a giugno 2013, è valutata in circa 168 milioni di euro – come da lui anticipato – di cui 22 milioni per il mese di dicembre 2012 e 146 milioni per il semestre gennaio-giugno 2013. Sottolinea che la stima della Ragioneria generale dello Stato tiene conto del fatto che la disposizione del testo delle Commissioni non prevede che i tributi dovuti debbano comunque essere corrisposti in seguito. Precisa poi che, sul predetto ammontare, che potrebbe impattare sia sul debito sia sull'indebitamento netto della pubblica amministrazione, vanno calcolati anche gli oneri per interessi con conseguente incidenza sulle risorse preordinate alla ricostruzione delle zone terremotate. A tali effetti vanno aggiunti inoltre quelli afferenti i contributi previdenziali e assistenziali e i premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, anche riguardo ai quali il testo delle Commissioni Pag. 14prevede la possibilità di chiedere ai sostituti di imposta la sospensione dei relativi versamenti. Per tali ragioni, il Governo non può che confermare il parere contrario sul testo delle Commissioni, per mancanza di copertura e conseguente violazione dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
  Quanto all'emendamento 11.900 del Governo, fa presente che questo prevede la sospensione, in particolare, dei versamenti per l'IMU e la TARSU per la prima e per la seconda casa, precisando che, per quanto riguarda la prima casa, l'esenzione è prevista già oggi, ma per le sole case inagibili, mentre verrebbe ora estesa anche a tutte le case danneggiate. Inoltre viene escluso il versamento del cosiddetto «saldo acconto». Per quanto riguarda la copertura, agli oneri derivanti dallo slittamento del versamento dovuto nel mese di dicembre 2012, pari a 7 milioni di euro nel 2012 e a 0,1 milioni di euro nel 2013, si fa fronte, come si è detto nella seduta di ieri, mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui alla legge n. 222 del 1985. La relazione tecnica precisa che sulla base della banca dati IMU è stato estrapolato il gettito complessivo IMU stimato relativo ai comuni interessati dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Ai fini della determinazione della platea dei soggetti interessati e del relativo gettito IMU è stata considerata prudenzialmente una quota pari al 5 per cento dell'IMU relativa ai soli immobili diversi dall'abitazione principale, in quanto i soggetti beneficiari proprietari di un'unità immobiliare adibita ad abitazione principale distrutta o inagibile già godono dell'esenzione ai sensi dell'articolo 8, comma 3, del decreto-legge 74 del 2012. Si stima, pertanto, per il mese di dicembre 2012 un mancato versamento IMU di circa 6 milioni di euro, di cui 3 milioni in quota all'erario e 3 milioni in quota ai comuni. In considerazione anche degli altri tributi oggetto di sospensione – TIA, TARSU ed altri tributi locali ed erariali – valutabili in circa un milione di euro, si stima un ammontare complessivo di mancati versamenti nel mese di dicembre 2012 di circa 7 milioni di euro che saranno introitati nell'annualità successiva. Per l'anno 2013 si stima un ammontare complessivo dei tributi oggetto di sospensione analogo a quello del 2012: 6 milioni di euro per il versamento IMU di giugno e un milione di euro per i versamenti di altri tributi, locali ed erariali. Tali versamenti subiranno uno slittamento di alcuni mesi, comportando oneri in termini di maggiori interessi di circa 0,1 milioni di euro per il 2013, calcolati al tasso del 5 per cento.
  Tutto ciò considerato, dichiara che il Governo non può che confermare il parere contrario sui subemendamenti Marchi 0.11.900.1 e 0.11.900.2.

  Maino MARCHI (PD) ritiene sbagliato interpretare il testo delle Commissioni nel senso che esso consenta ai contribuenti di non corrispondere i tributi dovuti. Il testo parla chiaramente di una «sospensione» dei versamenti, e non fa cenno di una cancellazione dell'obbligo di versamento. Si parla, inoltre, di una sospensione soltanto facoltativa, nel senso che è rimesso al contribuente decidere se avvalersi della possibilità di rinviare il pagamento dei tributi con il meccanismo previsto dalla norma. Se il problema del Governo è rappresentato dal timore che la disposizione possa essere interpretata nel senso di far venire meno l'obbligo di versamento dei tributi, la soluzione è semplice: il Governo proponga una formulazione della norma che non si presti a questa presunta ambiguità interpretativa.

  Massimo BITONCI (LNP) condivide pienamente il ragionamento del deputato Marchi, ritenendo chiaramente implicito nel concetto di «sospensione» che non vi è alcuna abolizione dell'obbligo di versamento dei tributi. Esprime inoltre forti perplessità in ordine alle modalità con le quali la Ragioneria generale dello Stato opera le sue stime di impatto finanziario delle norme. Ritiene infatti che la stima di 168 milioni di euro per le modifiche apportate dalle Commissioni all'articolo 11 sia decisamente esagerata, apparendo assai più ragionevole una previsione di oneri intorno a 7 milioni di euro.

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  Massimo POLLEDRI (LNP) ritiene che il testo delle Commissioni comporti un onere finanziario che può essere pienamente coperto all'interno del monte dei 6 miliardi di euro del limite massimo di finanziamento. Condivide la proposta del deputato Marchi che il Governo presenti una propria proposta di formulazione dei commi 7 e 7-bis per superare il rischio interpretativo cui ha fatto cenno il rappresentante del Governo.

  Renato CAMBURSANO (Misto) sottoscrive i subemendamenti Marchi 0.11.900.1 e 0.11.900.2.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) ricorda che, oltre alle questioni connesse all'articolo 11, ne rimangono da affrontare altre due, con riferimento, rispettivamente, all'articolo 8 e all'articolo 9. Premesso che, sulla sospensione dei versamenti, il suo gruppo condivide le posizioni emerse nelle Commissioni, chiede quando saranno affrontate le altre due questioni, rispetto alle quali fa presente comunque fin d'ora che il suo gruppo non ritiene soddisfacenti le proposte del Governo. Per quanto riguarda, in particolare, l'esenzione degli immobili impiegati in attività non lucrative di utilità sociale dall'obbligo di pagamento dell'IMU, ricorda che si tratta di attività che, a parole, tutti dicono di apprezzare ed esprime quindi il timore che dietro alla contrarietà del Governo sul testo delle Commissioni ci sia un'ostilità preconcetta verso certi gruppi sociali.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO sottolinea che l'ipotesi di utilizzare il fondo di 6 miliardi anche per l'intervento di cui all'articolo 11, commi 7 e 7-bis, del testo delle Commissioni, ossia per le cosiddette «buste paga pesanti», comporta una ulteriore difficoltà rappresentata dall'esigenza di riaprire l'accordo già raggiunto con le banche, con il conseguente rischio di rimettere in discussione anche il fondo di 6 miliardi. Quanto al testo delle Commissioni relativo all'articolo 8, comma 3, sottolinea che Eurostat monitora con grande attenzione la posizione della Cassa depositi e prestiti nel sistema italiano e c’è il rischio che la Cassa venga inclusa nel novero delle pubbliche amministrazioni, il che determinerebbe un danno enorme per il Paese sotto forma di un aumento del debito pubblico stimabile in diversi punti di PIL. Invita quindi le Commissioni a tenere conto di queste considerazioni. Quanto infine all'esenzione dall'IMU per le attività non lucrative, ribadisce che il testo iniziale del Governo è il frutto di una concertazione con le istituzioni europee e che la sua modifica espone pertanto l'Italia al rischio di una nuova procedura di infrazione.

  Gianclaudio BRESSA (PD) ricorda che nella seduta di ieri il deputato Fitto ha segnalato al Governo l'esigenza di modificare l'articolo 8, comma 3, capoverso comma 6-bis, nel senso di sopprimere l'aggettivo «anticipata» là dove si parla di «estinzione o riduzione anticipata del debito». Chiede se il Governo abbia valutato anche tale questione.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO si riserva di rispondere su tale questione in un secondo momento.

  Michele VENTURA (PD) esprime stupore per la risposta fornita dal Governo nella seduta odierna. Per quanto riguarda le questioni connesse al terremoto e alla cosiddetta «busta pesante», sono stati svolti vari ragionamenti e la risposta fornita dalla Ragioneria generale dello Stato non attiene ad una questione importante: il collega Marchi ha fatto riferimento, nei propri interventi, alla «non cancellazione», al «non sconto», al finanziamento da parte delle banche, facendo intendere che l'onere è contenuto nell'ambito delle risorse indicate sin dall'inizio. Ritiene quindi paradossale mettere in discussione l'intero provvedimento per una questione come questa, su cui vi è stata una risposta del Governo di carattere burocratico. Va a suo avviso tenuto presente che il Parlamento non è nemico del Ministero dell'economia e delle finanze, il quale sembra Pag. 16invece seguire tale impostazione, dando inoltre risposte che sembrano sempre fondate su dogmi indiscutibili. Rileva come, da un'attenta valutazione dell'emendamento votato dalle Commissioni e presentato dalla collega Ghizzoni, emerge come si sarebbe potuta fare una correzione che rendesse esplicito il rapporto con le banche: non si tratta di questioni insormontabili ma di profili che con un minimo di buon senso possono trovare soluzione.
  Esprime apprezzamento per il lavoro di collaborazione svolto tra Governo e Parlamento in queste settimane che ha portato ad un notevole miglioramento del testo. Il Governo ha poi espresso alcuni dubbi su questioni che potrebbero insorgere a livello di Unione europea ed ha fornito chiarimenti sulla questione delle penalità e della costituzione del Fondo. Rileva peraltro come rispetto all'atteggiamento di chiusura dimostrato oggi dal rappresentate dell'Esecutivo si pongono dei problemi politici, anche considerato che su un tema quale quello relativo agli eventi sismici verificatisi, era lecito attendersi una maggiore sensibilità.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) esprime adesione rispetto all'emendamento riguardante l'indennizzo nell'ambito del comma 3 dell'articolo 8 poiché in qualche modo si recupera anche un parametro di valutazione a livello europeo. Per quanto riguarda la questione dell'IMU, ricorda di aver sottoscritto l'emendamento presentato dal collega Lupi sulle attività non lucrative; tuttavia, occorre a suo avviso prendere atto che il Governo ha sottolineato il rischio di trovarsi di fronte ad una procedura d'infrazione a livello di Unione europea. Il problema si risolverà dunque più opportunamente, con gli stessi contenuti, in un'altra sede. Infine, le questioni sollevate dai colleghi sull'articolo 11 comportano dei problemi per tutti: la valutazione prudenziale del Governo per la copertura che esclude i sostituti d'imposta rende necessaria una copertura finanziaria. Invita quindi il Governo a compiere un'ulteriore riflessione soprattutto sui profili che attengono alla copertura. Se questo non sarà possibile, occorrerà una valutazione da parte dei gruppi di maggioranza.

  Maurizio TURCO (PD) preannuncia che voterà contro l'emendamento 9.900 del Governo, sostenendo invece l'emendamento presentato dal collega Lupi ed approvato dalle Commissioni, poiché ritiene che quello sia il modo di affrontare il problema. Ricorda come dal 2006 il Governo italiano non dà risposta alla questione delle esenzioni di quella che è adesso l'IMU. Nella motivazione che accompagna l'emendamento 9.900 del Governo si afferma che il testo proposto è volto ad evitare «gli effetti finanziari negativi conseguenti al rischio elevato di una procedura di infrazione comunitaria». Evidenzia tuttavia come dal 2006 il Governo continua ad affermare il contrario, dicendo alla Commissione europea e al Parlamento che non vi è nessun rischio d'infrazione della normativa dell'Unione europea rispetto agli interventi governativi sulla materia. Oggi si viene invece ad affermare che l'emendamento del collega Lupi comporta un rischio elevato in tal senso. Evidenzia oltretutto come la procedura di infrazione comunitaria non si esaurisce in un solo momento ma è un processo articolato in più fasi e non si può addurre come unico motivo contrario un impatto negativo sulla finanza pubblica, considerato che anche nel caso in cui ci fosse un'effettiva infrazione gli effetti sul bilancio non vi sarebbero prima di cinque anni. Evidenzia quindi come, a suo avviso, le reali motivazioni alla base delle valutazioni del Governo non siano queste ma vi sia solo la volontà di sanare la bozza di regolamento «bocciata» dal Consiglio di Stato per abuso di potere da parte del Ministero. Ribadisce come l'emendamento del collega Lupi poneva la questione in termini chiari, mentre il Governo continua a muoversi in termini ambigui sulla materia.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, prende atto che, in considerazione delle numerose richieste di intervento, non vi sono obiezioni da parte dei gruppi a Pag. 17chiedere all'Assemblea di differire l'avvio della discussione dalle ore 10 alle ore 11, modificando quanto previsto nella seduta di ieri.

  Antonio BORGHESI (IdV) prende atto di quanto testé evidenziato dal Presidente Giorgetti ma fa presente che il suo gruppo avrebbe preferito avviare sin d'ora la discussione in Assemblea.

  Renato CAMBURSANO (Misto) ricorda di aver sottoscritto la proposta del collega Marchi che sostiene convintamente. Rileva che se la preoccupazione è che le banche rimettano in discussione l'accordo già raggiunto, l'entità finanziaria della questione è talmente risibile in termini di costi aggiuntivi che il problema, con una verifica con le banche, può essere senz'altro risolto.
  Esprime pieno accordo sulla questione della Cassa depositi e prestiti: risulta a molti, infatti, che Eurostat sta esaminando le operazioni della Cassa depositi e prestiti e non deve essere assolutamente fatto nulla che possa mettere in discussione la collocazione di tale organismo al di fuori dell'orbita della finanza pubblica, considerate le conseguenze rilevanti che ne deriverebbero in termini di aumento del debito e di esposizione sui mercati. Ritiene quindi che sia necessaria una visione seria della questione. Il Governo si faccia carico di individuare, nel disegno di legge di stabilità in corso di esame parlamentare, le risorse aggiuntive per la copertura finanziaria dell'indennizzo.

  Gabriele TOCCAFONDI (PdL) intervenendo sulla questione dell'esenzione dell'IMU per gli enti no profit, rileva come il Governo abbia presentato una proposta emendativa che fa in modo di ripristinare il testo originario del decreto-legge, adducendo come motivazione il rischio elevato di una procedura d'infrazione che comporta effetti negativi per la finanza pubblica. Ad avviso di molti colleghi, il problema è stato risolto e lo stesso gruppo del Popolo delle libertà ha preannunciato la propria astensione. Chiede peraltro al suo gruppo di rivedere la propria posizione, considerato che le motivazioni addotte dal Governo vanno tutte dimostrate. In particolare, deve essere chiarito quale sarebbe la procedura di infrazione in corso ed in che termini è quantificabile il danno a carico del bilancio statale. Di fronte a dati ed indicazioni precisi potrebbe anche rivedere la propria posizione.
  In quest'ottica fa presente come le questioni ancora in discussione siano in realtà tre: i profili che attengono al terremoto, la questione riguardante la Cassa depositi e prestiti e quella dell'IMU per gli enti no profit che non è in alcun modo da considerare risolta.

  Simonetta RUBINATO (PD) richiama il proprio intervento svolto nella seduta di ieri, evidenziando come la questione che attiene la Cassa depositi e prestiti è sicuramente rilevante ma il fatto che essa sia sotto la lente di osservazione dell'Unione europea non può certo essere imputabile all'emendamento in discussione ma piuttosto alle altre operazioni effettuate dal Governo.
  Invita in proposito a prendere visione della relazione della Corte dei conti sul controllo effettuato sulla Cassa depositi e prestiti negli anni 2004, 2005 e 2006, evidenziando come non sarà certamente la modifica in discussione a far cambiare natura giuridica alla Cassa depositi e prestiti. Ciò premesso, rileva come le pesanti manovre finanziarie che hanno interessato gli enti locali negli ultimi anni e che impongono loro una rilevante riduzione della spesa corrente, unite alla previsione del pagamento della penale in questione, rendono molto difficoltosa la gestione dei bilanci comunali, soprattutto se si vogliono garantire servizi sociali ai cittadini, tanto è vero che per quest'anno è stato spostato al 31 ottobre il termine per la redazione. Evidenzia inoltre come le dotazioni del Fondo di rotazione per gli anni 2013 e 2014 non saranno di certo sufficienti alla luce di quanto testé evidenziato. Sotto il profilo politico, rileva dunque come le esigenze degli enti locali non siano tenute adeguatamente in considerazione nonostante Pag. 18quanto prescritto dall'articolo 5 della Costituzione. Chiede quindi al Governo di individuare le forme necessarie per dare una copertura minima seria al problema. Ricorda che il proprio subemendamento 0.8.900.1, presentato nella seduta di ieri, era volto ad individuare la copertura finanziaria degli indennizzi correlati alle estinzioni anticipate per i comuni che hanno rispettato il patto di stabilità interno nel 2011, attribuendo contributi nei limiti di trenta milioni di euro e dimezzando le risorse di cui al comma 4 dell'articolo 4.
  Rileva inoltre che non vi è nessun elemento per ritenere che la norma in questione crei un effettivo danno alla Cassa depositi e prestiti.

  Roberto SIMONETTI (LNP) ricorda come fosse stato chiesto al Governo di fornire una nota tecnica relativa al testo del provvedimento come approvato dalle Commissioni riunite I e V al termine della seduta del 2 novembre scorso, ma questa non è pervenuta. Occorre prendere atto che vi è la volontà politica del Governo di non concedere nulla ai comuni che estinguono anticipatamente i mutui. Il Governo è addirittura arrivato ad inficiare le votazioni del Parlamento, esigendo una riapertura del dibattito per modificare il testo su cui si era convenuto il 2 novembre scorso. Per quanto attiene alla questione riguardante l'esenzione dell'IMU per gli enti non lucrativi, ricorda come più volte fosse stato evidenziato in sede europea come non vi fossero problemi sotto il profilo della libera concorrenza. Evidenzia, inoltre, come nella documentazione consegnata nella seduta odierna ai deputati dal sottosegretario Polillo sia presente anche uno scambio di comunicazioni tra gli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze riferiti al testo del maxiemendamento predisposto dal Governo sul provvedimento in esame. Si chiede dunque come sia possibile che il Governo avesse già predisposto un maxiemendamento nel momento in cui il testo era ancora in corso di esame presso le Commissioni.

  Cesare MARINI (PD) condivide la necessità di individuare una soluzione in favore dei comuni che riducono l'indebitamento. In proposito, rileva come vi sia anche un indebitamento di comuni che coinvolge il sistema bancario, anche perché in molti casi questo ha consentito tassi migliori rispetto a quelli della Cassa depositi e prestiti. Occorre dunque trovare una soluzione che riguardi anche tali fattispecie, per evitare un doppio binario, estendendo la previsione in esame a tutti. Ritiene inoltre necessaria una riflessione ulteriore da parte del Governo considerato che si va ad intervenire, con legge, su una materia, qual è quella dei mutui, che rientra in un regime privatistico.

  Maria Piera PASTORE (LNP) fa presente di condividere l'intervento svolto dall'onorevole Marchi in riferimento ai subemendamenti da lui presentati all'emendamento 11.900 del Governo. Sottolinea come anche nel testo approvato dalle Commissioni non si tratti di cancellazione degli obblighi tributari dei lavoratori dipendenti, ma solo di una sospensione del pagamento e rileva come il rappresentante del Governo abbia detto una cosa inesatta riferendo che il beneficio riguarderebbe i proprietari di seconde case. Ritiene incomprensibile l'emendamento 8.900 del Governo, sottolineando come la relazione tecnica chiarisca che le somme che i comuni dovranno sborsare per gli indennizzi per estinzione anticipata dei prestiti alla Cassa depositi e prestiti rientreranno nei limiti del patto di stabilità. Preannuncia quindi il voto contrario della Lega sia su questo emendamento che sugli altri due presentati dal Governo. Evidenzia come il Governo non dovrebbe contraddire la volontà politica già espressa dalle Commissioni e chiede al Governo di chiarire quale sia il testo del maxiemendamento citato nella documentazione depositata dal sottosegretario Polillo, la cui esistenza, se confermata, rappresenterebbe uno sgarbo istituzionale molto rilevante.

  Jole SANTELLI (PdL), nel richiamare le considerazioni svolte dall'onorevole Rubinato, Pag. 19evidenzia come non sia vero che manca la copertura finanziaria in riferimento alle disposizioni relative all'estinzione anticipata dei prestiti dei comuni verso la Cassa depositi e prestiti, poiché, non rientrando i suoi bilanci nel conto consolidato della pubblica amministrazione, non vi sarebbe, a rigore, una questione di mancato rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Rileva quindi come vi sia piuttosto, a suo avviso, un problema di natura politica e, anche rispetto all'Unione europea, un problema di classificazione della Cassa come ente strumentale o meno rispetto al Governo. Osserva come, ad avviso del suo gruppo, l'autonomia della Cassa vada preservata ed essa debba essere tenuta al di fuori del perimetro della pubblica amministrazione. A tale fine, ritiene che l'esclusione dell'indennizzo per estinzione anticipata non inciderà sulla classificazione della società, trattandosi, per la Cassa, di somme irrisorie, come rischiano invece di incidere altri provvedimenti all'esame del Governo. Chiede quindi al Governo di ritirare l'emendamento 8.900. Con riferimento al regime di esenzione dall'IMU, fa presente che lo scopo delle modifiche adottate dalle Commissioni non era certamente quello di esentare dal pagamento tutto il mondo della cooperazione, ma solo particolari fattispecie come le mense per i poveri. Chiede quindi al Governo di valutare l'opportunità di una diversa formulazione in grado di preservare l'esigenza condivisa dalle Commissioni, senza avere un impatto eccessivo sulla finanza pubblica.

  Raffaele VOLPI (LNP), richiamando l'intervento dell'onorevole Pastore, ribadisce la richiesta di sapere quale sia il maxiemendamento al quale fa riferimento la documentazione depositata dal rappresentante del Governo. Chiede quindi che il Ministro per i rapporti con il Parlamento venga a spiegare formalmente alle Commissioni la questione. Rileva come le Commissioni stiano lavorando seriamente senza sosta sul provvedimento in esame, malgrado le reticenze del Governo a rispondere sulle questioni sollevate. Ritiene che il contenuto della relazione tecnica presentata sia assolutamente insufficiente e rileva come sussista certamente la possibilità di individuare idonee coperture per le modifiche adottate dalle Commissioni. Chiede quindi al Governo di ritirare le proprie proposte emendative e di smettere di fare ostruzionismo. Chiede inoltre che si ritorni in Assemblea a votare e sottolinea come, ai sensi della nostra Costituzione, il Governo si debba attenere alle decisioni del Parlamento. Chiede anche l'intervento del Ministro Grilli che non dovrebbe partecipare alle trasmissioni televisive, ma venire in Parlamento a sostenere le ragioni del Governo. Ritiene l'atteggiamento del Governo complessivamente lesivo della dignità del Parlamento.

  Antonio BORGHESI (IdV), con riferimento alle disposizioni relative all'estinzione anticipata dei prestiti dei comuni verso la Cassa depositi e prestiti, ritiene che le argomentazioni addotte dal Governo possano essere fondate, sottolineando tuttavia come, se si obbligano i comuni all'estinzione anticipata dei medesimi prestiti, non si possa contemporaneamente pretendere dagli stessi anche il pagamento degli indennizzi. Ritiene quindi necessario individuare una forma di copertura e preconizza la possibilità di più gravi accadimenti in mancanza.

  Maria Teresa ARMOSINO (PdL) chiede al sottosegretario di trasmettere quanto intende rappresentare al Governo. Ritiene inaccettabile che il Governo perseveri nell'atteggiamento di proporre un differimento delle richieste di origine parlamentare con la scusa di individuare ulteriori provvedimenti nei quali darvi adeguata risposta. Rileva come il Governo abbia mentito finora e come le sue politiche abbiano l'obiettivo di perseguire surrettiziamente la distruzione degli enti locali e il centralismo statale. Osserva come spesso i rappresentanti di questo Governo sottolineino di non avere chiesto di assumere la responsabilità di governare, mostrino di fare una cortesia alla classe politica permanendo in carica e perseguano scelte Pag. 20non corrispondenti agli accordi assunti al momento della formazione del Governo medesimo. Ritiene come della vicenda relativa all'esclusione degli indennizzi per l'estinzione anticipata dei prestiti dei comuni verso la Cassa depositi e prestiti si sia fatto un utilizzo strumentale, trattandosi di risorse irrisorie per la Cassa. Ritiene che il Governo sia insensibile, mentre gli amministratori locali rischiano ogni giorno, a causa della scarsità delle risorse, mettendo in gioco la propria responsabilità personale. Osserva come forse il Ministro Patroni Griffi, che si è sbagliato su molte cose, ad iniziare dall'acquisto della sua casa in zona Colosseo, forse si è sbagliato anche sul presente provvedimento. Chiede quindi che si dica espressamente che gli enti locali devono dare tutte le proprie risorse per coprire il buco finanziario a livello statale e che saranno a tal fine sottratti dalla disponibilità degli enti locali tutti gli immobili di loro proprietà. Sottolinea come i membri del Governo che hanno assunto le proprie cariche devono comprendere che sono chiamati a svolgere un servizio e non debbono invece ritenere di essere stati scelti in virtù di una presunta superiorità. Esprime quindi la preoccupazione che possa servire l'esercito per placare il disagio sociale che inevitabilmente sfocerà nelle piazze se continua l'attuale situazione. Ricorda in proposito il recente crollo in una scuola torinese, avvenuto fortunosamente al di fuori degli orari di lezione, e evidenzia come in quella scuola ci sarebbe potuto essere anche un congiunto dei membri dell'attuale Governo. Sottolinea come sia necessario ricostruire un rapporto di fiducia e come le riforme non possano essere fatte contro o nonostante i rappresentanti dei cittadini democraticamente eletti.

  Matteo BRAGANTINI (LNP), ritiene incomprensibile l'atteggiamento tenuto dal Governo e richiama l'intervento svolto dall'onorevole Volpi, sottolineando come la predisposizione di un maxiemendamento, mentre è in corso il lavoro delle Commissioni, rappresenterebbe un gravissimo strappo istituzionale. Ribadisce quindi che il Governo dovrebbe porre la questione di fiducia sul testo approvato dalle Commissioni e stigmatizza il comportamento del Governo composto da persone scelte non si sa bene da chi. Ritiene ingiustificata la necessità di una copertura sulle disposizioni relative all'estinzione anticipata dei prestiti dei comuni verso la Cassa depositi e prestiti, che, al contrario, avrebbero la conseguenza di agevolare una riduzione del debito pubblico. Rileva come non sia accettabile obbligare i comuni all'estinzione anticipata di tali debiti e contemporaneamente chiedere loro di pagare per i relativi indennizzi alla Cassa depositi e prestiti e assoggettare tali pagamenti ai limiti del patto di stabilità. Richiamando le considerazioni già espresse nella seduta di ieri, sottolinea come non sarebbe precluso un intervento sui contratti in essere, ricordando quanto già avvenuto in materia di commissione di massimo scoperto e rileva come il Governo viceversa sarebbe prono agli interessi delle banche. Con riferimento alle disposizioni di cui all'articolo 11, comma 7-bis, lettera b), evidenzia come si tratti solo di una sospensione del pagamento e non già di una esclusione del medesimo e ribadisce come tale beneficio dovrebbe essere esteso ai lavoratori autonomi e ai pensionati.

  Fabio MERONI (LNP) osserva che gli emendamenti del Governo mirano a stravolgere accordi raggiunti all'unanimità nelle Commissioni riunite. Ricorda come il Governo avesse già ventilato l'ipotesi di un maxiemendamento la scorsa settimana, mentre l'accordo raggiunto dalle Commissioni rappresenta un buon punto di equilibrio a vantaggio dei cittadini. Ricorda come quando svolgeva l'attività di sindaco l'estinzione anticipata di mutui fosse un vanto per l'amministrazione e non desse luogo al pagamento di indennizzi. Ritiene che il Governo dei tecnici abbia fallito nel tradurre dalla teoria alla pratica le proprie scelte per assenza di conoscenza della realtà delle cose. Richiama in proposito l'abolizione delle province dalla quale sarebbero dovuti derivare risparmi per 10 Pag. 21miliardi di euro mentre ora il Governo dice che addirittura vi sarebbe un aggravio di spesa. Ritiene che i membri del Governo non conoscano adeguatamente le dinamiche amministrative e auspica che l'Esecutivo, se è convinto delle proprie posizioni, non ricorra alla questione di fiducia, ma provi a convincere nel merito i parlamentari, altrimenti il Parlamento, non sui tagli ai costi della politica, ma su scelte a tutela dei cittadini danneggiati dal sisma del maggio scorso, manderà a casa il Governo.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ritiene che non si debba enfatizzare il passaggio, nella documentazione prodotta, relativo al maxiemendamento, trattandosi solo di una modalità di lavoro interna al Ministero dell'economia e delle finanze. Fa presente che il Governo ha cercato di compiere uno sforzo in particolare con riferimento alle disposizioni in favore dei cittadini danneggiati dal sisma del maggio 2012, ma che, allo stato, non è in grado di accogliere le modifiche che per le vie brevi sono state suggerite al proprio emendamento 11.900. Ribadisce pertanto il parere contrario sui subemendamenti Marchi 0.11.900.1 e 0.11.900.2, raccomandando invece l'approvazione dell'emendamento del Governo 11.900. Precisa che le modifiche proposte, volte a subordinare la concessione dei prestiti per la sospensione delle obbligazioni fiscali ad una integrazione della convenzione con le banche, comporterebbero un allungamento dei tempi che metterebbe a repentaglio l'operatività delle norme a partire dal 1o gennaio 2013.

  Chiara MORONI (FLpTP), relatore per la V Commissione, fa presente che i relatori potrebbero modificare il proprio parere contrario sul subemendamento Marchi 0.11.900.2, rimettendosi alle Commissioni, se il presentatore accettasse la riformulazione del testo come segue:
   «Al comma 7-bis, alla lettera a), premettere le parole: previa integrazione della convenzione di cui al comma 7, secondo periodo,.

  Conseguentemente:
   1) alla medesima lettera b), primo periodo, sopprimere le parole: e contributi;
   2) alla medesima lettera b), sopprimere il secondo periodo;
   3) dopo il comma 7-bis, aggiungere il seguente: 7-ter. Agli oneri derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma 7-bis, lettera b), pari a 0,2 milioni di euro nel 2012 e a 6 milioni di euro per l'anno 2013, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 47, secondo comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222, relativamente alla quota destinata allo Stato dell'8 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.».

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva che la riformulazione proposta dai relatori non appare ammissibile, configurandosi piuttosto come un nuovo emendamento.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO concorda con il presidente e ritiene il testo formulato dai relatori un nuovo emendamento.

  Chiara MORONI (FLpTP), relatore per la V Commissione, prendendo atto della posizione della presidenza, conferma il parere contrario sul subemendamento Marchi 0.11.900.2, ritirando la proposta di riformulazione.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Bitonci 0.8.900.3, Rubinato 0.8.900.1, Simonetti 0.8.900.2 e Vanalli 0.8.900.4, approvano gli emendamenti 8.900 e 9.900 del Governo (vedi allegato 1) e respingono il subemendamento Bragantini 0.11.900.3.

  Maino MARCHI (PD) ritira i subemendamenti 0.11.900.1 e 0.11.900.2, di cui è primo firmatario.

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  Le Commissioni respingono l'emendamento 11.900 del Governo.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che i relatori, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, hanno proposto alle Commissioni alcune correzioni di forma (vedi allegato 2).

  Le Commissioni approvano le correzioni di forma proposte dai relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che tutti i subemendamenti respinti devono intendersi ripresentati in Assemblea come emendamenti al testo approvato dalle Commissioni.

  Nessuno chiedendo di intervenire, le Commissioni deliberano di conferire ai relatori il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento risultante dall'esame degli emendamenti. Deliberano, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  La seduta, sospesa alle 11, riprende alle 12.30.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che, a seguito della reiezione dell'emendamento 11.900 del Governo, il testo dell'articolo 11 del decreto-legge presenta ancora profili finanziari problematici, che potrebbero determinare una violazione dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Fa presente che alla luce di tale considerazione e considerando il rilievo delle questioni affrontate dalla disposizione, le Commissioni hanno convenuto unanimemente sulla necessità di superare le criticità evidenziate dalle disposizioni dell'articolo 11, riconsiderando il testo precedentemente approvato, e i relatori hanno presentato l'emendamento 11.901, che intende assicurare una soluzione che garantisca la copertura finanziaria della lettera b) del comma 7-bis dell'articolo 11.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere favorevole sull'emendamento 11.901 dei relatori, evidenziando che le difficoltà emerse nel corso dell'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso riferite sono figlie della situazione contraddittoria nella quale si trova il nostro Paese, che deve fare fronte a interventi necessari e urgenti in un contesto finanziario che non lascia molti margini di manovra.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 11.901 dei relatori (vedi allegato 1).

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che i relatori, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, hanno proposto alle Commissioni la seguente ulteriore correzione di forma:
   all'articolo 11, comma 1, lettera a), numero 5-bis), sostituire le parole: alla medesima data con le seguenti: alla data del 6 giugno 2012.

  Le Commissioni approvano la correzione di forma da ultimo proposta dai relatori.

  Nessuno chiedendo di intervenire, le Commissioni deliberano di conferire ai relatori il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul testo del provvedimento come da ultimo modificato. Deliberano, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  La seduta termina alle 12.40.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 730 del 2 novembre 2012, a pagina 44, prima colonna, diciottesima riga, la parola «e» è soppressa.

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