CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 novembre 2012
732.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 119

INTERROGAZIONI

  Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone.

  La seduta comincia alle 13.05.

5-08116 Mattesini: Sul rischio di licenziamento di lavoratrici di una cooperativa con sede a Corbetta.

  Il viceministro Michel MARTONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

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  Barbara POLLASTRINI (PD), cofirmataria dell'interrogazione in titolo, alla luce della risposta del rappresentante del Governo, che giudica interlocutoria, ritiene di non potersi dichiarare né soddisfatta né insoddisfatta, facendo presente che, seppur sia da valutare positivamente la disponibilità del Ministero ad affrontare la questione in oggetto, si sarebbe aspettata l'indicazione di misure concrete tese alla soluzione di un fenomeno grave, che riguarda donne lavoratrici in maternità, sottoposte a procedure di licenziamento in violazione delle norme di legge e di un preciso accordo sindacale. Auspica, pertanto, un maggior sostegno da parte del Governo, che, agendo presso la prefettura, possa condurre alla convocazione di un tavolo con le parti interessate (inclusi gli enti territoriali e le parti sociali), teso a fare chiarezza sulla vicenda.
  Osservato che l'accordo tra sindacati e rappresentanti dei consorzi e società interessati prevedeva, oltre che il passaggio di proprietà tra le stesse cooperative, anche il «trasferimento» di tutti i dipendenti da una società all'altra, comprese le lavoratrici in maternità, fa notare che ciò non è avvenuto, con forte pregiudizio della dignità delle dipendenti coinvolte. Fatto presente che nel caso di specie è in gioco il rispetto di fondamentali principi costituzionali, di cui la Commissione non può non tenere conto, osserva che la vicenda descritta – che ha visto, peraltro, il coinvolgimento di personaggi risultati poi implicati in vicende di corruzione a livello locale – è emblematica della situazione di crisi, non solo occupazionale e produttiva, ma anche morale del Paese e richiede la massima attenzione da parte del Governo. Si augura, in conclusione, che l'Esecutivo adotti misure concrete per garantire il diritto al lavoro, in osservanza delle leggi esistenti, giudicando parziale e insufficiente rinviare semplicemente la risoluzione della questione alle sedi giurisdizionali.

5-08121 Zucchi: Applicazione delle deroghe previdenziali per i soggetti «deboli» o esposti all'amianto.

  Il viceministro Michel MARTONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Angelo ZUCCHI (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta fornita, prende atto con favore della disponibilità dell'Esecutivo ad affrontare la questione, pur precisando che si sarebbe aspettato maggiori indicazioni circa le modalità con cui coniugare il diritto dei lavoratori coinvolti con le recenti innovazioni legislative introdotte in materia previdenziale. Fa notare, infatti, che appare necessario un coordinamento tra le disposizioni previdenziali di cui alla legge n. 257 del 1992, a tutela dei lavoratori esposti all'amianto, e le norme della recente «riforma Fornero», che, determinando un complessivo innalzamento dei requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici, mal si coniugano con le aspettative di vita di tali lavoratori. Dopo avere annunciato l'avvenuta presentazione di suoi specifici emendamenti al disegno di legge di stabilità, tesi ad affrontare tale questione, auspica l'assunzione celere da parte del Governo di iniziative normative volte a chiarire le categorie deboli aventi diritto alle deroghe rispetto al regime pensionistico generale, al fine di salvaguardare l'accesso anticipato alla pensione dei lavoratori più svantaggiati, quantomeno quelli colpiti da una specifica patologia come il mesotelioma.

5-08172 Bellanova: Sull'esiguità dei fondi destinati alla regione Puglia per la cassa integrazione.

  Il viceministro Michel MARTONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Teresa BELLANOVA (PD), espressa una profonda preoccupazione legata all'esiguità dei fondi destinati alla Puglia per la cassa integrazione, a fronte di una crisi economica che non accenna a dare tregua, rileva l'esigenza di stanziare ulteriori risorse Pag. 121al fine di avviare processi formativi che garantiscano un ricollocamento dei lavoratori coinvolti, soprattutto nei settori più colpiti dalla recessione, come quello tessile e calzaturiero (nell'ambito del quale risulta prevalente l'occupazione femminile). Dichiara, pertanto, di non potersi ritenere soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo, atteso che tale risposta, oltre a non prospettare l'attivazione di un tavolo permanente e operativo di confronto tra soggetti istituzionali, enti previdenziali e parti sociali per il sostegno dei lavoratori coinvolti, nulla ha indicato circa le nuove risorse per il sostegno al reddito e l'avvio di politiche di sviluppo nei territori meridionali interessati, che giudica decisive ai fini di una ripresa economica di quei territori.
  Dopo avere osservato che appare iniquo far pagare il prezzo della crisi ai soli lavoratori dipendenti, rileva che la regione Puglia è in attesa di ulteriori risorse per coprire le necessità delle imprese e dei lavoratori pugliesi, considerato che le somme assegnate a tale regione appaiono largamente insufficienti, essendo esaurite ormai da tempo. Auspica, in conclusione, che il Governo possa finalmente affrontare con serietà il tema del sostegno all'occupazione nel territorio pugliese, evitando di ignorare la condizione di difficoltà in cui versano i lavoratori e approntando misure concrete che mirino ad una forte riqualificazione professionale, oltre che al rilancio dei settori più in crisi.

  Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.35.

RISOLUZIONI

  Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone.

  La seduta comincia alle 13.35.

7-00635 Codurelli: Indennità di buonuscita dei dipendenti di Poste Italiane SpA.
(Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00208).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 31 ottobre 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, avverte che, sulla base degli elementi forniti dal Governo nella precedente seduta, è stata presentata una ulteriore nuova versione della risoluzione in discussione (vedi allegato 4).

  Il viceministro Michel MARTONE fa presente che il Governo esprime un parere favorevole sull'ulteriore nuova versione della risoluzione in discussione, manifestando soddisfazione per l'intesa raggiunta con i presentatori dell'atto di indirizzo, in vista dell'individuazione delle iniziative più idonee da adottare per la soluzione del problema.

  Lucia CODURELLI (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la disponibilità manifestata, esprime soddisfazione per l'assunzione da parte dell'Esecutivo di impegni importanti, volti alla salvaguardia dei lavoratori coinvolti, che attendono da tempo risposte certe e definite. Ritiene fondamentale, in particolare, che il Governo abbia accettato di vincolare ad una data certa l'assunzione delle proprie iniziative, per consentire il diritto alla corretta corresponsione della buonuscita di detti lavoratori.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva l'ulteriore nuova versione della risoluzione in discussione, che assume il numero 8-00208.

  La seduta termina alle 13.40.

Pag. 122

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone.

  La seduta comincia alle 13.40.

Delega al Governo per l'istituzione del Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione e della riserva nazionale qualificata delle Forze armate.
Testo unificato C. 2861 Paglia e abb.

(Parere alla IV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Amalia SCHIRRU (PD), relatore, osserva che la XI Commissione è chiamata a esprimere il parere, per quanto di propria competenza, sul testo unificato delle proposte di legge C. 2861 e abbinate, recante delega al Governo per l'istituzione del Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione e della riserva nazionale qualificata delle Forze armate. Segnala preliminarmente che il testo in questione è il frutto di un articolato esame svolto presso la IV Commissione, che, avendo avuto ad oggetto più proposte legislative d'iniziativa parlamentare tra di loro abbinate, ha condotto all'elaborazione (in sede di Comitato ristretto) di un testo unificato al quale è stata apportata un'unica modifica nel corso dell'esame degli emendamenti. Valutando le finalità complessive del provvedimento, fa presente che esso, recando una delega al Governo per la realizzazione di un Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione (SNM) e della riserva nazionale qualificata delle Forze armate (RNQ), mira ad individuare un modello di difesa più flessibile alle esigenze del Paese in cui, accanto a unità composte da personale in servizio permanente, si collochi un bacino di personale appositamente addestrato, al quale attingere per assolvere incarichi particolari e per periodi di tempo determinati, selezionando il relativo personale dalla società civile. Al contempo, segnala che la proposta di legge tiene conto del considerevole numero di cittadini italiani che, pur avendo fatto una scelta professionale diversa da quella militare, intendono mettere la propria disponibilità al servizio della Nazione, concorrendo alla difesa delle sue istituzioni, della collettività e dei suoi beni, sia sul territorio nazionale che all'estero.
  Fatto notare, quindi, che il SNM è costituito su base regionale e organizzato in reparti aggregati a reparti già esistenti, periodicamente addestrati e composti da ufficiali, da sottufficiali e da personale di truppa di sesso maschile e femminile, rileva che ad esso vengono conferite funzioni di concorso alle attività della protezione civile deliberate dal Governo, anche ad istanza dei presidenti delle regioni interessate, da rivolgere alla Presidenza del Consiglio. Osserva, poi, che il compito primario attribuito al RNQ (il cui organico è complementare all'organico complessivo delle Forze armate) è quello di sopperire a particolari esigenze di carattere temporaneo ed esclusivamente militare a supporto delle attività delle Forze armate, purché non connesse a vacanze nella dotazione organica e nei volumi organici dell'Esercito, della Marina militare e dell'Aeronautica.
  Con riferimento ai profili di più diretta competenza dalla XI Commissione, segnala, innanzitutto, che il Governo è delegato ad emanare norme di coordinamento relative alla contestuale partecipazione al SNM e al RNQ, con particolare riferimento allo status giuridico dei relativi appartenenti e alla loro partecipazione ai corsi di aggiornamenti professionale (articolo 2, lettera c), del testo unificato). Sottolinea, quindi, le disposizioni che, nel dettare principi e criteri direttivi in materia di istituzione e funzionamento del SNM e del RNQ (sostanzialmente ricompresi negli articoli 3 e 4 del provvedimento), conferiscono al Governo la delega Pag. 123a regolamentare le modalità di arruolamento e il regime del relativo personale, soprattutto per quanto concerne la disciplina dei diritti degli arruolati rispetto al mantenimento del posto di lavoro e del rispettivo trattamento economico e previdenziale, durante i periodi di addestramento o di richiamo (ove si verifichino situazioni di emergenza), sia nel settore provato che pubblico. Evidenzia, altresì, le disposizioni di delega dirette a prevedere agevolazioni fiscali in favore dei datori di lavoro, proporzionali alla durata delle assenze dei loro dipendenti arruolati nel SNM e RNQ, nonché in favore dei professionisti o lavoratori autonomi arruolati.
  Segnala, inoltre, quei principi e criteri direttivi che intervengono sul trattamento economico e previdenziale relativo ai periodi di addestramento o di richiamo dei volontari arruolati che sono lavoratori dipendenti (totalmente posto a carico delle amministrazioni pubbliche di appartenenza o del datore di lavoro, il quale ne chiede il rimborso all'istituto di previdenza cui il lavoratore è iscritto), soprattutto laddove si prevede che gli oneri derivanti dal rimborso delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti arruolati siano posti a carico dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che versa annualmente agli enti previdenziali gli importi da questi rimborsati ai datori di lavoro ai sensi della citata disposizione. Infine, pone in risalto la norma che delega il Governo a prevedere che ai volontari arruolati, sia lavoratori autonomi sia privi di occupazione al momento del richiamo, sia corrisposta un'indennità, relativamente ai periodi di addestramento o richiamo, corrispondente alla retribuzione prevista per il grado militare di inquadramento.
  In conclusione, preso atto del contenuto del testo in esame, ritiene che vi siano diversi profili di merito, che giudica problematici, da approfondire in ordine alle materie di competenza della XI Commissione: si riserva, quindi, di predisporre una proposta di parere solo dopo che sarà stato avviato il dibattito, anche al fine di acquisire spunti ed elementi di riflessione dai gruppi.

  Silvano MOFFA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire e preso atto del percorso istruttorio prospettato dal relatore, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
C. 2854-2862-2888-3055-3866-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

 La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Elisabetta RAMPI (PD), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere il parere di competenza alla XIV Commissione sul provvedimento in titolo (recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea), già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: l'esame in sede consultiva, dunque, dovrà concentrarsi esclusivamente sulle parti, di competenza della XI Commissione, modificate dall'altro ramo del Parlamento. Prima di passare all'illustrazione delle novità apportate dal Senato, ricorda in linea generale che il progetto di legge, modificando la legge n. 11 del 2005, interviene sul processo di formazione degli atti dell'Unione europea, con l'obiettivo di garantire, in relazione alla fase di predisposizione degli atti dell'Unione europea, un'adeguata informazione alle Camere circa la posizione italiana nell'ambito dei negoziati e, con riguardo alla fase del recepimento della normativa comunitaria, di conseguire più celermente l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Fa notare che il provvedimento rappresenta il Pag. 124risultato di un'approfondita riflessione sulle modalità di raccordo tra procedure legislative parlamentari interne e processo normativo della medesima Unione e risponde all'esigenza di rafforzare la partecipazione del Parlamento nazionale nel processo di formazione della normativa e delle politiche dell'Unione (cosiddetta «fase ascendente»), nonché di attuare più speditamente sul piano interno la normativa europea (cosiddetta «fase discendente»). Osserva infatti che, nella fase ascendente, il Governo dovrà informare le Camere su tutti gli atti preparatori dell'Unione europea (non limitandosi a quelli legislativi), fornendo anche una valutazione circa il loro impatto sull'ordinamento interno, e, mediante la previsione di ulteriori obblighi di informazione in capo all'esecutivo nei confronti del Parlamento, quest'ultimo potrà svolgere un ruolo da protagonista rispetto alle vicende europee; attraverso le informative del Governo si instaurerà un rapporto già a partire dalla fase ascendente della formazione del diritto comunitario con il vantaggio di agevolare la fase discendente e di ridurre il contenzioso e le procedure di infrazione. Rileva inoltre che, nella fase discendente, per velocizzare l'adeguamento dell'ordinamento interno a quello dell'Unione, la legge comunitaria verrà scorporata in due strumenti, diversi tra loro per contenuto e natura, ossia la legge di delegazione europea, con cui si conferiranno al Governo le deleghe di attuazione delle norme comunitarie, e la legge europea, atta a modificare o abrogare le disposizioni statali non compatibili con gli atti dell'Unione europea.
  Sottolinea che con tale riforma l'Italia adegua il proprio ordinamento alle riforme dei trattati europei, in particolare al Trattato di Lisbona, modernizzando il suo apparato funzionale, migliorando i flussi informativi e ridefinendo i rapporti fra Esecutivo, Parlamento e Rappresentanza permanente italiana a Bruxelles, con ricadute positive nell'esercizio del suo ruolo e della sua partecipazione in sede europea, anche al fine di realizzare una migliore integrazione tra gli Stati membri e rafforzare il ruolo delle Camere nella formazione del diritto comunitario e nelle procedure decisionali dell'Unione europea. Rileva che il provvedimento in esame, inoltre, ha anche l'obiettivo di valorizzare, sia a livello nazionale che nelle rispettive amministrazioni di provenienza, l'esperienza maturata in sede europea dai funzionari italiani. In particolare, osserva che esso punta al potenziamento delle strutture delle amministrazioni ministeriali coinvolte nel processo normativo europeo, nonché dell'istruttoria compiuta dalle stesse su tale aspetto, sulle modalità di designazione dei rappresentanti italiani in seno al Comitato delle regioni, sulle modalità di recepimento del diritto comunitario e, soprattutto, sul rafforzamento del ruolo del Parlamento nella fase conoscitiva e preparatoria delle decisioni, dettando, tra l'altro, un generale obbligo di comunicazione del Governo alle Camere concernente il processo normativo comunitario.
  Per quanto concerne i profili di più diretto interesse della XI Commissione, rileva anzitutto che il provvedimento trasmesso dal Senato ha modificato l'articolo 2, il quale prevede che, al fine di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti dell'Unione europea e consentire il puntuale adempimento dei compiti del presente provvedimento, operi un apposito Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), operante presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. In questo contesto, fa notare che le modifiche introdotte dal Senato riguardano l'inserimento dei commi da 7 a 9 all'interno del citato articolo 2, i quali dispongono che, ai fini del funzionamento del CIAE, la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee può avvalersi, entro un contingente massimo di venti unità, di personale appartenente alla terza area o qualifiche equiparate, in posizione di comando, proveniente da altre amministrazioni, nonché, entro un limite massimo di sei unità, di personale delle regioni o delle province autonome appartenente Pag. 125alla terza area o qualifiche equiparate, designato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, secondo criteri da definire d'intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri o con il Ministro per gli affari europei.
  Osserva, quindi, che l'articolo 17 – che impone al Governo di informare le Camere circa tutte le nomine o designazioni da proporre in ambito comunitario – prevede che tale informativa dia conto, in particolare, della procedura seguita per addivenire alla proposta o alla designazione, delle motivazioni della scelta, nonché del curriculum vitae delle persone proposte o designate, con l'indicazione degli eventuali incarichi dalle stesse svolti o in corso di svolgimento; le Commissioni competenti possono anche procedere all'audizione dei rispettivi candidati. Evidenzia, infine, le modifiche – esclusivamente di natura formale – all'articolo 28, che disciplina le modalità per la partecipazione delle parti sociali e delle categorie produttive alle decisioni relative alla formazione di atti dell'Unione europea.
  In conclusione, preso atto delle positive modifiche apportate dal Senato al testo, sia in riferimento a quelle di competenza specifica della XI Commissione sia in riferimento al suo contenuto complessivo, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 13.55.

COMITATO RISTRETTO

  Martedì 6 novembre 2012.

Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, in materia di ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali.
C. 3693 Gnecchi, C. 5215 Santelli, C. 5219 Fedriga.

  Il comitato ristretto si è riunito dalle 13.55 alle 14.05.

COMITATO RISTRETTO

  Martedì 6 novembre 2012.

Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.

  Il comitato ristretto si è riunito dalle 14.05 alle 14.10.

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