CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 novembre 2012
732.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 45

COMITATO PERMANENTE PER I DIRITTI UMANI

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del presidente Furio COLOMBO.

  La seduta comincia alle 12.

Indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia.
Audizione di rappresentanti della Sezione italiana di Amnesty International.
(Svolgimento e conclusione).

  Furio COLOMBO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce quindi l'audizione.

  Giusy D'ALCONZO, rappresentante della Sezione italiana di Amnesty International, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

  Intervengono per porre quesiti e formulare osservazioni Furio COLOMBO, presidente, Enrico PIANETTA (PdL) e Renato FARINA (PdL).

  Giusy D'ALCONZO, rappresentante della Sezione italiana di Amnesty International, risponde ai quesiti posti.

  Francesco TEMPESTINI (PD) e Furio COLOMBO, presidente, intervengono per svolgere ulteriori considerazioni, rispetto alle quali Giusy D'ALCONZO, rappresentante della Sezione italiana di Amnesty International, fornisce talune precisazioni.

  Furio COLOMBO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 14.

Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
Testo unificato C. 2854-2862-2888-3055-3866-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Franco NARDUCCI, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere rinforzato ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, e che il provvedimento è calendarizzato per la discussione in Assemblea a partire dalla prossima settimana, dopo la manovra di bilancio. Ricorda altresì che il provvedimento è già stato esaminato in prima lettura nella seduta del 16 marzo 2011, con l'espressione di un parere favorevole con condizioni ed osservazioni.

  Mario BARBI (PD), relatore, illustra il provvedimento in titolo che reca la riforma della legge n. 11 del 2005, nota come «legge Stucchi-Buttiglione» (o ancora «ex legge La Pergola» del 1989).
  A più di un anno e mezzo dal precedente passaggio parlamentare, fa presente Pag. 46che l'esame che si avvia oggi si appunta, pertanto, sulle sole modifiche apportate dal Senato, riguardanti tuttavia un numero cospicuo di disposizioni. Quanto al carattere rinforzato del parere, precisa che esso non si riferisce alla sua forza vincolante nei confronti dell'esame in sede referente, ma alla necessità che tale parere sia stampato e allegato alla relazione scritta per l'Assemblea, quando questa sarà predisposta dalla Commissione di merito.
  Prima di procedere nell'illustrazione delle modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, ricorda che la finalità complessiva del provvedimento concerne l'aggiornamento della disciplina sulla partecipazione dell'Italia al processo decisionale in sede europea al mutato contesto post-Lisbona e al nuovo e più incisivo ruolo riconosciuto dai Trattati ai Parlamenti nazionali, sia nel processo normativo che in sede di definizione delle politiche dell'UE.
  Il richiamo alle politiche dell'Unione, evocato anche dal titolo del provvedimento, impone di considerare le nuove norme anche nell'ottica di una valorizzazione del Parlamento rispetto alla politica estera dell'Unione europea, su cui la Commissione nella precedente legislatura ha condotto un significativo lavoro di indagine conoscitiva.
  Nell'analisi del provvedimento, ritiene opportuno tenere conto di talune priorità imprescindibili di ordine generale: garantire la conformità del nostro ordinamento alle novità introdotte e alle prassi attuative già definite; assicurare l'attuazione delle nuove previsioni sul ruolo dei Parlamenti nazionali, al fine di garantire il più possibile forme di verifica democratica, anche grazie a rigorose pratiche informative tipiche di altri ordinamenti; infine, scongiurare, nell'interesse nazionale e senza abdicare in favore di logiche tecnocratiche, ogni incertezza sul piano delle competenze istituzionali nella formazione del diritto europeo, evitando il più possibile aggravi e duplicazioni e preservando la riconoscibilità ed autonomia degli organi preposti alla decisione politica rispetto a quelli di rango amministrativo.
  Passando al testo trasmesso dal Senato, segnala i significativi miglioramenti apportati sul tema del ruolo del Parlamento, nello spirito del parere reso a suo tempo dalla Commissione.
  Se pur all'articolo 1 non appare inserito l'inciso sul contributo del ruolo del Parlamento al buon funzionamento dell'Unione europea, vi sono nuovi articoli e disposizioni che valorizzano la funzione parlamentare e che arricchiscono in modo significativo la gamma degli obblighi informativi da parte del Governo.
  Segnala, in particolare, l'inserimento di un nuovo articolo 3 che detta i principi generali sulla partecipazione del Parlamento alla definizione della politica europea dell'Italia e al processo di formazione degli atti dell'Unione europea. La norma enfatizza tale partecipazione (comma 1), dichiarando che le Camere, in coordinamento con il Governo, intervengono nella fase di formazione delle normative e delle politiche europee, secondo quanto previsto dal Trattato sull'Unione europea e dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (comma 2). Il comma 3 valorizza la presenza degli uffici di Camera e Senato presso le istituzioni europee, sottolineandone la collaborazione con la Rappresentanza permanente.
  Al successivo articolo 4, è stato soppresso il comma relativo alla relazione semestrale alle Camere «sui temi di maggiore interesse decisi o in discussione in sede di Unione europea», che appariva una duplicazione, considerati gli oneri informativi già disciplinati ed attivi. La norma conferma, infatti, il vigente modello di informative del Governo agli organi parlamentari, all'Assemblea delle due Camere o alle Commissioni su loro richiesta, prima e dopo le riunioni del Consiglio europeo e del Consiglio dell'Unione europea.
  Il nuovo comma 3 dell'articolo 4 prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei trasmettono alle Camere relazioni e Pag. 47note informative, predisposte dalla Rappresentanza permanente, su una pluralità di riunioni delle istituzioni europee, di atti, progetti di atti, iniziative, questioni, come pure su procedure di precontenzioso e contenzioso avviate nei confronti dell'Italia.
  Il comma 4 aggiorna opportunamente il provvedimento alle novità introdotte in tema di obbligo di pareggio di bilancio e a seguito dell'approvazione del pacchetto di misure noto come Fiscal compact, disponendo che il Governo informi e consulti periodicamente – e sarebbe da precisare, a suo avviso, se si tratta di procedura su richiesta parlamentare e a cadenza fissa – le Camere in merito al coordinamento delle politiche economiche e di bilancio e al funzionamento dei meccanismi di stabilizzazione finanziaria. Su tali obblighi il successivo comma 7 prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei assicurino il rapporto del Governo con il Parlamento e, in particolare, con le Commissioni parlamentari competenti. In linea con il Titolo II del Protocollo n. 1 sul ruolo dei Parlamenti e con l'articolo 13 del Trattato sul Fiscal Compact, ai sensi del nuovo comma 7, le prerogative di informazione e di partecipazione del Parlamento non possono essere pregiudicate da obblighi di segreto professionale, da vincoli di inviolabilità degli archivi o da regimi di immunità delle persone. Al riguardo, ricorda che si tratta di un tema controverso che la Commissione non ha mancato di affrontare nel corso dell'esame di quei disegni di legge di ratifica.
  Sempre in materia economica, al Senato è stato altresì introdotto un nuovo articolo 5 sulla informazione delle Camere su accordi in materia finanziaria o monetaria per prevedere la previa tempestiva informativa ogni volta che stiano per esser conclusi accordi che producano conseguenze rilevanti sulla finanza pubblica. In tali casi il Governo assicura che la posizione dell'Italia durante il negoziato «tenga conto degli atti di indirizzi adottati dalle Camere» e che vi sia tempestiva informativa alle Camere ogniqualvolta il Governo non abbia potuto conformarvisi, con obbligo di indicare le «appropriate motivazioni». Circa tale disposizione ritiene opportuno richiamare l'attenzione sul tempo verbale utilizzato.
  Il catalogo delle novità sul ruolo del Parlamento si estende alla norma sulla partecipazione del Parlamento al processo di formazione degli atti dell'Unione europea, di cui all'articolo 6, in cui il Senato ha introdotto, al comma 2, la previsione per cui, quando il Governo partecipi ad una procedura di consultazione avviata dalle istituzioni dell'UE, ne debba dare conto alle Camere con tempestiva trasmissione dei commenti inviati alle stesse istituzioni europee.
  Un'ulteriore rilevante novità deriva dall'inserimento di un nuovo articolo 9 sulla partecipazione delle Camere al dialogo politico con le istituzioni dell'Unione europea. Fatto salvo quanto previsto dagli articoli sugli atti di indirizzo delle Camere (articolo 7) e sulla partecipazione delle Camere alla verifica del rispetto del principio di sussidiarietà (articolo 8), le Camere possono fare pervenire alle istituzioni dell'UE e al Governo ogni documento utile alla definizione delle politiche europee, conformemente ai Protocolli nn. 1 e 2 sul ruolo dei Parlamenti nazionali e sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, allegati ai Trattati. La norma evidenzia la progressiva rivisitazione dell'architettura istituzionale ad oggi esistente e la crescita di ruolo del Parlamento. Occorre, invece, l'esplicita richiesta di almeno una delle due Camere affinché il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei comunichino al Parlamento informazioni e documenti relativi a procedure di contenzioso o precontenzioso che siano alla base di iniziative legislative governative (articolo 14).
  Segnala quale elemento positivo che conferma l'attenzione nei confronti delle prerogative parlamentari la nuova disposizione, di cui al comma 1 dell'articolo 54, concernente l'introduzione di un obbligo di relazione annuale al Parlamento da parte del Comitato per la lotta contro le Pag. 48frodi nei confronti dell'Unione europea, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Appare invece da chiarire la modifica apportata all'articolo 12, concernente il meccanismo del «freno d'emergenza», e relativa alla formulazione, forse impropria anche sul piano del rispetto del principio delle pari opportunità, di «colui che rappresenta l'Italia nel Consiglio dell'Unione europea» in luogo de «il rappresentante dell'Italia in seno al Consiglio europeo».
  Prende atto che la seconda lettura ha confermato la scelta dell'assetto duale, già oggetto di osservazioni in prima lettura, con la previsione di una «legge di delegazione europea», da presentare entro il 28 febbraio, per il recepimento delle direttive europee e per l'attuazione di altri atti dell'UE il cui contenuto concerne il conferimento di deleghe legislative al Governo esclusivamente per l'attuazione di direttive e decisioni, ex articolo 30, comma 2, e di una «legge europea», per la quale non è espressamente determinata la cadenza annuale a data certa, i cui contenuti sono descritti all'articolo 30, comma 3, e concernono le modifiche all'ordinamento interno per sanare ogni contrasto con il diritto europeo. In aggiunta, il testo in esame dispone un nuovo impegno legislativo facoltativo (ex articolo 29, comma 8) per cui il Governo «nel caso di ulteriori esigenze di adempimento di obblighi derivanti dalla partecipazione dell'Italia all'UE può presentare alle Camere, entro il 31 luglio di ogni anno, previo parere della Conferenza unificata un ulteriore disegno di legge denominato «legge di delegazione europea-secondo semestre».
  È stata poi introdotta un'ulteriore previsione, di cui al nuovo articolo 38, sull'attuazione di singoli atti normativi dell'Unione europea, per cui in casi di particolare importanza politica, economica e sociale, tenuto conto anche di eventuali atti parlamentari di indirizzo, il Governo presenta alle Camere un apposito disegno di legge per dare attuazione o assicurare l'applicazione di un atto normativo europeo sulle materie di competenza legislativa statale. Tale disegno di legge non può contenere disposizioni di delegazione legislativa o disposizioni che non siano in diretta correlazione con l'attuazione dell'atto normativo europeo, salvo eccezioni rese necessarie dalla complessità della materia. Osserva come sia sin troppo evidente, al riguardo, l'intento di evitare che tali provvedimenti legislativi diventino una sorta di omnibus, come purtroppo in molti casi avvenuto.
  Richiama quindi l'attenzione sul tema della nomina dei membri italiani di istituzioni europee, di cui all'articolo 17, in cui si prevede che le competenti Commissioni parlamentari possano chiedere l'audizione dei membri italiani delle diverse istituzioni europee, proposti o designati dal Governo, dopo l'effettiva assunzione delle funzioni, e non al momento in cui essi siano stati soltanto proposti o designati, come invece previsto dal testo licenziato dalla Camera. La differenza appare alquanto significativa e merita di essere approfondita.
  Ricorda che la Commissione aveva a suo tempo evidenziato alcune perplessità circa l'appesantimento dell'apparato governativo e lo sbilanciamento dei ruoli tra gli organi coinvolti nel procedimento, anche sotto il profilo dei rapporti tra livello politico ed amministrativo. Considera pertanto molto positivamente sia la soppressione della Segreteria per gli affari europei, di cui all'articolo 17, che la nuova denominazione del Comitato tecnico che si esprime sulla valutazione degli atti dell'Unione europea, di cui all'articolo 19.
  Ciononostante, la relazione tra il Comitato interministeriale e il Comitato tecnico continua a restare non completamente chiarita, non tanto nella veste istituzionale, ma nella pratica concreta, anche perché continuano a spettare al Comitato tecnico sia funzioni di coordinamento nella predisposizione della posizione italiana nelle fasi di formazione degli atti normativi dell'UE, sia la trasmissione di proprie deliberazioni alla Pag. 49Rappresentanza permanente. Tale questione merita uno specifico approfondimento.
  In generale, rammenta che il ruolo del Ministero degli affari esteri e del Rappresentante permanente sono stati al centro del dibattito in prima lettura. Nel nuovo testo molti dei riferimenti all'uno ed all'altro sono stati soppressi. A nessuno può però sfuggire quanto nevralgica sia la loro posizione nel complessivo sistema della presenza europea dell'Italia. È forse da ipotizzare che tali riferimenti siano apparsi superflui o ridondanti proprio alla luce di tale considerazione. In ogni caso, sarebbe utile, a suo avviso, un chiarimento al riguardo da parte del rappresentante del Governo.
  In conclusione, prospetta una valutazione complessivamente favorevole del provvedimento in esame, in considerazione della necessità di pervenire prima della conclusione della legislatura all'approvazione di un provvedimento sulla partecipazione italiana all'UE che recepisca le novità introdotte dal Trattato di Lisbona e, da ultimo, dai provvedimenti in materia di governance economica europea, secondo un'evidente priorità per il nostro sistema istituzionale e, in particolare, per il rapporto tra Governo e Parlamento.
  Ritiene pertanto che, in merito agli snodi da chiarire, soprattutto per quanto concerne l'articolazione delle procedure che saranno ripartite tra Comitato interministeriale e Comitato tecnico, sarà fondamentale conoscere il punto di vista del Governo.
  Osserva che questo dibattito potrà comunque fornire elementi di valutazione che potranno in un percorso di inevitabile lungo periodo, destinato a protrarsi anche dopo l'entrata in vigore della legge. Tali elementi potranno eventualmente condurre, in sede applicativa, ad interpretazioni e a proposte di miglioramento che la prassi potrà di volta in volta consigliare come opportune nell'interesse del Paese e della piena attuazione del diritto dell'Unione europea.
  Si riserva, quindi, di formulare la proposta di parere alla luce della discussione con i colleghi e degli approfondimenti conoscitivi che l'Ufficio di presidenza ha convenuto di svolgere nella giornata di domani con il Ministro Moavero Milanesi e con il Rappresentante permanente, Ambasciatore Nelli Feroci.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ ringrazia il relatore per la dettagliata illustrazione che palesa un'attenzione non comune al tema della partecipazione italiana all'Unione europea, che è di rilievo centrale per il nostro futuro in Europa e anche per i profili di collaborazione tra Governo e Parlamento in una fase in cui i temi europei sono determinanti per la politica economica, estera e, in generale, per l'interesse di ogni Stato membro. Rinvia comunque all'audizione, prevista per domani, dell'Ambasciatore Nelli Feroci, che, nella sua qualità di Rappresentante permanente, porterà il punto di vista di un'istituzione che è cardine di questo complesso sistema di governance. Il suo contribuito sarà complementare a quello del Ministro per gli affari europei il quale svolge il suo impegno con un particolare prestigio contribuendo così in modo determinante al ruolo che oggi l'Italia ricopre in Europa.
  Sottolinea che, con il provvedimento in titolo, l'Italia non solo dà attuazione al Trattato di Lisbona ma modernizza il proprio sistema istituzionale e, a questo proposito, ritiene che il primo aspetto da evidenziare sia proprio il potenziamento del ruolo del Parlamento, soprattutto nella fase attuale di problematicità per le istituzioni europee sul piano della legittimità democratica, cui può porre rimedio non solo la valorizzazione del Parlamento europeo – come già avvenuto, ad esempio, attraverso il potenziamento della procedura di codecisione – ma anche dei Parlamenti nazionali, secondo le linee tracciate nel noto «documento Van Rompuy».
  Segnala che lo stesso Ministro Moavero Milanesi ha ben rilevato che l'Italia con questo provvedimento compie un passo importante nella direzione della legittimità democratica, collocandosi all'avanguardia nella compagine europea. Inoltre, come ha Pag. 50anche rilevato il relatore, il sistema di informative del Governo al Parlamento prima e dopo le riunioni del Consiglio europeo stabilisce uno stretto rapporto di collaborazione interistituzionale, destinato a ridurre i ritardi nell'adeguamento dell'ordinamento interno e a scongiurare procedure di contenzioso.
  Ribadendo la centralità delle norme volte a rafforzare il principio della legittimità democratica, sottolinea che il testo licenziato dal Senato è molto valido anche in ragione delle disposizioni che operano rinvii ai trattati sul Fiscal Compact e sul Meccanismo europeo di stabilità.
  Quale ulteriore profilo significativo segnala, poi, l'articolo 53 del provvedimento che fa salve le competenze e le funzioni del Ministero degli affari esteri in materia di rapporti con l'Unione europea per quanto riguarda le sue funzioni istituzionali. Quanto alle considerazioni del relatore circa la soppressione, agli articoli 2 e 19, dei riferimenti alla figura del Rappresentante permanente nella dinamica tra il CIAE e il Comitato tecnico di valutazione, fa presente che si tratta di modifiche approvate dall'Assemblea del Senato con il parere favorevole del Ministro per gli affari europei e che chiarificano il corretto assetto dei rapporti tra le diverse Amministrazioni coinvolte. In tale assetto il Rappresentante permanente mantiene il suo carattere di snodo finale di un sistema complesso, come peraltro evidenziato dal richiamato articolo 53. Peraltro, sottolinea come il Ministero degli affari esteri abbia sempre espresso l'esigenza di un approccio unitario ed efficiente alle tematiche europee, come il testo in esame dimostra di recepire e come lo stesso Ministro Moavero Milanesi non mancherà di ribadire.
  Quanto al rischio di un appesantimento del sistema amministrativo preposto alla gestione della partecipazione italiana all'Unione europea, già prospettato in prima lettura dal presidente Stefani, ritiene che il Comitato tecnico di valutazione, lungi dal costituire una forma di arroccamento tecnocratico, conferirà maggiore funzionalità al processo di interazione istituzionale, con vantaggi per l'efficacia ed efficienza dell'intero procedimento.
  Sottolinea che è da ritenere un ulteriore fattore di avanzamento la previsione di una «legge europea» distinta da una «legge di delegazione europea», con facoltà di ampliare quest'ultimo intervento anche sul secondo semestre dell'anno.
  In conclusione, rinviando al prosieguo dell'esame per la formulazione di ulteriori riflessioni, auspica un rapido iter di esame del provvedimento, cui il Governo assicura fin da ora il proprio convinto sostegno.

  Francesco TEMPESTINI (PD) osserva che i dubbi manifestati dal relatore sul Comitato tecnico di valutazione si fondano su valutazioni a partire dalle formulazioni lessicali delle disposizioni contenute nel testo in esame, che prospettano profili problematici e da cui potrebbero derivare ambiguità ed inefficienze nella gestione del rapporto con il CIAE. Ritiene, tuttavia, che vi siano tutti presupposti affinché il Governo, nel corso dell’iter, chiarisca tali profili sgomberando il campo da ogni perplessità.
  Prende quindi atto delle significative parole usate dal sottosegretario Dassù sul ruolo del Ministero degli affari esteri e sulla sfida cui esso è oggi chiamato a fare fronte. Esprimendo soddisfazione al riguardo, anche in riferimento all'articolo 53 del testo, sottolinea che in questa Commissione non sono mai state tenute posizioni di tipo corporativo a difesa delle funzioni del Ministero degli affari esteri e che è, pertanto, da considerare in modo positivo la soppressione dei riferimenti operati da talune disposizioni del testo alla figura del Rappresentante permanente, a definitivo chiarimento dei corretti rapporti interistituzionali.
  Precisa, quindi, che la Farnesina deve continuare a svolgere un ruolo centrale nella dinamica europea in ragione della sua natura intrinsecamente trasversale e del particolare carattere della nuova architettura istituzionale, delineata dal provvedimento Pag. 51in titolo, in cui si intrecciano le competenze di Governi e Parlamento e in cui i diversi ambiti di sovranità debbono potere convivere. Si tratta di una sfida cui, a suo avviso, il provvedimento in esame contribuisce in modo adeguato.
  Osserva poi che, considerato il permanere in Europa del profilo dei rapporti intergovernativi, è opportuno che esso sia coerentemente disciplinato così da essere compatibile con gli obiettivi dell'integrazione europea. Ritiene che tale profilo si manifesta in modo evidente in ambito economico, in cui in futuro si dovranno operare scelte importanti a partire da una responsabilità europea in tema di bilancio, come auspicato dal Parlamento europeo, o da una formula che potrà invece tenere conto del ruolo dei Parlamenti nazionali. In tale contesto, il Ministero degli affari esteri appare come l'Amministrazione più attrezzata per affrontare l'evoluzione in atto.
  Sottolinea, infine, l'urgenza di riformare la governance europea a partire dai gangli delle procedure nazionali per garantire innanzitutto il riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni europee e superare così il pericoloso trend attuale. In questa percorso è fondamentale la corretta impostazione del rapporto tra i governi e i parlamenti ma anche la riforma di ulteriori istanze, a partire dal Consiglio europeo, per creare condizioni di maggior dialogo e apertura verso l'estero.

  Enrico PIANETTA (PdL) esprime apprezzamento per la relazione illustrata dal collega Barbi e per le significative considerazioni espresse dal rappresentante del Governo. Ritiene che l'altro ramo del Parlamento abbia contribuito ad affinare ulteriormente il testo del provvedimento, conferendo un ruolo più pregnante al Parlamento sia nella fase ascendente che in quella discendente. Esprime l'auspicio affinché, nell'intento di fare bene, non si finisca però per appesantire le procedure, con riferimento ai rapporti tra il CIAE e il Comitato tecnico di valutazione, al quale sembrano essere addirittura riconosciuti poteri deliberativi. Su tale profilo auspica una maggiore riflessione anche da parte del Ministero per gli affari europei. Interviene, poi, sul nuovo dettato dell'articolo 17 richiamando la maggior coerenza del testo licenziato in prima lettura dalla Camera, che assicurava maggior trasparenza e capacità di controllo da parte del Parlamento. Sul punto valuta la modifica apportata al Senato come un arretramento su cui si riserva di manifestare ulteriori osservazioni nel prosieguo dell'esame.

  Franco NARDUCCI, presidente, avverte che dopo le previste audizioni del Ministro Moavero Milanesi e dell'Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, sulla base dell'andamento dei lavori parlamentari, la Commissione potrà valutare se esprimere, come previsto, il proprio parere giovedì mattina ovvero anticiparlo a domani stesso, se l'Assemblea non dovesse riunirsi nel pomeriggio.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

INTERROGAZIONI

  Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 15.10.

5-07737 Renato Farina: Sulla condizione dei cristiani in Pakistan.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Renato FARINA (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto per la risposta del Governo, apprezzando i segnali di movimento della società pakistana, anche se occorre attendere l'udienza del prossimo 14 novembre e non si può ignorare la Pag. 52recrudescenza della violenza di cui è stata due giorni fa vittima un'attivista che si era spesa appunto sul caso in questione. Invita comunque alla prudenza nel non addossare ogni responsabilità al governo pakistano, che ha peraltro recentemente reso omaggio ad un sacerdote e ad una suora cattolici impegnati nella lotta alla povertà, anche alla luce di alcune dichiarazioni del Ministro per l'armonia nazionale, Paul Bhatti, che è succeduto al fratello assassinato dagli estremisti islamici, circa azioni provocatorie portate avanti da piccole organizzazioni non governative riferibili al mondo evangelico nordamericano.
  Conclusivamente, ribadisce che l'attuale fase si presenta in movimento ma contraddittoria, come conferma la persistente crudele carcerazione di Asia Bibi, la cui condanna alla pena capitale risulta al momento soltanto sospesa. Auspica al riguardo che la detenuta possa essere visitata da un nostro rappresentante diplomatico, se non da una delegazione parlamentare. Esprime infine vivo apprezzamento per l'impegno che anche l'ambasciata pakistana a Roma sta profondendo nel migliorare le relazioni bilaterali in questo campo.

5-08346 Narducci: Sui corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), concordando sulla rilevante entità dei frequentanti svizzeri e ribadendo il perseguimento dell'obiettivo dell'integrazione nel sistema scolastico locale, nel quadro dell'ottimizzazione delle risorse pur ridotte.

  Franco NARDUCCI, presidente, replicando, ringrazia per l'ampia risposta, lamentando tuttavia il drastico ridimensionamento delle risorse finanziarie a fronte di una realtà così vivace come quella svizzera. Rivendica alla sua interrogazione il merito di aver posto un problema concreto alla luce del dibattito pubblico in corso nel mondo educativo svizzero, confluito in una petizione pubblica di cui anche il Governo italiano è chiamato a prendere atto nei fatti. Ricorda peraltro come sia stata autorevolmente richiamata l'attenzione del Consiglio federale svizzero sulla tutela della lingua materna, tenendo conto che circa un quinto della popolazione ha origini nell'immigrazione. Quanto alla convocazione della commissione culturale bilaterale, si rammarica per la mancata inclusione in essa di rappresentanti degli italiani in Svizzera. Ribadisce infine le preoccupazioni già in altra sede manifestate sui ritardi contabili relativi all'erogazione dei due milioni che è stato possibile, a prezzo di una dura battaglia con il Ministero dell'economia e delle finanze, garantire ai corsi di lingua e cultura italiana.
  Dichiara, quindi, concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.30.

SEDE REFERENTE

  Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 15.30.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Gran Jamahiriya araba libica popolare socialista per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatta a Roma il 10 giugno 2009.
C. 5271 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Pag. 53

  Paolo CORSINI (PD), relatore, pone in evidenza che la Convenzione italo-libica per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio è stata siglata a Roma il 10 giugno 2009. Sottoscritta con il precedente regime del colonnello Gheddafi, presenta una stringente attualità poiché è volta ad agevolare i rapporti economici tra i due Paesi, garantendo trasparenza e prevenendo le eventuali evasioni fiscali, nonché evitando i fenomeni di doppia imposizione.
  Ritiene necessario, infatti, considerare che l'attuale congiuntura libica presenta diverse peculiarità dal punto di vista economico, di cui alcune sono oggi un grave elemento di debolezza mentre altre possono favorire il processo di transizione. Tra queste ultime, la più importante è la consistente rendita petrolifera che, a differenza di quanto successe a suo tempo in Iraq, è ritornata molto presto ai livelli antecedenti il conflitto e assicura oggi al Paese consistenti entrate.
  Osserva che, secondo un rapporto dell'OCSE del maggio di quest'anno, l'economia libica ritornerà in breve tempo ai livelli antecedenti il conflitto: se il PIL era crollato del 41,8 per cento nel 2011 a causa delle interruzioni della produzione petrolifera, si prevede che segnerà una crescita del 20,1 per cento nel 2012 e del 9,5 per cento nel 2013. L'avanzo di bilancio per quest'anno sarà pari al 13,6 per cento del PIL. Nel medio periodo, cioè tra il 2012 ed il 2016, ci si attende una crescita del PIL del 14,8 per cento medio annuo. Inoltre, tra il 2014 ed il 2016, l'inflazione dovrebbe scendere verso un ragionevole 3,1 per cento.
  La Convenzione risponde all'esigenza di definire una base giuridica di riferimento per gli operatori economici italiani che effettuano attività di interscambio commerciale e finanziario con la Libia. La Convenzione, inoltre, predispone la base giuridica per la cooperazione tra le amministrazioni, anche in vista di una più efficace lotta all'evasione fiscale; la verifica del grado di raggiungimento dei benefìci auspicati avrà come indice di riferimento l'incremento dell'interscambio commerciale tra i due Paesi e la diminuzione dei reati di evasione fiscale.
  Ricorda che il nostro Paese rappresentava, prima del conflitto interno libico, il principale partner economico della Libia sia come cliente (con una quota pari al 27,2 per cento) sia come fornitore (16,3 per cento). Il volume degli scambi bilaterali, nel 2011, ha accusato un arretramento prossimo al 70 per cento rispetto all'anno precedente, in particolare –77,31 per cento nell’export e –67,65 per cento nell’import.
  Con riferimento ai contenuti della Convenzione, vengono a suo avviso in particolare rilievo le disposizioni di cui all'articolo 2 che definisce la sfera oggettiva di applicazione (articolo 2) dell'accordo: le imposte specificamente considerate per l'Italia sono l'imposta sul reddito delle persone fisiche; l'imposta sul reddito delle società; l'imposta sul reddito delle persone giuridiche. Dopo l'articolo 3, che reca definizioni generali e l'articolo 4, dedicato alla definizione dei residenti, con l'articolo 5 si ha la definizione di stabile organizzazione.
  In riferimento a tale norma, osserva che nella relazione illustrativa viene sottolineato l'accoglimento, da parte della Libia, delle disposizioni in linea con gli attuali standard dell'OCSE in riferimento all'istituto della stabile organizzazione, dedicato, come noto, a legittimare la potestà impositiva sui redditi dell'impresa non residente da parte dello Stato sul cui territorio vengono svolte le attività di quest'ultima; la relazione evidenzia, tuttavia, l'eccezione del limite temporale di tre mesi convenuto circa la durata necessaria a configurare un cantiere di costruzione quale stabile organizzazione, precisando che tale termine coincidente, peraltro, con quello fissato dall'articolo 162 del testo unico delle imposte sui redditi, è identico a quello già concordato dalla Libia negli analoghi accordi già stipulati con Francia e Regno Unito. Ai sensi dell'articolo 6, fatta salva ogni altra disposizione della Convenzione in esame, i redditi provenienti da uno Stato contraente Pag. 54sono imponibili in detto Stato. La relazione precisa che tale source rule di carattere generale, che fa salvo il potere impositivo dello Stato della fonte nei casi in cui non vi sia una chiara caratterizzazione del tipo di reddito per coprire eventuali fattispecie non rientranti nel campo di applicazione dell'articolo 4 (residenza) o dell'articolo 22 (altri redditi) dell'accordo, è stata concordata su iniziativa libica ed è in linea, anche in questo caso, con quanto già convenuto in proposito dalla Libia con il Regno Unito e con la Francia. A norma dell'articolo 7 la tassazione dei redditi immobiliari, comprese le attività agricole o forestali nonché i redditi derivanti da beni immobili di un'impresa e quelli derivanti dai beni immobili utilizzati per l'esercizio di una professione indipendente, è a favore del Paese in cui sono situati gli immobili. Il trattamento convenzionale riservato ai dividendi (articolo 11) è caratterizzato dalla previsione della tassazione definitiva nel Paese di residenza del beneficiario e della concorrente facoltà, accordata allo Stato da cui essi provengono, di prelevare un'imposta alla fonte entro limiti espressamente previsti.
  In particolare, sono state stabilite aliquote differenziate di ritenuta nello Stato della fonte, da applicare all'ammontare lordo, rispettivamente del 5 per cento, per partecipazioni di almeno il 25 per cento; negli altri casi l'aliquota prevista è del 10 per cento. Quanto alla disciplina degli interessi e canoni, di cui agli articoli 12 e 13, la Convenzione promuove il principio di tassazione nel Paese di residenza. Una clausola inserita in ciascuno degli articoli è volta a limitare l'applicabilità delle disposizioni domestiche libiche in materia di forza attrattiva della stabile organizzazione. L'articolo 14 dispone che la tassazione degli utili da capitale avvenga: nel Paese in cui sono situati i beni qualificati come «beni immobili» ai sensi della Convenzione ove si tratti di plusvalenze relative a detti beni; nel Paese in cui è situata la stabile organizzazione o la base fissa qualora si tratti di plusvalenze relative a beni mobili appartenenti alla stabile organizzazione o alla base fissa; esclusivamente nel Paese in cui è situata la sede di direzione effettiva dell'impresa di navigazione, nel caso di plusvalenze relative a navi o aeromobili utilizzati in traffico internazionale ovvero a beni mobili relativi alla gestione di tali navi o aeromobili; esclusivamente nel Paese di residenza del cedente, in tutti gli altri casi.
  L'articolo 16 regola invece il trattamento fiscale dei redditi derivanti da remunerazioni per lavoro subordinato (diverse dalle pensioni), che sono tassate nel Paese presso il quale viene prestata l'opera.
  Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica reca la copertura finanziaria del provvedimento, il cui onere viene valutato in 2.295.000 euro annui a decorrere dal 2013, cui si provvede mediante riduzione dell'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri, nell'ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
  Ribadisce che la Libia presenta oggi sia elementi di forza che di debolezza. Tra i primi vanno annoverati la situazione dei conti economici nonché una certa vitalità della società civile ed un embrionale confronto politico-parlamentare seppure fuori dal Parlamento e che invece non bisogna dimenticare i numerosi assassini mirati.
  Auspica pertanto la realizzazione di un quadro giuridico-legale certo e di un sistema giudiziario efficace che possa essere davvero uno strumento affidabile di risoluzione pacifica delle controversie: in questo senso, la Convenzione al nostro esame può costituire un elemento efficace.
  Osserva che per l'Europa, e soprattutto per l'Italia, trascurare la Libia non Pag. 55è tra le opzioni possibili e per diversi motivi, più volte sottolineati dal Presidente del Consiglio: la vicinanza geografica; la possibilità che un vuoto di potere porti al rafforzamento di organizzazioni terroristiche o ad un maggiore sfruttamento del traffico di esseri umani; il venir meno di risorse energetiche che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, sono state cruciali per il nostro Paese.
  Ricorda che è in corso proprio oggi la visita del Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, in Libia, osservando che si tratta della prima visita a Tripoli dalla formazione del nuovo governo libico.
  Segnala che la Farnesina ha emesso un comunicato in cui si ricorda che l'Italia considera la Libia un partner chiave sul piano bilaterale e regionale per il consolidamento della stabilità democratica, della sicurezza e dello sviluppo socio-economico dell'area mediterranea, nonché per il rafforzamento del dialogo euro-mediterraneo.
  Rammenta, inoltre, che nella giornata di ieri la Corte d'Appello di Roma ha ordinato il dissequestro delle partecipazioni della Libyan Investment Authority (LIA) in UniCredit e Finmeccanica.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, ringraziando per l'ampia e dettagliata relazione, richiama l'importanza dell'accordo, già ratificato dalla parte libica, per il partenariato bilaterale in costruzione di cui costituisce uno strumento necessario per il sostegno alle imprese e agli investimenti italiani, oltre che per la lotta all'evasione. Richiama poi il grande rilievo dell'interscambio con l'Italia ed auspica un ulteriore segnale di appoggio italiano al nuovo regime. Con riferimento alla visita a Tripoli che è in corso da parte del ministro Terzi, ne sottolinea il triplice fine politico, di sicurezza ed economico. Sotto il primo profilo, esprime incoraggiamento per l'attuale leadership del nuovo Primo ministro libico e del Presidente del Parlamento, entrambi ex diplomatici caratterizzati da un approccio pragmatico che potrebbero offrire una base stabile al nuovo esecutivo. Sotto il secondo profilo, manifesta invece preoccupazione per il fatto che le milizie non siano ancora state depotenziate e per la persistente precarietà confermata dal recente attentato di Bengasi. Sotto il terzo profilo, rimarca come sia alta la posta in gioco per l'Italia ed auspica che al dissequestro delle quote azionarie libiche faccia seguito il recupero dei crediti vantati dalle imprese italiane. Accenna infine al delicato problema dei flussi migratori, facendo presente come sabato scorso l'Italia sia intervenuta con un'operazione umanitaria in ottemperanza agli indirizzi della Corte europea dei diritti dell'uomo in tema di respingimenti, caratterizzandosi per un deciso cambio di atteggiamento che acquisisce un valore anche politico.

  Enrico PIANETTA (PdL), al di là del merito del provvedimento, ritiene opportuno in questa fase porre attenzione ai rapporti con la Libia come dimostra la visita in corso del ministro Terzi, anche se la transizione resta difficile. Apprezza comunque la ripresa dell'economia in virtù dell'estrazione del petrolio che è tornata ai livelli del passato, così come la vitalità della società civile. La precarietà politica appare tuttavia ancora grave per l'instabilità derivante dalla presenza delle frange estremistiche riconducibili ad Al Qaeda. Invita poi a recuperare il terreno perduto sull'interscambio rispetto ad altri Paesi. Auspica ulteriori approfondimenti al rientro del ministro Terzi.

  Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011.
C. 5511 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Franco NARDUCCI, presidente, nel sostituire il relatore, onorevole Guglielmo Picchi, impossibilitato a prendere parte alla seduta odierna per un impegno internazionale, ricorda che il Protocollo in esame, firmato a Città del Messico il 23 giugno 2011, modifica la Convenzione italo-messicana del 1991 per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali.
  In particolare, il paragrafo A modifica l'articolo 3 della Convenzione, introducendo un'innovazione di carattere formale e definitorio relativa alla denominazione del Ministero dell'economia e delle finanze. Maggiore rilievo presenta a suo avviso il paragrafo B che dispone la sostituzione dell'articolo 25 (scambio di informazioni) della Convenzione del 1991, prevedendo una più ampia cooperazione tra le amministrazioni dei due Paesi comprensiva, tra il resto, dell'inopponibilità del segreto bancario, del rafforzamento della cooperazione nella lotta all'evasione e dell'adesione agli standard dell'OCSE in materia.
  Rileva che le norme contenute nel nuovo articolo 25 rappresentano l'aspetto centrale del nuovo accordo bilaterale. Esse, infatti, definiscono una nuova base giuridica per intensificare la cooperazione amministrativa in materia di scambio di informazioni, conformemente all'obiettivo prioritario della lotta all'evasione fiscale nonché agli standard dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). I risultati derivanti dall'applicazione di tale nuovo quadro normativo costituiranno elementi utili al fine dell'inclusione del Messico nella white list.
  Il paragrafo C, infine, stabilisce che il Protocollo in esame entrerà in vigore, e le relative disposizioni diverranno efficaci, trenta giorni dopo la data di ricevimento dell'ultima delle notifiche con le quali gli Stati contraenti si informeranno reciprocamente del completamento delle procedure interne previste dai rispettivi ordinamenti. Il Protocollo resterà in vigore sino a quando lo sarà la Convenzione.
  Secondo quanto precisato nella relazione illustrativa del provvedimento, le modifiche apportate dal Protocollo in esame non generano effetti diretti di perdita gettito per l'erario italiano; anzi, in ragione della più efficace azione anti-elusiva e anti-evasione derivante dalle modifiche introdotte dal nuovo articolo 25 della Convenzione italo messicana del 1991, si ritengono prevedibili positivi effetti di gettito, peraltro non quantificabili nella loro entità.
  Ricorda che, con le elezioni presidenziali del luglio scorso, il Messico è tornato sotto la guida di un leader del Partito Rivoluzionario Istituzionale che aveva governato il Paese per più di 70 anni fino al 2000. Vi sono molte aspettative per il nuovo corso politico del neo-presidente Peña Nieto, che si insedierà in dicembre, anche se la sua elezione non è stata accompagnata da una larga affermazione del suo partito nei due rami del Parlamento rendendo più difficile l'implementazione delle riforme proposte durante la campagna elettorale.
  Segnala che dal punto di vista strettamente economico, il Paese ha fatto segnare buoni risultati dopo la recessione del 2009 con una crescita del PIL che nel 2010 ha sfiorato il 6 per cento e che ora si mantiene nelle previsioni oltre il 3,5 per cento all'anno. Anche dal punto di vista dei conti pubblici, la situazione è sotto controllo con un debito pubblico pari al 35 per cento del PIL ed un deficit atteso per il 2013 intorno all'1,5 per cento. La politica Pag. 57monetaria ha un ruolo molto delicato in quanto deve riuscire a trovare un equilibrio fra tassi di interesse tali da garantire bassa inflazione e da attrarre investimenti esteri evitando però un eccessivo apprezzamento del peso che deprimerebbe l’export messicano.
  Evidenzia che l'interscambio fra Italia e Messico è molto attivo, confermando l'importante ruolo del mercato messicano per le merci italiane. Nel 2010, le esportazioni italiane sono cresciute del 46 per cento riportando immediatamente i valori ai livelli pre-crisi. Grazie a questo recupero, l'Italia si attesta come secondo fornitore europeo del Messico alle spalle della Germania e risulta essere il decimo fra i partner commerciali del Paese.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ sottolinea l'importanza dell'accordo in esame che riguarda un paese con cui le relazioni economiche sono in grande crescita. Segnala il rilievo dei traffici con l'America Latina per contribuire a rilanciare la domanda estera a fronte della stasi di quella nazionale ed europea. Fa presente come i dati relativi al 2011 siano ancora migliori. Osserva che anche la presidenza messicana del G20 ha a sua volta favorito l'infittirsi dei rapporti bilaterali. Richiama il grande potenziale di crescita per le imprese italiane non solo nel settore delle costruzioni, ma anche in quello manifatturiero. Ricordando le numerose missioni di diplomazia economica svolte nell'area, apprezza l'atteggiamento del Messico e di molti paesi latinoamericani che non hanno seguito le tentazioni protezionistiche di altri paesi dello stesso continente. Invita infine a prendere atto di come si stia configurando un mercato pan-americano, a cavallo tra Stati Uniti ed America Latina, di cui alcuni significativi gruppi italiani si stanno avvantaggiando disegnando nuove geometrie della presenza economica italiana nel mondo.

  Franco NARDUCCI, presidente, ricordando una missione svolta a Città del Messico da parte di una delegazione della Commissione, conferma la vitalità dell'imprenditoria italiana in quel paese, lamentando tuttavia l'insufficiente appoggio del nostro sistema bancario.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992.
C. 5118 Governo, C. 38 Zeller e C. 265 Mecacci.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 23 maggio scorso.

  Franco NARDUCCI, presidente, comunica che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Giustizia, Finanze, Cultura e Lavoro, mentre la Commissione Trasporti e la Commissione parlamentare per le questioni regionali hanno espresso parere favorevole con condizioni e la Commissione affari costituzionali non si è ancora pronunciata. Segnala, infine, che la Commissione Bilancio, in data 13 settembre 2012, ha invece richiesto alla Commissione di merito di valutare, anche tramite la richiesta di un'eventuale relazione tecnica, la necessità di una copertura finanziaria derivante dall'estensione della tutela prevista dalla Carta europea alle minoranze Rom e Sinti.

  Mario BARBI (PD), relatore, prende atto della laboriosità dell'iter del provvedimento su cui, nonostante i molti mesi trascorsi, non si sono ancora espresse tutte le commissioni competenti in sede consultiva, in particolare le cosiddette «commissioni-filtro». Quanto alla richiesta della Commissione Bilancio, ne rileva l'originalità Pag. 58almeno rispetto alla prassi seguita in materia di ratifiche di convenzioni internazionali. Restando il fatto essenziale della problematicità della copertura finanziaria che è stata comunque evidenziata, propone una pausa di riflessione, riaprendo il termine per la presentazione di emendamenti.

  Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, nel rinviare il seguito dell'esame ad altra seduta, propone quindi di fissare, alle ore 17 di lunedì 19 novembre il nuovo termine per la presentazione degli emendamenti.

  La Commissione conviene.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione concernente la competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, conclusa all'Aja il 19 ottobre 1996.
C. 3858 Di Biagio, C. 3739 Volontè, C. 3906 Di Stanislao e C. 3947 Schirru.

(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione di un nuovo testo).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo nella seduta del 30 maggio 2012.

  Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, manifesta perplessità circa il metodo, palesatosi anche nell'esame del provvedimento precedente, a cui la presente legislatura ha abituato le commissioni parlamentari, in relazione all'incombenza degli equilibri finanziari che sta determinando una sorta di distorsione nell’iter legislativo. Paventa infatti il pericolo che ragioni di ordine finanziario coprano altre non confessate contrarietà. Ribadisce al riguardo la convinzione già espressa che vi sia un tentativo di sabotaggio di una ratifica che sarebbe invece un atto di civiltà giuridica, presumibilmente da riferirsi all'ostilità nei confronti dell'istituto islamico della kafala.
  Quanto al merito della lettera inviata dal presidente della Commissione Bilancio, osserva che la proposta di legge in esame reca comunque una clausola di invarianza finanziaria, che considera prioritario mantenere, anche con riferimento all'attuale situazione dei conti pubblici. In ragione della necessità di portare avanti entro la fine della legislatura la ratifica in oggetto, annuncia di avere predisposto un emendamento sostitutivo dell'articolo 5 (vedi allegato 3), che semplifica l'assetto amministrativo dell'autorità centrale prevista dall'articolo 29 della Convenzione, limitandosi a prevedere la modifica della denominazione e della composizione dell'attuale Commissione per le adozioni internazionali istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il divieto di elevarne comunque il numero dei componenti esclude la sussistenza di ulteriori oneri. Rileva altresì che, quanto alle esigenze di nuovo personale per far fronte ai nuovi compiti derivanti dall'attuazione della Convenzione dell'Aja, l'utilizzo di unità comandate da altre pubbliche amministrazioni esclude parimenti l'onerosità del provvedimento.
  Invita la Commissione ad approvare l'emendamento da lui presentato affinché anche la Commissione Bilancio possa esprimere il proprio parere favorevole. Sottolinea in proposito che ogni ulteriore dilazione non potrebbe che apparire tendenziosa e strumentale, a fronte dell'improcrastinabile esigenza di colmare una lacuna giuridica adempiendo ad un obbligo internazionale liberamente sottoscritto.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, ricordando come l'oggetto del provvedimento richiami la competenza prevalente del Ministero della giustizia, ribadisce l'orientamento del Ministero degli affari esteri favorevole alla ratifica unitamente all'impegno per la presentazione di un disegno di legge governativo. Concorda con il relatore sul valore in termini di civiltà della tematica che fa oggetto della convenzione in esame, ma esclude che possano esservi altre questioni oltre a quelle collegate alla Pag. 59copertura finanziaria di cui alle osservazioni della Commissione Bilancio, a cui l'emendamento presentato, su cui si esprime in senso favorevole, intende porre rimedio.

  Aldo DI BIAGIO (FLpTP) manifesta vivo apprezzamento per l'odierna ricalendarizzazione del provvedimento da parte della III Commissione. Condivide pienamente le considerazioni svolte dal relatore e dichiara di appoggiare l'emendamento da lui presentato. Ribadendo al Governo l'esigenza che rispetti la promessa fatta al Parlamento di presentare un proprio disegno di legge per facilitare l’iter della ratifica, auspica che si faccia un passo avanti dal momento che la Convenzione dell'Aja, risalente all'ormai lontano 1996, merita di essere introdotta nell'ordinamento italiano per aggiornarlo ed armonizzarlo ai tempi nuovi ed alla realtà sociale. Auspica conclusivamente che entro la fine della legislatura la ratifica in parola possa avere luogo.

  La Commissione approva l'emendamento 5.100 del relatore.

  Franco NARDUCCI, presidente, avverte che il provvedimento in titolo sarà ulteriormente trasmesso, nel testo risultante dall'emendamento approvato, alle Commissioni competenti in sede consultiva e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.15.

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