CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 novembre 2012
732.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e V)
COMUNICATO
Pag. 3

COMITATO DEI NOVE

  Martedì 6 novembre 2012.

DL 174/2012: Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012.
Emendamenti C. 5520-A Governo.

  Il Comitato dei nove si è riunito dalle 11.50 alle 13.30.

SEDE REFERENTE

  Martedì 6 novembre 2012. – Presidenza del presidente della I Commissione Donato BRUNO. – Intervengono il Ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo, il sottosegretario di Stato per l'interno Saverio Ruperto e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giampaolo D'Andrea.

  La seduta comincia alle 15.45.

DL 174/2012: Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012.
C. 5520-A Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella riunione del comitato dei nove di questa mattina il rappresentante del Governo, nella persona del ministro Giarda, ha formulato alcune riserve in relazione a tre delle modifiche apportate dalle Commissioni in sede referente al testo iniziale del decreto-legge. Si tratta, in particolare, della disposizione inserita nell'articolo 8, comma 6-quater (mutui contratti dai comuni con la Cassa depositi e prestiti); delle modifiche apportate all'articolo 9, comma Pag. 46 (IMU per gli immobili degli enti non commerciali); e delle modifiche apportate al comma 7 dell'articolo 11, al quale è collegato il nuovo comma 7-bis (pagamento di imposte e contributi nelle zone colpite dal sisma del maggio 2012).
  Su una quarta modifica apportata dalle Commissioni al testo – e più precisamente su quella introdotta all'articolo 9, comma 4 (soppressione del divieto per gli enti territoriali di procedere ad affidamenti del servizio di gestione e riscossione dei tributi) – il Governo ha inizialmente espresso qualche riserva, salvo poi dichiarare l'intenzione di non insistere per la modifica del testo delle Commissioni.
  Per quanto riguarda le prime tre disposizioni, il Governo ha espresso l'auspicio che le Commissioni possano svolgere una ulteriore riflessione in sede referente attraverso un breve rinvio del provvedimento alle Commissioni stesse.
  Alla luce di questa richiesta del Governo, l'Assemblea ha deciso nella seduta delle 15 di oggi di disporre un breve rinvio del provvedimento alle Commissioni, fermo restando che le Commissioni si sono impegnate a concludere i propri lavori in modo da consentire la ripresa dell'esame in Assemblea nella stessa giornata di oggi, a partire dalle ore 18.
  Avverte che il Governo ha presentato i nuovi emendamenti 8.900, 9.900 e 11.900 al disegno di legge in esame, come approvato dalle Commissioni (C. 5220-A) (vedi allegato).

  Antonio BORGHESI (IdV) chiede, a nome del suo gruppo, che sia fissato un termine per la presentazione di subemendamenti ai nuovi emendamenti del Governo.

  Raffaele VOLPI (LNP), in considerazione della complessità della nuova formulazione degli emendamenti e dell'esigenza di formulare i relativi subemendamenti chiede alla presidenza che sia fissato un termine congruo per la presentazione di subemendamenti ai nuovi emendamenti del Governo.

  Donato BRUNO, presidente, tenuto conto delle richieste formulate dai deputati Borghesi e Volpi, avverte, d'intesa con il presidente Giorgetti, che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti 8.900, 9.900 e 11.900 del Governo è fissato alle ore 16.30.

  La seduta, sospesa alle 15.55, è ripresa alle 16.50.

  Donato BRUNO, presidente, avverte che sono stati presentati subemendamenti agli emendamenti 8.900 e 11.900 del Governo (vedi allegato).

  Raffaele VOLPI (LNP) ritiene opportuno svolgere alcune considerazioni preliminari rispetto all'operazione surrettizia che si sta effettuando. Ricorda infatti come durante i lavori delle Commissioni riunite I e V per l'esame del provvedimento in titolo sono stati espressi voti molto chiari sulle proposte emendative che, dopo il contributo fornito dal dibattito, sono stati approvati in parte da tutta la Commissione e, in altra parte, dalla maggioranza. Si è trattato di un esame corretto e trasparente ed in quell'occasione aveva più volte chiesto l'impegno del Governo a mantenere il testo approvato dalle Commissioni nel momento in cui decidesse di apporre la questione di fiducia.
  Rileva di aver sollevato la medesima questione nella riunione di ieri della Conferenza dei Presidenti di gruppo poiché il Ministro per i rapporti con il Parlamento aveva già adombrato l'intenzione del Governo di presentare eventualmente un maxiemendamento che avrebbe, di fatto, superato le deliberazioni delle Commissioni. In tale sede il Presidente della Camera ha ricordato come, per prassi consolidata, vi è l'impegno del Governo a porre la questione di fiducia sui testi risultanti dall'esame svolto dalla Commissione di merito.
  Ricorda come nella riunione odierna del Comitato dei nove il Governo ha nuovamente provato a dire che o vengono accolte le modifiche chieste dall'esecutivo Pag. 5o sarà presentato un maxiemendamento con la formulazione che si riterrà più opportuno. Si tratta a suo avviso di una sorta di «ricattino» e rileva come oggi sia stato votato in Assemblea un surrettizio invio in Commissione per evitare di far fare al Governo ciò che non avrebbe potuto compiere se non contrastando la prassi parlamentare.
  Evidenzia come ci si trovi di fronte a tematiche condivise e ad una volontà chiaramente già espressa dalle Commissioni. Il suo gruppo auspica quindi che si mantenga il testo approvato dalle Commissioni al termine della seduta del 2 novembre scorso. Al Governo si chiede di fare uno sforzo serio e chiaro per individuare le coperture finanziarie necessarie di fronte alle scelte fatte dal Parlamento
  Ritiene infatti come non siano state in alcun modo chiare le motivazioni politiche, che comunque esprime un Governo anche se tecnico, addotte oggi dal rappresentante del Governo nella riunione del Comitato dei nove.
  Ribadisce quindi che sulle scelte fatte insieme in seduta il suo gruppo non ha intenzione di retrocedere perché il Governo deve capire che lavora per i cittadini.
  Esprime rammarico per l'assenza nella seduta odierna del Ministro per i rapporti con il Parlamento che rappresenta una forma di garanzia nel rapporto tra Governo e il Parlamento e che forse avrebbe cambiato opinione sui parlamentari.
  Rileva come questo sia il quarto provvedimento su cui viene posta la questione di fiducia non consentendo così all'opposizione di votare a favore di alcune disposizioni che si condividono nel merito, come accaduto da ultimo per il disegno di legge in materia di anticorruzione.

  Chiara MORONI (FLpTP) relatore per la V Commissione, esprime, anche a nome del relatore della I Commissione, parere contrario sui subemendamenti Bitonci 0.8.900.3, Rubinato 0.8.900.1, Simonetti 0.8.900.2 e Vanalli 0.8.900.4 mentre esprime parere favorevole sugli emendamenti 8.900 e 9.900 del Governo.
  Esprime inoltre parere contrario sul subemendamento Bragantini 0.11.900.3 mentre si rimette alle Commissioni sul subemendamento Marchi 0.11.900.1. Esprime parere favorevole sul subemendamento Marchi 0.11.900.2 e sull'emendamento 11.900 del Governo.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO preliminarmente evidenzia come il testo del decreto-legge licenziato dalle Commissioni riunite sia stato modificato in maniera estremamente significativa nel corso dell'esame in sede referente con un lavoro molto serio ed approfondito che è stato inspirato al principio di leale collaborazione tra Governo e Parlamento. Precisa che le modifiche proposte oggi dal Governo sono di portata estremamente limitata ed intervengono su aspetti specifici per i quali è stato in particolare ravvisato il mancato rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Rileva come quindi non si tratti di una sfida né tantomeno di un ricatto verso il Parlamento, ma di una necessità al fine di garantire il rispetto dei principi costituzionali. Sottolinea inoltre come comunque il Governo abbia comunque compiuto uno sforzo per individuare una formulazione che, garantendo l'idonea copertura finanziaria, fosse il più possibile rispettosa delle deliberazioni assunte dalle Commissioni riunite. Ricorda peraltro come la Commissione bilancio abbia già incardinato l'esame della legge di stabilità nell'ambito della quale potranno ulteriormente essere affrontate tali tematiche, nei limiti del contenuto proprio della medesima. In proposito, richiama anche l'intervento svolto in Assemblea dall'onorevole Bressa che ha sottolineato come le Commissioni riunite abbiano radicalmente modificato l'impostazione originaria del provvedimento. Con riferimento ai pareri espressi dai relatori, fa presente di non condividere solo quelli relativi ai subemendamenti Marchi 0.11.900.1 e 0.11.900.2, sui quali esprime parere contrario per mancanza di idonea copertura finanziaria. Evidenzia come peraltro la proposta del Governo sospende i termini per il pagamento Pag. 6delle imposte, compresi non solo quelli pagati direttamente dal lavoratore, ma anche le ritenute sul reddito da lavoro a titolo di IRPEF, dovute dai lavoratori dipendenti, ferma restando la permanenza del relativo obbligo di pagamento allo scadere dei termini. In proposito, ricorda come nella discussione in sede referente il Governo avesse già espresso dubbi sulla quantificazione dei maggiori oneri connessi alle disposizioni di cui all'articolo 11, comma 7-bis, lettera b), proposta dai presentatori delle relative proposte emendative. Fa presente che tali oneri ammonterebbero non già a 3 milioni di euro, come suggerito dai presentatori, ma a 168 milioni, di cui 22 relativi al mese di dicembre 2012 e 142 ai mesi da gennaio a giugno 2013. Evidenzia che l'emendamento del Governo 11.900 reca un vantaggio per i contribuenti interessati, i cui oneri sono stimati in 7 milioni di euro, quindi oltre il doppio rispetto alla portata che le disposizioni introdotte dalle Commissioni avrebbero avuto secondo i presentatori. Rileva come in tal modo si è trovato, ad avviso del Governo, un buon punto di equilibrio tra le esigenze sottese alle norme approvate dalle Commissioni e gli equilibri di finanza pubblica. Pertanto, in mancanza di ulteriori risorse, con rammarico ribadisce il parere contrario sui subemendamenti Marchi 0.11.900.1 e 0.11.900.2.

  Chiara MORONI (FLpTP), relatore per la V Commissione, preso atto della posizione del rappresentante del Governo, anche a nome del relatore per la I Commissione, si rimette alle Commissioni sul subemendamento Marchi 0.11.900.2.

  Pierguido VANALLI (LNP) in relazione alle considerazioni espresse dal rappresentante del Governo, rileva che se il provvedimento è stato notevolmente modificato nel corso dell'esame in sede referente è perché esso non era scritto correttamente. Per la stessa ragione dovrebbero essere modificate le proposte emendative oggi presentate dal Governo. Ricorda che le Commissioni, sulle questioni oggetto di tali proposte si erano espresse unanimemente e che la posizione che i relatori avevano assunto sui subemendamenti sembrava frutto di una condivisione con il Ministro per i rapporti con il Parlamento. Invita quindi i relatori a non modificare i loro pareri solo in relazione al soggetto che rappresenta il Governo nella discussione.

  Maino MARCHI (PD) ribadisce come, a suo avviso, le modifiche introdotte dalle Commissioni all'articolo 11, comma 7-bis, non richiedessero alcuna copertura finanziaria ricadendo gli oneri per le nuove ipotesi di finanziamento su un fondo già impegnato. In ogni caso chiede che il Governo presenti una relazione tecnica per dimostrare i profili di onerosità richiamati dal sottosegretario. Evidenzia come sembrasse possibile un'intesa con il Governo sul tema, mentre la proposta emendativa presentata non si limita solo ad escludere dalla sospensione i contributi, ma lasciando fermi gli obblighi per i sostituti di imposta, di fatto, si applicherebbe solo ai tributi pagati direttamente dal lavoratore, con esclusione delle ritenute IRPEF. Sottolinea come i propri subemendamenti rappresentino un tentativo di mediazione e come non sia possibile discriminare tra lavoratori sulla base del fatto che l'impresa per la quale lavorano sia stata o meno danneggiata dal sisma.

  Giulio SANTAGATA (PD) ritiene che il Governo dovrebbe chiarire il ragionamento che lo ha condotto a stimare in 168 milioni di euro l'onere finanziario connesso alle modifiche apportate dalle Commissioni all'articolo 11, in quanto si tratta di una stima assolutamente esagerata e incomprensibile. Osserva poi che l'inciso «Restano fermi gli obblighi di versamento dei sostituti di imposta» contenuto nell'emendamento 11.900 del Governo non sembra in nessun modo esonerare i sostituti di imposta dal versamento dell'IRPEF, come invece sostenuto dal sottosegretario Polillo. Se così è, d'altra parte, non si vede perché il Governo sia contrario al subemendamento Marchi 0.11.900.2, atteso che questo non ha impatto finanziario.

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  Gabriele TOCCAFONDI (PdL), con riferimento all'emendamento 9.900 del Governo, che tende a ripristinare il testo iniziale del comma 6 dell'articolo 9, ricorda che il nuovo testo del comma in questione è stato approvato dalle Commissioni all'unanimità, con il parere favorevole del Governo, solo pochi giorni fa. Oggi il Governo modifica la propria posizione e chiede di ritornare al testo iniziale sostenendo che vi sarebbe il rischio di una procedura di infrazione comunitaria senza però spiegare per quale ragione sussisterebbe un tale rischio. Quanto al merito della disposizione, rileva che è senza dubbio necessario modificare la disciplina in materia di esonero dall'IMU, ma è necessario modificarla per stabilire criteri chiari ed equi. La locuzione «attività commerciali», impiegata dal testo iniziale del Governo, è ambigua e potenzialmente tale da includere anche un gran numero di soggetti che svolgono di fatto attività non lucrative di interesse sociale: è infatti evidente che anche un ente che gestisce una mensa per i poveri può essere considerato un ente che svolge attività commerciale, in quanto paga un canone di affitto, acquista generi alimentari, ha dipendenti, riceve un corrispettivo dal comune, anche se minimo. Tra l'altro, l'interpretazione della disposizione viene lasciata ai comuni, i quali hanno interesse ad avere il massimo gettito possibile. La locuzione «attività non lucrative» è, a suo avviso, più chiara. Si può comunque ragionare di una diversa formulazione purché si risolva il problema.

  Gioacchino ALFANO (PdL) dichiara l'imbarazzo del suo gruppo – parla a nome dei componenti della Commissione bilancio – a votare emendamenti per i quali non sussista una copertura finanziaria certa e completa. Chiede pertanto al Governo di rassicurare le Commissioni sulla copertura finanziaria degli emendamenti o sulla mancanza di copertura delle disposizioni introdotte nel testo dalle Commissioni.

  Raffaele FITTO (PdL) chiede al Governo e ai relatori di valutare l'opportunità di presentare un emendamento per modificare l'articolo 8, comma 3, capoverso comma 6-bis, nel senso di sopprimere l'aggettivo «anticipata» là dove si parla di «estinzione o riduzione anticipata del debito». Fa presente che si tratta di una modifica importante, che va incontro alle esigenze dei comuni.

  Donato BRUNO, presidente, ritiene che il Governo potrà valutare la segnalazione del deputato Fitto ai fini della presentazione di un proprio emendamento. Rilevato quindi che è stata chiesta da più parti la presentazione della relazione tecnica sugli oneri finanziari delle disposizioni in discussione, chiede se il Governo sia pronto a produrla o se abbia bisogno di tempo. Ricorda che alle ore 18 la presidenza dovrà informare l'Assemblea dell'andamento dei lavori delle Commissioni e chiarire se ci siano le condizioni per riportare il provvedimento in Aula entro la giornata odierna ovvero indicare il tempo del quale le Commissioni hanno ancora bisogno.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO fa presente che sulla questione dell'articolo 9, comma 6, vale a dire la questione dell'esenzione dall'IMU per gli immobili degli enti non commerciali, non occorre una relazione tecnica in quanto il problema segnalato dal Governo non è un problema di copertura finanziaria, ma di compatibilità con la normativa comunitaria. Quanto alla disposizione di cui all'articolo 8, comma 6-quater, vale a dire la questione dei mutui contratti dai comuni con la Cassa depositi e prestiti, non serve la relazione tecnica in quanto anche in questo caso non si tratta di un problema di copertura finanziaria. Quanto infine ai commi 7 e 7-bis dell'articolo 11, la stima del Governo, come già detto, è che la modifica del testo come prospettata dall'emendamento del Governo comporta un onere di 7 milioni di euro. Se però le Commissioni insistono per avere una relazione tecnica su questa disposizione, il Governo ha bisogno di tempo.

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  Gianclaudio BRESSA (PD) chiarisce che il Governo deve fornire una relazione tecnica sugli oneri finanziari dell'articolo 11, commi 7 e 7-bis, nel testo delle Commissioni, in quanto il suo gruppo non comprende e non ritiene convincente la valutazione dell'onere fornita dal Governo, che ha stimato il costo della disposizione in 168 milioni di euro. Aggiunge che il suo gruppo, ove non dovesse essere convinto su questo punto, si riserva di non votare a favore dell'emendamento del Governo.

  Rolando NANNICINI (PD) ritiene che si dovrebbero valutare le implicazioni finanziarie del testo dell'articolo 11, così come modificato nel corso dell'esame in sede referente.

  Donato BRUNO, presidente, fa presente che in questa fase è necessario acquisire la valutazione dei rappresentanti dei gruppi in ordine alla prosecuzione dei lavori dell'Assemblea.

  Massimo BITONCI (LNP), a nome del proprio gruppo, ritiene che non vi siano le condizioni per un'immediata ripresa dei lavori dell'Assemblea, che, a suo giudizio, dovrebbero riprendere nella giornata di domani, eventualmente nella seduta pomeridiana.

  Michele VENTURA (PD) segnala l'opportunità di aggiornare la seduta dell'Assemblea a domani mattina, sottolineando l'esigenza che il Governo fornisca in tempo utile i dati e le informazioni necessari ad una compiuta valutazione delle proposte emendative presentate.

  Gabriele TOCCAFONDI (PdL) ritiene che nel quadro delle informazioni che verranno fornite dovranno chiarirsi anche quali siano i termini dell'infrazione della normativa sugli aiuti di Stato che deriverebbero dall'articolo 9, comma 6, come approvato dalle Commissioni in sede referente, e quali sarebbero le conseguenze finanziarie di tale eventuale procedura di infrazione.

  Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) ritiene che sia ineludibile la ripresa dell'esame in Assemblea alla giornata di domani, osservando come sia assolutamente indispensabile che il Governo fornisca dati inoppugnabili circa gli effetti finanziari delle disposizioni relative al terremoto del maggio 2012. In caso contrario, il Governo dovrebbe impegnarsi ad individuare una soluzione alle questioni sul tappeto nell'ambito dell'esame della manovra finanziaria.

  Giuseppe CALDERISI (PdL) rileva che non vi sono le condizioni per una rapida ripresa dell'esame del provvedimento in Assemblea, condividendo le considerazioni circa l'esigenza che l'Esecutivo fornisca risposte circostanziate sui temi oggetto del dibattito odierno.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO assicura che il Governo farà il possibile per fornire celermente le risposte ai quesiti formulati, segnalando tuttavia che le strutture del Ministero dell'economia e delle finanze sono in questa fase concentrate sull'esame del disegno di legge di stabilità.

  Donato BRUNO, presidente, chiede al rappresentante del Governo se può assumere l'impegno, a nome delle Commissioni, di concludere i lavori delle medesime in modo da consentire la ripresa dei lavori in Assemblea a partire dalle ore 10 di domani.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente della V Commissione, fa presente che ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, i disegni di legge, gli schemi di decreto legislativo e gli emendamenti di iniziativa governativa che comportino conseguenze finanziarie devono essere corredati di una relazione tecnica che dia conto dei loro effetti finanziari. Ritiene, pertanto, che ai sensi della legge di contabilità, non si possa prescindere dall'acquisizione di una relazione tecnica. Si dichiara, comunque, consapevole che le procedure per l'elaborazione della relazione Pag. 9tecnica e della sua verifica da parte della Ragioneria generale dello Stato richiedono tempi adeguati ed auspica che la relazione tecnica verificata possa essere effettivamente disponibile per le ore 9 di domani.

  Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ritiene che sia possibile disporre di una relazione tecnica verificata dalla Ragioneria generale dello Stato entro le ore 9 di domani.

  Donato BRUNO, presidente, prendendo atto delle assicurazioni del rappresentante del Governo, fa presente che informerà l'Assemblea dell'andamento dell'esame del decreto-legge, ai fini di consentire di assumere le necessarie decisioni in ordine all'organizzazione dei lavori della Camera. Sospende, quindi, la seduta, avvertendo che essa riprenderà alle ore 18.15.

  La seduta, sospesa alle 18, riprende alle 18.15.

  Donato BRUNO, presidente, informa che l'Assemblea accogliendo la proposta formulata dalla presidenza delle Commissioni riunite, ha rinviato la seduta alle ore 10 di domani, mercoledì 7 novembre.

  Fabio MERONI (LNP) osserva che la relazione tecnica consentirà lo svolgimento di ulteriori interventi sugli emendamenti sia pure nei limiti di tempo compatibili con la ripresa dell'esame in Assemblea del provvedimento.

  Donato BRUNO, presidente, chiede se i deputati del gruppo della Lega intendano intervenire nella seduta di oggi.

  Pierguido VANALLI (LNP) conferma la volontà dei deputati del gruppo della Lega di discutere le proposte emendative.

  Massimo BITONCI (LNP) annuncia la sottoscrizione da parte di tutti i deputati del gruppo della Lega nelle Commissioni I e V dei subemendamenti Marchi 0.11.900.1 e 0.11.900.2. In proposito, rileva che, nel testo delle proposte emendative del Governo, non appare chiara la volontà di ricomprendere nella sospensione dal pagamento delle imposte anche quanto dovuto a titolo di IRPEF, attesa la permanenza degli obblighi in capo ai sostituti di imposta. Osserva come su tali temi dovrà esserci un chiarimento sia nella relazione tecnica richiesta al Governo sia da parte del sottosegretario. Chiede inoltre di approfondire anche il tema della facoltà che le Commissioni intendevano attribuire ai comuni di estinguere i propri debiti verso la Cassa depositi e prestiti, senza dover corrispondere l'indennizzo previsto in favore della medesima. In proposito, rileva come non si comprendano le ragioni di contrarietà per motivi finanziari, atteso che tali indennizzi sono versati eventualmente alla Cassa medesima, il cui bilancio non rientra nel conto consolidato della pubblica amministrazione e che avrebbe in ogni caso abbondantemente le risorse per fare fronte a tali mancati introiti. Sottolinea inoltre come l'estinzione del debito dei comuni virtuosi vada piuttosto incentivata anche per i riflessi sul complesso del debito pubblico e evidenzia come gli indennizzi richiesti dalla Cassa siano peraltro particolarmente onerosi anche in relazione a prestiti dalla modesta entità. Rileva quindi l'opportunità di introdurre anche per i comuni clausole relative ai contratti di mutuo già previste generalmente per i privati.

  Matteo BRAGANTINI (LNP) si associa alle considerazioni svolte dall'onorevole Bitonci e chiede perché si ritenga necessaria una copertura per l'esclusione dell'indennizzo in caso di estinzione anticipata dei mutui accesi dai comuni verso la Cassa depositi e prestiti, il cui bilancio non rientra nel conto consolidato della pubblica amministrazione. Osserva come si tratti di una questione paradossale e ritiene che il sottosegretario Polillo abbia detto un'inesattezza, affermando che mai si è intervenuti su contratti in essere, ricordando in proposito l'intervento sulle commissioni di massimo scoperto praticate dalle banche sui conti correnti. Con Pag. 10riferimento all'emendamento del Governo 11.900, osserva come non sia comprensibile che la sospensione dal pagamento dei tributi operi solo in favore dei lavoratori dipendenti, escludendo lavoratori autonomi e pensionati. Segnala in proposito il subemendamento a sua prima firma 0.11.900.3, che è volto ad includere almeno i titolari di reddito da pensione, sottolineando come non ci si possa dimenticare dei soggetti più deboli. Chiede quindi al Governo perché non abbia provveduto piuttosto ad adottare misure per la reintroduzione del prelievo sui dipendenti pubblici oltre i 90.000 e 150.000 euro di reddito annuale dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale e perché non abbia provveduto in maniera rigorosa all'applicazione delle disposizioni relative all'introduzione di un tetto alle retribuzioni pubbliche. Ritiene che il Governo non abbia avuto coraggio essendo sensibile agli interessi delle banche ed essendo composto prevalentemente da funzionari e dirigenti che godevano di emolumenti ben più elevati rispetto al tetto che il Parlamento aveva introdotto. Ricorda in proposito che anche in Francia sono stati adottati provvedimenti di contenimento della spesa per il pubblico impiego, riducendo trattamenti economici e organici. Chiede quindi al Governo di rivedere gli emendamenti presentati e chiede ai colleghi un sussulto di orgoglio e di non cambiare norme approvate solo nella giornata di venerdì e ritenute giuste nell'interesse dei cittadini, al di là delle appartenenze politiche, dimostrando come sia ancora il Parlamento ad essere pienamente titolare del potere legislativo.

  Maurizio TURCO (PD) interviene in merito all'emendamento 9.900 del Governo, evidenziando come, per la prima volta, nella relazione di accompagnamento all'emendamento, consegnata ai deputati, si sottolineano «gli effetti finanziari negativi conseguenti al rischio elevato di una procedura di infrazione comunitaria». Rileva come le procedure di infrazione che riguardano l'Italia siano in realtà, allo stato, 101 ed il Governo – se volesse – avrebbe molto da lavorare sotto questo punto di vista.
  Rileva come l'emendamento 9.900 del Governo serva, in realtà, solo a sanare quanto era stato stabilito nella bozza di regolamento sulla materia, poi «bocciato» dal Consiglio di Stato.
  Ricorda come la Commissione europea ha avviato, nel 2005, una procedura nei confronti dell'Italia che dovrà ora essere conclusa sulla base di quanto richiesto dalla Corte di giustizia europea perché lo Stato italiano, attraverso un proprio funzionario ministeriale, ha continuato a dire falsità alla Commissione europea.
  Ricorda altresì come nel 2006 l'allora ministro Padoa-Schioppa abbia dovuto costituire una Commissione per comprendere e rendere pubbliche le difficoltà applicative della norma sulla materia mentre, nello stesso tempo, il Ministero affermava che era tutto chiaro.
  Ritiene che l'emendamento presentato dai colleghi Lupi e Toccafondi ed approvato dalle Commissioni avesse quanto meno il pregio della chiarezza mentre l'emendamento 9.900 del Governo non fa altro che continuare la politica ambigua che l'Esecutivo ha avuto a partire dal 2006.

  Simonetta RUBINATO (PD) interviene in merito alla soppressione del capoverso 6-quater del comma 3 dell'articolo 8, proposta con l'emendamento 8.900 del Governo. Intende, in proposito, aggiungere alcune considerazioni rispetto a quelle già evidenziate dal collega Bitonci.
  Ritiene che il pagamento nell'ambito del tetto riguardo agli indennizzi non sposti niente rispetto a quanto previsto in precedenza. Ricorda come nel corso del dibattito sia stato affermato che la formulazione del suddetto capoverso 6-quater è tale da poter portare ad un mutamento della natura giuridica della Cassa depositi e prestiti. Ricorda peraltro che il Consiglio di Stato ha già affermato con chiarezza che, per una serie di ragioni, la natura della Cassa depositi e prestiti non può che essere pubblicistica.Pag. 11
  Rileva come non si comprenda per quali ragioni gli enti locali che provvedano alla riduzione dell'indebitamento attraverso l'estinzione anticipata dei mutui, facendolo ora in base ad un preciso obbligo normativo, dovrebbero pagare le penali. Ritiene quindi che il Governo debba necessariamente trovare una soluzione, tenendo conto anche di quanto previsto in passato per contribuire agli enti locali che andavano ad estinguere anticipatamente i mutui.
  Ritiene iniquo che nello stesso decreto-legge che dispone stanziamenti per le esigenze di predissesto dei comuni non vi sia una assunzione delle penali a carico dello Stato.
  Illustra quindi il proprio subemendamento 0.8.900.1, volto ad individuare la copertura finanziaria degli indennizzi correlati alle estinzioni anticipate per i comuni che hanno rispettato il patto di stabilità nel 2011 attribuendo contributi nei limiti di trenta milioni di euro, dimezzando le risorse di cui al comma 4 dell'articolo 4.
  Ricorda come il voto sul testo approvato dalle Commissioni su questa materia sia stato, nella seduta del 2 novembre scorso, unanime da parte di tutti i gruppi, fatta salva la sola astensione del gruppo dell'UDC, a seguito di un'ampia discussione. Dà atto al Governo di non aver cambiato idea ma non si può di certo dire di aver scherzato. La soluzione è quindi solo quella di individuare la copertura finanziaria nel fondo di rotazione o come indicherà il Governo.
  Chiede inoltre all'Esecutivo di chiarire se i 590 milioni di euro presenti nel fondo di rotazione sono tutti necessari e se sono stati già spesi, indicando in tal caso per quali enti locali. Qualora invece dalla relazione tecnica emergesse che non tutte le risorse sono state impegnate potrebbe esserci modo di consentire allo Stato di dare copertura agli enti locali in relazione all'obbligo di estinzione dei mutui: altrimenti ci si troverebbe di fronte ad una soluzione iniqua. Non si accontenta di una risposta che dica che la formulazione del comma 6-quater solo per il 2012 sia tale da mettere in forse la possibilità della Cassa depositi e prestiti di rimanere al di fuori della contabilità dello Stato.
  Infine, considerato che le dotazioni del fondo di rotazione sono pari solo a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, invita il Governo a predisporre una copertura adeguata in considerazione del fatto che i tagli previsti dalla cosiddetta spending review porteranno molti comuni al «predisse sto», vista l'insostenibilità di tali tagli se si vuole continuare a mantenere i servizi.
  Stigmatizza il fatto che in Italia nessuno dei due rami del Parlamento rappresenta le autonomie locali, nonostante quanto sancito dall'articolo 5 della Costituzione.

  Rolando NANNICINI (PD) interverrà – pure in assenza del rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze – volendo evidenziare alcune questioni.
  Si sofferma, in particolare, sull'emendamento 11.900 del Governo – ritenendo peraltro singolare la classificazione D per un'abitazione – richiamando quanto previsto dal testo votato dalle Commissioni. Ritiene come fosse chiaro che il riferimento alla sospensione era solo per i lavoratori dipendenti riguardando i contributi previdenziali. Non poteva dunque essere riferito ai pensionati come prospettato nel corso della discussione.
  Rileva come con l'emendamento 11.900 il Governo stabilisca che i termini per il pagamento dei tributi in scadenza dal 1o dicembre 2012 al 30 giugno 2013 sono prorogati al 30 settembre 2013. Rileva come la nozione di tributi includa imposte e tasse e quindi l'IRPEF, l'IRES e la TARSU. Evidenzia come gli obblighi dei sostituti di imposta si riferiscono al mese di ottobre 2013. Considerato che dall'emendamento 11.900 emerge come gli oneri conseguenti sono pari a 7 milioni di euro ne deriva che per il 2013 dovrebbe esserci uno stanziamento di 56 milioni di euro, pari a otto mesi moltiplicato per sette. Ne deriva che nel mese di ottobre i cittadini dovranno pagare tutto.Pag. 12
  Si chiede perché non ricorrere alla contabilità speciale 1778 «Agenzia delle entrate-fondi di bilancio» considerato che in tale ambito vi sono risorse pari a 32 miliardi e mezzo di euro fuori dal bilancio che talvolta sono state utilizzate per allentare l'indebitamento netto.
  Rileva come per quanto riguarda l'IRPEF può essere corretto ritenere che siano ricompresi anche i pensionati. Se ci si riferisce al reddito dipendente si parla di IRPEF e quanto evidenziato in proposito dal gruppo della Lega Nord Padania può avere un fondamento.
  Invita il legislatore ad utilizzare un metodo più coerente affrontando gli argomenti in questione nell'ambito del disegno di legge di stabilità considerato che il decreto-legge in esame riguarda specificatamente gli enti locali e, tanto più alla luce della recente pronuncia della Corte costituzionale e della lettera inviata dal Presidente della Repubblica ai Presidenti delle Camere, la materia del terremoto appare poco inerente al contenuto proprio del provvedimento in esame.
  Chiede al Governo di avviare una discussione con la Cassa deposito e prestiti sulla materia delle penali, da valutare nell'ambito del meccanismo generale. Ritiene che sull'emendamento presentato sulla materia dalla collega Rubinato vi sia stato un voto politico volto ad affrontare la questione, e che riguardo alle modalità di aiuto degli enti locali nel pagamento delle penali la Cassa depositi e prestiti andrebbe consultata.

  Roberto SIMONETTI (LNP) dichiara di concordare con molte delle considerazioni del collega Nannicini sugli enti locali, evidenziando come egli, nella sua veste di amministratore locale, sia sostanzialmente una vittima del processo di riduzione delle risorse disponibili per le province ed i comuni in conseguenza dei numerosi tagli che si sono susseguiti negli ultimi mesi. Osserva, infatti, come mentre nella prima parte della legislatura le correzioni strutturali fossero state accompagnate dall'avvio del processo federalistico, negli ultimi mesi si sia proceduto con tagli indiscriminati che si sono susseguiti e che proseguono anche nel disegno d legge di stabilità all'esame della Commissione.
  Sottolinea, in proposito, come con la manovra finanziaria si realizzino nuovi tagli al cuore pulsante del territorio, con interventi in materia di sanità, di riduzione delle risorse disponibili per comuni e province e di riduzione della spesa previdenziale e assistenziale. In questo contesto, ritiene che non si possa prescindere da un allentamento dei vincoli per gli enti locali, osservando come le disposizioni contenute nel decreto-legge in esame relative alla riduzione dell'indebitamento si scontrano con la necessità per i comuni di pagare indennizzi finanziariamente non indifferenti per l'estinzione anticipata dei prestiti sottoscritti con Cassa depositi e prestiti SpA. A suo avviso è indispensabile che qualcuno si faccia carico di questi maggiori oneri, tenuto conto della gravità dell'attuale situazione economica, nella quale gli effetti della recessione hanno portato ad una forte riduzione dei consumi e ad un aumento della disoccupazione. Ritiene, peraltro, che sia del tutto opportuno limitare gli oneri per l'estinzione anticipata dei prestiti, osservando come in molti casi gli enti locali abbiano già pagato gran parte degli interessi dovuti in ragione della composizione dei piani di ammortamento del debito. In questo contesto, a suo avviso, la Cassa depositi e prestiti potrebbe dare un importante ausilio, considerando che essa dispone di un patrimonio enorme, di una liquidità pari a circa 100 miliardi di euro e registra utili annui pari a circa 3 miliardi di euro.
  Osserva, peraltro, come questo decreto-legge avrebbe potuto costituire la sede per dare un ausilio agli enti locali in difficoltà, evidenziando come in questo senso siano particolarmente utili i correttivi introdotti all'articolo 1, comma 3, lettera r), capoverso Art. 243-ter, comma 3, su iniziativa del suo gruppo parlamentare. Segnala, infatti, che i criteri per la determinazione dell'anticipazione del fondo di rotazione di cui all'articolo 243-ter fissati dal Governo avrebbero determinato di fatto lo svuotamento di tale fondo per il finanziamento Pag. 13per i comuni di Napoli e Reggio Calabria. In ogni caso, evidenzia come sarebbe preferibile non stanziare fondi a sostegno dei comuni in «predissesto», destinando le risorse corrispondenti ad una riduzione dei tagli per gli enti locali.
  Per quanto attiene ai comuni terremotati, sottolinea come le modifiche introdotte all'articolo 11, comma 7, del decreto fossero ampiamente apprezzabili, mentre esprime dubbi sulla scelta di sopprimere la lettera b) del comma 7-bis e la sua riproposizione in un comma autonomo, osservando come tale innovazione determina di fatto l'esclusione dei titolari di redditi di lavoro dipendente dai finanziamenti concessi dalla Cassa depositi e prestiti ai sensi dell'articolo 7, comma 11. A questo riguardo, sottolinea come la richiesta di una relazione tecnica formulata dal suo gruppo sull'emendamento 11.900 non abbia carattere dilatorio, ma, in applicazione della legge di contabilità e finanza pubblica, intenda assicurare a tutti i componenti della Commissione uno strumento di valutazione delle implicazioni finanziarie della proposta emendativa.

  Massimo POLLEDRI (LNP) rileva come sia evidente il senso di irritazione per la scelta del Governo di intervenire con tre proposte emendative su alcune scelte caratterizzanti compiute dalle Commissioni riunite nel corso dell'esame in sede referente, cancellando di fatto le decisioni assunte in quella sede.
  Soffermandosi, in particolare, sull'emendamento 9.900 del Governo, osserva come il tema dell'IMU dovuta dagli enti che svolgono attività non commerciali torni ciclicamente all'esame del Parlamento e venga costantemente affrontato con una certa imprecisione. A tale riguardo, ritiene che anche le motivazioni esposte dal Governo nel presentare l'emendamento in questione siano piuttosto generiche, facendo riferimento da un lato alla presenza di un rischio elevato di una procedura di infrazione comunitaria e, dall'altro, a possibili effetti finanziari negativi derivanti da tale procedura. A questo proposito, ricorda come l'articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo n. 504 del 1992 richiedesse, ai fini dell'esenzione fiscale, la presenza di un elemento soggettivo, costituito dalla natura non commerciale dell'ente, e di un elemento oggettivo, rappresentato dallo svolgimento di attività di natura non commerciale. Osserva, inoltre, come sulla materia è successivamente intervenuta la giurisprudenza della Corte di Cassazione che ha richiesto che il contribuente debba dimostrare che l'immobile è destinato ad attività oggettivamente non commerciali, richiedendo tuttavia la prova di una situazione difficilmente valutabile in concreto, specialmente in presenza di attività organizzate svolte in presenza di convenzioni con enti pubblici. Osserva, peraltro, come il legislatore sia intervenuto più volte, prima con il decreto-legge n. 203 del 2005 e poi con il decreto-legge 223 del 2006 su questa materia, confermando, di fatto, l'interpretazione della norma contenuta nel decreto legislativo n. 504 del 1992. Ricorda come, a fronte di tale situazione, sia successivamente intervenuta la procedura di infrazione alla quale si fa più volte riferimento nel dibattito, osservando, tuttavia, come appare difficile configurare un aiuto di Stato con riferimento ad attività oggettivamente prive di scopi lucrativi, come quelle per le quali è prevista l'esenzione dall'IMU. Ritiene, in proposito, che il dibattito che si svolge sui mezzi di comunicazione di massa sia spesso viziato da condizionamenti ideologici, che tendono a distorcere gravemente la realtà dei fatti, facendo riferimento ad un'esenzione assoluta dalle imposte per la Chiesa ed alla presenza di sanzioni già comminate allo Stato italiano. Si chiede, del resto, perché non ci si preoccupa con altrettanto interesse per la concessione gratuita di spazi ad iniziative come quelle del Leoncavallo di Milano. Si associa quindi alle considerazioni dei colleghi Nannicini e Simonetti sul capoverso 6-quater del comma 3 dell'articolo 8, osservando come sul tema della riduzione del debito degli enti locali si rischia di tenere un comportamento schizofrenico. Per quanto attiene invece all'articolo 11, Pag. 14osserva come nella giornata di oggi si sia assistito ad un preoccupante balletto di testi e di cifre, al termine del quale sembra che non si si provvederà ad un rinvio dei pagamenti dell'IRPEF nei territori terremotati, mentre si differirà solo il pagamento della TARSU e di poco altro. Ritiene che si tratti di una soluzione del tutto insoddisfacente, in un paese nel quale si continuano a stanziare soldi per il terremoto del Belice. In ogni caso, rileva che sarebbe assai discutibile richiedere il pagamento del tributo sui rifiuti, che è commisurato alla superficie dell'abitazione, con riferimento a immobili sostanzialmente inagibili. Sul punto, ritiene grave la circostanza che il Governo dalla giornata di venerdì non sia stato in grado di fornire cifre convincenti al riguardo, considerando che sulla materia intervengono, con diverse competenze, il Dipartimento della protezione civile, il Ministero dell'economia e delle finanze, la Regione Emilia-Romagna, che rappresenta una delle realtà più avanzate del nord Italia e d'Europa e il Parlamento. Auspica, pertanto, che il Governo sia in grado di fornire finalmente una relazione tecnica soddisfacente che dia una lettura univoca delle disposizioni in esame.

  Raffaele VOLPI (LNP) ringrazia i deputati intervenuti nel dibattito in sede referente perché hanno svolto ragionamenti in molti casi molto competenti. Condivide anche il giudizio di chi ha sostenuto che questo Governo interviene spesso in modo «brutale» e cercando il consenso dell'opinione pubblica più di quello del Parlamento. Quel che è più grave, però, è che il Governo interviene senza conoscere la realtà sulla quale interviene, opponendo poi rifiuti immotivati o pretestuosi alle argomentate critiche e proposte provenienti dai tanti deputati che conoscono bene la realtà delle autonomie territoriali. Aggiunge che non si comprende per quale ragione i lavori delle Commissioni siano stati seguiti oggi dal sottosegretario Polillo, laddove questa mattina, nella sede del comitato dei diciotto, il Governo era rappresentato dal ministro Giarda: personalmente, ritiene che l'assenza del ministro Giarda dai lavori in sede referente abbia qualcosa di offensivo e confermi il suo timore che il Governo cerchi il consenso più dell'opinione pubblica che del Parlamento. A meno che questa discontinuità nella presenza del Governo nasconda un problema interno al Governo. Si ha l'impressione che non ci sia la volontà, da parte del Governo, di affrontare seriamente i problemi emersi e che la crisi, prima che nel rapporto tra il Governo e la sua maggioranza, sia all'interno dello stesso Governo.

  Maria Piera PASTORE (LNP) esprime a sua volta preoccupazione per l'assenza del rappresentante del Governo per il Ministero dell'economia e delle finanze dai lavori delle Commissioni dopo le ore 18. Si augura che il sottosegretario Polillo sia presente almeno domani mattina, quando dovrà rispondere sulle importanti questioni che gli sono state poste nel corso della discussione di oggi.

  Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata per le ore 9 di domani mattina.

  La seduta termina alle 19.50.

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