CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 ottobre 2012
726.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
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TESTO AGGIORNATO AL 13 NOVEMBRE 2012

SEDE REFERENTE

  Giovedì 25 ottobre 2012. — Presidenza del presidente della I Commissione Donato BRUNO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Antonino Gullo.

  La seduta comincia alle 13.20.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
C. 4434/B, approvato dal Senato, modificato dalla Camera e nuovamente modificato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 ottobre.

  Donato BRUNO, presidente, avverte che sul provvedimento il Comitato per la legislazione ha espresso il proprio parere. Ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti è scaduto alle ore 9 di oggi, 25 ottobre, e che sono stati presentati emendamenti (vedi allegato).
  Ricorda che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, in caso di testi già approvati dalla Camera e modificati dal Senato, la Camera può deliberare solo sulle parti modificate e le proposte emendative possono riferirsi ed essere conseguenti esclusivamente alle medesime.
  In base a quanto esposto, sono da considerare quindi irricevibili due emendamenti a firma dell'on. Sisto volti rispettivamente: a sopprimere la lettera p) del comma 75 dell'articolo 1, la quale non è stato oggetto di modifica da parte del Senato; a sopprimere la lettera r) del comma 75 dell'articolo 1, la quale era già presente nel testo approvato dalla Camera ed è stata soltanto parzialmente modificata da parte del Senato.
  Invita le relatrici ed il rappresentante del Governo ad esprimere il prescritto parere.

  Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, invita al ritiro di tutti gli emendamenti presentati; diversamente, il parere deve intendersi contrario.

  Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, invita al ritiro di tutti gli Pag. 12emendamenti, ad eccezione degli emendamenti Sisto 1.1 e Giachetti 1.2, sui quali si rimette alle Commissioni.

  Il sottosegretario Antonino GULLO invita al ritiro di tutti gli emendamenti presentati; diversamente, il parere deve intendersi contrario.

  Roberto GIACHETTI (PD), ritenendo importante che ciascuno dichiari responsabilmente la propria posizione sulle sue proposte, insiste per la votazione dei suoi emendamenti. Ricorda che la Camera, nella precedente lettura, aveva introdotto nel provvedimento una disciplina stringente in materia di conferimento di incarichi extragiudiziali ai magistrati, la quale è stata poi fortemente ammorbidita dal Senato. Per inciso, rileva che per giustificare la revisione della disposizione approvata dalla Camera, il ministro della giustizia ha dichiarato in una trasmissione televisiva che l'emendamento Giachetti da cui origina la disposizione del testo della Camera (articolo 18) doveva essere modificato in quanto esso si applicava soltanto ai magistrati ordinari e non anche a quelli amministrativi: il che è falso.
  Illustrando i suoi emendamenti, chiarisce che essi tendono a reintrodurre nel testo i principi, più rigorosi, della disciplina che su questa materia aveva deliberato la Camera, la quale prevede che il limite dei dieci anni di tempo massimo complessivo di collocamento fuori ruolo valgano per tutti i magistrati, senza eccezioni, e che in ogni caso un magistrato non possa restare fuori ruolo per più di cinque anni consecutivi, ma debba al termine dei cinque anni tornare a svolgere le funzioni nel ruolo per almeno altri cinque anni. Con le modifiche introdotte dal Senato, invece, il limite dei dieci anni al massimo di fuori ruolo non si applica ai soggetti di cui all'articolo 1, comma 70, mentre ai soggetti di cui all'articolo 1, comma 71, che sono forse la maggioranza dei magistrati interessati dall'intervento o che comunque sono quelli che in termini di tempo hanno abusato della possibilità di essere applicati a funzioni non giudiziarie, si applica solo per il futuro, e quindi per altri dieci anni a partire da oggi, a prescindere da quanti anni abbiano già passato nell'esercizio di funzioni non giudiziarie. Si aggiunga che al Senato è stata soppressa anche la disposizione di cui al comma 2 dell'articolo 18 del testo della Camera, ossia quella in base alla quale ai magistrati fuori ruolo spetta esclusivamente la retribuzione da magistrato, senza possibilità di cumulo con altre indennità. Anche se uno dei decreti-legge del Governo Monti in materia di revisione della spesa (spending review) prevede che il cumulo delle retribuzioni non possa portare ad un incremento dello stipendio di base superiore al 25 per cento, resta il fatto che la soppressione del predetto comma 2 ha molto mitigato la severità della disciplina voluta dalla Camera.
  In conclusione, sottolinea come i suoi emendamenti vadano in direzione di una disciplina vera e seria del fenomeno dei magistrati che svolgono incarichi esterni alla magistratura, laddove la disciplina approvata dal Senato rappresenta una sorta di finzione che renderà impossibile intervenire su questa materia prima di molti anni.

  Luigi VITALI (PdL) ricorda di avere votato in prima lettura a favore dell'emendamento Giachetti, che introduceva nel testo le regole sul collocamento fuori ruolo dei magistrati, in quanto ha sempre ritenuto che il magistrato che vince un concorso deve esercitare le funzioni giurisdizionali con delle eccezioni ben limitate nel numero e nel tempo. L'emendamento era pertanto diretto a rimediare a quanto accade oggi, considerato che vi è un gran numero di magistrati collocati fuori ruolo che non esercitano le funzioni giurisdizionali, il che dovrebbe essere ammissibile unicamente per i magistrati destinati alle Corti internazionali. Dichiara invece di essere contrario all'emendamento 1.2 ora in esame.

  Giuseppe CALDERISI (PdL) ricorda come la posizione del suo gruppo nel merito della questione sia stata già Pag. 13espressa nell'esame in prima lettura del provvedimento. La questione politica adesso attiene all'esigenza di portare in tempi brevi alla definitiva approvazione il testo in discussione, come modificato dal Senato. Solo per questi motivi, il suo gruppo esprime parere contrario sugli emendamenti in esame.

  Federico PALOMBA (IdV) fa presente che, per quanto le parti peggiori del testo in esame siano quelle in merito alle quali si è configurata la doppia lettura conforme tra Camera e Senato, il suo gruppo ha comunque presentato degli emendamenti volti a modificare le parti introdotte dal Senato, come ad esempio quelle relative al collocamento fuori ruolo dei magistrati. Dichiara comunque che voterà a favore anche dell'emendamento Giachetti 1.2 sulla medesima materia.

  Andrea ORLANDO (PD) rileva come, dopo un faticoso iter parlamentare, si sia arrivati comunque a un testo che ha una parte importante nella prevenzione del fenomeno corruttivo, alla quale si accompagna una parte inerente ai reati, e che può sicuramente essere considerato favorevolmente.
  Per quanto attiene alla nuova disciplina sul collocamento fuori ruolo dei magistrati, ritiene che occorra fare una riflessione di sistema, trattandosi di un punto d'incontro che hanno trovato forze politiche che negli anni hanno tenuto in diversa considerazione il ruolo della magistratura. Vi è di positivo che comunque alcuni nodi siano stati sciolti e che siano state date delle indicazioni di profilassi alla giustizia amministrativa. A tale proposito rileva come il testo trasmesso dal Senato sia sicuramente più completo in merito alla disciplina da applicare ai giudici amministrativi. Si tratta sicuramente di un passo in avanti, così come lo è lo stesso provvedimento nella sua interezza, per quanto sicuramente perfettibile. Ritiene che sia necessario approvare senza modifiche il testo trasmesso dal Senato, non soltanto perché occorre mandare un segnale al Paese circa la volontà di contrastare la corruzione, quanto piuttosto perché contiene una serie di disposizioni che saranno senza dubbio efficaci nella lotta contro la corruzione. Si tratta di un primo importante passo in questa lotta, che rappresenta anche un punto di equilibrio raggiunto tra le diverse forze politiche, del quale non si può non tenere conto.

  Rita BERNARDINI (PD) preliminarmente rileva come le modifiche apportate dal Senato al testo della Camera in materia di collocamento fuori ruolo dei magistrati sia stato il risultato di una pressione da parte della magistratura associata, che peraltro da tempo immemorabile si oppone ad ogni regolamentazione del cosiddetto «fuori ruolo». Ricorda che i Radicali su tale materia hanno presentato una proposta di legge e che nel caso in esame hanno sottoscritto l'emendamento 1.2, diretto a riproporre il testo licenziato dalla Camera, con l'approvazione dell'emendamento Giachetti.
  Ritiene che la sorte negativa dell'emendamento Giachetti era già segnata prima ancora delle modifiche apportate dal Senato, essendo a suo avviso significativa la previsione nella manovra di bilancio di aumenti dello stanziamento a favore della magistratura amministrativa. Dichiara di essere meravigliata che tra gli oppositori vi siano anche coloro che contestano la presenza dei magistrati negli uffici legislativi. A suo parere si tratta di una vera e propria questione di democrazia, in quanto alcuni magistrati hanno strumentalizzato la loro posizione di titolari di uffici legislativi dei ministeri, condizionando la stessa formulazione delle leggi.
  Auspica infine che la Camera dei deputati abbia un sussulto di dignità, come quando ha approvato in prima lettura l'articolo aggiuntivo del collega Giachetti, votando oggi a favore dell'emendamento Giachetti 1.2.

  Matteo BRAGANTINI (LNP) ricorda come l'esame del provvedimento in prima lettura alla Camera sia stato fermo per più di sei mesi in attesa della posizione del Governo. Pag. 14
  Rileva altresì come il Parlamento avesse dato indicazioni chiare sulle limitazioni ritenute necessarie rispetto alla disciplina del collocamento in posizione di fuori ruolo, anche considerato che si continua a lamentare la carenza di magistrati ed una giustizia troppo lenta nel nostro Paese ma, al tempo stesso, si consente a molti di essi di essere messi in posizione di fuori ruolo, anche con incarichi parziali.
  Prende atto che, in questa fase dell’iter, viene detto che il testo non può essere più modificato poiché altrimenti si inficia tutto il lavoro che è stato fatto sul provvedimento. Ritiene tale impostazione assurda poiché ci sono tutti i tempi per consentire una nuova lettura al Senato entro poche settimane, se c’è la volontà politica del Partito democratico e del Popolo delle libertà di migliorare il testo e di superare le incongruenze ed i privilegi verso alcune categorie che non sono più giustificabili.
  Per le ragioni testé esposte, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo su tutti gli emendamenti presentati dal deputato Giachetti.

  Linda LANZILLOTTA (Misto) ricorda come in prima lettura avesse sostenuto con convinzione l'esigenza di intervenire sulla materia che disciplina il collocamento in posizione di fuori ruolo, votando a favore dell'emendamento a suo tempo presentato alla Camera dal deputato Giachetti.
  Ritiene che l'intervento del Governo su questa parte del testo, alla luce della complessità dell’iter che così faticosamente era stata definita dalla Camera, poteva essere evitata.
  Peraltro, è a suo avviso opportuno evidenziare alcuni aspetti che la portano a concordare con quanto testé evidenziato dal collega Orlando.
  In primo luogo, si tratta di un provvedimento di grande urgenza e di forte valenza; il fatto che la disciplina del collocamento in posizione di fuori ruolo sia stata inserita nell'ambito di un provvedimento che riguarda le misure per contrastare la corruzione non è, a suo avviso, un elemento da sottovalutare.
  In secondo luogo, sottolinea come il termine per l'esercizio della delega da parte del Governo sia stato fissato in quattro mesi e, quindi, il Governo e le Commissioni competenti per il parere avranno la responsabilità di assicurare e di monitorare il pieno iter attuativo della disposizione di delega e del decreto legislativo conseguente. Invita quindi il collega Giachetti a tenere conto in particolare di tale aspetto.
  Ritiene inoltre non veritiero affermare che, sulla base del testo approvato dal Senato, il termine massimo per il collocamento fuori ruolo decorra nuovamente dall'entrata in vigore della legge. Il testo, infatti, consente semplicemente di esaurire il mandato in corso a chi ha raggiunto il termine massimo consentito, per garantire la funzionalità degli organi e delle amministrazioni interessate.
  A suo avviso, infatti, va sempre tenuto conto, in primo luogo, della necessità di garantire il funzionamento delle istituzioni. Fa presente come questo sia quello che sancisce il comma 72 dell'articolo 1 e riguardo alla durata massima va considerato che vi sono funzioni che di per sé prevedono una durata del mandato maggiore di cinque anni. Pertanto, o si afferma che non è possibile essere collocati fuori ruolo in organismi che prevedono una durata più lunga o non si può stabilire un termine di cinque anni piuttosto che un termine di dieci anni.
  Ritiene infine necessario che il Governo intervenga quanto prima su alcuni aspetti, a suo avviso iniqui, della disciplina dei compensi nel settore pubblico, con particolare riferimento alla possibilità di cumulo degli emolumenti spettanti ai magistrati.

  Enrico COSTA (PdL) ricorda come nel corso della prima lettura presso la Camera il gruppo del PdL avesse votato e, successivamente, anche difeso la proposta emendativa dell'onorevole Giachetti sui magistrati fuori ruolo. Nel corso dell'esame al Pag. 15Senato, in particolare in Commissione, si è deciso di stabilire un obbligo generalizzato di collocamento fuori ruolo per tutta la durata dell'incarico per i magistrati ed avvocati e procuratori dello Stato con funzioni apicali o semiapicali (compresi i capi di gabinetto) presso istituzioni, organi ed enti pubblici, nazionali ed internazionali. Tuttavia, questo obbligo è stato in seguito integrato con la previsione di una delega legislativa. Sarà quindi il Governo a individuare eventuali ulteriori incarichi per cui sarà obbligatorio il collocamento fuori ruolo. Il termine di quattro mesi per l'esercizio della delega non è casuale, in quanto volto a consentire al Governo di esercitare la delega medesima entro la fine della legislatura. Chiede quindi al Governo di assumere in questo momento un preciso impegno in questo senso, dovendosi ritenere, in difetto, che la disposizione in questione sia una mera «norma manifesto».

  Il sottosegretario Antonino GULLO ricorda che al Senato il Governo si è impegnato, su un'altra materia, quella della incandidabilità, accogliendo due ordini del giorno in tal senso, ad esercitare la delega legislativa in tempi brevi. Quanto alla questione posta dal deputato Costa, osserva che il conferimento di una delega al Governo comporta naturalmente l'impegno di quest'ultimo ad esercitarla. Non è in grado tuttavia di dire quanto tempo in concreto sarà necessario al Governo per definire il testo dello schema di decreto legislativo. Ritiene che su questo punto il ministro della giustizia potrà fornire indicazioni più precise nel corso della discussione del provvedimento in Assemblea.

  Roberto RAO (UdCpTP) premette che il gruppo dell'UdC non voterà a favore delle proposte emendative dell'onorevole Giachetti e dell'Italia dei Valori. Ritiene infatti che il collega Giachetti debba essere ringraziato per avere fatto finalmente luce su una questione annosa e che non si era mai riusciti ad affrontare a causa della presenza di una corporazione forte e ramificata nelle istituzioni; per avere ottenuto l'inserimento nel testo del provvedimento, sia pure con qualche forzatura, di una disciplina del collocamento fuori ruolo restrittiva, dettagliata e idonea a consentire risparmi di spesa, oltre che un più efficace e ed efficiente impiego dei magistrati, non potendosi dimenticare come gli stessi rappresentino, anzitutto, delle risorse del sistema giustizia. Tuttavia, il testo nel suo complesso rappresenta la più alta mediazione possibile e, per quanto perfettibile, ritiene che debba essere immediatamente approvato poiché, a suo giudizio, consentirà di ridurre il livello della corruzione effettiva e percepita nel nostro Paese, di conquistare nuovamente la fiducia degli investitori stranieri e di recuperare posizioni anche negli indici e nelle apposite classifiche stilate dagli organismi internazionali. Sottolinea quindi come qualsiasi modifica, comprese quelle che deriverebbero dall'approvazione degli emendamenti dell'onorevole Giachetti, comprometterebbe il raggiungimento di questo importante risultato, atteso che un nuovo esame da parte del Senato determinerebbe, con ogni probabilità, l'affossamento del provvedimento.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) chiede alla presidenza di rivedere la dichiarazione di irricevibilità pronunciata con riferimento a due degli emendamenti da lui presentati. Ricorda che ci sono stati casi in cui la presidenza ha consentito la presentazione di emendamenti su parti di un testo approvate dalla Camera e non modificate dal Senato: nella sua esperienza di deputato componente della Commissione giustizia, ciò è accaduto nel corso dell'esame di due provvedimenti, vale a dire quello che prevedeva l'introduzione di un filtro per i ricorsi in Cassazione e quello che recava norme in materia di intercettazioni.
  Quanto ai suoi emendamenti dichiarati ammissibili, fa presente che essi tendono a ripristinare la disciplina approvata dalla Camera in materia di collocamento fuori ruolo dei magistrati, la quale era nata da un emendamento dal deputato Giachetti e che era, a suo avviso, più equilibrata di quella deliberata dal Senato. Ritiene che i dieci anni di tempo massimo di esercizio di funzioni fuori ruolo non possano decorrere da oggi per nessuno, come invece previsto dall'articolo 1, comma 71. Auspica Pag. 16che il Governo, se non in Commissione, almeno in Aula, chiarisca le ragioni della disposizione del predetto comma 71. Ritira in ogni caso il suo emendamento 1.1, per agevolare i lavori, riservandosi di ripresentarlo in Assemblea.

  Donato BRUNO, presidente, sottolinea che, a prescindere da quanto possa essere accaduto in casi sporadici, ciascuno dei quali andrebbe valutato nella sua specificità, resta fermo il principio secondo cui non possono essere considerati ricevibili gli emendamenti che intervengono su parti di testo già deliberate dalla Camera e non modificate dal Senato. Sottolinea che, dei due emendamenti del deputato Sisto giudicati irricevibili, il primo è irricevibile in quanto sopprime una parte di testo approvata dalla Camera e non modificata dal Senato; quanto invece al secondo, che sopprime invece una parte di testo approvata dalla Camera e modificata dal Senato, chiarisce che in questi casi possono essere considerati ricevibili soltanto emendamenti che intervengano sulle modifiche apportate dal Senato oppure quelli che ripristinino il testo approvato dalla Camera: non può essere quindi considerato ricevibile un emendamento che, tendendo a sopprimere il testo approvato dalla Camera, rimetta in discussione la decisione della Camera stessa di affrontare nel provvedimento in esame una certa materia.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) ritiene che gli emendamenti dell'onorevole Giachetti siano estremamente qualificanti e condivisibili, invitando tutti i colleghi a votare secondo coscienza.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Giachetti 1.2.

  Federico PALOMBA (IdV) ritira gli emendamenti Di Pietro 1.4, 1.20, 1.21 e 1.22, dei quali è cofirmatario. Insiste invece sulla votazione degli altri emendamenti del suo gruppo, che illustra, sottolineando come gli stessi tendano a reintrodurre nel provvedimento il principio stabilito dall'articolo 18 del testo approvato dalla Camera, secondo cui il singolo collocamento fuori ruolo del magistrato non può durare più di cinque anni. Non è a suo parere convincente l'obiezione secondo cui è preferibile non modificare il testo del Senato per poter approvare la legge il prima possibile. Approvare questa legge non servirà all'Italia a migliorare le sue posizioni nella classifica dei Paesi secondo la diffusione della corruzione, in quanto per questo scopo servirebbero ben altre norme, vale a dire quelle che l'Unione europea chiede da tempo e che in questo provvedimento non sono contenute. Conclude chiedendo che non si dica che la modifica della disciplina sul collocamento fuori ruolo disposta dal Senato è stata voluta dai magistrati: essa è stata voluta da quei pochissimi magistrati che da anni stanno vicino al potere politico e che possono condizionare il processo normativo a proprio vantaggio.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Di Pietro 1.3 e 1.5.

  Federico PALOMBA (IdV) illustra gli emendamenti Di Pietro, dei quali è cofirmatario, che tendono a ripristinare la disciplina deliberata dalla Camera in prima lettura sulla materia del fuori ruolo dei magistrati.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Di Pietro 1.6, 1.7 e 1.8.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) ritira il suo emendamento 1.9, identico all'emendamento Di Pietro 1.10.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Di Pietro 1.10 e 1.11, Giachetti 1.12, Di Pietro 1.13, Giachetti 1.14 e Di Pietro 1.15.

  Federico PALOMBA (IdV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Giachetti 1.16.

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  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Giachetti 1.16 e 1.17 e Di Pietro 1.18.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) illustra il proprio emendamento 1.23, volto a sopprimere dall'articolo 346-bis le parole «o al ritardo» che, essendo prive di contenuto tipizzante, rendono la fattispecie assolutamente generica e indeterminata.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sisto 1.23.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) ritira il suo emendamento 1.24.

  Donato BRUNO, presidente, avverte che è terminato l'esame degli emendamenti. Sospende quindi la seduta in attesa che si pronuncino le Commissioni competenti in sede consultiva.

  La seduta, sospesa alle 14.35, riprende alle 14.55.

  Donato BRUNO, presidente, comunica che sono pervenuti i pareri favorevoli della III Commissione (Affari esteri) e della V Commissione (Bilancio). Le Commissioni IV (Difesa), VIII (Ambiente) e X (Attività produttive) non si esprimeranno.

  Le Commissioni deliberano di conferire ai relatori, deputata Santelli per la I Commissione e deputata Angela Napoli per la II Commissione, il mandato di riferire all'Assemblea in senso favorevole sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Donato BRUNO, presidente, avverte che la presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.

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