CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 ottobre 2012
725.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 61

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 24 ottobre 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 15.30.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti, fatto a New York il 18 dicembre 2002.
C. 5466 Marcenaro, approvata dal Senato, e C. 4765 Mecacci.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo nella seduta del 16 ottobre scorso.

  Franco NARDUCCI, presidente, avverte che anche la Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole sul provvedimento in titolo.

  Fiamma NIRENSTEIN (PdL), richiamando l’iter di esame, presso il Senato, del provvedimento finalizzato all'inserimento del reato di tortura nell'ordinamento penale italiano, riconosce l'importanza di contrastare ogni condotta idonea ad integrare la fattispecie di tortura, che è il più abominevole tra i reati e che ricorre nel Pag. 62dibattito pubblico, anche in Italia, soprattutto in merito alla penosa condizione di chi è privato della libertà personale in quanto in stato di detenzione. Ciò premesso, ritiene opportuno preannunziare il proprio voto di astensione sulla deliberazione relativa al conferimento del mandato al relatore a riferire sulla proposta di legge in esame in ragione dell'esigenza di usare ogni cautela possibile rispetto all'argomento oggetto della Convenzione in titolo, anche se ciò significa sfidare uno stile politically correct assai radicato sulla materia in questione. Richiamando il proprio impegno di sempre in sostegno dei diritti dell'uomo e della loro piena attuazione e nella consapevolezza della sensibilità che suscita il tema della tortura presso l'opinione pubblica, riporta il senso delle recenti dichiarazioni, rilasciate dal presidente Obama, sulla gravità della minaccia terroristica che incombe in questa fase sulla comunità internazionale e sulla esigenza di assegnare carattere prioritario all'azione di contrasto del fenomeno. In tale specifico contesto occorre, a suo avviso, evitare ogni possibile indebolimento degli strumenti di repressione atti a scongiurare gravi ed imminenti attentati di tipo stragista. Precisa che il voto di astensione è da intendere, dunque, come espressione di un atteggiamento di cautela per quelle situazioni in cui si debba assicurare carattere prioritario alla tutela della sicurezza della collettività a fronte di gravi e incombenti minacce da parte del terrorismo internazionale.

  Furio COLOMBO (PD), relatore, ribadisce l'interesse politico, giuridico e morale che necessariamente suscita il tema oggetto del provvedimento in titolo e si associa alle considerazioni della collega Nirenstein nella parte in cui alludono alle circostanze in cui fallisce il sistema di intelligence e di early warning, di cui devono essere dotate le moderne società organizzate, al fine di prevenire l'insorgenza di simili situazioni. Sottolinea che il tema deve essere affrontato a partire da un rafforzamento delle pratiche di prevenzione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire al relatore, onorevole Colombo, il mandato di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Franco NARDUCCI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.40.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 24 ottobre 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 15.40.

5-07754 Lovelli: Sul rimpatrio di una cittadina italiana dall'Arabia Saudita.
5-07977 Pianetta: Sul rimpatrio di una cittadina italiana dall'Arabia Saudita.

  Franco NARDUCCI, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato), preannunciando che la questione non mancherà di essere richiamata in occasione delle visite istituzionali già programmate.

  Mario LOVELLI (PD), replicando, prende atto di quanto scrupolosamente riferito dal rappresentante del Governo, che dimostra, tuttavia, che il caso è lungi dall'essere risolto. Sottolinea, al riguardo, preoccupazione per le condizioni della concittadina trattenuta in Arabia Saudita Pag. 63esprimendo, da un lato, l'auspicio che lo scambio di visite istituzionali, prospettato per i prossimi mesi, possa portare a qualche progresso e, dall'altro lato, perplessità per la possibilità che nei rapporti tra due Stati sovrani, quali l'Italia e l'Arabia Saudita, si possa derogare al diritto internazionale in favore di leggi e usi locali. Segnala, infine, che riferirà di quanto testé appreso ai familiari dell'interessata.

  Enrico PIANETTA (PdL), replicando, si dichiara a sua volta preoccupato per la situazione descritta dal sottosegretario de Mistura, che peraltro rinvia ad altri casi analoghi, tuttora irrisolti. Nel riferire dell'attenzione che circonda la vicenda nella cittadina di Valenza, sottolinea che essa sollecita quesiti sul piano del rispetto del diritto internazionale da parte di tutti i componenti della comunità internazionale degli Stati ed esprime, al contempo, piena fiducia nella professionalità della diplomazia italiana che, in casi consimili, ha ben operato consentendo il rientro in Italia dei concittadini trattenuti all'estero.

  Franco NARDUCCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.50.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 24 ottobre 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 15.50.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013).
C. 5534-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.
Tabella 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2013 e per il triennio 2013-2015 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella 6: Stato di previsione del Ministero degli affari esteri per l'anno 2013 e per il triennio 2013-2015.
C. 5535 Governo.

(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Enrico PIANETTA (PdL), relatore, nel riallacciarsi all'ampia e accurata audizione appena svolta da parte del Segretario generale del Ministero degli affari esteri, ricorda, al fine di un esame organico delle disposizioni del disegno di legge di stabilità d'interesse per la Commissione, che l'articolo 7 del decreto-legge n. 95 del 2012 ha disposto, al comma 12, riduzioni di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato a decorrere dall'anno 2013.
  L'importo delle riduzioni previste per il dicastero degli esteri, in termini di saldo netto da finanziare, è pari a 26,8 milioni di euro, importo che incide sul bilancio del Ministero (pari a 1.757 milioni di euro), nella misura dell'1,5 per cento delle risorse.
  Il disegno di legge di stabilità per l'anno 2013 reca l'attuazione delle suddette misure, indicando all'articolo 3 le riduzioni di spesa delle Amministrazioni centrali sulla base delle proposte e degli interventi correttivi pervenute da ciascun Ministero.
  Conseguentemente, i commi 21-27 dell'articolo 3 del disegno di legge di stabilità sono rivolti ad attuare, nei confronti del Ministero degli Affari Esteri, il disposto del comma 2 dell'articolo 3 del disegno di legge di stabilità, ovvero la riduzione degli stanziamenti relativi alle spese interessate dagli interventi correttivi proposti dalle varie amministrazioni.
  Rileva come le pesanti riduzioni previste dal provvedimento sembrano operare, senza trovare adeguata motivazione nella Pag. 64relazione tecnica, in tre direzioni strategiche della nostra proiezione internazionale: la politica europea, la promozione del sistema Paese e la valorizzazione della ricerca scientifica. Per contro, vi è da sottolineare un significativo incremento delle risorse poste a disposizione della cooperazione allo sviluppo anche se limitatamente al solo 2013.
  Il comma 22 dispone, a decorrere dal 2013, la riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 171 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, recante l'ordinamento dell'Amministrazione degli affari esteri, nella misura di 5.287.735 euro annui. La riduzione concerne l'istituto dell'indennità di servizio all'estero. Invita al riguardo il rappresentante del Governo a chiarire le modalità con le quali si intende intervenire nonché le voci di spesa sulle quali opereranno tali decurtazioni.
  Il comma 23 prevede, sempre a decorrere dal 2013, la riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 658 del decreto legislativo n. 297 del 1994 – recante approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado – nella misura di 712.265 euro annui. La riduzione concerne gli assegni di sede del personale delle scuole all'estero, disciplinati appunto dall'articolo 658 di cui in precedenza.
  Ritiene che in questo caso non siano chiare le modalità con cui verranno attuati gli interventi di riduzione delle autorizzazioni di spesa, richiedendo una precisazione da parte del Governo.
  Il comma 24 è finalizzato all'attuazione dei due precedenti commi, da conseguire mediante decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
  Il comma 25, a decorrere dal 2013, dispone la riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 11, della legge 31 marzo 2005, n. 56 – recante misure per l'internazionalizzazione delle imprese, nonché delega al Governo per il riordino degli enti operanti nel medesimo settore – nella misura di 5.921.258 euro. La riduzione concerne i fondi per l'attivazione degli sportelli unici all'estero. Osserva che la relazione tecnica descrive la riduzione alla stregua di definanziamento totale, in quanto l'entità prevista corrisponde esattamente alla quota residua dell'autorizzazione di spesa vigente.
  Ricorda in proposito che la legge 31 marzo 2005, n. 56, ha previsto, all'articolo 1, la costituzione di sportelli unici all'estero – i cosiddetti Sportelli Italia – a sostegno della internazionalizzazione del sistema produttivo italiano, per la tutela del Made in Italy e per la promozione degli interessi italiani all'estero, con riguardo anche alle iniziative culturali e di valorizzazione delle comunità d'affari di origine italiana. Sottolinea dunque la criticità di una disposizione di questo tenore che potrebbe indebolire il sostegno, da parte delle nostre strutture amministrative operanti all'estero, dell’export italiano e del made in Italy nel mondo. Occorre, a suo avviso, che il Governo ne chiarisca la portata anche nell'ottica dell'avviata riforma dell'ICE.
  Il comma 26 dispone la riduzione dell'autorizzazione di spesa prevista dall'articolo 1, comma 2, della legge 3 agosto 1998, n. 299 – recante finanziamento italiano della PESC, nella misura di 10 milioni di euro per il 2013, di 5,9 milioni nel 2014 e di 9,1 milioni nel 2015. L'Italia partecipa al finanziamento delle operazioni PESC-PSDC attraverso il meccanismo europeo (Athena) istituito nel 2004 per gestire il finanziamento dei costi comuni delle operazioni dell'Unione europea che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa. L'Italia contribuisce sulla base di una quota pari a circa il 13 per cento dei costi comuni; l'ammontare annuo complessivo in carico al nostro Paese varia a seconda del numero e della dimensione delle operazioni PESC-PSDC in atto. In questo caso segnala che si sono già registrati pesanti decurtazioni a carico di tale stanziamento, con le ovvie ricadute sul piano della nostra capacità d'impegno all'interno del quadro della PESC.
  Osserva che un'ulteriore misura che desta perplessità è quella recata dal Pag. 65comma 27 che dispone la soppressione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge 15 febbraio 1995, n. 51 – recante ratifica ed esecuzione dell'accordo fra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale sulle disposizioni amministrative per il Centro internazionale per la scienza e l'alta tecnologia. La soppressione dell'autorizzazione di spesa comporterà, secondo la relazione tecnica, un risparmio di 3.615.198 euro annui.
  Ricorda che il Centro internazionale per la scienza e l'alta tecnologia (ICS-UNIDO) opera nel quadro legale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, a Trieste ed è finanziato dal Ministero degli Affari esteri italiano. L'accordo istituzionale tra il Governo italiano e l'UNIDO è stato firmato il 9 novembre 1993 ed è entrato in vigore il 26 febbraio 1996. Invita pertanto il Governo a chiarire quale sarà il futuro del Centro di Trieste.
  Passa quindi ad illustrare i commi 1 e 2 dell'articolo 8 del disegno di legge di stabilità che riguardano la partecipazione italiana alla ricostituzione delle risorse finanziarie di alcuni fondi multilaterali di sviluppo. Il comma 1 in particolare autorizza a tale scopo la spesa annua di 295 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2013 al 2022. Precisa che questo ammontare viene parzialmente destinato a specifiche situazioni di ritardo nel contributo dell'Italia, non coperte dalle previsioni dell'articolo 7, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge n. 214 del 2011. Chiede chiarimenti al Governo circa la destinazione specifica dello stanziamento relativo al prossimo anno.
  Ricorda che nella relazione tecnica si segnala che a fine 2012 gli impegni dell'Italia verso i fondi multilaterali di sviluppo ammontano a circa 1.750 milioni di euro di cui 1.090 come quote in arretrato e la parte rimanente dovuta entro il 2016, con scadenza però concentrate nel 2013 e 2014. A partire dal 2013 il nostro Paese parteciperà inoltre ai negoziati per la ricostruzione di numerosi fondi. La relazione tecnica evidenzia che con le somme stanziate gli impegni verso i fondi internazionali saranno assolti sulla base di pagamenti annuali che permetteranno al all'Italia di non essere più considerata in arretrato.
  Osserva che il comma 2 dell'articolo 8 fornisce i seguenti dati relativi agli impegni a favore di diversi fondi multilaterali di sviluppo considerando sia gli arretrati che le scadenze imminenti: 1.084,3 milioni di euro per l'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA), del gruppo della Banca mondiale; 156 milioni di euro per il Fondo globale per l'ambiente (GEF), anch'esso collegato alla Banca mondiale; 319,8 milioni di euro per il Fondo africano di sviluppo (AfDF); 127,6 milioni di euro per il Fondo asiatico di sviluppo (AsDF); 58 milioni di euro per il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), Agenzia specializzata del sistema dell'ONU che, insieme alla FAO ed al PAM (Programma alimentare mondiale) costituisce il «polo romano» delle Nazioni Unite, cui sono destinati 58 milioni di euro relativi alla nona ricostituzione del Fondo; 4,8 milioni di euro per il Fondo speciale per lo sviluppo (SDF) della Banca di sviluppo dei Caraibi.
  Rileva altresì che l'articolo 8, comma 9, del disegno di legge di stabilità autorizza la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2014 e di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015 al fine di consentire l'attuazione degli accordi internazionali in materia di politiche per l'ambiente marino previsti dal decreto legislativo n. 190 del 2010 (la Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare, la Convenzione sulla salvaguardia del Mar Mediterraneo dall'inquinamento adottata a Barcellona il 16 febbraio 1976 e ratificata con legge 25 gennaio 1979, n. 30 e la Conferenza dei plenipotenziari sulla Convenzione di Barcellona del 1976).
  Considera di particolare rilievo le disposizioni di cui ai commi da 18 a 21 dell'articolo 12 del disegno di legge di stabilità che introducono, sul modello della cosiddetta Tobin Tax, un'imposta di Pag. 66bollo, con aliquota dello 0,05 per cento, sulle compravendite di azioni ed altri strumenti partecipativi emessi da soggetti residenti nel territorio dello Stato e sulle operazioni sui cosiddetti «strumenti derivati» nelle quali almeno una delle due controparti sia residente in Italia e che siano diverse da quelle relative ai titoli di Stato emessi da Paesi dell'Unione europea o aderenti all'accordo sullo Spazio economico europeo, che consentono uno scambio di informazioni adeguate. La base imponibile è costituita dal valore oggetto della transazione.
  Ricorda a tale proposito le numerose mozioni approvate dalla Camera su tale argomento che hanno impegnato il Governo a esprimere il proprio consenso all'applicazione di una tassazione sulle transazioni finanziarie a livello di Unione europea o di Eurozona e a collaborare con le Istituzioni europee e con gli altri Governi già favorevoli. In ambito europeo, la Commissione europea aveva già presentato il 28 settembre 2011 una proposta di direttiva (COM(2011)594) volta ad introdurre un'imposta sulle transazioni finanziarie in tutti i 27 Stati membri dell'Unione europea. Tale proposta è stata superata in occasione del Consiglio ECOFIN del 9 ottobre 2012, che ha preso atto che esistono le condizioni per procedere alla presentazione di una proposta di cooperazione rafforzata relativa all'introduzione di una imposta sulle transazioni finanziarie: infatti, sette Stati membri (Belgio, Germania, Grecia, Francia, Austria, Portogallo e Slovenia) l'hanno già richiesta, tramite una lettera, alla Commissione europea, e altri quattro Stati (Italia, Spagna Estonia e Slovacchia) hanno dichiarato che lo faranno a breve. È stato così superato il numero minimo di nove Paesi richiesto dall'articolo 20 del Trattato sull'Unione europea per poter attivare una cooperazione rafforzata. L'autorizzazione a procedere alla cooperazione dovrà essere approvata dal Consiglio dell'UE a maggioranza qualificata, previa approvazione del Parlamento europeo.
  Sul punto ritiene necessario acquisire dal Governo ulteriori informazioni circa gli indirizzi che intendono assumere le Istituzioni dell'Unione europea per l'adozione di un sistema omogeneo di tassazione delle transazioni finanziarie.
  Osserva inoltre che nelle tabelle del disegno di legge di stabilità compaiono una serie di interventi che incidono direttamente sullo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri.
  In particolare, la Tabella A dispone con riferimento al Ministero degli Affari esteri accantonamenti di 31,35 milioni di euro per il 2013, nonché di 29,65 milioni per il 2014 e di 30,48 milioni di euro per il 2015, che, come chiarisce la relazione introduttiva al disegno di legge di stabilità, sono destinati a far fronte essenzialmente agli oneri derivanti dalla prevista approvazione di numerosi disegni di legge di autorizzazione alla ratifica di accordi internazionali ed in parte minore agli oneri per la messa in atto di interventi diversi, quali l'istituzione della Commissione nazionale per la promozione dei diritti umani, il cui disegno di legge, approvato dal Senato, è attualmente all'esame della Camera. Al riguardo, occorre a suo giudizio acquisire da parte del Governo una valutazione circostanziata sulla congruità di tale stanziamento in relazione alla ratifica degli accordi internazionali pendenti.
  Nota quindi che nella Tabella C vengono disposte per il triennio 2013-2015 – rispetto al disegno di legge di bilancio – alcune variazioni relative a capitoli di interesse degli Affari esteri.
  Attribuisce particolare rilievo positivo all'incremento riguardante i capitoli della cosiddetta «cooperazione a dono», pari a 98,7 milioni di euro, nel 2013, che porta lo stanziamento complessivo a 228,6 milioni. Rammenta che risultano confermati gli stanziamenti (pari ad 1,37 milioni) per le iniziative culturali per la storia e le tradizioni del gruppo etnico italiano negli stati dell'area ex-jugoslava.
  Nella Tabella E, nella quale sono riportanti gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa recate da leggi pluriennali, segnala gli stanziamenti collegati ad interventi connessi al Trattato di amicizia italo-libico del 30 agosto 2008, autorizzato alla ratifica Pag. 67con legge n. 7 del 2009. Ritiene necessario conoscere dal Governo quali siano gli obiettivi del Trattato italo-libico che esso ritiene ancora vincolanti e quali siano pertanto le iniziative che esso intende porre in essere per la sua attuazione.
  Prende atto che la Tabella E presenta uno stanziamento per l'attuazione di impegni dettati dal comma 373, articolo 2, della legge finanziaria 2008, collegati al perseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, nonché alla cancellazione del debito dei Paesi più poveri: a tale scopo si registra, a carico del cap. 7182/Economia e Finanze, un'allocazione di 50 milioni per ciascuna delle annualità del triennio 2013-2015.
  Segnala altresì l'esigenza di recuperare la disposizione riguardante il pagamento del residuo del contributo dovuto dall'Italia per il Quartiere generale del Consiglio atlantico di Bruxelles, stralciata dal presente disegno di legge di stabilità.
  Per quanto attiene allo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri (Tab. 6), osserva che si articola nelle seguenti missioni: la missione n. 4, «L'Italia in Europa e nel mondo», con uno stanziamento di competenza per il 2013 di 1.664,7 milioni di euro; la missione n. 32 (pari al 94,8 per cento dello stato di previsione), «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», con 81,8 milioni e la missione n. 33, «Fondi da ripartire», 10,1 milioni.
  In termini complessivi lo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri reca per il 2013 stanziamenti di competenza pari 1.756,7 milioni di euro: l'ammontare dello stanziamento di competenza è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (1.748,7 milioni di euro), che assorbono il 99,5 per cento dello stanziamento. Tale ammontare si suddivide in 936,7 milioni per le spese di funzionamento (più mirate alla riproduzione della struttura) e in 800,8 milioni di spese per gli interventi (che propriamente consentono l'attuazione delle missioni istituzionali): completano il quadro 11,1 milioni per oneri comuni. Le spese in conto capitale ammontano invece a 7,9 milioni di euro.
  Rispetto alle previsioni assestate per il 2012, gli stanziamenti di competenza iscritti nello stato di previsione del Ministero degli Esteri per il 2013 fanno registrare un aumento complessivo di 24,3 milioni di euro, risultante dall'incremento di 27,6 milioni di parte corrente, a fronte di una diminuzione di 3,3 milioni nel conto capitale. Infatti gli stanziamenti di competenza nello stato di previsione del Ministero degli Esteri per il 2012 (previsioni assestate) erano pari a 1.732,4 milioni di euro, di cui 1.721,1 milioni di euro per la parte corrente e 11,3 milioni di euro per il conto capitale.
  Ripercorrendo conclusivamente la recente evoluzione dell'incidenza del Ministero degli Affari esteri sul volume delle spese finali in conto competenza, si sofferma sulla costante riduzione nell'ultimo triennio, in quanto si è passati dallo 0,41 per cento dell'esercizio 2010, allo 0,38 per cento del 2011 per arrivare allo 0,31 dell'esercizio 2012. L'incidenza percentuale degli stanziamenti di competenza a favore del Ministero degli affari esteri si conferma all'0,31 per cento anche nel disegno di legge di bilancio 2013.
  Ricorda infine che nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2) sono collocati alcuni stanziamenti per il 2013 relativi a materie di interesse della Commissione. Si tratta soprattutto dei fondi allocati sui capitoli del Programma 4.11, Politica economica e finanziaria in ambito internazionale, ricompreso nell'ambito della Missione 4 – L'Italia in Europa e nel mondo, al quale afferiscono per il 2013 623,04 milioni di euro. Particolare incidenza assumono i seguenti capitoli: cap. 1647, «Applicazione degli Accordi UE-ACP (Convenzioni di Lomé-Accordo di Cotonou), Politica di vicinato della UE», con 457 milioni di euro; cap. 1649, «Oneri per la partecipazione all'IFFM (campagne vaccinali di massa)», con 27,5 milioni di euro; cap. 7175, «Oneri per la partecipazione a banche, fondi e organismi internazionali», con Pag. 68125,06 milioni di euro. Con riferimento a quest'ultimo capitolo, osserva che si tratta di risorse assai rilevanti nel quadro dell'aiuto pubblico italiano allo sviluppo destinate a rifinanziare importanti istituzioni multilaterali della cooperazione internazionale allo sviluppo come la Banca interamericana di sviluppo, la Banca asiatica di Sviluppo, la Banca africana di sviluppo e la Banca di sviluppo dei Caraibi. Ricorda che più volte la Commissione ha stigmatizzato il fatto che l'effettiva finalizzazione di tali stanziamenti sfugge completamente al controllo del Parlamento e spesso dello stesso Ministero degli Affari esteri, in base ad una controversa prassi sulla quale ritiene necessario che la Commissione torni ad intervenire.
  Quanto alla partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace segnala poi il cap. 3004 – Fondo per la proroga delle missioni internazionali di pace, sul quale sono appostati per il 2013 fondi pari a 1.004,1 milioni di euro. Sempre nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze riveste un certo interesse per la Commissione Affari esteri il cap. 7256, una parte dei fondi del quale riguardano, in base alla legge n. 137 del 2001, indennizzi a cittadini e imprese italiane che hanno perduto beni o diritti in territori della ex Jugoslavia prima soggetti alla sovranità italiana. Il capitolo, nel disegno di legge di bilancio, è dotato per il 2013 di 8,8 milioni di euro, ma per la parte relativa alla legge 137 del 2001 lo stanziamento è di 4,6 milioni. Il capitolo risulta altresì esposto in tabella C del disegno di legge di stabilità.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA rivolge preliminarmente un ringraziamento alla Commissione per l'attenzione dedicata alle questioni finanziarie del Ministero degli Esteri e al relatore per l'ampia esposizione dei contenuti dei provvedimenti oggi all'esame.
  Ricorda che il Ministero degli Esteri, nella piena consapevolezza della necessità di contribuire all'impegno comune di tutte le Amministrazioni dello Stato per la riduzione dell'indebitamento del settore pubblico, è da tempo fermamente impegnato in un'azione di contenimento delle spese e di innovazione delle strutture, degli assetti organizzativi e delle procedure. Si tratta di un impegno che è stato portato avanti con fermezza, coerenza e coraggio, anche a fronte della predetta, costante diminuzione della dotazione di bilancio verificatasi negli ultimi anni, a seguito della ripetuta applicazione di tagli lineari alle risorse dei ministeri.
  Sottolinea che razionalizzazione, modernizzazione e semplificazione sono le parole d'ordine che hanno ispirato le politiche gestionali adottate dalla Farnesina negli ultimi anni, con le quali si è cercato di assicurare un impiego il più efficiente possibile delle risorse a disposizione, mediante un approccio essenzialmente «qualitativo» alle politiche di spesa, che ha consentito all'Amministrazione di proporsi come esempio avanzato di gestione manageriale nel panorama del settore pubblico.
  Nello stesso tempo rileva che la razionalizzazione è stata portata avanti nella doverosa consapevolezza dell'esistenza di limiti oggettivi alla comprimibilità della dotazione finanziaria destinata alla politica estera, oltre i quali sarebbe inevitabile un ripensamento della collocazione stessa dell'Italia nel sistema internazionale, oggi segnato dall'ascesa di nuovi attori che abbinano a politiche aggressive di difesa degli interessi nazionali l'impiego di crescenti risorse.
  Il Ministero degli Affari Esteri ha presentato le proprie proposte per il bilancio triennale 2013-2015 alla luce delle disposizioni introdotte dal decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. Gli effetti di tale provvedimento si aggiungono a quelli derivanti dalla legge di bilancio e dalla legge di stabilità dello scorso anno, le quali, in attuazione degli obiettivi triennali di riduzione previsti dal precedente decreto-legge 138 del 2011, già prevedevano un taglio per il 2013 pari a 71,8 milioni e per il 2014 a 93,4 milioni.
  Evidenzia che, al pari delle altre Amministrazioni Centrali dello Stato, due disposizioni del decreto-legge sulla spending Pag. 69review hanno condizionato la quantificazione delle somme da iscrivere in bilancio del Ministero degli affari esteri. L'articolo 1, comma 21, che prevede la riduzione delle spese per l'acquisto di beni e servizi a partire dal 2012 e per il triennio 2013-2015 comporta, oltre alla riduzione di 6,2 milioni di euro per il 2012, un taglio pari a 22 milioni di euro per ciascuno dei tre anni dal 2013 al 2015.
  I commi da 12 a 15 dell'articolo 7, che individuano le riduzioni che le Amministrazioni dovranno assicurare al fine di conseguire gli obiettivi programmati di finanza pubblica, nonché le modalità mediante le quali esse potranno essere realizzate comporta riduzioni che ammontano a 26,8 milioni di euro per il 2013, 21,5 milioni di euro per il 2014 e 25,9 milioni di euro per il 2015.
  Per le spese per acquisto di beni e servizi il Ministero degli esteri ha potuto esercitare in forma contenuta la facoltà di rimodulazione delle riduzioni concessa dalla norma, poiché le eventuali proposte di diversa ripartizione dei tagli dovevano essere limitate alla sola medesima categoria dei consumi intermedi. L'ammontare del taglio è pari a 22 milioni di euro, su un totale – per il 2012 – di 137 milioni di euro, di cui circa 60 milioni destinati alle dotazioni finanziarie della rete degli uffici all'estero, finalizzate non solo al funzionamento, ma anche per la realizzazione delle attività istituzionali.
  L'articolo 3, commi da 22 a 27, del disegno di legge di stabilità recepisce integralmente gli interventi normativi proposti dal Ministero degli affari esteri e finalizzati agli obiettivi di risparmio stabiliti dal decreto-legge di spending review. Si tratta, in primo luogo, della riduzione dello stanziamento destinato alle indennità del personale di ruolo in servizio all'estero, al quale si attingerà per circa 11,9 milioni di euro. La restante quota di risparmio, pari a circa 14,9 milioni sarà garantita mediante definanziamenti parziali sul capitolo PESC/PESD e sui contributi non obbligatori alle organizzazioni internazionali.
  Per quanto riguarda le risorse che sono destinate nel 2013 a settori di attività di maggiore interesse e proiezione esterna, registra con favore gli incrementi degli stanziamenti relativi alla Direzione generale per gli Italiani all'estero destinati alle attività a favore dei connazionali In particolare, i contributi a favore degli enti gestori dei corsi di lingua italiana passano da 6,4 milioni di euro a circa 10,1 milioni di euro, con un incremento pari al 58,6 per cento.
  Registra, inoltre, l'aumento delle risorse iscritte nel disegno di legge di bilancio destinate all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo, oltre all'incremento degli stanziamenti iscritti nella Tabella C del disegno di legge di stabilità, che ammontano nel 2013 a circa 229 milioni di euro nel 2013 rispetto ai circa 87 milioni di euro iscritti in tabella C nel 2012, con un aumento pari a circa il 163 per cento.
   Giudica prioritario il reinserimento – nelle forme e modalità che verranno ritenute opportune dal Parlamento – del finanziamento per assicurare per il triennio 2013-2015 il versamento alla NATO del contributo del nostro Paese per la costruzione del nuovo Quartier Generale. Sottolinea che si tratta di un onere derivante da un accordo internazionale, che ove disatteso creerebbe un serio problema di credibilità per il nostro Paese nei confronti dei suoi principali alleati. Tenuto conto dello stato di avanzamento dei lavori per la costruzione della nuova sede, ricorda che il mancato versamento da parte italiana della propria quota di finanziamento potrebbe avere ripercussioni assai negative sull'immagine del Paese oltre a causare interessi di mora.
  Fa poi presente che il disegno di legge assegna in Tabella A (Fondo speciale di parte corrente) un finanziamento pari a 31.350.000 euro per il 2013, 29.650.000 per il 2014 e 30.482.000 per il 2015. Mette in proposito in rilievo il sensibile divario tra i fondi assegnati al Ministero degli esteri e le esigenze derivanti dagli impegni istituzionali già assunti e tuttora in attesa di ratifica. Auspica vivamente che la dotazione in Tabella A possa essere sensibilmente Pag. 70incrementata al fine di consentire almeno la copertura delle esigenze prioritarie. A questo riguardo segnala che per finalizzare tutti gli accordi che risultano ancora in attesa di essere ratificati, sarebbero necessarie diverse centinaia di milioni di euro.
  A complemento delle previsioni normative già presenti nel disegno di legge di stabilità 2013, sottolinea che per proseguire nell'opera di razionalizzazione e modernizzazione delle strutture, degli assetti organizzativi e delle procedure, per l'Amministrazione degli Affari Esteri è opportuno pervenire al più presto alla finalizzazione di alcune revisioni normative, da conseguire con la proficua collaborazione realizzata tra Parlamento e Governo.
  Tali revisioni dovrebbero riguardare: la modifica dell'attuale sistema di pagamento delle spese di trasferimento del personale mediante un rimborso forfettario da integrare alle esistenti indennità di sistemazione e di rientro, nella prospettiva di un congruo risparmio in termini di risorse finanziarie ed umane; la capitalizzazione dei canoni di affitto per le sedi diplomatiche e consolari con la possibilità di un «riscatto» della proprietà al termine del periodo di locazione; la valorizzazione del patrimonio immobiliare; la possibilità di inviare addetti culturali nelle Ambasciate, in alternativa all'istituzione di Istituti di Cultura, non solo nei Paesi in cui è stato chiuso tale Istituto; la possibilità di applicare il bilancio di sede anche alle Delegazioni diplomatiche speciali; l'individuazione di un'adeguata copertura finanziaria per gli interventi a favore degli esuli e delle minoranze italiane in Slovenia e Croazia previsti dalle leggi n. 72 e n. 73 del 2001.

  Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.30.

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