CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 ottobre 2012
712.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 86

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 3 ottobre 2012. — Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Vieri Ceriani.

  La seduta comincia alle 13.50.

Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
C. 5291 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 2 ottobre scorso.

  Gianfranco CONTE, presidente, ritiene che nella seduta odierna sia opportuno procedere all'esame dei temi meno controversi, al fine di consentire al relatore ed al Governo di approfondire e risolvere i nodi maggiormente problematici, formulando nuove proposte emendative ovvero proposte di riformulazioni di emendamenti già presentati.
  Avverte quindi che si procederà a partire dall'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 3.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Galletti 3.2, Albini 3.3, gli identici Montagnoli 3.4 e Osvaldo Napoli 3.5, Borghesi 3.1 e Cambursano 3.6.

  Maurizio FUGATTI (LNP) sottolinea l'importanza del suo emendamento 3.7, che, richiedendo di indicare in forma disaggregata le stime sull'evasione, sulla base dei profili dimensionali e soggettivi, recepisce una precisa richiesta delle associazioni imprenditoriali ascoltate dalla Commissione nell'ambito dell'istruttoria legislativa sul provvedimento in esame.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, dopo aver rilevato che l'emendamento 3.8 Barbato si prefigge lo stesso obiettivo dell'emendamento 3.7 Fugatti, esprime l'avviso che non sia opportuno prevedere nella delega un principio così stringente come quello proposto in tali emendamenti. Invita d'altra Pag. 87parte i colleghi del gruppo Lega Nord Padania a considerare che nell'emendamento Comaroli 3.12, già si prevede, al numero 1), che i dati relativi all'economia non osservata siano enucleati secondo il criterio della massima disaggregazione possibile sotto il profilo territoriale, settoriale e dimensionale. Ricorda che, come relatore, ha espresso parere favorevole sull'emendamento 3.12, sia pure a condizione che sia riformulato nei termini che tra poco indicherà e che in ogni caso non incidono su questo punto.

  Maurizio FUGATTI (LNP) fa presente come il suo emendamento 3.7 inserisca il principio della valutazione in forma disaggregata, per settori economici e tipologia di contribuenti, dei dati dell'economia non osservata tra i principi e criteri direttivi della delega, in modo che tale principio sia introdotto nell'ordinamento come punto di riferimento delle politiche del Governo, laddove l'emendamento 3.12 Comaroli, di cui è cofirmatario, si limita a prevedere che l'esposizione dei dati in questione sia tra i compiti della Commissione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), del provvedimento: si tratta quindi di emendamenti con diversa portata normativa.

  Gianfranco CONTE, presidente, accantona gli emendamenti Fugatti 3.7 e Barbato 3.8. Avverte che sono altresì accantonati gli identici emendamenti Galletti 3.9 e Causi 3.10, nonché gli emendamenti Borghesi 3.24, Comaroli 3.22 e Fugatti 3.20, in quanto vertenti sulla materia dell'utilizzo del maggior gettito derivante dal contrasto all'evasione fiscale, che sarà oggetto di un emendamento del relatore.

  La Commissione respinge l'emendamento Borghesi 3.11.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, ribadendo quanto già indicato nella seduta di ieri, esprime parere favorevole sull'emendamento Comaroli 3.12, il quale sostituisce la lettera c) del comma 1 dell'articolo 3, concernente la Commissione in materia di stima e monitoraggio dell'evasione fiscale, a condizione che l'alinea della medesima lettera c) sia riformulata nel senso di prevedere che la Commissione sia istituita presso il Ministero dell'Economia e delle finanze e sia composta da un numero massimo di quindici esperti indicati dal medesimo Ministero, dall'Istituto nazionale di statistica, dalla Banca d'Italia e dalle altre amministrazioni interessate.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) accoglie la proposta del relatore di incardinare la Commissione presso il Ministero dell'Economia e delle finanze, rilevando tuttavia la necessità, segnalata dall'emendamento, che di essa facciano parte non solo rappresentanti di amministrazioni pubbliche, ma anche delle associazioni di categoria, degli ordini professionali e delle organizzazioni sindacali più rappresentative.

  Antonio PEPE (PdL) ritiene importante prevedere che alla Commissione partecipino anche rappresentanti del mondo del lavoro e delle imprese.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, fa presente che, se si decide di rivedere la composizione della Commissione per allargarla anche ad altri soggetti, occorrerebbe considerare le rappresentanze delle regioni e degli enti locali, con il rischio che quindici componenti non siano più sufficienti e che la Commissione divenga pletorica.

  Marco CAUSI (PD) rileva come la Commissione non abbia compiti di studio, ma sia chiamata a redigere un rapporto sull'economia non osservata e sull'evasione che si inserirà nell'ambito delle procedure di bilancio, considerando pertanto improprio prevedere che ad essa partecipino anche rappresentanti di associazioni, ordini e sindacati.

  Maurizio FUGATTI (LNP) ribadisce che la richiesta di far partecipare il mondo del lavoro e delle imprese alla Commissione è venuta dalle stesse categorie produttive nel corso delle audizioni svolte dalla Commissione Pag. 88nell'ambito dell'istruttoria legislativa sul provvedimento. Ciò premesso, suggerisce che si potrebbe prevedere almeno che la Commissione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), consulti i rappresentanti del mondo del lavoro e delle imprese.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) sottolinea l'importanza di assicurare l'appoggio e il consenso del mondo produttivo nell'attività di rilevazione dei dati sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva. Ribadisce quindi la disponibilità del suo gruppo affinché la Commissione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), sia istituita presso il Ministero dell'economia e delle finanze, anziché presso l'ISTAT, ma non che la composizione della Commissione stessa sia esclusivamente pubblica.

  Gianluca FORCOLIN (LNP) ribadisce che la proposta di riformulazione del relatore può essere accolta dal suo gruppo solo se si mantiene fermo il principio della partecipazione delle associazioni di categoria e degli ordini professionali alla Commissione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c). Sottolinea, tra l'altro, che l'ampliamento della rappresentanza non comporta in ogni caso oneri per le finanze pubbliche, visto che non sono previsti gettoni di presenza.

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI rileva come la tematica oggetto dell'emendamento 3.12 sia affrontata anche da altri emendamenti, rilevando come potrebbe essere possibile stabilire che la Commissione si avvalga del contributo del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, nel quale sono rappresentate le categorie produttive e professionali.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, concorda con il suggerimento del Sottosegretario, mentre non ritiene opportuno introdurre ulteriori previsioni che rischierebbero di pregiudicare l'operatività della Commissione.

  Marco CAUSI (PD) condivide l'esigenza, segnalata dal relatore, di evitare formulazioni frettolose della norma che possano impedire la funzionalità della Commissione.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, alla luce del dibattito, integra la sua proposta di riformulazione dell'emendamento 3.12, nel senso di prevedere che la Commissione si avvalga del contributo delle associazioni di categoria, degli ordini professionali, delle organizzazioni sindacali più rappresentative e delle autonomie locali.

  Maurizio FUGATTI (LNP) accoglie la proposta del relatore, riformulando conseguentemente l'emendamento 3.12, di cui è cofirmatario.

  La Commissione approva l'emendamento Comaroli 3.12, come riformulato (vedi allegato 1), risultando pertanto assorbito l'emendamento Messina 3.13.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, ritiene che anche gli emendamenti Fugatti 3.7 e 3.8 possano considerarsi assorbiti dall'approvazione dell'emendamento Comaroli 3.12, come riformulato.

  Maurizio FUGATTI (LNP) non concorda con la valutazione del relatore, ritenendo che il suo emendamento 3.7 abbia una valenza diversa rispetto al contenuto dell'emendamento 3.12, in quanto riprende la proposta, avanzata da R.ETE. Imprese Italia, di distinguere le stime sull'economia non osservata tra imprese grandi, medie e piccole, nonché tra lavoratori autonomi e persone fisiche, insistendo pertanto per la votazione dell'emendamento 3.7.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, ribadisce l'invito al ritiro dell'emendamento Fugatti 3.7.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Fugatti 3.7 e Barbato 3.8.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli identici emendamenti Barbato 3.14 Pag. 89e Ventucci 3.25, nonché l'emendamento Barbato 3.15, sono accantonati, in attesa della presentazione, da parte del relatore, di un emendamento sui temi dell'utilizzo delle maggiori entrate derivanti dal contrasto dell'evasione fiscale. Sono altresì accantonati gli emendamenti Bernardo 3.16, relativo ad una questione che sarà affrontata nell'ambito dell'articolo 9, nonché gli emendamenti Causi 3.19 e Cambursano 3.17, i quali attengono ad una questione che sarà oggetto di un emendamento del relatore.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, integrando il parere espresso nella seduta di ieri, propone di riformulare l'emendamento Messina 3.23, nel senso di sostituire il comma 2 dell'articolo 3 nei seguenti termini: «2. Il Governo redige annualmente, all'interno della procedura di bilancio, un rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell'evasione, distinguendo tra imposte riscosse e accertate, nonché tra le diverse tipologie di avvio delle procedure di accertamento, in particolare evidenziando i risultati del recupero di somme dichiarate e non versate e della correzione di errori nella liquidazione delle dichiarazioni; il rapporto indica altresì le strategie per il contrasto all'evasione, le aggiorna, confronta i risultati con gli obiettivi».

  Ignazio MESSINA (IdV) rileva come la proposta di riformulazione stravolga il senso del suo emendamento, il quale è volto a fare in modo che gli obiettivi annuali di recupero del gettito attraverso il contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale siano indicati preventivamente, laddove nella proposta del relatore ci si limiterebbe a dare conto ex post dei risultati conseguiti nel contrasto dell'evasione fiscale.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, segnala come il rapporto che la Commissione è chiamata a redigere si configuri come una fotografia della situazione del Paese sotto il profilo dell'evasione fiscale, e non come un documento di carattere programmatico, anche perché l'indicazione degli obiettivi politici in materia non può che spettare al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'economia e delle finanze. Sottolinea quindi come la riformulazione proposta mantenga fermo il fatto che il rapporto deve evidenziare in modo distinto i risultati del recupero di somme dichiarate e non versate e quelli derivanti da correzione in errori della liquidazione delle dichiarazioni.

  Ignazio MESSINA (IdV) accoglie la proposta del relatore, riformulando conseguentemente il proprio emendamento 3.23.

  La Commissione approva l'emendamento Messina 3.23, come riformulato.

  Cosimo VENTUCCI (PdL) sottoscrive l'emendamento Galletti 3.18, riformulandolo nei termini indicati dal relatore nella seduta di ieri.

  La Commissione approva l'emendamento Galletti 3.18, come riformulato.

  Gianluca FORCOLIN (LNP) illustra l'emendamento Fugatti 3.21, di cui è cofirmatario.

  Maurizio FUGATTI (LNP) sottolinea come il suo emendamento 3.21 non richieda di riequilibrare il recupero del gettito derivante dalla lotta all'evasione sul territorio nazionale, ma si limiti ad attribuire alla Commissione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), il compito di effettuare uno studio anche su questo tema. Dichiara inoltre la disponibilità del proprio gruppo, ove necessario, a riformulare l'emendamento facendo riferimento ad eventuali squilibri territoriali dell'evasione e ad un'eventuale diversa propensione al pagamento delle imposte.

  La Commissione respinge l'emendamento Fugatti 3.21.

  Ignazio MESSINA (IdV) ritira il proprio emendamento 4.8.

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  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 4.7 Comaroli, di cui è cofirmatario, il quale tende a uniformare la composizione della Commissione di cui all'articolo 4, comma 1, al principio già stabilito per la Commissione di cui all'articolo 3, comma 1 lettera c), fermo restando che il Governo potrà decidere di istituire un'unica Commissione ai sensi di entrambe le disposizioni.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, fa presente che, per quanto riguarda il tema delle spese fiscali, il provvedimento in esame si basa sui risultati del lavoro svolto su questo tema dalla commissione tecnica istituita dall’ex Ministro Tremonti e presieduta dall'attuale Sottosegretario Vieri Ceriani, e che tale lavoro è stato svolto con il coinvolgimento delle associazioni di categoria. Sottolinea pertanto come la Commissione di cui all'articolo 4, comma 1, sia chiamata a svolgere un compito ben diverso, ritenendo in tale contesto inopportuno integrarne la composizione nel senso indicato dall'emendamento 4.7 Comaroli.

  La Commissione respinge l'emendamento Comaroli 4.7.

  Marco CAUSI (PD) sottoscrive gli emendamenti Baretta 4.1 e 4.5, che ritira.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, integrando il parere espresso nella seduta di ieri, chiede di riformulare l'emendamento Causi 4.4 nei seguenti termini: «al comma 2, dopo le parole: di tutela, aggiungere le seguenti: dei redditi da lavoro e da pensione».

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI, comprendendo l'intento della proposta di riformulazione di fare salve le detrazioni da lavoro dipendente e da pensioni, si dichiara favorevole alla stessa, proponendo tuttavia di non far riferimento ai redditi da pensione, in quanto questi si possono ritenere compresi tra i redditi da lavoro, e di fare invece riferimento anche ai redditi derivanti dall'esercizio di imprese minori.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, fa presente come l'intento della sua proposta di riformulazione sia quello di assicurare che la riforma del regime delle spese fiscali non riguardi le detrazioni per redditi da lavoro, sia autonomo sia dipendente, e le pensioni, al fine di evitare, per i percettori di questo tipo di redditi, un effetto di sostanziale incremento della pressione fiscale. Fermo tale obiettivo, è naturalmente disponibile a valutare quale sia la formulazione più corretta.

  Giampaolo FOGLIARDI (PD) sottolinea l'esigenza di porre attenzione alle dizioni utilizzate nella formulazione della norma, onde evitare successivi problemi applicativi.

  Maurizio LEO (PdL) ricorda come il Testo unico sulle imposte sui redditi faccia riferimento, nel medesimo contesto della normativa IRPEF, sia ai redditi di lavoro dipendente ed autonomo sia ai redditi da imprese minori; ricorda altresì che i redditi da pensione sono compresi, a fini IRPEF, nel novero dei redditi di lavoro dipendente.

  Cosimo VENTUCCI (PdL) ritiene opportuno esplicitare anche il riferimento ai redditi da pensione.

  Alberto FLUVI (PD) relatore, modifica la sua proposta di riformulazione, chiedendo che l'emendamento Causi 4.4 sia riformulato nei seguenti termini: «al comma 2, dopo le parole: di tutela, aggiungere le seguenti: dei redditi da lavoro dipendente e autonomo, dei redditi da imprese minori e dei redditi da pensione».

  Marco CAUSI (PD), pur rilevando l'opportunità di definire i principi di delega, senza giungere ad un eccessivo livello di dettaglio, accoglie la proposta di riformulazione da ultimo indicata dal relatore.

  La Commissione approva l'emendamento Causi 4.4 come riformulato. Respinge quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Zeller 4.2 e 4.3.

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  Ignazio MESSINA (IdV) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 4.9, sottolineando come esso non intenda in alcun modo stravolgere l'impostazione del disegno di legge, ma solo inserire tra i comparti da tutelare, in sede di revisione delle tax expenditures, i settori dell'innovazione tecnologica, nonché del miglioramento e della protezione dell'ambiente.

  Gianfranco CONTE, presidente, fa presente che allargare eccessivamente l'ambito delle spese fiscali potenzialmente sottratte alla revisione delle tax expenditures rischi di impedire l'attuazione delle stessa delega.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, avendo premesso di dubitare personalmente circa il fatto che la revisione delle spese fiscali possa consentire di recuperare 6,5 miliardi di euro, esprime l'avviso che l'unica esclusione davvero necessaria sia quella relativa ai redditi da lavoro e da pensione, di cui si è già discusso, così da non determinare un aumento netto delle imposte per i percettori di questo tipo di redditi. Tutti gli altri tipi di spesa segnalati dagli emendamenti sono ugualmente meritevoli di attenzione, a suo avviso, ma non essendo possibile accoglierli tutti, a meno di voler rischiare di far fallire la riforma, è necessario non entrare in tale tipo di discussione.

  Ignazio MESSINA (IdV), alla luce delle precisazioni fornite dal relatore, ritira il proprio emendamento 4.9, nonché l'emendamento Barbato 4.6.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Marsilio 4.11, Pagano 4.10 e Marsilio 4.12.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli articoli aggiuntivi Galletti 4.01 e 4.02 sono accantonati, in quanto vertono sulla materia dell'utilizzo del maggior gettito derivante dal contrasto all'evasione fiscale, che sarà oggetto di un emendamento del relatore.

  La Commissione respinge gli articoli aggiuntivi Di Biagio 4.03 e 4.04.

  Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che l'articolo aggiuntivo Leo 4.05 è accantonato, in quanto affronta il tema del riordino delle agenzie fiscali.

  Maurizio FUGATTI (LNP) illustrando i suoi articoli aggiuntivi 4.06, 4.07 e 4.08, nonché l'articolo aggiuntivo 4.09 Montagnoli, di cui è cofirmatario, chiarisce che gli stessi ripropongono alcune disposizioni contenute nel disegno di legge di delega fiscale presentato in questa legislatura dal precedente Governo e mai approvato dal Parlamento, il quale si differenziava da quello in esame in quanto non si proponeva come un provvedimento di mera revisione di singoli punti della disciplina tributaria, ma come una vera e propria riforma fiscale, di respiro ben più ampio di quella oggi in discussione.
  Ritiene quindi che il Paese abbia oggi bisogno di una vera riforma fiscale, che permetta di diminuire la grave pressione fiscale che colpisce i contribuenti onesti. Si sofferma in particolare sul principio di delega di cui alla lettera a) del suo articolo aggiuntivo 4.06, che demanda al Governo di individuare un livello di reddito minimo che, in quanto costituisce soglia di povertà, sia escluso da ogni imposizione.

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI concorda sul fatto che il disegno di legge in esame non costituisca una riforma tributaria, rilevando come il Governo in carica abbia ritenuto di doversi astenere – per umiltà, da una parte, e per senso di realismo, dall'altra – dal proporre una riforma tributaria di ampio respiro: questo in considerazione della complessità di un compito del genere e della brevità dei tempi ancora disponibili prima della fine della legislatura. Sottolinea infatti come la riforma tributaria rappresenti un obiettivo difficile da conseguire anche per la difficoltà di trovare un equilibrio tra le diverse posizioni politiche e tra le molte proposte esistenti in merito. Pag. 92
  In tale contesto l'Esecutivo ha quindi preferito, in modo responsabile, prefiggersi obiettivi raggiungibili, anche se limitati, e sui quali fosse possibile sperare di ottenere in Parlamento una maggioranza la più ampia possibile.
  Quanto alla revisione del regime delle spese fiscali prevista dal disegno di legge presentato dal precedente Governo, ricorda di aver già segnalato, quando la Commissione procedette alla sua audizione, in qualità di Presidente del gruppo di lavoro sull'erosione fiscale, come interventi sulle aliquote o sulle detrazioni IRPEF avrebbero impedito, di fatto, il completamento dell'intervento di riforma, anche in quanto avrebbero determinato maggiori oneri che non sarebbe possibile coprire nella fase attuale della finanza pubblica.

  Gianluca FORCOLIN (LNP) osserva che quanto testé dichiarato dal Sottosegretario risulti in contrasto con quanto affermato dal relatore in sede di relazione introduttiva, il quale aveva presentato il provvedimento in esame come un'iniziativa che rompeva con la logica degli interventi d'urgenza che sarebbe stata seguita dal precedente Governo e prefigurava invece un disegno di riforma strutturale. Prende quindi atto che oggi l'Esecutivo compie una vera e propria marcia indietro, dichiarando che la delega in esame non ha un carattere così rilevante.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP), pur prendendo atto, con riferimento alle considerazioni svolte dal Sottosegretario, della natura del disegno di legge delega in esame, cui non è sottesa la finalità di realizzare una vera e propria riforma del sistema fiscale, ma un mero intervento di manutenzione, relativo a settori delimitati dell'ordinamento tributario vigente, ritiene che la propria parte politica non possa limitarsi a concedere una sorta di delega in bianco al Governo, ma debba farsi interprete delle esigenze di alcune categorie di cittadini, al fine di introdurre nel provvedimento alcuni miglioramenti, segnatamente in materia di imposizione sui redditi delle persone fisiche.
  In tale ottica, l'articolo aggiuntivo Fugatti 4.06 propone di ridefinire l'imposizione sui redditi delle persone fisiche, identificando, in funzione della soglia di povertà, un livello di reddito minimo personale escluso dall'imposizione, concentrando i regimi di favore fiscale essenzialmente sulla natalità, sul lavoro e sui giovani, nonché prevedendo una clausola di salvaguardia, in modo che, a parità di condizioni, il nuovo regime risulti sempre più favorevole o eguale, ma mai peggiore del precedente.
  Inoltre, l'articolo aggiuntivo Fugatti 4.07 propone che la ridefinizione dell'imposizione sui redditi delle persone fisiche avvenga attraverso la riduzione degli scaglioni, anche al fine di rendere più semplice e chiaro il sistema, che il nuovo sistema di aliquote si applichi ad una base imponibile ridefinita in base al riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale, cui è preordinata la delega contemplata dall'articolo 4 della disegno di legge, e che si introduca il principio del quoziente familiare.
  Analogamente, l'articolo aggiuntivo 4.09, a sua prima firma, propone la riduzione a tre degli scaglioni, nonché la deducibilità dal reddito imponibile di tutte le spese sostenute per beni di prima necessità, per l'abitazione principale, per la salute del contribuente e dei familiari a carico, per gli studi obbligatori e per i trasporti, mentre l'articolo aggiuntivo Fugatti 4.08 propone di aumentare del 20 per cento la misura degli assegni familiari da corrispondersi al lavoratore, cittadino italiano o comunitario, in presenza di quattro o più figli.
  In considerazione del fatto che su molte delle proposte contenute nei predetti articoli aggiuntivi sì è già registrata, in passato, la condivisione di molti gruppi politici, invita il relatore e il Governo a riconsiderare il parere negativo espresso, e a verificare se alcune tra esse possano aggiungersi alla razionalizzazione e alla stabilizzazione dell'istituto del cinque per mille e dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, espressamente contemplata dall'articolo 4, comma 2, secondo periodo, Pag. 93del provvedimento, in un contesto nel quale è affermata, tra l'altro, al comma 1, la priorità di tutela della famiglia e delle persone economicamente e socialmente svantaggiate.
  Ritiene, peraltro, che l'accoglimento delle predette proposte, le quali certamente non sono in contrasto con il dettato e con le finalità del disegno di legge delega, non potrebbe in alcun modo essere considerata come un tentativo di realizzare una riforma del sistema fiscale, alla quale si potrà dedicare soltanto un Governo che sia espressione di una vera maggioranza politica.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, pur riconoscendo come molte delle proposte emendative presentate affrontino problemi reali, nell'ambito dell'esame di un provvedimento disegno di legge che non propone modifiche rivoluzionarie del sistema fiscale, ma tenta di introdurre in esso elementi di maggiore equità e certezza, precisa che l'invito al ritiro rivolto ai presentatori delle proposte testé illustrate non è motivato da considerazioni di merito, ma risponde all'opportunità, da lui già evidenziata in occasione dello svolgimento della relazione, di operare con accortezza, evitando di concorrere ad aumentare gli argomenti da trattare, e facendo in modo, piuttosto, di ridurre il testo, per rendere più agevole la sua approvazione definitiva sia sul piano politico sia su quello temporale, essendo molto stretti i tempi per l'approvazione da parte dei due rami del Parlamento.
  Ribadisce, pertanto, l'invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Fugatti 4.06 e 4.07 e Montagnoli 4.09, proponendo, invece, di accantonare l'articolo aggiuntivo Fugatti 4.08, al fine di verificare la possibilità di considerare il tema dell'aumento degli assegni familiari, unitamente a quello della riduzione della pressione fiscale nei confronti delle famiglie, oggetto dell'articolo aggiuntivo Galletti 4.01, all'interno di un emendamento del relatore.

  Massimo POLLEDRI (LNP) ringrazia il relatore per la disponibilità a riconsiderare il tema oggetto dell'articolo aggiuntivo Fugatti 4.08 all'interno di un suo emendamento, rilevando come l'obiettivo, tutto sommato modesto, di aumentare la misura degli assegni familiari da corrispondersi ai lavoratori in presenza di quattro o più figli, riprenda il contenuto di analoghe iniziative parlamentari, nonché di un provvedimento adottato in passato dal Ministro Bindi.
  Ritiene, in proposito, che il recepimento delle istanze a favore delle famiglie con figli, rappresentate nelle citate proposte emendative dei deputati Fugatti e Galletti, alla cui attuazione non sarebbero collegati, peraltro, oneri rilevanti per la finanza pubblica, potrebbe rappresentare una testimonianza importante dell'attenzione delle forze politiche nei confronti delle esigenze dei predetti nuclei familiari.

  Alessandro PAGANO (PdL) ritiene che il limite principale dell'articolo aggiuntivo Fugatti 4.08 sia costituito dalla fissazione di una misura percentuale dell'aumento degli assegni familiari, nonché del numero minimo di figli la cui presenza darebbe diritto a tale misura di favore.
  Nella prospettiva, quindi, dell'elaborazione di una proposta emendativa del relatore che si faccia carico delle esigenze rappresentate mediante la presentazione degli articoli aggiuntivi Fugatti 4.08 e Galletti 4.01 – la quale costituirebbe, peraltro, un'ulteriore testimonianza della capacità della Commissione di lavorare in maniera proficua, portando a sintesi la diversità e la ricchezza degli orientamenti delle forze politiche in essa presenti – ritiene che le predette proposte possano essere straordinariamente efficaci, pur rimanendo nell'ambito della logica manutentiva più volte richiamata dal relatore e dal Sottosegretario nel corso del dibattito, ove siano intese come veicoli per l'affermazione del principio secondo il quale la leva fiscale deve essere utilizzata non tanto a scopo punitivo, quanto per introdurre elementi di equità nel sistema, raccogliendo risorse da indirizzare, tra l'altro, verso le categorie di cittadini più svantaggiate. Pag. 94
  Osserva, pertanto, come una rivisitazione dell'ordinamento tributario in conformità al predetto principio sia imposta dai profondi mutamenti determinatisi nella società italiana nel quarantennio trascorso dalle riforme del 1972-1973, anche in ragione del fatto che una nazione incapace di assumere idonee iniziative sul piano della politica demografica ben difficilmente può vedere concretizzate le proprie ambizioni di crescita.
  Una volta affermato il principio – risultato che sembra possibile raggiungere, avendo riguardo sia agli orientamenti espressi dalle varie forze politiche in merito alle politiche demografiche e a favore della famiglia, sia alla disponibilità espressa dal relatore –, sarà compito del Governo stabilire, tenendo conto delle risorse recuperate e delle condizioni della finanza pubblica, la percentuale di aumento degli assegni familiari e il numero di figli la cui presenza darà diritto ai corrispondenti importi.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, ribadisce la propria disponibilità a verificare la possibilità di considerare in un proprio emendamento i temi oggetto degli articoli aggiuntivi Fugatti 4.08 e Galletti 4.01, non senza nascondere le difficoltà che tale tentativo comporterà.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) ritira gli articoli aggiuntivi Fugatti 4.06 e 4.07, nonché il proprio articolo aggiuntivo 4.09, riservandosi di trasformarli in ordini del giorno.

  Massimo POLLEDRI (LNP) ritiene che anche la semplice fissazione del principio enucleabile dagli articoli aggiuntivi Fugatti 4.08 e Galletti 4.01 possa costituire, per il momento, un risultato utile.

  Gianfranco CONTE, presidente, accantona l'articolo aggiuntivo Fugatti 4.08. Propone quindi, concorde la Commissione, di passare all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6, al fine di consentire al relatore ed al Governo di approfondire le complesse tematiche connesse all'articolo 5, in materia di abuso del diritto.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Barbato 6.1, Cambursano 6.2 e Comaroli 6.3.

  Cosimo VENTUCCI (PdL) accoglie la proposta di riformulazione del proprio emendamento 6.6 indicata dal relatore nella seduta di ieri.

  La Commissione approva l'emendamento Ventucci 6.6, come riformulato.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) accoglie, a sua volta, la proposta di riformulazione dell'emendamento Comaroli 6.4, di cui è cofirmatario, esplicitata dal relatore nella seduta di ieri.

  La Commissione approva l'emendamento Comaroli 6.4, come riformulato.

  Bruno CESARIO (PT) accoglie la proposta di riformulazione del proprio emendamento 6.7 espressa dal relatore nella seduta di ieri.

  La Commissione approva l'emendamento Cesario 6.7, come riformulato. Respinge quindi l'emendamento Di Biagio 6.5.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) illustra il proprio emendamento 7.6, nel quale si affronta il tema, caro non soltanto al gruppo della Lega Nord, delle misure per agevolare il rientro in Italia delle imprese che hanno delocalizzato le proprie sedi all'estero, ad esempio in Svizzera – Paese che ha promosso alcune campagne pubblicitarie per attrarre le imprese italiane nel proprio territorio –, in Slovenia e nell'Est europeo. In tale contesto, l'emendamento intende lanciare un messaggio alle aziende che, delocalizzando all'estero, hanno determinato, con tale comportamento, conseguenze negative per l'economia italiana, facendo registrare, tra l'altro, un calo occupazionale.
  Chiede, quindi, al relatore di mostrarsi sensibile a un'esigenza che la Lega si è Pag. 95fatta carico di rappresentare mediante svariate iniziative parlamentari e specifiche battaglie politiche.
  Evidenzia, peraltro, come l'emendamento in esame, limitandosi a finalizzare la revisione sistematica dei regimi fiscali e il loro riordino, di cui al comma 1, lettera a), dell'articolo 7, anche al rientro in Italia di imprese che hanno delocalizzato le proprie sedi produttive all'estero, lasci al Governo la libertà di individuare, in sede di attuazione della delega, le misure necessarie per conseguire tale importantissimo risultato.

  La Commissione respinge l'emendamento Montagnoli 7.6.

  Gianluca FORCOLIN (LNP) chiede di conoscere quale sia la riformulazione del proprio emendamento 7.4 preannunciata dal relatore nella seduta di ieri.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, sottolinea come siano in corso le valutazioni indispensabili per giungere ad una proposta di riformulazione dell'emendamento 7.4, rilevando come, nel quadro della definizione dei principi di delega in materia di destinazione delle maggiori entrate derivanti dal recupero dell'evasione e delle somme rivenienti dalla revisione delle tax expenditures, stia verificando anche la possibilità di introdurre le misure per la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro.

  Gianfranco CONTE, presidente, in attesa della formalizzazione, da parte del relatore, della proposta di riformulazione dell'emendamento Forcolin 7.4, ritiene opportuno accantonarlo, unitamente agli emendamenti Forcolin 7.8 e Fugatti 7.5.

  La Commissione respinge gli emendamenti Fugatti 7.7 e Galletti 7.3.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Leo 7.1, in attesa della proposta di riformulazione preannunciata dal relatore nella seduta di ieri, è accantonato.

  La Commissione respinge l'emendamento Comaroli 7.9.

  Maurizio BERNARDO (PdL) ritira il proprio emendamento 7.2.

  La Commissione respinge l'emendamento Fugatti 7.10.

  Maurizio FUGATTI (LNP) ritiene che l'esame del disegno di legge delega, la cui approvazione non comporterà oneri immediati per la finanza pubblica, consenta di aprire una riflessione in merito all'introduzione di meccanismi di compensazione tra debiti tributari e crediti commerciali nei confronti della pubblica amministrazione, come proposto dal suo emendamento 7.11.

  Gianfranco CONTE, presidente, osserva come i tempi previsti per l'adozione dei decreti legislativi siano troppo ristretti per consentire l'attuazione della misura proposta dall'emendamento Fugatti 7.11.

  Maurizio FUGATTI (LNP), pur convenendo circa la brevità del termine previsto per l'adozione dei decreti legislativi attuativi del disegno di legge delega, ritiene che tale circostanza non ostacoli l'avvio, entro il predetto termine, di un processo di graduale introduzione di meccanismi di compensazione tra debiti tributari e crediti commerciali nei confronti della pubblica amministrazione, ricordando come il disegno di legge delega C. 4566, presentato dal precedente Governo, prevedesse, all'articolo 6, la graduale eliminazione – non già l'abolizione immediata, a decorrere dall'entrata in vigore dei decreti legislativi attuativi – dell'imposta regionale sulle attività produttive.
  Ritiene, quindi, che un meccanismo analogo potrebbe essere adottato anche con riferimento alla compensazione oggetto del proprio emendamento.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, ricorda che la graduale eliminazione dell'IRAP, oggetto di iniziative governative anche in passato, è stata impedita dalla irrealizzabilità Pag. 96in concreto di tale misura, la quale avrebbe comportato oneri insostenibili per la finanza pubblica.
  Osserva quindi come, nell'attuale contesto, sia irrealistico affermare l'esigenza dell'introduzione, sia pure graduale, di meccanismi di compensazione tra debiti tributari e crediti commerciali nei confronti della pubblica amministrazione.

  Maurizio FUGATTI (LNP) proprio perché è già accaduto in passato, ad esempio, di non riuscire a realizzare in concreto il proposito, pur tradotto in una disposizione di delega, di eliminare gradualmente l'imposta regionale sulle attività produttive, rivelatosi troppo ambizioso a fronte delle concreta situazione della finanza pubblica italiana, ritiene che l'introduzione dei meccanismi di compensazione previsti dal suo emendamento 7.11 non debba essere esclusa in base a valutazioni di fattibilità effettuate avendo riguardo alla situazione attuale.

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI osserva come la previsione di meccanismi di compensazione tra debiti tributari e crediti commerciali nei confronti della pubblica amministrazione, pur astrattamente condivisibile, non sarebbe coerente con la normativa europea in materia di ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, di cui alla direttiva 2011/7/UE, in quanto quest'ultima prevede, sostanzialmente, l'introduzione nel nostro ordinamento di una regola secondo la quale i debiti tributari pregressi sarebbero estinti attraverso la loro compensazione con i crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, anziché nelle forme stabilite dalla normativa comunitaria.

  Gianfranco CONTE, presidente, ritiene che non si possa prescindere dalla considerazione dell'elemento temporale, nonché da valutazioni realistiche in merito alla possibilità di dare attuazione alle misure proposte, anche se concernenti provvedimenti di non immediata applicazione, ricordando di essere stato promotore, insieme al collega Tremonti, nel corso della XV legislatura – quando la propria parte politica era all'opposizione – di analoghe proposte in materia di compensazione tra debiti tributari e crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) osserva come, alla luce delle considerazioni svolte dal presidente Conte e dal relatore, si possano ritenere caratterizzate da poca serietà, in quanto irrealistiche, non soltanto le dichiarazioni del Ministro dello sviluppo economico relative al recepimento, entro l'anno in corso, della citata direttiva sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, ma anche le misure in materia recate dal decreto-legge cosiddetto «Salva Italia», cui gli enti locali non sono riusciti a dare attuazione concreta, segnatamente sbloccando il pagamento dei corrispettivi da essi dovuti alle imprese fornitrici di beni e servizi, a causa dei vincoli troppo stringenti imposti dal Patto di stabilità interno.
  Insiste, quindi, per la votazione dell'emendamento Fugatti 7.11, di cui è cofirmatario, ritenendo che non si possa perdere l'occasione di stabilire un principio nella materia da esso affrontata, come già avvenuto, purtroppo, in occasione dell'esame delle proposte emendative presentate dal proprio gruppo al fine di riordinare l'imposizione sui redditi delle persone fisiche.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Fugatti 7.11 e 7.12, nonché Cambursano 7.19.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Gioacchino Alfano 7.13, il quale affronta una questione in materia di riscossione che dovrà essere affrontata nell'ambito dell'articolo 10, nonché la prima parte dell'emendamento Leo 7.18, vertente su una tematica oggetto di un prossimo emendamento del relatore, sono accantonati.

  Maurizio LEO (PdL), nel ringraziare il relatore e il Sottosegretario per la valutazione Pag. 97sostanzialmente favorevole espressa sulla prima parte del suo emendamento, che propone di aggiungere una lettera c-bis) al comma 1 dell'articolo 7, segnala l'importanza anche della seconda parte della proposta emendativa, la quale propone una revisione della disciplina relativa all'imposizione e agli adempimenti connessi ai beni di lusso, materia trattata in maniera probabilmente troppo frettolosa dal Governo in occasione dell'esame parlamentare del decreto-legge cosiddetto «Salva-Italia».
  Infatti, ammonta a 90 milioni di euro, a fronte di una stima iniziale di 300 milioni di euro, il gettito derivante dalle disposizioni in materia di tassazione dei beni di lusso, di cui all'articolo 16 del decreto-legge n. 201 del 2011, le quali, mentre non hanno prodotto, evidentemente, gli effetti sperati, in termini di maggiori entrate, hanno causato notevoli difficoltà a settori nevralgici della nostra industria, come il comparto della cantieristica nautica e quello automobilistico, i quali hanno visto notevolmente ridursi i propri volumi di vendite.
  In tale contesto, pur riconoscendo come il tema abbia ricadute sul versante degli accertamenti tributari, ritiene che non possa essere sottovalutata l'importanza, nell'attuale momento, di una revisione, non già di un'abolizione, della disciplina relativa all'imposizione e agli adempimenti connessi ai beni di lusso, al fine di evitare la penalizzazione di settori importanti della nostra economia.
  Chiede, pertanto, che il proprio emendamento 7.18 sia accantonato, al fine di farlo oggetto di una riflessione più approfondita.

  Gianfranco CONTE, presidente, alla luce della richiesta avanzata dal deputato Leo, accantona l'intero emendamento Leo 7.18.

  Maurizio BERNARDO (PdL) ritira i propri emendamenti 7.14, 7.15 e 7.17, riservandosi di trasformarli in ordine del giorno.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Bernardo 7.16, in materia di coordinamento con lo Statuto dei diritti del contribuente, deve intendersi assorbito dall'emendamento 1.100 del relatore, approvato nella seduta di ieri.
  Informa quindi che il relatore ha presentato l'emendamento 6.100 (vedi allegato 2) per il quale il termine di presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 12 di domani.
  Anche in considerazione dell'imminente avvio delle votazioni in Assemblea, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta già convocata alle ore 14 di domani.

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 3 ottobre 2012.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 15.55.

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