CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 settembre 2012
710.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 18

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 settembre 2012. — Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Vieri Ceriani.

  La seduta comincia alle 13.35.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5-bis
.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Marco CAUSI (PD), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata ad esaminare, ai fini dell'espressione del parere alla Commissione Bilancio, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012 (Doc. LVII n. 5-bis).
  Al fine di richiamare il contesto decisionale in cui si inserisce la Nota, preliminarmente ricorda che, sulla base del calendario previsto nell'ambito del Semestre europeo, la legge n. 196 del 2009 – legge di contabilità pubblica dispone che il processo di programmazione finanziaria inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF), per consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma contenuti nel DEF.
  Sulla base del Programma nazionale di riforma (PNR) e del Patto di Stabilità contenuti nel DEF, in data 30 maggio 2012 la Commissione europea ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati. Il 10 luglio 2012 il Consiglio ECOFIN ha esaminato e approvato le raccomandazioni della Commissione. Pag. 19
  Tra di esse segnala, in particolare, la sollecitazione al Governo di proseguire la lotta contro l'evasione fiscale, l'economia sommersa e il lavoro non dichiarato, mediante l'intensificazione delle verifiche e dei controlli.
  Anche per tenere conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Tale nota costituisce uno degli strumenti nei quali si articola il ciclo di bilancio, la cui presentazione è pertanto obbligatoria, in base a quanto dispone l'articolo 7 della citata legge di contabilità n.196 del 2009.
  Con riferimento al contenuto specifico della Nota di aggiornamento del DEF 2012, rammenta innanzitutto che, a seguito dell'avvio, con il decreto-legge n. 52 del 2012, del programma di spending review, nell'ambito della risoluzione parlamentare di approvazione della Nota medesima dovrebbero essere indicati i disegni di legge collegati mediante cui attuare il predetto programma.
  Con riferimento al quadro macroeconomico, la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime formulate ad aprile sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per gli anni successivi in considerazione del deterioramento dello scenario macroeconomico internazionale, sia a seguito dell'acuirsi delle tensioni sui mercati del debito sovrano che per effetto dell'incertezza del contesto dell'area dell'euro. Nel secondo trimestre dell'anno, infatti, il commercio e la produzione mondiale hanno registrato un rallentamento rispetto al primo trimestre. Secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI), diffuse nel World Economic Outlook Update del 16 luglio 2012, il PIL mondiale è previsto crescere del 3,5 per cento nel 2012 e del 3,9 per cento nel 2013, circa mezzo punto in meno rispetto a quanto previsto in primavera.
  A tale riguardo la Nota evidenzia come, secondo le principali organizzazioni internazionali, il rallentamento diffuso della dinamica economica sia dovuto, da un lato, alle criticità legate alla gestione della crisi dei debiti sovrani dei paesi dell'area dell'euro, dall'altro, ai timori legati alle imminenti decisioni di politica fiscale negli Stati Uniti.
  In particolare il riemergere, da aprile, delle tensioni sui mercati finanziari – con un nuovo allargamento dei differenziali tra i rendimenti delle obbligazioni emesse da alcuni Stati europei rispetto ai bund tedeschi – ha determinato, nel complesso, un deterioramento delle prospettive di crescita dell'economia europea.
  Anche in considerazione dell'indebolimento delle prospettive economiche mondiali, la Nota di aggiornamento rivede il quadro macroeconomico per l'anno in corso e per il triennio 2013-2015, evidenziando un andamento dell'economia italiana meno favorevole rispetto alle previsioni formulate nel DEF.
  In particolare, per il 2012 la contrazione del PIL italiano è stimata pari al 2,4 per cento, rispetto all'1,2 per cento precedentemente indicato. Una contrazione è attesa anche per il 2013, anno in cui il PIL è previsto ridursi dello 0,2 per cento, principalmente per l'effetto di trascinamento del calo registrato l'anno precedente. Negli anni successivi l'attività economica tornerebbe a crescere, dell'1,1 per cento nel 2014 e dell'1,3 per cento nel 2015, beneficiando soprattutto del miglioramento della domanda mondiale. Secondo la Nota, a partire dal 2014 comincerebbero, inoltre, ad emergere gli effetti positivi determinati dai recenti provvedimenti varati dal Governo.
  Il rallentamento dell'economia italiana nell'anno in corso è imputato all'effetto congiunto di fattori esogeni – come il generale indebolimento della crescita economica mondiale – e di fattori interni, quali le manovre di consolidamento dei conti pubblici adottate finora dal Governo, anche per contrastare le tensioni sui titoli di Stato nazionali. Come riportato nella Nota, infatti, la congiuntura economica italiana, già penalizzata nel breve periodo dalle necessarie misure di consolidamento fiscale, è stata ulteriormente colpita dalle Pag. 20tensioni sui mercati finanziari e sul credito, che hanno comportato, oltre all'ampliamento dei divari tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e di quelli tedeschi, una elevata volatilità degli spread che ha scoraggiato gli investitori internazionali a detenere titoli italiani. Di tale situazione hanno sofferto gli istituti di credito operanti sul mercato interno.
  Rispetto alle previsioni contenute nel DEF 2012, tutte le principali variabili del quadro macroeconomico manifestano un rallentamento.
  Nel dettaglio, i consumi nazionali si ridurrebbero del 2,6 per cento nel 2012 – ben più di quanto stimato nel DEF – e continuerebbero a contrarsi anche nell'anno successivo, attestandosi a –0,7 per cento. In tale ambito, la spesa delle famiglie residenti scenderebbe a –3,3 per cento nel 2012, a causa del negativo andamento del mercato del lavoro e del reddito disponibile, in un contesto di fiducia attualmente ai minimi storici.
  Riguardo agli investimenti fissi lordi, per il 2012 è prevista una riduzione dell'8,3 per cento rispetto al –3,5 per cento stimato ad aprile. La revisione al ribasso delle previsioni è ascrivibile soprattutto alla dinamica negativa degli investimenti in macchinari e attrezzature (-10,6 per cento), particolarmente sensibili alla congiuntura. Anche il settore delle costruzioni continua a manifestare una forte debolezza.
  Per ciò che concerne gli scambi con l'estero, le esportazioni sono previste crescere nell'anno in corso dell'1,2 per cento, in linea con quanto previsto nel DEF, fornendo in tal modo un contributo positivo alla crescita.
  Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la Nota, sulla base degli andamenti congiunturali, rivede in senso peggiorativo le stime del tasso di disoccupazione, il quale si attesterebbe nel 2012 al 10,8 per cento (un valore più alto di circa 1,5 punti percentuali rispetto alle stime di aprile) e registrerebbe una ulteriore crescita nel 2013, raggiungendo l'11,4 per cento. Nel biennio successivo il tasso dovrebbe tornare a ridursi fino al 10,9 per cento nel 2015.
  Per quel che attiene all'inflazione, la Nota registra, rispetto alle stime del DEF, una minore pressione inflativa nell'anno in corso, in parte determinata dallo slittamento dell'incremento delle aliquote IVA da ottobre 2012 a luglio 2013: l'inflazione programmata è pertanto stimata, nel periodo considerato, stabile all'1,5 per cento.
  Quanto al quadro di finanza pubblica, il peggioramento del ciclo congiunturale generato dal riacutizzarsi delle tensioni sui mercati del debito sovrano, con il conseguente aumento dei tassi di interesse, e dal rallentamento della crescita globale, si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica. Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, la Nota, presenta, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche, un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica.
  Nel 2012 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche a legislazione vigente è stimato al 2,6 per cento del PIL, superando di circa 1 punto percentuale il valore indicato nel DEF.
  In termini strutturali, ossia al netto della componente ciclica e delle misure una tantum, il percorso di risanamento delle finanze pubbliche rimane sostanzialmente invariato rispetto a quanto programmato nel DEF 2012 per gli anni 2012 e 2013.
  Il nuovo quadro di finanza pubblica tiene altresì conto degli interventi contenuti nel decreto-legge n. 95 del 2012, relativo alla spending review, e nel decreto- legge n. 158 del 2012, in materia sanitaria, attualmente in corso di conversione.
  In particolare, il decreto-legge n. 95 mira a rafforzare la correzione strutturale degli andamenti tendenziali della spesa, operandone una correzione pari complessivamente, nel quadriennio 2012-2015, a circa 39 miliardi di euro, destinati in parte prevalente a compensare il differimento dell'incremento delle aliquote IVA, precedentemente previsto a decorrere dall'ottobre del 2012 ed, in parte residuale, a finanziare alcune spese impreviste o indifferibili Pag. 21(terremoto dell'Emilia, missioni di pace internazionali ed altro). Le misure del predetto decreto contengono anche interventi per un migliore utilizzo del patrimonio pubblico, nonché interventi in materia di società pubbliche.
  Per effetto delle misure contenute nel predetto decreto-legge n. 95 l'aumento delle aliquote IVA di due punti percentuali (dal 10 e del 21 per cento, rispettivamente, al 12 e 23 per cento) slitta dal 1o ottobre 2012 al 1o luglio 2013. Inoltre, dal 1o gennaio 2014 le aliquote saranno rideterminate nell'11 e nel 22 per cento, in luogo della misura del 12,5 e 23,5 per cento in precedenza disposta. Inoltre, viene ridotto di circa 0,6 miliardi l'indebitamento netto per il 2012 e per il 2015.
  Il quadro di finanza pubblica riportato nel DEF dell'aprile 2012, che prevedeva il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2013 (con un indebitamento netto strutturale pari allo 0,6 per cento del PIL, vale a dire close to balance) viene sostanzialmente confermato nella Nota di aggiornamento: pur in presenza di un deterioramento dei dati finanziari, con un indebitamento netto tendenziale che peggiora di 0,9 punti nell'anno in corso (dall'1,7 al 2,6 per cento del PIL) e di 1,1 punti nell'anno successivo (dallo 0,5 all'1,6 per cento), in termini strutturali, nel 2013, il valore strutturale dell'indebitamento medesimo si prevede comunque in pareggio, rimanendo pressoché stabile nel prosieguo.
  In tale ambito evidenzia come il peggioramento dei dati di finanza pubblica rispetto alla situazione prevista in aprile, sia correlato ad una evoluzione delle entrate meno favorevole del previsto e ad un maggior costo del debito. Tali voci trovano tuttavia parziale compensazione in una dinamica più contenuta di alcune voci di spesa, in particolare redditi da lavoro dipendente e consumi intermedi. Negli anni successivi l'indebitamento tende a ridursi progressivamente, pur posizionandosi su valori più elevati di quelli previsti nel DEF, con un valore finale al 2015 pari all'1,4 per cento (anziché zero, come indicato ad aprile). In termini strutturali, tuttavia, dato l'incremento ed il prolungarsi dell’output gap lungo tutto il periodo di previsione, il saldo in questione si conferma sostanzialmente in linea con l'obiettivo di medio periodo di bilancio in pareggio.
  Concorre al miglioramento del deficit l'incremento dell'avanzo primario, in progressivo aumento dal 2,9 per cento del PIL previsto per quest'anno al 4,8 per cento del 2015. In tal senso opera l'andamento delle entrate, atteso che:
   a) le entrate finali si situano, all'inizio ed alla fine del periodo considerato, su un valore del 48,9 per cento di PIL, e su valori ancor maggiori nei due anni intermedi (49,6 nel 2013 e 49,1 per cento nel 2014), in relazione alle modalità di aumento delle aliquote IVA stabilite dal decreto-legge n. 95;
   b) le spese finali al netto interessi sono previste decrescere di circa 2 punti percentuali di PIL, passando dal 46 per cento del 2012 al 44 per cento nel 2015, in virtù sia delle misure di contenimento introdotte nel corso del 2011, sia degli effetti di razionalizzazione avviati con la spending review.

  Con riferimento alla spesa per interessi, le tensioni sui mercati finanziari, con le conseguenti ripercussioni sul debito pubblico, ne comportano un aumento, dal 5,5 per cento di PIL nel 2012 al 6,3 per cento nel 2015 (rispetto al 4,9 per cento nel 2011), in crescita rispetto alle stime DEF lungo tutto il periodo d'esame.
  Per quanto concerne il rapporto debito pubblico/PIL, il nuovo quadro di finanza pubblica indica un incremento nel 2012, a causa della revisione da parte della Banca d'Italia del consuntivo 2010 e 2011 e del peggioramento delle previsioni di crescita. Il livello del rapporto debito/PIL si attesterebbe dunque al 126,4 per cento per l'anno in corso, con un lieve ulteriore rialzo nel 2013, dove verrebbe raggiunto il valore massimo del 127,1 per cento. Soltanto a partire dal 2014, il rapporto debito/PIL è previsto seguire un andamento decrescente. Pag. 22
  In merito ai profili di più diretta competenza della Commissione Finanze, per quanto riguarda la pressione fiscale, la Nota registra quest'anno un consistente aumento di più di 2 punti percentuali di PIL, passando dal 42,5 per cento del 2011 al 44,7 per cento. Nel 2013 la crescita della pressione fiscale proseguirebbe, fino al 45,3 per cento, per poi tornare nel 2015 al valore iniziale del periodo (44,6 per cento), in linea con la prevista variazione delle aliquote IVA.
  In riferimento all'andamento del credito in Italia, la Nota di aggiornamento al DEF sottolinea come le turbolenze sui mercati finanziari abbiano inciso, tra l'altro, anche sull'erogazione di finanziamenti bancari a imprese e privati. Da un lato, le difficoltà di provvista di liquidità e le incertezze sulla solidità del portafoglio crediti hanno generato un inasprimento delle politiche delle banche, con l'innalzamento dei tassi creditori. Rileva, al riguardo, come, sebbene le operazioni di rifinanziamento dell'Eurosistema (LTRO) abbiano contribuito in misura rilevante a garantire la disponibilità di liquidità bancaria, ciò non si sia tradotto in un proporzionale aumento di crediti concessi all'economia.
  Nel periodo compreso tra dicembre 2011 e febbraio 2012, l'Eurosistema ha effettuato due operazioni di rifinanziamento, con durata triennale, e ha ampliato la gamma delle attività stanziabili a garanzia a tre anni. Nel rispondere, presso la Commissione Finanze, all'interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-06904, il 30 maggio 2012, il Governo ha ricordato come l'immissione di liquidità che ne è derivata ha scongiurato il rischio che le difficoltà di raccolta sui mercati internazionali si traducessero in una significativa contrazione dell'offerta di credito e per questa via, in un aggravamento della fase ciclica negativa. Il rifinanziamento erogato dall'Eurosistema alle banche operanti in Italia è cresciuto sino alla fine dello scorso febbraio, quando ha toccato i 273 miliardi di euro (da 105 nel settembre 2011); successivamente è rimasto costante. Attraverso le due triennali le controparti della Banca d'Italia hanno ottenuto 255 miliardi di euro (30 dei quali assegnati a banche appartenenti a gruppi esteri).
  Dopo il recupero registratosi nel 2011, la Nota di aggiornamento al DEF ricorda che la variazione annuale degli aggregati creditizi degli istituti finanziari al settore privato ha iniziato ad essere nuovamente in territorio negativo negli ultimi mesi, con tendenza negativa particolarmente marcata per le imprese. In luglio il costo dei nuovi prestiti alle imprese italiane da uno a cinque anni, fino a un milione di euro, è risultato pari al 6,2 per cento, rispetto al 4,0 per cento registratosi per le imprese tedesche. Questo in parte riflette la frammentazione dei mercati finanziari nell'Area dell'Euro a cui si assiste dal 2010 e la non uniforme trasmissione delle decisioni di politica monetaria nei diversi paesi dell'Area.
  Secondo l'indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey del luglio 2012, condotta dalla BCE) dal lato dell'offerta nel secondo trimestre 2012 si rileva un sensibile miglioramento rispetto alle tensioni emerse a gennaio scorso, mentre si registra una minore tensione nelle condizioni dell'offerta alle grandi imprese, mentre per le piccole e medie imprese (PMI) vi è sostanziale stabilità. Per le famiglie, nel secondo trimestre, le condizioni dell'offerta di credito sono risultate stabili per i mutui immobiliari e in lieve restrizione nel segmento del credito al consumo. La domanda risulta in lieve contrazione in entrambi i comparti, nonostante la lieve diminuzione dei tassi d'interesse (sui prestiti per l'acquisto di abitazione e sul credito al consumo) in corso dal mese di febbraio.
  Nel diffondere i dati del primo trimestre 2012 sui mutui contratti per le compravendite immobiliari, l'ISTAT (nel comunicato stampa del 25 settembre 2012) rileva come i mutui (92.415 in totale) siano diminuiti del 49,6 per cento rispetto al primo trimestre 2011. In particolare, i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare (64.116) hanno registrato una flessione tendenziale del 39,2 per cento, quelli non garantiti da ipoteca immobiliare (28.299) sono diminuiti del 63,6 per cento. Pag. 23Tutte le ripartizioni territoriali mostrano variazioni tendenziali negative per entrambe le tipologie di mutuo. Per i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare è il Centro (-74,5 per cento) a registrare la flessione tendenziale più marcata; per i mutui garantiti da ipoteca immobiliare il calo tendenziale maggiore si registra nelle Isole (-45,8 per cento). La diminuzione tendenziale dei mutui osservata sul territorio di competenza degli archivi notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane (-67 per cento per i mutui senza costituzione di ipoteca immobiliare e –40,1 per cento per i mutui garantiti da ipoteca) è maggiore di quella registrata nei restanti archivi (rispettivamente –61,2 per cento e –38,6 per cento).
  In relazione poi al processo di valorizzazione del patrimonio pubblico, la Nota di aggiornamento dedica un'apposita sezione alle iniziative del Governo per valorizzare e successivamente dismettere il patrimonio dello Stato, sia per quanto riguarda gli immobili che per le partecipazioni pubbliche. L'ammontare di proventi derivanti da tali operazioni viene stimato in un punto percentuale di PIL l'anno, da destinare prioritariamente al Fondo per l'ammortamento del debito pubblico e, dunque, alla progressiva riduzione del rapporto debito/PIL.
  Nel solco di tali interventi la Nota colloca il progetto «Patrimonio pubblico», consistente nel censimento, con rilevazione telematica dei dati, delle consistenze degli attivi delle Amministrazioni Pubbliche. Il progetto è stato avviato dal Dipartimento del Tesoro nel febbraio del 2010 (ai sensi dell'articolo 2, comma 222 della legge n. 191 del 2009 – legge finanziaria per il 2010) e prevede che tutte le Amministrazioni pubbliche, centrali e locali, trasmettano annualmente al Ministero dell'Economia e delle Finanze informazioni dettagliate sugli asset di loro proprietà.
  La trasmissione dei dati relativi al 2011 è terminata nel mese di luglio e ha riguardato unità immobiliari, terreni e partecipazioni azionarie. Secondo stime preliminari basate sui dati trasmessi al 31 marzo 2011, il valore del patrimonio immobiliare pubblico (comprensivo dei terreni) oscillerebbe tra 251 e 369 miliardi. A fine 2011 il valore delle partecipazioni statali ammonterebbe a oltre 80 miliardi.
  Ricorda, al riguardo, che, secondo quanto riferito dal Direttore dell'Agenzia del demanio nell'audizione tenutasi presso la Commissione Finanze il 5 settembre 2012, al 31 dicembre 2011 il valore economico totale dei beni immobiliari di proprietà dello Stato è di 55,6 miliardi di euro, di cui:
   34,7 miliardi di euro relativi ai beni del patrimonio indisponibile e disponibile;
   0,7 miliardi di euro relativi a beni ubicati all'estero;
   20,2 miliardi di euro relativi ai beni appartenenti al demanio storico-artistico.

  Al fine di facilitare le operazioni di valorizzazione e vendita, l'articolo 33 del decreto-legge n. 98 del 2011 (come successivamente integrato dai decreti-legge n. 201 del 2011 e n. 95 del 2012) ha disposto la creazione della Società di Gestione del Risparmio (SGR) del Ministero dell'Economia e delle Finanze, col compito di mettere a reddito e cedere i patrimoni immobiliari pubblici attraverso l'istituzione di uno o più fondi di investimento. Tali fondi, a loro volta, potranno partecipare ai fondi d'investimento istituiti o partecipati dagli enti territoriali, enti pubblici e società partecipate. Il decreto-legge n. 87 del 2012 (ora articolo 23-ter del decreto-legge n. 95, nel quale il predetto decreto-legge n. 87 è confluito durante l'esame al Senato) ha poi previsto che il Ministro dell'economia e delle finanze, attraverso la SGR, promuova:
   la costituzione di uno o più fondi comuni d'investimento immobiliare a cui trasferire anche gli immobili di proprietà dello Stato non utilizzati per finalità istituzionali (cosiddetto «Fondo diretto») e diritti reali immobiliari;
   uno o più fondi comuni di investimento immobiliare a cui conferire gli immobili di proprietà dello Stato non più utilizzati dal Ministero della difesa per Pag. 24finalità istituzionali e suscettibili di valorizzazione (cosiddetto «Fondo difesa»).

  A fronte del conferimento degli immobili, gli enti otterranno risorse da destinare in via prioritaria alla riduzione del proprio debito. La Nota di aggiornamento ricorda al riguardo che le risorse rimanenti potranno essere destinate al finanziamento delle spese per investimento, nel caso di immobili degli enti territoriali, e al pagamento dei debiti commerciali della P.A., nel caso di immobili dello Stato.
  Il richiamato articolo 33 del decreto- legge n. 98 del 2011 consente che la valorizzazione e collocazione del mercato avvenga anche mediante l'ausilio della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che potrà partecipare ai predetti fondi.
  La Nota di aggiornamento rileva in proposito come essa potrà creare fondi immobiliari ad hoc all'interno del fondo immobiliare «CDP Investimenti SGR», già esistente nel gruppo CDP.
  Le citate norme hanno inoltre rafforzato i poteri dell'Agenzia del demanio la quale potrà, anche d'ufficio, operare ristrutturazioni e regolarizzazioni catastali delle unità immobiliari, nonché entrare nella compagine azionaria della SGR creata dal Governo, e promuovendo altresì la costituzione di società, consorzi o fondi immobiliari, anche con la partecipazione di soggetti privati.
  L'Agenzia ha avviato un processo di ottimizzazione degli spazi lavorativi all'interno degli immobili pubblici ad uso istituzionale al fine di ridurre i costi di utilizzo e liberare unità immobiliari a seguito dell'accorpamento degli uffici.
  Come riferito dal Direttore Scalera nel corso della richiamata audizione del 5 settembre 2012, l'Agenzia del demanio, il 16 luglio 2012 ha emanato le linee guida per l'individuazione di standard di occupazione degli spazi ad uso ufficio, al fine di operare tale razionalizzazione; per gli edifici non di nuova costruzione le amministrazioni interessate devono porre in essere entro il 4 ottobre 2012 piani di razionalizzazione degli spazi nel rispetto dei suddetti parametri, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Sono previsti termini più lunghi per la definizione degli appositi parametri in caso di edifici di nuova costruzione o integralmente ristrutturati.
  Il decreto-legge n. 87 del 2012 ha previsto anche l'attuazione di una prima serie di operazioni di privatizzazione delle partecipazioni pubbliche che produrranno significativi risultati già entro l'anno. Il provvedimento ha conferito il diritto di opzione alla CDP per l'acquisto delle partecipazioni azionarie detenute dallo Stato in Sace, Fintecna, e Simest, a prezzi di mercato e con il pagamento del 60 per cento del valore del patrimonio netto contabile delle società al momento dell'acquisto. La CDP potrà esercitare i diritti di opzione. Le risorse ottenibili da tale operazione saranno destinate in via prioritaria alla riduzione del debito pubblico e in seconda istanza al pagamento dei debiti commerciali verso i fornitori.
  Chiede quindi al Governo di fornire ulteriori informazioni utili a comprendere l'evoluzione del contesto economico e degli andamenti di finanza pubblica intervenuta tra la presentazione del DEF e quella della Nota di aggiornamento.
  Al riguardo rileva come il dato relativo all'indebitamento netto risulti positivo, a testimonianza di come il Governo sia stato in grado di adottare importanti misure di aggiustamento strutturale, mentre, in negativo, si evidenzia la drastica riduzione del PIL nel secondo semestre del 2012, che ha costretto l'Esecutivo ad aggiornare le sue previsioni.
  L'impatto della recessione si è riverberato soprattutto sul rapporto tra debito pubblico e PIL, sul quale hanno inciso, del resto, anche alcune modifiche dei criteri di calcolo previsti da Eurostat.
  Per quanto riguarda gli aspetti di più diretta attinenza agli ambiti di competenza della Commissione Finanze, ritiene opportuno che il Governo fornisca ulteriori dettagli circa l'andamento delle entrate tributarie che risultano più basse di quelle previste originariamente dal DEF, nonché in merito alla dinamica della spesa per interessi, la quale ha subito un incremento Pag. 25di 14 miliardi tra il 2010 e il 2012 e crescerà ancora, tra il 2012 e il 2015, di 20 miliardi.
  A tale ultimo proposito sarebbe particolarmente utile che il Governo indicasse i possibili scenari alternativi di evoluzione di tale posta di bilancio, anche alla luce degli interventi di stabilizzazione finanziaria adottati a livello europeo la scorsa estate.
  Per quanto attiene alle tematiche del patrimonio pubblico, la Nota di aggiornamento richiama le nuove norme in materia introdotte con il decreto-legge n. 95 del 2012. A tale proposito considera necessario segnalare come l'attuazione di tale pacchetto di misure, certamente molto positive, necessiti di strumenti attuativi che devono essere rapidamente posti in essere dal Ministero dell'economia. Rileva, infatti, come le strutture burocratiche dell'amministrazione non sembrino essere ancora pronte a trasformare in atti concreti e puntuali le predette previsioni normative, e come sia necessario passare a compiere tutti quegli adempimenti puntuali, riferiti ai singoli cespiti patrimoniali oggetto delle norme di valorizzazione, indispensabili per realizzare gli obiettivi di entrata attesi dalle nuove norme.

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI, pur riservandosi di fornire nella prossima seduta di esame del provvedimento informazioni più puntuali, rileva, fin d'ora, come il gettito delle entrate tributarie segnali, soprattutto per alcuni tributi, un calo, connesso al ciclo congiunturale, superiore a quello che ci si sarebbe aspettati applicando meccanicamente alle previsioni d'entrata i dati relativi al quadro macroeconomico. Ritiene che tale fatto sia imputabile ad effetti di composizione, evidenziando, in particolare, come il calo registratosi nella domanda di beni durevoli, ad esempio di autovetture, abbia moltiplicato l'effetto negativo sulle entrate, trattandosi di beni ad elevato valore unitario per i quali il rischio di evasione è particolarmente basso.
  Fenomeni analoghi si sono registrati per quanto riguarda la contrazione delle vendite di immobili, che è stata, in termini di frequenza, pari al 20 per cento rispetto al 2011, e che ha, conseguentemente, comportato una riduzione delle entrate relative alle imposte sui trasferimenti.
  Per quanto riguarda invece il calo dei consumi di altri beni, ritiene che si sia sottostimato il calo delle vendite di carburanti, il quale è risultato molto superiore al calo medio dei consumi, mentre si registra un andamento in controtendenza per quanto riguarda le vendite al dettaglio ed i servizi alla persona.
  Passando quindi alle questioni relative alla spesa per interessi sui titoli del debito pubblico, si riserva di fornire, nella prossima seduta, dettagli più precisi circa le ipotesi poste a base delle previsioni contenute nella Nota di aggiornamento, rilevando fin d'ora, tuttavia, come appaia problematico definire scenari alternativi circa la dinamica di tale componente, in quanto questa dipenderà anche dall'efficacia delle misure di stabilizzazione finanziaria adottate a livello europeo negli ultimi mesi. Segnala, peraltro, come le variazioni del tasso di interesse, anche per quanto riguarda i titoli italiani, siano particolarmente legate alla costruzione di una efficace governance europea, nonché alle vicende economico-finanziarie di quei Paesi europei che presentano problemi di finanza pubblica paragonabili a quelli italiani.

  Gianfranco CONTE, presidente, rileva come la Commissione debba concludere l'esame in sede consultiva del provvedimento entro la seduta di martedì 2 ottobre prossimo; nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame a tale seduta.

DL 158/2012: Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute.
C. 5440 Governo.

(Parere alla XII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Pag. 26

  Gianfranco CONTE, presidente, in sostituzione del relatore, Albini, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna, rileva come la Commissione sia chiamata ad esaminare, ai fini del parere alla Commissione Affari sociali, il disegno di legge C. 5440, di conversione del decreto-legge n. 158 del 2012, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute, il quale mira ad una riorganizzazione di alcuni fondamentali aspetti del Servizio sanitario nazionale (SSN).
  Tale riassetto, secondo quanto emerge dalla relazione illustrativa, presenta carattere di urgenza a seguito del profondo ridimensionamento dell'offerta assistenziale di tipo ospedaliero e, più in generale, della contrazione delle risorse destinate al SSN, derivante dai provvedimenti legislativi degli ultimi anni e, più recentemente, dalle disposizioni del decreto-legge n. 95 del 2012.
  Il provvedimento opera quindi un riassetto del sistema delle cure territoriali, di alcuni aspetti della disciplina del personale dipendente del SSN, nonché il completamento della riqualificazione e razionalizzazione dell'assistenza farmaceutica. Vengono inoltre adottate misure urgenti su alcune specifiche tematiche del settore sanitario.
  Passando ad esaminare le disposizioni del decreto-legge, il Capo I (che si compone degli articoli da 1 a 6), contiene norme per la razionalizzazione dell'attività assistenziale e sanitaria.
  In particolare, l'articolo 1 dispone in tema di riordino dell'assistenza territoriale e di mobilità del personale delle aziende sanitarie, apportando alcune modifiche all'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 502 del 1992, di riordino della disciplina in materia sanitaria.
  A tal fine le lettere a) e d) del comma 1 innovano la disciplina del rapporto tra il Servizio sanitario nazionale e i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali, definita dagli accordi collettivi nazionali di durata triennale, sulla scorta di quanto, in parte, già delineato dagli accordi medesimi.
  La lettera b) del comma pone alcuni principi qualificanti in tema di riordino delle cure primarie, relativi alla garanzia, nell'ambito dell'organizzazione distrettuale del servizio, dell'attività assistenziale per l'intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana (principi tra l'altro già affermati nella formulazione previgente dell'articolo 8, comma 1, lettera e), nonché di un'offerta integrata delle prestazioni mediche mediante l'adozione di forme organizzative monoprofessionali e multi professionali, alla facoltà per le aziende sanitarie di adottare forme di finanziamento a budget per le forme organizzative multi professionali, alla previsione dei modi attraverso i quali le aziende sanitarie locali, coerentemente con gli indirizzi regionali e nazionali, individuano gli obbiettivi e concordano i programmi di attività delle nuove forme aggregative.
  La lettera f) prevede inoltre l'adesione obbligatoria dei medici all'assetto organizzativo e al sistema informativo definiti da ciascuna regione, nonché al Sistema informativo nazionale (SIS), compresi gli aspetti relativi al sistema della tessera sanitaria e all'implementazione della ricetta elettronica.
  In base al comma 2 l'attuazione delle nuove disposizioni è rimessa alle regioni, entro i limiti delle disponibilità finanziarie a legislazione vigente. In tale contesto il comma 3 consente alle regioni stesse di attuare anche processi di mobilità del personale dipendente delle ASL.
  L'articolo 2 apporta alcune modifiche alla legge n. 120 del 2007, in materia di attività libero-professionale intramuraria, con l'intento di delineare il passaggio a regime di tale attività.
  In particolare la lettera a) fissa al 30 novembre 2012 il termine per la ricognizione straordinaria degli spazi da dedicare all'attività libero-professionale intramuraria, prevedendo che gli spazi ambulatoriali potranno essere acquisiti anche tramite l'acquisto o la locazione presso strutture sanitarie autorizzate non accreditate, nonché Pag. 27tramite la stipula di convenzioni con altri soggetti pubblici. La disposizione consente quindi alle regioni e alle province autonome nelle quali siano presenti aziende sanitarie nelle quali risultino non disponibili gli spazi per l'esercizio dell'attività libero professionale, di autorizzare, limitatamente alle medesime aziende sanitarie, l'adozione di un programma sperimentale che preveda lo svolgimento delle stesse attività, in via residuale, presso gli studi privati dei professionisti collegati in rete.
  La lettera c) stabilisce che entro il 31 marzo 2013 dovrà essere attivata una infrastruttura di rete per il collegamento telematico. Alla stessa data dovrà essere adottato un programma sperimentale che preveda lo svolgimento dell'attività libero-professionale intramuraria presso gli studi privati dei professionisti collegati in rete. La disposizione specifica che le autorizzazioni finora concesse per l'attività intramuraria allargata in studi professionali cessano al 30 novembre 2012. Oltre quella data, l'autorizzazione può essere prorogata fino all'attivazione del collegamento dello studio professionale alla infrastruttura di rete e comunque non oltre il 30 aprile 2013.
  In tale ambito richiama, in quanto attinente agli aspetti di interesse della Commissione Finanze, la lettera d), ai sensi della quale entro il 30 aprile 2013 il pagamento di tutte le prestazioni dovrà essere corrisposto al competente ente o azienda del SSN, mediante mezzi di pagamento che assicurino la tracciabilità della corresponsione di qualsiasi importo.
  La lettera e) prevede altresì la rideterminazione degli importi a carico dell'assistito per le prestazioni fornite, attraverso la definizione di un tariffario, mentre, in base alla lettera g) dal 28 febbraio 2015 l'intramoenia allargata potrà essere posta a regime, previa verifica della sua funzionalità tramite strumenti di controllo, in parte già previsti dalla citata legge n. 120 del 2007.
  L'articolo 3 disciplina alcuni aspetti della responsabilità professionale dell'esercente le professioni sanitarie, stabilendo, al comma 1, il principio secondo cui, fermo restando il disposto dell'articolo 2236 del codice civile in materia di responsabilità del prestatore d'opera, nell'accertare la colpa lieve nell'attività dell'esercente delle professioni sanitarie il giudice tiene conto, in particolare, dell'osservanza, nel caso concreto, delle linee-guida e delle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica nazionale e internazionale.
  Con riguardo alle materie di specifico interesse della Commissione Finanze, segnala il comma 2, il quale demanda ad un provvedimento regolamentare, da adottare con decreto del Presidente della Repubblica, la disciplina delle procedure e dei requisiti minimi ed uniformi per l'idoneità dei contratti di assicurazione degli esercenti le professioni sanitarie, anche in attuazione dell'articolo 3, comma 5, lettera e), del decreto-legge n. 138 del 2011, che statuisce il principio dell'obbligo del professionista di stipulare, a tutela del cliente, idonea assicurazione per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale. In tale ambito si prevede che, al momento dell'assunzione dell'incarico, il professionista, debba rendere noti al cliente gli estremi della polizza stipulata per la responsabilità professionale e il relativo massimale.
  La disposizione specifica che il predetto decreto del Presidente della Repubblica deve essere adottato su proposta del Ministro della salute, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, sentite l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA), le Federazioni nazionali degli ordini e dei collegi delle professioni sanitarie e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle categorie professionali interessate.
  Inoltre si indicano alcuni criteri cui il regolamento deve attenersi:
   determinazione dei casi in cui, sulla base di definite categorie di rischio professionale, sia previsto l'obbligo gravante su un fondo appositamente costituito, di garantire idonea copertura assicurativa agli esercenti le professioni sanitarie. Tale fondo è finanziato in parte dal contributo dei professionisti e in parte da un contributo Pag. 28a carico delle imprese assicuratrici, definito in misura percentuale rispetto ai premi incassati nel precedente esercizio;
   determinazione del soggetto gestore del Fondo di cui sopra e delle sue competenze senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
   previsione che le condizioni cui si uniformano i contratti di assicurazione dispongano, alla scadenza, la variazione in aumento o in diminuzione del premio in relazione al verificarsi o meno di sinistri e subordinino la disdetta della polizza alla reiterazione di una condotta colposa da parte del sanitario.

  Inoltre, ai sensi del comma 4, per quanto riguarda i contratti assicurativi per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale resa nell'ambito del Servizio sanitario nazionale o in regime di convenzione, il decreto del Presidente della Repubblica è adottato sentita anche la Conferenza Stato-regioni.
  La norma esclude in ogni caso, a carico degli enti del Servizio sanitario nazionale, ogni copertura assicurativa della responsabilità civile ulteriore rispetto a quella prevista, per il relativo personale, dalla normativa contrattuale vigente.
  Il comma 3 consente quindi il risarcimento del danno biologico conseguente all'attività dell'esercente della professione sanitaria, mediante il rinvio alle tabelle di cui agli articoli 138 e 139 del Codice delle assicurazioni private di cui al decreto legislativo n. 209 del 2005.
  L'articolo 4 detta disposizioni in tema di dirigenza sanitaria e di governo clinico: a tale riguardo le lettere a) e b) del comma 1 disciplinano le modalità di nomina dei direttori generali delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale da parte delle regioni, tenute ad attingere obbligatoriamente ad un elenco regionale di idonei costituito mediante una selezione effettuata da una commissione di cui è disciplinata la composizione.
  Le lettere da c) a f) del medesimo comma 1 definiscono inoltre gli strumenti e le modalità di valutazione dei dirigenti medici e sanitari e stabiliscono una nuova e specifica disciplina per il conferimento degli incarichi di direttore di struttura complessa e di responsabile di struttura semplice, prevedendo che una commissione individui una terna di candidati idonei tra i quali la scelta viene effettuata dal direttore generale, con l'obbligo di una motivazione analitica qualora si discosti dal criterio del miglior punteggio.
  In base alla lettera g) il collegio di direzione degli enti del SSN viene inserito tra gli organi dell'azienda sanitaria e sono fissati contestualmente alcuni principi in merito alla sua composizione e alle sue funzioni.
  L'articolo 5 prevede, al comma 1, l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) con riguardo alle malattie croniche, alle malattie rare, prevedendo a tal fine l'emanazione, entro il 31 dicembre 2012, di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.
  Per quanto riguarda i profili di interesse della Commissione Finanze, richiama il comma 2, ai sensi del quale si provvede, con la medesima procedura indicata dal comma 1, ad aggiornare i livelli essenziali di assistenza con riferimento alle prestazioni per la prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da ludopatia, intesa come patologia che caratterizza i soggetti affetti da sindrome da gioco con vincita in denaro, come definita dall'Organizzazione mondiale della sanità.
  L'articolo 6 reca diverse misure in materia di edilizia sanitaria, per sviluppare il coinvolgimento del capitale privato nei lavori di ristrutturazione e di realizzazione di strutture ospedaliere, per semplificare l'applicazione della normativa antincendio delle strutture sanitarie e per accelerare l'utilizzazione delle risorse per la realizzazione di strutture di accoglienza dei detenuti degli ex ospedali psichiatrici giudiziari. In questo ultimo caso vengono anche consentite alcune deroghe alla procedura Pag. 29di attuazione del programma pluriennale di interventi in edilizia sanitaria.
  Il Capo II (che si compone degli articoli da 7 a 9) dispone in tema di riduzione dei rischi sanitari connessi all'alimentazione e alle emergenze veterinarie.
  In tale ambito segnala, in quanto attinente agli ambiti di competenza della Commissione Finanze, l'articolo 7 il quale reca disposizioni sulla vendita di prodotti del tabacco, misure di prevenzione per contrastare la ludopatia e per l'attività sportiva non agonistica.
  In particolare, dal 1o gennaio 2013, al fine di limitare il consumo di tabacco tra le persone minorenni, il comma 1 introduce l'obbligo, per l'acquisto dei prodotti del tabacco, di mostrare un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età dell'acquirente sia manifesta. Per la vendita o somministrazione dei prodotti del tabacco ai minori di anni diciotto viene quindi prevista una sanzione da 250 a 1.000 euro, e se il fatto è commesso più di una volta la sanzione va da 500 a 2.000 euro, con sospensione, per tre mesi, dell'attività commerciale.
  Il comma 2 rende inoltre obbligatorio, per i distributori automatici di prodotti del tabacco, un sistema automatico di rilevamento dell'età anagrafica dell'acquirente, rilasciato dalla pubblica amministrazione.
  In base al comma 3 le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 hanno efficacia dal 1o gennaio 2013.
  Ai sensi del comma 4, dal 1o gennaio 2013, al fine di contenere la diffusione delle dipendenze dalla pratica di gioco con vincite in denaro, sono vietati i messaggi pubblicitari di giochi con vincite in denaro nelle trasmissioni televisive, radiofoniche, e nelle rappresentazioni teatrali o cinematografiche rivolte prevalentemente ai giovani; sono altresì vietati i messaggi pubblicitari di giochi con vincite in denaro su giornali, riviste, pubblicazioni, durante trasmissioni televisive e radiofoniche, rappresentazioni cinematografiche e teatrali, nonché via internet, in presenza di uno dei seguenti elementi: incitamento al gioco ovvero esaltazione della sua pratica; presenza di minori; assenza di formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica del gioco e di note informative sulle probabilità di vincita, pubblicate sul sito istituzionale dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, su quelli dei singoli concessionari dei giochi, nonché presso i punti di raccolta dei giochi.
  In caso di violazione dei suddetti divieti il comma 6 stabilisce la sanzione amministrativa da 100.000 a 500.000 euro per il committente del messaggio pubblicitario e per il proprietario del mezzo di comunicazione.
  Il comma 5 prevede quindi l'obbligo di riportare avvertimenti sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro e sulle relative probabilità di vincita): sulle schedine e tagliandi dei giochi; sugli apparecchi di gioco (cosiddetti AWP – Amusement with prizes), cioè quegli apparecchi che si attivano con l'introduzione di moneta metallica ovvero con appositi strumenti di pagamento elettronico; nelle aree e nelle sale con videoterminali (cosiddette VLT – Video lottery terminal); nei punti di vendita di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi; nei siti internet destinati all'offerta di giochi con vincite in denaro.
  In caso di inosservanza di tali disposizione è prevista la sanzione amministrativa di 50.000 euro nei confronti del concessionario degli apparecchi di gioco, del titolare della sala o del punto di raccolta dei giochi (relativamente agli apparecchi AWP e VLT), del titolare del punto vendita delle scommesse, se diverso dal concessionario (comma 6).
  L'ultimo periodo del comma 6 specifica la competenza dell'AAMS in merito alle attività di contestazione degli illeciti e di irrogazione delle sanzioni, ai sensi della legge n. 689 del 1981.
  Il comma 8 prevede il divieto di ingresso ai minori di anni 18 nelle aree destinate al gioco con vincite in denaro interne alle sale Bingo, nelle aree ovvero nelle sale in cui sono installati apparecchi VLT e nei punti vendita in cui si esercita – quale attività principale – quella di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, Pag. 30e non sportivi. Il titolare dell'esercizio commerciale, del locale ovvero del punto di offerta del gioco con vincite in denaro è tenuto ad identificare i minori di età mediante richiesta di esibizione di un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età sia manifesta.
  In caso di violazione si applicano le sanzioni di cui ai commi 21 e 22 dell'articolo 24 del decreto-legge n. 98 del 2011, consistenti: nella sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 20.000 euro; nella chiusura dell'esercizio da 10 fino a 30 giorni nonché, per i soggetti che nel corso di un triennio commettono tre violazioni, anche non continuative, nella revoca di qualunque autorizzazione o concessione amministrativa.
  Il comma 9 prevede un piano annuale di controlli, predisposto da AAMS, d'intesa con la SIAE, la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza di almeno cinquemila verifiche specificamente destinati al contrasto del gioco minorile, nei confronti degli esercizi commerciali in cui sono presenti apparecchi di gioco AWP o attività di scommessa su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, collocati in prossimità di istituti scolastici primari e secondari, di strutture sanitarie ed ospedaliere, di luoghi di culto.
  Si prevede, inoltre, la possibilità di segnalazione all'AAMS da parte degli agenti di Polizia locale di violazioni in materia di giochi con vincite in denaro constatate nel corso della loro attività ordinaria.
  Il comma 10 prevede la pianificazione, da parte dell'AAMS, di una progressiva ricollocazione degli apparecchi di gioco a moneta (AWP), territorialmente prossimi a istituti scolastici primari e secondari, strutture sanitarie ed ospedaliere, luoghi di culto, relativamente alle concessioni di raccolta di gioco pubblico bandite successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto- legge.
  Il comma 11 prevede particolari obblighi relativi alla certificazione medica e ad idonei controlli, finalizzati a salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attività sportiva non agonistica o amatoriale.
  L'articolo 8 reca norme in materia di sicurezza alimentare e di bevande.
  In particolare, i commi da 1 a 3, al fine di aggiornare la normativa nazionale dedicata ai prodotti per esigenze nutrizionali particolari e di trasferire le relative competenze alle regioni, province autonome e aziende sanitarie locali, attribuiscono a queste ultime i poteri di riconoscimento degli stabilimenti di produzione e confezionamento, previo controllo del rispetto della normativa comunitaria e di alcuni requisiti e assegnano al Ministro della salute la facoltà di compiere verifiche ispettive.
  Al fine di garantire la sicurezza alimentare dei consumatori, i commi da 4 a 12 intervengono sulla disciplina del commercio di pesce, del latte crudo e delle bevande analcoliche, introducendo obblighi informativi sulle caratteristiche e il corretto trattamento del prodotto, la cui violazione è punita con sanzione amministrativa.
  Inoltre il comma 16 eleva al 20 per cento il contenuto minimo di succo di frutta che deve essere presente nelle bevande analcoliche.
  L'articolo 9, al fine di procedere, in presenza di malattie infettive e diffusive del bestiame, anche di rilevanza internazionale, all'eradicazione prescritta dalla normativa dell'Unione europea, reca disposizioni in materia di emergenze veterinarie.
  Il Capo III (che si compone degli articoli da 10 a 13) reca disposizioni in materia di farmaci e di servizio farmaceutico.
  L'articolo 10 snellisce alcuni adempimenti finora richiesti per la produzione e l'immissione in commercio dei medicinali e reca misure volte ad assicurare, su tutto il territorio nazionale, l'erogazione e l'utilizzo uniforme dei medicinali innovativi di particolare rilevanza, garantendo la parità di trattamento di tutti gli assistiti nei vari ambiti regionali.
  Le disposizioni riproducono quasi fedelmente l'Accordo del 2010, stipulato in Pag. 31sede di Conferenza Stato-regioni, sull'accesso ai farmaci innovativi, mai completamente attuato. Infine, per poter valutare in maniera puntuale il requisito di innovatività, viene prevista una procedura di riesame, su istanza regionale, che permetterà una attenta valutazione, da parte dell'AIFA, di tutti gli eventuali nuovi elementi che, a giudizio delle regioni, possono porre in dubbio il requisito in precedenza riconosciuto.
  L'articolo 11 contiene disposizioni finalizzate ad una revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale, nonché disposizioni dirette a favorire, da parte del SSN, l'impiego razionale ed economicamente compatibile dei medicinali, onde adeguare il settore farmaceutico convenzionato agli interventi sulla spesa farmaceutica attuati con il decreto-legge n. 95 del 2012, che hanno, fra l'altro, ridotto gli spazi economici destinati alla rimborsabilità dei farmaci.
  A tal fine, si prevede che entro il 30 giugno 2013 l'AIFA proceda ad una revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale escludendo dalla rimborsabilità i farmaci non più di interesse per il SSN e la cui efficacia non risulti sufficientemente dimostrata.
  L'articolo 12 reca interventi sul procedimento di classificazione dei medicinali erogati dal SSN.
  Al riguardo, per quanto riguarda la sperimentazione clinica dei farmaci, si individua nell'AIFA l'Autorità competente e si ridimensiona il numero dei Comitati etici.
  Inoltre si stabilisce che, entro 90 giorni, ogni regione dovrà nominare un solo Comitato etico competente per le sperimentazioni svolte nel territorio di riferimento.
  L'articolo 13 interviene in materia di medicinali omeopatici e di adempimenti riguardanti la macellazione degli animali, al fine di semplificare l'attuazione delle norme in materia.
  In tale contesto si conferma, per i medicinali omeopatici presenti sul mercato italiano alla data del 6 giugno 1995, il termine del 31 dicembre 2015 per avviare la procedura di registrazione.
  Sono inoltre stabilite disposizioni specifiche per i medicinali veterinari omeopatici e in relazione agli allevamenti animali.
  Il Capo IV (che si compone degli articoli da 14 a 16), reca le norme finali.
  L'articolo 14 dispone la razionalizzazione di taluni enti sanitari, prevedendo, al comma 1, la soppressione e messa in liquidazione la società consortile CO.AN.AN, le cui funzioni saranno trasferite, per quanto di competenza, ai due dicasteri dell'Agricoltura e della Salute. I commi da 2 a 7, al fine di limitare gli oneri per il servizio sanitario nazionale per l'erogazione delle prestazioni in favore delle popolazioni immigrate qualificano l'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti (INMP) come ente con personalità giuridica di diritto pubblico, dotato di autonomia organizzativa, amministrativa, contabile, posto sotto la vigilanza del Ministero della salute e avente quale compito istituzionale la promozione di attività di assistenza, ricerca e formazione per la salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà.
  I commi 8 e 9 pongono fine al contenzioso conseguente all'articolo 52, comma 23, della legge n. 289 del 2002 (legge finanziaria per il 2003) ed alla sentenza della Corte Costituzionale n. 190 del 2007, stabilendo la misura del contributo obbligatorio alla Fondazione ONAOSI, a carico dei sanitari dipendenti pubblici, iscritti ai rispettivi ordini professionali italiani dei farmacisti, dei medici chirurghi e odontoiatri e dei veterinari, per il periodo 1o gennaio 2003-21 giugno 2007.
  I commi da 10 a 12 intervengono sugli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), introducendo disposizioni volte a precisare la procedura per il riconoscimento, la revoca del medesimo e la documentazione a tal fine necessaria.
  In tale ambito si prevede che, entro il 31 dicembre 2012, dovrà essere adottato un decreto del Ministro della salute, sentiti il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e la Conferenza Stato-regioni, Pag. 32con cui saranno stabiliti i criteri di classificazione degli IRCCS non trasformati, delle Fondazioni IRCCS e degli altri IRCCS di diritto privato sulla base di indicatori quali-quantitativi di carattere scientifico di comprovato valore internazionale. Il medesimo decreto dovrà individuare le modalità attraverso cui realizzare l'attività di ricerca scientifica in materia sanitaria a livello internazionale.
  L'articolo 15, comma 1, disciplina il trasferimento alle regioni delle funzioni di assistenza sanitaria del personale navigante (marittimo e dell'aviazione civile), mentre il comma 2 definisce le prestazioni soggette a tariffa rese dal Ministero della salute.
  L'articolo 16 dispone sull'entrata in vigore del provvedimento.
  Sottolinea quindi taluni possibili elementi di criticità del provvedimento, rilevando come il decreto-legge, rechi, all'articolo 7, commi da 4 a 9, alcune misure di contrasto alla ludopatia che appare necessario coordinare con le norme recate in materia dall'articolo 15, comma 2, del disegno di legge C. 5291 «Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita», eventualmente espungendo il predetto comma 2 dal testo della delega.
  Chiede inoltre chiarimenti al Governo in merito all'articolo 7, comma 10, del decreto-legge, il quale prevede che l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato provveda a pianificare la riallocazione dei punti di raccolta del gioco praticato attraverso gli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera a), del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza posti in prossimità di istituti scolastici, strutture sanitarie e luoghi di culto, rilevando come non risulti chiaro in che modo tale previsione possa impattare sugli investimenti già effettuati in tale settore dagli operatori, nonché, soprattutto, sui rapporti concessori già in essere e sulle gare in corso per l'assegnazione di nuove concessioni.
  Ritiene quindi opportuno non procedere, nella seduta odierna, all'espressione del parere sul provvedimento, anche in considerazione del fatto che la Commissione di merito dovrebbe trasmettere, durante la prossima settimana, un nuovo testo del provvedimento, come modificato dagli emendamenti che dovessero essere approvati in sede referente.

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI si riserva di fornire, nella prossima seduta di esame del provvedimento, gli elementi informativi richiesti dal Presidente.

  Gianfranco CONTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia l'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.55.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 27 settembre 2012. — Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Vieri Ceriani.

  La seduta comincia alle 13.55.

Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
C. 5291 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'11 settembre scorso.

  Gianfranco CONTE, presidente, informa che sono state presentate circa 320 proposte emendative (vedi allegato) al disegno di legge C. 5291, «Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita».
  Al riguardo ricorda che, sebbene si tratti di un disegno di legge ordinario, e dunque in tal caso non valgano i più severi limiti di ammissibilità previsti per i disegni di legge di conversione dei decreti-legge, in Pag. 33linea generale le Presidenze delle Commissioni sono chiamate, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, a verificare, con riferimento a tutti i progetti di legge, se siano state presentate proposte emendative relative ad argomenti affatto estranei all'oggetto dell'intervento legislativo.
  In tale contesto la Presidenza ritiene inammissibili, in quanto del tutto estranee alla materia oggetto del provvedimento, le seguenti proposte emendative:
   Forcolin 2.02 e 2.01, recanti una delega al Governo per il riordino della disciplina sul demanio marittimo;
   Forcolin 4.13 recante una delega al Governo per la revisione dell'istituto dell'assegno di invalidità;
   Forcolin 7.25, relativo all'introduzione di una contribuzione previdenziale ridotta in favore delle nuove attività imprenditoriali;
   Comaroli 15.012, limitatamente al capoverso articolo 15-ter, recante l'istituzione, presso il Ministero dello sviluppo economico, di un Fondo per il finanziamento dell'insediamento delle nuove iniziative imprenditoriali in Italia;
   Bernardo 15.02, recante delega al Governo per la riqualificazione e il riordino delle prestazioni socio-assistenziali;
   Fugatti 15.09, il quale reca alcune modifiche, di carattere non tributario, alla legge n. 431 del 1998, in materia di rilascio degli immobili in locazione ad uso abitativo;
   Fugatti 15.014, il quale integra il Testo unico delle disposizioni in materia edilizia, al fine di ricomprendere tra gli interventi di manutenzione ordinaria anche gli interventi su mobili e parti in legno;
   gli identici Messina 15.01 e Marchignoli 15.05, i quali stabiliscono che le agenzie fiscali e l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato attingano alle graduatorie di concorsi già svolti, tra i quali un concorso, specificamente indicato dalla norma richiamata, svolto dall'Agenzia delle entrate;
   Comaroli 15.019, il quale esclude i componenti degli organi di revisione degli enti locali dall'applicazione della norma in base alla quale lo svolgimento di qualsiasi incarico conferito da pubblica amministrazione, ovvero la partecipazione ad organi collegiali di qualsiasi tipo può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute, stabilendo inoltre un limite massimo di 30 euro a seduta per eventuali gettoni di presenza.

  Invita pertanto i presentatori delle predette proposte emendative a ritirarle.
  Sollecita quindi i gruppi ad individuare quelle proposte emendative che ritengano più significative, al fine di concentrare su di esse l'esame della Commissione, rendendo in tal modo più proficua ed approfondita la discussione.

  Gianluca FORCOLIN (LNP) nel dare atto alla Presidenza di avere proceduto a un'equilibrata valutazione delle proposte emendative presentate, sotto il profilo della loro ammissibilità, chiede, tuttavia, di riconsiderare la declaratoria di inammissibilità del proprio emendamento 7.25 – il quale propone l'introduzione, per le nuove iniziative imprenditoriali, di una contribuzione previdenziale ridotta per le prime annualità, con la possibilità di compensare nelle annualità successive tale differenza contributiva –, ritenendo, in proposito, che la previsione di un regime agevolato, per i soggetti individuati nell'emendamento, sia un argomento meritevole di un approfondimento nel merito.

  Alberto FLUVI (PD), relatore, concorda con il suggerimento, espresso dal Presidente, di individuare i temi principali del dibattito, rilevando, coerentemente con l'impostazione già seguita nel corso della sua relazione illustrativa, l'opportunità di ridurre l'ambito della delega.
  Segnala fin d'ora, quindi, come, in sede di espressione del proprio parere sulle Pag. 34proposte emendative, si atterrà anche a tale criterio, pur apprezzando e condividendo il contenuto di molti emendamenti presentati tanto da deputati di maggioranza quanto da deputati di opposizione. A titolo di esempio, preannuncia che inviterà al ritiro di quegli emendamenti concernenti il decentramento delle funzioni catastali, di cui pure condivide pienamente il merito, ma che affrontano una questione che non può, a suo giudizio, essere affrontata dal provvedimento in esame, il quale deve invece concentrarsi sul processo di revisione delle rendite catastali.
  In questa prospettiva invita il deputato Forcolin a non insistere sul tema affrontato dall'emendamento 7.25, pur esprimendo il suo impegno, se sussisteranno le condizioni, a valutare la questione delle agevolazioni previdenziali nel quadro degli interventi di riordino dei regimi tributari semplificati.

  Maurizio BERNARDO (PdL) osserva come la delicatezza dei temi oggetto del disegno di legge in esame, che fa seguito ad altro disegno di legge di contenuto analogo, del quale le Commissioni riunite VI e XII avevano avviato l'esame in sede referente, procedendo, peraltro, a molteplici e importanti audizioni, fosse del tutto ragionevole prevedere la presentazione di un numero abbastanza elevato di proposte emendative.
  Manifesta, quindi, la disponibilità del Popolo della Libertà, una volta presa una più compiuta cognizione del contenuto di tutte le predette proposte emendative, a concentrare l'attenzione su alcuni argomenti più rilevanti, da individuare nell'ambito di un percorso concordato, che preveda la possibilità di instaurare, anche con il Governo, il necessario confronto sugli argomenti ritenuti fondamentali dalla propria parte politica, al fine di consentire una rapida conclusione dell’iter del provvedimento.

  Francesco BARBATO (IdV) esprime innanzitutto apprezzamento per la scelta, compiuta dal relatore, di incontrare informalmente tutti i gruppi per approfondire le rispettive posizioni politiche sul disegno di legge in esame. A tale proposito evidenzia come il gruppo dell'Italia dei Valori non intenda tenere un atteggiamento di opposizione cieca e pregiudiziale sul provvedimento, ma voglia invece valorizzare al massimo il notevole lavoro svolto dalla Commissione nel corso dell'esame istruttorio, auspicando che tale metodo di confronto collaborativo possa caratterizzare il prosieguo dell’iter.
  Non condivide, peraltro, l'orientamento, dichiarato del relatore, di restringere l'ambito di intervento del disegno di legge, ritenendo preferibile seguire gli spunti tecnici forniti dal Governo in sede di predisposizione del testo, al fine di arricchirlo di contenuti politici e di approvare un provvedimento effettivamente utile al Paese, che non si limiti a costituire un mero strumento di propaganda pre-elettorale.
  A testimonianza di tale spirito collaborativo, accoglie l'invito del Presidente, ritirando l'articolo aggiuntivo Messina 15.01, da lui sottoscritto.

  Maurizio LEO (PdL) osserva come la Commissione abbia svolto finora, in stretta collaborazione con il Governo, un lavoro proficuo e importante, che merita di essere portato a termine, evidenziando come alcune tra le proposte emendative presentate mirino, in realtà, a stimolare l'avvio di un confronto con il Governo su alcune materie meritevoli di riflessione.
  Rileva, quindi, come tra le proposte caratterizzate da tale finalità sia da annoverare, ad esempio, il proprio emendamento 11.1, volto a sopprimere la lettera a) dell'articolo 11, comma 1, del disegno di legge delega, il cui testo appare inficiato da gravi lacune, come il Sottosegretario Ceriani sicuramente sa bene, in vista dell'elaborazione – soprattutto in considerazione della funzione di stimolo per l'economia collegata alla misura in discorso – di una disposizione che, sia pure unificando l'imposizione sui redditi di impresa Pag. 35e di lavoro autonomo, eviti di generare le criticità connesse all'attuale formulazione della disposizione.
  Ritiene, infatti, che il disegno di legge in esame – il cui contenuto non ne consente in alcun modo l'assimilazione ai precedenti provvedimenti di riforma del sistema tributario, come, ad esempio, quello realizzato all'inizio degli anni Settanta – consenta di addivenire all'approvazione di un serio e puntuale intervento di manutenzione della legislazione fiscale, purché il relatore e il Governo siano disponibili a esaminare con il necessario approfondimento le proposte emendative presentate, dimostrando, in tal modo, di voler lavorare con lo spirito e l'impegno necessari per costruire un provvedimento di qualità, in grado di produrre effetti positivi per gli operatori economici e per il Paese.

  Marco CAUSI (PD) sottolinea come il gruppo del Partito Democratico consideri prioritario l'obiettivo di approvare il provvedimento in esame, il quale, sebbene si ponga obiettivi specifici, più che altro di manutenzione della disciplina tributaria vigente, contiene una serie di misure strutturali e permanenti in un ambito, quello tributario che, da sempre, è legittimamente soggetto ai contrasti fra le forze politiche ed all'alternarsi delle maggioranze. Ritiene, tuttavia, che negli ultimi venti anni si sia registrato un eccesso di partigianeria nella discussione dei temi tributari, la quale ha determinato un'incertezza permanente nel funzionamento del sistema fiscale e negli elementi strutturali dell'ordinamento nazionale in materia, rappresentando inoltre un elemento di ostacolo per la crescita economica.
  Nell'attuale fase, eccezionale e temporanea, degli equilibri politici, il disegno di legge costituisce, invece, un'occasione da non sprecare per costruire un accordo condiviso su alcuni interventi, che potranno essere portati a compimento anche nella prossima legislatura.
  In tale prospettiva il Partito Democratico reputa fondamentale affrontare una serie di nodi problematici. In primo luogo occorre eliminare le distorsioni che attualmente caratterizzano i valori catastali, i cui effetti, anche alla luce dell'opportuno spostamento del carico fiscale verso i cespiti immobiliari realizzato nell'ultimo anno, hanno accentuato le iniquità dell'imposizione immobiliare ordinaria. A tal fine la delega per la revisione del catasto recata dall'articolo 2 del disegno di legge costituisce uno strumento per risolvere la questione, nella consapevolezza che le strutture fondamentali dell'imposizione sugli immobili non muteranno nel prossimo futuro, senza aumentare la pressione tributaria sugli immobili e realizzando un maggiore coinvolgimento dei comuni in materia. Su queste tematiche il gruppo del Partito Democratico ha attentamente valutato le proposte avanzate, nel corso della recente audizione, dai rappresentanti di Confedilizia, cogliendo, attraverso la presentazione del suo emendamento 2.10, il suggerimento di ridefinire i valori catastali sulla base dei valori normali, che non sono eccessivamente influenzati dalla congiuntura economica e dalle fluttuazioni dei prezzi degli immobili. Non considera invece fondate le critiche espresse da Confedilizia circa l'utilizzo di funzioni statistiche per la determinazione dei valori catastali, rilevando come, in tutti i Paesi che hanno riformato tale materia, siano sempre stati utilizzati metodi statistici aggregati e metodi econometrici. Reputa, comunque, essenziale che l'intero procedimento attraverso il quale l'Amministrazione finanziaria procederà alla definizione dei nuovi valori risulti trasparente e comprensibile, al fine di consentire ai contribuenti interessati di poterlo verificare e di proporre gli eventuali rimedi giurisdizionali.
  Un secondo aspetto che il Partito Democratico considera dirimente attiene alla necessità che il meccanismo di monitoraggio dell'evasione fiscale, previsto dall'articolo 3, non si limiti ad una mera funzione analitica, ma sia articolato in modo tale che le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione siano destinate alla riduzione della pressione fiscale, con particolare attenzione all'IRPEF ed ai contribuenti Pag. 36a basso reddito. A tale riguardo il gruppo del PD ha presentato due proposte emendative volte, appunto, ad inserire l'azione di contrasto nel quadro di programmazione della finanza pubblica, e a destinare il recupero del gettito evaso ad un Fondo per il finanziamento degli sgravi fiscali.
  Un ulteriore aspetto di particolare rilievo riguarda il riordino delle cosiddette tax expenditures, rispetto al quale occorre specificare che tra le agevolazioni da mantenere in ogni caso siano comprese anche quelle in favore del lavoro e delle pensioni.
  Passando quindi alla problematica dell'abuso di diritto, oggetto dell'articolo 5 del disegno di legge, appare opportuno specificare meglio taluni aspetti della delega, in particolare disciplinando il regime della prova, nonché precisando se le nuove norme anti abuso si pongano o meno in un regime di continuità giuridica con le norme già in vigore. Nel medesimo contesto segnala il proprio emendamento 5.12, il quale, accogliendo anche i suggerimenti avanzati dal Comandante generale della Guardia di finanza nel corso della recente missione della Commissione presso il Comando generale della stessa Guardia di finanza, prevede l'introduzione di una specifica tipologia di interpello preventivo facoltativo, finalizzato a conoscere preventivamente il parere dell'amministrazione finanziaria in merito ad operazioni potenzialmente abusive.
  Con riferimento alla revisione del regime sanzionatorio, prevista dall'articolo 8, esprime la soddisfazione del gruppo del Partito Democratico per l'equilibrio raggiunto nel testo del disegno di legge, pur essendo consapevole del fatto che, presso altri gruppi, sussistono orientamenti diversificati, volti, da un lato, ad operare una significativa depenalizzazione delle sanzioni tributarie e, dall'altro, a inasprire le predette sanzioni.
  In merito alle tematiche della riscossione, oggetto dell'articolo 10, rileva come l'esigenza caldeggiata dal suo gruppo sia quella di evitare che ogni eventuale intervento di riordino nella struttura organizzativa di Equitalia comporti maggiori oneri, determinati dalle duplicazioni che tale operazione potrebbe determinare.
  Per quanto attiene alle misure di unificazione dell'imposizione sui redditi di impresa e di lavoro autonomo, previste dall'articolo 11, dichiara di avere accolto con particolare soddisfazione i commenti positivi in merito espressi dalle organizzazioni rappresentative delle piccole e medie imprese, rilevando come, in tale contesto, il gruppo del PD, attraverso la presentazione dell'emendamento 11.13, segnali l'opportunità di escludere dal nuovo sistema impositivo i professionisti, in modo da fugare taluni dubbi e preoccupazioni emersi in merito.
  Con riferimento alle tematiche del federalismo fiscale considera erroneo l'orientamento dell'attuale Governo a porre in secondo piano tale ordine di questioni, sottolineando come la normativa in materia costituisca l'architrave su cui poggia ormai l'intera finanza locale, attraverso la quale sono alimentati un gran numero di servizi essenziali per l'intera cittadinanza: in tale prospettiva il suo gruppo ha presentato l'articolo aggiuntivo 15.04 a sua prima firma, il quale propone di coordinare le norme emanate in forza della delega con i decreti legislativi di attuazione della legge n. 42 del 2009, in modo da garantire un impianto normativo stabile e coordinato e di evitare interventi disordinati volti a far fronte ad esigenze di carattere emergenziale.
  Dichiara quindi la piena disponibilità del suo gruppo a valutare con attenzione le indicazioni che verranno dal Governo nel corso del dibattito.

  Cosimo VENTUCCI (PdL) nell'osservare, preliminarmente, come le proposte emendative presentate dai deputati del gruppo del PdL non stravolgano l'impianto del disegno di legge, invita a tenere conto del fatto che la normativa vigente, una volta approvata delega legislativa al Governo, non impone a quest'ultimo di fare proprie, recependole nei decreti legislativi di attuazione, le proposte formulate dalle Commissioni parlamentari all'atto dell'espressione Pag. 37del parere sugli schemi di tali decreti.
  Considera pertanto necessario procedere all'esame del provvedimento con l'attenzione richiesta dalla delicatezza delle materie che ne costituiscono oggetto, anticipando, in tale ottica, come appaia caratterizzata da eccessiva genericità la norma di delega in materia di revisione del contenzioso tributario, di cui all'articolo 10, e come sembri più opportuno far confluire le disposizioni in materia ambientale recate dall'articolo 14 in un provvedimento ad hoc.
  Avverte, inoltre, che sarà molto cauto l'atteggiamento della propria parte politica in relazione alla revisione del sistema sanzionatorio penale, di cui all'articolo 8 del disegno di legge, ritenendo che meriti di essere esaminata in maniera approfondita, tra l'altro, la questione relativa all'applicabilità di eventuali sanzioni penali al contribuente che abbia fatto preventivamente ricorso, prima di dare corso a un'operazione di rilevanza tributaria, all'istituto dell'interpello.
  Preannuncia, quindi, che i deputati del gruppo del Popolo della Libertà si consulteranno, nei prossimi giorni, per individuare le proposte emendative ritenute più significative, al fine di concentrare su di esse l'esame della Commissione, come auspicato dal Presidente, ferma restando la necessità di migliorare il provvedimento in alcuni punti, attraverso un aperto confronto con il Governo e con le altre parti politiche che lo sostengono.
  Ribadisce, infine, l'invito a ponderare attentamente il contenuto del disegno di legge in esame, anche al fine di attenuare il rischio che, nella successiva fase di attuazione della delega, il Governo possa inserire nei decreto delegati comparire disposizioni non condivisibili o addirittura sconcertanti, come quelle recate dal recente provvedimento governativo in tema di rinnovo dei permessi di soggiorno.

  Gianfranco CONTE, presidente, al fine di definire fin d'ora l'andamento dei lavori nella prossima settimana, avverte che il relatore e il Governo dovranno esprimere il loro parere sulle proposte emendative presentate nella seduta che sarà convocata nella mattinata di martedì 2 ottobre, mentre le votazioni sugli emendamenti prenderanno avvio nella seduta che sarà convocata alle 20,30 della stessa giornata di martedì. Invita quindi i gruppi a segnalare entro le ore 17 di martedì prossimo le proposte emendative che considerano più significative, le quali saranno prioritariamente poste in discussione.
  Avverte quindi che l'esame degli emendamenti si concluderà entro le ore 14 di venerdì 5 ottobre, al fine di consentire alle Commissioni competenti in sede consultiva di esprimere il parere sul testo modificato del provvedimento nella mattinata di martedì 9 ottobre, giorno nel quale si concluderà, entro il primo pomeriggio l'esame in sede referente.

  Maurizio BERNARDO (PdL), alla luce di quanto emerso nel corso del dibattito, osserva come la tempistica relativa al prosieguo dell’iter del provvedimento in sede referente debba consentire non soltanto di evitare ogni contraddizione con la delicatezza, da tutti evidenziata, delle materie oggetto del provvedimento, e con la conseguente necessità di esaminare con la dovuta attenzione le proposte emendative presentate, ma anche l'individuazione dei temi sui quali focalizzare l'esame.
  Ritiene, quindi, che soddisfi tali esigenze la fissazione alle ore 17 di martedì prossimo del termine per la segnalazione delle proposte emendative ritenute più significative.

  Maurizio FUGATTI (LNP) ritiene che i gruppi possano effettuare le segnalazioni delle proposte emendative che considerano più significative solo dopo l'espressione dei pareri del relatore e del Governo.

  Gianfranco CONTE, presidente, condivide l'osservazione del deputato Fugatti, ribadendo che si procederà in questi termini.

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI concorda pienamente con l'impostazione dei Pag. 38lavori prospettata dal Presidente, esprimendo altresì apprezzamento per lo spirito costruttivo che ha caratterizzato tutti gli interventi. Tale circostanza costituisce motivo di particolare soddisfazione personale, nonché per tutto il Governo, in quanto la Commissione ha pienamente colto lo spirito che anima l'intervento legislativo, il quale non è volto a realizzare una vera e propria riforma tributaria, che, del resto, può essere realizzata solo ad intervalli di tempo molto ampi, ma intende invece apportare alcune modifiche all'ordinamento tributario volte a favorire la crescita economica del Paese. Sottolinea, infatti, come il sostegno concreto allo sviluppo non si realizzi tanto attraverso modifiche complessive dell'impianto tributario, né necessariamente attraverso sgravi fiscali, per i quali, del resto, non sussistono al momento adeguate risorse, ma, piuttosto, mediante una serie di significative modifiche dell'ordinamento atte a mutare il rapporto tra fisco ed imprese, in particolare assicurando a queste ultime una maggiore certezza del quadro impositivo in cui esse sono chiamate ad operare. Qualora si riuscirà a cogliere tale obiettivo, si realizzerà un'innovazione profonda del modus operandi sia dei contribuenti sia dell'Amministrazione finanziaria.
  In tale ottica il provvedimento interviene a semplificare il regime tributario, a riordinare i regimi semplificati ed a collegare l'azione di contrasto all'evasione fiscale con le procedure di bilancio, cercando di migliorare la funzionalità complessiva del sistema tributario.
  Ritiene importante realizzare un consenso tra le forze politiche su tale tipo di impostazione, così da lanciare al Paese, ai soggetti economici nazionali ed a tutti gli interlocutori a livello mondiale il segnale, particolarmente importante per gli operatori del mercato globale, che è possibile dare stabilità al Paese e definire talune scelte di base condivise.
  Nell'esprimere quindi il convincimento che il confronto parlamentare non costituisca in alcun modo un elemento di intralcio, ma si sia sempre dimostrato fondamentale per migliorare i provvedimenti adottati dall'Esecutivo, dichiara la massima apertura del Governo ad ogni contributo costruttivo, fermo restando, naturalmente, il mantenimento dell'impianto complessivo del testo.

  Gianfranco CONTE, presidente, rileva come spesso, in occasione di deleghe legislative conferite al Governo, quest'ultimo si sia dimostrato irragionevolmente sordo alle indicazioni contenute nei pareri parlamentari espressi sugli schemi di decreto legislativo sottoposti ai pareri parlamentari, richiamando, a titolo di esempio, talune modifiche richieste dalla Commissione Finanze allo schema di decreto legislativo correttivo del decreto legislativo n. 141 del 2010, di cui il Governo non ha invece tenuto conto nonostante le rassicurazioni in tal senso.
  Sulla scorta di tali negative esperienze ritiene opportuno, da un lato, evitare di attribuire deleghe in bianco, definendo con chiarezza i principi e criteri direttivi, e, dall'altro, garantirsi che l'Esecutivo stesso eserciti integralmente tutte le deleghe che gli siano state conferite.
  In questo contesto ritiene che, al fine di assicurare la trasparenza del dibattito, di garantire la massima lealtà nei rapporti tra le forze politiche e tra queste ultime e il Governo, nonché di prevenire ad un equilibrio complessivo del testo, l'Esecutivo debba fornire rassicurazioni sul fatto che, in sede di attuazione, si atterrà all'ambito materiale ed ai principi fissati dalle norme di delega, e che eserciterà tutte le deleghe attribuitegli.

  Il Sottosegretario Vieri CERIANI condivide le preoccupazioni espresse dal Presidente, rilevando peraltro come analoghe problematiche si pongano in tutti i casi in cui si proceda attraverso deleghe legislative e come, in molti precedenti, anche in materia tributaria, le norme di delegazione risultassero decisamente più vaghe di quelle previste dal disegno di legge.
  Ritiene inoltre che il Governo non possa non tener conto dei pareri dalle Commissioni parlamentari sugli schemi di Pag. 39decreto legislativo, ipotizzando a tale riguardo la possibilità di prevedere meccanismi di parere rafforzato che richiedano una stretta consultazione con il Parlamento in sede di esercizio delle deleghe.

  Maurizio LEO (PdL) ricorda come la legge n. 80 del 2003, recante delega al Governo per la riforma del sistema fiscale statale, prevedesse principi e criteri direttivi estremamente puntuali per l'istituzione dell'imposta sul reddito delle società, per cui il decreto legislativo introduttivo della predetta imposta si limitò sostanzialmente a tradurre in norma le indicazioni dettate dal legislatore delegante.
  Al contrario, nei casi in cui i principi criteri e direttivi della delega si presentano vaghi, il Governo, da un lato, gode una maggiore libertà in fase di attuazione, ma, dall'altro, rischia di incorrere con maggiore probabilità nel vizio di eccesso di delega, da cui consegue la censurabilità sul piano costituzionale del decreto legislativo attuativo.
  Ribadisce, pertanto, la necessità di fissare in maniera chiara i principi e i criteri direttivi della delega in esame, soprattutto laddove vengono in rilievo materie estremamente delicate, quali l'unificazione dell'imposizione sui redditi di impresa e di lavoro autonomo, la revisione dell'apparato sanzionatorio penale e l'abuso del diritto in materia tributaria, questione alla quale sarà necessario specificare l'eventuale rilevanza penale delle norme antiabuso che saranno introdotte, onde evitare, in particolare, che i contribuenti siano perseguiti penalmente o meno a seconda dell'orientamento delle singole procure della Repubblica.

  Gianfranco CONTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta da convocare nella giornata di martedì 2 ottobre prossimo.

  La seduta termina alle 15.10.

Pag. 40